Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Tame_san_03    10/04/2022    0 recensioni
Una sera piovosa, un po’ di tempo libero, un'idea stramba e una bottiglia che gira.
Mescolate tutto insieme e otterrete una fanfiction divertente e spensierata, che ha come protagonisti niente meno che il nostro amato 104esimo corpo di addestramento.
(4.711 parole)
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Eren Jaeger, Marco Bodt, Reiner Braun, Sasha Braus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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SPIN THE BOTTLE 

 

 

Quella sera, nel dormitorio delle ragazze, l’atmosfera era più elettrica del solito.

Ymir stava come di consueto sbraitando contro Sasha riguardo al perché avesse scelto di prendere proprio il letto accanto a quello di Christa, che invece lei bramava come fosse questione di vita o di morte.

Annie e Mikasa si lanciavano sguardi silenziosi ma letali, come se sembrassero nel bel mezzo di una lotta telepatica senza fine.

Un fragoroso tuono zittí improvvisamente tutte, facendo calare il silenzio nella stanza. Dopo altri pochi secondi, un fulmine squarció il cielo, illuminando i volti delle ragazze e creando ombre ed effetti a parere di Sasha per nulla rassicuranti.

“Ragazze, non pensate che dovremmo andare a dorm-“ un altro lampo improvviso smorzó la voce della “ragazza-patata”, sovrastata anche da un grido di Christa.

La bionda si ritiró velocemente sotto le coperte, cercando di non guardare fuori.

“Christa, va tutto bene. Sono qui” fece Ymir, raggiungendola subito sul letto e mettendo un braccio intorno alle sue spalle minute.

Sasha sembrava preoccupata “In effetti, questi fulmini non sono una bella ninna nanna”

“Abbiamo dormito in condizioni peggiori. Forza, Blause, mettiti a dormire” fece Annie, con espressione indifferente.

Sasha stava per dire qualcos’altro quando dei passi pesanti dietro la porta del loro dormitorio li colsero alla sprovvista.

“Ditemi che non dobbiamo uscire con questo tempo, vi supplico...”

“Non sarà il capitano, vero?”

Annie si alzó dal letto per andare ad aprire, e poco prima di mettere mano alla maniglia, la voce di Jean si fece sentire attraverso lo strato di legno vecchio.

“Mikasa, tutto ok? Non hai paura del temporale, vero?”

Ymir non riuscì a trattenere una risata “Non ci credo, è davvero venuto qui per lei?”

Quando la porta fu aperta, il volto di Jean fece capolino e, più sopra, anche quello di Reiner, con i capelli spettinati e lo sguardo preoccupato.

“Christa, eri tu che urlavi? Stai bene?” fece la voce forte di Reiner, cercando di farsi spazio accanto a Jean. I due ragazzi sembravano fare a gara a chi riuscisse ad entrare prima dalla porta, ma se fosse stato così Reiner avrebbe palesemente vinto.

Tutti i presenti rivolsero lo sguardo verso Christa, che era rimasta stupita di vedere tanta apprensione nei suoi confronti. Aprí bocca per rispondere che era tutto ok, ma Ymir la precedette, impedendole di parlare.

“Christa sta benone. Non le serve un gorilla a fare la guardia, grazie”

Reiner non fece caso a lei, ne tantomeno al modo in cui l’aveva chiamato, e continuò a guardare la bionda per aspettare una sua personale risposta, per essere davvero sicuro che fosse tutto ok.

Lei sorrise, grata “Mi fa piacere che tu sia venuto a controllare” si mise seduta sul materasso, mentre il braccio della ragazza a fianco le circondava ancora le spalle “Grazie Reiner. Sei sempre molto premuroso”

A quell’ultimo commento, Ymir fece un verso di disappunto, che non passò inosservato a nessuna, tantomeno a Reiner che sorrise internamente per quella piccola vittoria.

Jean, che era rimasto accanto -o meglio dietro- al biondo, si fece di nuovo spazio tra i due stipiti della porta ed entrò nella stanza, dopo aver tristemente dedotto che a Mikasa non serviva supporto di alcun tipo.

