Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Cesca_Haibara20    06/04/2022    1 recensioni
Il popolo ha organizzato un festival per poter festeggiare il successo della missione di riappropriazione del Wall Maria. Ci sarà tanto cibo, balli, musica e per una notte, si sentirà la spensieratezza di un tempo.
Tu non hai molta voglia di partecipare per poter trascorrere degli attimi da sola con te stessa, ma Sasha e Connie ti hanno costretta a passare la serata con loro; soprattutto per proteggere il cibo dalla voracità della tua amica.
Genere: Angst, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jean Kirshtein, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Sasha e Connie ti aspettano alla piazza della città, ovvero il fulcro della festa, dove ci sarà la maggior parte dell'intrattenimento.
Per l'occasione hai lasciato i capelli sciolti, perché di solito li tieni legati in treccine o in una comoda coda di cavallo, e hai indossato l'abito preferito di tua madre che sfoggia solo in occasioni speciali. Ti fa sentire speciale poterlo indossare al posto suo che terrà i suoi soliti abiti civili, la saluti con un abbraccio e ti affretti a raggiungere la piazza.

Arrivata in piazza cerchi Sasha e Connie con lo sguardo e li trovi ad una bancarella intenti ad allontanare la vorace ragazza.

«Andiamo, è il nono spiedino che mangi in cinque minuti, smettila di abbuffarti!»

La rimprovera Connie mentre cerca di portarla via prendendola dal bacino.

«Io ho fame! Lasciami mangiare!»
Si difende lei con la bocca piena. Sorridi. Le care e vecchie abitudini.
«Andiamo Connie lasciala mangiare.» esordisci cercando di calmare le acque. «Ora che può godersela è giusto che ne approfitti.»
Entrambe i tuoi amici voltano l'attenzione su di te che rimangono sorpresi dal tuo cambio d'abito.
«Wow, ma sei una bomba!» esclama Sasha. «Sei fantastica!»
«È solo merito del vestito di mia madre non è nulla di che.»
«No, no, è merito della tua innata bellezza, io te l'ho sempre detto, diglielo anche tu Connie!»
Sasha cerca complicità dall'amico che rimane in silenzio ad ammirarti con la bocca spalancata. La ragazza se ne accorge e gli chiude la bocca.
«Chiudi la bocca tigre o ci entrano gli elefanti.»
Quel commento lo fa diventare tutto rosso per l'imbarazzo.
«E smettila dire certe stronzate! Pensa bene prima di parlare!»

A quel teatrino non puoi fare a meno di ridere, vederli interagire così ti fa sentire come se il tempo non passasse mai. Sembrava ieri che avevate iniziato l'addestramento ed ora siete dei soldati veri e propri a servizio della Regina.

Dopo quel piccolo inconveniente voi tre avete passato buon tempo della serata a riempirvi lo stomaco, bere, ridere e scherzare come non mai. Non ti eri mai divertita così, a voi tre si sono uniti anche Armin, Jean, Mikasa ed Eren che hanno contribuito a rendere il tutto più spensierato.
Ogni tanto tu e Jean avete incrociato gli sguardi sorridendovi a vicenda ma tu lo distoglievi subito per evitare di fargli notare il rossore sulle tue guance.

Ad un certo punto noti che Jean e Mikasa si sono allontanati per prendere da bere e non sono ancora tornati.
"Dove saranno?" ti interroghi guardandoti intorno.

«Mi allontano un attimo, torno subito.»

Annunci mentre ti alzi dal tavolo e ti allontani.
"Se ne sono andati venti minuti fa, ci vuole tanto per prendere due bicchieri?"
Mentre li cerchi con lo sguardo raggiungi il centro della piazza dove si trova un enorme pista da ballo, soffermi lo sguardo lì e l'immagine che ti si palesa davanti ti sembra un vero e proprio incubo: Jean e Mikasa che ballano abbracciati mentre si scambiano teneri baci.
"No... no... non... non è possibile..."
Senti il mondo crollarti addosso e scoppi in un pianto silenzioso.

«Ehi, eccoti dove eri! Ti va di tornare al tavolo? Sasha ha sfidato Eren ad un'altra gara di abbuffate.»

Propone Armin avvicinandosi a te, ma appena ti vede cambia espressione.

«Perché stai piangendo...? Guardami...» prende delicatamente il tuo viso tra le mani e ti fa voltare verso di lui. «Che cosa hai visto?»
Neghi col capo e sposti le mani del ragazzo dal tuo viso con un sorriso amaro in volto.
«N-non preoccuparti Armin...» lo rassicuri fingendo un tono sollevato. «Ho solo bisogno di un momento per me... scusami e chiedi scusa agli altri a nome mio.»

