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Autore: Shichan    18/03/2022    0 recensioni
Atsumu si ritiene capace di diventare il migliore in qualsiasi cosa decida di voler fare. Anche fingere che il problema sia suo fratello e il suo essersi fidanzato, o gli esami in avvicinamento, o l'essersi quasi fatto disarcionare dalla scopa all'ultima di campionato da Kageyama Tobio. Tutto piuttosto che ammettere che il profumo della sua Amortensia gli ricorda pericolosamente Hinata Shouyo, perché quello è un problema, fare un volo di cinque metri rischiando di diventare una figurina delle Cioccorane invece no.
O anche: HP!au dove Atsumu Miya non ce la può fare per sette anni, poi in qualche modo ce la fa.
[AtsuHina + past!KageHina. Altre coppie menzionate in nota di inizio fic]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Atsumu Miya, Shouyou Hinata
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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N/A: non scrivo di Haikyuu da anni, ma si prestava, e amo troppo le HP au per non caderci con tutte le scarpe. Per scrupolo e per evitare spiacevoli sorprese a chi legge, segnalo le seguenti coppie non specificate in intro (erano troppe), menzionate o un pelo più descritte: IwaOi, OsamuKita, KageHina, AtsuFuta, AtsuSemi, AtsuSakusa. 
Happy b-day, hane <3

 

E’ il secondo anno quello in cui Atsumu pianifica di dare fuoco al Cappello Parlante per la prima volta, mentre seduto al tavolo di Serpeverde deve scendere a patti che anche quest’anno - come per i prossimi cinque - non potrà passare il tempo libero tra le lezioni a lagnarsi con Osamu in Sala Comune. Perché uno straccio formato cappello ha deciso di dividerli in due casate diverse. Sottintendo tra l’altro che lui sia quello scemo dei due, perché ovviamente Osamu è finito a Corvonero. Atsumu odia quel cencio sullo sgabello.

Takeda sta spiegando con il sorriso sulle labbra al gruppo di undicenni più o meno spauriti davanti a lui a cosa stanno per andare incontro. Atsumu è tentato di urlare “Vi toglierà tutto ciò che avete di più caro!” per il puro gusto di dire ciò che nessuno ha il coraggio di dire e di seminare il panico. Se si distrae dal suo piano malvagio è solo perché uno dei primini sta letteralmente saltellando fino allo sgabello come se quello fosse il momento più bello del mondo. Atsumu si augura per lui che non abbia fratelli gemelli.

Da lì a pochi minuti, si convince di essere il mago più potente del mondo a soli dodici anni - non che non sia stato sempre molto sicuro delle sue capacità, da quella volta in cui l’iguana di zia Touko è esplosa perché la magia di Atsumu ha deciso di manifestarsi e lui era un po’ arrabbiato. Ha sempre saputo che avrebbe fatto grandi cose, magari dopo essersi diplomato a Hogwarts e essere diventato il più fantasmagorico giocatore di Quidditch degli ultimi due secoli. Invece deve aver appena ucciso il Cappello Parlante con tutte le maledizioni mentali che gli ha lanciato. 

Si sistema meglio sulla panca e ne approfitta per accostarsi a Hanamaki, del terzo anno, e bisbigliargli un: «Secondo te l’ho ucciso col pensiero? Sono almeno tre minuti che non dice niente.» sussurra, mai abbastanza piano evidentemente visto che dall’altro lato di Hanamaki spunta Oikawa, lo sguardo di chi non crede di dover spiegare certe ovvietà a qualcuno. Fissa Atsumu quasi non fosse sicuro di volergli concedere la conoscenza di quanto stia avvenendo, ma alla fine sbuffa e gli offre un: «Certo che non l’hai ucciso col pensiero. Solo perché a te ha solo sfiorato la testa prima di mandarti da noi non significa che tutti siano così semplici. Anche il sottoscritto ci ha messo ben un minuto e ventitre secondi

Atsumu frequenta Toru Oikawa da appena un anno ma ha sentito la storia del suo Smistamento almeno cinque volte. E’ divertente perché ogni tanto la ripete davanti a Iwaizumi che gli ricorda anche quanto abbia frignato quando sono stati divisi di casata. 

«GRIFONDORO!» tuona il Cappello Parlante, e il ragazzino è tutto un woah e un waaaah mentre corre verso il tavolo rosso-oro. Atsumu invece si volta verso quello di Corvonero, individua Osamu e gli fa cenno di aver avuto un’idea geniale. Suo fratello sembra già stanco.

*

Atsumu dimentica del tutto l’esistenza di Hinata Shouyo - se non una sommaria e rumorosa consapevolezza in Sala Grande durante i pasti - fino alla fine del quarto anno. La sua carriera sportiva è già avviata da due e Serpeverde è una squadra piuttosto competitiva quell’anno: perdono contro Grifondoro per un soffio, nonostante Oikawa riesca a prendere il boccino d’oro, ma l’assenza di Matsukawa dopo essersi preso un bolide sul gomito si è fatta sentire, costringendo Atsumu a coprire quasi tutto il campo da solo come Battitore. 

Dopo due anni in squadra e considerata la quasi inesistente differenza di età tra lui e Oikawa, Atsumu sa fare di meglio che tornare nello spogliatoio finché non si sarà calmato o finché Iwaizumi non avrà avuto la forza di farlo calmare e di fargli passare la frustrazione che Atsumu stesso condivide, a essere del tutto sincero. Perciò devia altrove, la divisa ancora indossata a eccezione delle protezioni riposte in fretta e furia prima che Oikawa entrasse nello spogliatoio, e per un momento pensa di aver ricevuto un bolide in pieno stomaco. Pensa già a possibili invidie che vogliono metterlo fuori gioco, stroncare la sua futura sfavillante carriera - ignorando la totale assenza di senso nel farlo a stagione conclusa, cosa a cui Osamu di certo penserebbe in maniera più lucida di lui - quando è la zazzera di Hinata Shouyo a rientrare nel suo campo visivo e non un bolide impazzito.

Hinata alza lo sguardo e c’è un letterale brillio nei suoi occhi quando realizza di averlo davanti. Da lì comincia a parlare così velocemente che Atsumu perde metà delle informazioni che gli vengono date.

«E poi hai roteato la mazza e bam e il bolide è sfrecciato via e wham! ha preso Nishinoya-senpai! Cioè, io ho tifato per Grifondoro tutto il tempo, ovvio, però! Però!» continua a dire, più entusiasmo che sangue nelle vene e Atsumu vorrebbe mantenere una certa classe ma è stanco, viene da una sconfitta e quelli sono complimenti e chi è lui per rifiutarne. Sarebbe meglio se avesse vinto, e  in condizioni normali tutta questa attenzione e da un tifoso avversario basterebbe a fargli prudere le mani tanto da voler subito estrarre la bacchetta, ma qualcosa in Hinata gli fa intuire che non lo stia facendo per prendersi gioco di lui. L’ammirazione che esprime sembra essere sincera, quindi per una volta Atsumu decide di concedere il beneficio del dubbio.

«Grazie,» replica con una punta di esitazione data dalla troppa esagitazione altrui «Iwaizumi e Tanaka non mi hanno reso facile il compito.» aggiunge, riferendosi ai Battitori Grifondoro che lui odia dover affrontare in partita. Stupidi forzuti.

