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Autore: MIV93    27/03/2022    1 recensioni
Dal prologo:
“Finalmente ce l’abbiamo fatta…” disse lo shinigami con gli occhiali, tirandosi indietro i capelli e togliendosi quelle lenti in realtà del tutto inutili.
La donna annusò l’aria, disgustata: “Ne sei sicuro, Aizeeen-samaa? – chiese, allungando volutamente il nome del suo padrone con fare civettuolo – Qui sento puzza solo di anime e shinigami… non è che siamo finiti nel Rukongai e il nostro animaletto ha sbagliato mira… di nuovo?!”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Arrancar, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen, Urahara Kisuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12
- Return to the Void Territories -


 
Il viaggio tra i due mondi fu più breve del previsto e il senso di vuoto e vertigine provato da Setsuna, Regina e Aya nella loro prima traversata era ormai scomparso. Nei pochi minuti di tragitto, percorsi in tutta calma su un sentiero di reiatsu generato dall’Alto Comandante Uminojoo tramite un dispositivo sferico che teneva tra le mani, invenzione del capitano Gakusha. “Un metodo per viaggiare con maggiore stabilità ora che i portali vengono creati con un dispositivo decisamente più stabile del prototipo” aveva riferito l’Alto Comandante, conducendo gli ospiti in quello spazio vuoto.
Nei minuti che trascorsero in viaggio, Uminojoo spiegò come la scienziata aveva perfezionato il metodo di apertura dei portali, comunque instabili e pericolosi, e nel mentre Ichigo Kurosaki cominciò a spiegare, in maniera sommaria ed approssimativa, alle ragazze dei Void Territories, come funzionassero i loro mondi, chi fossero realmente i loro accompagnatori e cosa avessero vissuto fino a poche settimane prima. 

“Posso fare una domanda?” chiese Aya, fissando stranita il rosso.

“Certo, spara!” le rispose Ichigo.

“Di preciso allora cosa sei? Quale natura hanno i tuoi poteri? Sei uno shinigami? Un hollow? Un quincy? Un fullbringer?”

Ichigo sorrise: “Io sono un sostituto shinigami, incaricato di proteggere Karakura Town… non sono un tizio di scienza, mi importa solo avere il potere di proteggere i miei amici!”

“Un modo comodo per dire che manco tu lo sai!” sbraitò Regina, scatenando l’ilarità generale e facendo arrossire terribilmente lo stesso Ichigo. Setsuna rise, eppure si toccò la fronte con la mano atteggiata a forma di artiglio: quante volte si era chiesta quale fosse la sua natura, da quando aveva sviluppato i poteri hollow… e se Aizen le avesse fatto qualcos’altro, così come aveva giocato con la vita di Ichigo Kurosaki?

Lasciò tuttavia perdere quel pensiero, placando l’ansia, fissando con gioia la luce in fondo al tunnel che stavano percorrendo: i Void Territories erano finalmente di fronte a lei e non poteva che esserne felice. Era stata lontana solo pochi giorni dal suo mondo, eppure le era sembrato fossero trascorsi mesi!
Quando però il gruppo uscì dal portale, ciò che si parò loro di fronte era ben diverso dalla landa deserta nell’estrema periferia dalla quale erano partiti la prima volta: sotto il cielo limpido di una sera illuminata da luna e stelle, notarono come il portale era sospeso su una larga scalinata di legno con tanto di piccolo palco, posta su un’altura abbastanza alta da mostrare l’intero panorama; terminata la scala, c’erano tutti i capitani e i vice di ogni Comando, sull’attenti e con sguardo fisso davanti a loro e, alle loro spalle, un sentiero che conduceva nel cuore dei Void Territories.

“Wow, che entrata in scena… Comandante, voleva mostrare i muscoli?!” disse, ridacchiando, Regina e, per la prima volta da diversi giorni, l’Alto Comandante… sorrise.

“Benvenuti, gente dei mondi oltre il nostro… nei Void Territories!” declamò Uminojoo mentre delle guardie, rapide e silenziose, prendevano l’arrancar prigioniero arrivato con loro e lo portavano via in tutta fretta, quasi per tenere nascosta quella cattura. Il gruppo che la seguiva fece alcuni passi sulla piattaforma di legno, Ichigo e il gruppo dei difensori di Karakura Town per primi, e il paesaggio che apparve loro… lasciò tutti stupefatti.

