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Autore: __eryn__    10/03/2022    1 recensioni
Edward è un diciassettenne attratto dagli stimoli e dall'adrenalina della vita. Questi ultimi li ricerca in una realtà spericolata composta da skate, uscite notturne, alcol e soprattutto... le droghe.
Edward è accecato da ogni tipo di droga, gli comportano la visione temporanea di un mondo alternativo fatto di desideri e pazzia.
I suoi genitori e gli amici hanno accettato il fatto che non possono più aiutarlo e che staranno solo guardare mentre ogni giorno si lascia morire...
Riuscirà a disintossicarsi e a riprendersi in mano la sua vita?
𝙎𝙏𝙊𝙍𝙄𝘼 𝘼𝙏𝙏𝙐𝘼𝙇𝙈𝙀𝙉𝙏𝙀 𝙄𝙉𝙏𝙀𝙍𝙍𝙊𝙏𝙏𝘼
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PIUMA

Quella stessa mattina, verso le 12, Nicholas è andato al bar di Annella e si è posto seduto ad uno dei tavoli fuori.
Indossa le sue solite cuffie con il volume alto ascoltando il suono fittizio della pioggia.

<< Non ti sembra un po' tardi per fare colazione? >> Gli chiede Annella avvicinandosi a lui ma il ragazzo non la sta a sentire e beve a sorsi il suo caffè.

<< E pensare che solitamente non ti fermavi mai, stai aspettando Edward? >> Gli chiede e lui fa cenno di no con la testa.

<< Senti... vorrei che mi ascoltassi un attimo >> Gli confessa mettendosi seduta e il biondino si toglie le cuffie per poi guardarla un po' infastidito con i suoi occhi scurissimi.

<< Forse oggi sarebbe meglio che tu stia vicino a Edward, è un giorno un po'... particolare... per lui >>

<< Particolare? >> Chiede l'altro alzando il sopracciglio.

<< Sì, io l'ho saputo dai suoi genitori, di solito non ne parla con nessuno. Sua madre mi ha detto che questo giorno del mese Edward non sente nessuno, se ne vuole stare da solo e al buio nella sua stanza. Con te pare abbia legato, forse puoi aiutarlo a farlo stare meglio >> Parla lei per poi toccargli la spalla.

Nicholas guarda la mano di Annella per poi fissarla nuovamente negli occhi.

<< Se vuole starsene da solo perché dovrei andarci? >>

<< So che probabilmente dici così perché avete litigato, così mi ha detto lui, però secondo me Edward ha bisogno di qualcuno adesso >>

<< Sicuramente non di me >> Dice Nic per poi sorseggiare il suo caffè.

<< Sono sicura che ti aprirà la porta invece >>

Nicholas sospira e si gratta la nuca.

<< A dire il vero, sono molto preoccupata per lui... credo che non stia mangiando da un po', è troppo magro, rischia di svenire da un momento all'altro poi non so cosa gli procurano quelle cose che si prende... ma soprattutto... >> Fa una pausa per poi continuare: << Lui si fa del male, non sta più bene. Ieri si è sfogato con me e mi ha parlato di alcune cose >>

Nicholas la ascolta un po' ingelosito.
Perché ha parlato di sé con lei?

<< Sono seriamente preoccupata, so che con te parlerà. Per favore, vai da lui >>

<< Ok, va bene >> Sospira Nic.

Così, dopo aver finito di bere il suo caffè, Nicholas si incammina verso la casa di Edward.

I suoi passi sono lenti, indecisi ma soprattutto, lui è pieno di dubbi.
E se una volta arrivato Edward non gli aprirà la porta?
Se pensasse che sia venuto per controllarlo?
E se non appena lo vedrà si arrabbierà con lui per averlo cercato?
E se comincerà ad urlargli contro?
E se invece lo ignorasse?
Come dovrà comportarsi dopo la litigata di ieri?
Com'è il suo umore ora?
Gli parlerà?
Perché oggi è un giorno particolare per lui?

