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Autore: Voglioungufo    28/03/2022    2 recensioni
SakuHina | Maid kink | Post 699
Stava riponendo i sandali ninja nella scarpiera per cambiarli con le morbide pantofole quando Hinata fece la sua comparsa in entrata, i suoi passi così leggeri da essere appena udibili. Sakura rimase subito senza fiato dalla sua posizione accucciata, gli occhi dalle scarpe da bambolina laccate di nero risalirono lungo le gambe snelle strette in calze e parigine fino a una gonna blu a balze molto corta, un grembiulino in pizzo ricamato a decorarne il davanti.
Genere: Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sakura Haruno
Note: Lime | Avvertimenti: PWP | Contesto: Dopo la serie
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Prompt: Happy birthday, Sakura!
Relationships: Haruno Sakura/Hyuga Hinata.
Characters: Haruno Sakura, Hyuga Hinata, altri menzionati.
Verse: alternative ending, post!699.
Tag:  role play, kinky, maid kink, pre-nsfw, lime.
Trigger warning: dom/sub.
Note: Buon compleanno Sakura!
Era una vita che non scrivevo qualcosa per lei in questo giorno, mi sembra dal 2017 e dai tempi della Grunge!AU xD 
Purtroppo per via degli impegni e delle altre long non sono riuscita a sviluppare questa cosa in una lemon vera e propria, quindi abbiamo solo una flash (per modo di dire, sono comunque +1.000 parole ops) su questo kink che immagino perfetto per loro, spero di scriverne ancora in futuro  >.<
Ovviamente sempre e solo cose caste e pure in questi lidi :P
Spero vi piaccia ^^ come sempre i commenti sono sempre super graditi e vengono ricambiati con biscottini e zuccherini ♡
Hatta


