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Autore: NightWatcher96    18/03/2022    2 recensioni
Izuku viene trasformato per 48 ore in una ragazza ma questo non è proprio un problema: due dei suoi compagni di classe, durante una potenzialmente mortale esercitazione di sopravvivenza le dimostrano molta attrazione.
BakuDekuKiri
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Quirkless

Prima di riscrivere completamente "Bunny Deku or Just Deku!" ho fatto pratica con questa one-shot che non mi aveva mai veramente convinto. L'avevo scritta quando ero capitata per caso nel mondo di My Hero Academia, quindi anche per fare pratica e scoprire fin dove posso spingergi per migliorare il mio stile di scrittura, l'ho rielaborata e ora mi sembra più soddisfacente!
Detto questo, Enjoy!





Era tutto normale. La lezione era diversa ed Aizawa non si era prolungato troppo nello spiegare, mentre si faceva seguire nella palestra al coperto, il combattimento senza esclusioni di colpi contro alcuni dei membri più forti delle altre classi. I ragazzi ne erano stati particolarmente felici, lottando e dando il meglio di loro, ma poi, quando era arrivato il momento di Izuku era accaduto qualcosa di ben diverso.

Hajime Sasaki era un ragazzo decisamente normale; frequentava la sezione C ed il suo Quirk era uno di Trasformazione. Con un singolo tocco della sua mano destra dove c'erano dei cuscinetti rosati simili a quelli su entrambi i palmi di Ochako, avrebbe potuto trasformare temporaneamente in base al suo ultimo pensiero.

Izuku si accorse immediatamente che quel ragazzo alto e magro, dal volto perennemente apatico, i capelli biondi cortissimi e gli occhi neri era semplicemente bravo a schivare. Quando fu toccato a un braccio usato per un pugno al viso, il ragazzo si illuminò in viso nel vedere Tsuyu che parlava con Ashido e Ochako. Il suo pensiero si concentrò su di lei, su una ragazza e un lampo di luce bianca avvolse completamente Izuku.

"Cha cazzo?!" esclamò dopo qualche attimo Katsuki.

Izuku era completamente intontito, mentre si rialzava ma non ebbe il tempo di capire che Hajime gli si aggrappò ferocemente al petto, schiacciando la sua faccia accartocciata da un'espressione di perversione più totale. Fu allora che le vide: due piccole sfere tonde all'altezza del suo petto, dove il costume era un po' più attillato.

"Ah, il dolce profumo di una bella ragazza con i capelli lunghi e verdi!" inspirò Hajime, strizzandole un seno.

Izuku portò la mano tra i capelli, erano lunghi quanto quelli di Tsuyu e cosa peggiore... il suo corpo aveva la sua stessa silhouette! Era diventato una ragazza ma era anche la copia carbone dei tratti distintivi della sua amica di classe. Il mondo gli piombò addosso nella realizzazione di aver perso la sua mascolinità.

"Ehi, ma vuoi smetterla?!" abbaiò ferocemente Eijiro.

Hajime sbuffò, alzando Izuku in stile sposa. "Ma che cazzo vuoi? Non vedi che ho trovato la mia ragazza ideale? E' uno splendore. Ed io me la sposerò!".

"Sei completamente andato! Quello è il nostro compagno di classe, è un maschio e tu l'hai trasformato in una ragazza!" scattò Eijiro, fumante di rabbia. "Fai tornare Midoriya com'era prima, che non è molto virile!".

"Se lo toccherò di nuovo volontariamente con il mio Quirk lo farò diventare per sempre una ragazza" mormorò Hajime. Izuku era rosso in viso e aveva lo sguardo ampio e smarrito, completamente confuso. "Sembra che sia d'accordo di diventare mia moglie".

Una potente esplosione rimbombò con un forte eco: Katsuki ardeva di rabbia cieca e nei suoi occhi c'era un'immensa gelosia. Ora si stagliava rabbioso dinanzi ad Hajime e accanto ad Eijiro con tutti i muscoli contratti e i palmi sudati.

"Quanto dura questa fottuta trasformazione?" ringhiò.

"Circa quarantotto ore" rispose l'altro con nonchalance. "Allora è deciso. Me la sposo".

Katsuki gli aprì il palmo in faccia con una velocità incredibile tanto da gettare silenzio nella palestra. Eijiro ne approfittò per prendere tra le braccia Izuku e allontanarsi di qualche passo.

"No, ridammi la mia futura moglie, testa rossa!".

Katsuki gli piantò un doloroso gancio in viso così forte e rapido che il ragazzo crollò in terra e perse i sensi. "Fastidioso e petulante fino alla fine!" sbuffò, poi si rivolse verso Eijiro che controllava Izuku. "Che cazzo stai facendo? Sa camminare, mettilo giù!".

"Izuku-kun mi sembra in stato confusionale. Non risponde agli stimoli".

"Da qua!". Katsuki gli strappò di mano il verdino e lo portò prima da Aizawa poi viaggiò fino all'Infermeria, incurante di Eijiro rimasto a guardarlo allontanarsi con uno sguardo abbastanza contrariato...





"Sai, Deku-kun, nonostante tutto con i capelli corti sei come te stesso!".

La giovane Deku era talmente rossa da sembrare uno di quei bei fragoloni maturi in piena estate. Dopo che si era ripresa dallo shock della sua nuova forma fisica, aveva tagliato i suoi lunghi capelli cercando di ricreare il suo solito taglio mascolino. Ci erano volute ben tre ore per riprendere padronanza di ogni cosa e Chiyo le aveva spiegato che Katsuki non l'aveva lasciata da sola per le prime due.

Ora aveva lo stesso taglio di Ashido Mina, solo più mossi e ribelli, meno gonfi e con un'adorabile frangia scompigliata che le oscurava la fronte. I suoi occhioni smeraldini erano ancora più espressivi e trasudava bellezza. Quand'era tornata in classe, rossa per via dell'uniforme femminile imposta dal regolamento scolastico, era stata bombardata da domande e certe occhiate maliziose da tutti i suoi amici. Il suo cuore si era messo a battere ferocemente e non era riuscita a spiccicare una singola parola. Per poco, cosa peggiore e imbarazzante, non si era messa a piangere.

Però, poi, si era ripresa.

"Grazie, Uraraka-san…" balbettò, abbassando lo sguardo ancor di più.

Il suo costume non faceva che mostrare il suo seno perfettamente rotondo, formoso come quello di Tsuyu, le gambe toniche, il suo sedere aggraziato. Hatsume Mei le aveva fatto quell'upgrade approfittando del suo momento di smarrimento e non sapeva se ringraziarla oppure se essere arrabbiata. Ora capiva l'imbarazzo provato da Ochako la prima volta che aveva indossato il suo costume, alla battaglia della bomba di cartapesta presieduta da All Might.

Il campo di addestramento scelto dai professori era un bosco e distava circa sei chilometri dalla U.A. Era perfetto per allenarsi in una stagione mite come la primavera anche se quel posto fiabesco con tanta flora, ruscelli e un cielo splendidamente cristallino nascondeva un terribile segreto. Ma quale?

Deku guardava il cielo cristallino di una bellissima tonalità di azzurro dove si scuriva appena in alcuni angoli e si mescolava con qualche strascico di nuvola bianchissima. Chiuse gli occhi, ascoltando il fruscio del vento che l'accarezzava i capelli e le guance, e quando li riaprì, però, per poco non ebbe un colpo al cuore. 