Hinata ha tantissimo da dire anche su di loro, il che è scontato in effetti, ma quando ormai sono fermi nel corridoio da buoni dieci minuti Sawamura - capitano e portiere - viene a recuperarlo e ci aggiunge un «Scusalo, gli ho detto che non era il caso dopo la partita.» di chi è abituato a fare più da padre che da capitano, alla propria squadra, specie visti diversi soggetti presenti. Atsumu apprezza che ci sia una certa sensibilità da parte di chi ha vinto e sa di dover scegliere il giusto momento per complimentarsi con gli avversari. Perciò scuote la testa e fa un occhiolino complice a Hinata: «Non c’è problema, abbiamo fatto due chiacchiere interessanti.»

Di lì a poco entrambi si avviano per il corridoio, probabilmente per riunirsi alla squadra. Nell’andarsene, Hinata gli dice: «Il prossimo anno saremo avversari, Miya-senpai!»

*

A partire dall’anno successivo, Atsumu fa molto più caso a Hinata, forse aspettandosi un agguato in qualche corridoio. E’ così che finisce con il notare molte cose a cui non aveva badato e che, di norma, non sarebbero nemmeno troppo di suo interesse. Hinata Shouyo è una strana creatura capace di farsi amici in qualsiasi casata e in qualsiasi anno: amato e preso in simpatia da persone come Sawamura, che ne è il capitano nella squadra di Quidditch, ma anche da Sugawara di Corvonero che sembra averlo adottato, passando da Kozume di Corvonero che non è famoso per avere tutta questa schiera di amici e finendo con l’interagire anche con Oikawa stesso. Atsumu lo vede nei corridoi, di passaggio tra una lezione e l’altra, mentre si muove con il suo anno che non ha nulla da invidiare ai superiori quanto a soggetti difficili  - Atsumu non crede avrebbe resistito in una classe con Kageyama e Tsukishima.

Non gli sfugge nemmeno come Hinata sia ogni giorno a invadere un tavolo diverso in Sala Grande, non per tutta la durata del pasto naturalmente, ma la facilità con cui scivola nelle conversazioni con chiunque lo incuriosisce. Così lo segue con lo sguardo più di quanto si accorga di fare, anche se ci vuole la prima partita della stagione di Quidditch del suo quinto anno perché qualcosa cambi davvero.

Le fila di Grifondoro hanno cambiato formazione, inserendo in rosa tre studenti che fino allo scorso anno non facevano altro che da riserve. Non si stupisce troppo di vedere Hinata finire a confrontarsi con Oikawa nel ruolo di Cercatore, perché la fisicità lo rende anche troppo scontato; al contrario si rivela un fastidio non indifferente avere tra i nuovi Cacciatori Haiba e Goshiki. Atsumu li ha visti spesso con Shouyo ma non aveva mai badato troppo ai termini delle loro conversazioni. Haiba è alto, così tanto che Atsumu ha dubbi su come riesca a stare in equilibrio sulla scopa durante certe manovre - a un certo punto, durante la partita, Haiba fa un volo di tre metri prima che per pura fortuna riesca a finire di nuovo attaccato alla propria scopa almeno con le mani. Da qualche parte, Yaku Morisuke impreca. 

Goshiki è un Cacciatore di un’aggressività incredibile, tanto che a un certo punto Atsumu e Matsukawa si dividono i compiti e a lui tocca scaricare ogni singolo bolide che gli passa sotto mano contro Goshiki, al punto tale che la palla magica sembra essere stata incantata per seguire solo lui quando sono ormai agli sgoccioli di una partita tiratissima. Goshiki è inesperto abbastanza da mancare l’ultimo tiro in porta, superando l’anello di parecchio e facendo finire la Pluffa da tutt’altra parte. Per motivi che Atsumu non conosce, dagli spalti Grifondoro si eleva non un verso scontento, ma un «HOMERUN TSUTOMU» che fa vergognare Goshiki abbastanza da farlo accartocciare sulla scopa, forse nel tentativo di sparire o mimetizzarsi. 

Qualche secondo dopo uno scoppio di applausi dagli spalti Serpeverde porta Atsumu ad alzare lo sguardo in tempo per vedere Oikawa fare un ampio cerchio in volo, pugno che stringe il boccino teso verso il cielo. Hanno vinto, ma lo sguardo di Atsumu è attirato da Hinata: due metri sotto Toru, ha la faccia di una bestia famelica pronta a qualsiasi cosa per avere quel boccino la prossima volta che il campo lo ospiterà come giocatore. Ed è di fronte a quella fame insaziabile che Atsumu lo ricorda: un ragazzino saltellante rimasto troppo tempo sotto il Cappello Parlante perché la scelta della sua casata possa essere stata semplice e sbrigativa.

Adesso ne capisce il motivo.

*

Contrariamente al pensiero di chiunque, non gli parla dopo quella partita folgorato da chissà cosa. Comincia con i saluti quando si incrociano agli allenamenti, uno in procinto di iniziare e l’altro con il forte desiderio di una doccia; si prendono qualche minuto in corridoio, tra incantesimi che vengono lanciati dove non si dovrebbe e magici quadri pronti a ficcanasare in qualsiasi momento. Qualche volta Hinata si ferma alla sua tavolata in Sala Grande, inizialmente attirato dal vedere lui e Osamu vicini - ma siete gemelli! - e poi per questo o quell’aneddoto, per una domanda su una Pozione che per Atsumu è già programma affrontato l’anno precedente.

La sorpresa è quando a ridosso di un’uscita a Hogsmeade Atsumu viene abbandonato letteralmente da chiunque, perché la sua vita è evidente debba essere un continuo tradimento. Osamu è raffreddato, Oikawa ha un appuntamento con Iwaizumi - finalmente, ha detto Hanamaki quella mattina a colazione, stava diventando imbarazzante fingere di non sapere che si fanno il filo da due anni - e Atsumu potrebbe ammettere (solo per stavolta) di non essere esattamente pieno di amici.

L’aspetto sconvolgente è che Hinata, sempre circondato di persone, si ritrovi solo al punto da chiedergli di passare la giornata a Hogsmeade insieme. E Atsumu non ha motivo di rifiutare.

«E a quel punto» continua Hinata mentre camminano, i piedi ad affondare un poco nella neve non del tutto spazzata via in alcuni punti della strada «Yaku-san ha fatto rimanere Lev per altri trenta minuti di allenamento.» aggiunge, l’espressione di chi rabbrividisce non per il freddo ma per evidenti metodi spartani a cui Atsumu non fatica a credere. Una delle cose più divertenti della compagnia di Hinata, nonostante parli più di quanto Atsumu di solito sia abituato ad ascoltare, è l’immensa espressività: non soltanto quella tradotta in sorrisi e facce buffe, ma anche quella intravista sul campo da Quidditch. Mentirebbe a se stesso se dicesse di non esserne stato incuriosito o addirittura affascinato, in una certa misura. 

«Miya!» sente chiamare e fa appena in tempo a poggiare una mano sulla spalla di Hinata e a tirarlo indietro prima che una palla di neve di discrete dimensioni gli passi a pochi centimetri dal naso, mancando di un soffio la sua testa e quella del Grifondoro. Gli basta voltarsi nella direzione da cui è venuta per inquadrare Suna e Ojiro, il primo che non si sta neanche impegnando a nascondere la bacchetta con cui sta facendo fluttuare diverse palle di neve intorno a lui e con la quale di certo deve avergli lanciato quella appena evitata. 

