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Autore: martithemartian    15/03/2022    1 recensioni
(SPOILER DAL CAPITOLO 290 DI MY HERO ACADEMIA)
Sono sempre stata molto interessata alla storia della famiglia Todoroki e a Touya. E da quando è uscito il capitolo 290 mi sono chiesta quali sarebbero state le reazioni dei restanti membri della famiglia alla rivelazione, dato che ci sono state concesse solo tre vignette in tutto, una ciascuno. Perciò ho deciso di esplorare meglio i sentimenti di Fuyumi, Natsuo e Rei, raccontando l'esperienza emotiva di quel terribile giorno in cui Touya ha deciso di traumatizzare la sua famiglia.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fuyumi Todoroki, Natsuo Todoroki, Rei Todoroki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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DUN – DUN – DUN – DUN

DUN – DUN – DUN – DUN


Una volta che la campanella suonò, si sentì un respiro liberatorio generale. Quella lezione era stata particolarmente pesante e Natsuo era rimasto concentrato fino all'ultimo poiché avrebbe dovuto affrontare gli esami scritti il prossimo mese. Chi glielo aveva fatto fare di scegliere la facoltà di Fisica?

Fortunatamente la settimana era conclusa e avrebbe potuto allontanare la sua mente dallo studio. Quel Sabato Hirai lo avrebbe portato a cena e questo lo metteva di buon umore. Nulla avrebbe potuto abbatterlo in quel momento. La prospettiva di una serata passata con la sua fidanzata lo rincurava. Niente studio, niente esami, niente di niente. E soprattutto, nessun Endeavor. Non avrebbe visto quel suo faccione serioso e apatico per una serata. Guardò il banco di Hirai, due file avanti la sua; quel giorno era mancata e Nastuo non sapeva neanche il perché. Le mandò un messaggio, pensando di andarla a trovare e quantomeno offrirle il pranzo. Recentemente aveva studiato così tanto da perdere ore di sonno, quindi forse si era sentita male per l'esaurimento.

- Ehi, Natsu! - Jotaro Kobayashi era uno dei suoi più cari amici. Come Hirai, lo aveva conosciuto all'università, ma in un gruppo di studio. Era stato lui ad aiutarlo a superare i auoi primissimi esami e da quel periodo avevano stretto un bel legame.

- Pranziamo insieme oggi? Ce lo meritiamo, il Prof Mazumoto non ci ha risparmiato neppure questa volta! - Disse Jotaro guardando il professore allontanarsi dalla classe con il suo solito fare gelido.

- Certo, ma prima vorrei passare da Hirai e vedere come sta. E' strano che sia mancata, aveva detto che non avrebbe saltato una lezione di Mazumoto sapendo quello che è successo al suo ultimo esame. -

- Certo, amico. Oh, ecco Keiko! Senti Natsu ci vediamo all'entrata, okay? Devo parlarle un attimo! -

Nastu gli fece un gesto noncurante, come a dirgli che poteva andare senza farsi problemi. Lo vide allontanarsi con Keiko (la ragazza di cui Jotaro era stracotto) con un aria forse troppo felice. In qualche minuto l'aula si dimezzò. Anzi non qualche minuto, qualche istante. Le lezioni di Mazumoto erano tremende e ogni volta la voglia di filarsela era alle stelle. Natsuo raccolse le sue cose e le ripose accuratamente dentro lo zaino, con la mente che vagava di qua e di là; sentì alcuni sussurri alle sue spalle proprio quando fu in procinto di allontanarsi dal suo banco. Notò che alcuni tra gli studenti rimasti avevano in mano i cellulari. Alcuni ragazzi erano disposti in gruppetti e guardavano con interesse quello che c'era sullo schermo. Sembravano stare guardando un video preciso dato che le loro facce erano turbate allo stesso modo. Quando si resero conto di essere guardati da Natsuo alcuni di loro gli lanciarono uno di quegli sguardi poco rassicuranti, per poi rivolgersene altri a vicenda. Natsuo era confuso.

Fece per avvicinarsi, era piuttosto irritato, ma poi gli arrivò un messaggio. Era Hirai.

Ti spiegherò dopo, ma prima devi vedere questo video.

