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Autore: ValeKikyo    17/03/2022    0 recensioni
Il Carnevale ha varie sfumature per gli occidentali, e purtroppo Giappone ha qualche problema ad adattarsi.
{ Scritta per il contest di Carnevale della pagina FaceBook "Axis Powers Hetalia - Italian Fans }
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Giappone/Kiku Honda, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fraintendimenti Fraintendimenti

Ciò che Giappone si stava trovando davanti, era decisamente diverso da ciò che si aspettava.
Quando si erano conosciuti, ormai più di un secolo prima, Italia gli aveva descritto il carnevale di Venezia come uno splendido evento storico, fatto con vestiti d’epoca e maschere artistiche, particolari ed inquietanti.
Quindi, quando aveva ricevuto a casa l’invito di America che raccomandava di “sfoggiare il meglio” per la festa, pensava che sarebbe stata una cosa del genere, ed aveva deciso di impegnarsi.
Si era messo di buona lena a cucire, ben deciso a creare un abito degno dell’atmosfera che si aspettava.
Alla fine, era andato sul classico, un sokutai celeste chiaro, pensava che sarebbe stata una festa solenne, storica, e si voleva vestire come tale.
Salvo poi rimanere letteralmente scioccato, anche se non era certo la prima volta che gli capitava con i suoi amici occidentali.
America aveva allestito l’enorme sala di casa sua con stelle filanti e festoni vari, i tavoli erano pieni, pieni di cibo dalla dubbia qualità e dai colori strani, c’era una musica ritmata assordante e lui, il padrone di casa, era vestito…da hamburger.
America, indossava, un vestito da hamburger in gommapiuma, come se fosse una mascotte di una squadra di football.
Kiku si sentì mancare e si appoggiò al tavolo più vicino, cercando di mettere a fuoco ciò che stava succedendo.
Perché Francia aveva un vestito da donna?
Perché le Italie erano vestiti da cameriere?
Perché Canada aveva un kigurumi da orso polare?
Cosa diavolo stava succedendo?!
-Giappone-
Si riscosse, girandosi verso la fonte della voce.
Inghilterra aveva addosso quello che ad una prima occhiata sembrava solo un’accozzaglia di vestiti di colori e fantasie diverse, con uno strano cappello, lentamente riuscì a concentrarsi abbastanza da capire che era vestito da Cappellaio Matto di Alice nel Paese delle Meraviglie.
-Inghilterra-san…buonasera…-
-Sei pallido, sei sicuro di stare bene?-
-Sì…io…-
-Ma questo non è un abito da cerimonia?-
Gli girò intorno, stando bene attento a non rovesciargli addosso la birra che aveva in mano.
-Ecco…sì…in realtà io…-
-Giappone!-
Ed ecco arrivare l’hamburger gigante, che gli diede una sonora pacca sulla spalla, mozzandogli il fiato e facendolo quasi cadere addosso ad Inghilterra.
-America! Dovresti essere più delicato!-
-Ah ah ah! Cos’è tutta questa serietà? Siamo qui per divertirci no? Vero Giappone?-
Stava per mettergli un braccio attorno alle spalle per attirarlo a sé, ma questa volta Inghilterra fu più veloce e si mise in mezzo, bloccando l’americano.
-Fallo riposare un po’ per l’amor del cielo!-
-Quanto sei noioso! Volevo solo salutarlo!-
-Ecco, io…-
-Non lo stavi salutando, lo stavi mettendo a disagio! Come fai sempre!-
-Noioso! Noioso! Noioso!-
-Forse…dovrei…-
Inghilterra decise che non avrebbe perso tempo ulteriormente con la sua ex-colonia, prese seppur delicatamente Giappone per una manica e cominciò ad allontanarsi, mentre l’americano gli faceva le linguacce.
Eppure lo aveva cresciuto meglio di così!
Lo portò in una stanza leggermente più isolata, e vedendo quanto fosse diventato rosso, si decise a lasciarlo andare, sembrava anche piuttosto affannato dalla piccola corsa che avevano fatto per scappare alle grinfie dell’hamburger mannaro.
-Tutto bene?-
-Io…sì…credo che…dovrei…andarmene…-
-Come? Sei appena arrivato! Non fare caso ad Alfred, non appena arriverà una nuova torta smetterà di tormentarti, sai com’è fatto-
-Inghilterra-san…cos’è esattamente il carnevale?-
Arthur lo guardò confuso, sbattendo le palpebre.
-Cosa intendi?-
-Italia-kun mi aveva descritto il Carnevale di Venezia come un importante evento storico, fatto di abiti d’epoca e maschere preziose, quando ho ricevuto l’invito da America pensavo che…-
-Ah…ecco perché l’abito da cerimonia…-
Sospirò, sistemandosi meglio il cappello.
-Il Carnevale da noi ha varie interpretazioni, da Veneziano in effetti è questo, una festività storica che va avanti da secoli, si dice che anche suo nonno avesse una forma di Carnevale, seppur diversa dalla nostra e legata agli Dei, nei secoli si è evoluta, e di fatto è sia un evento storico che un evento goliardico, a seconda di chi lo festeggia…ed America non è mai stato il tipo da feste con vesti storiche e maschere in porcellana…- scosse la testa -mi dispiace Giappone, forse avrei dovuto avvertirti-