“Ragazze, di lá siamo ancora tutti svegli” disse, mettendosi al centro della camera.

Ymir emise un altro verso seccato “E ci dovrebbe interessare?”

“Penso che Jean voglia proporvi di stare un po’ tutti insieme. Sapete, non credo che con questo tempo sia facile addormentarsi. Perché non venite di lá e parliamo un po’ da bravi compagni di addestramento?“ fece Reiner appoggiandosi con l’avambraccio allo stipite alla sua destra.

Sasha ne fu subito estasiata “Uh, sí mi piace. Scommetto che quel cagasotto di Connie starà morendo di paura”

“Oh, puoi dirlo” le rispose Jean sorridente, facendole segno di seguirlo.

Mentre i due se ne andavano nel dormitorio maschile, Reiner aspettó delle risposte dalle altre ragazze.

Annie non si espresse a parole, ma uscí comunque dalla stanza passando sotto il braccio del biondo, senza doversi nemmeno abbassare.

Christa gli sorrise, immaginando che dovesse essere bello passare del tempo insieme e  raccontarsi storie. Dopottutto, come aveva detto il loro compagno, quei fulmini non rendevano facile il sonno, tanto valeva stare tutti insieme per essere più tranquilli. “Andiamo anche noi, Ymir?” chiese alla compagna accanto.

La mora fece una smorfia: sarebbe stata l’occasione giusta per passare del tempo solo con lei, e invece quel “gorilla” e gli altri se la stavano portando via.

Avrebbe voluto dire di no e lasciarla andare con i compagni, ma temeva anche che Reiner, perduto dietro Christa, avrebbe sfruttato l’occasione per fare qualche mossa azzardata.

In realtà, tutta la squadra conosceva bene Reiner e sapeva che, nonostante le apparenze, era un bravo ragazzo che tutti consideravano come un fratello maggiore. Era impensabile che potesse fare male a qualcuno dei suoi amici.

Nonostante ciò, Ymir non avrebbe mai lasciato quei due insieme senza fare da guardia personale di Christa. E si vide così costretta ad accettare.

Due minuti dopo erano tutti riuniti nel dormitorio dei ragazzi. Connie, Jean, Sasha e  Marco avevano già cominciato a parlare e scherzare insieme, e mentre Mikasa si aggiungeva alla conversazione tra Eren e Armin, Ymir si sedette su un cuscino per terra accanto all’armadio e fece segno a Christa di raggiungerla.

Quest’ultima si stava giusto abbassando per sedersi di fianco all’amica quando Bertholdt le chiamó e propose loro di andare con gli altri sui letti a castello.

“Il pavimento è freddo, staremo più comodi sulle brande, no?”

A Ymir non allettava l’idea di stare così vicino gli altri, ma Bertholdt era sempre gentile e lo faceva in modo così spontaneo che non riuscì a rispondergli in malo modo.

“Ma sono i vostri letti, possiamo comunque?”

“No, dovete” intervenne Reiner, abbassandosi al livello delle ragazze ancora sedute “Che uomini saremmo se non lasciassimo il posto alle signore?” disse, guardando Christa negli occhi.

Ymir fece un verso di disappunto, ma non proferì parola.

L’amica a fianco invece sembrava aver apprezzato le parole del biondo. Afferrò la mano che lui le stava porgendo e si alzò in piedi.

La mora guardò Christa andarsene a sedere sul letto che Reiner le indicò, che quasi sicuramente era il suo.

“Se vuoi andare sul mio, fai pure, Ymir” fece la voce di Bertholdt, che era rimasto ancora in piedi accanto a lei.

“Sto bene qui”

Senza dire nulla, il ragazzo la imitò e si sedette con la schiena appoggiata alla parete e le gambe lunghe rannicchiate davanti a lui.

