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Autore: Sel Dolce    01/03/2022    0 recensioni
[Merthur | AU | Rating Arancione | Fem!Merlin ]
Dal capitolo nove:
«Merlyn, tu sei la donna più insopportabile che io abbia mai conosciuto.» cominciò, completamente preso dall’improvvisazione, non aveva pensato a prepararsi un discorso «La prima volta che ci siamo conosciuti ti ho quasi tagliato la gola e tu non hai battuto ciglio. In quel momento ho capito che eri speciale – per non dire strana – ed ho iniziato ad osservarti.» stava andando decisamente male, qualcuno doveva sfondare la sua porta e tappargli la bocca in quel preciso istante «Non capivo cosa tutti ci trovassero in te, chiunque passasse sul tuo cammino si innamorava come il più sciocco degli uomini.» veramente, Arthur pregò che Gwaine entrasse e lo stordisse, quel discorso faceva schifo.
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hunith, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Capitolo dodici

 

La vita da sposati era fantastica, Merlyn non aveva mai creduto le sarebbe piaciuto così tanto addormentarsi e poi svegliarsi nello stesso letto con l’uomo che amava. La loro routine era la stessa, si alzavano presto per curare la loro porzione di campo, facevano colazione insieme ai suoi genitori e gli altri e nel pomeriggio mentre Arthur si allenava con Lancelot e Gwaine lei e Parsifal giocavano a dadi seduti sotto ad un albero.

Non avevano ancora consumato il matrimonio, preferendo passare le serate seduti vicino al fuoco a parlare, cercando di scoprire di più l’uno dell’altra, ma non avevano detto a nessuno di questa cosa, anche se Hunith sembrava essere a conoscenza della verità. Merlyn non era riuscita a tirare molte cose dal passato di Arthur, l’uomo era sempre piuttosto vago e non menzionava mai il nome del padre, la ragazza poteva intuire che non ci fosse un buon rapporto tra i due.

Merlyn posò il coltello con cui stava pelando le patate per andare a rispondere a chiunque stesse bussando insistentemente alla porta di casa sua. Arthur era uscito poco tempo prima per andare a prendere l’acqua al pozzo e, ben conoscendolo, sarebbe tornato con quattro secchi stracolmi solo per dimostrarle quanto fosse forte.

«Ah, finalmente!» esclamò la signora Imogen quando la fanciulla aprì la porta «Dov’è tuo marito?» le domandò scrutando tutto il perimetro della sua modesta casa alla ricerca dell’uomo.

Merlyn si frappose, impedendole di ficcanasare «Non qui, le serviva qualcosa?» chiese cercando di non cacciarla via in malo modo, sua madre le aveva insegnato ad essere sempre cortese con gli anziani.

Imogen tirò su il mento, con la tipica aria di superiorità che caratterizzava la sua famiglia «Ho bisogno che venga ad aiutarmi con un lavoro a casa, mi servono due forti braccia.» disse con tono pretenzioso.

Merlyn inarcò un sopracciglio, sapeva perfettamente che quella donna era solo in cerca di qualche chiacchiera da spargere tra tutti gli abitanti di Ealdor, aveva proprio come vizio quello di invitare un membro di una coppia appena sposata a casa sua per farsi i loro affari «Ranful ha due forti braccia.» le fece notare incrociando le braccia al petto, infastidita da quella violazione della sua privacy «Ma se crede che suo figlio sia un incapace ho un’opzione ancora migliore: chieda a Parsifal, lui sì che ha due forti braccia.» le suggerì indicando l’uomo che stava passeggiando insieme a Gwaine, silenzioso come al solito mentre l’amico lo stava riempendo di chiacchiere.

La donna la guardò male, borbottando qualcosa che la maga non riuscì a percepire, ma se ne andò e questo bastò.

La cena era il suo pasto preferito, perché erano solamente loro due e Merlyn stava sperimentando nuove ricette ben sapendo che Arthur sarebbe stato molto sincero sul giudizio, quando qualcosa non gli piaceva lo faceva sapere subito e Merlyn lo ignorava, perché se a lei piaceva lo avrebbero mangiato almeno una volta alla settimana.

