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Autore: LaMicheCoria    22/03/2022    3 recensioni
Crowley non ha cantato, quando è venuto alla Luce.
I suoi occhi si sono spalancati all'Incanto della Creazione e da verdi che erano si sono riempiti di oro e di sole.
[A Nao Yoshikawa]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono

Ma sono di proprietà dei rispettivi autori.




A Nao Yoshikawa,

Perchè sì.




Nel Cuore Di Chi Ama


Tutti gli Angeli nascono cantando.
Il loro vagito è Armonia e non v'è pianto sulle loro bocche, ma Osanna e Gloria e Hallelujah che inghirlandano la Candida Rosa di diamanti e lumini.
Crowley non ha cantato, quando è venuto alla Luce.
I suoi occhi si sono spalancati all'Incanto della Creazione e da verdi che erano si sono riempiti di oro e di sole. Con lo sguardo ha divorato l'intorno, si è nutrito di ogni dettaglio, di ogni astrazione appesa alla cupola dell'Esistente; ha teso la mano, immergendo il braccio nell'azzurro della Volta Celeste, s'è inumidito la bocca con le gocce iridescenti che cadevano dalle ali dei Serafini e ha contato sulla punta delle dita i passi nudi dei Cherubini sul profilo delle Stelle Fisse.
Il cuore degli Angeli ha il peso delle piume e vi scorrono i pensieri dell'Altissimo, il loro sangue è Idea, il loro respiro Ineffabile.
Il cuore di Crowley è Materia, è fuoco ed è fiamma, è curiosità che spinge fino alla corona rossa del Sole, è voce che grida all'entusiasmo, il suo sangue è battito spinto dentro le tempie e dietro le orbite, i suoi polsi tremano quando la gioia lo assale e ama guardare la Terra, perchè il Cielo non è che una distesa tutta eguale, dove onde e vento si confondono, dove le nuvole vorticano come spuma ed il sopra ed il sotto annegano nel medesimo mare illuminato d'immenso.
Non ha confini e non ha forma, mentre la mente di Crowley è incoronata del profilo aguzzo delle montagne e tra i suoi capelli ci sono fili d'erba e granelli di sabbia e le sue ciglia sono ingemmate di ghiaccio ed i suoi occhi hanno visto il sole e la luna ed i suoi piedi sono affondati nel limo e nel deserto rovente.
Crowley non ha cantato, non quando è venuto alla Luce, e per secoli dalla sua bocca non carole né preghiere, ma nuovi suoni e nuove parole e nuovi nomi, e lì il fiume e là l'oceano e qui l'Oriente, da cui si trae l'alba ogni mattina, ed al suo opposto l'Occidente cui tutte le sere taglia la gola, per osservarne il sangue schizzare d'arancione e di rosso il filo dell'orizzonte.
E quando, al finire di un'Era di vagabondaggi, dopo aver bevuto le lacrime dei ghiacciai ed essersi bagnato il viso con la coda delle comete, ecco, Crowleyq finalmente si siede, splendido e splendente nella sua cotta di maglia. Osa alzare lo sguardo e tendere l'orecchio -Giacché per quanto rumore faccia la Vita, non vi è suono capace di colmare il silenzio che gli assorda il petto. Lui, che ha dato voce a cento parole e mille linguaggi, è una creatura priva di Verbo che ambisce inutilmente al Canto.
Ha chiesto gli altri Arcangeli, che al contrario suo declamano il Peana di Jahvè.
Ha domandato alle Virtù, che più di tutte conoscono la Poesia di Elhoim.
Nessuno ha saputo dargli risposta. Nessuno, tranne un Angelo che lo ha raggiunto su una collina intiepidita di primavera, incuriosito dal suo continuo questionare.
Il suo nome è Aziraphale ed è il primo Angelo sulla cui bocca Crowley abbia mai visto sostare un sorriso.

