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Autore: pattydcm    28/03/2022    0 recensioni
Fox non si sarebbe mai aspettato che il suo incarico sotto copertura sarebbe stato del tutto messo in secondo piano dall'arrivo di Mirco Neigo nella sua vita. Il giovane, infatti, lo coinvolgerà in un'avventura ai limiti della realtà, portandolo a diventare la guida vivente di un guardiano di anime.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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 And since your history of silence
Wont’ do you any good
Did you think it would?
Let your words be anything but empty
Why don’t you tell them the truth?
Say what you wanna say
And let the words fall out
Honestly, I wanna see you be brave
With what you wanna say
And let the words fall out
Honestly, I wanna see you be brave
 
Brave – Sara Bareilles
 
Libro quarto
 
Fire Fox
 
 
26 Il giornalista investigativo
 
Dopo una mattina trascorsa a studiare cosa dire all’intervista e la tensione da nascondere dinanzi al sorriso sfacciatamente finto dell’addetto stampa de ‘L’eco di Lumi’, Mirco si gode la leggera brezza che giunge dal mare e il canto della risacca che dolcemente lo culla.
Scocca ripetute occhiate distratte a Valerio, seduto sul muretto che delimita il giardino dell’ostello dalla spiaggia di sua pertinenza. Sta parlando animatamente al telefono, dopo aver trascorso in silenzio il resto della mattinata e le sei lunghe ore di viaggio ininterrotto.
“Sembra che la conversazione stia prendendo una brutta piega” pensa Mirco, volgendo lo sguardo curioso a Marco, seduto ai piedi del dondolo. Il ragazzino ignora il suo tentativo di conversazione e lui decide di alzarsi a sedere per recuperare dallo zaino uno dei panini con salame di cinghiale preparati per loro da Paride e Perla.
Sta per mandare giù l’ultimo boccone quando Valerio chiude la conversazione e impreca ad alta voce. Resta seduto sul muretto a guardare il mare e trafigge con le dita i capelli scompigliati, dando l’idea di stare cercando di calmarsi.
“A quanto pare non è finita bene” nota, appallottolando la stagnola del panino che ha divorato prima di buttarla nello zaino. “Si può sapere con chi litiga in continuazione al telefono?”.
<< No >> risponde Marco categorico.
“Beh, chiunque sia non mi sta rendendo la serata facile. Io ho già le mie preoccupazioni con lui”.
<< Mio fratello non è il tipo da riversare su altri l’incazzatura, sottiletta >>.
“E direi che questa è una buona notizia. Lo vedo, però, proprio nero” nota, per poi sporgersi verso Marco. “Si tratta di una donna?” gli chiede sempre più curioso, e inaspettatamente il custode ride divertito.
<< Eppure il concetto di privacy dovrebbe esserti chiaro >> ribatte, deciso a stare sulle sue.
<< Ok, va bene! >> dice, balzando in piedi.
<< Cosa vuoi fare, adesso? >>.
“Vado lì e lo invito a parlare di quanto gli sta succedendo” dice, mettendo lo zaino in spalla.
<< Questo sì che è il modo migliore per farlo incazzare! Ti conviene lasciare che sbollisca e rimandare ogni forma di conversazione a domani >>.
“E invece no! Ho già sopportato pure troppo questo assurdo silenzio” dice, ignorando il consiglio del custode.
Cammina verso il suo tutor con passo deciso. Dopo poco, però, inizia a rallentare e a prendere in considerazione la possibilità che stia facendo una vera cavolata. Un’aura scura, infatti, circonda Valerio in questo momento.
<< Qualcosa non va? >> gli domanda questi preoccupato, sorpreso di ritrovarselo accanto.
<< Non a me, pare >> risponde Mirco abbozzando un sorriso.
<< Scusa io… non volevo dare spettacolo >>.
<< Una volta per uno non fa male a nessuno >> ironizza lui, sedendosi sul muretto al suo fianco. Prende due panini dallo zaino e gliene porge uno.
<< Cos’è questo? >> gli chiede lui, inarcando sospettoso un sopracciglio.
<< Uno dei panini che ci ha dato Paride >>.
<< No, intendo cosa rappresenta l’essere venuto qui con questa offerta >> precisa Valerio alzando gli occhi al cielo.
<< Oh… beh, ecco… ti ho visto discutere animatamente al telefono e poi sedere qui tutto solo e mi sono detto che forse ti andava di parlarne… >> borbotta, addentando, poi, subito il panino.
Valerio assottiglia ancora di più lo sguardo prima di abbassarlo sulla stagnola che ricopre il panino.
