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Autore: Quella Della Pasta    24/02/2022    0 recensioni
[Poirot]
Poirot cucina. Miss Lemon ha preso il dessert. Japp porta da bere. E Hastings si annoia.
(Partecipa al COW-T #12 col prompt rovesciare il sale)
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se c’era una cosa in cui Poirot si riteneva il migliore, oltre all’intuito deduttivo e al peccare di troppa modestia, era la cucina. Cosa che, come dimostrò più e più volte negli anni, era effettivamente vera. Cucinava con la passione e la dedizione di come applicava le sue celluline grigie alla soluzione di un mistero, e i risultati – benché non sempre dai nomi rassicuranti – erano sempre apprezzati alla tavola del cinquantasei-B di WhiteHaven Mansions.

Cucinare, tra l’altro, rendeva Hercule Poirot inaspettatamente felice, garrulo come un fringuello a primavera, quando gli alberi sono in fiore, i gatti tutti a sonnecchiare, acciambellati nei loro angolini al sole, e i bambini hanno gettato abbastanza briciole e noccioline nel parco da rimpinzarli fino all’autunno. Il capitano Hastings, ovviamente, non poteva che essere felice di riflesso, per il suo carissimo amico. Ed anche, suo malgrado, un po’ sorpreso. Come ogni volta che il serafico contegno belga del grande Poirot s’incrinava appena appena di quel poco di umanità che lo rendeva simile al resto degli uomini sulla loro stessa Terra.

Quel giorno, avrebbero avuto a pranzo l’ispettore capo Japp. Non una novità, ma l’ispettore capo aveva promesso di portare con sé un paio di birre d’origine belga per far onore alla loro tavola. La notizia non aveva fatto altro che ringalluzzire di più l’ispirazione culinaria di Poirot, che in men che non si dica, aveva programmato un pranzetto tipico, spedito miss Lemon a comprare gli ingredienti e dato a Hastings l’unico compito di far loro compagnia al desco, già apparecchiato dalla loro mirabolante ed efficientissima segretaria.

Un po’ mesto, Hastings ripiegò il giornale. L’aveva letto tre o quattro volte, ma più che ciondolare in ciabatte fino alla libreria e tornare sul divano con un romanzo breve, altro non poteva fare.

Suonarono il campanello. Hastings sbirciò dalla finestrella dello studio: miss Lemon era ancora impegnata a riordinare il suo archivio con le informazioni fresche di giornata. Si alzò dal divano, soddisfatto all’idea di finalmente un po’ d’azione anche per lui.

«Ci penso io!», lo raggiunse la voce di Poirot dal corridoio, e l’istante successivo, un deluso Hastings udì i convenevoli tra il suo amico e l’ispettore capo Japp, ancora fermi sulla soglia.

Svicolò in cucina, tanto per cambiare aria.

Il pentolone sui fornelli sobbolliva lento, spandendo un odore delizioso. Hastings non resistette alla curiosità: ne alzò il coperchio, prese un cucchiaio e assaggiò un poco di zuppa.

Finendo per ritrovarsi più deluso di prima: era una brodaglia acquosa e insapore, tanto che gli fece rimpiangere per un attimo il rancio stopposo dell’esercito. Ci vuole un po’ di sale, pensò, e mosse gli occhi alla ricerca della saliera d’argento. Poirot era metodico in cucina come nei suoi affari, per non dire ossessionato dall’ordine fino all’isterismo, per cui gli fu facilissimo trovarla, ben sistemata su uno scaffale in cui tutto aveva la medesima altezza.

Fiero di sé e dei suoi intenti, Hastings procedette a salare un poco quel pranzo orribile…ma la cima della saliera si svitò, e sotto i suoi occhi terrorizzati si riversò nella zuppa un fiume di sale fino!

Riavvitò la saliera, ma era ormai troppo tardi. Hastings assaggiò un altro cucchiaio di zuppa, sperando in un miracolo dell’ultimo secondo – ma, con una smorfia, fu costretto a ricredersi: era diventata amarissima!