Continua i suoi passi e sente le mani sudare, nemmeno il suono della pioggia nelle cuffiette riesce a calmarlo.

Perché nonostante sente di avere delle brutte sensazioni decide comunque di andare a casa sua?
Prova ancora qualcosa per lui?
Ovviamente sì, probabilmente non vuole lasciarlo a qualcun altro.

Si morde il labbro inferiore e senza che ne se accorgesse si fa uscire il sangue.
L'aria fredda gli fa arrossare le guance, così si tira più su la sciarpa chiedendosi se stesse facendo la scelta giusta.
L'ansia inizia a fargli vedere figure allucinogene camminargli di fronte, così Nic strizza gli occhi continuando a camminare.
Ad ogni passo che si avvicina alla porta dell'appartamento di Edward, sente le pulsazioni del suo cuore sempre più forti.

L'aria è sempre più pesante, mancano solo tre passi... due... uno.

Cammina avanti e indietro per scaricare la tensione e decidersi se vuole davvero entrare a casa sua.
Per evitare situazioni imbarazzanti prima di dover entrare, prende dallo zainetto i suoi farmaci e lascia scivolare sulla sua mano le pasticche per poi portarsele alla bocca.
Ora si sente meglio.
Avvicina la mano al citofono e spinge con l'indice il pulsante.

Attende...

Quindici secondi... trenta...

Suona nuovamente.

Un minuto... Due minuti...

Niente.

Sospira e si gratta la nuca.
Che fare?
Guarda verso la finestra del primo piano, quella che dà accesso alla camera di Edward.
È aperta ma ha le serrande abbassate.
Non c'è possibilità di entrare da lì.
Guarda l'altra finestra, quella che si affaccia alla cucina, quella è aperta e la serranda è alzata.
Aspetta che la via sia libera e che nessuno possa guardarlo, così si arrampica ed entra da lì.

Ora non si torna indietro.

Cerca di non fare troppo rumore per non allarmare Edward.
Cammina silenziosamente per il corridoio della casa per cercarlo.
Non è in cucina, né in sala da pranzo, né per il corridoio.
Si avvicina alla porta del bagno e nota che la luce al suo interno è accesa.
Probabilmente Ed è lì, ma c'è silenzio, troppo.
Poggia la mano sulla maniglia e la apre lentamente.
Nicholas spalanca gli occhi notando lo scenario che gli viene presentato di fronte a lui.
Edward è a terra, sdraiato su un fianco, la mattonella è rossa, sporca di sangue, lo stesso che sta uscendo dai tagli sul polso del ragazzo, vicino alla sua mano c'è una lametta insanguinata con cui si è procurato le ferite.
Nicholas si affretta ad inginocchiarsi vicino a lui.

<< Ed! Ed!! Cavolo! >>

Nic prende immediatamente un panno e lo stringe sul polso dove ci sono i profondi tagli orizzontali, ne ha contati dieci, o meglio nove e mezzo, Edward sarà svenuto poco prima di concludere l'ultimo.
Nicholas spera che sia solo una sua illusione ma più cerca di aiutarlo e più sembra tutto reale.
Fa stendere il corvino con la schiena sul pavimento e cerca di scuoterlo leggermente dalle spalle ma il ragazzo continua a non svegliarsi.
Poggia la mano sulla guancia del ragazzo, è gelata e pallida.

<< Andiamo Ed! Cazzo! Svegliati! >>

Nic poggia il palmo della mano al centro del petto di Edward mentre appoggia l'altra sulla parte superiore.
Usa il peso della parte superiore del corpo per comprimere il torace del corvino spingendo verso il basso.
Edward comincia a tossire e tenta di sedersi ma Nicholas poggia immediatamente le mani sulle sue spalle per farlo rimanere disteso a terra.
Ed ha l'affanno, non riesce a ricordare cosa fosse successo l'attimo prima di svenire, non sa perché Nicholas è lì con lui ma sente una sensazione di ansia crescere.

<< P-perché sei qui? Che mi è successo? Che stai facendo? >> Domanda velocemente, con voce bassa cominciando a sudare.

