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Autore: Hana S    28/02/2022    0 recensioni
Per 10 anni Bruno è rimasto rinchiuso fra le mura della Casíta, doveva proteggere la nipote e l’unica soluzione fu sparire e nascondere a tutti ciò che aveva visto. Lasciò indietro la sua vita e la donna che amava: Anita. Ma lei non l’avrebbe mai dimenticato e dopo tutti quegli anni il loro amore non era svanito.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 1 – Anita

Bruno aveva nuovamente incrociato i suoi occhi, ma nonostante quell’incessante desiderio di andare da lei che era seguito alla gioia provata nel rivederla, distoglieva sempre lo sguardo. Gli occhi castano chiaro, la pelle olivastra e i lunghi capelli neri e mossi, alta poco meno di lui era una figura sinuosa. Bella, aggraziata nei modi; pensò alla sua cocciutaggine e alla risolutezza che dimostrava nell’agire in base alle sue decisioni; sorrise ricordando come si arrabbiava e come se la prendeva quando qualcuno diceva che Bruno Madrigal portava sfortuna.

«Bruno?» il suono di quella voce lo distolse dai suoi pensieri, voltandosi la vide di fronte a sé, ma anche se era a meno di un passo ed era quasi un obbligo parlarci, Bruno non riuscì a dire nulla, restando immobile a guardarla. Lei si portò una ciocca ribelle dietro l’orecchio «Sono felice che tu sia tornato» e sorrise, prima di allontanarsi ancora. «Anita …» Bruno tese la mano come per fermarla e lei si voltò: «Ci sarà tempo anche per parlare … mí amor … ma ora ricostruiamo questa casa!» la donna prese martello e chiodi e si allontanò.

Essere di nuovo insieme alla sua famiglia, la magia tornata nell’Encanto e la Casìta ritornata alla vita, tutti questi avvenimenti non avevano impedito alla mente di Bruno di pensare a lei, alle parole da dirle e a come fare per chiederle scusa, per farle capire il perché per dieci anni non le aveva più fatto avere sue notizie.

C’erano tutti quel giorno a festeggiare insieme a loro, ma anche se Bruno la cercava fra la gente, lei non era lì, se ne era andata subito dopo che Mirabel aveva riportato la magia fra loro. «Sai Brunito, Anita non si è mai sposata» Julieta passò davanti al fratello con un vassoio pieno di leccornie e lo invitò a prenderne un assaggio «Ha pianto molto i primi tempi, o almeno così ci diceva Dolores» la donna accarezzò il viso del fratello, i cui occhi cominciavano ad inumidirsi «Non è troppo tardi, lei pensa ancora a te».

Bruno passò una notte inquieta, non riusciva a prendere sonno, per l’agitazione di trovarsi nuovamente in quella stanza e al pensiero di Anita. La mattina arrivò presto e lui aveva già deciso cosa fare; passando nel patio incrociò Mirabel: «Tío Bruno? C’è qualcosa che non va?» l’uomo rimase perplesso dalla domanda «Vedi, Dolores mi ha detto … ci ha detto che ti sei agitato tutta notte, volevo sapere se c’era qualcosa che potevamo fare per te» la ragazza guardò lo zio con occhi pieni di apprensione, lui le sorrise: «Grazie Mirabel» le disse appoggiando una mano sulla spalla della nipote «Ma è tutto a posto». Camilo comparve dietro Mirabel «Centra qualcosa una certa Anita?» disse assumendo le sembianze della donna in questione; si udirono dei tuoni e i tre si voltarono verso Pepa, che scendeva dalle scale «Mí vida» Félix intervenne portando via la moglie e intimando al figlio di riassumere le sue sembianze.
«Mamma non sopporta quella donna» arrivò anche Dolores, riportando la conversazione che i genitori stavano avendo nell’altra stanza «Dice che hanno litigato spesso e non sopporterebbe di averla come cognata …uh!?» i tre nipoti fissarono Bruno, le due ragazze raggianti, lo zio stava forse andando da lei? Mentre Camilo, era già pronto a prendersi gioco dello zio per tutta la giornata. La situazione era diventata imbarazzante per il povero Bruno «Scusate ragazzi, devo andare!» si fece strada, seguito da Camilo che lo incoraggiava, assumendo le sembianze di Anita e con fare melenso diceva che non vedeva l’ora di incontrarlo. «Bruno, cosa succede?» chiese Abuela al figlio, attirata dal trambusto era andata a vedere cosa stesse accadendo. «Nulla mamá, devo … devo risolvere una questione!» Bruno a grandi passi lasciò casa Madrigal, dirigendosi verso il paese.