LA VERITA' SULLA FAMIGLIA TODOROKI : LA SCIOCCANTE RIVELAZIONE DEL VILLAIN DABI

E' già ovunque... viene repostato e cancellato continuamente, ma non volevo tu lo vedessi da qualche idiota a caso. Apri il link quando sarai solo.

Natsuo continuò a non capire, ma tutti gli studenti rimasti in classe avevano gli occhi puntati su di lui. Stava cominciando ad innervosirsi e aprì il link, ignorando il consiglio di Hirai. Insomma, cosa poteva c'entrare un villain con la sua famiglia? Doveva essere una di quelle fake news che venivano fuori ogni tanto... Dopotutto suo padre era sempre stato un personaggio di spicco, e anche piuttosto ambiguo, ed era normale che accadesse.

Ma gli bastò la visione di solo i primi venti di quel video per sentire il bisogno di sedersi.

Mi dispiace tanto, amore.

Fu il messaggiodi Hirai, che lui non si prese neanche il disturbo di leggere.







Era una giornata normalissima alla scuola elementare Toshinori Yagi. La classe 2°E era piuttosto calma quel giorno, non che Fuyumi si potesse lamentare a prescindere. Certo, i bambini erano spesso complicati e rumorosi in quella classe, ma abbastanza gestibili. Aveva avuto classi più difficili. Quel giorno, però, erano silenziosi in modo strano. Solitamente battibeccavano o facevano a gara per quasi qualsiasi cosa. Almeno i più estroversi. Avevano delle facce scure e pensierose. Fuyumi pensò che fosse a causa della super missione che aveva coinvolto la maggior parte degli eroi, tra cui anche suo padre. Quella contro il Fronte di Liberazione del Soprannaturale. Erano passate ore e chissà come stavano andando le cose. Posò il gesso, decisa a concludere la lezione prima e portare i bambini fuori a giocare. Ma la lezione di Fuyumi venne interrotta dall'aprirsi della porta, prima ancora che lei potesse aprire bocca. L'inserviente aveva in volto un aria tra il mortificato e il preoccupato e questo la allarmò subito, temendo ci fossero cattive notizie dal fronte di guerra.

- Signor Ishioka, qualche problema? - Fuyumi si pulì le dita con un panno che si portava sempre dietro; lei detestava avere le mani sporche di gesso, le irritava il naso.

- Mestra Todoroki, mi perdoni per l'interruzione, ma dovrebbe seguirmi, -

Fuyumi lo guardò interrogativa, ma acconsentì senza problemi. Raccomandò ai suoi ragazzi di stare tranquilli e che sarebbe tornata presto e poi seguì il collega.

- Cosa succede, Signor Ishioka? Riguarda qualche mio familiare? -

Fuyumi sapeva che sia Shouto che Enji avevano una vita decisamente tanto pericolosa e a dirla tutta erano state le prime persone a cui aveva pensato, soprattutto sapendo che stavano combattendo. Era naturale pensare una cosa del genere quando ti venivano a chiamare. Sperò che non fosse per loro o per qualcun'altro vicino ai suoi studenti.

- Signor Ishioka... -

- Mi deve scusare Maestra, non è compito mio parglargliene. Ma non si preoccupi, non riguarda la morte di qualcuno. -

Fuyumi annuì. Almeno Ishioka si era preso il disturbo di spiegarle che nessuno dei suoi parenti era deceduto, avendo compassione per lei che recentemente camminava a braccetto con l'ansia. Ma adesso restava scoprire a cosa era dovuto tutto quel mistero. Ishioka la portò all'ufficio del preside e bussò. Appena le fu dato il permesso di entrare Fuyumi ringraziò Ishioka che le aveva tenuto la porta aperta.

- Signor Eguchi, mi avete fatta chiamare? -

- Maestra, prenda posto, per favore. -

Fuyumi obbedì, con il cuore che stava seriamente cercando di uscire dal petto. Volevano licenziarla? Lei amava il suo lavoro, amava i suoi studenti, non voleva succedesse. Dio, doveva smettere di essere così ansiosa, non le faceva bene. Niente le diceva che l'avrebbero licenziata davvero. Era sempre stata tranquilla e diligente. 