Suna ha un sorrisetto che mette su ogni volta che ha tra le mani del materiale da ricatto per qualcuno, e Atsumu suppone di essere diventato una vittima; Ojiro sembra quasi volersi scusare con lo sguardo per questo.

«Avevi detto che non saresti venuto!» esclama Suna, fingendo un melodramma assolutamente non credibile visto che non sta neanche provando a mostrare doti da attore che - comunque - non ha mai posseduto. E lo fa di proposito, per far capire di non essere affatto ferito. 

«Ho detto che sarei venuto con Samu!» rimbecca, mentre sta già tirando fuori la bacchetta «Ma è in infermeria con il raffreddore e qualcuno che dovrebbe essere mio amico deve fare la passeggiata romantica a Hogsmeade con il quasi fidanzato.» commenta senza privarsi di sottolineare ogni singola parola con cui ha tutta l’intenzione di mettere l’altro in imbarazzo e farlo tacere. Per sfortuna di Suna, Atsumu è un amico orribile. Per sua fortuna, Aran e Suna inorridiscono contemporaneamente e gli offrono l’occasione perfetta per sussurrare l’incantesimo giusto e accostarci il movimento di polso necessario a far finire in faccia a Suna una palla di neve.

«Shouyo-kun, andiamo di là.» lo istruisce con un sorrisetto da schiaffi stampato sulle labbra, facendo una lieve pressione sulla sua spalla per indirizzarlo dalla parte giusta. Abbandonano quasi subito la strada principale girando dietro uno dei negozi meno frequentati del piccolo villaggio e, anche se gli sembra di sentire un’imprecazione alle sue spalle, è abbastanza sicuro di non essere seguito.

Quando lui e Hinata risbucano, dopo un paio di angoli girati e lontani dalla strada principale, a pochi passi da Mielandia il Grifondoro ha gli occhi colmi di curiosità. Di lì a poco sfocia in un: «Ma era un incantesimo velocissimo! Nemmeno Kageyama è così veloce!» esclama, e Atsumu trattiene giusto in tempo sulla punta della lingua un ci mancherebbe altro, visto che sono di un anno più grande

«Mi dicevi, Shouyo-kun,» riprende invece Atsumu, glissando sulla questione «che hai iniziato a sentir parlare di magia solo a Hogwarts?» 

Hinata annuisce, affondando le mani prive di guanti nelle tasche e lasciando che i piedi lo guidino con naturalezza verso Mielandia, anche se stranamente rimangono fuori e lui non sembra intenzionato ad andare a infilarsi tra gli scaffali di dolci. Il freddo di un inverno inoltrato non pare togliergli comunque le energie necessarie a divertirsi in un’uscita a Hogsmeade o a cercare subito il riparo del Tre Manici.

«Sì, i miei sono Babbani.» replica lui con un’alzata di spalle «Forse il nonno di mia mamma era un mago, non lo so. Lei me ne ha parlato qualche volta da piccolo, ma non me lo ricordo nemmeno bene e lui non l’ho mai conosciuto. Comunque a un certo punto ero a scuola, la scuola quella normale no, e sai come abbiamo scoperto che avevo la magia?» lo interroga, come un cantastorie che coinvolge il suo pubblico, ma al tempo stesso con il malcelato entusiasmo di chi vorrebbe raccontare tutto e subito. Atsumu lo guarda e scuote appena la testa, incentivandolo a continuare. 

«Wham!» esclama, come se dovesse essere un effetto speciale «All’improvviso stavo volando in mezzo alla classe!» 

Atsumu si riscopre a figurarselo con estrema facilità, forse perché dopo averlo visto volare su una scopa durante la partita di Quidditch gli riesce difficile immaginare Shouyo in un contesto più naturale del volo. E lo fa sbuffare divertito il pensiero di uno Shouyo bambino, più corto di tutti i suoi compagni di scuola, poco più di un frugoletto forse, che ride mentre vola involontariamente per tutta la classe. 

«Che c’è? Guarda che dico la verità!» esclama il Grifondoro, pensando erroneamente che lo sbuffo divertito di Atsumu sia dovuto all’incredulità; lui ridacchia più apertamente, una mano guantata va a scompigliare i capelli di uno studente più giovane a cui non avrebbe mai dato un galeone la prima volta che lo ha avvicinato come un fan potrebbe fare con il suo idolo. 

«Ci credo, ci credo,» lo rabbonisce «ma penso ancora che far esplodere l’iguana di tua zia sia molto più figo.»
«Hai fatto esplodere cosa?! Ma dai!» ribatte Shouyo, capendo che non c’è partita in quella gara che poi gara davvero non è, se non lo scambio di due adolescenti che si vantano di cose che non avrebbero comunque potuto controllare nemmeno volendo. 

Una folata di vento gelido fa rabbrividire Atsumu, e lo sguardo va a cercare d’istinto il Tre Manici di Scopa, poco lontano da loro. Fa un cenno con la testa verso il locale, in un muto invito per Hinata a muoversi in quella direzione, e mentre si avvicina già riesce a vedere attraverso i vetri che danno sulla strada qualche pentola che si sta lavando da sola grazie alla magia e boccali intenti a raggiungere fluttuando i giusti clienti.

Shouyo, quando li nota, sembra vedere un incantesimo concretizzarsi davanti ai suoi occhi per la prima volta nonostante abbia avuto di certo modo di vedere quel locale già l’anno prima con l’inizio delle sue visite a Hogsmeade. Quasi distrattamente, Atsumu si ritrova a pensare che emozionarsi a quel modo ogni volta senza lasciare che l’abitudine smussi la meraviglia sia la vera magia.

*

Il quinto anno, o quel che ne rimane dopo Natale, è un insieme di prese di coscienza molto scomode da sommare all'inesorabile avvicinarsi dei GUFO. Dopo l'uscita a Hogsmeade Atsumu passa più tempo di quanto gli piacerebbe ammettere, con Hinata, e senza la più pallida idea di come questo possa o debba significare qualcosa. Ne approfittano spesso per qualche allenamento extra insieme, anche se si parla più di manovre di volo che di altro, visti i ruoli diversi.

A un certo punto Suna decide di mettergli una fastidiosa pulce nell'orecchio alla quale è difficile sottrarsi quando la causa è un compagno di anno e di casata e avete avuto la sventura di scegliere anche le stesse materie facoltative. Così mentre sostano sulle scale che, come magia impone, sono intente a cambiare - costringendoli a un giro molto più lungo - Suna gli picchietta su una spalla e gli indica la rampa di scale sopra la loro, ferma e occupata da una classe del quarto anno. Riconosce la testa di Shouyo un momento prima che lui lo veda e si sbracci con un «Atsumu-san!» che, data la vicinanza e la reazione del poveretto davanti a lui, deve aver appena stordito Goshiki.

Atsumu ricambia con un cenno breve e un mezzo sorriso, sentendosi chiedere «Alla prossima ora sei libero?» e, alla sua risposta positiva, un «Vengo a prenderti fuori dall'aula!» che è sufficiente a Suna per dedurre tutto ciò di cui ha bisogno e che, invece, Atsumu non vorrebbe mai e poi mai offrirgli così su un piatto d'argento. E infatti, non appena Hinata e compagni spariscono dalla loro vista - incentivati da un «Muoviti, idiota» di Kageyama - Suna non perde un solo secondo.

«Devo fare domande sul fatto che uno studente di un altro anno con cui sei uscito a Hogsmeade a Natale venga a prenderti alla fine di una lezione di cui non dovrebbe sapere l'orario?» chiede e Atsumu percepisce il godimento altrui nel porgli quella domanda che è, in realtà, una provocazione evidente.