<< Ci sono tante cose di cui vorrei parlare con te >> sospira, volgendo lo sguardo al mare.
<< Immagino che nessuna di queste abbia a che fare con la conversazione che hai appena concluso >> dice e Valerio annuisce serio. Mirco annuisce a sua volta, preoccupato.
<< Senti… io posso capirlo. Davvero >> sussurra, badando bene di tenere lo sguardo basso per non incontrare quello di lui, che lo osserva incuriosito. << A Saint Boser mi avevi detto di non credere nella possibilità che qualcosa resti dopo la morte e posso capire come trovarti dinanzi alla prova del contrario debba averti sconvolto. Come hai detto tu stesso ‘non è empiricamente possibile!’ >> dice, imitando la sua voce. << Mi rendo conto che sia difficile da accettare e per questo se hai cambiato idea e non vuoi saperne più nulla ti terrò fuori da ogni cosa e me ne tornerò a casa >>.
Valerio sospira e resta a lungo in silenzio, lo sguardo rivolto al mare. Il fratello compare accanto a lui e a sua volta osserva l’orizzonte. Mirco non regge il silenzio carico di parole di quest’uomo e dal nervoso scarta un altro panino e ne strappa un grosso boccone.
<< E’ difficile, sì >> concorda Valerio, uscendo dal silenzio. << Sono accadute talmente tante cose strane da quando sono tornato in redazione dall’ultimo mese di sagre che ho temuto di stare impazzendo. Sono pure andato a fare dei controlli in ospedale per capire fino a che punto stessi bene. C’è questa voce che irrompe tra i miei pensieri spaccandomi la testa in due >> dice portando la mano alla tempia sinistra. << Ora ho capito a chi appartiene e cosa l’ha portata da me. Gli ho parlato, finalmente, e mi ha spiegato come mai io sia stato in grado di aiutarti su quella spiaggia e di tirarti fuori dalle tue ‘crisi’. Mi ha confermato anche quel che avevo ipotizzato: sono io la tua guida, adesso >>.
Il cuore batte forte nel petto di Mirco, del tutto rapito dalle sue parole. Vorrebbe chiedergli se questa voce gli ha detto quale sia il suo nome per poter avere conferma dei suoi sospetti, nonostante le stranezze che lo hanno fatto dubitare. Quel che, però, Valerio gli ha detto è molto più importante in questo momento. E’ davvero stato ingannato e costretto a divenire sua guida vivente.
<< Mi dispiace >> sussurra, distogliendo lo sguardo da quello di lui.
<< Anche a me >> sospira il tutor. << Mi dispiace che la tua vita sia resa impossibile dal compito che ti hanno affidato. Guardiano di anime >> dice con voce impostata. << Cristo, è pazzesco. Questa situazione mi spaventa e non mi sento per nulla all’altezza, ma non ho alcuna intenzione di essere lasciato fuori. Resto fedele alla regola di sopravvivenza numero 4 >>.
<< E quale sarebbe? >> gli chiede incredulo del punto di vista dal quale sta osservando tutta quanta questa folle situazione.
<< ‘Se qualcosa ti incuriosisce al punto da non poter pensare ad altro, prima di buttartici dentro assicurati di avere una corda robusta ancorata ad un solido appiglio ed una buona imbracatura’ >> recita Valerio. << Marco è accanto a me, ora lo so. Lui è il mio solido appiglio. Lo è sempre stato. Con lui accanto non ho nulla da temere. Credo che la corda robusta sia questa piccola pietra >> dice, rigirando il diaspro tra indice e pollice. << Non so come sia possibile, ma finora mi ha allertato divenendo rovente ogni volta che uno dei tuoi spiriti si è palesato. Se le presterò ascolto potrò sfruttare le sue qualità a mio vantaggio. La buona imbracatura, invece, me la sono costruita nel corso della vita >>.
Il silenzio cala nuovamente tra di loro, ma questa volta Mirco non lo trova scomodo. Valerio ha deciso di aprire una breccia nella corazza che ha messo su da che hanno lasciato Lumi. Decide, quindi, di rispettare i suoi tempi  e di restare pazientemente in attesa finendo il suo panino.
<< Se raccontassi in giro la tua verità, sono sicuro che verrei messo in guardia della possibilità che tu sia uno psicotico preda di allucinazioni violente. Se dicessi di aver visto anche io quel demone e di aver parlato con una guida che si è impossessata dei miei pensieri, mi potrebbero dire di essere caduto in una ‘folie a deux’ a causa del nostro aver trascorso insieme troppo tempo. E’ più facile pensare che ci sia della follia in tutto questo, perché la realtà è spaventosa. Questo purtroppo accade anche quando non si parla di anime, demoni e guide. So bene quanto possa essere cattiva e ignorante la gente, Mirco, e come sia facile per loro giudicare il prossimo ‘pazzo’ o ‘strano’ quando in realtà i soli ad essere folli sono loro. Ci ho messo anni a capire di non essere io sbagliato. Sbagliata e crudele è l’ignoranza della gente >>.