Con un solo movimento della mano le fiamme nel camino si alzarono e la ragazza vi mise sopra il supporto la padella su cui avrebbe cucinato la carne di coniglio che suo marito aveva cacciato quella mattina.

Come aveva previsto Arthur entrò in casa portando quattro secchi d’acqua, un sorriso soddisfatto dipinto in volto.

«Sono a casa, moglie.» esordì andando a darle un bacio a fior di labbra.

Merlyn rise, ormai la chiamava sempre così nel privato «Bentornato, marito mio.» rispose circondandogli la vita con le braccia, guardandolo con occhi innamorati mentre lentamente si muovevano dondolandosi sul posto.

«Ho visto quella strega di Imogen allontanarsi da casa nostra, che voleva?» le domandò posando il mento sopra la nuca dell’amata, sentendo il dolce profumo di foglie di pino e d’amore.

«Impicciarsi, come suo solito.» rispose la maga stringendosi ancora di più, in cerca di quella sensazione d’affetto che solamente un abbraccio da parte di suo marito sapeva darle.

I due novelli sposi passarono il resto della serata da soli, cenarono in tranquillità e poi andarono a letto, addormentandosi abbracciati.

⸸⸸⸸

«Merlyn, figlia mia, va tutto bene?» Hunith e la maga erano sedute a ricamare sulla piccola panca attaccata al muro della casa della donna.

Merlyn inarcò un sopracciglio «Uhm? Cosa non dovrebbe andare bene?» le chiese mentre cercava di ricamare il suo nome su un fazzoletto. Tra pochi giorni Arthur, Lancelot e Gwaine sarebbero andati a Engerd per un piccolo torneo con un premio in denaro di pochi spiccioli, ma i tre uomini erano più interessati a mostrare le loro doti da spadaccini e vedere chi tra loro avrebbe vinto. Voleva dare come porta fortuna il fazzoletto con il suo nome a suo marito, ovviamente, come aveva imparato quando aveva studiato insieme ad Alice l’etichetta comportamentale nei tornei.

Hunith si fece un po’ più vicina, smettendo di ricamare la casacca che avrebbe donato a Balinor «Be’, è strano che una coppia sposata dopo più di una settimana non abbia ancora consumato il proprio matrimonio.» le fece notare parlando a bassa voce, non volendo farsi sentire da nessuno degli uomini intenti a tagliare legna.

Merlyn arrossì, non volendo parlare della sua vita intima con la madre «Va tutto bene, madre, è solo che non mi sento pronta.» borbottò arrossendo fino alle punte delle orecchie.

«Di cosa hai paura?» le domandò la madre prendendole la mano.

«Non ho paura, solo che…» si bloccò, diventando in qualche modo ancora più rossa in viso «…e se non gli piacessi senza vestiti? O se non sono capace e finisco con il fare una figuraccia?» le domandò sentendo tutte le sue insicurezze venire alla superficie. Ancora non si capacitava come un uomo come Arthur potesse essersi innamorato di lei, non capiva nemmeno come Gwaine avesse potuto avere una cotta per lei. Non era di una bellezza particolare come le Lady che aveva visto alla corte di Cenred e nemmeno graziosa come Evelune.

«Non dire sciocchezze, Merlyn, fare l’amore richiede due persone che si amano e che amano anche le imperfezioni l’uno dell’altra, ma per quello che vedo io posso assicurarti che Arthur ti adora e non smetterà di farlo, nemmeno dovesse crescerti un terzo occhio nel mezzo della fronte.» la rassicurò la donna ben sapendo di cosa stesse parlando, c’era passata anche lei, tutte le insicurezze che ti assalivano, la paura di non essere abbastanza bella e brava.

La figlia la guardò, non sicura di come rispondere. Sapeva quanto fosse importante consumare il matrimonio, ma non poteva fare a meno di chiedersi se Arthur avesse già avuto altre esperienze, pensò a Gwaine che non si vergognava di raccontare delle sue numerose conquiste.

«Ma tu come fai a saperlo, piuttosto? Mi si legge in faccia?» le chiese timorosa che anche quella megera di Imogen potesse capirlo.

Hunith sorrise tornando sul suo ricamo «Diciamo che i tuoi fianchi sono uguali a prima e non hai assolutamente l’espressione di una donna che ha scoperto i piaceri della vita matrimoniale.» concluse con un occhiolino.