"K… Kirishima-kun!" esclamò. Silenzioso, il rosso crinito le si era avvicinato forse decisamente troppo. Izuku scoprì solo in quel momento di quanto fosse bassa, tanto da raggiungerlo solo all'inizio dei pettorali scolpiti. "P… posso fare qualcosa per te?". 

Ashido, Tsuyu e Ochako, in disparte, cominciarono a sorridere con la stessa espressione di chi la sapeva lunga. Yaomomo e Kyoka concessero un risolino un po' sfacciato.

"Volevo chiederti come ti sentissi" iniziò casualmente Eijiro, senza smettere di guardarla negli occhi. "E poi... se questa trasformazione avesse avuto impatti sul tuo Quirk?".

Izuku lo sentì forte e chiaro il batticuore e l'imbarazzo. Non si era mai sentita in quel modo con Eijiro e neppure con Katsuki; le sue guance non si erano mai così tanto riscaldate e il suo corpo non aveva mai manifestato un improvviso bisogno di essere stretto. Deglutì per riflesso, con lo sguardo puntato alle sue nervose dita intrecciate insieme.

"Non ho ancora avuto l'occasione di esercitare il mio Quirk, quindi non so risponderti. Per il resto sto bene; tolto lo smarrimento iniziale, mi sono spronato perché queste altre quaranta ore passeranno in fretta. O almeno lo spero".

Katsuki li fissava da lontano con la stessa espressione di gelosia mostrata ad Hajime che, quando aveva ripreso conoscenza, era stato intimato di non avvicinarsi affatto a Midoriya Izuku o un certo DynaMight lo avrebbe castrato.

"Voglio ricordarvi che quest'area è riservata esclusivamente a noi Pro Hero della U.A. e con questo vi intimo a fare attenzione. Potreste trovarvi faccia a faccia con un mostro creato da un Villain che è attualmente al Tartaro tuttavia incapace di intendere e di volere". Shota si concesse un'occhiata su Izuku, poi continuò con voce monocorde. "Octavor è un mostro impossibile da catturare; si nutre delle paure e dei risentimenti di chi calpesta questo suolo. Non esce mai ma si pensa che in questo tempo sia cresciuto di almeno uno o due metri. Se riuscirete a trovarlo scappate: non attaccatelo minimamente. Sono stato abbastanza chiaro?".

Gli studenti del corso A e del corso B annuirono ma poi Tenya alzò la mano e prese la parola. "Aizawa-sensei, qual è il nostro compito, allora?".

"Riuscire ad arrivare dall'altra parte del campo di addestramento e piantare la bandiera rossa che troverete in un posto segreto" spiegò Aizawa. "Questo è una lezione di sopravvivenza contro una calamità non naturale bensì una creatura vivente. Non dovrete lottare; tutti i Pro Hero che hanno cercato di catturalo sono stati o pietrificati o disintegrati. Non sono chiari che tipo di attacco utilizzi per questo è bene fare attenzione".

Tenya abbassò la testa cercando di mantenere il sangue freddo; qualcosa nelle parole del suo professore lo aveva profondamente scosso. Strinse i pugni, sospirò appena dell'ansia e rialzò lo sguardo fiammeggiante di determinazione pura.

"E' consigliabile muoversi in squadra; andrete bene tre per volta. Potete anche mischiarvi. L'importante è collaborare". Shota alzò una mano verso l'alto e l'abbasso: era il segnale.

La maggior parte degli studenti si mobilitarono nelle profondità del bosco, tra alberi e arbusti bassi. Rimasero, per ironia della sorte, solo Izuku, Katsuki ed Eijiro. I tre si scambiarono perfino un'occhiata stupita e concessero un cenno. La loro squadra si era appena formata. Veloci e in silenzio scelsero un piccolo bivio a sinistra, avvolto in una penombra un po' fredda e con un sentiero roccioso, spigoloso e lievemente in salita.

-Buona fortuna, ragazzi- pensò Shota. Insieme a Vlad King, insegnante del Corso B per Hero, raggiunse una piccola tenda dove dentro sedeva Yagi, intento a guardare su un pc alcune registrazioni in tempo reale dei ragazzi che avanzavano. "Sono già tutti partiti".

"Sì, ho notato. Midoriya, Bakugo e Kirishima Shonen però mi hanno lasciato perplesso. Sono andati a sinistra, quando tutti hanno scelto la destra. Che correlazione può avere con tutto il resto?".

"Secondo me ci stai pensando troppo. Sarà solo casualità, Yagi" rispose Vlad King, mentre prendeva posto su uno sgabello nero accanto a lui. "Non preoccuparti; anche se li abbiamo avvertiti del mostro non c'è alcun modo che questo possa sbucar fuori all'improvviso. Abbiamo sempre monitorato il sottosuolo; non si sono mai verificati spostamenti o deformazioni della roccia. Questo vuol dire che quell'essere potrebbe anche essere schiattato finalmente!".

All Might non si pronunciò, continuava a guardare il suo pupillo che correva dinanzi a Eijiro e Katsuki su una salita ancor più ripida. Gli alberi avevano un aspetto malato, i tronchi curiosamente bianchi, le foglie rossastre e nere, secche. Non c'erano fiori, i cespugli erano spinosi, pungenti e capaci di strappare pelle e costumi a chi sarebbe finito in uno di quei rami acuminati.

"Io ho fiducia nelle nostre giovani promesse, tuttavia fa parte di noi insegnanti preoccuparci e assicurarci di tenerli d'occhio".

"Sì, All Might. Ora, però, rilassati. Vuoi un po' di caffè?" sbuffò giocoso Vlad King. All Might ringraziò ma non poteva fare a meno di provare un senso di inquietudine. Era come un sesto senso, un campanello che trillava a tratti nella parte più remota della sua mente. "Comunque punto tutto su Monoma. E' un tipo in gamba. Insieme a Kendo fanno un'ottima squadra".

"Non dovresti mostrare preferenze, Sekijiro" arrivò monocorde la risposta di Shota, intento a fissare il cielo. "Penso che potrebbe venir a piovere".

"Ah? Ma che cosa stai dicendo? Le previsioni per oggi indicavano soleggiato, massimo variabile!".

Il biondo scheletrico prese un sorso di caffè dal bicchiere di carta e gettò un'occhiata fugace all'apertura della tenda dove il cielo era diventato di una tonalità più grigia ed uniforme. Quando tornò a guardare il computer notò un'interferenza sull'inquadratura di Izuku, Katsuki ed Eijiro. Cercò di mantenere la calma: probabilmente era solo stata una casualità.

E intanto, ignari che tutti gli altri studenti avessero scelto il percorso originale, i tre Pulcini di Hero erano ormai arrivati in mezzo al nulla. Erano circondati da una flora morente, i rami così fitti e secchi da nascondere il cielo ormai ben più scuro e tetro. Il temporale era forse imminente?

"Dove siamo?" mormorò Eijiro, perplesso.

Dietro di loro si era alzata la nebbia con una luce all'orizzonte quasi surreale. Il vento si era fatto più forte, freddo e continuava a correre un sibilo sinistro, come una voce bassa e letale, insieme a un terribile odore di morte.