 
Ma’am
 



Sakura richiuse la porta alle proprie spalle e appoggiò le chiavi sul comodino del genkan, il tintinnio del metallo sul mobile si perse sotto il suo respiro stanco. Non c’era nessuna pietà per una medi-nin, neanche il giorno del suo compleanno. Quella mattina era stata festeggiata dal suoi colleghi, con qualche fiore e una torta mangiata in fretta e furia prima che un gruppo di genin arrivasse in urgenza a farsi aggiustare le ossa dopo una bravata finita male. Roteò gli occhi al pensiero, si rifiutava di credere che anche loro a quell’età fossero stati così incoscienti — forse Naruto, ma Naruto era un incosciente anche a vent’anni passati. 
Si scalzò le scarpe, desiderosa di sciogliersi lo chignon così stretto che era convinta le stesse anche tirando i lineamenti del viso, e lanciò un saluto per avvisare la compagna che era finalmente tornata a casa.
Stava riponendo i sandali ninja nella scarpiera per cambiarli con le morbide pantofole quando Hinata fece la sua comparsa in entrata, i suoi passi così leggeri da essere appena udibili. Sakura rimase subito senza fiato dalla sua posizione accucciata, gli occhi dalle scarpe da bambolina laccate di nero risalirono lungo le gambe snelle strette in calze e parigine fino a una gonna blu a balze molto corta, un grembiulino in pizzo ricamato a decorarne il davanti. 
Sakura si alzò, il sorriso si allargò fino a toccare le orecchie nel vedere la sua bellissima ragazza nella divisa da cameriera occidentale che avevano comprato durante una missione in quelle terre. Il corpetto stringeva la sua vita e valorizzava il seno, ben chiuso e nascosto nella camicetta abbottonata fino al collo. Accompagnato al rossore sul volto di Hinata lasciava intendere una pudicizia che in quel momento era tutta di scena. Sakura sapeva bene quanto l’altra ragazza adorasse indossare quell’uniforme, soprattutto per lei, e non poteva negare di apprezzarla. Era sempre bello vedere Hinata in quegli abiti così sexy e particolari al posto delle sue felpe ninja larghe o dello yucata tradizionale.
A completare il tutto, tra i lisci capelli pettinati in una crocchia aveva incastrato un cerchietto bianco di stoffa, con la decorazione di ciocche nere che un po’ si confondevano con la frangia; tra le mani agitava con finto nervosismo un soffice piumino bianco. 
“Bentornata, ma’am” salutò con un tono dolce, gli occhi bassi mentre accennava un inchino. “Spero abbiate passato una buona giornata”.
Sakura dovette prendersi qualche minuto prima di rispondere, per entrare nel proprio personaggio. Di solito quando mettevano in atto quelle scenette aveva un po’ di tempo per entrare nell’ottica della situazione e prepararsi alla recita; era la prima volta che Hinata la prendeva alla sprovvista in quel modo e restare fedele al proprio ruolo, quando tutto ciò che voleva era baciarla e sollevarle la gonna, fu abbastanza difficile. In qualche modo trovò la fermezza mentale di restare impassibile e posata, come sarebbe dovuta essere l’elegante padrona di quella cameriera. 
“Buonasera” salutò con un tono informale ma materno, superano il genkan ed entrando nell’effettivo ambiente domestico. “Oggi è stata una giornata lunga, devo dire, ma anche piena di soddisfazioni” aggiunse pensando ai regali ricevuti. “Tu hai completato i tuoi doveri?” chiese pur non avesse nulla del genere da fare.
Hinata la seguì, il piumino sempre tra le mani come se potesse darle la forza necessaria per stare in piedi. La guardava come un cucciolo bisognoso di attenzioni e di lodi.
“Sì, ma’am. Tutto è stato messo in ordine per questa sera”.
Sorrise, passando le dita sui ripiani dei vari mobili, come ad assicurarsi che non ci fossero residui di polvere. Ma, recita o meno, l’intera casa sembrava essere stata pulita da cima a fondo.
“E quanti bicchieri sono andati rotti?” chiese osservandola consapevole e divertita insieme.
Hinata abbassò la testa, il rossore sulle gote che si intensificò fino alla punta delle orecchie. 
“D-due…” balbettò.
“Solo due? È un miglioramento” considerò prendendole delicatamente il mento per ricordarle di tenere la testa dritta.
“…e un v-vaso” completò con gli occhi fissi sul pavimento.
Sakura rimase interdetta. “Quale?” domandò rassegnata.
“Il regalo del signor Sai, di qualche Natale fa”.
Si morse la guancia per non ridere, capendo subito a quale si riferisse. Hinata odiava quel vaso, risaliva a prima che si mettessero insieme. Sakura aveva da poco confessato la sua attrazione per le donne e Sai aveva voluto, a modo suo, essere di supporto. Aveva quindi dipinto un vaso come regalo con raffigurazioni di donne nude e prosperose intente in atteggiamenti ludici. Era la cosa più pacchiana e volgare che avesse visto, ma lo aveva accettato conoscendo le buone intenzioni del compagno di squadra e non aveva osato buttarlo via. Hinata non era mai stata dello stesso avviso, aveva sempre suggerito di nasconderlo dentro un armadio… quella volta doveva aver deciso di essere più drastica, approfittando della recita da sbadata cameriera.
Sospirò, sforzandosi per mantenere il suo atteggiamento da nobildonna e non scoppiare a ridere davanti a quella sfacciataggine.
“Peccato” disse, poi le fece un buffetto sulla guancia. “Ma non importa, non ho mai amato quel vaso” aggiunse con un occhiolino complice.
Il volto di Hinata si aprì in un bellissimo sorriso e più sicura di sé la seguì in cucina.
Sakura rimase a bocca aperta appena aprì la porta. Tutto era in un ordine impeccabile rispetto a quando aveva lasciato la casa quella mattina, ma soprattutto sulla tavola era posizionata un enorme torta a più piani, glassata di rosa e piena di fiorellini di zucchero. Riusciva a vedere gli strati di panna e menta, aveva un aspetto delizioso.
“Hinata… cosa…” sussurrò quasi uscendo dal personaggio.
Non c'era modo che in due potessero mangiare un dolce così grande!
Fortunatamente la fidanzata non batté ciglio. “La torta di compleanno che avete richiesto, ma’am, per la festa di questa sera”.
Sakura ci mise qualche secondo a realizzare il tutto, perché era sicura che per quella sera non avesse organizzato nessuna festa. Le ultime settimane all’ospedale erano state davvero intense, non aveva avuto né il tempo né la forza per pensare a festeggiare il suo compleanno… 
Hinata doveva aver organizzato una festa a sorpresa. 
Si passò una mano sulla fronte. “Temo mi sia passata di mente… puoi ricordarmi quando sarà?” chiese.
“Fra due ore e mezza, ma’am”  rispose diligente.
Suo malgrado si rilassò, per un momento aveva temuto che i suoi amici potessero suonare dalla porta da un momento all’altro, portando con sé il loro usuale atteggiamento caotico e un gran baccano. Era felice all’idea di una festa per lei, ma dopo quella giornata aveva bisogno di un po’ di tempo per sé.
Soprattutto un po’ di tempo da dedicare a Hinata ancora in quegli abiti…
Si voltò proprio verso la cameriera, prendendole ancora una volta il mento tra le dita. Le accarezzò il labbro inferiore, spingendola a socchiuderli. Le sue labbra erano state colorate di un bel rosso tenue, le facevano sembrare morbidissime, perfette per essere baciate. Si accorse subito di come Hinata trattenne il fiato.
“Come farei senza di te? Sarei persa… Ottimo lavoro” la lodò.
Gli occhi chiari brillarono, un bel contrasto con gli zigomi arrossati. 
“Ho solo fatto il mio dovere, ma’am” sussurrò emozionata.
“E sono felice di averti al mio fianco” ribadì, sperando cogliesse che non stava più solo recitando.
Dallo sguardo innamorato che le venne rivolto, immaginò che il messaggio fosse stato recepito.
“Bene, adesso…” sussurrò Sakura con tono più malizioso, l'altra mano iniziò a risalire lungo la coscia di Hinata, “prima dell’arrivo dei nostri ospiti, c’è un altro dolce di compleanno che mi piacerebbe assaggiare…”
Le sue dita risalirono tra le sue gambe, toccando la stoffa aderente già umida sulla intimità.
Hinata continuò a guardarla negli occhi, baciò la punta del pollice sulla sua bocca.
“Come desidera, ma’am”.



   
 
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