«Ti ricordo che Tanaka e Nishinoya sono nel nostro anno.» sottolinea, sapendo lui per primo che nessun kohai si prenderebbe mai il disturbo di memorizzare l'orario di un senpai. Di sicuro non Atsumu.

Suna blatera qualcosa ma lui, in modo molto maturo, gli cantilena sopra fingendo di non sentirlo.

*

Verso Aprile il suo mondo viene quasi completamente distrutto dal fatto che suo fratello si fidanza. Un concetto inaccettabile da qualsiasi punto di vista, a cominciare dall'averlo battuto sul tempo quando Atsumu è palesemente il più popolare dei due - il conteggio ufficiale che lui e Samu tengono dal loro terzo anno recita settantuno lettere di ammiratrici e ammiratori per lui e sessantanove per Samu. Non è lui a fare le regole, okay?

In secondo luogo, come sarebbe a dire che all'improvviso non è più lui il centro del mondo di suo fratello? Non se ne fa niente di Suna che gli dice è ridicolo oppure prima o poi doveva succedere. In quanto gemello ha degli specifici diritti e se gli altri non capiscono, che tacciano. E' già pronto a dirigersi al Reparto Proibito in biblioteca e a cercare qualche libro su veleni letali ma che non lascino la minima traccia, quando Osamu gli tira una gomitata nel fianco dopo essersi seduto (con un certo slancio) accanto a lui, esasperato.

«E' Shin, okay?! Ora smettila di fare il cretino abbandonato!» gli dice ed è un'epifania della stessa portata di Bombarda in pieno petto. Perché Shin si traduce in Shinsuke e l'unico che sia una conoscenza di entrambi e per il quale suo fratello abbia mai mostrato una parvenza di ormone funzionante è Kita. Ed è tutto estremamente sleale.

Atsumu fissa il libro dei veleni - nel normalissimo reparto di Pozioni a cui può accedere letteralmente chiunque - e sbuffa, senza celare il broncio infantile che gli piega le labbra: «Sei sleale.» ribadisce a voce «Non posso dire nulla se si tratta di Kita-senpai.» perché in nessun altro caso accetterebbe questa cosa, ma Shinsuke è speciale per entrambi i gemelli, anche se in modi del tutto diversi.

Osamu gli pizzica il braccio giocosamente, intimandogli di lasciar stare i veleni, visto che i suoi voti in Pozioni fanno schifo.

*

Atsumu si ritiene capace di diventare il migliore in qualsiasi cosa decida di voler fare. Anche fingere che il problema sia suo fratello e il suo essersi fidanzato, o gli esami in avvicinamento, o l'essersi quasi fatto disarcionare dalla scopa all'ultima di campionato da Kageyama Tobio. Tutto piuttosto che ammettere che il profumo della sua Amortensia gli ricorda pericolosamente Hinata Shouyo, perché quello è un problema, fare un volo di cinque metri rischiando di diventare una figurina delle Cioccorane invece no.

*

Si incontrano un paio di volte in estate, del tutto a caso e per poco tempo, e qualche giorno prima del rientro a Hogwarts per le ultime spese a Diagon Alley. Succede quando con lui c'è anche Samu, il che è bene perché ha la scusa perfetta per defilarsi quando tutto diventa troppo per il suo ego intento ad autoconvincersi da tre mesi che la sua Amortensia non sa proprio di niente, e molto male perché bastano dieci passi dopo aver salutato il trio Shouyo, Lev e Goshiki perché suo fratello cominci a guardarlo con l'insistenza che gli rivolge solo quando c'è tra loro una domanda evidente che non vuole perdere tempo a pronunciare, ma di cui vuole conoscere la risposta. Così Atsumu resiste per ben cinque minuti prima di rivolgergli un esasperato «Che c'è?!» quando sono ormai quasi arrivati al Serraglio dove hanno appuntamento con Kita.

Osamu lo guarda, lo studia quasi non lo conoscesse a memoria, come se i loro volti non fossero identici da quando sono nati e solo alla fine scrolla le spalle e gli rivolge un semplice: «Contento tu.»

Atsumu lo detesta.

*

Al sesto anno Atsumu ha meno lezioni, dopo aver abbandonato le materie di cui non gli interessa prendere i MAGO, ancora più voglia di dimostrare il valore sul campo da Quidditch e meno maturità di quanta ne avesse l'anno prima. Così quando viene a sapere per caso che l'estate ha formato un sacco di coppie e che tra queste ci sono Shouyo e Kageyama la prende così sportivamente da evitare in modo molto accurato e calcolato entrambi. Non ci sono più allenamenti extra, uscite a Hogsmeade e soprattutto quando li vede per caso in corridoio con le mani che si sfiorano in modo goffo, si accerta che non ci siano nemmeno incontri fuori dalle aule o pezzi di tragitto fatti insieme.

E' quasi sicuro che Osamu lo sappia, a quel punto, ma vige la regola del se non parliamo, non lo chiediamo tra loro e ha sempre funzionato - e per una volta aiuta che siano in due casate diverse. Suna ha la decenza di glissare sull'argomento dopo la prima e unica volta che tenta di prenderlo e si ritrova nelle orecchie la minaccia di essere schiantato giù dalle scale. Atsumu non l'avrebbe fatto sul serio, ma si impegna per essere convincente; sa che Suna probabilmente è consapevole non lo farebbe mai, ma apprezza il suo fingere di essere spaventato abbastanza dall'eventualità di sbagliarsi.

Futakuchi arriva come una sorpresa e una scontata possibilità al tempo stesso. Atsumu non sa se tra loro sia il fatto di avere addosso la stessa carica post partita o post allenamento dovuta dall'essere entrambi nella squadra di Quidditch, o se siano solo l'uno l'opzione più semplice per l'altro avendo uno spogliatoio a disposizione. Fatto sta che sono gli ultimi a restare, un giorno, e si stanno rifilando battutine degne dello stereotipo dello sportivo quando di punto in bianco sono uno addosso all'altro e Atsumu sta dando il primo bacio degno di questo nome. Nessuno dei due è granché, ma nel complesso non va affatto male. Si limitano a quello, qualche occhiata in dormitorio, qualche cenno d'intesa quando gli altri compagni Serpeverde del loro anno non ci sono e scuse sul restare ad allenarsi poco credibili ma a cui nessuno bada davvero. Non c'è un vero inizio così come non c'è una vera fine, arriva solo il momento in cui entrambi hanno sperimentato abbastanza e non ci sono drammi tra loro quando semplicemente smettono di farlo quasi di comune accordo.

Di Goshiki nota le occhiate e gli fa tenerezza vedere il modo impacciato in cui ogni tanto si arma del coraggio proprio della sua casata e cerca di approcciarlo in quello che dovrebbe essere un flirt. Ma per fortuna di Tsutomu, ha troppe cose in comune con Shouyo - il Quidditch, la casata, l'anno di appartenenza e anche parte del modo in cui si entusiasma per le cose - e Atsumu non vuole Hinata, figurarsi qualcuno che gli somiglia abbastanza da ricordarglielo. Mette in chiaro nel modo più tacito e discreto possibile che non è il caso. A Goshiki passa in fretta, forse perché non diventa mai niente più di una cotta passeggera per uno studente più grande. Ad Atsumu chiude lo stomaco per due settimane.