Arrivò davanti ad una grande casa dalle mura gialle e le imposte azzurre, sentiva delle voci al suo interno, la famiglia Juarez era numerosa quanto i Madrigal e sicuramente erano cresciuti in dieci anni. Alzò il pugno per bussare, ma non ci riuscì, sicuramente tutti loro avevano visto Anita soffrire e forse lo odiavano “Come dargli torto?” pensò abbassando il braccio. «Bruno?!» una voce familiare lo chiamò, dalla finestra che dava sulla strada si affacciò un uomo, uno dei fratelli minori di Anita. «Ciao Miguel» lo salutò timidamente Bruno e l’uomo gli fece un grande sorriso.
«Ragazzi aprite la porta!» urlò allontanandosi dalla finestra. La porta si aprì e comparve una donna di mezza età che lo fece accomodare; neanche il tempo di ringraziarla e salutare che due possenti braccia lo afferrarono in un abbraccio: «Bruno! Quanto tempo!». Anche questa voce e questo viso, erano rimaste care a Bruno: «Hola Félipe» l’uomo lo rimise a terra e Bruno poté constatare che anche l’altro fratello minore di Anita non era cambiato affatto, sempre con quell’aspetto massiccio ma con il cuore tenero. Voltandosi, vide i due gemelli, fratelli maggiori di Anita seduti al tavolo con i figli «Jaime, Luis è bello rivedervi» Bruno era molto imbarazzato.
Scambiarono qualche parola di cortesia, ma tutti sapevano perché Bruno fosse lì e l’argomento non si poteva rimandare oltre «Anita è in casa?» chiese attingendo a tutto il suo coraggio. «Non pronunciare il nome di mia figlia!» nella grande sala da pranzo entrò un uomo anziano, alto e dal portamento fiero «Lei non è più qui; per colpa tua ha scelto una vita solitaria!» si fece silenzio in un attimo, solo il figlio maggiore intervenne cercando di calmare il padre «Papá, ti prego» ma l’uomo era furioso e indispettito dall’ospite a lui indesiderato. «Jaime! Non gli perdonerò mai le lacrime di tua sorella e l’averla lasciata sola dopo averle chiesto la mano!» poi si voltò verso Bruno «Non solo le sue predizioni sono nefaste, lui è una vera e propria sciagura!» l’uomo si lasciò cadere su di una sedia e distolse lo sguardo dal visitatore «Esci subito da casa mia!». Bruno avrebbe voluto dire qualcosa, scusarsi e dare una spiegazione per tutto quello che era accaduto, ma Miguel richiamò la sua attenzione «Vieni Bruno, per ora è meglio andarsene».

Camminarono a lungo, parlando degli ultimi dieci anni. Anita aveva lasciato la casa paterna poche settimane dopo la scomparsa di Bruno, andando a vivere in una casetta più piccola vicino ai campi che la famiglia coltivava, il padre ovviamente non voleva, ma lei era testarda e se ne andò lo stesso. Non voleva saperne di altri pretendenti e nonostante il padre gliene avesse presentato alcuni, lei aveva sempre rifiutato, dicendo che non era intenzionata a sposarsi. Anita tornava dalla famiglia durante le feste e amava tutti i suoi nipoti, ma non voleva saperne di lasciare la sua vita solitaria. Aveva pianto molto, tanto da spezzare il cuore a chiunque la sentisse; rivelò solo alla madre i suoi pensieri più profondi e quest’ultima non ne aveva mai fatto parola con nessuno.