Senza dire altro ti allontani dalla festa per nasconderti nel tuo posto segreto. Lì finisci per sfogare tutto il pianto e la frustrazione che hai soffocato durante il tragitto.
"Perché...? Perché sono io a soffrire? Mi sono illusa tutto questo tempo e sono rimasta fregata!"
Ti rannicchi sulle scale nascondendo il viso tra le ginocchia in modo da fare meno rumore possibile, ma chi potrà mai sentirti? Tutte le strade sono deserte perché la popolazione è radunata in piazza. Meglio così.
Il tempo passa e sei riuscita a calmarti. Finito il pianto sei rimasta con gli occhi chiusi e la testa nascosta tra le ginocchia a fare dei respiri profondi.
Inizi a sentire dei passi in lontananza avvicinarsi sempre di più, il tuo cuore salta un battito.
Rimani immobile ad ascoltare; i passi si fermano proprio di fianco a te, improvvisamente senti una sensazione di calore pervaderti la schiena e del tessuto strofinare.
Scopri la testa e trovi un plaid caldo sulla tua schiena e Jean seduto di fianco a te.
"Ed ora questo cosa vuole?" pensi stizzita.

«Appena Armin mi ha detto che ti eri allontanata sono subito venuto qui.»

Esordisce spezzando silenzio che aleggiava nell’aria.

«Però non è da te allontanarti senza dire una parola, ti conosco bene.»

Cerca una risposta da te ma decidi di rimanere in silenzio, sei ferita da lui.

«Lo sai bene che lo puoi dire se è successo qualcosa che ti ha dato fastidio, possiamo parlarne.»
"Certo, come no, lo vado a dire proprio a te."
Jean nel vedere che non collabori sospira sconsolato.
«È difficile aiutarti se non parli.»
"Non ho bisogno di aiuto, soprattutto del tuo."
Ti stringi nelle spalle come se la coperta ti facesse da scudo. Il ragazzo si avvicina a te annullando poco a poco la distanza ed osserva la tua espressione cercando di decifrarti.
«Andiamo parlami. Te lo leggo in faccia che hai pianto, dimmi chi è stato così gli darò una lezione.»
Alla sua affermazione non riesci a trattenere un sorriso sarcastico, così decidi di parlargli.
«Vuoi dargli una lezione? Allora datti un pugno da solo e forse capirai.»
«Che cosa intendi dire...?»
«Lo ripeto un ultima volta visto che sei duro d'orecchi: datti un pugno da solo e capirai.»
«Perché mai dovrei darmi pugno da solo?!»
«Oddio...» mormori esasperata. «Come puoi essere così cieco?»
«Non capisco cosa intendi dire con quella frase.»
«Vai da Mikasa a fartelo spiegare, sono sicura che le sue labbra te lo sapranno dire!»

Tra i due cala nuovamente il silenzio.
"Oh cazzo... ho parlato troppo."
Sul viso di Jean compare un'espressione di realizzazione e sospira dispiaciuto.

«Oh... ci hai visti...»

Mormora passandosi una mano tra i capelli.

«Ascoltami, non c'è motivo di prendersela così tanto, ci siamo fatti prendere dall'atmosfera.»
«Ho visto infatti...»
«È stata l'azione del momento.»
«Certo, certo.» replichi inacidita.
«E poi non ho nessun motivo per giustificarmi con te. Perché fai la gelosa? Noi non stiamo insieme.»
«Credi che non lo sappia?» scatti in piedi. «Lo so benissimo che non stiamo insieme ed hai tutto il diritto di divertirti con chi ti pare!»
«Allora vedi di farti passare questo nervosismo!»
Taglia corto alzandosi anche lui. Si gira pronto ad allontanarsi ma lo afferri per il braccio fermandolo.
«Perché proprio non riesci a capire?»
Jean alza gli occhi al cielo.
«Capire cosa, si può sapere?»
«Cosa deve fare una ragazza per farti capire che ci devi provare?! Che cosa deve succedere?»
Il ragazzo rimane in silenzio non sapendo cosa replicare.
«È da quando ti ho visto litigare con Eren appena arruolati che sono innamorata di te! Ho cercato di fartelo capire in tutti i modi che conosco ma te niente, hai sempre sbavato dietro a Mikasa che sbava dietro Eren!»
«Ti ricordo che prima che venissi a cercarti eravamo io e lei soli.»
«Ma infatti perché sei venuto?! Io non ti ho chiesto niente, anzi, era meglio se rimanevo da sola!»
«Ora cerca di calmarti, per favore.»
«No, non mi calmo! Io sono innamorata di te ma tu non ricambi, fine.» ti volti dandogli le spalle ed incrociando le braccia. «Tutto quello che abbiamo vissuto insieme evidentemente per te non significava niente... mi metterò l'anima in pace.»
«Piccola-...»
«Lasciami stare Jean. Vattene dalla tua bella e siate felici.»

Recuperi la coperta da terra, la sbatti e la riponi nuovamente sulle tue spalle. In quell'istante percepisci delle braccia circondarti la vita ed attirarti in un abbraccio silenzioso.
Rimani immobile come una statua mentre Jean posa la testa sulla tua spalla in modo che possa parlarti all'orecchio.