Semi è un'incognita inaspettata. E' diametralmente opposto ad Atsumu in qualsiasi aspetto si prenda in esame, ma c'è qualcosa nel modo calmo con cui lo approccia ad attirarlo. Ci prova senza una vera certezza quando sono entrambi di ronda, butta lì una battuta e si finge il gentiluomo che non è nel riaccompagnarlo verso la parte dei sotterranei che gli spetta - poi stanno lì, un po' come se aspettassero entrambi di fare qualcosa, e Atsumu si piega in avanti per un bacio. Semi non si sposta quella sera, né quella dopo, né quella dopo ancora e per qualche mese è un insieme di cose piacevoli su cui non avrebbe mai scommesso. Nel silenzio del dormitorio non nega a se stesso che sia bello il modo in cui Semi nota le più piccole cose e fa gesti infinitesimali con cui riesce comunque a far sentire l'altra persona apprezzata. Ha un modo complesso, di cui Atsumu non sarebbe mai capace, di offrirgli un abbraccio quando serve, una stretta amichevole sulla spalla se necessario, di far scivolare la mano nella sua quando Atsumu si chiude in silenzi poco tipici di lui ma che con Semi può concedersi lo stesso. Proprio perché ha una sensibilità particolare, Semi capisce di non essere l'unico, o di non essere esattamente quello che Atsumu vorrebbe. Rimane per un po', Atsumu non sa perché.

A Natale fa un regalo a Eita anche se non stanno più insieme. Osamu, che non ne può più di quelle che reputa scappatelle tanto per girarsi dall'altra parte quando vede Hinata e Kageyama in giro, gli dice di smettere di fare lo stronzo. Atsumu sa che ha ragione, ma discutono lo stesso mentre gli rinfaccia di farsi gli affari suoi e tornarsene dal suo fidanzato - che non è affatto giusto o corretto nei confronti né di Samu, né di Shinsuke. Si scusa con entrambi senza che siano passate nemmeno ventiquattro ore e offre in segno di pace una porzione di pasticcio di patate dal tavolo Serpeverde. Non ha senso, ma è il gesto che conta.

Febbraio si trasforma lentamente in Marzo, e i primi giorni del mese si ritrova in infermeria con Sakusa. Stesso anno, stessi corsi - almeno alcuni, Sakusa segue davvero troppe materie per i suoi gusti - eppure non potrebbero essere più diversi e Sakusa non potrebbe rendere più evidente di preferire un tentacolo di piovra del Lago Nero nel piatto del pranzo alla compagnia di Atsumu. Motivo per cui il Serpeverde sente l'impellente necessità di tampinarlo da lì alle settimane seguenti, non senza una certa difficoltà data da una discreta abilità di Sakusa di sgusciare via quando ha l'intenzione di evitare qualcuno, mescolandosi perfettamente ai gruppi di studenti nei corridoi. Quando Sakusa non ne può più, gli dice che lui non è Eita e non ha intenzione di fargli da balia. Per questo Atsumu è confuso quando lo bacia e non si ritrova una bacchetta infilata in posti molto sconvenienti o schiantato contro una parete dalla magia più potente possibile, se è vero che dipendono dalle emozioni, perché Sakusa ha forti emozioni verso di lui. Solo che Atsumu pensa siano tutte molto aggressive.

Non sa bene nemmeno lui perché funzionano, ma in qualche modo lo fanno. Sakusa è il primo di molte cose di cui il mondo crede Atsumu sia un esperto o, viceversa, di cose che pensano tutti non lo riguardino. Sakusa è il primo a rifiutarlo quando Atsumu gli dice che se limonano nelle aule vuote, potrebbero almeno tentare di uscire insieme. E' il primo che tocca in un certo modo, diverso dalla frettolosa curiosità con Futakuchi e dalla risoluta gentilezza di Eita; Sakusa non ama toccarlo né essere toccato, in linea di pensiero generale, ma ci sono modi in cui riesce a sopportarlo e in cui addirittura lo cerca, anche se Atsumu è sicuro non se ne renda conto e lo faccia in modo del tutto istintivo. Sakusa è il primo per cui deve davvero impegnarsi prima che ceda e gli permetta almeno di portarlo da qualche parte all'ultima uscita a Hogsmeade; certo, con qualche velata minaccia nel mezzo - se provi anche solo a fare cose come prendermi per mano o portarmi in quel tugurio di pub ti faccio volare fino a Mielandia con l'incantesimo più doloroso che conosco - ma lo fa. Sakusa è il primo per cui si impunta e decide di provarci più di quanto abbia fatto con Futakuchi o con Eita, con cui c'è la promessa di scrivergli (risparmiami il tedio, Miya) o di andarlo a trovare durante l'estate (sarò irrintracciabile, te lo assicuro) e di avere quello che hanno per più di quanto gli ultimi giorni di scuola concedano.

A un certo punto, mentre arrivati alla stazione di King's Cross si salutano come gli sconosciuti che ormai nessuno crede siano più, Atsumu pensa quasi che forse è così che doveva andare e basta. Di sicuro la sua Amortensia, ora come ora, profumerebbe di tutt'altro.

*

Il settimo anno è quello delle scelte. Un po' perché il mondo pretende da lui che decida e metta nero su bianco cosa fare della sua vita di giovane mago a un passo dall'entrare a tutti gli effetti nella società magica, un po' perché è tra gli studenti più grandi e tutti lo guardano come si fa quando ci si aspettano grandi cose e nessuna incertezza. Deve scegliere per quale squadra di Quidditch professionale fare i provini, perché non riesce a vedersi a fare niente di diverso da quello; deve scegliere di smettere di fare il ragazzino, come Samu ormai ama ricordargli, e tornare a parlare con Hinata prima che metta su una squadra investigativa per scovarlo nei corridoi, specie perché Atsumu sarebbe destinato a perdere visto che Shouyo è riuscito in sei anni a diventare amico anche dei quadri. Lo troverebbero subito.

Osamu ha scelto di restare con Shinsuke anche se l'ex Tassorosso si è diplomato dalla scuola di Hogwarts l'anno prima, ma Atsumu continua a ripetergli che per lui e Sakusa è diverso, non c'è niente da scegliere visto che sorprendentemente mirano alla stessa carriera e quindi sarà più semplice. Deve scegliere la formazione per il suo ultimo campionato tra le mura di Hogwarts, ora che è capitano della squadra perché la scelta era tra lui e Futakuchi e quest'ultimo ha reso piuttosto chiaro il suo e dovermi occupare di altre mille cose oltre a cercare di non fallire platealmente Pozioni ai MAGO? No grazie, facciamo che di quelle ti occupi tu e io al massimo controllo che tu non faccia stronzate.

Logica vorrebbe si preoccupasse anche di parlare con Sakusa perché, a dispetto di quanto dica a Osamu, non è che abbiano esattamente parlato. Stanno insieme, si sono visti in estate. E' un gioco di pazienza, con Sakusa, ma Atsumu si è riscoperto meno scocciato o annoiato di quanto avesse preventivato. Se si fosse trattato di scommettere, lo avrebbe fatto contro se stesso, invece si ritrova tra le mani una parvenza di relazione da sette mesi quando ad Halloween decidono di potersi concedere di andare insieme al banchetto in Sala Grande come farebbe una qualsiasi coppia normale. Nella difficoltà generale di un diciassettenne considerato ormai adulto e responsabile dal mondo magico, ma a cui gli ormoni fanno ancora qualche scherzo, Atsumu è convinto di starsela cavando egregiamente.