La maga spalancò la bocca scandalizzata, mai si sarebbe immaginata di avere una conversazione simile con la madre.

Senza rispondere tornò al suo ricamo, ignorando la vocina nella testa che le diceva di scoprire di questi piaceri matrimoniali.

⸸⸸⸸

Will sbuffò per l’ennesima volta «Non potevi portarci tuo marito a cercare le fregole?» le chiese inciampando nell’ennesima radice.

«No, voglio passare del tempo con il mio migliore amico!» rispose la ragazza camminando quattro passi davanti a lui, era da mesi che non passavano del tempo da soli e le mancava.

Will grugnì roteando gli occhi «Potevamo rimanere nel mio fienile, allora.» disse facendo un salto per evitare l’ennesima radice.

Merlyn gli lanciò il cestino in vimini ancora vuoto «Qui ci divertiremo di più, poi cucinerò una torta e ci metterò sopra le fregole fresche, se mi aiuti potrei prenderne anche la metà.» propose ben conoscendo quanto fosse facile ottenere quello che voleva da Will offrendogli semplicemente del cibo.

Il ragazzo fece finta di pensarci su, con tanto di mano sul mento e un’espressione super pensierosa «Va bene, ma che sia l’ultima volta.» acconsentì, odiava veramente con tutto il cuore andare nel bosco a cercare della frutta, preferiva di gran lunga andarci con un’ascia per spaccare la legna.

Merlyn sorrise, girandosi a guardarlo e camminando all’indietro «Certo, William, giuro sulla testa di Petronilla che non ti trascinerò più nel bosco alla ricerca di fragole.» enunciò con tono solenne prima di inciampare rovinosamente a terra, facendo ridere il suo migliore amico.

La maga rimase seduta a terra, invitando Will a fare lo stesso, decidendo che potevano anche fermarsi per cinque minuti.

«Allora, Merlyn, com’è essere una donna sposata?» le chiese il ragazzo sedendosi al suo fianco, lasciando che la mora posasse la testa contro la sua spalla. Non aveva ancora avuto l’occasione di farsi raccontare nulla, Arthur e gli altri sempre presenti.

«Non molto diverso da prima, già passavamo tutte le giornate insieme, l’unica cosa che è cambiata è il letto in cui dormo.» rispose facendo comparire tra le mani una corona di fiori da mettere sulla testa, suo padre le stava insegnando nuovi incantesimi, ma la sua specialità rimanevano comunque le farfalle blu.

«Oh, immagino cosa facciate in quel letto.» scherzò il ragazzo alzando le sopracciglia in modo eloquente, dandole un paio di gomitate sul fianco. Non era certo nato ieri, sapeva perfettamente cosa facessero un uomo e una donna da soli, sia se sposati o meno. Lui per primo aveva già sperimentato i piaceri carnali, appena capito come fare, ma era un gentleman e non avrebbe mai rivelato l’identità della fanciulla con cui ancora condivideva raramente momenti d’intimità.

Merlyn lo schiaffeggiò leggermente sulla spalla, arrossendo «Oh, taci William, cosa ne vuoi sapere tu!» rispose non volendo dirgli la verità, non voleva che credesse che fossero una coppia strana. Per la Chiesa il loro matrimonio era ancora annullabile, considerando che non avevano consumato, e sapeva benissimo che Will era un gran chiacchierone e non voleva che si lasciasse scappare qualcosa che sarebbe arrivato alle orecchie della signora Imogen.

Il ragazzo rise, afferrando la ragazza obbligandola a piegare la testa per poi strofinare il pugno chiuso sulla sua nuca, scompigliandole i capelli mori legati in una semplice treccia.

Merlyn sorrise, era bello essere a casa.

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«Dopo il torneo a Endger potremmo viaggiare un po’.» buttò lì la maga mentre cenavano, aveva voglia di vedere il mondo, voleva scoprire ogni singolo centimetro di Albion e fare nuove amicizie.