“Come fai a sopportarlo?” gli chiese Ymir, con lo sguardo fisso sulla grande figura di Reiner che parlava con Connie, Jean e Sasha. In mezzo a loro, Christa sembrava a suo agio e rideva ai commenti dei ragazzi.

“Semplicemente non lo conosci” rispose Hoover.

“A me da solo sui nervi. Tutti qui lo amano... mi chiedo cosa abbia di tanto speciale”

“Beh in realt-“

“Ragazzi!” gridó le voce allegra di Sasha, subito rimproverata da Jean, infastidito dal sentire tante urla a tarda serata.

“Ops, scusa hai ragione, Jean” continuó, abbassando un po’ la voce ma facendo comunque segno di prestarle attenzione “Vi va di fare qualche gioco assieme?”

“Gioco?” ripeté Ymir, stupita “Ma quanti anni hai, Blause? Cinque?”

“Ma no, intendo qualcosa di divertente, non so tipo obbligo o verità...”

“O il gioco della bottiglia” suggerì Jean, con gli occhi puntati verso Mikasa nella remota speranza che, chissà, sarebbero stati obbligati a darsi un bacio innocente.

“Io mi rifiuto” esordí Ymir, opinione sostenuta anche da Annie, Mikasa e Bertholdt.

“Cosa?! Ma perché? Sarebbe davvero divertente” fece Sasha, rivolgendo uno sguardo complice a Connie con cui sicuramente si sarebbe fatta delle belle risate.

“Sì certo, divertente come essere mangiati da un gigante... ma seriamente, che ti passa per quella testa vuota? Hai delle patate al posto del cervello?” fece, provocando dei sorrisi malcelati da Eren, Jean e Reiner.

Armin si intromise timidamente in quel battibecco, cercando anche di calmare un po’ gli animi delle due ragazze “In effetti, anche io mi sentirei piuttosto in imbarazzo. Stavo pensando che... che potremmo dare un semplice bacio sulla guncia, che dite? Sarebbe meno scandaloso”

Al suo fianco, Eren fece su e giù con la testa, sorridendo ad Armin come se volesse ringraziarlo silenziosamente. E probabilmente era così, in quanto nessuno lì dentro, a parte Sasha, Connie, Jean e forse Reiner, avrebbero acconsentito a fare quel gioco in piena regola. Infatti, tutti trovarono l’idea di Arlet un buon compromesso.

Connie e Sasha andarono quindi a recuperare una bottiglia vuota in cucina. In realtà non era permesso accedervi senza autorizzazione, soprattutto nei momenti della giornata non adibiti ai pasti, ma quella sera di guardia non c’era nessuno e rubare una bottiglia di vetro dagli armadietti non fu una grande difficoltà.

Quando i due amici tornarono nel dormitorio maschile, i compagni si erano già messi in cerchio, seduti per terra.

Reiner, Jean ed Armin avevano prestato i loro cuscini alle ragazze così che potessero stare più comode. Ovviamente Ymir era seduta al fianco di Christa, a sua volta accanto a Reiner, e a seguito Marco,  Jean, Connie e Sasha. Sul lato destro invece, Eren, Armin e Mikasa si era seduti accanto alla finestra.

Gli unici due in disparte erano Annie e Bertholdt, che non sembravano interessati a giocare. Se ne stavano sul letto di quest’ultimo e guardavano in silenzio la scena.

“Hey, voi due” li richiamó Reiner “Non venite proprio?”

Annie lo trucidò con lo sguardo, ma il biondo non si arrese così facilmente.

“Berth, nemmeno tu? Una volta che possiamo evitare di rimanere seri, te ne stai lì a guardare in silenzio, con quella faccina triste?”

“Braun, finiscila” fece Annie, rispondendo a nome del ragazzo accanto.

I due compagni, sotto indicazione della bionda, decisero di andare nel dormitorio femminile per parlare in santa pace, senza che qualcun altro li invitasse inutilmente a giocare con loro.

Una volta che quei due scomparvero dietro la porta, gli altri non persero altro tempo e cominciarono subito a far girare la bottiglia.

