Il vento soffiava piano, sulla Terra. Hiei era, come suo solito, seduto sul ramo di un albero, osservava i suoi amici discutere all'interno dell'appartamento di Yusuke. Sua madre, non c'era, magari si stava alcolizzando in qualche locale, e i ragazzi ne avevano approfittato per fare una riunione. Da quando Genkai era morta, lui aveva fatto credere a tutti di essere andato nel Makai, ma di tanto in tanto tornava a spiarli. Mai avrebbe ammesso di sentire la loro mancanza, ma era proprio così. Improvvisamente, sentì pronunciare il proprio nome e, curioso, decise di fare la propria comparsa in scena. 
«Perché parlavate di me?» domandò, entrando dalla finestra. 
Yusuke, Kurama e Kuwabara, i tre presenti, sobbalzarono perché non l'avevano percepito mentre entrava. Il demone volpe s'affrettò a negare: «Eh? Chi noi? Ma no, ti sarai sbagliato.» Peccato non ci credesse neanche lui, in quello che diceva, per cui la recita gli venne malissimo. 
Hiei fulminò con lo sguardo il proprio migliore amico, asserendo: «È inutile che proviate a negare, ho sentito tutto.» 
«Tutto... cosa?» domandò Yusuke per tastare il terreno. 
«Volete organizzare qualcosa ma avete paura che io vi scopra.» iniziò a fissare  ciascuno con sguardo inquisitore «Ebbene? Cos'era?» 
«Se avevamo paura di essere scoperti, significa che non te lo volevamo dire, no?» prese la parola Kuwabara «Cosa ti fa pensare che adesso abbiamo cambiato idea?» 
Gli altri due annuirono, d'accordo con lui. 
«Di qualsiasi cosa si tratti, cercate di non fare cose ridicole da essere umani, del tipo cene tutti insieme per ricordare i vecchi tempi e cose così.» poi indicando Kazuma precisò: «Perché a tavola con questo qui non mi ci siederei neanche finisse il mondo. Chiaro?» 
«Intesi.» sghignazzò Yusuke pensando: "Oh, com'è lontano dalla verità. 
  
Poco dopo, Hiei aveva tolto il disturbo. Fu Kurama a prendere la parola: «Sta sospettando qualcosa, ma non ha ancora capito.» 
«Dovrebbe essere tutto pronto per stasera.» fece notare Yusuke «Pensi che riusciamo a organizzare tutto?» 
«Non penso che riusciremo.» ribatté Kurama «So che dobbiamo riuscirci.» precisò, con tono serio. 
«Quest'idea di una festa a sorpresa a uno come Hiei è una pagliacciata.» affermò Kuwabara. 
«Pensala come vuoi.» gli rispose Yusuke «Ma cerca di non essere d'intralcio. Se non vuoi aiutarci, smamma.» Kuwabara s'avviò alla porta, ma Urameshi aggiunse: «Ma chi di noi tre non collabora, non sarà neanche invitato e non potrà mangiare.» Kazuma si arrestò di colpo «Se proprio non riesci a fare qualcosa per Hiei» Yusuke sghignazzò «Pensa che alla festa ci sarà anche Yukina!» 
Fu in quel momento che Kazuma Kuwabara decise di essere collaborativo al massimo, perché Yukina potesse partecipare a una bella festa. Kurama guardò Urameshi sentendosi dire: «Era l'unico modo per convincerlo a darci una mano.» 
«Spiegatemi una cosa» prese la parola Kuwabara «Dov'è che la mia Yuki-chan dovrà partecipare alla festa?» 
Kurama rispose deciso: «Al tempio che la vecchia Genkai ha lasciato in eredità a Yusuke credo si possa fare, no?» 
Urameshi annuì e Kazuma esclamò: «Bene, andiamo!» 
  
Quando furono arrivati, con l'auto di Shuichi Minamino, avevano già affrontato vari discorsi durante il tragitto e si erano fermati più di una volta per comprare ciò che pensavano sarebbe occorso loro. I preparativi iniziarono e dovevano svolgersi anche celermente, visto il poco tempo che avevano a disposizione. 
«Ripetetemi un'altra volta perché non abbiamo iniziato a preparare tutto qualche giorno fa.» domandò Kuwabara, dopo aver appeso l'ennesimo festone. 
«Innanzitutto, perché convincerti a partecipare è stata un'impresa epica.» si pronunciò Yusuke. 
«E poi perché se Hiei fosse passato di qui e avrebbe visto tutto, addio sorpresa. Non trovi?» aggiunse Kurama. 
«Penso abbiate ragione...» sbuffò Kuwabara, mentre segretamente pensava che quel tempio stava venendo davvero grazioso. 
«Noi abbiamo sicuramente ragione.» precisò Yusuke, in un sorriso. 
I tre ragazzi ripresero il lavoro. 
  
  
Nel tardo pomeriggio, era tutto pronto e anche le ragazze erano state avvisate. Con una scusa, Hiei era stato attirato lì e l'abito elegante che indossava sfuggì a tutti, meno che a Kurama. 
Quando il ragazzo dai capelli rossi ne chiese all'amico la spiegazione, questi gli rispose: «Ti è piaciuta la sorpresa, kitsune?» 
«Dannato youkai del fuoco!» si ritrovò ad esclamare il demone volpe «Ci hai spiati sin dall'inizio!» 
«Non avrai creduto di avermela data davvero a bere, stamattina, spero.» 
«Beh, in realtà... sì, mi ero illuso di ciò.» 
«Baka kitsune.» affermò Hiei, rientrando nella sala dei festeggiamenti, seguito da un Kurama ilare.