I Void Territories, a differenza della Soul Society e dell’Hueco Mundo, erano una distesa d’acqua immensa, l’azzurro sfumato nel blu era il colore che più dominava e l’aria era incredibilmente fresca e carica di umidità.     
Al centro di una grossa distesa di acqua si ergeva una struttura dalla base quadrata che si allungava verso il cielo su quattro piani ben distinti, assomigliando vagamente ad uno Ziggurat. L’architettura era tipicamente giapponese e l’ingresso principiale era un vero e proprio Sanmon che, nonostante nella cultura buddista non rappresentasse mai l’ingresso principale, nei Void Territories invece lo era. Il Sanmon si allungava a destra e sinistra in due grosse mura nascoste da copiose cascate che andavano a costituire il perimetro quadrato della base della struttura principale.          
Una volta dentro alle mura del piano terra, lo scenario non sembrò cambiare più di tanto: piccoli corsi d’acqua correvano lungo i perimetri interni, andando a formare qua e là piccoli laghetti. Lungo tutto il primo piano si trovavano gli edifici dei cinque Comandi, le cui aree politiche erano collegate per mezzo di piccoli ponti di legno ad arco posti all’inizio e alla fine di ogni Comando, per distinguere al meglio dove iniziava e dove finiva l’area di controllo strettamente legata ai vari Comandi.    
I vari settori dei Comandi avevano delle strutture molto simili tra loro, ma ogni settore sembrava essere una sorta di piccola città indipendente, ognuna delle quali comprendeva tipologie di strutture tra le più varie, come abitazioni private, campi di allenamento, luoghi di culto, negozi, ryokan e così via. Le strutture architettoniche presenti nei Comandi avevano le grandezze più disparate: dai tetti con bordi curvi e rivolti verso l’alto; posizionate su un unico piano o su più piani; dalla pianta larga o stretta, che si allungavano verso l’alto come delle Pagode. Ciò che però distingueva ogni Comando era il colore: Blu per il Comando della Polizia Interna, Viola per il Comando Omicidi, Verde chiaro per il Comando medico, Verde scuro per il Comando Scientifico, rosso per il Comando degli Affari Segreti e arancione per l’Alto Comando. 
Una lunga scalinata posta a sud, esattamente come l’ingresso principale, collegava il primo piano con il secondo piano. All’interno di esso vi erano altrettante strutture simili a case o edifici pubblici, campi di addestramento e accademie che sarebbero servite per formare i nuovi shinigami o arrancar, altrettante abitazioni private e vegetazione a non finire. Il controllo politico ed economico era dato dai capitani di tutti e cinque i Comandi.           
Una seconda lunga scalinata dava al terzo e al quarto piano, decisamente più piccoli da un punto di vista spaziale e con l’assenza o quasi di abitazioni pubbliche. Al terzo piano vi era un tripudio di vegetazione, laghetti dall’acqua cristallina e piante di ogni colore e tipologia. Vi era qualche edificio posto qua e là, anche se la vegetazione era talmente tanta da nascondere completamente tutto. Da un punto di vista funzionale, il terzo piano non aveva una funzione specifica; Uminojoo aveva, in passato, fatto radere al suolo la maggior parte degli edifici per costruire un vero e proprio parco naturale per qualsiasi forma di vita, il tutto permesso dalle immense fonti d’acqua presenti nei Void Territories.              
La terza e ultima scalinata portava all’edificio principale dell’Alto Comando. Qui la vegetazione era presente, ma in maniera più controllata e curata: intorno al perimetro delle mura vi erano delle piccole abitazioni personali adibite ai membri dell’Alto Comando, mentre al centro del quarto piano, posto a diversi metri di altezza più in alto di tutto il resto, c’erano le mura dell’abitazione, non che della sede principale, di tutti i Void Territories. Dentro questa struttura strettamente privata, vi era l’edificio di Uminojoo circondato da bellissimi giardini giapponesi. 
Il portone principale del piano terra, oltre a permettere l’accesso al quartiere generale, nonché a tutta la struttura politica dei Void Territories, permetteva di congiungere i quattro distretti nord, sud, est e ovest alla struttura mastodontica in mezzo alla distesa d’acqua per mezzo di un lunghissimo ponte in legno le cui travi erano sorrette da pilastri di pietra che ne garantissero la stabilità. Questo ponte si congiungeva con un pezzo di terra che dava direttamente sulle terre del distretto Sud. La struttura del quartiere Generale era quindi circondata da una distesa d’acqua, che a sua volta era circondata, rispettivamente secondo i punti cardinali, a Sud dal distretto Sud, a Nord dal distretto del Nord, a Est dal distretto dell’Est e a Ovest dal distretto dell’Ovest. Tra ogni distretto vi era un corso d’acqua enorme, che garantiva una fonte costante di acqua, eppure alcune zone, alcuni quartieri anche di dimensioni considerevoli, risultavano nettamente più poveri rispetto ad altri.

“Accidenti, certo che qua il panorama è molto meglio della Soul Society!” disse Ichigo, sorridendo soddisfatto mentre Inoue, al suo fianco, guardava tutto quel verde con stupore. Chad sorrideva, in silenzio, con al fianco Ishida che, come sempre, non sembrava particolarmente colpito.

“Ci hanno fatti arrivare nel distretto Est… e pare esserci una festa…” disse Aya, mugugnando anche se curiosa.

“Una festa! Con le bancarelle e tutto!?” urlò estasiata Nel, trascinandosi dietro un Grimmjow non particolarmente convinto. Uminojoo, senza dire nulla, prese a scendere la scalinata per raggiungere i suoi sottoposti. Subito i capitani rimasti nei Void Territories scattarono sull’attenti e salutarono l’Alto Comandante mentre Rei e Kaji, si fecero davanti, sorridendo a Setsuna e Regina.

“Bentornati!” urlarono all’unisono tutti i comandanti e i vice, nonché tutti gli shinigami e arrancar che formavano la scorta di benvenuto. Kaji fu il primo a rompere i ranghi, avvicinandosi a Regina e mettendole una mano sulla spalla, seppur rivolgendo la sua attenzione ad Akira: “Kimura-chan… non pensavo proprio di poterti rivedere, sono molto felice che tu stia bene!”

“Grazie, capitano Maboroshi!” rispose sorridendo Akira, pur mettendosi sull’attenti. Rei si avvicinò a Setsuna e le sorrise cordiale, facendole il saluto. Sia Setsuna che Regina rimasero colpiti dall’enorme formalità dei due, sempre poco inclini a rispettare così rigidamente protocolli e gerarchie eppure, prese com’erano dalla voglia di parlare con loro, non capirono subito il motivo dietro quel comportamento.

“Rei, dobbiamo parlare subito… abbiamo scoperto che…” esordì a bassa voce il capitano del Comando Affari Segreti, ma il collega del Comando Omicidi la interruppe: “Ne potremo parlare dopo, capitano! Oggi è un grande giorno! È il Giorno della Fondazione, ed è il Giorno della Fondazione più importante della storia visti i nostri ospiti alieni!”

“In questo giorno della Fondazione ci si può picchiare? Perché quell’energumeno lì mi sembra forte… voglio tagliarlo…” ringhiò Kenpachi fissando il povero Capitano Takenishi. Il capitano del Comando di Polizia lo fissò allibito: “Ma… che ho fatto? Io non voglio picchiare nessuno…”

Jia li, la sua vice, gli accarezzò il bracciò e lo portò via mentre Uminojoo, sempre in silenzio, cominciava a scendere il lungo sentiero che portava verso il centro città; Ichigo prese a rimproverare Kenpachi con scarsi risultati.

“Avete smentito ogni mia preoccupazione e dubbio, capitano Hayashi e vice-capitano Hierrobosque… e non sono mai stato tanto felice di essere nel torto! Sono contento siate tutte sane e salve!”

La voce melliflua del capitano Musaburo attirò immediatamente l’attenzione del gruppo e Setsuna, Akira e Regina a stento trattennero la voglia di rivelare cosa avevano scoperto ma Rei strinse il braccio di Setsuna mentre Kaji si passava, quasi con nonchalance, il dito sulle labbra, lanciando occhiate a Regina.

“Siamo molto felici anche noi di essere tornati qui, capitano Musaburo” disse all’improvviso Aya, inchinandosi al suo superiore. Warui, con Hare nascosto dietro la sua gonnella, parve sollevato e sorrise a tutti: “Prego, facciamo visitare il Distretto Est in festa ai nostri graditissimi ospiti!” concluse, incamminandosi anche lui. Kenpachi, Renji, Rukia e Shinji proseguirono mentre Ichigo e il suo gruppo, con Nel e Grimmjow al seguito, attesero che Setsuna, Regina, Aya e Akira si muovessero.