Arthur posò il cucchiaio di legno all’interno del piatto, dimenticandosi per un attimo del brodo «E dove vorresti andare?» le domandò sentendosi nervoso, timoroso che potesse desiderare di visitare Camelot, il suo Regno. Non voleva dirle di no, Dio potesse fulminarlo il giorno in cui non avrebbe esaudito un desiderio di sua moglie, ma non poteva nemmeno farle scoprire la sua vera identità.

Merlyn fu come colta di sorpresa, non credendo che sarebbe stato così facile, aveva già preparato una serie di argomentazioni per convincerlo «Oh, non so, pensavo magari verso Nemeth, lì sono più tolleranti con chi pratica la magia.» propose giocando con il pezzo di pollo che aveva ancora nel piatto, aspettandosi una risposta negativa.

Arthur rimase in silenzio, pensando a quanto fosse pericoloso mettersi in viaggio e rischiare di farsi vedere da chiunque avrebbe potuto riconoscerlo. Era una cosa estremamente stupida da fare, ma non voleva negare a Merlyn finalmente la possibilità di realizzare uno dei suoi sogni, lui per primo aveva già visto tutti i Regni e sapeva che sua moglie sarebbe impazzita di gioia nel vedere le bellezze che Albion offriva, Arthur doveva solamente tenere loro lontani dalle capitali e da possibili incontri con le famiglie reali.

«Certo, mi sembra un’ottima idea.» rispose infine sorridendo leggermente. L’urlo estasiato della donna e l’abbraccio che ricevette bastarono per fargli capire che aveva fatto la scelta giusta.

⸸⸸⸸

«Assolutamente no.» disse Balinor incrociando le braccia al petto, le narici del naso che si dilatavano ad ogni respiro pesante.

Merlyn alzò gli occhi al cielo, mettendo su un tenero broncio che intenerì Arthur, tanto che gli diede il folle coraggio di rispondere a tono al suo pericoloso e magico suocero.

«Non siamo venuti a chiedere il permesso, vi stavamo solamente lasciando sapere i nostri piani.» disse pronto ad essere scaraventato dall’altra parte della stanza. Tenne la testa alta, sfidando Balinor a controbattere. Erano una coppia sposata, potevano viaggiare insieme senza creare alcuno scandalo ed entrambi sapevano difendersi da banditi e malviventi.

Hunith rise, nascondendo la bocca dietro la mano, orgogliosa che suo genero sapesse tenere testa a quel brontolone del suo amato. La donna non aveva mai avuto dubbi sul fatto che Arthur fosse perfetto per sua figlia, due teste calde che riuscivano sempre ad ottenere quello che desideravano.

«Senti, ragazzino, come padre di Merlyn ho voce in capitolo. Non voglio che mia figlia vada in giro per i Regni rischiando di essere messa al rogo.» disse l’uomo e Arthur vide indistintamente l’occhio della moglie tremare dal nervosismo. Sorrise soddisfatto, Balinor era appena finito in una ragnatela e Arthur era il ragno.

«Io credo che Merlyn non abbia bisogno dell’opinione di nessun uomo su cosa possa o non possa fare.» disse giocandosi perfettamente le sue carte. A corte aveva imparato molte cose nel vedere come i nobili trattavano le proprie mogli, come se fossero proprietà, e Morgana aveva sempre preso a cuore il compito di insegnarli che quello era assolutamente il modo peggiore di trattare una donna. Arthur prima di incontrare Merlyn aveva creduto che sarebbe finito in un matrimonio combinato con qualche principessa, senza alcun amore a legarli, e che quindi non gli sarebbe poi importato così tanto di quello che avrebbe desiderato sua moglie.

Merlyn gli prese la mano, stringendola appena, i suoi occhi brillavano divertiti e pieni d’amore «Padre, sono fuggita direttamente dalle grinfie di Re Cenred in persona, non credo che qualche bandito nelle foreste possa farmi qualcosa.» intervenne volendo rischiare che Balinor perdesse veramente la pazienza ed usasse la magia contro suo marito.

Hunith posò una mano sulla spalla dell’amato, cercando di farlo rilassare almeno un poco «Andiamo, amor mio, sono adulti e sposati, se volessero potrebbero anche direttamente trasferirsi in un altro villaggio.» disse ben sapendo che non poteva vedere sua figlia rimanere lì per sempre, non quando Ealdor le aveva dato troppo dolore in tutti quegli anni.

