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Autore: lmpaoli94    07/03/2022    2 recensioni
1 febbraio 2022.
Non confondetevi gente perchè questa storia non avrà luogo in questa data, ma solo sottolineando che questa data deve essere il momento di tale rinascita. Di tale ispirazione.
Voglio tornar a scrivere e a raccontare come ho fatto finora senza mai fermarmi.
Perchè non voglio farlo. Voglio che questo sia il mio angolo che libera la mia mente una volta per sempre.
E guardando Sanremo scrivo queste parole e racconto di un padre premuroso che vuole sapere tutto di un figlio.
Perchè la famiglia è importante per tutti, qualsiasi cosa accada.
E l’unione non può essere dimenticata e scalfita.
Perchè da soli non siamo nessuno e insieme siamo tutto.
Insieme alle persone che ognuno di noi ama incondizionatamente.
Genere: Drammatico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Phoebe Grey, Theodore Grey
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IL piccolo Theodore, dopo la nottata passata con suo padre, si stava comportando in maniera molto strana.
Era sempre distaccato e diceva che voleva rimanere da solo in camera senza un apparente motivo che i suoi genitori potessero capire.
< Christian, perchè Teddy rimane sempre da solo in camera sua? >
< Non lo so, Ana. Ma intendo scoprirlo. >
Cercando di entrare nella sua camera, Christian constatò con grande sorpresa che suo figlio aveva chiuso la porta della sua camera a chiave.
< Theodore, che stai facendo? >
< Sto studiando, papà. Non voglio essere disturbato. >
Christian confuso, non sapeva come reagire.
Era la prima volta che suo figlio si chiudeva in camera sua per studiare. Anzi, non si era mai chiuso in camera per sua spontanea volontà o per qualche altro motivo.
Tutto era tremendamente strano e Christian voleva andare in fondo a questa storia.


Appena fu il momento di cena, Theodore uscì dalla sua stanza come se niente fosse, senza guardare lo sguardo atterrito e indagatore dei suoi genitori.
< Ebbene? Perchè mi state fissando? Cos’ho fatto? >
< Cos’hai fatto? Theodore, ti sei chiuso in camera tua > fece la madre del ragazzo.
< E con ciò? Non mi pare di aver fatto niente di male. >
< E invece sì, bellino. Che cosa ci stai nascondendo? >
< Io? Niente. >
< Allora per te non cambierà nulla se io e tua madre controlliamo la tua camera. >
< Fate pure. Tanto non sto nascondendo niente. Voi siete due paranoici. >
Teddy non aveva mai parlato così ai suoi genitori e per poco Christian non volle punirlo.
< Teddy, come osi mancarci di rispetto? >
< Christian, lascia perdere… >
< No Ana, non lascio perdere. Tu stai facendo il furbetto, piccoletto. Per questo d’ora in avanti ti terremo d’occhio. >
< Fate pur > rispose il bambino con naturalezza < Come vi ho già detto, non ho niente da nascondere. >


Il tutto continuò per alcuni giorni senza che Christian e Anastasia potessero scoprire qualcosa.
Il loro stesso figlio si stava comportando in maniera molto strana e i due adulti non capivano il perchè.
< Teddy, si può sapere che cosa ti prende una volta per tutte? Ci stai facendo davvero preoccupare. Sul serio. >
Ma Teddy, dal canto suo, non avrebbe mai detto niente.
< Non posso mamma. Non ora almeno. >
< Perchè? Cosa stai nascondendo? >
< Non posso dirvi nulla. Lo farò quando avrò finito il mio progetto. >
< Progetto? Ma allora è qualcosa che stai facendo a scuola? >
< In verità, no. faccio tutto questo quando ho del tempo libro. Ma devo dire che in questo momento sono a buon punto. >
< Ma Teddy, davvero non hai bisogno d’aiuto? >
< Perchè dovrei aver bisogno d’aiuto? sto bene. Davvero.  Tu e papà non avete nessun motivo per preoccuparvi. >
< Vallo a dire a tuo padre. >
< Senti mamma, ti chiederei un favore: perchè non distrai mio padre in modo da non fargli pensare al mio piccolo segreto? Vedrete che quando avrò finito, sarete sorpresi di me. >
< Ma tesoro, tu ci fai già contenti. >
< Lo so. Ma è una cosa che sto covando da molto e credo che sia la mia prima vera passione. >
< Sono contenta che tu ti diletti in cose che ti piacciono, ma sei sempre ancora molto piccolo e non sapere quello che fai… >
< Fidati, mamma. Andrà tutto bene. >
Convinta dalle parole del figlio, alla fine Ana si sciolse in un abbraccio promettendo di fare il possibile per una faccenda che ancora non comprendeva.
< Grazie, mamma. È bello vedere che posso contare su di te… Ma adesso lasciami solo. Devo continuar il mio progetto. >
< Teddy, sono le quattro passate e da quando hai pranzato non sei uscito da camera tua. Che ne dici se facciamo merenda insieme? >
< Ok, mi hai convinto. Giusto perchè ho un certo languorino. >
< Molto bene. Allora vieni con me. >