Il preside, che si era diretto verso una cassettiera da cui aveva tirato fuori un tablet, prese posto alla sua enorme poltrona. Era un uomo piuttosto alto, dai capelli castani, piccoli occhi scuri e la pelle olivastra. Aveva spalle larghe e un accenno di pancia si poteva intravedere dal vestito elegante che indossava. Era grigio, abbinato ad una cravatta nera. Anche i suoi capelli, perfettamente sistemati, erano ingrigiti. Aveva un viso piuttosto quadrato e spigoloso. Questi ultimi dettagli le ricordarono suo padre, a cui pensava spesso, come pensava spesso ai restanti quattro membri della sua famiglia.

- Mi perdoni se l'ho fatta venire qua senza alcun preavviso, non volevo spaventarla. Ma è successa una cosa che coinvolge la sua famiglia. -

- Cosa è capitato? - Fuyumi non riusciva a contenersi bene. Apparentemente sembrava calma, ma aveva cominciato a muovere nervosamente la gamba.

- Qualche ora fa è stato pubblicato su qualsiasi piattaforma un video, che ha interferito con il normale proseguimento dei programmi televisivi e notizie di cronaca. E questo video... Be', meglio che glielo mostri. -

Accese il tablet, tastò un paio di volte lo schermò e poi glielo porse. La gamba smise di agitarsi, in qualche modo la rassicurò un po' avere quell'oggetto in mano. Quello di cui non si rese conto fu come la temperatura si fosse improvvisamente abbassata una volta letto il titolo di quel video.

- E' uno scherzo... Non può essere. - Rivolse un veloce sguardo al Preside, sperando sul serio e contro qualsiasi ragione che fosse una burla di pessimo gusto. Il respiro di Fuyumi si fece condensa e i suoi occhiali si appannarono. Li tolse, in un gesto rapido, poggiandoli sulla scrivania. Il Preside Eguchi, che non voleva diventare un ghiacciolo, si tirò indietro. Normalmente avrebbe rimproverato un suo dipendente che avesse perso il controllo di se stesso in quella maniera, ma non era il momento adatto. La reazione di Fuyumi era lecita.

- La lascio sola. Se ha bisogno di me, mi chiami. Sarò fuori dalla porta. -
Il signor Eguchi fece bene ad uscire dalla stanza, perché appena se ne andò, le mani di Fuyumi presero a tremare, ma non per il freddo.

TOUYA TODOROKI E LA SUA VENDETTA CONTRO L'EROE N°1

La temperatura della stanza scese gradualmente, fino a che Fuyumi non riprese le facoltà di se stessa, impedendo così che quell'ufficio diventasse un igloo. Poi andò alla ricerca di un luogo isolato, ignorando tutto e tutti.







Una volta uscito dall'aula, Nastu ignorò il suo amico Jotaro che era rimasto ad aspettarlo di fronte l'entrata, come ignorò tutti gli sguardi che gli avevano rifilato quando aveva attraversato i corridoi. Continuò a correre e a correre, fino a che non raggiunse un posto isolato, esterno, per poter chiamare sua sorella. Aveva le lacrime agli occhi e la sua gola sembrava fatta di spilli. Si pulì il naso con la manica della felpa. Fece avanti e indietro davanti i cassonetti della spazzatura riposti in quel vicoletto all'ombra, dove nessuno lo avrebbe disturbato. Sentì qualcosa arrampicarsi sulla sua mano mentre i minuti passavano e notò che c'era del ghiaccio, ghiaccio cresciuto come muschio dal suo polso. Gli aveva ricoperto quasi tutta la mano.

- Dannazzione, dannazzione, dannazione... - Il telefono continuò a squillare ma Fuyumi non gli rispose. Lo mise in tasca, aspettando che lo richiamasse mentre lui si liberava del ghiaccio continuando a colpire la mano contro il cassonetto, fino a che questo non si ruppe e lui potè liberarsi di quella morsa ghiacciata. Nel frattempo ricevette altre chiamate, ma da Hirai e Jotaro. Le ignorò e provò a chiamare nuovamente Fuyumi.







Le mani continuavano a tremare nonostante si stesse poggiando al lavandino. Anche le gambe le tremavano. Dentro il suo completo stava sudando freddo e il cuore, se avesse avuto la possibilità di uscire dal suo corpo, avrebbe corso i duecento mentri.