Poi arriva Natale, lui è quasi arrivato in cima alla rampa di scale che porta verso la zona dove si trova la Sala Comune di suo fratello, e sente sbraitare l'inconfondibile - suo malgrado - voce di Kageyama. Gli bastano quattro gradini per vedere un guizzo di scintille rosse e capire che c'è un duello in corso nei corridoi. Impiega dieci secondi lunghissimi a ricordarsi che, nonostante uno dei Caposcuola sia di Corvonero e stia sentendo le voci da dentro la Sala Comune (sempre ammesso sia lì e non a lezione), anche lui è del settimo anno e può cercare di portare la calma. Osamu, sbucando da dietro di lui, lancia un Expelliarmus che fa volare la bacchetta di Kageyama un  metro indietro rispetto a lui e Akaashi, il Caposcuola che come supponeva deve essere appena uscito dalla Sala Comune Corvonero, disarma con la stessa facilità Hinata.

Questo non li fa urlare di meno, né li aiuta a smettere di abbaiarsi insulti in faccia. Due giorni dopo, le voci di corridoio parlano di come Kageyama e Hinata si stiano a stento parlando, figurarsi se stanno ancora insieme.

Atsumu deve scegliere di fingere che questo non lo riguardi - perché deve pensare agli esami, al Quidditch, parlare con Sakusa e perché la sua Amortensia che ormai non annusa da anni perché non gli è più capitato di prepararla a lezione di sicuro, senza alcun dubbio, non ha più nulla a che fare con Hinata Shouyo.

*

Poiché il settimo anno deve concludersi in grande stile, anche se sono solo a Dicembre, lui e Osamu decidono di stilare una lista delle cose mai fatte nei loro anni a Hogwarts e di spuntarle tutte entro Giugno. In verità forse lui fa la lista e sempre lui insiste, ma in fondo Osamu non accetterebbe se non lo trovasse divertente e non fosse incuriosito da alcune possibili reazioni. Così decidono di scambiarsi all'ultima lezione prima delle vacanze natalizie, prima che Osamu lasci il castello per andare a casa di Shinsuke e Atsumu rimanga invece tra le mura di Hogwarts. Un incanto per il colore dei capelli di qua, uno scambio di cravatte di là e ci vuole davvero poco per riuscire a ingannare tutto il mondo - forse Suna li guarda con un po' di insistenza all'inizio della lezione, mentre dall'espressione di Aren Atsumu capisce di essere stati beccati subito, ma il resto della classe perde completamente per strada lo scambio e così fa apparentemente il professore di turno. Perciò Atsumu ha la brillante idea di portare avanti quella farsa almeno fino al pranzo, solo perché nel pomeriggio i diversi corsi lo renderebbero impossibile.

Per ogni successo deve andare storto qualcosa, però. Si autoconvince che il problema sia questa massima legge senza alcun fondamento magico quando lungo le scale una mano si aggrappa al suo copridivisa e, senza troppi convenevoli, a malapena riconosce il profilo di Hinata prima che questi cominci a tirarlo su per le scale. Atsumu vorrebbe ritirare il braccio, non fosse che sarebbe un'evidente ammissione dello scambio tra lui e suo fratello, dal momento che Osamu non avrebbe motivo di evitare Shouyo. Un po' come lui, per quanto alla fine si sia detto che c'è una ragione del tutto valida, solo non gli va di esporla quando gliela chiedono.

Mentre Shouyo lo tira su per i gradini e poi lungo i corridoi, e Atsumu riconosce senza difficoltà la strada che deve fare suo fratello per raggiungere la Sala Comune, il Grifondoro parla a raffica: «Ho deciso» comincia «che l'unico modo è prendere te, Osamu-senpai, e portarti da qualche parte non so dove okay, tipo la torre di Astronomia. O la guferia. Cioè volevo portarti giù nei sotterranei ma sarebbe scontato e Tsukishima continua a dire che non sono capace di fare un piano segreto nemmeno impegnandomi— che poi, comunque, non è colpa mia se lui invece pensa troppo e non mi aiuta a trovare una soluzione.» blatera e blatera, tirandolo abbastanza da farlo quasi inciampare a un certo punto, perché nonostante dovrebbe sapere dove stanno andando il Grifondoro sembra decidere sul momento, passo dopo passo. Atsumu potrebbe giurare a se stesso di non aver capito per nulla quale sia la questione per cui suo fratello dovrebbe essere l'elemento chiave, almeno in apparenza.

«Dico davvero, insomma, è impossibile che Atsumu-san continui a sparire in qualsiasi corridoio anche quando tento di incrociarlo alla fine di una lezione. Nemmeno con gli orari che mi hai dato tu ci sono riuscito, e a meno che non sparisca nel nulla— insomma, sì, siete più avanti di un anno e siamo in una scuola di magia ma non è possibile, giusto? A Hogwarts non ci si può smaterializzare. Comunque,» prosegue senza quasi riprendere fiato ma fermando di botto i suoi passi - Atsumu gli finisce in parte addosso, torace contro schiena, rendendosi conto quasi per sbaglio che Hinata è più alto del ragazzino che al suo terzo anno si è avvicinato per fargli i complimenti dopo una partita persa. Forse se anziché guardarlo da lontano al puro scopo di evitare di incrociare il suo sguardo avesse solo continuato a passare del tempo in sua compagnia, se ne sarebbe accorto. E' un pensiero fugace che si impegna a mettere a tacere prima che possa trasformarsi in un qualcosa di più grande, pesante e pericoloso.

Shouyo si volta a guardarlo ed è ancora il Grifondoro esagitato, ma al tempo stesso è anche un sedicenne che dei lineamenti della fanciullezza ha perso quasi tutto, ed è la persona per cui Atsumu è stato confuso abbastanza da chiuderla fuori nel momento in cui ha scelto qualcuno che non era lui. Poco importa che non gli abbia mai messo di fronte l'altra possibilità o dell'essersi trattato di Kageyama e basta, perché ha soffocato l'alternativa prima ancora che fosse chiara e visibile per lui.

«Puoi aiutarmi a parlarci? Una volta sola. Voglio chiedergli se c'è qualcosa che non va... volevo domandarglielo quando tu e Akaashi-san avete disarmato me e Kageyama, ma...» lascia cadere la frase, abbassando per un momento lo sguardo. Atsumu non ha bisogno di chiedere a quale litigio si riferisca perché è impossibile dimenticarlo, né vuole davvero mettersi nella condizione di farsi raccontare la storia romantica finita probabilmente male tra loro due. Per quanto Osamu lo stuzzichi in merito lui sta ancora con Sakusa, più o meno e in un modo tutto loro, perciò la vita sentimentale di Shouyo non lo riguarda. Per nulla. Assolutamente no.

Sta per dirgli che non pensa ci sia molto da dire, o magari sarebbe meglio optare per un diplomatico consiglio di avvicinare Atsumu - di avvicinare lui - come meglio gli riesce, inventandosi che sarebbe controproducente se lui (Osamu) si mettesse di mezzo. Fa per aprire bocca ma Shouyo lo fissa, aggrotta un poco le sopracciglia e poi gli lascia la manica che non ha fatto altro se non tirare per tutto il tempo, tenendola fra le dita anche quando si sono fermati. Atsumu lo occhieggia, vagamente incuriosito, e capisce che Shouyo ha appena compreso di non avere davanti Osamu Miya, non importa se il cravattino con i colori di Corvonero dice il contrario.