Mirco nella sua vita ha parlato con molte anime morte in modo violento per mano di esseri che di umano hanno ben poco. Sebbene abbia ascoltato le loro storie, consolato il loro pianto e in alcuni casi li abbia aiutati a risolvere attivamente dei sospesi, è la prima volta che si ritrova a stare per ascoltare racconti simili da un uomo vivo e vegeto. Prova disagio e si impone di restare attento, di non scappare via almeno con i pensieri dal dolore che a ondate prepotenti sente giungere dal suo tutor. 
<< Questa presenza che si è stabilita nella mia testa mi ha chiesto di essere ‘coraggioso per te’. E’ una cosa strana da chiedere, non trovi? >> sta dicendo questi e Mirco abbozza un sorriso, confuso da questa altra notizia. << Si pensa che il coraggio stia nelle grandi azioni, nelle gesta prodigiose che meritano in premio una medaglia al valore. Invece, questo può consistere nel continuare a vivere con serenità nonostante si sia circondati dalla morte. Non quella che prima o poi ci tocca tutti, ma quella con cui tu hai a che fare ogni giorno >> gli dice, battendogli la mano sulla spalla curva. << Di Marco tutti avevano paura perché le sue crisi imprevedibili erano impressionanti. L’unica cosa che preoccupava me, invece, era che si facesse male e che non si riprendesse, come infine è successo, ma mai mi sono sentito toccato dalla paura che la sua sofferenza causava, benchè la morte si manifestasse in ogni sua crisi. Perché mai, allora, non dovrei essere coraggioso per te così come lo sono stato per mio fratello? Perché dovrei avere paura degli spiriti che ti chiedono aiuto, quando non ne ho avuto delle sue crisi? Qualcuno mi ha scelto come sostegno per un ragazzo coraggioso dai ‘poteri’ alquanto insoliti. Mi ha buttato dentro ad una storia bella grossa, troppo grossa e sì, mi ha raggirato con l’inganno, ma ora, nonostante tutto, compio io la scelta di restare. E lo sai perché? >> gli domanda solenne e lui commosso scuote il capo. << Perché la curiosità è una ninfomane e io sono in astinenza da troppo tempo >>.
I loro sguardi restano agganciati per un lungo istante prima che entrambi esplodano in una fragorosa risata che si libra nell’aria, raggiungendo il cielo che diventa di un blu sempre più intenso.
<< Dai, non ci credo che uno come te sia in astinenza da tempo >> esclama Mirco malizioso, prendendo un altro panino dallo zaino. Valerio ride ancora per poi scuotere il capo.
<< Avanti, Neigo, sgancia la bomba che ti porti addosso da che ti sei seduto qui >> lo invita, alzando gli occhi al cielo.
<< Non è una bomba, ma una deduzione. Oh, sì, caro il mio Rio, sono anch’io capace di compiere una deduzione >> ribatte, mulinando il panino che ha in mano dinanzi al suo sguardo scettico. << Litighi al telefono con qualcuno da che abbiamo iniziato questo viaggio, ergo la persona che chiami e che ti scrive in continuazione non può che essere una donna >>.
<< Quindi dal tuo punto di vista, se un uomo discute al telefono non può che esserci una donna dall’altra parte? Esattamente, in che rapporti siete tu e la tua ragazza? >> gli chiede, portando la mano al mento ispido.
<< Rapporti molto soddisfacenti, grazie per l’interessamento. Stavamo comunque parlando di te e della tua di ragazza >>.
<< Mirco, io non ho una ragazza e, per la cronaca, non ho bisogno che qualcuno si impegni a trovarmene una >> precisa, scoccandogli un’occhiataccia.
<< Beccato! >> esclama Marco, ridendo di gusto.
Mirco fissa il dito indice che il suo tutor gli sta puntando contro e lentamente deglutisce il boccone.
<< Ieri sera hai ricevuto un messaggio da Nikky che io ho accidentalmente aperto. Ho scoperto così la chat che hai con Ylenia e di chi siete soliti parlare >>.
<< Senti, io volevo solo aiutarvi. Mi siete sembrati bloccati nelle vostre paure ma propensi l’uno all’altra e allora ho pensato di… >>.
<< … impicciarti di cose che non ti riguardano! >> esclama Marco, ridendo ancora più forte.