<< Edward, calmati, ok? Eri svenuto, non so da quanto >>

Il corvino nota che il ragazzo vicino a lui gli sta fasciando il polso ed Edward comincia a ricordare qualcosa.
Sente le lacrime a gli occhi, è impotente e odia farsi vedere in quello stato da lui.

<< Voglio finire di sistemarti questo, se non mi vuoi con te me ne andrò senza protestare >> Gli risponde il biondino continuando a coprire quelle ferite con la garza e di riacquistare lucidità.

<< Rimani con me >> Dice il corvino ansimando un po' mentre guarda i movimenti delicati del ragazzo.

Nicholas lo guarda stupito, non si aspettava quella risposta da lui, ma ora si sente più tranquillo.

<< Ti hanno visto i miei genitori? >>

<< No, sei da solo a casa >>

<< Come... chi ti ha aperto? >>

Nicholas non risponde e finisce di mettergli la garza.

<< Lo so che non si fa... ma sono entrato dalla finestra della cucina >>

Edward lo guarda confuso e si siede lentamente.

<< Mi hai fatto preoccupare da morire cazzo >> Dice Nicholas accarezzandogli il polso e l'altro arrossisce.

<< Mi dispiace... >> Ed guarda giù verso la lametta e poi guarda il biondino.

<< Come facevi a sapere che io ero qui? >>

<< Sono andato da Annella e mi ha detto che solitamente questo giorno dell'anno te ne stai rintanato in casa >> Dice Nic guardandolo negli occhi.

<< Ah... quindi sei venuto perché te l'ha detto lei >>

<< Sì, più o meno. Io volevo vederti, ma credevo mi odiassi >>

<< No! Io non ti odio affatt- >> La voce di Edward viene immediatamente bloccata da un brontolio del suo stomaco.

Il viso del ragazzo diviene bordeaux dall'imbarazzo e l'altro lo guarda preoccupato.

<< Da quanto non mangi, Ed? >> Gli domanda il più grande con un tono incredibilmente serio.

Edward non riesce a rispondergli, si vergogna di quella situazione, e sente le lacrime che cercano di offuscargli la vista.
Prova di dire qualcosa ma non esce niente dalla sua bocca.
Nicholas poggia la mano sul ventre di Edward e l'altro si sente immediatamente a disagio.

<< Ti prego togli quella mano da lì >> Si ripete Ed nella sua testa ma nessuna di quelle parole ha intenzione di uscire.

Sente le lacrime scendere sulle sue guance e Nic gliele asciuga con la manica della sua maglietta.

<< Mangiamo qualcosa? Mh? >> Gli chiede guardandolo negli occhi smeraldo e il corvino abbassa lo sguardo.

<< Ti preparo qualcosa, tu non devi finirlo per forza >>

<< So già che tanto vomiterò tutto >>
<< È arrivato Tiresia >> Esclama Nicholas con un tono sarcastico paragonando il ragazzo ad un indovino della mitologia greca.

<< Succederà invece! >>

<< Secondo me no >> Dice Nic alzandosi per poi aiutare Edward a fare lo stesso.

I due si recano in cucina, il più basso si siede sulla sedia di fronte il tavolo mentre l'altro si mette ai fornelli.
Ed lo guarda arrossendo sulle guance, Nic è davvero bello, e soprattutto gli mancava averlo vicino a sé.
Si sente molto meglio ora che è con lui, è la prima volta che gli capita di stare con qualcuno quel giorno dopo quell'accaduto.

<< Sono contento che tu sia qui >> Dice a bassa voce e Nic si volta verso di lui accennando un sorriso.

<< Mi fa piacere >>

<< Io non... non le penso davvero quelle cose che ti ho detto l'altra volta >>

<< Davvero? >> Domanda il biondino mentre taglia la scorza di una arancia lavata poco prima.

<< Sì, davvero >>

<< Quindi non pensi che io ti controlli >>

<< No, non credo >> Dice abbassando il tono della voce per poi guardarsi il polso coperto con la garza.