- Rilassati, Fuyumi... Non comportarti così. -

Ma non smetteva di tremare. Di piangere non se ne parlava, eppure sembrava una foglia scossa dal peggiore dei venti. Doveva tornare a casa e riprendere controllo di se stessa, aveva già fatto una tremenda figura congelando (quasi) l'ufficio del suo capo e ignorandolo in mezzo al corridoio. Non sapeva cosa le stesse succedendo, non aveva mai avuto difficoltà nel tenere a bada il suo ghiaccio. Non aveva mai avuto chissà quali difficoltà nel tenere a bada i suoi sentimenti più feroci.

Più ci pensava, a quello che aveva visto, più tremava. Qualcuno bussò alla porta del bagno, che Fuyumi aveva chiuso a chiave nel disperato bisogno di stare sola.

- Yumi, sono io, Setsuko. Posso entrare? -

Fuyumi si sciacquò il viso, ripulì gli occhiali e si allacciò la camicia. Dopo una veloce sistemata generale, aprì la porta.

- Scusami, non volevo chiudere i bagni, è stato maleducato da parte mia. Menomale che non è arrivato nessuno. -

- Oooh, tesoro... Vieni qua. - Disse Setsuko - una collega di dieci anni più grande di Fuyumi - avvolgendola in un abbraccio caldo e gentile. - Lo so che... che quello che è successo è... - Sospirò. - Vuoi che ti riporti a casa? -

Fuyumi si fece decisamente accompagnare a casa e provò a richiamare Nastuo, ma il fratello non le rispose. Le aveva lasciato tredici telefonate e lei non ne aveva sentita nemmeno una perché aveva dimenticato la borsa con dentro il telefono in classe. Una volta giunta a casa, Setsuko cercò di sostenerla a parole, ma quest'ultima sapeva di non essere brava con i discorsi. Fuyumi non era mai stata d'accordo.

- Fuyumi... Se avrai mai bisogno di qualcosa, chiamami, okay? Non sforzarti come al solito di dover vedere tutto in positivo. Se vuoi piangere, piangi, se vuoi urlare, urla... Se vuoi congelare qualcosa, fallo. Non devono essere solo gli uomini della tua famiglia ad avere il privilegio di esprimere le proprie emozioni e di tirare pugni a destra e manca. -

Fuyumi annuì e le parole della sua amica confermarono quello che aveva sempre pensato di lei. Setsuko sapeva sempre cosa dire ma per lei non era mai abbastanza. Era sempre stata severa con se stessa. Forse troppo.

Hai ragione come al solito, Setsuko-chan.

- Adesso torno a lezione... Più tardi ti chiamo, va bene? Vedi di rispondere! Ma in realtà puoi pure non farlo. Puoi anche ignorarmi. -

Fuyumi ridacchiò. - Come ci torni a scuola adesso? -

- Prenderò un autobus. Non preoccuparti per me, pensa alla tua famiglia. Il cielo solo sa quanto senza di te sarebbero ancora più a pezzi di quello che sono. -

Poi si salutarono. Setsuko la strinse molto forte, quasi non volesse lasciarla andare ma Fuyumi entrò in casa quasi correndo, pur apprezzando le affettuosità della sua amica. Una volta entrata, venne immediatamente raggiunta da Natsuo.

- Fuyumi! - Esclamò Natsuo, con gli occhi arrossati.

- Natsuo! - Esclamò lei quando fu avvolta dall'abbraccio del fratello. Fuyumi lo strinse di conseguenza. Era da molto tempo che non si scambiavano certe affetuosità. Natsuo parlò appoggiato alla spalla di Fuyumi.

- Yumi, lo hai... -

Lei annuì. Le spalle di suo fratello cominciarono a tremare. Lei lo resse, resse il suo fratellino con tutta la forza di cui disponeva in quel momento, che non era tanta, ma per lui l'avrebbe trovata.

- Adesso dobbiamo calmarci, okay? - Fuyumi accarezzò la guancia di Nastuo con quel fare da sorella maggiore che aveva riservato più spesso a Shoto che a lui e che sicuramente avrebbe voluto dare anche a Touya. Ma secondo i recenti avvenimenti, dubitava sarebbe mai successo.