<< Esattamente >> concorda Valerio.
<< Un momento! Tu riesci a sentirlo? >> domanda Mirco stupito.
<< Un regalo della presenza di cui ti parlavo prima >> annuisce Valerio.
<< Te l’avevo detto che mi ero messo d’accordo con lui, sottiletta >> aggiunge Marco, mostrandogli il medio, gesto che sembra amare parecchio.
<< Non pensare di cavartela con questo diversivo! >> lo addita Valerio tornando serio. << Perché prima di illuderla non hai chiesto a me cosa ne pensassi? >>.
<< Vorresti dire che non sei interessato a lei? >> ridacchia lui scettico. << Oh, andiamo! È l’unica alla quale sorridi, l’unica con la quale parli, l’unica alla quale permetti di avvicinarti. Se non è interesse questo non so cosa sia >>.
Non è sicuro che sottolineare questi particolari sia stata un’ottima strategia. Valerio, infatti, si rabbuia nuovamente.
<< Lei sa essere discreta e non rompe con tentativi di abbordaggio di alcun tipo, per questo le ‘permetto di avvicinarmi’ >> dice, scimmiottandolo. << Non c’è alcun interesse >> taglia corto categorico.
<< Quindi deduco tu sia già impegnato >> insiste, ed entrambi i fratelli gli scoccano la stessa occhiataccia. << Oh, scusate se mi permetto! >> esclama alzando le mani. << E’ una semplice deduzione logica, la mia. Se lei non ti interessa e ricevi continui messaggi e telefonate come quella che hai appena conclusa, posso solo pensare che sia perchè sei già impegnato >>.
<< In un certo senso >> borbotta Marco, cogliendo di sorpresa Valerio, che si volta in direzione della sua voce. Dopo un istante di attonito silenzio sospira per poi passare la mano sul volto stanco.
<< Non pensarci neanche! >> esclama il custode.
<< E perché no? >> ribatte Valerio, facendo spallucce. << Io so di lui qualcosa di molto più importante >>.
<< Non possiamo fidarci. Ha la lingua troppo lunga, per i miei gusti >> insiste, scoccando a Mirco un’occhiataccia.
<< Grazie tante >> ribatte lui offeso. Valerio ride del loro battibecco e con un gesto della mano scaccia quanto detto dal fratello.
<< Io sono sicuro che saprà essere discreto come saprò esserlo io, dico bene? >>.
<< Ma si può sapere cosa vi prende? Non mi piace per niente questo vostro agire alla James Bond >>.
<< Perspicace il ragazzo. In effetti come Bond girl sei un amore >> ride forte il custode.
<< Piantala Marco >> lo ammonisce Valerio, sebbene fatichi a trattenersi dal ridere con lui. << Sarebbe comodo per me dirti che sì, sono impegnato e che quelle alle quali hai assistito in questi giorni sono state liti tra me e il mio impegno. Solo che non è così. Ciò che tu mi hai rivelato è sconcertante e difficile da accettare. Ciò che io sto per dirti potrebbe esserlo allo stesso modo, sebbene io non abbia il piacere e l’onore di vedere gli spiriti dei defunti >>.
Mirco sbatte più volte le palpebre sugli occhi stupiti. I due fratelli sostengono il suo sguardo con la stessa espressione seria e tesa sul volto pallido, cosa che gli stringe lo stomaco.
<< Siete talmente seri che non posso fare a meno di pensare che non stiate scherzando >>.
<< Infatti non scherziamo, sottiletta >> puntualizza Marco << Guardatelo! Con la vita che fa è ancora capace di terrorizzarsi >>.
<< Ho imparato a diffidare dei vivi, moccioso, e come vi ho detto questo clima alla James Bond non mi piace. Si può sapere che succede? >>.
<< Succede che Valerio Rossi non esiste >> risponde il tutor prendendo il portafogli dal marsupio. Mirco, stupito, osserva le sue mani grandi estrarre la carta d’identità ed aprirla. << Valerio Rossi è nato il 5 maggio 1979 a Milano e la sua residenza è ancora lì, come puoi vedere >> gli dice porgendogli il documento. << Ha lavorato per testate minori e l’essere assunto da una rivista importante come la ‘Insieme a te!' è stata una vera occasione per lui. I suoi seri problemi di comunicazione col prossimo lo portano a isolarsi e ad essere considerato l’orso del quale i rubricanti ti hanno parlato. La sua autostima è molto bassa, al punto che fatica a sostenere lo sguardo di chi ha di fronte, certo di non poter essere al suo livello. Gestire una rubrica nella quale non deve aggiungere nulla di suo sembra essere la soluzione più adatta per un fallito come lui >>.