“Qualsiasi discussione, capitano Hayashi, può attendere. Ora è il momento di immergerci nella folla e fare un tuffo tra migliaia di occhi e orecchie e visi sconosciuti!” disse, sorridendo come una volpe malevola, Kaji e infine tutti capirono. Kaji e Rei sapevano qualcosa e i loro sguardi e i loro silenzi erano modi per coprire la verità.

“D’accordo allora… portiamo i visitatori a vedere le bancarelle…” disse Setsuna, confusa ed irritata allo stesso tempo. Regina sbuffò quasi contemporaneamente a Grimmjow e tutto il gruppo prese ad avviarsi per il sentiero. Ichigo, confuso, si fece vicino ad Akira: “Ehm… tutti quanti state parlando del Giorno della Fondazione, ma… che roba è? È forse una scusa per permettere a Ichimaru Gin con la tinta nera di farci sguardi equivoci?” chiese il rosso, indicando Kaji il quale, stranito, chiese a Regina: “Ma alla fine, hai capito cos’è un Ichimaru Gin?”

“Penso qualcuno a cui somigli e che non sembra aver fatto proprio delle buone azioni… mi sa che se rimetti piede nella Soul Society, tutti guarderanno male anche te nonostante tu sia Shinigami!” gli rispose Regina.

“Il Giorno della Fondazione ricorda l’anniversario della fondazione del Comando Militare ad opera dell’Alto Comandante Nami Uminojoo, oggi inoltre ricordiamo il 2800° anno dalla Fondazione, quindi è un avvenimento speciale!” rispose Rei, giulivo come sempre.

“Ma perché cazzo voi festeggiate queste cretinate?! Io probabilmente ho più di 2800 anni, o una delle mie anime ne ha di più! Mi vedete festeggiare perché sono nato tanti anni fa?! Chi diavolo festeggia queste cose?!” ruggì Grimmjow, scocciato e con le mani in tasca.

“Si chiama compleanno, scemo! Ti abbiamo fatto anche la torta quest’anno, ma tu l’hai gettata in faccia a Dodochakka!” gli rispose, affranta, Nel, dandogli comunque un pugno nel fianco.

In breve, furono nel centro del distretto Est e tutti furono assaltati dalla calca, dalle luci, dagli odori del cibo e dalle persone che giravano e festeggiavano.

“È PER QUESTO CHE SI FESTEGGIA! PER I DOLCI!” ruggì Regina, correndo verso un banchetto che vendeva dolci di tutti i tipi. Nel e Inoue, sbavando copiosamente, urlarono all’unisono “DOLCIIIIII” e seguirono l’Arrancar mentre gli altri del gruppo si sforzavano tra la calca. La folla, non sapendo bene chi fossero quegli sconosciuti ed essendosi frammentato il corteo comandato da Uminojoo a causa della reazione piccata proprio dell’Alto Comandante, fissava il gruppo con insolita curiosità e per le strade dell’affollatissimo distretto era possibile trovare Kenpachi che sfidava degli energumeni a braccio di ferro (con numerosi uomini che andavano via piangendo e col braccio penzoloni) oppure Shinji che corteggiava in modo spudorato alcune donne che palesemente dovevano lavorare in qualche casa chiusa lì vicina.

“Benvenuti nel Distretto Est – disse laconica Setsuna – il quartiere delle fiere, delle feste e dei locali. Già normalmente queste strade sono più che affollate… il Giorno della Fondazione amplifica tutto all’inverosimile… questa folla con tutto il caos degli ultimi giorni…”

“La gente ha bisogno di ridere e scherzare… e i tumulti ci sono già stati. Un altro terremoto significa altri feriti, ma soprattutto case pericolanti, gente sfollata e nobili scontenti, specie nel Distretto Nord dove i vecchi aristocratici non hanno più i quattrini per sistemare i loro antichissimi palazzi” commentò Kaji, un po’ seccato ed evidentemente non troppo a suo agio in quella folla. Alla fine, Ichigo prese per le orecchie Shinji e Inoue, con fare innocente e con la sua gentilezza, riuscì a convincere Kenpachi a seguirlo, come ai bei vecchi tempi del loro primo viaggio nella Soul Society.

“Solita manica di pazzi…” commentò Ishida, attirandosi le occhiatacce di Rukia e Renji, nel frattempo allontanatisi per prendere dello zucchero filato. Nel e Grimmjow erano tornati e solo la voglia di battibeccare di Grimmjow aveva tenuto assieme al gruppo il capitano dell’Undicesima brigata, con Ichigo e Chad nel mezzo che cercavano di tenerli abbastanza lontani e, soprattutto, con le spade al loro posto.

“I nostri nuovi amici vedo sono particolarmente… vivaci!” commento Kaji mentre Rukia gli si avvicinava, fissandolo di sottecchi: “Non siamo proprio i più diplomatici, ma i nostri vecchi nemici definivano almeno due del nostro gruppo “Risorse di Guerra”, rispettivamente le due più potenti e importanti…” e il capitano della Tredicesima Brigata fissò Ichigo e Kenpachi.

Kaji rise e Setsuna con lui mentre Regina, ridendo sguaiatamente, urlava con in bocca un paio di cioccolatini: “Quindi anche voi avete fatto il giochetto di ostentare la vostra potenza! Tu guarda un po’! Non siamo poi così diversi, razzismo a parte!”
Aya sorrise, pur non riuscendo a trattenersi dal fare smorfie ogni volta che, immersa com’era nella folla, qualcuno arrivava anche solo a sfiorarla. Akira, al suo fianco, le mise una mano sulla spalla: “Tutto bene?”

“Si… non gradisco il contatto… preferirei essere nel mio laboratorio…” disse Aya, quasi rabbrividendo. 

“Presto torneremo alle nostre occupazioni – le promise Setsuna, voltandosi a guardarla – Il tempo di parlare con l’Alto Comandante e poi…”

Rei le mise una mano sulla spalla mentre, percorso il lungo viale che portava all’ingresso dei quartieri dell’Alto Comando, il gruppo raggiungeva il resto dei capitani e una folla di soldati che Setsuna non aveva previsto: “Temo dovremo aspettare un altro po’…”

Incuriositi, i membri del gruppo si radunarono di fronte ad Uminojo e al suo vice, in piedi e in paziente attesa, quindi fu proprio il vice-comandante Tenzin a prendere la parola: “Onorevoli capitani. Gentili ospiti di Soul Society, Hueco Mundo e Mondo Materiale… vi invitiamo a prendere parte alla cena riservata agli alti ranghi del Comando Militare per festeggiare l’anniversario di oggi. Prego, vogliate seguirci, la tavola ci aspetta”

“Oh beh, cibo gratis… vediamo di arraffarne quanto possiamo!” commentò Renji, prendendosi una gomitata da Rukia. Tutti nel gruppo di Ichigo risero mentre Grimmjow, Kenpachi e Shinji non sembravano condividere quella ilarità. Nel invece, con la bava alla bocca, stava già seguendo il gruppo di capitani dei Void Terrtiories.