L’uomo sbuffò spazientito, ma mai si sarebbe permesso di andare contro l’amore della sua vita «Non è poi così adulta, mia adorata, ha solo diciassette anni.» le ricordò come se avesse veramente importanza. Se era abbastanza grande per sposarsi, allora lo era anche per viaggiare.

Merlyn si schiarì la gola «Ora dobbiamo andare, più tardi passeremo per il pranzo.» salutò trascinando il marito fuori dalla sua casa d’infanzia, senza aspettare una risposta dai genitori. Quando chiuse la porta alle loro spalle la ragazza afferrò il viso del marito e lo tirò verso il basso, facendo incontrare le loro labbra in un bacio frettoloso.

«Il modo in cui ti sei fatto valere con mio padre è stato… eccitante.» disse la donna mordendosi leggermente il labbro inferiore, sussurrando l’ultima parola. Arthur aveva sempre quest’aria autoritaria, come se fosse un cavaliere pronto a guidare un intero esercito in battaglia e Merlyn lo trovava estremamente affascinante e forse adorava di più il fatto che non riuscisse ad usare quel tipo di autorità su di lei, perché ogniqualvolta discutevano l’uomo sembrava pendere dalle sue labbra.

Arthur la guardò con uno sguardo divertito, non vedeva l’ora di litigare nuovamente con Balinor.

⸸⸸⸸

Gwaine era curioso di natura, quindi era ovvio che sapesse la verità su Arthur e Merlyn, cioè che ancora non avevano consumato il loro matrimonio. Era stato piuttosto petulante, con il povero Arthur, chiedendogli indeterminate volte come fosse non essere più vergine, fino al punto che il biondo era scoppiato e aveva vuotato il sacco.

Ora, Gwaine non era abituato a trattare situazioni delicate, non aveva mai dovuto veramente impegnarsi per ottenere quello che voleva, le damigelle si buttavano ai suoi piedi dopo un sorriso, ma voleva capire perché i suoi due migliori amici ancora non avevano consumato il loro amore.

«Non si sente pronta.» aveva bofonchiato Arthur mentre si riposavano dal loro allenamento seduti all’ombra di un albero, poco lontano da loro Lancelot e Parsifal che provavano a lanciare dei sassi sopra la superfice dell’acqua.

Gwaine annuì, non capendo veramente «Principessa, ascoltami, sicuramente sono solo insicurezze momentanee, ma vedi che appena inizierete…» venne bloccato dalla mano dell’altro cavaliere sulla bocca, fermando qualsiasi altra parola potesse uscire. Voleva rassicurarlo che stava tutto nell’iniziare e che poi il resto sarebbe arrivato naturalmente, che continuando così nessuno dei due sarebbe mai stato veramente pronto. Dovevano solo creare l’atmosfera giusta.

Merlyn arrivò insieme a Will, chinandosi per baciare le labbra di marito prima di salutare anche il pover’uomo che aveva ancora la bocca tappata.

«Stai cercando di soffocarlo?» domandò Will sedendosi vicino a Merlyn, uno sguardo preoccupato in volto. Non gli piaceva particolarmente Gwaine, ma era un ottimo compagno di bevute e desiderava veramente tanto che non glielo portassero via.

Arthur lo lasciò andare ed arrossì leggermente «Cos’avete raccolto?» domandò cambiando argomento vedendo il cesto che sua moglie teneva al suo fianco.

«Purtroppo abbiamo trovato solo alcune bacche e delle margherite, speravamo di raccogliere delle albicocche, ma qualcuno è arrivato prima di noi e ha lasciato solamente quelle acerbe.» disse leggermente delusa, aveva in mente di preparare un dolce per il viaggio per Endger per l’indomani.

«Le ho raccolte io.» la voce di Parsifal si fece sentire dal bordo del fiume, attirando l’attenzione dei quattro «Se passi più tardi posso dartene la metà.» offrì sorridendo gentilmente. L’uomo aveva una vera passione per il giardinaggio e la frutta, tanto che Gwaine aveva iniziato a recintare un piccolo orto sul retro della loro casa.