"Che cazzo vuoi che ne sappia?" ruggì Katsuki. "Cerchiamo quella fottuta bandiera che voglio vincere!".

"Baku-bro, guarda che non siamo qui per una competizione. E' un test. Siamo a una sorte di corso di sopravvivenza come quello nel centro commerciale" rispose Eijiro mentre si portava dinanzi a Izuku, intenta a riflettere. "Dobbiamo tornare indietro".

"Non se ne parla! Saremo sì e no a metà strada, cazzo! Ti pare che torniamo al punto di partenza e-". Katsuki tacque: qualcosa gli era appena strisciato sotto al terreno con un borbottio sinistro. Eijiro lo guardava in silenzio, Izuku si era voltata con un sopracciglio alzato. "C'è qualcosa qui e ci sta osservando".

Rimasero in attesa, immobili, con il cuore che pulsava nel petto ma dopo qualche istante allentarono l'ansia e l'attenzione. Eijiro si passò una mano tra i capelli per tentare di recuperare un po' di sangue freddo. Si rivolse sorridente a Izuku, la più preoccupata.

"Sai che in questo momento sei proprio uno schianto, Izuku-kun?" si lasciò sfuggire senza il minimo imbarazzo. Le si avvicinò sotto lo sguardo rabbioso di Kacchan che non si aspettava tanta esuberanza e le scompigliò i capelli, sorridendole. "Sarò sincero, non provo minimamente attrazione per le ragazze ma in questo momento non riesco a smettere di guardarti. Non ti scandalizzerai se ti dico che sono completamente duro?".

Izuku arrossì a tal punto da nascondersi la faccia nelle mani, Katsuki invece si avvicinò ad ampie falcate, afferrò il bavero del costume di Eijiro e gli mollò un gancio talmente forte sul viso da spaccargli il labbro inferiore.

"Ma che cazzo ti metti a dire, idiota? Sei completamente fuori come un balcone?!" urlò, scagliandone un secondo ben più forte.

"No, Kacchan! Fermati! Non importa! Mettiamoci in cammino!" esclamò Izuku, preoccupata.

"Sei sempre tra piedi, MerDeku! Fatti i cazzi tuoi!". Il biondo gli protese dinanzi una mano e sparò una potente esplosione. Una foschia rossa era riuscita a prendere possesso della sua mente e non era riuscito a pensare lucidamente: Eijiro era diventato un nemico potente. Eppure, il rosso crinito lo spintonò malamente per le spalle e si interpose eroicamente, con l'Unbreakble, schermando Izuku da quell'attacco quasi a bruciapelo. Dopo una potente esplosione, Katsuki si portò le mani alla testa, respirando a fatica. Qualcosa gli aveva appena lasciato libera la mente. "Deku? Capelli di Merda?".

Il fumo pregno di carne bruciata svanì dopo qualche istante: Eijiro era ancora con le braccia incrociate a poca distanza dal viso, completamente indurito e Izuku era in ginocchio dietro di lui con un'espressione sconcertata e gli occhi brillanti di lacrime non versate.

Kacchan tremava, con la bocca aperta e gli occhi sbarrati nel vuoto. Che cosa gli era preso? Perché si era fatto prendere così tanto la mano? Quel sibilo come una nenia nella sua mente lo aveva costretto ad agire in un modo completamente opposto. Anche per Eijiro? In condizioni normali non sarebbe mai stato così tanto spavaldo e allusivo. Fece per avvicinarsi ai due quando Izuku superò Red Riot per schiaffeggiarlo duramente in viso.
Katsuki assorbì tutto l'impatto tanto da voltare la testa verso sinistra, incapace di smettere di fissare il vuoto con soggezione e un pizzico di frustrazione. Perché aveva ricevuto quello schiaffo? Ah, sì. Aveva agito come un completo folle.

"Che vi sta succedendo?!" tremò Izuku, la sua voce più acuta e pregna di lacrime. "Non vi riconosco! Kirishima, Kacchan..! Basta!".

Red Riot ebbe un capogiro, crollò in ginocchio con una mano tra i capelli. Respirava a fatica, nella disperata ricerca di inghiottire quanto più ossigeno prezioso possibile. Il suo cuore, quando poggiò l'altro palmo su, galoppava ferocemente, pareva prossimo a incrinargli la gabbia toracica per uscire fuori. Izuku diede le spalle a Kacchan per prestargli soccorso; lo aiutò a rialzarsi e gli avvolse un braccio intorno alla vita.

"Stai bene, Kirishima-kun?" domandò preoccupata.

"Sono... Eijiro per te... Siamo amici, no?" articolò questo a fatica, alzando debolmente il pollice. Sbuffò un altro sospiro di stanchezza poi si staccò da Izuku, ormai libero da quella vertigine che l'aveva indebolito per qualche attimo. "Che cosa è appena successo? Ho perso il controllo del mio corpo e ho detto cose... beh... imbarazzanti!". Izuku guardò con dispiacere le due abrasioni sugli avambracci e volse lo sguardo fiammeggiante al biondo. "Ma per fortuna è tutto passato! Per un momento ho sentito come una specie di voce dentro la mia testa".

"Anche io" arrivò un po' flebile la voce di Katsuki. "Per questo ti ho colpito, Deku".

Izuku vide quel profondo senso di vergogna e si ammorbidì. Gli si avvicinò dolcemente e lo strinse a sé; anche con lui c'era una notevole differenza di altezza però non era un problema. Le bastò poggiare l'orecchio sul petto per calmarsi con quel cuore impavido che aveva da sempre ammirato. Kacchan si irrigidì a quel tocco improvviso ed arrossì, la mano contro il naso come abitudine, lo sguardo volto altrove e l'impulso di fissare il seno che si schiacciava contro i suoi pettorali.

Cazzo... si stava eccitando sul serio!

"Vogliamo proseguire? Andiamo a nord. Penso che sia la soluzione più sensata" indicò infine Eijiro...
 




Era una situazione sempre più strana. 

Del bosco oscuro erano giunti in un cunicolo di roccia che odorava ancor più di acqua stantia e di cadaveri in putrefazione. Il basso soffitto era in parte crollato e degli enormi lucernari naturali concedevano uno sguardo al cielo buio. A un certo punto, prese a piovere copiosamente.

"Ripariamoci un momento qui" suggerì Izuku.

Tutti e tre si rannicchiarono sotto una porzione di roccia che non era crollata. Il temporale non tardò a manifestarsi con violenza; un paio di lampi anticiparono dei feroci tuoni. L'acqua cadeva fitta e scorreva in pendenza in alcuni piccoli ruscelli che si inoltravano nell'oscurità dell'unica direzione sensata.

Izuku sospirò: un braccio piegato sotto al seno e l'altra mano sotto al mento parlavano del suo enorme dialogo interiore, tutto fatto di ipotesi e di possibili scenari. O avevano imboccato una strada sbagliata o quel sentiero inesplorato faceva sempre parte dell'esercitazione.

Il freddo stava diventando più pungente, lo sentiva anche attraverso la tua tuta da Hero. Tuttavia, quando sbatté le palpebre vide che le schiene dei due Hero le erano così vicine da infonderle calore. Sorrise dolcemente, grata ma all'improvviso sobbalzò con un gridolino a degli stridii infastiditi di corvi che volavano da un ramo all'altro, sotto la pioggia, tra gli alberi più alti e li fissavano con degli occhietti scarlatti.