Inutile dire che ognuno di loro, segretamente, sperava -o non sperava- in qualche abbinamento: Ymir e Reiner confidavano in Christa, Marco in Jean, Jean in Mikasa (ma segretamente anche in Marco) e quest’ultima in Eren.

Dall’altro lato, Armin avrebbe tanto voluto poter dare un bacio ad Annie, ma purtroppo la ragazza non aveva accettato di giocare, anzi il fatto che in quel momento fosse nella stanza femminile con Bertholtd lo rendeva un po’ in pensiero per lei. Si fidava molto di Hoover, ma sentiva comunque una strana sensazione allo stomaco che chiunque avrebbe chiamato gelosia.

La bottiglia si fermò proprio di fronte a lui, attirando l’attenzione dei compagni.

Allungò una mano un po’ tremante e le diede un altro colpo, facendola roteare di nuovo. Con gli occhi fissi su quella bottiglia rotolante, Armin speró con tutti se stesso di finire in coppia con qualcuno che conosceva bene, come Eren o Mikasa.

Insomma, è vero che un bacio sulla guancia non era nulla di che, ma non si era mai sentito molto a proprio agio quando si trattava di contatto fisico.

Purtroppo gli dei - o chiunque altro a cui Armin stesse rivolendo le sue preghiere - non soddisfarono le sue umili richieste: la prescelta era Sasha.

“Allora, io devo darlo a te? Oppure tu a me?” fece quest’ultima, per nulla in imbarazzo.

Armin nascose la sua timidezza per rispondere: “Beh, suppongo tocchi a me, è più logico che sia il primo dei due che è stato scelto a dare il bacio, siete d’accordo?”

Gli altri annuirono con la nuca, aggiungendo quindi tacitamente quella piccola regola al gioco da loro modificato.

Mentre dava quel piccolo bacio sulla guancia alla ragazza-patata, Arlet penso che avrebbe potuto andare molto peggio, sarebbe potuto finire con Ymir, con cui aveva un rapporto poco solido, o addirittura con un maschio che non fosse Eren.

Sasha non disapprovò il gesto e anzi gli sorrise sinceramene, il che rasserenò il biondino.

Fu proprio lei a girare di nuovo la bottiglia. Alcuni abbinamenti furono davvero poco scandalizzanti, come quello di Connie e Sasha, o Mikasa ed Eren, ma altri...

“Cosa!? No, mi dispiace, mi rifiuto”

“Jean, guarda che le regole sono chiare”

“Non darò un bacio ad un tale idiota che ha solo troppa fretta di morire”

Eren si alzò di scatto, seguito a ruota da Kirschstein “Hey non credere che a me piaccia, faccia da cavallo!” 

“Prova a ripeterlo e ti butto in pasto ad un gigante!”

Connie si mise in mezzo ai due, cercando di allontarli “Non scherzare su certe cose, Jean”

Sasha aiutó l’amico a separarli, ma senza grandi risultati.

“Faccia da cavallo!”

“Sei solo un dannato che ha fretta di morire”

Non trovando altra soluzione, anche Reiner si mise in piedi, arrivando accanto ai due ragazzi. Con una mano sul petto di Eren, l’altra su Jean, li allontanó senza problemi di un paio di metri di distanza.

“Abbiamo finalmente trovato la tua utilitá, Braun. Complimenti”

“Ymir, non essere così cattiva con lui” la rimbeccò Christa.

Ignorando ancora una volta il sorriso orgoglioso di Reiner, la mora decise di porre fine a quella situazione “Facciamo così, ognuno di noi può usare un jolly per rifiutarsi di baciare qualcuno. Siete d’accordo?”

“Lo uso immediatamente” rispose Jean senza pensarci due volte. Tornó a sedersi accanto a Marco, mentre Eren e gli altri riprendevano i propri posti.

“Perfetto. Tutto risolto. Jean, hai sprecato il tuo jolly”

“Per una buona causa” commentò il ragazzo.