<< Non credi? >> Chiede Nicholas aggiungendo il riso in padella.

<< Dai Nic, non farmi queste domande strane >> Ed poggia le braccia incrociate sul tavolo e poi ci poggia lateralmente il viso.

Edward comincia a sentire un aroma di agrumi per la cucina.

<< Io ritiro di averti chiamato puttana, mi ero ingelosito e ho detto delle cose che non dovevo >> Dice Nic mentre sfuma il riso con il vino bianco.

<< Non preoccuparti, mi non importa più >> Sussurra Ed.

<< Quindi... nonostante quello che hai sentito da Oliver riguardo il sottoscritto, tu non sei spaventato da me? >> Gli domanda Nic e il corvino scuote la testa facendo cenno di no.

<< Cercherò di non farti arrabbiare >> Dice Edward abbracciandosi le ginocchia.

<< A te non farei mai del male >>

<< E a gli altri sì? >>

<< Solo se ti daranno fastidio >>

Il corvino guarda il ragazzo aggiungere il succo d'arancia al riso e cerca un modo per cambiare argomento.

<< Non mi vorrai avvelenare, vero? >> Domanda Edward con un tono divertito.

<< Ahah! In realtà non so nemmeno io che sto facendo >> Parla l'altro mentre poco alla volta aggiunge il brodo al riso.

<< Eh?! Ma come non lo sai >> Domanda il corvino incredulo e Nic si gira verso di lui mentre aspetta la cottura del riso.

<< Ma sto scherzando, no? Sei un credulone >> Gli dice il biondino dandogli un buffetto sulla guancia che diventa subito rossa dall'imbarazzo.

Edward lo guarda arrossendo e comincia a pensare: << È venuto per me nonostante l'ultima volta che ci siamo visti gliene ho dette di tutti i colori >>

Abbassa lo sguardo guardandosi nuovamente il polso, fortunatamente essendoci la garza non riesce a vedere il casino che si era combinato.
Nic si accorge di quell'espressione e si volta nello stesso punto in cui sta guardando il corvino.
Si avvicina a lui per accarezzargli i capelli così da richiamare la sua attenzione.

<< Alzati un attimo >> Gli dice e Edward fa come dice.

Nicholas si siede sulla sedia dove fino a pochi secondi prima sedeva l'altro.

<< Volevi rubarmi il posto >> Sbuffa Ed per poi voltarsi verso di lui con il corpo ma un attimo dopo Nic gli prende le mani e lo spinge verso di sé lasciando cadere il corvino su di lui.

Edward si ritrova seduto su di lui, o meglio, hanno i corpi completamente appiccicati all'altro.
Le guance di Edward diventano bordeaux e il biondino, accorgendosene, si mette a ridere.

<< Non c'è niente da ridere eh >>

<< Ahahah! Che tenero che sei >>

<< Non è vero >>

<< Sì invece >> Lo zittisce Nic con un bacio sulle labbra che fa arrossire immediatamente l'altro.

Edward si accoccola su di lui e fa dei ghirigori con l'indice sul suo petto di Nic.

<< Perché mi hai fatto alzare? Potevi sederti su di me >> Gli dice il più basso.

<< Così rischiavo di spezzarti le ossicine delle tue gambette >>

<< Ah ah, non sei divertente >>

<< È così invece. Tu sei una piuma >> Esclama Nic accarezzandogli le gambe magrissime.

<< Quindi finché non metto su qualche chilo sulle gambe tu non ti metterai su di me? >> Chiede Ed e l'altro annuisce.

<< Questo è un ricatto >>

Il biondino fa le spallucce e se lo prende in braccio, si alza e lo fa sedere sulla sedia mentre lui mette nel piatto il riso che si è cotto perfettamente.
Si avvicina una sedia vicino a quella di Ed e poggia il piatto davanti a lui con la forchetta.
Edward comincia a fissare il piatto e inizia a sentire l'ansia sullo stomaco.
Poggia le mani in mezzo alle gambe e sente il battito cardiaco andare più veloce, una sensazione con cui ci convive ogni volta che sua madre gli porge il piatto davanti.
Si distrugge le mani graffiandosi il dorso e Nic, accorgendosene, cerca di tranquillizzarlo poggiando la mano sulla spalla di Ed.