*

Serpeverde vince la Coppa di Quidditch e lui non potrebbe chiedere di meglio per la sua ultima stagione. I festeggiamenti partono dallo spogliatoio, si trascinano per i corridoi, scivolano nei sotterranei e si concludono a tarda notte - per non dire mattina molto presto - in Sala Comune. Sarebbe perfetto se ci fosse Osamu, mentre si è fatto bastare i complimenti sinceri di Shouyo a fine partita. Corvonero dovrà riprendersi dalla batosta di essersi giocato il campionato agli ultimi due minuti di partita prima che suo fratello possa accettare la sconfitta tanto da aver voglia di festeggiare la sua vittoria, ma per adesso Atsumu se lo fa andare bene così. A un certo punto, quando l'alba si sta affacciando timidamente e l'orario implica ancora un castello deserto, Atsumu abbandona le coperte di un letto su cui per motivi a lui ignoti è svenuto anche Suna a un certo punto della festa, si mette addosso abiti semplici visto che il weekend lo libera dall'obbligo della divisa e scivola fuori dal dormitorio prima e dalla Sala Comune poi. Lo accolgono sotterranei bui, silenziosi e solitari e sarebbe così fino alla Sala d'Ingresso se non incrociasse Sakusa proprio dove i sotterranei si immettono nel piano terra del castello. Con Tassorosso e Serpeverde ospiti della medesima area di Hogwarts nessuno dei due si stupisce della presenza altrui, specie conoscendo l'uno le abitudini dell'altro.

Non sa perché, ma Atsumu percepisce senza bisogno di parole che è arrivato il momento di avere una conversazione rimandata dall'inizio dell'anno. Mentre gli esami MAGO sono alle porte e loro si trascinano dietro più di un anno di relazione stabile in cui Atsumu non ha mai guardato né toccato nessuno oltre Sakusa e senza che abbia mai anche solo flirtato per scherzo con qualcun altro, ha la stessa sensazione avuta con Futakuchi e con Eita. Quella consapevolezza di dover mettere la parola fine, in un modo o in un altro, per un motivo più o meno evidente e comprensibile.

Camminano uno di fianco all'altro, in silenzio, fino a quando non riescono a sgattaiolare fuori nel giardino. Sakusa è prudente abbastanza da non rischiare inutili perdite di punti senza ragione, perciò se lui per primo vuole uscire Atsumu lo segue senza troppe domande. Li accoglie un'aria frizzantina nonostante si parli ormai degli sgoccioli di Maggio, la fine di sette anni di scuola pericolosamente vicina e ad Atsumu per la prima volta sembra di non aver concluso nulla pur avendo fatto così tanto e aver stretto, fino alla sera prima, la Coppa del Quidditch tra le mani. Si fermano in un area del Porticato, a un certo punto, e Sakusa si siederebbe se solo non fosse per lui inconcepibile poggiarsi su qualcosa di così sporco. Lo fa Atsumu al posto suo, quindi, e aspetta.

Il sole ha ormai rischiarato buona parte del cielo quando Sakusa gli dice: «Possiamo essere compagni di squadra, se lo stesso team decide di volerci tra i giocatori professionisti.»

Non è un drammatico addio, non sono urla e schianti di incantesimi lanciati con rabbia, e una parte molto infantile di Atsumu si chiede se sia perché Sakusa non ci tiene abbastanza; ma poi pensa che per più di un anno Sakusa è stato questo, sempre: la calma di chi lavora duramente, come ogni figlio di Tassorosso, tutti i giorni e mettendo su un tassello dopo l'altro, fino ad avere un risultato. E che non sempre si aspettano che quel risultato sia una vittoria. A volte si aspettano un pareggio o anche una grande sconfitta in cui si fa largo appena appena un piccolissimo traguardo raggiunto. Fa per allungare una mano verso la sua, ma poi cambia idea e scuote la testa. Sbuffa una mezza risata, o almeno così crede.

«Non sei per niente romantico.»
«Ti preferivo quando stavi zitto.»

*

Gli esami sono ormai finiti, tutti gli studenti del settimo anno non aspettano altro che i risultati e il banchetto finale, insieme alla proclamazione della Coppa delle Case. Serpeverde non se l'è giocata male, pur restano di qualche punto sotto Grifondoro ed è difficile pensare che ci saranno stravolgimenti dell'ultimo minuto.

Atsumu ha accennato a suo fratello di Sakusa e, per forza di quella cosa chiamata convivenza con Suna e Futakuchi, l'ha detto anche a loro al solo scopo di evitare imbarazzanti battute sull'Espresso di Hogwarts durante il ritorno. Non c'è nulla che potrebbe sconvolgerlo a questo punto, con l'incubo di inchiostro e calamaio e tempo che scorre ormai lontano, con uno stomaco da riempire e che verrà presto saziato. E' nell'atrio, a una manciata di metri dalla Sala Grande: il vociare si fa più alto e concitato quando qualcuno comincia a insultarsi al punto tale da far impallidire la povera occupante di uno dei quadri più vicini al litigio, una dama di altri tempi per cui qualsiasi cosa venga prima del linguaggio di tre secoli fa è classificabile come volgare e inaccettabile. Facendosi largo tra la piccola folla nessuno si stupisce di trovare Hinata e Kageyama di nuovo ai ferri corti - niente di troppo drammatico, ben diverso dalle bacchette sguainate e gli incantesimi volanti dell'ultima occasione in cui Atsumu li ha visti così, ma si tengono testa abbastanza da portare diversi del settimo anno a chiedersi come sopravvivranno senza Akaashi a far da paciere l'anno prossimo.

Il Caposcuola chiede di lasciar passare, per andare pazientemente a recuperarli. Shouyo protesta, qualcosa riguardo all'essere colpa di Kageyama e sei sempre il solito condito con non capisci niente detto in modo molto più colorito, concludendo con un e intanto hai perso detto di sicuro con tutta l'intenzione di pungerlo sul vivo. Non fallisce di certo - non che ci voglia un grande stratega a capire come provocare Kageyama, comunque. Atsumu si è sincerato di farlo per tutta la partita finale a suon di bolidi tirati casualmente in direzione di Tobio - e Kageyama è lì per estrarre la bacchetta. I suoi muscoli tradiscono meno intenzione di quanto si potrebbe credere, ma Atsumu è più veloce e ha dalla sua la sorpresa di chi non lo ha minimamente considerato fino a quando un fascio di luce si schianta contro le gambe di Kageyama.

Il Corvonero ci guadagna un balletto di fronte a tutti e ad Atsumu tocca la gomitata di suo fratello nelle costole, insieme al richiamo di un docente perché mi aspetto tu abbia raggiunto una maturità più alta del castare un Tarantallegra contro uno studente più giovane al tuo ultimo giorno in questa scuola, Miya Atsumu!

Serpeverde perde venti punti poco prima della cerimonia di chiusura. Atsumu ci guadagna la soddisfazione di chi voleva farlo da anni.

*

Lui e Sakusa finiscono a giocare per la stessa squadra, quella che già l'anno prima ha accolto tra le sue fila Bokuto. Ad Atsumu non dispiace per nulla, perché Bokuto è un giocatore che ha imparato ad apprezzare durante il campionato scolastico e che è sempre stato curioso di vedere come sarebbe stato avere in squadra, coprirgli le spalle e gestire la distribuzione dei Bolidi in modo da facilitargli il compito già aiutato da un talento evidente. Sakusa probabilmente vorrebbe più silenzio in spogliatoio di quanto possano offrirgli un estroverso cronico e il suo ex fidanzato.