«Hai ragione, forse sono stato duro di comprendonio... Scoprire che Mikasa fosse attratta da Eren per me è stato uno smacco ma col tempo ho iniziato a passare più tempo con te e a capire che lei non era l'unica ragazza degna delle mie attenzioni. I primi tempi non capivo bene i tuoi modi di fare ma poi ho iniziato ad abituarmici come ho fatto con Connie e Sasha.»
Rimani in silenzio ad ascoltarlo rapita dalla sua calma e calda voce.
«Forse ci ho messo del tempo a capire i tuoi segnali ma non posso negare che mi piaci e non ho cercato in nessun modo di illuderti.»
«Allora perché prima eri con Mikasa...? Potevi chiedere a me di ballare ma hai preferito lei...»
«Ci eravamo davvero allontanati per prendere da bere ma Mikasa era brilla e mi ha trascinato in pista iniziando a ballare senza darmi il tempo e la possibilità di indietreggiare. Anche quando mi ha baciato mi ha preso in contropiede.»
«Però non sembravi dispiaciuto.»
«Lo ammetto, sono stato un ipocrita ad approfittare di quel momento per realizzare un mio piccolo sogno egoista e mi dispiace che tu ne abbia subito le conseguenze. Tu mi piaci davvero, più di quanto mi piaceva al tempo Mikasa, te lo sto dicendo col cuore in mano.»
«Posso capire che il momento ha creato l'atmosfera perfetta e che hai colto l'occasione, ma fa ugualmente male nei miei confronti.»
«E mi dispiace. Farò tutto quello che vuoi per farmi perdonare.»
«Ho bisogno del tempo per riflettere...»

Ti volti verso di lui e gli dai un bacio sulla guancia.

«Sappi che qualunque decisione prenderò, tu sei l'unico ragazzo che possiede il mio cuore.»

È passato un mese dal litigio tra te e Jean, lui ha cercato di avvicinarti facendoti ogni tipo di favore ma tu lo hai allontanato, almeno all'inizio. Avevi bisogno di respirare e di liberare la mente da lui e da quello che era successo alla festa.
Durante la cena senti che qualcosa non va, la zuppa non ha lo stesso sapore di sempre e la testa inizia a girare sempre di più. Provi ad alzarti per andare a vomitare ma senza accorgertene ti ritrovi a terra priva di sensi.

Riapri gli occhi lentamente.
"Dove sono...?"
Muovi gli occhi in modo da poter mettere a fuoco bene ed osservare la stanza in cui ti trovi.
"Sembra l'infermeria... e dalla forte luce sembra anche giorno... Ma come ci sono finita?"
Anche se un po' a fatica ti stropicci il viso, sposti lo sguardo sulla tua destra e noti un corpo accovacciato con la testa china sul tuo letto che riposa. Impossibile non riconoscere quei capelli biondo cenere, è Jean.
"È stato lui a portarmi qui?"
Alzi una mano ed inizi ad accarezzargli i morbidi capelli, dopo alcuni secondi strizza gli occhi e solleva il busto stirando i muscoli.
Sorridi mentre lo guardi svegliarsi.

«Buongiorno anche a te, Jean.»

Lo saluti recuperando la voce.

«Sì, buongiorno tata

Risponde lui mentre sbadiglia. Rimane in silenzio per alcuni secondi ma appena realizza si volta verso di te incredulo ai suoi stessi occhi.

«Felice di rivedermi?» sorridi.
«Allora stai bene!»
Esclama entusiasta abbracciandoti causandoti un po' di dolore.
«Piano, piano, mi fai male...»
«O-oh, scusami!»
Si allontana in fretta, si siede nuovamente per poi accarezzarti una guancia col pollice.
«Come ti senti? Ci hai fatto preoccupare tutti ieri sera.»
«Non so nemmeno io cosa è successo… è successo in un istante.»
«Il capitano Hange ha detto che probabilmente hai avuto un calo di zuccheri perché eri molto pallida quando ti ha vista, ma ora sembri aver ripreso il tuo solito colorito roseo.»
La sua vicinanza ti fa battere il cuore come non mai e ti senti quasi in soggezione.
«A-ah, sì...? B-bene...»
«Anzi, sembri quasi arrossita. Sicura che non hai la febbre?»
«N-non preoccuparti i-io non-...»
Jean non ti fa finire e posa il palmo della sua mano contro la tua fronte in modo da confrontare le temperature e sembra sollevato.
«Sembra che tu non abbia la febbre. Bene.»

Annuisci ed entrambe rimanete in silenzio senza sapere più che dirvi. Ti guarda negli occhi e sorride maliziosamente per poi unire le vostre labbra una volta per tutte baciandoti dolcemente. Una scossa di brividi percorrere tutto il tuo corpo, prendi il suo viso tra le mani e ricambi il bacio con altrettanta dolcezza. Avvolge le braccia intorno alla tua vita stringendoti a lui.
Questo è il vostro modo di comunicare, ed è anche l'unico modo che potevi usare per dirgli che lo perdoni, che vuoi dargli una possibilità per renderti felice e dimostrarti che i suoi sentimenti verso di te sono sinceri.
 
   
 
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