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Autore: lmpaoli94    22/03/2022    0 recensioni
Un sogno.
Un sogno ma che nel mondo è tutto vero.
Un fratello e una sorella di appena cinque anni che si tengono per mano nelle vie fredde dove sopra le loro teste suonano i rumori di disgrazie che non potranno mai dimenticare.
Quei rumori che li fa fuggire senza i propri genitori e che io ho visto con i miei stessi occhi una mattina come tante.
Parlavano a malapena l'italiano, ma ciò non gli impediva di capire. Di riuscire a sentirsi protetti in una terra che non era la loro.
Io pensavo che tutto questo potesse essere un terribile incubo vedere quei bambini assetati e affamati che scappavano con le loro residue forze lontano dalla follia della guerra.
Eppure loro due erano lì, in una notte d'inverno come tante...
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero solo nella mia casa e distrattamente, mi ero dimenticato qualcosa nella mia auto.
Era notte fonda e fuori da casa mia si gelava.
Come potevo abbandonare quella comodità per andare nella mia auto?
Ma quello che stavo cercando mi serviva assolutamente e non potevo rimanere con le mani in mano e alla fine, decidendo prima di cenare, andai a prendere quella cosa coprendomi come meglio potevo.
Camminavo guardando il cielo sopra di me.
Era brillante con le sue stelle e non c'era nessuna nuvola in cielo.
Se non fosse stato così freddo, sarebbe stata una bellissima serata.
Ma il vento soffiava imperterrito ed io mi accennavo a correre per cercare di scaldarmi.
Ma appena mi ritrovai dinanzi alla mia macchina, vidi una coppia di bambini che mi fissava con gli occhi assonnati.
Non potevo credere che dinanzi a me c'erano quelle creature che appena incrociarono il mio sguardo, fuggirono all'istante.
Io cercavo di seguirli, senza capire realmente che cosa stava succedendo in quel momento.
Non ebbi nemmeno il coraggio di chiedere aiuto ai miei vicini perchè sapevo che dovevo cavarmela da solo.
Gridavo con un filo di voce, dicendogli di fermarsi.
Erano coperti da un folto giubbotto e da due piccole borse in cui richiudevano tutta la loro vita.
E poi alcuni ideogrammi che mi fecero capire che non erano della mia stessa nazionalità.
Delle figure esili che pensavo potessero essere fuggiti da molto lontano e che da molto lontano, erano giunti in un piccolo paese sconosciuto immerso tra le colline di dove abitavo io.
Io non capivo e non pensavo che ciò potesse essere possibile, ma quei bambini erano proprio dinanzi a me.
Alla fine, esausti e senza forze dopo che molto probabilmente avevano camminato per chilometri e chilometri, non riuscivano più a muoversi mentre le lacrime e la paura prese improvvisamente il sopravvento.
< State tranquilli. Va tutto bene. >
Cercai di avvicinarmi a loro, pensando di accarezzarli.
Ma l'ambiente che ci circondava era troppo freddo e che dovevo fare al più presto per proteggerli.
Se li avessi lasciati al loro destino, l'indomani mattina sarebbero morti di freddo.
Dovevo aiutarli e il miglior modo per farlo era di ospitarli nella mia umile casa.
Non so se mi avrebbero compreso, ma appena li presi per mano, la piccolina mi sorrise con i suoi occhi celesti e persi nel vuoto.
Le sue lacrime era come se fossero spariti e tutto ciò riempì il mio cuore di gioia.
Non sapevo davvero cosa pensare.
Non sapevo davvero se avessi riuscito a salvarli, ma sicuramente avrei cambiato il loro destino in una terra straniera che avrebbe contornato il loro prossimo futuro.


Rientrando in casa, sentii la temperatura molto diversa e a dir poco piacevole.
I due bambini si sentivano bloccati e mentre accesi tutte le luci di casa, i bambini non accennavano a muoversi.
Erano sfiniti e il piccolo bambino, si sentì crollare.
< Che cosa ti succede? Ti prego, non morire. >
Era sfinito e aveva bisogno di mangiare, bere e riscaldarsi.
Gli preparai qualcosa da mangiare che subito gradì.
La bambina, che era sicuramente sua sorella, lo imboccò come se fosse la sua stessa mamma, anche se a vederla, era più piccola di lui.
< Hai bisogno di una mano? >
Incredibilmente, la bambina fece no con la testa, facendomi capire che lei stessa aveva capito.
Parlava fitta fitta mentre il bambino mangiava con gusto e si riscaldava dinanzi al fuoco acceso.
Non potevo credere a quello che stavo vedendo, ma era tutto vero.
Fratello e sorella si stavano aiutando l'uno con l'altro ed forse per questo il motivo per cui ce l'avevano fatta a sopravvivere in un percorso ostile che li avrebbe condotti verso la loro stessa fine o verso un futuro vivo, ma ignoto. Proprio come era adesso.
Non smettevo di guardarli, mentre il bambino finì tutta la tazza di latte e biscotti che gli avevo fatto preparare.
Incredibilmente, la bambini lo redarguì dicendogli parole incomprensibili e cercando di svegliarlo.
Da quel tono, potevo capire che aveva mangiato troppo veloce e che ad un bambino come lui, gli avrebbe fatto solamente male.
Ma poi fratello e sorella si strinsero assieme in un abbraccio strappalacrime che mi fece piangere anche a me.
Gli domandai se avessero bisogno di qualcosa e in fretta e furia, preparai i loro letti.
Li misi a dormire nella stanza degli ospiti che da molto tempo non usavo perchè con il mio lavoro, non avevo tempo di invitare i miei amici.
A malapena riuscivo a vedere la mia fidanzata, ma ciò è un'altra storia non importante che non racconterò.
I due bambini si spogliarono e presto gli detti alcuni vestiti puliti che non so come, ritrovai nei miei cassetti.
Vestiti di quando avevo all'incirca la loro età, anche se non sapevo ancora il loro nome e quanti anni potessero avere.
Ma ciò non avevo bisogno di saperlo. Non ora, almeno.
Quello che mi interessava è vedere quei bambini sani e salvi senza pensare a quello che stava succedendo nel resto del mondo.
Perchè è ciò quello che tutti adesso potevano credere e che molti vorrebbero non pensare.
Ma la realtà delle cose talvolta è cruenta e spietata e bisogna davvero credere a quello che sta succedendo intorno a noi. Nel bene e nel male.