Izuku piagnucolò per un attimo prima di sentire un'affettuosa mano sui capelli e un braccio stretto contro il suo corpo minuto e snello. Curiosa, sollevò gli occhi e non poté che arrossire al sorriso bonario che gli concesse Eijiro. Katsuki era rivolto dal lato opposto e controllava impaziente la situazione.

"Sempre un pisciasotto rimarrai" sbuffò quest'ultimo.

"Eh?" fece Deku, sbattendo gli enormi occhi curiosi. "Ah... scusatemi... penso che in questa nuova forma sono molto più suscettibile".

"E dai, Baku-bro, lo sai che può capitare! I temporali in questo periodo sono molto forti e piombano all'improvviso" tentò di appianare bonariamente Eijiro.

"Sei forse la sua balia? Mi da fastidio questo suo comportamento da ragazzina! E' un dannato maschio come noi! E ci sta facendo perdere solo del tempo! A quest'ora avremmo già dovuto trovare la bandiera!" scattò il focoso, spintonandolo. 

Di nuovo? Eijiro strinse i pugni e scoprì i suoi denti aguzzi, rabbioso. La piccola nerd non ci pensò su e si avvicinò al Re delle Esplosioni Mortali per poter tentare di evitare qualche altro scoppio di ira come quello precedente. Il rosso crinito indurì il pugno destro, facendo un passo avanti sulla roccia friabile.

Katsuki caricò un potente pugno destro da schiantare sul viso non rinforzato di Red Riot. Di nuovo quella sensazione di oppressione, ancora quella visione sfocata e scarlatta dove non era abbastanza lucido. Era tornata quel trillo nemico nella parte più lontana della sua coscienza, un sottofondo che lo intimava ad arrabbiarsi e a togliere di mezzo il pretendente di Izuku.

Le scintille nella mano condensarono il suo potere: scagliò veloce e impeccabile una potente esplosione in direzione di Eijiro ma, come un deja-vu al contrario, riuscì a scorgere Izuku intromettersi e bloccare il suo pugno nel suo piccolo palmo. L'onda d'urto dell'One For All fece detonare le scintille che rivestivano la seconda esplosione e si levò un potente boato.

Di nuovo, dopo qualche attimo, Katsuki ed Eijiro scossero la testa, intontiti ma perfettamente consci di ogni cosa.

L'esplosione aveva danneggiato le pareti della grotta, ora il temporale bagnava gran parte del terreno e l'acqua iniziava ad alzarsi di livello.

Dovevano assolutamente schiodare da lì! Il biondo si voltò in direzione di Izuku e il suo cuore perse un battito: il braccio con il quale aveva parato quel colpo intenso era diventato di un rosso-porpora. L'emorragia intera evidenziava che l'osso era andato polverizzato e che adesso oltre al dolore crescente c'era un arto in meno su cui contare.

"Ora che hai meno muscoli, il tuo Quirk è di nuovo disallineato con il tuo corpo... è come un ritorno agli albori..." si lasciò sfuggire Katsuki, colpevole.

Scusa?

Non volevo?

Non so cosa mi sia accaduto?

Kacchan serrò le lebbra e distolse lo sguardo mentre la frangia creava un'ombra un po' terrificante sul viso e gli celava gli occhi chiusi. Sospirò e nel mentre che rilassava il suo corpo teso e i muscoli fieramente contratti, Izuku gli lasciò andare la mano. Il braccio ciondolò lungo il fianco, lei si artigliò dolorosamente la spalla.

"Izuku-kun, Baku-bro, come state?" domandò sincero Eijiro, ancora visibilmente scosso e stupito.

"Questo posto ha qualcosa di strano. Non so dire se è l'aria che respiriamo o semplicemente quello che vediamo. O qualche cosa che sentiamo" disse il biondo con un fil di voce, intento a cercare una soluzione per alleviare il dolore di Izuku.

"Io credo che qualunque cosa prenda possesso della vostra mente temporaneamente ha effetto solo sul sesso maschile. Io ho provato solo paura, tant'è vero che quando ho sobbalzato per il tuono improvviso mi ha dato da pensare. Ricordate ciò che aveva detto Aizawa-sensei?" articolò a fatica Izuku.

 
"Octavor è un mostro impossibile da catturare; si nutre delle paure e dei risentimenti di chi calpesta questo suolo".

 
"Sì, hai ragione! Come abbiamo fatto a non pensarci subito!" esclamò sorpreso Eijiro. "Ma come possiamo resistere?".

"Non penso di conoscere la risposta, Eijiro-kun...". Izuku provò a flettere il braccio ma questo non si mosse e il dolore fu immenso.      
            
"Aspetta, voglio aiutarti".

"Non abbiamo bende di fortuna, Capelli di Merda!" scattò l'altro, incapace di mascherare il suo immenso senso di colpa.

"Posso farcela…" disse lei, tentando di dominare in qualche modo il dolore.

"Lascia fare a me, Baku-bro!". Eijiro Kirishima si strappò la manica nera del suo costume e la divise a metà, iniziando ad avvolgerla a mo' di benda di fortuna intorno al braccio ferito di Deku con amorevole maestria. A lavoro concluso concesse una carezza sui capelli di Izuku e la mano corse perfino sulla sua guancia, precipitando infine lungo il fianco.

Izuku arrossì ancor più ferocemente ma quando il rosso gli si avvicinò per stamparle un bacino sulla guancia, il suo cuore per poco non smise di battere. Eijiro di nuovo si comportava in modo anormale, spavaldo e Katsuki? Volse i suoi smeraldi, li incastonò nei rubini e fu colpita sinceramente di vedere un immenso senso di bramosia e di collera.

-Dannato! Che cazzo pensi di fare in mia presenza? Deku è mio!-.

A quel pensiero improvviso, Katsuki Bakugo si bloccò, interdetto, con gli occhi sbarrati e il corpo freddato. Che cosa aveva appena pensato? Deku sua o suo? Cioè, veramente quella Nerd di merda, sempre rimasta appiccicatagli alle costole nonostante i suoi dispetti, che fosse nata come una maledetta Quirkless con un incredibile quanto maledetto potere prestato, le piaceva in quel modo?

-E' questo postaccio di merda a farmi pensare idiozie! Non c'è altra spiegazione!- commentò nel pensiero e di rimando mentre fissava Deku che teneva gli occhi bassi, rossa in viso e si stringeva la mano sul braccio ferito. -Ma Capelli di Merda gli sta appiccicato più del solito!-.

"Rimettiamoci in marcia. Non so voi ma ho proprio una brutta sensazione" propose infine Eijiro. "Izuku-kun, pensi di farcela?".

Il primo passo fu traumatico; Izuku perse ripetutamente l'equilibrio per via delle scariche di dolore nate da un lieve movimento del braccio ferito. E per poco non crollò in terra, ricurva in avanti, a cullarsi il braccio ferito. Vide le ombre di Eijiro e Kacchan avvicinarsi; tuttavia, eroicamente, alzò una mano e tentò di minimizzare.

Il rosso, prontamente, le offrì le sue possenti braccia: sarebbe stato pronto a sollevarla per tutto il tragitto in stile sposa o al massimo sulle spalle ora che il soffitto non era più basso. In tutto ciò, il temporale non aveva smesso di infittirsi. "Non posso portarti sulla schiena, schiaccerei il tuo braccio e non mi sembra il caso. Scegli. O come una sposa o seduta sulle mie spalle" disse gentile.