Setsuna sospirò e strinse i pugni, controllando la fretta e il nervosismo. Chad le si fece vicino: “Se è obbligatorio, lo faremo. Non abbiamo fretta, in qualche modo risolveremo le cose. Abbiamo visto ben di peggio…”

“Si, e gli shinigami e gli arrancar sono cerimoniosi in ogni mondo possibile…” aggiunse Ishida.

Setsuna sospirò e guardò le altre ragazze, nonché Rei e Kaji che le sorridevano con pochissima convinzione e tanta voglia di limitare le proprie reazioni: “E sia… abbandoniamoci a questa mondanità…” e condusse il gruppo oltre i cancelli dell’Alto Comando.


 
[…]


“Normalmente non mi permetterei di perdere del tempo in discorsi pomposi e autocelebrativi, ma la presenza di importanti ospiti quest’oggi impone che mi spenda in due parole: oggi ricordiamo la fondazione ufficiale del Comando Militare. All’epoca avevo solo duecento anni. Ne sono passati duemilaottocento e i Void Territories sono ancora qui, così come il Comando Militare. Ho vigilato per tre millenni su tutti voi, portando quelli che erano dei selvaggi in preda alla violenza ad essere dei militari disciplinati. Non sono fiera di quel che ho fatto nei miei primi anni di vita, ma sono fiera di essere ancora qui, oggi, ad assistere a qualcosa di enorme. Nuovi mondi. La scoperta che non siamo soli. La scoperta che forse un tempo quei mondi erano la nostra casa, in vite precedenti… Non eravamo pronti a tutte queste verità, forse, ma non lo eravamo neanche quando abbiamo deciso di edificare tutto questo… perciò, rimbocchiamoci le maniche e accogliamo i nostri ospiti a braccia aperte, poiché solo insieme potremo risolvere tutto questo! Un brindisi! Ai Void Territories e ai nuovi alleati!”

“Ai Void Territories e ai nuovi alleati!”

Il discorso di Uminojoo era stato pronunciato con voce secca, eppure le ultime battute riservavano una certa nota di commozione ed amarezza: mentre tutti i vertici dei Comandi erano riuniti lì, il vice capitano Jia Li del Comando di Polizia Interna era dovuta andare a sedare una manifestazione degenerata in rissa a poche decine di metri lontano dall’Alto Comando. Gente sfollata, ferita e stanca che chiedeva spiegazioni all’Alto Comandante, non “il palliativo rappresentato da questa festa”, come aveva urlato una voce erettasi dalla confusione ben udibile dal cortile dove si stava tenendo quella cena.

La grande tavola imbandita, con tutti gli ospiti seduti e pronti a consumare il pasto, era caduta nel silenzio più totale mentre dall’esterno giungevano le urla dei rivoltosi e dei protestanti, una situazione molto angosciante che aveva persino colpito gli ospiti. Eppure, il silenzio dei commensali non si ruppe finché non fu fatto il brindisi e i commensali non poterono cenare.

“Cavolo… che pesantezza… questa donna è proprio come il vecchio Yama-jii, ma ha decisamente più autocontrollo. Se qualcuno lo avesse criticato così aspramente, avremmo visto Ryujin Jakka devastare un quartiere…” ammise amaramente Shinji, capofila del gruppo di “alieni” e sedutosi proprio accanto a Setsuna, alla sua sinistra.

A destra di Setsuna c’era ovviamente Rei e, nei posti di fronte, Kaji e Regina. Le uniche messe da parte erano state Aya e Akira che, seppur invitate personalmente da Uminojoo, non erano di grado così elevato da poter sedere coi capitani e i loro vice. Setsuna, amareggiata, non rispose alle parole del vizard; eppure, annuì debolmente: poteva perfettamente immaginare come si sentisse Uminojoo perché si sentiva così anche lei. Le urla di quella gente così disperata erano così… inconsiderate. Tutta quella situazione, tuttavia, era paradossale e per il capitano del Comando Affari Segreti partecipare ad una festa in pieno momento di crisi sembrò ipocrita quel tanto che bastava da vincere il suo addestramento da militare adibito ad affari da tenere nascosti e far prevalere la voglia di correttezza e verità.
Era disgustata da quel momento, così come sembrava esserlo Regina, di fronte a lei, mentre Kaji conversava amabilmente con il capitano Musaburo al suo fianco, sebbene il medico sembrasse, seppur cordiale, addolorato dalla situazione creatasi attorno all’Alto Comando. L’unica a chiacchierare allegramente era Chunami che, infischiandosene del protocollo, andava avanti e indietro per il tavolo a fare domande agli “alieni” e dando fogli di appunti all’automa di straordinaria fattura che la seguiva ovunque.
Finite le prime portate, il disagio sembrò allentarsi, specie grazie alle grasse risate di Shinobu Takenishi, capitano del Comando di Polizia, e del ritorno della sua vice, quindi in molti si permisero di alzare e chiacchierare tra loro. Sorprendentemente, proprio il capitano Takenishi e Kenpachi furono i primi a segnare l’inizio del dialogo tra i due mondi, presto raggiunti da Renji e Chad: Kenpachi aveva insistito per combattere contro il nerboruto capitano e alla fine avevano convenuto per una sfida a braccio di ferro, cosa che evidentemente pareva piacere parecchio al capitano dell’Undicesima Brigata.
Nel clima di goliardia, il capitano Musaburo prese a parlare con Shinji Hirako, accompagnato dal suo vice Shiro, e il vizard non mancò di notare come il giovane tenente sembrasse una strana fusione tra Hanatarou Yamada, tenente della quarta brigata, e Hinamori Momo, la sua tenente. I due medici, non capendo bene le assurdità dette da Shinji, parvero molto confusi, eppure Warui, molto cordialmente, rideva e rispondeva al vizard con ovvietà varie.

Kaji e Regina invece si allontanarono molto rapidamente, ridendo e scherzando e passando proprio accanto ad Akira e Aya, prelevando la prima e lasciando la seconda alle attenzioni della sua superiore: il capitano Gakusha stava chiedendo un approfondito rapporto e non sembrava intenzionata a liberare la sottoposta così facilmente. Rei, scoppiando a ridere, mise una mano nella mano di Setsuna: “Certo che il viaggio ti ha fatto sembrare davvero molto… hic… carina! Che ne diresti di… hic… prendere un po’ d’aria, capitano?!”

