22/03/2022
3 recensioniAlla prossima,
Deh
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Lo zio Noya
Da quando Noya aveva finito il liceo, aveva iniziato a girare il mondo facendo lavori sparsi nelle varie nazioni che visitava. Ovviamente tornava in Giappone di tanto in tanto e qui una delle sue tappe fisse erano Tanaka e Shimizu, il primo poi era considerato un dio dopo che era riuscito a conquistare e addirittura sposare la ragazza che avevano sempre considerato una dea.
Nacque Kaoru, il loro primo figlio, e Nishinoya si precipitò in ospedale a guardare con i propri occhi quel piccolo miracolo, perché le foto e i messaggi di Asahi non rendevano allo stesso modo.
Guardò quel piccolo bambino di nemmeno un giorno attraverso il vetro e promise che, almeno una volta l’anno, sarebbe andato a trovarlo. Perché lui sarebbe stato lo zio figo che ti porta regali esotici e che ti insegna tutto quello che c’è da sapere sulla vita.
Così come promesso, non appena Kaoru compì un anno, Noya tornò in Giappone e passò quasi un’intera settimana a casa del suo migliore amico.
Kaoru rideva in sua compagnia e Yu si divertiva a giocare con lui in ogni modo.
Questo almeno fino a quando, un pomeriggio, giocarono al classico “bubu settete” con Noya che si nascondeva dietro il divano e poi appariva di scatto. Kaoru stava ridendo felice e divertito, poi l’adulto ebbe la brillante idea di indossare una maschera che avrebbe terrorizzato qualsiasi persona indipendentemente dall’età.
Kaoru urlò completamente traumatizzato, poi pianse per le successive tre ore.
Noya sembrava mortificato dalla situazione e Ryu provò a consolare il suo amico dandogli diverse pacche sulla spalla e affermando che il bambino era ancora piccolo, quindi non avrebbe mai ricordato quel momento.
Quando Kaoru aveva due anni, Noya tornò dal Nord America portando con sè tantissimi regali, soprattutto alimentari.
Noya si presentò a casa dei suoi amici proprio nel momento in cui Kiyoko stava uscendo per andare a lavoro. Questa salutò Yu, poi diede uno sguardo veloce alla busta piena di cibo che questo portava e si voltò verso il marito -Non fargli mangiare troppi zuccheri.
Non passarono neanche dieci minuti da quando Kiyoko aveva raggiunto il suo negozio di sport che ricevette una chiamata da parte di Ryu.
-Che succede?- rispose in fretta e con preoccupazione.
-Stiamo andando in ospedale, Yu ha fatto assaggiare la cioccolata alle fragole a Kaoru.
Shimizu imprecò, sapeva che non doveva lasciare il suo bambino con quei due. O almeno, considerando quanto fossero idioti, forse avrebbe dovuto mettergli una maglia con su scritto “SONO ALLERGICO ALLE FRAGOLE”.
Durante i tre anni di Kaoru, Noya fece loro visita a Natale.
Il bambino già camminava e Yu li aveva solo avvertiti che sarebbe passato, ma non aveva detto con cosa addosso.
Quindi, quando suonarono alla porta, Shimizu sorrise al bambino e gli disse -è arrivato lo zio Noya! Perché non vai ad aprire tu?
Questo corse a farlo, trovandosi dall’altro lato l’adulto completamente vestito dal “Grinch”.
Neanche a dirlo ma rimase traumatizzato e pianse per circa un’ora.
Quando Kaoru aveva quattro anni, Noya e Tanaka decisero che era arrivato il momento per il bambino di fare nuove esperienze “da grandi”. Così decisero di portarlo un’intera giornata al lago.
Fu una bella giornata all’inizio: il sole splendeva, avevano tutti indossato il giubbotto di salvataggio, avevano sistemato le canne da pesca, preso qualche pesce e mangiato i loro panini del pranzo.
Le cose iniziarono a peggiorare quando Noya, non contento, decise di iniziare a raccontare di miti e leggende su quel lago, di mostri marini che vivevano nel fondale e di persone scomparse.
Kaoru era sempre più spaventato e Tanaka rise mentre lo abbracciava -Sta tranquillo amore, lo zio scherza, inoltre noi siamo sulla barca, non ci succederà nulla!
Non che comunque un bambino di quattro anni potesse tranquillizzarsi con solo una frase del genere.
E dal peggiorare, le cose precipitarono totalmente quando una delle canne da pesca iniziò a tirare forte, i due adulti si alzarono in contemporanea e, nella foga del momento, Kaoru prese una gomitata in piena faccia che non solo lo tramortì, ma lo fece cadere pure in acqua.
-Amore, domani viene lo zio Noya.
Kaoru aveva ormai cinque anni, il bambino era andato in cucina per fare merenda e Kiyoko l’aveva informato di quella notizia.
Kaoru si bloccò di scatto, spalancò gli occhi e iniziò a muoversi nervosamente.
-Tutto bene?- Kiyoko si accorse subito che qualcosa non andava, quindi lo raggiunse e si inginocchiò alla sua altezza.
Gli occhi del bambino si riempirono di lacrime, poi corse dalla madre singhiozzando, abbracciandola come se ne valesse della sua vita.
-Lo zio Noya no!- la pregò -Mamma non voglio morire! Non lasciarmi solo con lui!
Shimizu si trattenne dal ridere, dopo tutti quegli anni capiva pure perché il suo bambino ne fosse terrorizzato. Come dargli torto?