Il modo infinitamente buono e genuino in cui lo pronunciò fece arrossire così tanto Izuku da farla balbettare e borbottare parole sconnesse.

"Né l'uno né l'altro, idiota! Può camminare! Se hai le braccia con un peso del genere non potrai combattere!" scattò furioso Katsuki.

"Izuku-kun non è un peso! Se è in questa situazione è colpa tua!" ringhiò Eijiro. "Hai già fatto abbastanza danni per oggi. Chiudi il becco e stai alla larga da Izuku, hai capito?!".

No! Questo era troppo! Bakugo era pronto a fargli sentire il suo profondo risentimento, ancora una volta soggiogato da quella melodia infernale nella testa, quando improvvisamente il terreno sotto loro tre si crepò sinistramente e, a partire da Izuku, sprofondarono in una profonda voragine. 

"Deku!" gridò Kacchan, tentando di afferrarle una mano. 

"C'è qualcosa in basso, sembra vivo!" seguitò Eijiro, intento ad indicare qualcosa che strisciava lentamente in una piccola pozza scarlatta dal forte odore di marcio. 

"Lo farò io fuori!" Katsuki intervenne, forse per redimersi dal suo senso di colpa, caricando i palmi delle mani contro quella viscida cosa che non si capiva né l'inizio né la fine, neanche cosa fosse. 

"No, Baku-bro! Niente esplosioni! L'onda d'urto delle tue fiamme ci investirebbe e ci ferirebbe!" intervenne Eijiro.

Vero, cazzo! A Katsuki vedere le ferite rossastre sulla pelle del compagno di classe bastò per frenarlo. In parte, almeno.

Quella che proveniva da sottoterra era un'aria stranamente calda e con tutte le più alte probabilità, con una singola scintilla, si sarebbe levata la più distruttiva delle esplosioni e la più potente delle fiammate. Tutto sarebbe stato cotto a puntino. Anche quella strana cosa che ora si era fermata e aveva aperto uno strano occhio tondo, senza iridi, senza coscienza addirittura però sarebbe stata sconfitta, no?

"Quello dev'essere..." sibilò Eijiro, scosso.

"Octavor, sì" seguitò Izuku. Quel mostro aveva la testa simile a una grossa anguilla, la pelle lucida e liscia, dal colorito nerastro e in parte bianca. La paura l'assalì così tanto e all'improvviso che caricò ancora il pugno del braccio ferito e urlò "Detroit Smash!" a pieni polmoni.

Lo fece nel momento esatto  in cui il mostro aveva aperto le fauci. Nella bocca infinitamente profonda, crebbe una sfera violacea, luminosa e caldissima: era intenzionato ad attaccarli tutti e tre contemporaneamente! Il primo colpo di Izuku fu violento, la benda di Eijiro si strappò in brandelli e lei stessa trattenne un grido per aver usato il braccio già presentemente ferito. Stupida!

L'onda d'urto piegò il mostro, Izuku sfruttò quel vantaggio per fargli inghiottire il colpo in procinto di essere sferrato con un altro Detroit Smash, decisamente meno potente. Creò inconsapevolmente un effetto boomerang, tornando su insieme agli altri due, grazie alla seconda onda d'urto che la sbalzò verso l'alto.

Eijiro le afferrò la mano, i denti stretti nel terrore di non farcela: se la portò in braccio come una principessa e cavalcarono il forte spostamento d'aria per risalire verso la superficie. Katsuki fu il solo a notare un lampo violaceo proveniente dal polverone creatosi per mano del verdino: quando si diradò, il suo cuore perse un battito. Octavor aveva otto teste, tutte sott'acqua e completamente aggrovigliate in un unico ammasso informe senza spina dorsale. 

Scagliò senza pensarci una potentissima esplosione nata da tutta la rabbia e la gelosia nutrita per la spavalderia di Eijiro, chissà dove finito con Izuku. Era da solo, sarebbe importato se fosse morto così? Urlò con tutto il fiato nei polmoni e poi un silenzio assordante...
 




"Aizawa-kun, guarda!".

L'uomo si avvicinò immediatamente al pc dove Yagi indicava con un tremante indice lo schermo dove non c'era più segnale: la telecamera che seguiva Izuku, Eijiro e Katsuki era stata sicuramente distrutta! Ma da cosa?

"Che cosa sarà successo ai ragazzi?" gemette il biondo. "Prima di perdere definitivamente il segnale video, ho notato che c'era stato un forte scossone e una potente esplosione dal sottosuolo. La telecamera volante di Hatsume Mei-chan sarà andata distrutta per quello?".

Il moro socchiuse gli occhi, incapace di deviare lo sguardo sugli altri gruppi che stavano affrontandosi per trovare la famigerata bandiera. Digitò un paio di comandi sulla tastiera e lesse, con suo sommo sollievo, che molti erano quasi giunti alla meta finale.

"Dobbiamo andare a controllare!" propose disperatamente All Might, alzandosi in piedi con foga. "Non potrò fare molto per i ragazzi ma... non posso restarmene a guardare!".

"So come ti senti, All Might ma ricorda: dobbiamo avere fiducia in loro.

La stretta che Shota gli fece sulle spalle lo fece ammutolire e riprendere nuovamente posto, non senza una paura nel cuore che avrebbe sicuramente fatto braccio di ferro con il suo raffinato istinto di protezione per i più deboli. Tentò di dar credito a quelle parole: doveva veramente avere massima fiducia; la 1-A aveva molti Pulcini di Hero interessanti e lui non avrebbe potuto che esserne più orgoglioso.

"Non è che i tre mocciosi hanno trovato l' Octavor?".

Shota si voltò con uno sguardo fiammeggiante verso Vlad King, come a volerlo incenerire per aver mandato tutto all'aria quel tentativo difficoltoso di calmare All Might. Quest'ultimo si alzò nuovamente dallo sgabello con la paura vivida negli occhi cerulei.

"Non guardarmi in questo modo, Aizawa! Guarda che potrebbe anche essere successo, per quanto ne sappiamo!"

"Quel mostro è sempre stato una spina nel fianco. Più lo affronti più si rigenera, più cresce di dimensioni e si nutre di Quirk forti. E' stato confinato nelle profondità del terreno perché le tenebre lo indeboliscono, non pensavo che dopo più di dieci anni sarebbe stato ancora vivo!" gemette frustato il biondo mentre si passava nervosamente una mano tra le due ciocche che gli incorniciavano il viso pallido. "Sapevo che avremmo dovuto sconfiggerlo tempo fa!".

"E come avremmo potuto fare? Lo hai detto tu stesso che quel dannato mostro cresce assorbendo dei Quirk e nelle generazioni odierne la maggior parte sono tutti di livello attacco. Quanti altri Rabbit Hero o mutaforma conosciamo? A parte Rumi, la Rabbit Hero e Keigo, l'uomo falco che neanche sono in Giappone al momento, non possiamo contare su nessuno!" sbuffò Vlad King, torvo. "All Might, vediamo che succede. Siamo sempre pronti ad intervenire, lo sai. Diamo più credito a questi Pulcini di Hero".