L'anno dopo si unisce a loro Hinata Shouyo. Fa già ridere così.

*

«Dici che ce la fa?» bisbiglia Aren, preoccupato come la mamma chiocchia che è sempre stato per i gemelli Miya, benché lo neghi - nessuno può capirlo come Suna o Futakuchi. Qualsiasi madre rinnegherebbe i gemelli, soprattutto Atsumu.

«Non ci credo nemmeno se lo vedo con i miei occhi.» «State tutti sottovalutando il piccoletto. Salazar piangerebbe sangue se vi vedesse ora, pensavo che la mia presenza vi avesse plasmati almeno durante gli anni che abbiamo condivi—»
«Zitto, imbecille.» sibila Iwaizumi, dando un colpetto tutt'altro che leggero a Oikawa e piantandogli con poca gentilezza una mano sopra la bocca quando intuisce che sta per iniziare a lamentarsi del suo essere manesco. Stanno insieme da anni e non hanno mai perso la dinamica da vecchia coppia sposata.

Osamu non sa quando, di preciso, si sono ritrovati come un gruppo di vecchie streghe riunite nella sala da tè per eccellenza a scambiarsi pettegolezzi, con la differenza che loro sono appostati a un tavolo come un gruppo di sfigati che fingono di bere insieme quando stanno solo spiando l'unico vero perdente interagire con la sua cotta da quindicenne in denial, durante un appuntamento che finalmente ha avuto il coraggio di chiedergli. Sempre ammesso non sia stato Hinata a proporlo.

Si domanda se faranno prima i due interessati a scoprirli, il padrone del locale a cacciarli o il resto degli avventori ad accorgersi che in un tavolo sono concentrati giocatori di Quidditch professionistico, un allenatore che sta compiendo i suoi primi passi ufficiali nell'ambiente e altre persone più o meno conosciute tra l'essere negozianti di Diagon Alley o dipendenti del Ministero della Magia - tutti schiavi della gavetta, ma tant'è.

*

Atsumu ripensa in modo grottesco a quella volta in cui, durante il suo terzo o quarto anno a Hogwarts, aveva pensato sarebbe stato intelligente nonché prova di grande abilità di volo passare sopra al Platano Picchiatore e sfidarlo a colpirlo, così da poter mostrare le manovre imparate come il genio del Quidditch che sentiva di essere. Vorrebbe essere di nuovo il punching ball del Platano, in questo momento.

Ha chiesto a Shouyo di uscire durante il giorno libero, senza specificare se si trattasse o meno di un appuntamento, cosa che però Shouyo si è fatto scappare come l'affermazione più naturale del mondo. Da quel momento Atsumu vorrebbe dire di aver sentito le farfalle nello stomaco e sarebbe molto romantico se solo non somigliassero più a delle tarantole che gli ballano la tarantella dentro. Nonostante questo è stata un'uscita piacevole - con qualche fermata obbligatoria per alcuni fans, ma piacevole.

L'obiettivo della giornata non era certo ritrovarsi davanti Shouyo intento a parlargli di Kageyama.

«Quella volta durante il tuo ultimo anno,» gli dice «quando ti ho scambiato per Osamu e poi me ne sono accorto mentre eravamo sul pianerottolo...» prosegue e lo guarda, aspettandosi un cenno che Atsumu gli concede immediatamente, perché si ricorda bene di quel momento. Quello in cui ha avuto la sensazione, subito dopo essere stato riconosciuto, che Shouyo stesse per dirgli qualcosa di importante che non avrebbe mai più potuto sapere. E infatti non gli era stato detto niente, se non qualche richiesta sul perché non avessero più passato del tempo insieme come prima. Mi manca stare insieme, gli aveva detto con un candore che aveva sortito più o meno lo stesso effetto di un Pietrificus Totalus.

Shouyo si apre in un sorriso e basterebbe già quello a mandare in corto circuito buona parte delle sue elucubrazioni, com'è sempre stato da quando un ragazzino di un anno più piccolo gli finì addosso in un corridoio, pieno di entusiasmo e di complimenti per lui che aveva perso. Come quella volta a Hogsmeade, a Natale, mentre l'ex Grifondoro riusciva a entusiasmarsi per magie a cui chiunque alla sua età era già abituato abbastanza da non stupirsene più. Come quando una voce per la scuola aveva detto qualcosa che poi gli era stata messa di fronte agli occhi, mentre le mani di Hinata e Kageyama si sfioravano con impaccio in corridoio.

Atsumu ci ha pensato mille volte, più di quanto gli piaccia ammettere. Le sue prime esperienze sono state con tante persone diverse - Futakuchi, Semi, Sakusa - e quelle di Shouyo magari sono state tutte di Kageyama, ma ciò che li accomuna è non averle condivise. E lui non sa se quanto Hinata sta per dirgli è che vorrebbe tornare con il ragazzo con cui quelle esperienze le ha fatte ma Atsumu, invece, vorrebbe dirgli che dopo Sakusa non ci sono stati altri e che da quando Shouyo si è presentato nella loro attuale squadra Atsumu ha capito che non sarebbe stato in grado di guardare nessuno oltre lui.

Ma Atsumu ha imparato negli anni a essere molte cose: è stato scaltro come lo voleva Salazar, ed è stato il complice perfetto di suo fratello, le vuote minacce di Suna, il caso perso di Aran, il cameratismo da spogliatoio per Futakuchi, la cotta adolescenziale di Goshiki. E' stato la spalla di Semi mentre lui gli faceva da posto in cui tornare, ed è stato per Sakusa più di quello che pensava e meno forse di ciò che si aspettava. Per Hinata Shouyo non ha idea di cosa possa essere stato, ma non sente di poter improvvisamente essere coraggioso.

«Tu e Sakusa state ancora insieme?» gli domanda l'altro a bruciapelo e di tante cose che pensava gli avrebbe potuto chiedere quella non è mai stata un’opzione. Di nuovo, a un passo da quella che pensava sarebbe stata una rivelazione, si ritrova con la schietta richiesta di essere sincero.

«No,» pronuncia e giura su Osamu che non sa perché il suo cervello decida che quattro anni di silenzio debbano essere recuperati ora, ma all'improvviso parla, parla, parla di tutto ciò che non ha mai detto - né a Shouyo, né a Osamu che lo aveva capito da solo, né a Suna - e dopo non sa quanto tempo ha appena ammesso di aver rimpianto di non aver schiantato Kageyama all'ultimo giorno del suo ultimo anno quando Shouyo si alza in piedi e no no no è tutto sbagliato

Le labbra di Shouyo sono sulle sue, in uno schiocco che sa di abitudine più che di dichiarazione, di affetto smisurato anziché della passione di chi forse con altre scelte avrebbe avuto questo molto prima. Lo guarda e ride, e che Salazar lo incenerisca con un incantesimo fulminante per quanto sdolcinato sia il pensiero di avere la sensazione che tutta la stanza si stia illuminando quando Shouyo ride per lui. Poco importa che rida di lui.

Nessuno al mondo sembra accorgersi del piccolo miracolo che ad Atsumu sembra di stringere tra le mani, almeno finché non sente un coro da stadio due tavoli più in là e inorridisce nel vedere chi lo occupa.

Casta un incantesimo non verbale, e negherà fino alla morte che il bordo bruciacchiato del vestito buono di Suna sia colpa sua.

   
 
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