“Rei, ma che…” ringhiò Setsuna, per poi aprire la mano che il sottoposto le aveva preso: c’era un foglietto con su scritta una sola parola: “Assecondami”.

Setsuna lo guardò male: “Lo sai che non reggi il liquore, dannazione! Andiamo, pelandrone! Facciamo due passi!” e il capitano, afferrato di peso il suo vice, lo portò lontano… sebbene in realtà fosse Rei a condurla lontano, dove nell’ombra c’erano già ad aspettarli Kaji, Regina e Akira.

“Abbiamo poco tempo, temo, prima che qualcuno si accorga che ci siamo tutti allontanati…” bofonchiò Rei, scoppiando poi a ridere.

“Un attore nato… chi ti ha fatto da maestro UBRIACONE!?” chiese prima sottovoce Setsuna, per poi urlare le ultime parole, tenendo la recita.

“Temo sia stata una mia idea, Capitano Hayashi… quando si tratta di ingannare, suppongo di dover essere il migliore. Anche se, ahimè, non lo sono…” le disse Kaji, scuro in viso.

“Abbiamo scoperto cose, Setsuna – le disse sottovoce Rei – e il capitano Maboroshi ha confermato con una sua piccola indagine…”

“Ha messo in pericolo Lobo… non devo più lasciarti da solo!” ringhiò sottovoce Regina, pestando un piede a Kaji che, in tutta risposta, urlò: “Vieni, Rei-kun, ti insegno come riprenderti dalla sbornia!”

“Si! Hic… Capitano!” disse con voce tremula Rei mentre tutti e cinque assieme si allontanavano. Quando tutti furono ai confini del giardino, Akira chiese sottovoce: “Che accidenti sta succedendo?”

“Abbiamo trovato tracce di un traditore. Il Comando Medico è probabilmente compromesso, rapiscono senzatetto, orfani e feriti gravi e nessuno fa più ritorno. Intere cartelle cliniche fatte sparire…” spiegò Rei, con tono affrettato e guardandosi attorno.

Regina, Akira e Setsuna si guardarono, quindi Akira, in un rantolo di rabbia, spiegò brevemente le scoperte che avevano trovato nei file nascosti. Regina ringhiò di rabbia e fissò il capitano del Comando Medico, pensando alle rivelazioni di Kaji, e ringhiò, anche se il capitano stava solo discutendo, con un certo interesse, con Inoue. Il capitano del Comando Omicidi invece abbandonò del tutto la calma e divenne livido di rabbia. Non parlò ma sul volto si dipinse un’espressione omicida.

“Quindi, è qui che parlate di cospirazioni? Facendo finta di vomitare per il troppo bere?” disse Ichigo sottovoce e avvicinandosi al gruppo. Assieme a lui c’erano Rukia, Nel e un ancor più svogliato Grimmjow.

“Andate via o cominciate a ridere se volete star qui a fare folla…” ringhiò Kaji, tornando a sorridere sebbene il suo sorriso fosse contorto e feroce. Setsuna non era meno minacciosa e i quattro “alieni” capirono che non era aria per scherzare. Akira fissò per alcuni istanti il capitano Musaburo, che in quel momento si era fatto più vicino a loro anche se era stato fermato da Chunami.  Hare li fissò per un secondo, imbarazzato, prima di distogliere lo sguardo.

Grimmjow, poco incline alla diplomazia, ringhiò: “Quindi quel precisino è la talpa da ammazzare di cui avevate parlato? Lo ammazziamo?!”

Regina sorrise: “Se sapessimo che è lui l’assassino, certo! Ma non abbiamo prove! Sappiamo che c’è un infiltrato, ma non abbiamo nessuna prova sul capitano”

“Ha il vantaggio di essere un alto rango – disse Setsuna – ma implica anche che è molto in vista… non la posizione ideale per un traditore…”

“Ma allo stesso tempo più che ideale. Fidatevi, noi lo sappiamo bene…” concluse Rukia, ripensando ad Aizen. Kaji diede una pacca a Rei: “Fa’ finta di gemere per un conato di vomito e poi tutti voi ridete…” e tutti, in automatico, eseguirono… tutti tranne Setsuna, che fissò per qualche secondo il capitano Warui, sempre più vicino a loro anche se in quel momento sembrava interessato nell’assistere alla gara di braccio di ferro, apparentemente infinita, tra Kenpachi e Shinobu.

“Non ho abbastanza prove per avviare un’indagine sul capitano… non è il momento. Consegniamo i dati all’Alto Comandante, facciamoli analizzare da Chunami e vediamo se, dalle foto e dai documenti, riusciamo a trovare qualche posto che corrisponda a delle possibili basi nemiche. Trovata la base dei nemici, capiremo più facilmente chi è l’infiltrato…”

“Fanculo! Attacchiamo i medici e uccidiamoli tutti! Problema talpa risolto!” disse, feroce, Grimmjow. Tutti lo guardarono male, tranne paradossalmente Kaji e Regina. L’arrancar del Comando Omicidi ringhiò: “Dobbiamo trovarlo subito. Indaghiamo sul comando medico e staniamolo! Prima troviamo il traditore, prima sapremo dove sono i suoi complici. Ci siamo portati dietro anche la iena, chissà dove diavolo l’hanno portato gli uomini dell’Alto Comandante… dobbiamo fare in fretta…”

Kanji annuì vistosamente ma Ichigo intervenne: “Io do ragione a… ehm… Setsuna, vero? Sono il primo a menare le mani ma attaccare la brigata con l’ospedale senza prove certe potrebbe essere controproducente…”

“Il comandante Uminojoo poi vorrà prima sentirci in privato, finita la festa… dopo il colloquio potremmo parlarne dei nostri dubbi, di lei ci possiamo fidare, no?” disse Rei, facendo finta di riprendersi e fissando anche lui il capitano del Comando Medico, tornato al suo posto e intento a bersi un bel bicchiere di vino come se nulla fosse e accompagnato da un sempre più intimidito Hare, interrogato personalmente dal vice di Uminojoo su chissà che argomento.

Kanji serrò la mandibola e Regina ringhiò, ma Akira le mise una mano sulla spalla: “Meglio agire con calma, non possiamo mandare a monte questa indagine…”

Nel e Rukia fissarono Regina e annuirono, d’accordo con il pensiero di Akira, e alla fine l’arrancar sospirò: “D’accordo… ma subito dopo cena andiamo dall’Alto Comandante! Non possiamo aspettare oltre!”