Il Canto è Amore.” gli spiega “Il Canto degli Angeli è l'Amore per Dio, perché il Canto è nel cuore di chi ama.”
Crowley rimane istupidito dalla risposta, vi si lambicca, ci rimugina, pensa, ipotizza, indaga. Aziraphale pare saperne più di lui, quindi presto comincia a portarselo appresso, per mari e per monti, tra gli astri e sulle onde, e l'Angelo lo accompagna di buon grado, che sia per lasciare manciate di perle sulla lingua delle conchiglie o dipingere cerchi e venature nel ventre degli alberi. Insieme intingono l'aculeo dell'ape nella pittura e insegnano ai girasoli il percorso del giorno e disegnano trame e fantasmagorie con le tele dei nidi di ragno.
Nel lasciar cadere polvere di stelle su ali di farfalla, nell'osservare di sottecchi Aziraphale mentre soffia cristalli e diamanti negli occhi delle libellule, Crowley non può che domandarsi:
forse non riesco a cantare perché, in verità, io non amo Dio?
E se così è, cos'è che ama?
E se fosse incapace di Cantare, perché incapace di provare Amore, ma solo Sete? Una Sete di Essere, Esistenza e Vita, una Sete inesauribile, infinita, che lo ha reso assetato, insaziato, insaziabile, incapace di trovare appagamento e riposo, un tendersi continuo fino e verso lo stremo, che lo ha condotto lontano dai monti di cui conosce ogni altezza e dalle stelle cui ha organizzato ogni moto.
Samael, che ha il tono graffiante di chi si è ferito la gola con il primo grido e l'infantile pianto, ride del suo affannarsi.
Dio ti dirà che sei sterile d'Amore
, sorride e sogghigna, In verità ti dico che sei fecondo di Passione.
Passione -No,
Maledizione!
La Passione è fiele nella gola, gli irrancidisce il cuore, un grigio macigno che gli fracassa ossa e cassa toracica. Crowley non ha più fili d'erba tra i capelli, ma una corona di spine sulla fronte e gocce di sangue che rotolano sugli occhi e sulle guance; l'acqua evapora dai palmi, sulla bocca non Poesia, non Versi, ma Imprecazioni e Bestemmie. Dal fango zampillano scorpioni e vipere cornute e le sue ali sono nere, sono pece incrostata sui rami di pruno dei suicidi: quando s'agitano, quando gemono per sollevarlo dal marcio e dal lordume, scatenano maremoti e creano correnti di tornado e ruggenti uragani.
Dove la luce del sole e Aziraphale che canta alle corolle dei fiori e conta e insegue i cervi sui declivi e incorona di bacche i cespugli e il sottobosco? Dove la sua risata, tanto lieve da far invidia alla brezza? Dove la sua voce, che non riesce più a udire, ma non sa dimenticare?
Tutti gli Angeli nascono cantando.
Crowley non ha cantato, quando è venuto alla Luce.
Crowley canta mentre sta morendo, mentre le piume cadono una ad una, mentre si accascia, schiacciato dal livore dell'Inferno, mentre piange e grida e urla e le lacrime gli liquefano il viso e gli ustionano le guance ed il collo.
Crowley canta di un Canto che si perde nel silenzio ad imbuto della Giudecca, canta i prati e le libellule ed il mare e le onde e le comete e le api e l'Oriente e l'Occidente e i moti delle stelle ed il calcareo tintinnare dei granelli di sabbia -E Canta il nome di Aziraphale, senza sosta, a più riprese, vi si aggrappa, vi si appiglia. Canta, Canta, Canta il nome di Aziraphale e l'Assenza e la Lontananza e Canta, Canta, Canta e non ha più quiete, non ha più pace.
Perchè il Canto è Amore e il Canto è nel cuore di chi ama -E non c'è nessunoche Crowley ami più di quell'Angelo che per primo gli ha sorriso su una collina intiepidita di primavera.






   
 
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