“Dai, basta litigare” fece Marco con voce calma, portando un po’ di pace tra i compagni “Gira, Jean”

L’amico fece come indicato. Dopo qualche giravolta, il collo della bottiglia si fermò verso Sasha. La ragazza sembrava emozionata e diede un altro colpo leggero sul vetro, ansiosa di scoprire a chi dovesse dare il bacio.

Quando la bottiglia si fermò, Ymir dovette trattenere una risata “Sasha, ti conviene usare il joll-“

“Uh, vieni qui, Braun!” la interruppe subito Sasha, per nulla in imbarazzo del dovere baciare il biondo.

Con un sorriso divertito, il ragazzo si fece spazio tra Connie e Sasha. Lei gli mise una mano sulla spalla e lo tirò più vicino per dargli un bacio sulla guancia.

“Blause, cosa è tutta questa confidenza?” fece Ymir, leggermente schifata da quella scena. Trovava inconcepibile il fatto che Sasha non provasse il minimo disagio a dare baci a destra e a manca.

“Ymir, guarda che siamo tutti amici qui. E poi Reiner si merita un po’ di affetto, dopo tutto quello che fa per noi”

“Come no” commentò.

I compagni la ignorarono. Dopo essere ritornato a sedersi accanto a Christa, Reiner allungò un braccio e fece girare di nuovo la bottiglia. La coppia che uscí era composta da Ymir e Connie.

“Connie, mi dispiace. Non ce la faccio”

“Davvero vuoi giocarti il jolly per lui?” esclamò Jean, non capendo cosa avesse di male il loro compagno. Ok, forse non era il più bello, il più mascolino o affascinante, ma nessuno provava risentimenti nei suoi confronti. Era sempre amichevole e divertente, e le sue battute rendevano quasi piacevole l’addestramento e il duro lavoro.

In effetti, Ymir non aveva nulla contro Springer, ma aveva accettato di giocare solo per finire in coppia con Christa, senza pensare alle possibili conseguenze o altri abbinamenti imbarazzanti.

E poi, a dirla tutta, pensava si fosse capito che... insomma, che non fosse attratta minimamente dai ragazzi.

“Quindi, non lo farai?” chiese Sasha.

“No. Gioco il jolly”

Senza ascoltare altri commenti inutili, Ymir girò di nuovo la bottiglia, che si fermò su Reiner.

Dentro di sè, il biondo non aspetta altro che finire in coppia con Christa ma, con tutti i compagni presenti, si rendeva anche conto che le probabilità di successo erano davvero scarse.

Fece girare la bottiglia, ma senza metterci troppa forza, così che potesse fare giusto un giro e fermarsi accanto a lui, su Christa.

La sua tecnica funzionó alla grande: l’oggetto perse rotazione dopo un solo giro e rallentò immediatamente, puntando proprio la bionda, che chinò il capo cercando di nascondere l’imbarazzo.

Gli altri ragazzi accanto provarono a coprire un sorriso. Jean, Connie e Sasha si scambiarono uno sguardo complice: nonostante Reiner fosse sempre bravo a coprire i suoi interessi personali per non interferire con l’addestramento, per degli occhi un po’ più attenti era facile intendere l’attrazione che aveva per Christa da qualche mese a quella parte.

“No! È impossibile!” esclamó Ymir, alzandosi in piedi di scatto “Braun, userai il jolly”

Reiner rimase seduto, con lo sguardo rivolto verso Christa “E perché dovrei?”

Il tono pacato del ragazzo fece imbestialire la mora “Lo farai a basta. Giusto, Christa? Diglielo anche tu, che non vuoi farti baciare da lui”

Il biondo si alzò e fece un passo verso Ymir. La sua grande stazza avrebbe fatto arretrare chiunque, ma la mora si decise a stare ferma, con il capo verso l’alto per guardare Reiner negli occhi.

“Non userò il jolly, lo sai anche tu” fece lui.

La ragazza emise un verso seccato con la bocca.

Reiner si spostò dietro Christa, si piegò sulle ginocchia e avvicinò il capo al viso della bionda.