<< Non devi finirlo tutto, mangia solo quello che ti senti >> Gli dice con un tono della voce calmo e l'altro si volta verso di lui.

<< E se poi vomito tutto? >>

<< Non succederà, fidati di me >> Nic gli accarezza la schiena e Ed torna a guardare il piatto.

<< Stai tranquillo >> Gli sussurra e il corvino gira lo sguardo verso la forchetta.

La prende e immerge la parte dentata di quest'ultima nel riso.
Le fa fare dei movimenti rotatori per perdere tempo e Nic se ne accorge, così gli prende la forchetta dalla mano.

<< Devo imboccarti come i bambini >>

<< Non sono un bambino! >>

<< Apri dai >> Dice Nicholas roteando gli occhi.

<< Te lo scordi, mi vergogno >> Edward arrossisce immediatamente quasi sobbalzando dalla sedia.

<< E allora fallo da solo >>

<< No! Non ci riesco >>

Nic prende un po' di riso con la forchetta e con l'altra mano prende il mento di Ed accarezzandogli il labbro inferiore con il pollice.
Edward arrossisce e abbassa lo sguardo, non riuscendo a guardarlo negli occhi per l'imbarazzo.

<< Almeno tre >> Dice Nic fissandogli gli occhi verdi chiarissimi.

<< Tre? >> Chiede l'altro e il biondino annuisce.

<< Mh... ok >>

Edward si fa imboccare solo la prima volta, poi prende lui la forchetta.
Mangia lentamente e cerca di assaporare ogni sapore, è davvero buono.
Nic gli accarezza la gamba mentre l'altro prende un'altra piccola forchettata.
Senza accorgersene, ne prende un'altra, e un'altra ancora.
Sta mangiando finalmente, anche se lentamente.

<< P-perché mi guardi? >> Chiede Ed arrossendo.

<< Non posso farlo? >>

<< No, non quando mangio >>

Nicholas, gira lo sguardo altrove, ma solo per farlo mangiare in pace.

<< Comunque vedo che lo stai mangiando volentieri. Quindi ti piace >> Afferma Nic continuando ad accarezzargli la gamba.

<< Sì >> Annuisce l'altro in imbarazzo.

Improvvisamente sentono i suoi genitori tornare a casa dopo aver girato le chiavi nella serratura.
La prima stanza a cui hanno accesso con la vista è proprio la cucina e vedono i due ragazzi seduti davanti il tavolo.

<< Sto mangiando, in teoria non possono dirmi niente >> Pensa Edward tra sé e sé sperando che non lo rimproverano per essere stato tutto il giorno a casa a non fare niente.

<< Quindi se il tuo fidanzatino ti prepara qualcosa lo mangi e se lo prepara tua madre no? >> Chiede suo padre che sta per avvicinarsi a loro ma la madre di Ed lo ferma prima prendendolo dal braccio.

<< Papà, ma non è il mio ragazzo! >>

<< Ancora che provi a nasconderlo?? Che hai fatto tutto il giorno? Niente scommetto >>

<< Tesoro, non rimproverarlo adesso. È un momento difficile anche per lui >> Gli dice a bassa voce sua moglie.

<< Si vede! >> Dice sarcastico l'uomo. << Preferisce restare a casa con il suo ragazzo invece di stare in chiesa con noi per pregare Adam! >>

Nic sente la loro conversazione ma è confuso al riguardo. Si domanda chi sia Adam e perché continuano a dire che sia un giorno triste per loro.
Si volta verso Edward e nota che manca davvero poco che ceda a piangere.

<< Andiamo in camera tua >> Propone Nic a bassa voce, così che solo Ed può sentirlo e l'altro annuisce tristemente.

Nicholas prende la mano di Edward e cammina verso la camera con lui.

 

   
 
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