-Sta tranquillo cucciolo, la mamma non ti lascia- rispose prendendolo in braccio e cullandolo.
L’unico problema sarebbe stato spiegare la situazione a Ryu e, soprattutto, a Noya senza ucciderli per la delusione.
Nacque Kaoru, il loro primo figlio, e Nishinoya si precipitò in ospedale a guardare con i propri occhi quel piccolo miracolo, perché le foto e i messaggi di Asahi non rendevano allo stesso modo.
Guardò quel piccolo bambino di nemmeno un giorno attraverso il vetro e promise che, almeno una volta l’anno, sarebbe andato a trovarlo. Perché lui sarebbe stato lo zio figo che ti porta regali esotici e che ti insegna tutto quello che c’è da sapere sulla vita.
Così come promesso, non appena Kaoru compì un anno, Noya tornò in Giappone e passò quasi un’intera settimana a casa del suo migliore amico.
Kaoru rideva in sua compagnia e Yu si divertiva a giocare con lui in ogni modo.
Questo almeno fino a quando, un pomeriggio, giocarono al classico “bubu settete” con Noya che si nascondeva dietro il divano e poi appariva di scatto. Kaoru stava ridendo felice e divertito, poi l’adulto ebbe la brillante idea di indossare una maschera che avrebbe terrorizzato qualsiasi persona indipendentemente dall’età.
Kaoru urlò completamente traumatizzato, poi pianse per le successive tre ore.
Noya sembrava mortificato dalla situazione e Ryu provò a consolare il suo amico dandogli diverse pacche sulla spalla e affermando che il bambino era ancora piccolo, quindi non avrebbe mai ricordato quel momento.
Quando Kaoru aveva due anni, Noya tornò dal Nord America portando con sè tantissimi regali, soprattutto alimentari.
Noya si presentò a casa dei suoi amici proprio nel momento in cui Kiyoko stava uscendo per andare a lavoro. Questa salutò Yu, poi diede uno sguardo veloce alla busta piena di cibo che questo portava e si voltò verso il marito -Non fargli mangiare troppi zuccheri.
Non passarono neanche dieci minuti da quando Kiyoko aveva raggiunto il suo negozio di sport che ricevette una chiamata da parte di Ryu.
-Che succede?- rispose in fretta e con preoccupazione.
-Stiamo andando in ospedale, Yu ha fatto assaggiare la cioccolata alle fragole a Kaoru.
Shimizu imprecò, sapeva che non doveva lasciare il suo bambino con quei due. O almeno, considerando quanto fossero idioti, forse avrebbe dovuto mettergli una maglia con su scritto “SONO ALLERGICO ALLE FRAGOLE”.
Durante i tre anni di Kaoru, Noya fece loro visita a Natale.
Il bambino già camminava e Yu li aveva solo avvertiti che sarebbe passato, ma non aveva detto con cosa addosso.
Quindi, quando suonarono alla porta, Shimizu sorrise al bambino e gli disse -è arrivato lo zio Noya! Perché non vai ad aprire tu?
Questo corse a farlo, trovandosi dall’altro lato l’adulto completamente vestito dal “Grinch”.
Neanche a dirlo ma rimase traumatizzato e pianse per circa un’ora.
Quando Kaoru aveva quattro anni, Noya e Tanaka decisero che era arrivato il momento per il bambino di fare nuove esperienze “da grandi”. Così decisero di portarlo un’intera giornata al lago.
Fu una bella giornata all’inizio: il sole splendeva, avevano tutti indossato il giubbotto di salvataggio, avevano sistemato le canne da pesca, preso qualche pesce e mangiato i loro panini del pranzo.
Le cose iniziarono a peggiorare quando Noya, non contento, decise di iniziare a raccontare di miti e leggende su quel lago, di mostri marini che vivevano nel fondale e di persone scomparse.
Kaoru era sempre più spaventato e Tanaka rise mentre lo abbracciava -Sta tranquillo amore, lo zio scherza, inoltre noi siamo sulla barca, non ci succederà nulla!
Non che comunque un bambino di quattro anni potesse tranquillizzarsi con solo una frase del genere.
E dal peggiorare, le cose precipitarono totalmente quando una delle canne da pesca iniziò a tirare forte, i due adulti si alzarono in contemporanea e, nella foga del momento, Kaoru prese una gomitata in piena faccia che non solo lo tramortì, ma lo fece cadere pure in acqua.
-Amore, domani viene lo zio Noya.
Kaoru aveva ormai cinque anni, il bambino era andato in cucina per fare merenda e Kiyoko l’aveva informato di quella notizia.
Kaoru si bloccò di scatto, spalancò gli occhi e iniziò a muoversi nervosamente.
-Tutto bene?- Kiyoko si accorse subito che qualcosa non andava, quindi lo raggiunse e si inginocchiò alla sua altezza.
Gli occhi del bambino si riempirono di lacrime, poi corse dalla madre singhiozzando, abbracciandola come se ne valesse della sua vita.
-Lo zio Noya no!- la pregò -Mamma non voglio morire! Non lasciarmi solo con lui!
Shimizu si trattenne dal ridere, dopo tutti quegli anni capiva pure perché il suo bambino ne fosse terrorizzato. Come dargli torto?
-Sta tranquillo cucciolo, la mamma non ti lascia- rispose prendendolo in braccio e cullandolo.
L’unico problema sarebbe stato spiegare la situazione a Ryu e, soprattutto, a Noya senza ucciderli per la delusione.
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