Jean e Sasha risero di fronte a quella scena. Corporalmente, Reiner era fisicamente il più imponente tra i compagni mentre Christa la più minuta, e il fatto di vederli così vicini provocava inevitabilmente un sorriso.

Dopo essersi risieduta, Ymir puntó lo sguardo fisso sul pavimento per non assistere al bacio. Nonostante gli occhi chiusi però, la risatina leggera di Christa e il calore che il corpo di Reiner emanava, così forte da poterlo sentire anche a quella distanza, le mandarono in pappa il cervello. Quando riaprì gli occhi, notò i sorrisi soddisfatti di Connie, Marco e Jean.

Reiner si era già rimesso seduto, sempre accanto alla bionda, fortunatamente per la mora “a distanza di sicurezza”, come diceva sempre lei.

Ma nonostante ciò, dovette opprimere quella forte sensazione di gelosia e invidia che sentiva nello stomaco. Reiner aveva dato un bacio sul viso di Christa e questo non avrebbe mai potuto perdonaglielo.

Con le guance rosse, la bionda afferrò la bottiglia e le fece fare un altro giro. Dopo due rotazioni, si fermò proprio davanti a Ymir.

La mora rizzó la schiena: non aveva mai avuto molta fortuna, ma pensó che dopo quello che aveva subito un attimo prima, il karma gli dovesse un grande favore.

Dopo averle dato un’altra spinta, Ymir aspettó con ansia il risultato.

Nella sua mente non esisteva altro che la frase “Ti prego, fermati su Christa, ti prego fermati su Christa”

Quando la bottiglia perse rotazione, gli occhi della mora videro l’oggetto di vetro puntare proprio nella direzione della bionda.

“Non ci credo!” esclamò Jean prima di scoppiare a ridere. Sasha, Connie ed Eren lo imitarono.

Ymir non capì. Guardò gli altri presenti per scoprire il motivo di tanto divertimento: Marco cercava di nascondere un sorriso con il palmo della mano, Armin e Mikasa si guardavano un po’ sconvolti. Reiner era stranamente impallidito e fissava la bottiglia di fronte a lui con occhi spalancati.

“Braun, si può sapere che h-“ la voce di Ymir si spezzò quando, seguendo lo sguardo del ragazzo, notò che il collo della bottiglia in realtà era proprio rivolto verso le sue gambe, e non verso la bionda.

Non ci voleva credere.

Cercó di convincere i compagni che la persona uscita era Christa e che avrebbe dovuto guardare meglio la direzione precisa della bottiglia, ma Armin, che era esattamente di fronte a Reiner, la fermò, in mezzo alle risate degli altri.

“Mi dispiace Ymir. Ma da qui la vedo benissimo. Punta Reiner”

La mora rimase immobile, con lo sguardo fisso sul biondo, altrettanto terrorizzato dall’abbinamento risultato.

Ymir si alzò da terra e fece qualche passo indietro “No, no e no. Scordatevelo”

Connie smise di ridere per un secondo per commentare “Vedi che succede a sprecare il tuo jolly con me?”

“Vi prego ditemi che inventiamo un secondo jolly per ciascuno altrimenti rischio di vomitare”

Le sue parole fecero scoppiare di nuovo a ridere i compagni. Jean e Sasha avevano ormai le lacrime agli occhi, mentre Eren, che non riusciva a smettere di  sghignazzare, era sdraiato accanto ad Armin.

“Ragazzi, non è per nulla divertente. Vi prego” fece Reiner, sostenendo per la prima volta Ymir.

I cadetti si calmarono pian piano, non tanto perché avessero davvero smesso di trovare quella situazione spassosa, ma più che altro per seguire le richieste del ragazzo che tutti consideravano come un fratello maggiore di grande autorità.

La mora sentí una mano sulle proprie spalle e appena si voltò vide il sorriso rassicurante di Christa.