Shota tacque: le parole di Sekijiro Kan, Vlad King, lo avevano profondamente colpito. Guardò dunque All Might che, per la seconda volta, riprese posto sullo sgabello con i pugni stretti sulle cosce e le labbra premute in una linea orizzontale. Era combattuto ma almeno anche fiducioso...
 




Una sensazione calda.

Come un abbraccio. Come le coccole della mamma ogni mattina e i sorrisi paterni di All Might. 

Deku schiuse debolmente gli occhi, la vista ancora annebbiata e il dolore che pulsava gradualmente in un crescendo. Era svenuta? Confusa, sì. Cos'era accaduto? Non ricordava che poche cose. 

Tentò di raddrizzarsi solo per scoprire che era stata messa in una posizione un po'… particolare. Era appoggiata contro il corpo di Eijiro, seduta a cavalcioni sul suo grembo, qualcosa di caldo che premeva contro la zona proibita, il braccio sanguinante e violaceo nuovamente stretto in una nuova benda nera di fortuna e la testa appoggiata nell'incavo del collo di lui.

Il rosso crinito le stava accarezzando i capelli, tenendola stretta a sé con l'altra mano e rimaneva all'erta, seduto con la schiena contro l'enorme masso ricoperto da fogliame rinsecchito e muschio profumato. I suoi occhi erano determinati, rabbiosi, cupi e sicuri.

Tutt'intorno era buio, l'aria fredda e uno strano fruscio sinistro dall'indefinita provenienza non promettevano nulla di buono.

"Shh, Izuku. Va tutto bene, ci sono io qui" sussurrò sentendola fremere un pochino. "Non parlare, quell'affare non è ancora crepato e tu non sei assolutamente in condizione di combattere".

Com'era diverso il tono della sua voce. Quella dolcezza si era mutata in una voce calda e concentrata da perfetto Pro Hero, che le infondeva coraggio e rassicurazione. Avrebbe potuto dormirci, cullata ma un pensiero le martellò in testa. 

"Kac… Kacchan dov'è?" le sussurrò in un orecchio. 

"Non lo so. Prima di essere sbalzati via dall'onda d'urto ho intravisto che quell'affare aveva un'altra testa e aveva mirato a noi tre, lui ci ha protetti". 

Non suonava così allettante. Kacchan era vivo, vero?

Deku tentò di muoversi, ora preoccupata più che mai ma Eijiro le strinse la schiena con maggior fervore. "Fammi alzare, Eijiro-kun, per favore".

"No! So che tenteresti di buttarti nella mischia. Baku-bro è un Hero fantastico, sa quello che fa! Vedrai che gli saremo di maggiore aiuto se resteremo nelle retroguardie". 

Lei non era d'accordo, perciò oppose resistenza e si alzò. Ondeggiò per un improvviso capogiro e di nuovo Eijiro la sostenne tra le sue braccia forti e calde.

"Tengo a te, Izuku-kun. Mi piaci. Mi piace pensare che potremmo avere una possibilità… come coppia intendo" le confessò, baciandole la fronte. "In questo momento sono perfettamente lucido; vorrei che tu fossi te stesso, un maschio ma mi vai bene anche così".

Deku fu colta alla sprovvista, non sapeva che cosa dire. Aprì la bocca per emettere anche solo una sillaba quando entrambi udirono un boato e una più che colorita imprecazione dal tono assai riconoscibile. Le fu tolto istantaneamente un peso dal cuore nel vederlo volare con le sue esplosioni. 

"Kacchan!" gridò colma di felicità e speranza, mentre il biondo atterrava dinanzi a lei, con il viso ferito e un paio di escoriazioni sulle braccia e sulla coscia sinistra. Il suo costume era stato ridotto a brandelli, aveva il petto tutto scoperto ma era terribilmente attraente! "Kacchan, sono così sollevato di vederti! Stai bene?".

Appena lui notò in che stato era il suo braccio si rabbuiò e senza rispondere alla continue domande dettate dal sollievo se la caricò in stile sposa e corse nella direzione opposta seguito da Eijiro con uno sguardo geloso e contrariato.

"Quel cazzo di mostro, non so come, ma più viene colpito più diventa forte, dannazione! Non possiamo batterlo!" ruggì.

"Se non possiamo usare i nostri attacchi, allora come possiamo fare?" esclamò Deku, rossa in viso. "Il mio Quirk però potrebbe avere una possibilità; se riuscissi a distruggerlo con la pressione dell'aria forse potrem-".

"No!" interruppe il biondo. "Hai visto come hai il braccio? Per cui evita di ferirti inutilmente. Per quell'ammasso schifoso serve ben altro!".

"Potrei provare con il mio Rafforzamento?" prese finalmente parola Red Riot, voltandosi per guardare se venivano inseguiti.

"Non hai capito che i Quirk gli fanno un baffo a quel maledetto?!" ringhiò Kacchan. "E poi Deku non è in condizione di combattere, schiodiamo da qui!".

"Ma tu non sei mai fuggito, Katsuki!" sfidò Eijiro, fermandosi.

Di nuovo quella sensazione di rabbia immotivata; Izuku fu percorsa da un brivido di terrore lungo la schiena, tanto da schiacciare il viso nel petto del biondo. Dietro di loro, silenzioso e viscido, il mostro si muoveva lievitando. Ora era di un colorito oscuro e irradiava una luce cremisi che lo faceva apparire infernale. Gli alberi perdevano il colorito al suo passaggio, le poche piante si cristallizzavano prima in ghiaccio per poi dissolversi in minute particelle. Il terreno diventava una massa bruciata.

"Eijiro-kun, è troppo pericoloso… ho solo un'idea in mente!" propose la giovane Deku.

Le braccia di Kacchan strinsero maggiormente la presa sotto al suo corpo. DynaMight aveva un'espressione rabbiosa e collerica che rivolse prima un paio di volte a Red Riot distante e da solo nelle retrovia poi a Izuku, confusa. Il suo corpo si mosse da solo: si chinò in un pochi attimi e stampò un bacio appassionato sulle labbra di lei.

"Tu mi piaci, Deku.. sappilo! Non ti voglio vedere in compagnia di quello lì!".

Due dichiarazioni nello stesso giorno. Deku si portò una mano sugli occhi, rossa in viso eppure il forte sapore come caramello bruciato e un pizzico di wasabi sulle sue labbra le stava dando una sensazione meravigliosa. 

"Anche lui?" domandò ancora il focoso, facendola scendere e prendendole le spalle per cercare i suoi occhi. "Anche lui te lo ha detto vero?".

"C.. come fa… fai?" balbettò sconcertata Deku, sbattendo gli occhi con confusione.

"E' evidente che è pazzo di te. Ma io e te ci conosciamo da una vita, ho un vantaggio" disse, guardando Red Riot che aveva attivato il suo Indurimento. "Quando avremo sconfitto quel coso gli dirò che tu sei mio! Ma se proprio insiste... potremmo fare un threesome! Anche a te piace, no?".

"Kacchan!" squittì imbarazzata la verdina ma in realtà annuì. "Eijiro-kun mi piace. E sono sicura che anche a te fa battere il cuore".

Il biondo deglutì, con le guance colorate di rosa. Izuku si perse nel vederlo spostare lo sguardo altrove e borbottare qualcosa contro il braccio che aveva premuto contro le labbra. Era classico di Katsuki quei gesti e avevano un loro perché.