Tutti annuirono, persino il poco convinto Kaji che, tornando a sorridere, diede le ultime battute alla sua piccola pantomima: fecero tutti finta di riaccompagnare uno sfinito Rei al tavolo, criticandolo come si farebbe tra amici e commilitoni, e la cena continuò tranquilla, con tutti i capitani e gli ospiti decisamente più tranquilli. Shinji, tuttavia, non staccò mai gli occhi di dosso da Setsuna, sorridendo dispettoso.

“Potrebbe smetterla di fissarmi?” gli aveva detto sotto i denti la donna, ma il biondo capitano della quinta brigata ridacchiò: “Mi piace il vostro mondo… vedrò di evitare che le illusioni lo ottenebrino come hanno fatto col mio…”

Setsuna fissò Kaji e Regina, ancora lividi di rabbia ma che, in qualche modo, tenevano fede al loro ruolo, litigando come due sposini e facendo un discreto caos a tavola: “Stavolta forse l’inganno giocherà dalla parte dei buoni…”

Shinji rise, sadico: “Oh, certo! Avete me! Chi pensi abbia insegnato le illusioni ad Aizen!”

Setsuna, fissando incredula il vizard, aprì la bocca, non sentendosi più così sicura della bravura di quello shinigami visto quanto pericoloso le era stato detto fosse divenuto Aizen, ma ci pensò Gautama Tenzin a riscuoterla da quei pensieri: il pacato shinigami le si avvicinò alle spalle e con accortezza le disse: “Capitano Hayashi, tu, il capitano Maboroshi, i vostri vice, Sanjusan, Kimura e tutti i visatatori dagli altri mondi siete convocati nelle camere private dell’Alto Comandante dopo la festa. Massima riservatezza”

La voce dell’uomo era stata un bisbiglio nel frastuono generale ma Setsuna aveva capito perfettamente l’ordine. Annuì laconica e quindi vide il vice-comandante andare via. Finalmente qualcosa stava andando come sperava.


 
[…]


Le camere private del Comandante Uminojoo erano… spartane a dir poco. Setsuna e Rei erano stati spesso ospiti della poco spaziosa camera dal letto dotata di un letto a due piazze, una scrivania e un comodino ed erano abituati a parlare di questioni della massima riservatezza in quell’ambiente così sorprendentemente spartano, ma Regina, Aya, Akira e Kaji di certo non si aspettavano quella mancanza di sfarzo, così come tutti gli ospiti dei Void Territories.

“Vi ho convocati qui, a notte fonda e dopo tutti i festeggiamenti, perché i signori Maboroshi e Shimizu mi hanno letteralmente tempestata di messaggi nel corso dell’ultimo giorno, arrivando persino ad utilizzare il kido per comunicare con me privatamente – disse l’Alto Comandante, seduta sulla sedia della sua scrivania e fissando Kaji - perché ci fosse un incontro riservato a coloro che sono rimasti in questi ultimi giorni in questi nuovi mondi. Ho deciso di convocare anche le ambasciate inviateci, così da… mostrare buona fede. Quindi, capitano Hayashi… chi è il traditore?”

La conclusione del comandante fu così pesante da lasciare tutti allibiti, persino chi, come Nel e Grimmjow, non si sentivano proprio a loro agio in quel frangente. Kenpachi, d’altro canto, si stava grattando l’orecchio poco educatamente.

Setsuna sobbalzò: “Io… noi… come ha fatto a saperlo? Qualcuno le ha riferito qualcosa?”

Uminojoo borbotto: “No, nessuno mi ha riferito nulla. Ho tirato a indovinare visto che le uniche volte in cui il capitano Maboroshi agisce così veementemente sono quelle in cui c’è la possibilità che qualcuno del Comando Militare sia compromesso. D’altro canto, il silenzio che avete riserbato, i pochi dettagli che avete rivelato mentre eravate lì… non mi avete spiegato tutto perché avevate paura di chi potesse sentire. Quindi un traditore ronza nei vostri piccoli cervellini da abbastanza tempo – e l’Alto Comandante si alzò, imponendo la sua presenza con una soffocante eruzione di reiatsu – da farvi venire in mente di nascondere qualcosa al vostro superiore!”

Kenpachi, sempre grattandosi l’orecchio, sorrise selvaggio mentre quasi tutti attorno a lui prendevano a sudare freddo. Inoue e Chad caddero in ginocchio, faticando a respirare, tanto che Ichigo aveva messo mano a Zangetsu, assicurata come sempre alla sua schiena. Fu Shinji a fermarlo con un gesto della mano, facendo cenno a Setsuna di continuare.

Setsuna deglutì, quindi spiegò, per filo e per segno, quanto era accaduto negli altri mondi e cosa avessero scoperto; Aya fornì i dati tecnici e Regina descrisse gli aggressori e le loro tattiche di assalto, confermando l’identità del prigioniero; Akira, troppo coinvolta, si limitò a tremare di rabbia quando la spiegazione fatta dalle amiche arrivò agli esperimenti fatti su di lei. Finito il suo resoconto, fu il turno di Kaji e Rei spiegare dei sospetti sul Comando Medico e dell’operazione sotto copertura di Lobo. Terminato ciò, Shinji e Nel si permisero di prendere la parola, spiegando per sommi capi chi fosse Aizen Sousuke e cosa avesse già avuto modo di combinare nel mondo di appartenenza.

Uminojoo ascoltò tutto in silenzio, massaggiandosi la fronte e, alla fine di tutto, tornò a sedersi, terribilmente stanca: “Tremila anni… tremila anni e tutto questo doveva pioverci addosso nel giro di pochi giorni… Un traditore… avete dei sospetti?”
“A parte che la feccia fa parte del Comando Medico, nessuno…” ringhiò Regina, stringendo i pugni.

“Capisci vero che non posso mettere sotto indagine l’intero comando solo perché voi avete dei sospetti, vero vice-capitano Hierrobosque?” disse Uminojoo, fissando l’arrancar.