Lo sguardo di Mirco viaggia stupito dalla carta d’identità al volto del suo tutor. La descrizione che ha fatto coincide con quanto i colleghi gli avevano detto in redazione. Deve ammettere, però, che gli era sembrata del tutto stonata rispetto all’uomo che aveva visto entrare nell’ufficio di Renzi e ora sembra proprio sia stato messo a conoscenza del perché.
<< Quindi… se non sei Valerio Rossi, allora… chi sei? >> gli chiede sinceramente preoccupato. È la prima volta che si ritrova ad avere a che fare con qualcuno che come lui sembri nascondere più di un segreto. Questa novità lo incuriosisce e spaventa al tempo stesso. Perché mai qualcuno dovrebbe presentarsi sotto mentite spoglie e mostrare un carattere del tutto diverso nella redazione di una rivista come la ‘Insieme a Te!’?
<< Sono un giornalista investigativo >>.
Mirco trattiene il fiato e la sua reazione strappa un’altra risata a Marco. Il suo tutor, invece, resta serio e non distoglie lo sguardo dal suo per un solo istante.
<< Quei momenti in cui sembravi così diverso dal giornalista depresso e sulle sue… lì non sei stato Valerio Rossi! >> esclama, felice di ricevere da lui conferma della sua osservazione. << Caspita, hai fregato tutti in redazione! Sono davvero sicuri tu sia uno sfigato incapace. Eppure, quando te ne sei uscito con quella ramanzina dell’acqua che passa sotto i ponti, ho pensato che fosse strano che un tizio additato da tutti come incapace mi stesse strigliando per non essermi fatto valere. Un incapace che ha letto le impronte sul pavimento della casa di Josephine come fosse un Cherokee ed è riuscito a convincere un padre iperprotettivo a far ipnotizzare la figlia da un neo laureato. Ecco perché ci tieni così tanto alla tua privacy! >> continua Mirco, colto da un’altra illuminazione. Avvicina la mano al volto del suo tutor accarezzandone la barba ormai lunga. << Caspita, ho rischiato di farti saltare la copertura. Mi spiace >>.
<< In effetti sei un bel problema, sottiletta >> rincara la dose Marco, che sembra proprio felice di poterlo umiliare.
<< La copertura l’ho fatta saltare da me >> dice, invece, il suo tutor, allontanando delicatamente la mano dal suo viso. Prende dalla tasca dei jeans una scatolina di plastica che apre e posa sul muretto. << La parte più bella di questa confessione è che finalmente potrò liberarmi di queste >> dice, alzando la testa al cielo. Porta le dita all’occhio destro dal quale cattura qualcosa che ripone poi nella scatolina. Mirco resta a bocca aperta nel rendersi conto che è una lente a contatto colorata di marrone scuro quella che è stata appena sistemata in uno dei due alloggiamenti rotondi presenti nella scatolina. Anche l’altra giunge a farle compagnia e il ragazzo si scopre emozionato all’idea di alzare lo sguardo e incontrare quello del suo tutor.
<< Oh mio dio! Sono verdi! >> esclama stupito avvicinandosi a lui che ancora una volta lo allontana delicatamente da sé. << Scusami è che… caspita! I tuoi occhi sono bellissimi >> dice colpito dal modo in cui il colore naturale delle iridi modifichi del tutto il suo volto.
<< Ecco un’altra vittima del tuo fascino, capitano >> esclama Marco per poi ridere divertito.
Mirco carico di imbarazzo si ritrae spontaneamente questa volta e borbotta un sommesso ‘scusa’, incapace, ora, di alzare lo sguardo verso di lui.
<< Non devi scusarti. Posso immaginare quanto l’effetto sia shoccante. Uniti al colore naturale dei capelli avrebbero destato meno scalpore >> minimizza Valerio, versando il contenuto di un flaconcino sopra le lenti prima di richiudere la scatola.
<< Quindi non sono neri? Ma… la barba allora? Tingi anche quella? >> gli chiede avvicinando ancora una volta la mano al suo volto.
<< Avrei preferito evitarlo. Purtroppo è stato necessario per ridurre ancor di più la possibilità che qualcuno mi riconosca >>.
<< E come fai? Voglio dire, non credo si usi la stessa tintura per capelli. E poi dovrai applicarla ogni giorno >>.
<< Più volte al giorno, anche >> sospira Valerio, questa volta allontanando se stesso dalla sua mano che insistente affonda le dita nella barba sempre più lunga che gli ricopre mento e guance. << La collega che si occupa della creazione degli avatar è molto brava e utilizza prodotti di alta qualità. Rimarresti stupito dal confrontare una mia foto al naturale con Valerio Rossi >>.