La maga sorrise «Sei gentilissimo, passerò più tardi, allora.» rispose alzandosi in piedi, invitando il suo migliore amico a fare lo stesso «Noi ora andiamo, ci vediamo prima del calar del Sole.» ricordò ai suoi amici che quando si allenavano sembravano perdere la concezione del tempo «Lancelot, sei il più responsabile, li affido a te.» aggiunse interpellando il suo buon amico, l’uomo era sempre più silenzioso in quell’ultimo periodo e Merlyn percepiva ci fosse qualcosa che non andava, ma ancora non riusciva a capire cosa.

Lancelot annuì, sorridendole galantemente, prima di tornare a lanciare i suoi sassolini. Aveva un dilemma morale, Lancelot, sinceramente indeciso se farsi avanti con Arthur sulla sua vera identità o continuare a fingere ignoranza e finire nei guai più tardi.

Gettò un altro sassolino piatto contro la superficie dell’acqua, riuscendo finalmente a farlo saltare per ben due volte prima di affondare.

 ⸸⸸⸸

Merlyn tirò fuori dalla sua cesta il fazzoletto che aveva ricamato e con cortesia lo porse al suo cavaliere, non riuscendo ad evitare di arrossire leggermente.

Non era la prima volta per Arthur, ovviamente, nei suoi anni di tornei aveva ricevuto molti favori, ma non ne aveva mai indossato uno sul campo di combattimento, se non raramente quelli donatogli da Morgana. Porse il braccio a sua moglie, osservandola divertito mentre legava il fazzoletto poco sopra il gomito, completamente rossa in volto.

Appena finì le prese il volto tra le mani per darle un bacio, attirando i fischi di altri cavalieri, ma non ci fece caso, l’anello al suo anulare che gli ricordava che gli era permesso baciare sua moglie in un luogo pubblico, nessuno avrebbe gridato allo scandalo. Merlyn sorrise nel bacio, trattenendolo leggermente, ma il suono delle trombe che segnavano l’inizio del torneo dovettero per forza separarsi.

«Buona fortuna, Arthur.» augurò lasciandogli andare la mano.

Arthur sorrise beffardo «Non ho bisogno di fortuna, Merlyn, sono stato addestrato ad uccidere fin dalla nascita.» si lasciò sfuggire senza darci troppo peso. La donna rise alzando gli occhi al cielo, credendo di averlo già sentito dire dal marito.

Augurò buona fortuna anche agli altri amici ed uscì dall’aria dedicata ai cavalieri, andando a sedersi su un cubo di fieno che era stato messo a disposizione per gli spettatori. Ignorò gli sguardi curiosi di chi era intorno a lei, non abituati a vedere una donna indossare un paio di pantaloni. Cercò di non sentirsi a disagio, concentrandosi sul primo incontro.

Aveva visto numerose volte i suoi amici combattere nell’arena, sapeva perfettamente quale fosse il loro modo di combattere e si sentiva abbastanza sicura da poter scommettere cinque monete d’argento su suo marito.

⸸⸸⸸

«La tua è stata solamente fortuna, principessa.» borbottò Gwaine mentre Arthur sorrideva soddisfatto dopo aver ricevuto il premio dall’organizzatore del torneo «Ti avrei battuto ad occhi chiusi se non mi fossi lasciato distrarre da quella bellissima fanciulla.» continuò in sua difesa mentendo, perché la persona che lo aveva distratto non era assolutamente una bellissima fanciulla, ma quello non era un dato che gli altri dovevano sapere.

Merlyn alzò gli occhi al cielo, era da quando erano partiti che l’uomo si lamentava, il che rendeva l’ego del marito ancora più sproporzionato.

«Sono certa che ti concederà una rivincita.» disse girandosi a guardarlo come meglio poteva oltre la spalla di Arthur, i due condividevano un cavallo.

«Certo, così potrò batterti nuovamente!» rise il biondo sentendosi particolarmente fiero di sé stesso. Aveva combattuto in tornei molto più complicati e pericolosi, ma vedere Merlyn fare il tifo per lui ed esultare a gran voce per la sua vincita gli aveva dato un qualcosa in più.

Gwaine sbuffò e dovette mordersi la lingua prima di fare qualche battuta inappropriata sul matrimonio dei due, non tanto per Arthur ma in rispetto per Merlyn che non era stata altro che gentile con lui.