Poirot, dopo di questa, non mi vorrà più vedere!

Hastings cercò freneticamente qualche erba aromatica con cui tamponare il suo disastro, anche se la sua parte inglese e razionalissima ne dubitava: c’erano cannella, salvia, noce moscata…tutta roba inutile. Poi gli sovvenne che miss Lemon aveva ricomprato della panna liquida, per fare un dolce della domenica che era piaciuto particolarmente al signor Poirot.

Pensando che non avrebbe sofferto se per una domenica sarebbe rimasto senza dessert – non più di quanto avrebbero sofferto nel mangiare quell’abominio, quel giorno a pranzo, certamente – Hastings versò nella zuppa quanta panna credeva sarebbe stata sufficiente a stemperare il saporaccio dato dal troppo sale. Ne assaggiò un altro cucchiaio, e volle soltanto morire sul posto.

«Hastings? Miss Lemon? A tavola, vite, vite

Il capitano coperse il pentolone e svicolò nello studio appena in tempo.

 


 

Per fortuna, c’era un altro piatto prima dell’assaggio di quella zuppa maledetta. Hastings si concesse il lusso di sperare che li riempisse abbastanza.

Purtroppo, però, era un piatto di magro, e Poirot non la smetteva di decantare le meraviglie di quella stradannatissima zuppa tipica all’ispettore capo e a una fin troppo tranquilla miss Lemon. Hastings la invidiò, lei e i suoi nervi di ferro. Aveva appena preso un tic al ginocchio che era un miracolo, che non avesse ancora ribaltato la tavola.

«E ora, se permettete, mes amis et ma chère mademoiselle, vorrei servirvi una ricetta che mi sta particolarmente a cuore…»

«Ispettore», intervenne Hastings, a voce così alta che fece voltare tutti quanti, inevitabilmente, «ma perché non ci racconta di dove ha trovato le sue birre? Il signor Poirot le ha cercate così a lungo, era disperato...».

Invece di immusonirsi, Poirot – per fortuna – s'illuminò in volto. «Mais oui, Japp, ce lo dica! Per una volta che si può trovare qualcosa di decente qui in Inghilterra...»

E il capitano Hastings poté sospirare, anche se con solo l'animo, di sollievo. I due avevano appena apparecchiato una discussione che, tra l'orgoglio belga di Poirot e la pacata ma tenace fierezza inglese di Japp, avrebbe tenuto banco almeno fino all'esasperazione dei loro stomaci, e sarebbero tutti passati direttamente ai pasticcini comprati dalla provvidenziale signorina Lemon. Hastings s'azzardò a congratularsi con se stesso, almeno un poco. Il signor Poirot non era l'unico, lì, a saper analizzare la psicologia delle persone…!

«Ma perché non ci fa assaggiare la sua famosa zuppa, signor Poirot?»

Hastings quasi non si strozzò con la saliva. Non poteva essere, dalla signorina Lemon non se l'aspettava affatto!

Iniziò a balbettare, troppo preso da Poirot in procinto di scoperchiare la pentola. «Si-si-signorina Lemon», esordì poi, stridulo, col risultato di far inarcare più di un solo sopracciglio. «Per-perché, uhm, perché non ci racconta lei, invece...dei pasticcini che ha preso per dessert?»

«Pasticcini?» Gli occhi di Poirot, nonostante la sua calma stoica, s'illuminarono.

Miss Lemon sorrise amabilmente, e iniziò a raccontare. Hastings fu quasi sul punto di svenire sulla sedia. No, doveva far sparire quella zuppa. In un modo o in un altro…

Japp si schiarì la voce. «Tutto molto bello, sì...ma io devo riprendere servizio tra poco. Se potessimo saltare questi bei discorsi...»

Hastings si gelò sul posto.

«...e passare direttamente al dolce, ve ne sarei grato. Non che abbia qualcosa contro la vostra zuppa, Poirot, ci mancherebbe...»

Dopo quel giorno, il capitano Hastings sentì di non aver mangiato mai dei pasticcini più buoni di quelli.

   
 
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