<< Forte! >> esclama Mirco, eccitato. << Ma… se ti ha reso diverso da te stesso, perché insistere con occhiali da sole e barba? >>.
Valerio ride della sua domanda che, a giudicare dalla reazione stizzita di Marco, sembra aver colpito un nervo scoperto.
<< Perché ci sono alcune persone dallo sguardo così fino che potrebbero riconoscermi nonostante mille travestimenti. Persone alle quali tengo e che preferisco continuino a restare all’oscuro di ogni cosa >> risponde serio passando la mano tra i capelli scompiglaiti i quali Mirco sta provando ad immaginare di colori diversi dal nero corvino.
<< Ti ho messo nei guai più del necessario con le mie diavolerie >> sospira, rendendosi conto di come non abbia rischiato solo di fargli saltare la copertura ma lo abbia costretto anche a proteggerla ancora di più.  
<< Credo che siamo stati, da questo punto di vista, un problema l’uno per l’altro >> ribatte Valerio facendo spallucce.
<< Già già >> annuisce Mirco, strappando un altro morso al panino.
<< Devo ammettere che la cosa che più di tutte mi ha dato noia è stato proprio dover tenere queste lenti per tutto il giorno. Avevo notato fin da subito quanto tu fossi un ottimo osservatore e ora so il perché. Il tuo costante chiederti se sia reale o meno ciò che vedi ti ha aiutato a sviluppare una buona capacità deduttiva e ciò ti ha portato a notare ciò che altri colgono appena. Per questo in queste settimane ho dovuto trovare mille escamotage per evitare che ti rendessi conto dell’esistenza di queste lenti. Stamattina mi sono del tutto dimenticato di non averle e ho letto sul tuo viso che avevi notato qualcosa di insolito. Gli argomenti trattati, però, erano importanti al punto da aver messo in secondo piano l’informazione che il tuo inconscio ti avrà sicuramente comunicato e questo, unito alla penombra della stanza, mi ha permesso di proteggermi >>.
<< Hai ragione! Ora che ci penso mi era parso che ci fosse qualcosa di diverso sul tuo viso >> esclama Mirco stupito. << Gli argomenti erano insoliti per te eppure la mia reazione non ti è passata inosservata. Hai imparato durante il master ad usare la PNL? >>.
Ancora una volta Valerio ride mentre Marco, invece, diviene insolitamente triste. Quando i loro sguardi si incontrano, però, torna ad osservarlo con aperta ostilità, cosa che mette in confusione Mirco.
<< No. Il master non prevedeva nulla di simile. È stata una mia scelta >> risponde, volgendo i suoi occhi verdi e intensi al mare. Mirco stringe tra le mani la stagnola dell’ennesimo panino che ha divorato, nel tentativo di lenire la curiosità. Ci sono troppe cose nell’atteggiamente di Marco e in quello di Valerio che la pungolano, ma una domanda tra tutte continua a girargli per la testa.
<<  Qual è il tuo vero nome? >> chiede e questa volta Valerio si limita a sorridere e scuotere il capo prima di voltarsi verso di lui.
<< Questo preferisco non dirtelo. La faccenda è molto seria, Mirco. Maledettamente seria >> sospira, passando le mani tra i capelli. << Continua pure a chiamarmi ‘Rio’. Devo ammettere che mi piace >>.
<< Ok, capisco >> dice, sebbene in realtà gli dispiaccia. << Immagino tu stia portando avanti un’inchiesta su qualcuno della redazione >> sussurra, guardandosi attorno per sincerarsi che non ci sia nessuno oltre loro tre.
<< Ti ha già detto troppo! >> grida Marco, che evidentemente stava trattenendosi da troppo tempo dall’intervenire. << Tu, sottiletta, hai l’animo del gossipper e se dovesse sfuggirti qualcosa non solo lui si giocherebbe la copertura, ma sputtaneresti anche l’intera inchiesta, mettendo a rischio la sua vita >>.
<< La vita? È davvero così pericoloso? >> domanda Mirco, il cui stomaco si chiude, rimandandogli su il gusto amaro dei panini consumanti. Il due fratelli annuiscono.
<< Mi è sembrato giusto metterti a conoscenza di un pezzo della mia verità, ma per la tua incolumità, la mia e la salvaguardia del mio lavoro non intendo dirti altro e ti prego di non fare più domande in merito >>.
<< Certo, capisco. Un giornalista investigativo. Questa proprio non me l’aspettavo >> dice incredulo, scuotendo il capo. << Sei riuscito a sorprendermi. Non è cosa facile, i miei complimenti. Ora capisco perché il mio arrivo ti abbia sconvolto così tanto >>.