- Ha chiamato la mamma, Fuyumi. - Disse lui con la voce interrotta dai singhiozzi, mentre si asciugava gli occhi con un fazzoletto. Doveva aver pianto tanto prima che lei arrivasse. - Vuole vederci al più presto. -




Fuyumi e Nastuo si diedero velocemente una rinfrescata. Fuyumi voleva vestire più comoda e Nastuo aveva bisogno di una doccia. In seguito partirono. Il viaggio fu silenzioso con Fuyumi che guidava e Nastuo con le cuffie alle orecchie, ma tanto non avevano nulla da dirsi. Una volta raggiunta la struttura ospedaliera che ospitava la loro mamma da ben dieci anni, i fratelli si avvicinarono alla reception, ma non ebbero neanche il tempo di parlare che la donna dietro il bancone diede loro il permesso di andare. Sapeva chi fossero loro e sapeva cosa il nome dei Todoroki avesse passato in quelle ultime ore. Come tutti del resto.

- Sappiate che non si è sentita molto bene, perciò siate delicati. -

I ragazzi la ringraziarono e corsero alla stanza 315. Quando la raggiunsero si ritrovarono davanti uno scenario piuttosto sconcertante.

- Accidenti... Non avevo mai visto la signora Todoroki reagire così... -

- Povera donna... -

- Certo che questo ghiaccio ci mette tantissimo a sciogliersi. Sto usando la massima della potenza! -

Fuyumi si avvicinò ai tre dipendenti, seguita da Nastuo.

- Scusatemi... Dovremmo vedere Rei Todoroki. Sarebbe possibile entrare? -

- Oh be'... Se riuscite ad aprire la porta certo, ma ne dubito. Potreste aspettare finché non sciogliamo questo ghiaccio. - Disse uno dei tre addetti, che sembrava avere i due colli di un phon attaccati ai gomiti. Doveva essere quello il suo quirk. Sparava aria calda con cui stava cercando di sciogliere il ghiaccio, che aveva straordinariamente ricoperto parte della porta. Fuyumi li superò, scusandosi, e poggiò una mano sulla maniglia. Nastuo la guardò stranito. Fuyumi strattonò leggermente la maniglia e improvvisamente il ghiacchio si ruppe.

- Come diamine... - Esordì Nastuo, ma Fuyumi lo interruppe.

- Mamma, possiamo entrare? -

Non ricevette alcuna risposta perciò entrò comunque. Nastuo la seguì.

- Be' direi che a questo punto potremmo lasciare fare le cose a lei, no? - Disse il ragazzo dei phon quando i Todoroki gli chiusero la porta in faccia.

Gli altri due dipendenti si guardarono a vicenda.

Nel momento in cui aprirono la porta il corridoio fu invaso da un ondata di gelo, ma niente in confronto a quello che c'era dentro la stanza. La stanza di mamma Todoroki era ricoperta di ghiaccio. E nevicava. Loro madre era seduta alla finestra. Sembrava tranquilla in viso. Eppure il suo ghiaccio diceva tutt'altro. Rimasero qualche minuto in silenzio, aspettando che Rei parlasse. Il vaso di genziane era sempre al solito posto, la neve continuava a cadere sulle loro teste, gentilmente. Il pavimento era ricoperto di ghiaccio e se non fossero stati entrambi molto in sintonia con quell'elemento ci avrebbero sicuramente scivolato. Poi Rei parlò.

- Ha detto che mi osservava. -

- Mamma... - Dissero all'unisono i due fratelli, ma Rei sembrava altrove con la mente.

- Mi osservava da qualche parte, la fuori. Ancora vivo, con un cuore che batteva e gambe che si muovevano e occhi che io credevo si fossero chiusi per sempre... -

Fuyumi e Natsuo non avevano mai sentito loro madre parlare così apertamente riguardo quello che pensasse o provasse.