«Arthur, falla finita, così diventi odioso.» lo sgridò la moglie dandogli un colpo sul braccio. Certe volte si chiedeva veramente come potesse essersi innamorata proprio di lui tra tutti. Per un piccolo periodo aveva iniziato a sviluppare una cotta per Lancelot, ma poi Arthur era stato portato nell’arena e qualsiasi sentimento per l’altro uomo era come scomparso.

Lancelot si scambiò un’occhiata con Parsifal, quei tre erano veramente strani.

⸸⸸⸸

I due sposi stavano ballando lentamente nel salotto della loro casa, il camino che riscaldava l’ambiente. Era più un dondolarsi che un vero e proprio ballo, ma Merlyn si sentiva particolarmente in pace, con il viso posato contro il petto del marito, nel silenzio della loro casa.

L’indomani sarebbero partiti, nonostante le proteste di Balinor, per questo avevano deciso di dedicarsi una serata in intimità, anche per festeggiare la vincita di Arthur nel torneo.

Il principe aveva gli occhi chiusi, il mento posato sopra la testa della sua sposa in modo delicato, senza mettere davvero peso. Aveva le mani posate contro i suoi fianchi, sotto le dita la pelle bollente della donna lasciata scoperta dalla tunica che stava indossando. Lasciò un profondo respiro, ricordandosi di doversi controllare, che non poteva dare atto ai suoi istinti di sollevare Merlyn e portarla nella loro camera da letto per fare l’amore, questo perché la rispettava e voleva attendere che fosse lei la prima ad iniziare qualsiasi possibile intercorso.

Mai in vita sua si sarebbe aspettato di finire a vivere in campagna, in una casa più piccola delle sue camere a Camelot e con una maga per moglie, ma non poteva fare a meno di pensare che fosse perfetto. A cosa gli serviva un regno, l’oro, la servitù, quando poteva avere tra le braccia l’unica donna che avrebbe amato veramente? Non si sentiva più in colpa per aver tradito Camelot ed i suoi abitanti, per averli abbandonati, aveva scelto di essere egoista e vivere in quella bolla d’amore che sperava non sarebbe mai scoppiata.

«Ti amo.» sussurrò spostando le mani lungo la schiena della donna, carezzandola dolcemente.

Merlyn lo guardò sorridendo «Ti amo anch’io.» rispose intrecciando le mani dietro al collo dell’uomo, giocando leggermente con i capelli biondi del marito.

Arthur si piegò quel che bastava per baciarla, catturando le labbra in un bacio pieno di passione.

La maga gli andò incontro, schiudendo le labbra per poter approfondire, le dita ora incastrate tra i capelli biondi tirandoli leggermente. Senza nemmeno pensare saltò addosso al marito, allacciando le gambe intorno alla sua vita, ringraziando che stesse ancora indossando i pantaloni, sicuramente con un vestito le sarebbe stato quasi impossibile.

In quella nuova posizione Merlyn divenne la più alta, obbligandola a piegarsi leggermente per incontrare nuovamente le labbra del marito.

Arthur la tenne stringendo le mani sotto le cosce della moglie, era una presa ferrea, come se avesse paura che potesse scappare da un momento all’altro. Distrattamente notò con la coda dell’occhio delle piccole farfalle blu riempire la stanza.

«Qualcosa mi dice che sei felice.» sussurrò ad appena un centimetro dal viso della maga, sorridendo leggermente malizioso. Ormai ogniqualvolta vedeva delle farfalle blu non poteva fare a meno di sorridere, pensando alla sua adorabile moglie.

Merlyn arrossì e gli prese il volto tra le mani prima di dargli un veloce bacio, le farfalle che scomparivano lentamente «Camera da letto. Ora.» ordinò, una certa sicurezza nello sguardo che Arthur non osò nemmeno contestare.

⸸⸸⸸

Hunith guardò Balinor accigliata «Ne sei sicuro?» gli domandò con un leggero tremore nella voce.

L’uomo annuì «Mia diletta, non ci sono dubbi, per questo non possiamo lasciarla andare.» confermò prendendo la mano dell’amata, uno sguardo sinceramente dispiaciuto in volto.

La donna sospirò pesantemente, ma annuì.

   
 
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