<< Il tuo arrivo ha mandato in crisi le indagini. Pensavamo che mi avessero scoperto e che tu fossi stato messo apposta al mio fianco per fermarmi, dal momento che ero venuto a conoscenza di informazioni importanti. Per questo sono stato sollevato dall’incarico in attesa di comprendere la situazione. A quanto pare, però, la mia copertura non è saltata. Il mio capo ha detto che posso rientrare nell’inchiesta, ma io ho rifiutato >>.
<< A causa tua, sottiletta >> precisa Marco puntandogli il dito contro.
<< Causa mia? E perché? >>.
<< Mi pare più che ovvio il perché, Mic. Questo tuo particolare dono mi impegna già troppo. Rischierei di compromettere le indagini e per questo ho chiesto di starne fuori finchè non avremo risolto la situazione >>.
<< Ma…cosa ne sarà del tuo lavoro? >>.
<< Ecco, bravo, iniziamo a porre le domande giuste! >> esclama Marco, guardano storto il fratello.
<< Il mio lavoro è solo stato messo in stand by. Come ti dicevo stamattina, ho un caso più stimolante da risolvere adesso >> dice e Mirco prova una grande sensazione di disagio nell’essere diventato il suo caso interessante.
<< Beh, ora capisco anche perché non vuoi che parli di te ad Ylenia >> dice abbassando lo sguardo. << Non potresti mentirle e raccontarle la verità la metterebbe in pericolo. Caspita, non puoi neppure dirle il tuo vero nome. Non si può dare luogo ad una relazione con questi presupposti. Rio, la tua situazione con lei è quasi più complicata della mia con Nikky. Fantasmi a parte, si intende >>.
Marco sospira annuendo concorde con ciò che ha detto e già solo questa cosa è eccezionale. Il suo tutor, invece, ridacchia scuotendo il capo.
<< Continui ad essere convinto che provi qualcosa per quella donna >> sbuffa, divenendo serio.
<< Dai, capo, che lei ti interessi è evidente. Ti piace perché sa essere discreta e di dove i tuoi occhi cadano quando la guardi non serve parlarne >> ridacchia malizioso. << Ad ogni modo, dato quanto mi hai detto, svestirò i panni di cupido. E’ un vero peccato, però, perché lei a te ci tiene davvero. Non è solo attrazione fisica >>.
<< Ma se non mi conosce nemmeno! >> sbotta il suo tutor saltando giù dal muretto. << A conti fatti io e te abbiamo trascorso più tempo insieme in queste settimane di quanto ne abbia passato io con lei in sei mesi! Si è infatuata di un’illusione e per il resto sì che è solo attrazione >>.
<< Se fosse stata solo attrazione fisica non ti avrebbe dato il diaspro, quello che tu prima mi sembra abbia definito essere la tua corda robusta >> gli fa notare, catturando la sua attenzione. << Quella pietra ti protegge dagli attacchi occulti ed è stato proprio per saperti al sicuro che ti ha fatto questo regalo davvero utile >>.
<< Beh, vista la situazione direi di sì. >> risponde lui, guardando stupito la piccola pietra. << È pazzesco! Lei ha capito subito che tu… beh, sì, insomma, non si è lasciata condizionare dalla razionalità >>.
<< Già, già. Quando ha assistito alla mia crisi ha capito che non si trattava affatto di epilessia e la cosa più spontanea che le è venuta in mente di fare è stata quella di difendere l’uomo che ama >>.
<< Smettila di parlare di amore! >> esclama alterato e persino Marco si stupisce della sua reazione.
<< A quanto pare non sei solito comportarti in questo modo >> constata Mirco meditabondo, cogliendo di sorpresa entrambi. << Se così non fosse, Marco non sarebbe stupito del tuo comportamento. Prima mi diceva che non riversi l’incazzatura sul prossimo. Oh, sì ci sono! >> esclama Mirco, indicando col dito il diaspro. << Credo sia l’effetto di quella pietra. Non sono un esperto, ma oltre a proteggere dalle energie occulte agisce anche sulla sfera emotiva e sensoriale. Risveglia la capacità di emozionarsi, aiuta a darsi il permesso di vivere senza filtrare tutto con la logica della ragione e scalda il cuore >>.
Valerio fissa a lungo la piccola pietra che continua a rigirare tra indice e pollice. La lascia, poi, ricadere sul petto e passa entrambe le mani tra i capelli.
<< Ho bisogno di una nuotata >> dice volgendo lo sguardo al mare
<< A quest’ora! >> esclama Mirco stupito.