- Un cuore che abbiamo corrotto noi. Tutti noi. - Esordì Natsuo, guardando i suoi piedi e vergognandosi immensamente di se stesso. Era come se avesse aspettato per tutto quel tempo di dirlo. Di punirsi. Era da tutto il giorno che sentiva la mente come uno scrigno che si fosse appena aperto. Non aveva mai dimenticato Touya, mai. Ma dopo la sua rivelazione, i ricordi di lui cominciarono ad essere più nitidi e non facevano che investirlo, continuamente, ogni ora, ogni minuto. Si sentiva un ipocrita, perché per molto tempo il suo ricordo era rimasto sepolto nei meandri della sua mente e l'aveva lasciato la.

Fuyumi gli mise una mano sulla spalla, ma Nastu aveva già preso il viale dei ricordi.

 


I ricordi di Nastuo raggiungono un tempo lontano, di quando lui aveva otto anni e suo fratello Touya tredici. Entrambi erano molto legati al tempo, dormivano spesso insieme nella stessa stanza o giocavano ai videogiochi, a palla, punzecchiavano la sorella e facevano i compitit insieme. Ogni tanto parlavano. O almeno Touya parlava. E quando lui attaccava quelle discussioni non c'era nulla che Natsu potesse fare. Anche perchè aveva otto anni.

Natsu sapeva che Touya stava male, che era triste e arrabbiato. Ma non riusciva a comprenderlo. Non riusciva a capire cosa realmente avesse. E spesso ripensava a quel giorno, al giorno in cui gli avrebbe dovuto dire qualcosa di diverso. Ma era uno stupido bambino di otto anni e Touya provava sentimenti che uno stupido ragazzino di tredici anni non avrebbe dovuto provare.

Era già passato l'orario per andare a dormire. La mamma li aveva salutati e aveva rimboccato loro le coperte. Touya aveva ricambiato il saluto in maniera piuttosto indifferente, ma a quel tempo Nastuo non aveva notato come i rapporti tra sua madre e suo fratello si fossero distaccati. Lui non aveva visto i segnali lasciati dal fratello maggiore, non riusciva a vedere le ferite di bruciature davvero troppo complicate per lui. Touya gli parlò per una manciata di minuti quella sera ma Nastuo voleva solo dormire.

- … certo che ho sbagliato! Shouto non ha fatto nulla di male! Ma papà si, vero? -

Natsuo stava perdendo il filo del discorso e Touya era preso dal discorso in maniera più intensa del solito.

- Non ci guarda nemmeno! Siamo solo dei fallimenti ai suoi occhi. Sarebbe questo l'eroe moderno? Uno che decide che i suoi figli sono inutili e li abbandona? -

- Perché non te ne lamenti con Fuyumi per una volta...? -

A quel punto fu chiaro come l'acqua il momentò in cui il cuore di Touya si spezzò. La sua espressione cambiò. Sembrava folle, ferita.

- Vuoi ignorarmi anche tu, Natsu?! Non puoi farmi questo! Ne parlo con te perché tu sei l'unico che può capirmi! Tu sai che le donne di questa famiglia non capirebbero! -

Solo crescendo si rese conto della gravità della situazione e di quanto idiota fosse stato. Si, aveva otto anni, non dovrebbe darsi la colpa. Ma voleva farlo, perché suo fratello aveva bisogno di appoggio e Nastu avrebbe voluto avergli detto qualcosa di diverso. Touya aveva un espressione sempre triste al tempo. Si era sempre pentito di quelle parole, ma ora più che mai.


Le lacrime oramai gli stavano bagnando il viso e lui non riusciva più a fermarle. Cominciò a singhiozzare e a tremare. Sentì delle braccia sottili avvolgerlo e il profumo di sua madre gli invase le narici. Rei allungò un braccio e avvicinò a se anche la figlia.

- Voi non avete alcuna colpa di quello che è successo. Tutta la responsabilità è mia e di vostro padre. Oggi stesso chiederò di essere dimessa e torneremo insieme a casa. Affronteremo questa situazione. -

Accarezzò la nuca di entrambi i suoi figli. Nastu si stava lasciando andare in un singhiozzante pianto liberatorio. La sua unica figlia invece, proprio come lei, non riusciva a piangere quando la situazione lo richiedeva.

Dentro la stanza prese a nevicare molto più intensamente.

