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Autore: whitemushroom    05/03/2022    2 recensioni
[...]Nel mondo vero il principe è il principe, e il povero è il povero.
Ti supplico, dì subito quel maledetto sì e non voltarti mai. [...]
Storia partecipante al contest per il dodicesimo anniversario del mitico thexiiiorderforum
Prompt: #"Il principe ed il povero"
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoi Tohsaka, Kariya Mato, Sakura Mato, Tokiomi Tohsaka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Fate/Zero
Genere: Introspettivo, Missing Moments
Rating: giallo
Prompt: "Il principe e il povero"
Avvertenze: odio i maghi


Hai un nastro rosa tra i capelli

Hai un nastro rosa tra i capelli, Aoi.
Hai un nastro rosa ribelle che scappa da sotto il velo, che non vuole saperne di rimanere in silenzio. Forse vuole scappare nel vento e portarti lontana da qui.
Nessuno degli invitati vede quanto sei bella. Mangeranno, berranno a tue spese, faranno un sacco di complimenti a tuo marito per la sua ospitalità ineccepibile o per la qualità dei suoi vini, magari qualcuno si congratulerà persino con lui per la tua gentilezza, ma nessuno ti guarderà sul serio. Nemmeno lui.
“Pensa che fino ad una settimana fa lavava i pavimenti e dava lezioni private” fa una donna al suo vicino, entrambi con un pesante accento di Hokkaido. “A chi tutto e a chi niente, dico sempre io”.
Mi verrebbe di dirle a brutto muso di portare il suo elegante culo magico fuori dalla chiesa, ma il suo famiglio –una volpe bianca a cui hanno accordato persino un cuscino di raso- mi fissa, quasi conscia delle mie intenzioni.
Non vogliono che ti insultino, Aoi. Quelli animano le scope con i loro incantesimi e si fanno pulire le scarpe dai domestici. La donna che ti ha appena denigrata ha delle mani che non hanno mai toccato un detersivo in vita loro.
Non ti ha mai vista correre per non perdere l’autobus, non ha mai avuto bisogno di chiudersi in bagno e contare gli yen nel portafogli per comprarti i dango tutti i venerdì che staccavi prima da lavoro e passavi per il parco. Non giocava con te con le spade di legno sulla sponda del fiume quando avevi dodici anni, sognando di diventare dei grandi cavalieri.
Hai un nastro rosa che racconta una storia, Aoi. Una storia solo tua, ma forse anche un po’ mia.
Hai sempre saputo che un giorno un grande mago sarebbe venuto per chiederti in sposa. È il potere delle donne della tua famiglia, generare maghi anche se siete incapaci di lanciare l’incantesimo più elementare. E l’anno scorso il mago è venuto davvero, in Mercedes e giacca e cravatta, la barba tagliata con la squadretta, l’inchino studiato al goniometro; è venuto con una villa in città ed una al mare come dote.
Abbiamo riso dei suoi incantesimi in tedesco per mesi.
Secondo me ne ridi ancora quando lui ti lascia sola per chiudersi nel suo studio.
Sei così bella da fermare persino il tempo, eppure loro hanno occhi solo Tokiomi, che si sistema la cravatta pur sapendo che il suo nodo non sarà mai meno che ineccepibile. Anche con l’organo al massimo del volume riesco a sentire gli ingranaggi del suo cervello domandarsi se l’ora giusta per concepire il suo erede sarà a mezzanotte o all’una, se i calcoli di tutti gli astromanti riuniti nella chiesa siano esatti.
Ma tranquilla, ti vedo io.
Ti vede Kariya, il tuo amico pezzente, quello che Tokiomi ha avuto cura di posizionare dietro la colonna in fondo a sinistra perché la sua faccia non si vedesse nelle foto del matrimonio. E più ti vedo e più vorrei mandare tutti affanculo, prendere quel mago ricco sfondato a calci nel didietro e dire al prete che niente, c’è un cambio di programma, la bellissima Aoi sposerà solo colui che la ama dal profondo del cuore e quindi quel mago perfettino che la luciderebbe come uno dei suoi preziosi cristalli non ha più motivo di stare sull’altare.
Mio padre mi ha sempre detto di non usare troppa fantasia.
Lo so che Tokiomi non ti mancherà mai di rispetto e ti tratterà come una regina. E ti darà figli e ricchezze, ville e servitori, andrete in vacanza in Italia due volte all’anno. Se chiedessi un consiglio al tuo migliore amico, quello che ti conosce da quando giocavi ad essere Lancillotto ed a creare castelli segreti nel parco, quello ti direbbe di lasciar perdere un poveraccio come Kariya, uno che divide una stanza in affitto con altri tre ragazzi e che aspetta uno scoop accettabile per ricevere dal giornale gli yen sufficienti a malapena ad arrivare a fine mese. Perché Kariya, oltre ad essere un pezzente, è anche così vile da non trovare il coraggio di dirti cosa prova davvero per te da circa vent’anni, uno che all’idea di sfidare Tokiomi Tohsaka in un duello di magia finisce per rintanarsi nel suo buco a sospirare.
Fidati, Aoi, è meglio così.
Nel mondo vero il principe è il principe, e il povero è il povero.
Ti supplico, dì subito quel maledetto sì e non voltarti mai.
Io starò sempre qui, dietro questa colonna. Per tutta la vita, se necessario.