<< Che problema c’è? >> domanda, togliendo la maglietta che posa ben piegata sul muretto.
<< Caspita, è proprio una dipendenza la tua. Non lo mangi quello? >> chiede, indicando il panino che gli aveva dato e che lui non ha neppure aperto.
<< Certo che l’appetito non ti manca! >> esclama Valerio, togliendo scarpe e pantaloni.
<< Il mio metabolismo è del tutto differente dal vostro. L’esposizione al gelo costante degli spiriti che incontro mi porta a bruciare molte più calorie del necessario  >> spiega, dandoci dentro con il panino.
<< In effetti attorno a te l’aria è più fredda. Me ne ero accorto, ma non potevo di certo immaginare che ci fosse dietro una simile motivazione >> dice, sistemando il resto degli abiti sul muretto.
<< La stessa cosa che fa la maggior parte della gente. La loro razionalità mi salva da molte situazioni che altrimenti dovrei spiegare e che potrebbero portarmi ad avere parecchi problemi >>.
<< Che genere di problemi? >>.
<< Oggi non mi metterebbero più al rogo, per fortuna, né in manicomio, dato che quel grand’uomo di Basaglia li ha fatti chiudere, ma troverebbero comunque il modo di rendermi la vita impossibile. Posso dirmi fortunato ad essere stato etichettato solo come epilettico >> dice, appallottolando l’ennesima pallina di stagnola che finisce con le altre dentro lo zaino.
<< Sì, direi che una bella nuotata è ciò che ci vuole! Se torni dentro puoi portare con te il cellulare, per favore? >>.
<< Porterò anche i vestiti, così avrò la gratitutide del gruppetto di ragazzine che ti ha letteralmente mangiato con gli occhi al nostro arrivo >>.
<< Fallo e ti ritroverai a girare per l’ostello come mamma ti ha fatto, Neigo >> lo minaccia mostrandogli il medio.
Mentre Valerio entra in acqua, Mirco resta sul muretto a godere della dolce brezza che giunge dal mare e dello splendido spicchio di luna che si fa sempre più brillante nel cielo ormai buio. Prende un altro panino dallo zaino per aiutarsi a metabolizzare il segreto pericoloso che gli ha appena rivelato il suo tutor. Deve ammetere che non gli dispiace per una volta essere custode di una verità scomoda.
Il cellulare vibra nella sua tasca ed è un messaggio di Ylenia quello che vi trova quando lo recupera.
<< Mi dispiace davvero tanto >> sussurra, mandando giù un boccone amaro. Marco si sporge a leggerlo a sua volta e sospira dispiaciuto quanto lui.
<< Cosa conti di fare con lei? >> gli chiede, scoccandogli un’occhiata sospettosa.
 “NullaNon intendo insistere oltre, ma neppure tarparle le ali. Mi è bastato vederli l’uno accanto all’altra per capirlo. Vibrano della stessa frequenza”.
<< Pazzesco vero? Credevo quella fosse solo una favoletta per gli allocchi è invece esistono davvero >> dice Marco emozionato .
“Lui, però, è già impegnato. E non mi riferisco all’inchiesta. E questo impegno a te piace poco” dice, cogliendo di sorpresa il custode. Marco sospira e scaccia il ciuffo dagli occhi un paio di volte, nervoso.
<< Più che un impegno è un maledetto imprevisto. Un mio imprevisto >> dice affranto.
“Anche io sono un imprevisto sul cammino di tuo fratello e, guarda un po’?, grazie a me lei gli ha dato il diaspro stabilendo un contatto. Questo genere di legami sono forti, Marco. Qualunque sia questo ‘impegno imprevisto’ si risolverà da sé, vedrai”.
<< Vorrei poter essere ottimista come te, sottiletta >> sospira il ragazzo, appoggiando la testa contro la sua spalla. Se Marco si sta concedendo questa confidenza proprio con lui deve essere davvero preoccupato per questo ‘imprevisto’. Mirco decide, però, di non insistere. Come il fratello, anche questo giovane custode ha bisogno che vengano rispettati i suoi tempi, che ora non sono per nulla maturi.
Mirco fa una foto del bellissimo spicchio di luna che oramai domina sul cielo nero e lo invia a Ylenia. ‘Viaggiare con un nuoto-dipendente comporta fare la guardia ai suoi vestiti in attesa che lui riemerga dalle acque’, le scrive strappando una risata a Marco.
<< Sei quasi peggio di me quando ti metti in testa qualcosa, sottiletta >> dice questi compiaciuto.
“E ancora non mi conosci, moccioso” ribatte Mirco ed entrambi ridono.
   
 
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