La famiglia Todoroki non aveva mai dimenticato Touya. Dicono che il tempo cambi le cose e che guarisca le ferite. La verità è che il tempo aiuta ad alleviare il dolore, non a farlo scomparire. Ma in quel momento, la consapevolezza che tutti loro avessero messo da parte quei sentimenti li faceva vergognare. Perché Touya non aveva messo da parte nulla. Non aveva dimenticato. Loro invece si erano presi il lusso di mettere da parte la sua storia e adesso dovevano affrontarne le conseguenze.

- Adesso basta piangere o rischiamo di trasformare questo posto in un enorme cabina frigorifera. -

Fuyumi e Nastuo sorrisero. Poi Rei disse una frase che aspettava di poter dire da tanto tempo.

- Torniamo a casa insieme, figli miei.-




Le dimissioni di Rei vennero accolte senza alcun problema, anche perché erano già in programma. E così tutti e tre tornarono a casa Todoroki, scusandosi per i danni causati dal ghiaccio.

Fa così strano avere la mamma a casa... Pensò Fuyumi e sicuramente Nastu condivideva questo pensiero. Erano passati dieci anni dall'ultima volta che aveva messo piede in quella casa. In quel momento Rei avvolse i fianchi di Fuyumi con un braccio, distogliendola dai suoi pensieri. Fuyumi sentì il tocco freddo della mano attraverso il tessuto. Probabilmente la mamma era ancora un tripudio di emozioni.

- Andiamo in cucina. - Disse. - Ti preparo qualcosa. -

- Dovrei essere io a farlo. -

- Fuyumi, mi hai praticamente sostituita per tutti questi anni. Senza di te questa famiglia sarebbe nei guai. Lascia che mi prenda cura di te, lascia che sia la tua mamma. -

Fuyumi rimase colpita dalle parole di sua madre e sorrise. Bere il tè fatto da sua madre aveva tutt'altro sapore. Le era mancato quel senso di protezione. La ringraziò. Rei prese posto di fronte a lei, allungò il braccio e le prese la mano. Quel gesto fece venire voglia a Fuyumi di piangere perché aveva aspettato quel momento per tanto tempo. Forse la sua famiglia aveva una possibilità.

- Andrà tutto bene, tesoro. -

Fuyumi pensò che sua madre fosse una persona davvero forte. Strinse le labbra e gli occhi le divennero lucidi. Annuì.

- Lo riporteremo indietro. Porteremo tuo fratello Touya indietro. Non lo abbandoneremo questa volta. -

- Pensi che lo farà? Pensi che ci perdonerà per averlo lasciato ai suoi demoni? -

- Ti ho già detto che tu e i tuoi fratelli non avete colpa di questo. -

- Eppure perchè mi sento come se ne avessi? Sai... dentro di me è come se... se non avessi neanche il diritto di sentirmi così triste. L'avevo dimenticato. Avevo messo il ricordo di Touya in un cassetto e lasciato la, perché la sua scomparsa... Non potevo credere fosse morto. E per anni me lo sono lasciata alle spalle. Era finita, no? Non lo avrei più rivisto. E invece oggi scompriamo che è sopravvissuto e che molto probabilmente non vorrà più avere a che fare con noi. -

- Forse no, forse non deve andare per forza così! - Natsu prese posto a capotavola. Fuyumi e Rei non lo avevano sentito entrare. - Forse c'è ancora una speranza. E' possibile che... Che ce l'abbia solo con papà! -

Fuyumi e la mamma lo guardarono. Fuyumi non credeva che sarebbe mai successo. Rei Todoroki invece era troppo calma. I suoi figli si chiesero se fosse stata davvero lei a perdere il controllo all'ospedale o un altra persona. Era bello che non fosse più instabile, però. Fuyumi e Natsuo avevano già notato dei cambiamenti in lei, da quando avevano inziato ad andare a trovarla. Rei Todoroki aveva già deciso che non sarebbe più stata la stessa donna passiva di una volta. Aveva già deciso che avrebbe preso le redini del carro questa volta.

- Questa sera preparo io la cena. Aspettatemi fino a che non verrò a chiamarvi. - E fu così che Rei chiuse quel discorso.

Quella stessa sera, la famiglia Todoroki venne a sapere dell'andamento della guerra. Shigaraki Tomura era riuscito a scappare e molti eroi erano rimasti feriti. Purtroppo, c'erano state anche molte perdite tra gli eroi, alcune davvero sentite. Pochi villain erano stati arrestati, tra cui un gigantesco bestione di nome Machia, che Natsuo trovò davvero spaventoso. Rei guardò i suoi figli, che non avevano mangiato poi molto. Sicuramente erano preoccupati per Endeavor e Shoto. 