“Dai, Ymir, non è la fine del mondo. Sono sicura che non sarà nulla di che”

Sentire la ragazza che amava rassicurarla in quel modo gentile la tranquillizzò sul momento, ma la sensazione piacevole scomparve subito quando rivide il biondo dietro di lei.

Reiner alzò la mano per richiamare l’attenzione dei compagni, che si voltarono subito verso di lui.

“Posso cederle il mio jolly, vero?”

Jean gli rispose con una sonora risata, che il biondo prese come un no.

Dalle espressioni che avevano in volto, Ymir e Reiner sembravano voler sparire sotto terra all’istante; al contrario, i loro compagni morivano dalla voglia di vedere quella scena.

Sasha batté le mani, impaziente: “Heilá! C’è nessuno? Ymir?”

“No, Blause, te lo scordi”

“Non puoi rifiutare, i patti erano chiari” ribattè Jean

Il biondo guardò l’orologio appeso alla parete dietro di lui “Oh cazzo, si è fatto tardi, dobbiamo andare a dorm-“

“Reiner!” lo interruppe Springer “Non cercare scuse anche tu adesso”

Dopo qualche altro minuto di accesa discussione, Sasha aveva convinto il biondo a subire in silenzio quella sfida, mentre i suoi due amici avevano finalmente persuaso Ymir.

“Ma solo perché è un gioco... e perché mi avete obbligato... Christa, ti prego voltati dall’altra parte”

Sasha trattene una risata “Macché voltarsi, sarà uno spasso”

“Non mi scorderò mai questo momento” commentò Eren, divertito anche lui dalla situazione. Armin sorrise, mentre Mikasa non sembrava prestare molta attenzione.

“Yeager, per favore. È già abbastanza traumatico da sé”

“Scusami, Reiner”

Ymir, che era già in piedi, si avvicinò al biondo, ancora per terra accanto a Marco.

Gli disse di alzarsi, e così lui fece.

“Ti vuoi abbassare, idiota? Non ci arrivo”

Jean, Sasha e Connie stavano già soffocando dalle risate. Ymir li guardó di sottecchi, ma cercó di ignorarli, altrimenti avrebbe avuto troppi ripensamenti.

“Braun, non devi dire nulla dopo questo, ok? Se provi a fiatare di disintegro”

Un grido più forte di Jean fece saltare in aria alcuni compagni.

“Kirschstein!” urló Reiner, spaventando a sua volta Ymir di fronte a lei. Si rivolse poi di nuovo ai compagni, a voce più bassa “State un po’ zitti, altrimenti il capitano ci prenderà a spade in culo domattina”

“Scusaci” fece Connie, asciugandosi le lacrime agli occhi e cercando di non scoppiare di nuovo a ridere alle parole del compagno riguardo al capitano Levi.

“Reiner ha ragione” intervenne Armin “Cioè, non sulle spade del capitano... intendo, dovremmo essere già a dormire a quest’ora, e ognuno nella propria stanza per giunta. È meglio se continuiamo un’altra volta questo gioco”

“Si, va bene, però prima fa finire Ymir. Le sta piacendo così tanto...”

“Jean!” gridò la mora.

“Shh!”

Spazientita e decísa a togliersi quel peso di dosso al più presto, Ymir si fece coraggio e si voltò verso Reiner, che era tornato con la schiena diritta. Senza voler perdere altro tempo richiedendogli di abbassarsi al suo livello, lo prese per i capelli e gli abbassó il capo, baciandolo poi sulla guancia. Per paura, tenne gli occhi chiusi, sperando che Christa non stesse guardando la scena.

Appena si staccò, spinse via Reiner - che però non si spostó di molto - e si pulì la bocca con il palmo della mano “Che schifo, Braun. Sai di erba bagnata”

Sasha e Connie erano allibiti, in silenzio.

“Non ci credo”

“Lo ha fatto davvero...”

Ymir si avvicinò a Christa e la abbracciò forte “Perdonami”

La bionda contraccambió il gesto con un sorriso sulle labbra “E perché dovresti chiedermi scusa? È stato davvero così brutto come ti aspettavi?”