Nel cuore della stanza, Sakura si stringe nella coperta.
Non vuole accendere la luce.
Sa cosa c’è.
Strisciano, sibilano, mangiano.
Le vogliono scivolare lungo le braccia. Vogliono scorrere tra le sue gambe. Quando ha provato a colpirne uno col cuscino, una di quelle creature lo ha sciolto con la sua saliva velenosa.
E poi parlano.
Il vecchio mago cattivo ha detto che deve farli entrare dentro di lei, ma non ha alcuna intenzione di farlo. Non glielo permetterà. Deve solo essere forte, perché papà prima o poi scoprirà cosa vuole fare quel vecchio e gli darà una bella lezione. Se resta sveglia fino all’alba magari può cercare un telefono e chiamare a casa.

Sta arrivando …

Quelle creature parlano. Qualche volta sembrano solo fischi e versi senza forma, ma Sakura sa che se resta ferma ferma e non fa nemmeno un fiato riesce a dare un senso a quei versi.
Un verme, uno che senza dubbio è più lungo di un suo braccio, urta con forza uno dei piedi del letto.

Sta arrivando il mago che controlla Lancillotto …

A quel concetto, sussurrato dai mostri nel buio più totale, Sakura si sente più sicura. Si siede nel letto, ancora abbracciata alla coperta e con l’altro cuscino a portata di mano per scacciare i millepiedi e le mosche giganti, ma pronta al momento in cui la porta si aprirà e quelle creature schifose scompariranno una volta per tutte. Perché il suo papà è Tokiomi Tohsaka, il mago più potente del Giappone, e con un solo schiocco di dita trasformerà in cenere quei mostri ed il loro vecchio padrone come fece con quel cane randagio che un anno prima provò a mordere sua sorella Rin. E poi è giusto, il suo papà ha studiato per anni per avere il Servant più forte di tutti, ed ovviamente il suo Servant è Lancillotto, il cavaliere delle storie della mamma.
I vermi si agitano quando i passi di Lancillotto fanno tremare pure le scale.
È così che devono sentirsi le vere principesse.
Tende l’orecchio nella speranza di sentire anche il ticchettare del bastone di papà o la voce dolce della mamma, ma i sibili dei mostri sovrastano qualsiasi suono in una cacofonia che grida solo di pura paura.
Brulicano nel panico quando la porta della stanza si apre, e la lama di luce colpisce tutti loro, senza eccezione. Due zanzare grandi quanto la sua testa si agitano e sbattono contro il vetro della finestra, uno scarafaggio tutto nero si butta sotto l’armadio, ma un verme è troppo lento e la lama del cavaliere in armatura lo taglia da parte a parte, facendolo sparire in uno sbuffo di vapore nero.
Lancillotto è come lo ha sempre immaginato, alto fino al limite della porta e con una bellissima spada tra le mani.
Certo, ha un’armatura tutta nera e non si vede in volto, ma la mamma le ha raccontato che i veri cavalieri rivelavano il viso solo alle principesse di cui erano innamorati.
E come i veri cavalieri dovrebbe ricevere …
L’unica cosa che ha con sé è il suo nastro rosa, quello portafortuna che le ha regalato la mamma. Magari può darglielo da metterlo al polso, papà dice sempre le buone maniere prima di tutto, e adesso che papà arriverà sarà contento di vedere che lei …
“Quel vecchio bastardo ti ha fatto del male, Sakura?”
Il mago che si appoggia alla cotta di Lancillotto non ha la schiena dritta e non impugna un bastone che spara fuoco e fulmini. Ha una felpa troppo grande per lui ed un cappuccio che gli copre mezza faccia. Gli deve fare tanto tanto male la spalla, perché se la tiene in modo strano e respira forte come quando mamma ha la tosse. Sakura si sporge sul bordo del letto per guardarlo meglio, e vede delle strane ferite su un viso che fatica a riconoscere.
“Papà è impegnato come al solito con i suoi libri, principessa. Ma tranquilla, ti sono venuto a prendere io!”
“Zio Kariya, che ci fai qui?”
La voce.
Riesce a riconoscerlo solo dalla voce. Qualunque cosa abbia fatto -e persino una bambina come lei lo capisce che abbia toccato qualcosa di magico e pericoloso- gli ha mangiato la pelle e gli occhi, ed anche i capelli non sembrano i suoi.
Ma certo che è lo zio Kariya, perché mentre si avvicina al letto Lancillotto uccide altri cinque insetti, e lo zio arriva e dalla tasca estrae un pacchetto di dango tutto per lei. Si siede male sul letto, come se gli facesse male la gamba, e le risistema il nastro rosa tra i capelli con uno strano sorriso.
“Io e Lancillotto siamo pronti a giurare fedeltà alla splendida principessa Sakura”.
Sorride.
Sorride più di papà.
“Ti riporteremo dalla mamma, non temere”.


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