“Il capitano Hayashi aveva proposto di passare i dati al capitano Gakusha – intervenne Aya – per analizzare i dati. Il capitano… non penso francamente, se me lo permette, che possa essere il traditore…”

Uminojoo sorrise: “Se Chunami fosse la traditrice, sarei davvero molto seccata… d’accordo, Sanjusan, ma tu per sicurezza dovrai essere sempre al suo fianco quando analizzerà quei dati. Non ci deve essere il dubbio di eventuali manomissioni e assegnerò un paio di membri del Comando Affari Segreti per sorvegliarla. Tuttavia, di sicuro il Comando Omicidi comincerà a fare pazzie per indagare sul Comando Medico… evitiamole. Hayashi, domattina sei convocata, nella notte penserò a qualche alternativa e tu dovrai eseguire quanto ti dirò. La prudenza va bene ma qualcuno mi ha tradita. Non lascerà i Void Territories vivo”

Kaji, Regina e persino Grimmjow sorrisero mentre Setsuna e Rei fissavano l’Alto Comandante: in tanti secoli, non l’avevano mai vista così seria nel minacciare la morte di qualcuno.

“Mi rincresce aver scoperto di nuovi mondi in tempi di crisi, ne sono sinceramente dispiaciuta, e l’ostentazione di questa sera è stata un pessimo tentativo di non coinvolgervi in tutto questo, ma apprezzo la vostra presenza qui e spero possiate collaborare con noi nel risolvere l’ultimo strascico delle azioni di questo vostro… Aizen” concluse Uminojoo, alzandosi di nuovo.

Rukia si inchinò e in breve la imitarono tutti gli altri viaggiatori, tranne i soliti Kenpachi e Grimmjow: “Siamo qui per aiutare, appena saprete come muovermi, ci metteremo a vostra disposizione!”

Uminojoo annuì: “Siete congedati allora. Andate e riposate, sono certa che i capitani Hayashi e Maboroshi vi sapranno trovare degli alloggi adeguati. Vi convocherò non appena saprò come… disporre di questa faccenda. Buonanotte a tutti”

Il saluto, seppur cordiale, dell’Alto Comandante suonò immediatamente come un ordine mascherato da cortesia e in breve tutti lasciarono non solo gli alloggi privati del Comandante ma anche i quartieri dell’Alto Comando. Sotto il cielo nero e colmo di stelle, Regina camminava a testa bassa, sospirando: “Fino a poche settimane fa, eravamo solo noi e alle prese con qualche delinquentello o al massimo qualche hollow impazzito spuntato dal nulla… e ora?”

“Ora sappiamo che le nostre vite sono state più influenzate di quel che avremmo mai potuto immaginare da gente proveniente da altri mondi!” le andò dietro Akira, demoralizzata.

“Non possiamo stare troppo a rimuginare – intervenne Aya, asettica come sempre – abbiamo dei dati da analizzare e luoghi da perlustrare e perquisire. Domani mattina andrò subito dal capitano Gakusha e cominceremo ad estrapolare quanti più dati possibili dai file in nostro possesso. Non ci possiamo fermare adesso”

Setsuna camminava in testa al gruppo, con alla destra il gruppo di Ichigo e dei due Arrancar e alla sinistra quello degli shinigami; volse le spalle dietro di lei, osservando le amiche, Rei e Kaji, silenziosi e dal viso contratto. Sentì un rantolo di rabbia ribollirle nel petto e ancora una volta maledisse quella strana influenza che le aveva fatto respirare l’aria di Hueco Mundo. Tirò un sospiro e quindi disse: “È tutto uno schifo, me ne rendo conto. Ma ha ragione Aya, non possiamo fermarci né farci prendere dalla fretta e dalla rabbia. Cominciamo ad indagare, a fare il nostro lavoro e tutto andrà bene. Abbiamo tutti a cuore il benessere dei Void Territories, so che ce la faremo!”

Regina sorrise e al suo fianco anche Kaji parve stranamente soddisfatto, eppure il capitano sollevò un dito: “C’è tuttavia una piccola questione da appianare, capitano Hayashi”

Setsuna si fermò per guardare il capitano dalla faccia di volpe sorridere: “Quale sarebbe, capitano Maboroshi?”

Kaji sorrise sinceramente: “Come ci dividiamo la manica di pazzi che vi siete portati dietro?”


 
[…]


“OH, FINALMENTE QUALCUNO CHE MI PIACE! QUALCUNO CON LE PALLE!” urlò Kenpachi mentre faceva lotta corpo a corpo con Lobo, la nerboruta Fracciòn di Regina che, corso a salutare la “madre” dopo i giorni di assenza, aveva in qualche modo ceduto, giocosamente, alle sfide di Kenpachi. Inoue, imbarazzata, cercava di portare via Kenpachi, addossatasi volontariamente il compito di tenere sotto controllo il gigantesco capitano dell’Undicesima brigata mentre Regina, ridendo come una pazza, faceva altrettanto con Lobo.

“Andiamo ragazzone! È notte fonda! Domani vi picchierete per bene!” diceva scherzando Regina, ma la fracciòn non ne voleva sapere di staccarsi: “Dai, mamma! Altri cinque minuti!”

“L’hai sentito, arrancar! Fallo combattere! Tu hai menato le mani con me e ora vuoi negare l’esperienza a tuo figlio!?” ruggì, felicissimo, Kenpachi.

“Kenpachi-san… ti prego… è l’unica stanza che abbiamo… non possiamo distruggerla…” insistette Inoue, sorridendo esasperata.

 Rukia, Renji e Chad, nel frattempo, stavano sistemando dei futon con l’aiuto del capitano Maboroshi e, con un discreto disinteresse, gettavano ogni tanto un occhio alla rissa alle loro spalle. La stanza in cui erano stati alloggiati era un vecchio dormitorio ormai in disuso nell’edificio principale del Comando Omicidi, usato perlopiù come magazzino, ma non ci era voluto molto per risistemarlo.

“Ah, i giovani, sempre così pieni di vita!” disse Kaji, ridacchiando.

“Ci perdoni, capitano Maboroshi, non volevamo creare così tanto fastidio…” disse Rukia, ma Kaji fece dei gesti amichevoli con la mano: “Il Comando è la mia piccola, pazza famiglia… un po’ di disordine in più non ci ammazzerà!”

“Kaji! Vieni qua e convincili tu a staccarsi, altrimenti mi butto anche io nella mischia, è troppo divertente!” urlò Regina, ridendo e il capitano, sorridendo beato, si congedò dagli shinigami e dall’umano per andare a risolvere quella situazione.

“Che strana… gente…” disse Renji mentre, dalla porta di ingresso lasciata aperta, apparve Akira: “Benvenuti nel Comando Omicidi! Tendenzialmente siamo così più o meno tutto il tempo! Acciuffiamo i cattivoni ma ci divertiamo!” concluse la vizard, sorridendo beata e i tre ospiti la fissarono prima di tornare a guardare la strana rissa creatasi nella stanza in cui si trovavano. E mentre anche Regina ormai si era messa testa a testa contro Kenpachi per sfidarlo in qualche competizione fisica, Rukia ridacchiò soddisfatta: “Tanta paura, e poi sono esattamente come noi…”

Andarono a dormire più di mezz’ora più tardi, quando finalmente la stanchezza aveva prevalso persino sugli animi di Regina, Lobo e Kenpachi, lasciando tuttavia una piccola gioia nei loro cuori dopo una giornata, altrimenti, non propriamente positiva.