Deku espirò mentre gli portava una mano sulla spalla e lo superava dandogli la schiena. "Ne tu e ne lui avete considerato una cosa" disse con un fil di voce. La vide irrigidirsi per richiamare il suo potere: delle scariche elettriche iniziarono ad avvolgersi a spirale intorno al suo piccolo corpo. Si voltò appena. "Dovrete prima conquistare la mia fiducia. Quello che ho visto oggi, nenia o meno nella testa, mi ha fatto pensare che il nostro sarebbe un rapporto continuamente competitivo e non mi piacerebbe".

Katsuki corrugò le sopracciglia ma poi allargò un ghigno. "Sai che alle sfide non dico mai di no, Deku! Non pensare di scapparmi! Tu e Capelli di Merda mi appartenete di già!".

Deku mormorò qualcosa forse con un leggero sorriso poi, veloce e illuminata da una scia verdastra, scattò in un balzo agilissimo, sotto gli sguardi attoniti dei due cavalieri. 

Quel mostro aveva un incredibile potere: assorbendo i Quirk poteva sfruttare un'elevatissima auto-rigenerazione. L'unico modo per sconfiggerlo era ammazzare la testa che controllava le altre. E lei, in un frangente, aveva visto la risposta in un luccichio cremisi proveniente dal corpo aggrovigliato mentre cadevano nel sottosuolo. Ora, con solo una cosa da fare, non si sarebbe risparmiata!

Caricò subito l'altro pugno, volando sopra la testa del mostro. 

"Baku-bro!" chiamò subito Eijiro. 

Kacchan capì immediatamente: nessuno dei due l'avrebbe lasciata morire così. Caricò le mani oltre la schiena per condensare e rilasciare esplosioni potenti: volò con una potenza incredibile, afferrò la mano di Red Riot e raggiunsero Izuku.

"Devo colpire quel punto rosso in mezzo alle altre teste e non sarà facile" disse subito Deku, indicandolo. 

"D'accordo, ti apriremo una strada!" risposero con incredibile unisono i due. 

Red Riot afferrò il polso di Deku e la portò sulle sue spalle per farle da scudo alle fauci spalancate del mostro intento a sparare. Kacchan immediatamente colpì con tre AP-Shot che fecero esplodere quella palla bianca e violacea nell'esofago. Da una tremenda esplosione una delle teste si afflosciò.

"In fretta! Si rigenererà subito!" urlò Deku.

Eijiro tranciò una seconda testa con un colpo a coltello della sua mano indurita dall'Unbreakable e che volò lontano fumando. Katsuki nuovamente mitragliò sulle altre teste in una vampata cocente e rumorosa. 

Fu allora che Deku vide il punto: il corpo si era leggermente aperto a mo di riccio per riuscire a preservare il dolore. La rigenerazione resisteva contro quelle fiamme che volavano libere su gran parte del suo corpo sinuoso. Katsuki fece esplodere altri colpi e nel contempo si teneva in sospensione in aria. Eijiro fece un cenno: afferrò il polso di Izuku e la scaraventò più vicino al bersaglio.

"No!" urlò tuttavia il biondo.

Red Riot non riuscì a rendersi conto ma quando voltò lo sguardo incredulo verso la verdina il colore drenò via dal suo viso e impallidì. Izuku si era lanciato nelle fiamme appiccate sulla pelle che odorava di morte. Era stato uno stupido? Lanciò un grido disperato mentre protendeva la mano verso di lei.

Faceva caldo, quel mostro emanava una forza incredibile e schiacciante, gli occhi le bruciavano, aveva difficoltà a respirare e il corpo le faceva male. Forse si era rotta anche una gamba nel saltare. Per un momento le venne in mente Shota. Sorrise un po', era passato del tempo da quel giorno in cui, stretta tra le sue bende, le aveva detto che chiedendo sempre supporto sarebbe stata solo un peso. Beffardo il destino, eh?

Strinse il pugno, imbottigliando forte il dolore e gridò con tutto il fiato nei suoi polmoni l'ultimo più potente colpo a disposizione.

"Delaware... SMASH!".

Izuku impattò contro il punto: la potenza dell'aria si impresse rabbiosa, elettrica e sanguinosa sul mostro che, nonostante la sua disperata resistenza, soccombette miseramente. Il nulla venne inghiottito da una luce bianca, poi scarlatta e infine un boato riecheggiò tutto, zittendo perfino il temporale che non aveva mai smesso di bagnare il creato.

Poi più nulla…
 




Gocce di pioggia. 

Pioveva a dirotto, l'aria era fresca e non più mite come prima. Rumoreggiava contro il vetro, di tanto in tanto qualche lampo anticipava un tuono fortissimo. 

In una stanza dai toni pastello che odorava di medicine, due Pulcini di Hero erano vicino a un letto d'ospedale dove dormiva un ragazzo con le lentiggini. Il suo nome era Izuku Midoriya ed era tornato ad essere maschio dopo che la luna era calata ed era nato un nuovo giorno, sebbene piovoso.

Eijiro e Katsuki avevano qualche cerotto sul viso e delle bende sulle braccia, sul petto, polso e caviglie. I loro visi erano modellati dai sensi si colpa e non erano in alcun modo riusciti a spiccicare parola per distruggere il pesante silenzio di quell'opprimente stanza d'infermeria.

"Doveva essere un lavoro di squadra…" iniziò poi casualmente Eijiro, stringendo dolorosamente i pugni. "Invece ha fatto tutto Izuku-kun. Non avevo mai visto di cosa fosse effettivamente capace... ed è stato molto virile...". Katsuki lo guardò con la coda dell'occhio mentre fissava il vuoto.

Dopo che il mostro era stato sconfitto, Kacchan si era momentaneamente risvegliato con una bandiera piccola, tutta rossa nella mano destra e una X sotto al corpo di Izuku, in un pasticcio di ferite e arti più viola che rosati. Lì per lì non aveva ben afferrato ma poi, colto da un'improvvisa e misteriosa energia, si era tirato a sedere per trascinarsi a fatica verso il punto e piantare la bandiera.

Alle sue spalle, mentre la pioggia finalmente smetteva di cadere e i primi raggi del tramonto bucavano le nuvole soffici e scure, iniziavano a definirsi numerose figure di Pro Hero. Kacchan trasse un profondo respiro, sogghignando: nonostante tutto avevano vinto. Poi le forze gli vennero meno e crollò di nuovo in terra, su di un fianco, la mano su quella di Izuku.

"Il mostro aveva la bandiera nel suo corpo. Che fosse stato tutto architettato per farci sconfiggere l'Octavor?" mormorò Katsuki, gettando un'occhiata su Izuku.

Gli parve, in quel momento, che avesse mantenuto dei tratti quasi femminili, come il naso piccolo e longilineo, le lunghe ciglia e i capelli che risaltavano il suo pallido quanto androgino viso. Spostò i suoi rubini oscurati da tante sensazioni negative verso le braccia: entrambe erano state operate e ingessate e tempo di un paio di settimane sarebbero tornate come nuove.

Chiyo Shujenzi, Recovery Girl, aveva detto che Izuku si sarebbe svegliato presto e invece ancora dormiva. Il moto di preoccupazione continuava a crescere dentro il suo corpo e presto sarebbe esploso.