«Bruno?» i due si fermarono, una donna anziana veniva verso di loro. I numerosi capelli bianchi erano raccolti in uno chignon sulla testa, indossava una camicia bianca e una gonna arancione su cui erano ancora visibili gli schizzi dell’acqua, uno scialle azzurro le copriva le spalle; reggeva un grande cesto pieno di panni appena lavati, con lei c’erano due ragazze, chiaramente le nipoti visto la somiglianza con il resto della famiglia. Bruno accennò un saluto con la mano: «Segñora Juarez, è un piacere rivederla» la donna lasciò cadere il cesto e corse ad abbracciarlo «Ero sicura saresti tornato per lei!» Bruno ricambiò l’abbraccio, ricordava bene come quella donna era sempre stata gentile con lui. «Ma ora dimmi, come stai?» prendendolo sotto braccio passeggiarono insieme.

«Tío Miguel, è lui il Bruno di cui la nonna parla sempre quando non c’è abuelo?» chiese una delle ragazze raccogliendo il cesto da terra, ringraziando che non si fosse ribaltato. «Si, ma credo che abuelo Martín dovrà rassegnarsi a sentire sempre più spesso parlare di Bruno Madrigal». L’altra nipote sgranò gli occhi: «Ma non si deve evitare di nominare quella persona?» chiese facendosi il segno della croce; Miguel sorrise e riaccompagnò le ragazze a casa.

Intanto Bruno veniva informato da Gabriela Juarez degli avvenimenti degli ultimi dieci anni e dei pensieri che la figlia le aveva affidato e poi sospirò, come alleggerita da un peso che le opprimeva il cuore. Ridacchiò pensando a quando Bruno le aveva predetto che per dieci anni avrebbe portato un grande peso su di sé «Oggi finiscono questi dieci anni …» guardò Bruno con gli occhi dolci di una madre amorevole, quella che era sempre stata. Bruno rifletteva su quello che Gabriela aveva passato e sulla sofferenza di Anita, innamorata di un uomo che l’aveva abbandonata senza una parola di addio o una spiegazione sul perché di quel gesto; in precedenza lo aveva aspettato per anni prima che lui si decidesse a confessare i suoi sentimenti, e dopo la sua scomparsa si era sentita uno straccio e aveva perso l’appetito per giorni, non curandosi più di nulla; fino al giorno in cui, fatte le valigie si era allontanata dal villaggio. «Ma quando ha saputo da una delle nipoti, che i Madrigal avevano bisogno d’aiuto e venuta subito a dare una mano, non poteva venir meno al suo cuore, ti ama ancora Bruno!» erano arrivati in un luogo lontano dal paese e Gabriela indicò una casetta in fondo ad una vallata, era circondata dai campi di mais che sapientemente e con amore la famiglia coltivava da anni. Una figura in ginocchio sistemava le pianticelle di un piccolo orto e la sua voce riecheggiava lungo il crinale, portando la melodia che intonava ad allietare chiunque fosse passato per quella strada, dove adesso Bruno si trovava.

«Non sarà facile, mi disse che non ne voleva più sapere dell’amore, ma ora tu sei qui e questo cambia tutto, vai da lei» Bruno non se lo fece ripetere due volte e corse giù per la collina, prendendo sempre più velocità, troppa velocità. Anita sentì dei passi veloci lungo la stradina di pietre che arrivava fino a casa sua, alzò la tesa del cappello per osservare meglio e vide Bruno Madrigal correre verso di lei «Attento!» non fece in tempo ad avvisarlo che Bruno inciampò ruzzolando fino ai suoi piedi, sdraiato sull’erba verde le sorrise, consapevole della figura che aveva appena fatto. Anita lo aiutò ad alzarsi, senza riuscire a smettere di ridere, lo fece accomodare su di una panca in giardino e gli offrì del caffè caldo e sfogliatine con confettura di guava. Risero come non avevano fatto in dieci anni e ricordarono quando erano più giovani.
Anita e Bruno avevano dieci anni di differenza e solo quando lei era sulla ventina si accorse di provare per lui un sentimento che andava oltre semplice amicizia e affetto, aveva lottato per stare con lui, visto che il padre era contrario e con Pepa non andasse molto d’accordo. Dal canto suo, Bruno aveva impiegato più tempo per accorgersi di lei, la sua indecisione sul da farsi e la consapevolezza di essere bollato da tutti come uno che porta sfortuna, non gli avevano permesso di rivelarle subito il suo amore. Poi c’era stata la cerimonia di Mirabel e aveva dovuto scegliere se proteggere sua nipote o rimanere e sposare Anita. «Anita, perdonami, non avrei dovuto abbandonarti così» Bruno spostò lo sguardo dalla tazza vuota che aveva in mano per posarli sul volto di Anita, ma lei sembrava imperturbabile: «Non ti preoccupare Bruno!» la donna raccolse le tazzine e si allontanò dandogli le spalle «è stato tanto tempo fa» la vide stringere le spalle e sussultare, non si voltò, ma Bruno aveva capito che stava piangendo e le si avvicinò «Non mi toccare!» la mano protesa verso di lei rimase a mezz’aria «Non lo sopporterei, non so come ho fatto a resistere così tanto prima di piangere …» i singhiozzi interruppero le sue parole; Anita corse in casa e chiuse la porta dietro di sé, Bruno la seguì senza pensarci troppo.