Christian non smetteva di fissare suo figlio con fare guardingo mentre sua madre cercava di destabilizzare tale sguardo in tutti i modi.
< Christian, smettila di fissare tuo figlio. >
< Non finché non mi dirà cosa sta nascondendo. >
< Niente di particolare, papà. Stai tranquillo. >
< Mi dispiace per te, ma non mi fido. >
< Te ne dovrai fare una ragione, papà. Non dovrai aspettare molto. >
< Aspettare molto per cosa? >
< Avanti Teddy, perchè continui a fare il misterioso? > gli domandò sua sorella Phoebe.
< Phoebe, non ti ci mettere anche tu. fatti gli affari tuoi. >
Delusa e arrabbiata per come suo fratello gli aveva risposto, la piccolina si rifugiò tra le braccia della madre senza farsi vedere piangere.
< Mamma, perchè Teddy mi risponde male? >
< Theodore, chiedi subito scusa a tua sorella. >
< Perchè? Io non gli ho detto niente di male. Deve farsi gli affari suoi, no? >
< Adesso basta, mi stai facendo perdere la pazienza. >
< Christian, ti prego. Cerca di controllarti. >
< O mi dici quello che stai facendo o ti prometto che metterò l’intera tua camera a soqquadro. Mi hai capito? >
< Fai pure quello che credi, ma non troverai mai niente. >
Adirato per come suo figlio si stava comportando con lui, Christian non poté impedire di mollargli uno schiaffo sotto lo sguardo corrucciato e interdetto di sua madre.
< Christian! Non avresti dovuto. >
< Lascia perdere, mamma. Ormai non mi serve essere difeso da te. >
Non capendo quelle parole, Christian volle in tutti i modi anche delle spiegazioni da sua moglie.
< Anastasia, che cosa stai nascondendo con Teddy? >
< Non avresti dovuto picchiarlo. In nessun modo. >
< Ha mancato di rispetto a tutta la sua famiglia. Ma sembra che tu sia impegnata a prendere le sue difese senza far nulla. >
< Devi solo fidarti di lui > insisteva la donna.
< Fidarmi? Eccome? Fa’ il misterioso e lo sbruffone e questo io non posso sopportarlo! E Tu? Cosa fai al riguardo? >
< Mi fido di mio figlio. E Dovresti farlo anche tu. >
Cercando di calmare i suoi figli che stavano piangendo, Ana mise la piccola Phoebe dinanzi alla tv mentre stavano dando il suo cartone preferito, mentre Teddy si era sottratto sotto le lenzuola del suo letto.
< Teddy… >
< Lasciami in pace, mamma. Voglio essere lasciato da solo. >
< Teddy, ti chiedo scusa a nome di tuo padre. Lui vuole solo sapere tutto di tutti ed è per questo che è così… iperprotettivo. >
< MI avresti dovuto difendere, mamma. Perchè non l’hai fatto? >
< Ecco… io non so ancora che cos’hai in mente e questo mi risulta difficile mettermi contro mio marito nonché tuo padre. Forse non capisci la complicità che c’è tra di noi… >
< Certo. Voi vi amate come due piccioncini.  Come darvi torto? Siete sempre così attaccati. >
< Sei forse geloso? >
< No. ma vorrei un po’ di compassione. Soprattutto da lui. >
< Cercherò di parlarci con calma quando si sarà calmato. Ma tu smettila di piangere, d’accordo? >
Uscendo fuori dalle lenzuola e asciugandosi gli occhi, Teddy fece un piccolo sorriso a sua madre che subito ricambiò.
< Ecco, bravo il mio ometto. Così ti voglio > replicò la donna abbracciando suo figlio sotto lo sguardo nascosto e corrucciato di un padre dispiaciuto.