"Hai detto anche tu che lo ami, vero?" mormorò improvvisamente Eijiro.

Kacchan gelò sul posto e con ironici occhi smarriti lo fissò stralunato. Per l'altro quella reazione fu alquanto ironica, tanto da non trattenere un risolino.

"E anche se fosse? Che ti importa? Deku è mio!" sbuffò, sferzando l'aria con una mano.

"Io me ne sono innamorato dal primo momento che l'ho visto. Izuku-kun ha qualcosa di molto speciale e stare con lui mi ha fatto capire che il mio sentimento è molto virile, non è una semplice cotta" continuò ancora, stavolta con maggior enfasi. "Quindi...  io voglio che sia mio!".

Katsuki lo fissò truce. "Col cazzo che è tuo! Guarda che sia tu sia Deku mi appartenete già! E non fare quell'espressione da fesso; ti si legge in faccia che stravedi anche per me". Eijiro si tese come una corda di violino ma l'altro continuò con un ghigno malizioso. "Sei perfino incapace di nascondere il tuo cazzo duro in mia presenza, Capelli di Merda!".

Eijiro sospirò mentre portava una mano sul suo cavallo e l'altra a grattarsi il viso nell'imbarazzo più evidente. Cavolo, si era davvero lasciato andare! Però, non poteva dire di non essere felice che la sua seconda cotta gli avesse praticamente sottolineato di ricambiare i suoi segreti sentimenti.

"Sì, hai ragione. Stravedo per entrambi. Mi piacerebbe avere una possibilità" ammise dopo un po' il rosso crinito. Guardò Izuku e fu allora che notò un movimento delle sopracciglia. "Ehi, si sta svegliando!".

Izuku, finalmente, riprese conoscenza. In un primo momento rimase in stato confusionale, spostando pigramente le iridi smeraldine in ogni dove; poi i ricordi lo investirono come un getto di acqua fredda. Gemette poi deglutì un sapore sgradevole e amaro giù per la gola.

"Oi, Deku". Si voltò verso Katsuki e sorrise pigramente. "Era ora. Volevi passare tutto il semestre a letto?".

Izuku si concesse una risatina ma poi un pensiero improvviso lo colpì: fissò il suo petto con evidente preoccupazione. Katsuki se la ridacchiò mentre gli scopriva il corpo avvolto in un pigiama azzurrato. Malizioso portò la mano sul suo fallo a riposo e concesse una strizzatina.

"K-Kacchan!" esclamò imbarazzato il verdino.

"Visto? Hai di nuovo il cazzo. Sei tornato te stesso!".

Nonostante quel linguaggio scurrile, Izuku fu invaso da una gioia incontenibile tanto da mettersi un po' a piangere. Era davvero un giorno magnifico e sperava, mentre Katsuki ed Eijiro lo facevano sedere lentamente e delicatamente, di non ricapitarci più. Ferite a parte, stava bene ed era di nuovo se stesso.

"Vi ho sentito parlare" iniziò casualmente il verdino. "Questo mi ha permesso di svegliarmi ma... di cosa stavate parlando?".

"Del fatto che tu e Kirishima siete miei. Mi sembra ovvio. La sfida l'ho già vinta!". Il verdino fissò il biondo con un sopracciglio alzato. "Avresti dovuto vedere com'era duro questo qui prima!".

"Baku-bro!" squittì il rosso, con le gote imporporate di imbarazzo. "Ma è vero... mi piacete molto tutti e due. Quindi... possiamo avere qualche chance?".

Kacchan guardò Izuku con un ghigno malizioso di chi aveva già la vittoria in pugno. Beh, si ritrovò a pensare il verdino, non suonava tanto male arrendersi per una volta e vedere cosa ne sarebbe venuto fuori da un rapporto a tre. Sorrise ed annuì.

Il sorriso di Eijiro, luminosissimo e stupendo, valse più di mille parole. Izuku fu travolto da due paia di braccia e lo sentì forte e chiaro il calore protettivo assaporato in diverse occasioni durante l'esercitazione.

"Ma alla fine chi ha vinto?" domandò poi, curioso.

"Chiaramente noi!" precisò orgoglioso Kacchan, facendolo stendere vista la stanchezza sul suo viso.

"Davvero?".

"Baku-bro ha detto che prima di perdere di nuovo i sensi ha trovato la bandiera nella sua mano e noi tre eravamo proprio sul punto dove piantarla" spiegò Eijiro, facendogli una carezza al viso. Gli fece scorrere volontariamente il pollice sulle labbra con un sorriso molto tenero. "Non vedo l'ora di assaggiarti, Izuku-kun e sono molto felice di vederti di nuovo maschio. Per me è inconcepibile anche solo baciare una ragazza".

"Benvenuto nel team Gay, allora!" burlò Katsuki. Gli altri due ridacchiarono ma poi continuò. "Il mostro aveva la bandiera nel corpo. A questo punto, considerando che nessuno delle altre comparse fosse riuscito a trovare una seconda bandiera, continuo a ipotizzare che tutto facesse parte dell'esercitazione".

"Non è proprio corretto, Bakugo". I tre ragazzi volsero l'attenzione su Shota che era entrato, seguito da Chiyo e Yagi. "Un'altra bandiera c'era ma qualcuno deve averla fatta sciogliere con il proprio acido inconsapevolmente". Non era difficile immaginare chi. Ai tre ragazzi venne in mente che Ashido doveva aver disciolto il premio confondendolo con qualche ramo spaventoso. "Non era previsto che l'Octavor emergesse dopo tutti questi anni. Qualcosa dei vostri Quirk deve averlo risvegliato".

Izuku guardò Yagi che fece semplicemente le spallucce. Che fosse stato o meno l'One for All non l'avrebbero mai saputo.

"Kajo Shigeru, il Villain dell'Octavor, è stato trovato privo di vita questa mattina. Si pensa sia morto per fame ma sono propenso a dire che avesse un collegamento vitale con quel mostro da molti, molti anni" seguitò Yagi.

Chiyo controllò Izuku ed annuì. "Anche stavolta mi hai dato un bel grattacapo con le tue ferite ma mi hanno spiegato e ho chiuso un occhio. Spero che comunque continuerai a cercare metodi alternativi per non mettere a repentaglio le tue braccia".

"Sì, Recovery Girl e grazie" rispose cortese il verdino, con un cenno del capo.

"Siete stati comunque bravi a raggiungere il punto prestabilito, nonostante le vostre ferite e un mostro di quella portata" si lasciò sfuggire Shota, avvicinandosi piano. Portò una mano sui capelli di Izuku e concesse un sorriso. "Sono felice di riaverti di nuovo, Piccolo Piantagrane".

I due professori lasciarono l'infermeria, Chiyo fece altrettanto per prendersi un caffè. Rimasti da soli, i tre Pulcini si scambiarono un'occhiata e fu Katsuki a prendere parola.

"Visto che siamo infortunati, facciamo un po' di sesso qui? E' perfetto. C'è anche il letto!".

"K-Kacchan!" squittì Izuku, rosso. "Non mi sembra davvero il caso e poi ho le braccia fuori uso!".

"Bene, starai sotto. Sei pronto, Capelli di Merda?".

Eijiro si leccò le labbra: oh, quanto sarebbe stato allettante una scopata in infermeria!


The End
 
 
  
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