Attendendo che si fossero addormentati, i due bambini si stringevano come se il loro legame fosse stato indissolubile.
Come se nessuno li avese potuti dividere.
E ciò era tutto vero: in fondo avevano percorso migliaia e migliaia di chilometri rischiando la loro stessa vita in un futuro incerto che li avrebbe accolti in una terra straniera.
Ed io mi sentivo inerme. Come potevo entrare nelle loro vite? Davvero avrei fatto abbastanza aiutandoli ospitandoli e dandogli vitto e alloggio?
Senza dimenticare l'amore che avvolge la solitudine.
Perchè quei bambini non potevano stare da soli, anche se sapevano bene badare a loro stessi.
Ma io non potevo credere a quello che stavo guardando.
In pochi minuti era cambiato tutto nella mia vita, senza avere ancora il coraggio di dirlo ai miei famigliari.
Ma so che potevo farcela perchè questi bambini avevano una forza di volontà incredibile che non sono mai riuscito a vedere da nessuno.
Una forza di volontà che lì aveva per sempre cambiati.
Ed io rimasi avvolto nel mio silenzio, addormentandomi subito dopo.
Pensando ad una preghiera per loro.
Ad una preghiera e ad una speranza che i loro stessi genitori potessero essere vivi per poterli rivedere.
Per poter avere notizie di loro.
Mi addormentai conscio, sapendo quello che avevo appena fatto.
Ma quando durante la mia notte insonne mi svegliai di soprassalto, in un primo momento credetti che fosse tutto un terribile incubo.
Ma andando verso quelle stanze che non utilizzavo mai, vidi quei bambini dormire come due angioletti.
Riposarsi nella notte dopo giorni tremendamente difficile ora che il loro futuro era adesso e un presente ignoto che bisognava affrontare alla svelta.
Ed io, dal canto mio, quella notte non dormii, rimanendo a vegliare e ad accarezzare quei visi così innocenti e angelici che la guerra ha tentato di spazzare via in maniera crudele.
Non avevo altre parole o altri pensieri per esprimere quello che mi stava accadendo.
Dovevo solo rimanere accanto a questi due bambini e proteggerli qualsiasi cosa fosse successo.
Perchè anche se adesso potevano dirsi al sicuro, ciò non si poteva dire lo stesso del loro destino.
Che cosa sarebbe successo?
Che cosa avrebbero fatto delle loro vite?
Avrebbero ritrovato i loro genitori?
Domande che avevano assolutamente bisogno di risposte, ma che l'attesa di tali sarebbe stata lunga. Troppo lunga e snervante.

 

Angolo autore lmpaoli94

 

Buonasera a tutti.

Ho voluto scrivere questo racconto per sfogare alcuni miei pensieri che affollano la mia mente.
Vorrei mettermi nei panni dei bambini che in questo momento stanno fuggendo da una guerra.
Una guerra ingiusta e che non fa altro che distruggere vite.
Perchè la guerra è sempre sbagliata, in tutte le sue forme-
Ed io come scrittore di efp nel mio piccolo, ho voluto mettere per iscritto queste mie poche parole, cercando di continuare e immaginarmi il tutto in una vita difficile che quei poveri bambini ucraini stanno attraversando.
Perchè dobbiamo scordarci quello che abbiamo trascorso con la pandemia.
Non dobbiamo scordarci che “ANDRA' TUTTO BENE” perchè dovremmo pensarlo anche per il loro stesso futuro.
Anche per quei bambini andrà tutto bene se ciò i soldati e i loro padri coraggiosi riusciranno a fermare tutto questo.
Per una libertà agognata che tutti noi abbiamo bisogno di ritrovare.
Perchè anche se noi italiani ci possiamo sentire al sicuro, non possiamo dire lo stesso per quella gente che sta soffrendo incondizionatamente.
Quindi oltre al nostro aiuto nel donare soldi o cibo per loro, proviamo a concentrarci senza essere troppo egoisti verso di loro con un piccolo pensiero, senza pensare al brutto che li circonda o al telegiornale che ci fa' vedere immagini sempre tragiche.
Pensiamo a loro come un popolo felice che in un futuro molto vicino, riuscirà a riconcilliarsi con i loro stessi figli.
Pensiamo a loro come ad un popolo fiero quale e che potrà tornare un giorno a sentirsi diverso da quello che è adesso.
Pensare a fin di bene, senza voltarci dietro a tali presente.

Grazie a tutti e spero di non aver scritto a sproposito. Se volete, fatemi sapere che cosa pensate di questa storia, magari diffondendo la voce tra voi lettori e autori.
Grazie ancora. Davvero. Per tutto quello che penserete e tutto quello che farete a tal proposito

   
 
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