Il giorno dopo, il piccolo Teddy fece di tutto per non guardare negli occhi suo padre.
L’uomo, dal canto suo, fece la stessa cosa.
Non voleva più sapere niente del figlio e questo gli riempiva il cuore di dolore.
< Teddy, quando la smetterai di fare la guerra a tuo padre? >
< Mamma, stavolta non ho fatto niente… >
< Certo che hai fatto qualcosa. Proprio come tuo padre. >
< Io devo andare al lavoro. ci vediamo stasera. Non so a che ora tornerò prchè ho una riunione molto importante. Non aspettatemi per cena. >
< Almeno così avrò più tempo per il mio “segreto”. >
< Il tuo segreto ha le ore contate, Teddy. Ti farò controllare a vista da Taylor. Non hai scampo per me. >
< Bravo papà, fammi pure controllare come se io fossi un criminale. Ma non ti vergogni? >
< Se è per scoprire tutta la verità, non mi vergogno di niente. Fidati. >
Esasperata da quelle parole, Ana non fece niente per dividerli.
Ormai era uno scontro aperto e l’amore tra quei due uomini sembrava a un punto di non ritorno.


Quando Christian rincasò, Theodore era ancora in piedi.
Erano le undici di sera e lo guardava dalla fessura della porta della sua camera con sguardo attento.
< Sono distrutto > fece l’uomo baciando la sua amata.
< Vieni. Ti ho lasciato qualcosa per la cena. >
< Non ho fame. Per niente. E Non per la stanchezza, ma per come io e mio figlio… >
< Non pensarci > fece Ana baciandolo all’altezza dell’orecchio < Vedrai che con il tempo andrà tutto bene. >
< Non avrò pace finché non saprò cosa mio figlio nasconde. Tu non mi aiuti, Ana. >
< Possiamo per favore non tornare sull’argomento? >
< Certo. Per te è sempre meglio lasciar perdere, vero? >
< Oh Christian, per favore. Vuoi per caso litigare? >
< Sinceramente… >
Ma prima che la situazione potesse degenerare in una discussione, Teddy uscì dalla sua camera con in mano un foglio da disegno.
< Ecco. Questo ti servirà a capire che non sto nascondendo niente di sbagliato. >
Guardando accuratamente il disegno, Christian fu molto sorpreso nel constatare come suo figlio fosse molto bravo nel disegno.
< La mia maestra è molto contenta di me. mi fa sempre un sacco di complimenti per quello che faccio. Ecco, qui siamo al completo. È questo è solo l’inizio per quello che ho in mente. >
Ana non poté credere possibile che suo figlio avesse lasciato a bocca aperta il suo stesso padre.
Colpendolo dritto al cuore, Ana non poté che fare anch’ella i complimenti al figlio per il bel disegno.
< Sei stato davvero bravo, Teddy. Non è vero, Christian? >
Ma l’uomo rimase in silenzio per alcuni secondi, rimanendo a contemplare il disegno.
< Christian, allora? >
< Lascia perdere, mamma. Magari a mio padre non piace. >
< No, assolutamente il contrario… io… forse non ho capito niente di te…  questo mi rammarica molto. >
Accogliendo suo figlio sotto le sue braccia, tale gesto sancì la pace tra i due, mentre Teddy continuava a fare in tutti i modi il misterioso, cosa che a suo padre non piaceva affatto.
   
 
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