- ...come ben sappiamo, erano presenti anche il numero uno, il numero due e il numero tre degli eroi. Gli ultimi due sono riusciti a scamparla ma quello che ha subito più ferite è stato sicuramente il numero uno, Endeavor, che si è salvato per un pelo. -

Fuyumi sussultò, la faccia di Natsuo era pallida.

- Attualmente è ricoverato e non ha ancora ripreso conoscenza. E' stato immediatamente sottoposto a varie operazioni e non si sa esattamente quando si riprenderà... Erano presenti alla battaglia alcuni studenti della U.A, tra cui il figlio di Endeavor, Shoto Todoroki, anche lui attualmente in terapia intensiva. Per quanto riguarda... -

Nel momento esatto in cui smisero di parlare d Shoto e Endeavor, Rei cambiò canale, ma molti programmi parlavano solo di una cosa: la rivelazione di Touya Todoroki, la danza di Dabi, oppure...

- …le colpe della famiglia Todoroki. Insomma, per diventare così una persona deve aver subito davvero tanti abusi e una seria mancanza di amore, probabilmente non solo dal padre, che però è stato di certo il centro del problema. Insomma, nessuno è perfetto, ma dall'essere un normale bambino al diventare un assassino seriale... E' un cambiamento non esattamente normale. -

- Ho sempre pensato che Endeavor fosse un po'... strano, ambiguo. Non ha mai accettato di partecipare a Talk Show come questi e con i suoi fan non si è sempre comportato molto bene, ammettiamolo. - Il presentatore si rivolse alla gente in studio, che si dimostrò d'accordo.

- Sono Akihiro Sakai e Eishi Agawa... -

- Questi due detestano Endeavor da quando lui ha parlato male del loro show definendolo spazzatura... Cosa non proprio falsa. - Disse Fuyumi.

- Si, quei due sono maligni come pochi. Lanciano sempre frecciatine e mettono zizzania ovunque. Sicuramente staranno al settimo cielo dopo quello che è venuto fuori. - Natsuo mangiò voracemente la sua cena. L'irritazione gli aveva fatto tornare l'appetito.

- Adesso non dobbiamo pensare agli altri e a quello che dicono. - Rei cambiò di nuovo canale, ma quando si rese conto che i media non parlavano altro che di suo figlio... spense tutto. - Domani andremo a trovare vostro fratello e vostro padre. Vi prego ragazzi di andare a dormire presto, oggi è stata una giornata dura per voi. -

Rei si alzò dalla tavola e mentre apriva la porta Fuyumi giurò di aver visto la mano di sua madre tremare.











Sappiamo tutti cosa successe poi. Due giorni dopo la battaglia sia Endeavor che Shoto si svegliarono e tutta la famiglia Todoroki discusse della situazione di Touya. Quella prima notte dopo il loro incontro, come quelle successive e precedenti, i membri della famiglia Todoroki non dormirono affatto. Tutti i membri. Persino Touya, per ragioni ben diverse dalle loro. Natsuo pianse. Fuyumi ci mise un po' a tenere a bada il gelo dentro di se. Tremò per tutta la notte, il giorno dopo si svegliò con la stanza ricoperta di ghiaccio. Rei rimase sveglia tutta la notte a guardare la finestra e lo stesso fece Endeavor, che aveva ancora la genziana di Rei poggiata sulla scrivania, adesso dentro un piccolo vaso. Se in quegli ultimi tempi il suo pensiero fisso era stato la sua famiglia, adesso Touya era al centro di tutto. Shoto era quello ad avere meno ricordi di Touya. Aveva cinque anni e a mala pena se lo ricordava. Non ricordava neppure vagamente la sua voce. Non si erano mai parlati. Eppure si sentiva male, si sentiva inquieto e triste e non riusciva a togliersi dalla testa le parole di Touya. E come succede spesso per i Todoroki, presto il fratello sarebbe diventato quasi un ossessione per Shoto. 

 

Non restava che aspettare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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