Storia scritta per l'esercizio
#ilcestodifrutta
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If She ran away,
come back
home
Contro il proprio corpo la carezza delle lenzuola ancora calde era una sensazione a cui Kirsten non avrebbe mai voluto rinunciare, nemmeno in una sera come quella.
Distese la mano per cercare Sandy che dormiva al suo fianco, sapeva che lo avrebbe trovato lì: era ancora troppo presto per il surf. Gli sfiorò il braccio, assaporò con le dita la ruvidezza della sua pelle, i tratti marcati che le onde dell’oceano avevano dato al suo corpo. Quel corpo che lei aveva imparato a conoscere meglio del proprio, ad amare più del proprio.
Abbandonò il suo braccio, per distendersi sul suo petto: gli accarezzò la pancia, risalì fino alla folta peluria che ne ricopriva i pettorali. Ne arruffò qualcuno con due dita, come era solita fare dai tempi del college e, proprio come allora, Sandy si voltò su un fianco, mormorando parole sconnesse, più simili a dei vagiti. La strinse a sé con un braccio e affondò il viso nei suoi capelli.
Era una reazione istintiva, quella di Sandy, primordiale.
Era l’istinto di protezione, l’amore, che ne guidava i gesti inconsci mentre lui dormiva e Kirsten lo sapeva.
Sapeva che se avesse infilato i piedi tra i suoi, Sandy l’avrebbe avvolta completamente per scaldarla; sapeva che se si fosse rannicchiata contro di lui, le sue braccia l’avrebbero tirata su di sé; sapeva che se ne avesse sussurrato il nome, lui si sarebbe svegliato subito.
Sandy si prendeva cura di lei da oltre vent’anni.
Aveva imparato a conoscere le sue richieste non verbali, le sue emozioni; sapeva leggere i suoi sguardi; poteva anticipare ciò che lei voleva…
Era stato la sua roccia per tutto quel tempo e lei sapeva che Carter non avrebbe mai potuto prendere quel posto.
Per questo era tornata a casa quella notte. Per questo aveva scelto Sandy, anche se il pensiero di Rebecca non la abbandonava.
Avrebbe potuto fingere che Carter potesse darle ciò che cercava, poteva illudersi che con lui avrebbe trovato quella pace che Sandy non le dava più, ma quando rimanevano soli, quando guardava Carter negli occhi, lei cercava Sandy e non lo trovava.
Carter non era Sandy.
Avrebbe potuto amarla, darle ciò che lei si aspettava, ma non sarebbe mai potuto essere Sandy.
Così quella sera aveva fatto la sua scelta, nella stanza d’hotel della Fetherbrook. Aveva scelto l’uomo che amava, anche se non era certa di poterlo perdonare.
Non sapeva nemmeno se avrebbe tentato di farlo dopo quella sera, ma non voleva scegliere Carter, non finché quel cerchio di plastica, vinto in una qualche sala giochi di San Francisco, sarebbe stato stretto al suo anulare per ricordarle che forma aveva l’amore di Sandy per lei.
"I got a fear, oh, in my blood
She was carried up into the clouds, high above
If you've bled, I bleed the same
If you're scared, I'm on my way"
Anche nella loro camera da letto, al buio, mentre Sandy la teneva stretta, Kirsten guardava il loro anello di fidanzamento.
Era Sandy.
Era sempre stato lui ciò che lei si era ostinata a rincorrere per tutta la vita.
Lo amava, lo aveva fatto per oltre vent’anni e, anche se a pezzi, non avrebbe mai smesso di farlo.
I suoi occhi seguirono il fascio di luce lunare sul tavolo vicino alla finestra. Illuminava timidamente l’omaggio dell’impresa vinicola: un cesto di frutta intrecciato a mano e il vino giusto per il suo contenuto.
Glielo avevano consegnato subito prima che lei salisse in macchina per tornare a casa. Non sapeva se Carter ne avesse ricevuto uno a sua volta: dopo che lei gli aveva detto che sarebbe tornata a casa, non si erano più parlati. Lui era andato a vestirsi e lei era sgattaiolata fuori dalla stanza.
Era giusto così.
Lei non poteva dargli ciò che lui voleva e quella sera glielo aveva confessato, perciò ora ne avrebbe pagato le conseguenze: era di nuovo sola.
Era tornata ad essere il rimpiazzo di Rebecca, senza possibilità di dettare le regole di quella nuova realtà in cui lei e Sandy erano precipitati.
Cercava di obbligarsi a non piangere, ma gli occhi ibruciavano e il respiro iniziava a mancare. Si ripeteva di non farlo: aveva fatto la sua scelta; aveva accettato di essere un rimpiazzo.
Eppure, nonostante lei fosse convinta di non poter significare per Sandy ciò che aveva significato Rebecca, sentì il suo braccio stringerla con più vigore, fino a spingerla completamente contro di lui.
L’altro caldo di Sandy le solleticò il collo.
“Sono felice che tu sia tornata a casa.”
Non le disse altro.
Kirsten non seppe nemmeno se Sandy fosse sveglio in quel momento, ma che lo fosse o meno, non aveva importanza.
Sapeva che era la verità.
Lo avvertiva nella voce, nel modo in cui l’aveva stretta.
Voleva crederci, perché quella notte era stata come tutte le altre notti in cui lei non dubitava che lui l’amasse davvero come diceva di fare.
Ci credeva perché quello era l’uomo che aveva sposato, il ragazzo di cui si era innamorata a diciannove anni.
Era il suo Sandy che aveva parlato. Quello che aveva scelto nell’hotel, dicendo addio a Carter.
“Anche io” rispose, ma senza sapere se lo avesse detto ad alta voce o lo avesse solo pensato mentre si addormentava.
"Did you run away?
Did you run away, I don't need to know
If you ran away
If you ran away, come back home
Just come home"