Anita era seduta al tavolo con il volto fra le mani, Bruno la raggiunse e la abbracciò, ma Anita si liberò velocemente e alzandosi fece cadere la sedia sul pavimento, lui tentò di parlarle «Anita …» la donna si strofinava gli occhi, che non sembravano voler smettere si stillare calde lacrime. Nel suo cuore Anita provava una grande gioia nell’averlo di nuovo vicino, ma c’era qualcosa che le pesava come un macigno «Cosa pensavi?» si voltò per guardarlo «Che mi sarei gettata fra le tue braccia? Che avrei dimenticato gli anni passati ad aspettare che tu tornassi?» Anita era presa da una forte emozione, lottava tra la rabbia e la gioia guardando Bruno.

«Non pretendo che tu dimentichi, nemmeno io potrei. Voglio solo che tu sappia che so cosa ti ho fatto passare e … se non mi vorrai più me ne farò una ragione. Ma oggi …» Bruno le si avvicinò prendendo le mani di Anita fra le sue «Ti rinnovo il mio amore immutato e ti chiedo di perdonarmi» questa volta lei non fece rimostranze, ma ricambiò il gesto d’affetto, si era calmata e Bruno poté spiegarle il motivo che lo aveva allontanato per tutti questi anni. «Non ti ho mai dimenticato Bruno e l’amore che provo per te non si è mai affievolito» Anita alzò lo sguardo per incrociare gli occhi verdi di cui si era innamorata anni fa, poi si sfilò la catenina dal collo, mostrando un anello «Lo tengo con me da allora, ti perdono Bruno … anche se ero arrabbiata e triste … sapevo che se eri andato via, una ragione doveva esserci» fece una breve pausa «E sapevo bene che il giorno che tu fossi tornato, tutto quello che avevo passato sarebbe stato cancellato da un tuo sguardo».
Bruno asciugò le lacrime da quel viso che tanto amava «Anita, perdonami per averti abbandonato, ti amo e … vorrei che tu diventassi mia moglie» la donna in preda ad una gioia incontenibile si gettò al collo di Bruno piangendo di felicità: «Mille volte, si! Mí amor».

«Si sono baciati!» disse Dolores alla famiglia, pervasa da contentezza. Abuela e Julieta piangevano, così come le altre donne di casa, perfino Mariano; arrivato per far visita a Dolores. Agustín e Félix esultavano e Antonio si faceva spiegare dai topini le vicende amorose dello zio, visto che per anni erano stati i suoi unici confidenti, invece Camilo pensava a come prendersi gioco dello zio non appena avesse rimesso piede in casa. Una leggera pioggerellina picchiettava su pavimento, tavolo e stoviglie. «Pepa» disse amorevolmente Alma. «Bruno è mio fratello, è ovvio che anche io sia felice per lui!» disse Pepa piangendo.
 
Note di Hana:
Ciao a tutti, come tanti sono stata influenzata dal 60° classico Disney, fino al punto di scrivere la mia storia. Ho sentimenti contrastanti sul film originale, ma alcuni personaggi mi sono piaciuti parecchio, come Bruno che ho scelto come protagonista e a cui ho voluto donare una storia d’amore. Userò qua e là qualche parola in spagnolo, giusto per amore della lingua e del suo suono.
Al prossimo capitolo.
  
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