 
[…]


“Alloggerete qui, le cinque camere sono tutte vicine tra loro e lasceremo delle guardie in caso abbiate bisogno di qualcosa. Scusate la sistemazione frettolosa ma domani vedremo di provvedere meglio” disse Setsuna dopo aver condotto i suoi cinque ospiti in un’ala dei dormitori del suo Comando in quel momento libera da ospiti. Le cinque camere erano di stampo militare, con poche comodità ma ordinate ed essenziali.

“Tranquilla, non penso ci servirà chissà che cosa. Grazie, Setsuna!” disse Ichigo, sorridendole. Ishida al suo fianco, abbassò il capo per ringraziare ma Grimmjow non sembrava troppo calmo: “Io voglio affrontare gli sgherri di Aizen! Non dormire! Un sacco di loro li conosco, so come affrontarli! Me lo ricordo il piccolo serraglio di perdenti di Aizen! Abbiamo ancora quel deficiente che diventa un albero da noi, a Hueco Mundo!”

Rei ridacchiò nervosamente: “Da domani potremo darci da fare, ma per stanotte è meglio se…” ma il vice di Setsuna non ebbe il tempo di finire perché Nel lo prese per il braccio “Scusate, terrò io lui a bada, andate tranquilli! Buonanotte!” e l’espada dai capelli verdi trascinò via Grimmjow e si ritirò nelle sue stanze, accompagnando il Sexta Espada nella camera accanto.

“Che bel serraglio che ti sei scelta, Setsuna-chan – disse Shinji – due espada, un quincy, un… amalgama di cose molto randomiche e un vizard – e il biondo capitano della quinta brigata rise mentre Ichigo lo fissava male – sembra quasi tu voglia tenere d’occhio i più strambi di noi!”

Setsuna gli sorrise: “Fidatevi, vi abbiamo tirato a sorte, se avessi dovuto tenervi d’occhio il Comando ha delle procedure molto più stringenti”

Shinji capì che quel sorriso non era propriamente di cortesia ma, come a volerla punzecchiare, aggiunse: “Va’ a riposare anche tu, Setsua-chan… l’aria di Hueco Mundo presto finirà di stuzzicare il tuo amicone cattivone che hai in petto. Basta abituarsi… notte, Setsuna! Notte Rei!” e anche il biondo andò via. Ichigo si fece vicino al capitano del Comando Affari Segreti: “Lascialo perdere: scherza sempre sulla faccenda della maschera… ma è il primo ad averci sofferto… è fatto così, è scemo”

“TI HO SENTITO, KUROSAKI!” urlò Shinji dall’interno della sua stanza e Ichigo rise un po’ mentre Ishida, salutando cordialmente Rei, andava via. Setsuna fissò prima lo shinigami dai capelli arancioni e poi la porta appena chiusa da Shinji: “Capisco… ci sarete utili per capire come rintracciare le basi di Aizen e capire la natura dei nostri… cambiamenti”

L’esitazione nella voce di Setsuna fu palpabile: pensare a sé stessa come un esperimento di uno scienziato pazzo era forse la cosa che più le aveva pesato nel turbinio di eventi che l’aveva travolta. Eppure, Ichigo le sorrise: “Faremo il possibile, non temere! Buonanotte!”

Setsuna e Rei salutarono il rosso e il vice-capitano ridacchiò: “Quel ragazzo è davvero un pezzo di pane… non pensavo sarebbe stato così facile collaborare con loro!”

Setsuna guardò Rei e gli sorrise, più sollevata: “Si, è vero… questo disastro ha reso tutto più facile, in un certo qual senso ha evitato tutti quei contrasti che sarebbero avvenuti se i nostri mondi si fossero incontrati per altri motivi”

“Vedi? Non tutti i mali vengono per nuocere!” le rispose Rei, dandole due pacche sulla spalla. Setsuna si passò una mano sulla fronte e sentì l’hollow dentro di sé placarsi: “Si… non tutti i mali vengono per nuocere… già…” e i due si diressero nelle rispettive stanze, decisamente col cuore più leggero.


 
[…]


“Sono tornati tutti ed hanno Eiralos con loro. L’Alto Comando l’ha preso come prigioniero, non ho potuto intervenire con tutti i Capitani presenti e tutta la folla. Non so cosa hanno scoperto e non so a chi hanno affidato con loro, ma ho visto un gruppo di loro dirigersi verso il Comando Affari Segreti pochi minuti fa. Forse li interrogheranno”

La voce, lenta e metodica, salmodiò, deformata dal suono metallico delle casse di quel vecchio computer, aspettandosi la reazione di Neri Za che, furente, aveva avviato la chiamata per avere notizie. L’arrancar strinse i pugni: “Sei compromesso?”

“Per ora no, non c’è stato nessun movimento strano al comando e nessuno ha interrogato nessuno. Bisogna comunque adoperare prudenza. Ti terrò aggiornata” e la comunicazione si interruppe all’improvviso. Rimasta nel buio di quella sala computer, Neri Za ruggì tutta la sua rabia e, a suon di Bala, demolì ogni attrezzatura presente nel vecchio laboratorio per poi scoppiare a ridere: “Tra poco sistemerò tutto… oh sì se sistemerò tutto… e tutti i mondi si inginocchieranno a me, costi quel che costi!” e la risata folle dell’arrancar si perse nell’oscurità del suo nascondiglio mentre il Corvo, distrutto di stanchezza, si gloriava di quello che per le sue folli orecchie era il dolce suono della risata di Neri Za passata attraverso le pareti.

 



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Siamo tremendamente in ritardo? Purtroppo sì ç_ç. Troppi impegni in real life e, benchè alcuni capitoli siano stati scritti già tempo fa, purtroppo manca proprio la testa per postarli e finiamo con il dimenticarci.
Comunque sia, eccoci con il proseguimento! I nostri "amici" sono arrivati nel nuovo mondo e il caso ha voluto che ci finissero proprio durante una celebrazione importante. Volevamo far ambientare tutti e farli, soprattutto, conoscere meglio, speriamo di esserci riuscite in qualche modo. Sì, è vero, sembra un capitolo tranquillo, chissà magari ce ne sono in serbo altri, però la trama si infittisce u_u
   
 
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