Il nipponico aveva ripreso finalmente la sua solita compostezza, e si stava aggiustando le pieghe sul sokutai, scuotendo leggermente la testa.
-No, sono io che mi sarei dovuto informare prima di venire, se avessi saputo che era così informale, mi sarei portato un semplice cosplay-
-Senza dubbio saresti stato più comodo…comunque se vuoi cambiarti possiamo andare nella cabina armadio, America ha centinaia di vestiti, di certo non se ne accorge se gliene sparisce uno…anche se…- lo guardò, inclinando la testa -sicuramente ti starebbero enormi-
Giappone sospirò.
-Forse dovrei semplicemente tornare di là e salutare gli altri-
-E rischiare di sporcare questo abito? Non se ne parla nemmeno, forza, andiamo-
Gli fece cenno di seguirlo e cominciò a condurlo lungo il corridoio, nonostante America avesse fatto dei cambiamenti in quei secoli, Arthur conosceva ancora a memoria quella casa, ed essendoci stato varie volte, sapeva dove l’americano teneva le cose, arrivarono in poco tempo alla cabina armadio.
-Ecco qua-
Kiku entrò, guardandosi attorno.
Non che fosse la prima volta che vedeva una simile quantità di vestiti, lui stesso aveva molti, molti cosplay, era il diverso tipo a stupirlo, seppur allo stesso tempo fosse normale.
Come lui aveva cosplay dei suoi anime e dei suoi manga, ovviamente America aveva per lo più abiti di serie tv, cartoni e fumetti della sua terra, oltre a qualche altra ridicola mascotte simile all’hamburger che aveva addosso in quel momento.
-Non credevo che…ne avesse così tanti…-
-E qui tiene solo i vestiti per carnevale, quelli per il San Diego Comicon sono da un’altra parte, con una porta protetta da password-
-Inghilterra-san, davvero pensa che ne posso prendere uno? Non è…rubare?-
Arthur fece un segno di noncuranza con la mano.
-Non se ne accorgerà nemmeno, ci penserò io a lui se dovesse dire qualcosa, tu pensa solo a trovare qualcosa che ti stia-
-Io…ecco…-
-Ecco dove eravate finiti!-
Entrambi sobbalzarono, girandosi verso l’americano.
-Vi ho cercati dappertutto! Dobbiamo spaccare le pignatte!-
-Spacco la tua testa se provi di nuovo a presentarti così!-
-Quanto sei brontolone…volevi un altro vestito Kiku? In effetti quello che hai non mi sembra molto da carnevale, è un normale kimono…-
-Non è un kimono è un…ah, ma che ci provo a fare?!-
-Comunque serviti pure! È una festa dopotutto no? Forse in fondo c’è qualcosa che potrebbe starti, a volte ordino le cose su internet preso dall’impulsività senza controllare la taglia! Ah ah ah!-
-Perché sei idiota! Ecco perché! E adesso lasciamolo cambiare in pace!-
Inghilterra lo afferrò per la gommapiuma dell’hamburger e cominciò a trascinarlo via, mentre l’altro continuava a ridere nel suo modo irritante, non aveva abbastanza alcol in corpo per poterlo sopportare, non ancora.
Sospirando, Giappone si immerse nei meandri della cabina armadio, sperando che ci fosse effettivamente qualcosa in grado di soddisfarlo.
Dopo mezz’ora che non si era ancora ripresentato, Arthur andò a cercarlo, pensando che si fosse perso, cosa in effetti molto facile in quella immensa casa.
-Giappone? Tutto bene?-
Sapendo bene quanto fosse pudico l’amico, si affacciò appena, in caso da potersi ritrarre subito se lo avesse trovato in una situazione imbarazzante.
-Inghilterra-san…sì, ho quasi finito-
Dopo qualche altro minuto, Kiku finalmente riemerse, con addosso la divisa della legione esplorativa della prima stagione dell’Attacco dei Giganti.
-Ah…in effetti ad America piace molto questo tuo anime…-
-Mi dispiace di averti fatto aspettare, ci ho messo molto tempo per sistemarmi le cinghie, non indosso il mio da tanto tempo, specialmente adesso che la divisa è cambiata-
-Mh, capisco, in effetti anche il cosplay è qualcosa su cui si cerca di stare aggiornati…ne so qualcosa con i Dottori…sto ancora pensando a come fare per Tredici…-
Il giapponese si diede un’ultima sistemata al giacchetto, guardandosi allo specchio, non aveva una parrucca; quindi, non lo riteneva un cosplay completo, ma a quanto aveva capito, il bello del carnevale più goliardico era proprio questo.
Non c’erano regole precise come alle fiere del fumetto, non necessariamente dovevi truccarti per essere più somigliante possibile, non era obbligatorio indossare una fastidiosa parrucca per essere più fedeli all’originale.
-Sei pronto?-
Kiku prese lo zaino in cui aveva accuratamente riposto il sokutai ed annuì, tornando da Inghilterra.
Forse, quella era un’altra usanza occidentale a cui si sarebbe potuto abituare.

Buonasera a tutte!
Come scritto nell'anteprima, questa fic partecipa al contest di Carnevale della pagina "Axis Powers Hetalia - Italian Fans", chi mi segue da molto sa che non è esattamente il tipo di storia che scrivo di solito, ma volevo sperimentare, quindi eccomi qua!
Spero che vi sia piaciuta, recensioni e critiche dette in modo civile sono sempre ben accette, alla prossima!
  
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