“Anche peggio” rispose la mora, con il volto immerso nei capelli di Christa.

Nel mentre, Eren si avvicinó a Reiner, Jean e gli altri, che si stavano ancor calmando dalle troppe risate.

“Allora, com’è stato?” chiese i primo al biondo.

“Domanda di riserva?”

Eren si mise in punta di piedi per parlare all’orecchio del compagno, decisamente più alto di lui “Però hai baciato Christa... e quello non ti è dispiac-“

La mano grande di Reiner che gli scompigliava forte i capelli lo interruppe a metà frase.

“Chiudi quella boccaccia, Yeager” fece, con un sorriso sulle labbra.

Mikasa interruppe quella scena, richiamando anche l’attenzione di Ymir e Christa, ancora mezze abbracciate “Io vorrei andare a dormire, e anche per Eren si è fatto tardi”

“Ma che dici, Mikasa? Non sono il tuo fratellin-“

“Ackermann ha ragione invece” intervenne Ymir, coprendo uno sbadiglio con il palmo della mano “Noi ragazze dovremmo tornare nel nostro dormitorio”

Le cadette si guardono e annuirono tra di loro, concordando con la mora.

Mentre le compagne uscivano dalla stanza maschile, Bertholdt ritornò dai ragazzi, e inevitabilmente venne sommerso di domande inopportune riguardo a lui ed Annie.

“Beh, grazie per la serata ragazzi, avete avuto una bella idea” fece Sasha, apprestandosi ad uscire dalla porta. Li salutó poi con un cenno allegro e scomparve nel corridoio.

Christa e Ymir erano rimaste per ultime, ma poco prima che potessero tornare anche loro di lá, Reiner scese dal suo letto e le raggiunse con un paio di falcate: “Vi accompagno”

La mora si voltò basita, per nulla contenta di quella proposta “Cosa? Perché mai dovresti farlo? Invece di sparare cazzate perché invece non ti metti a dormire? Domani dovrai fare il bravo soldatino come sempre, ho ragione?”

“Ymir, per favore ora basta” la rammento la bionda al suo fianco.

La ragazza si limitò a rispondere con un semplice “Pff”, senza aggiungere altro.

A differenza sua, Christa sorrise a Reiner, alzando il capo per guardare il suo volto, a ben quaranta centimetri di distanza dal proprio.

Il biondo uscí insieme a loro dal dormitorio maschile e, subito fuori, si scusó con Christa per l’accaduto del bacio.

“Ti sarai sentita in imbarazzo, perdonami”

Lei scosse la testa: “Affatto, sei stato molto gentile con me. Anzi... lo avresti meritato tu, quel bacio, per ringraziarti di tutto quello che fai per noi”

Ymir per poco non si ingozzò con la sua stessa saliva “Christa, ma che cazz-“

Reiner si abbassò un po’ per arrivare più vicino alla bionda “Puoi sempre darmelo se ci tieni. Mi piacerebbe molt-“

Ymir gli stampó una sonora manata in faccia prima che potesse finire la frase “Ok gente, ora è tardi. Adesso smettila di importunare la mia dolce Christa e torna di lá. Buonanotte”

Reiner si mise davanti alla ragazza, bloccandogli il passaggio “Aspetta, ma-“

“Ho detto buonanotte... spostati, gorilla”

Christa gli fece un sorriso veloce per salutarlo, mentre Ymir la trascinava nel dormitorio femminile.

“Hey Reiner!” fece una voce alle sue spalle. Si voltò e vide la testa di Jean che spuntava dalla porte della loro camera “Connie e Marco sono già crollati dal sonno, faresti meglio a venire anche tu, nel caso qualcuno dei superiori venga a controllare”

Dopo aver visto che ormai Christa gli era stata portata via per quella sera, ritornò indietro verso Kirschstein.

“Sì, hai ragione. Dopottutto con il casino che avete fatto, è inevitabile che abbiano sentito al piano di sotto”

“Hey, non è solo colpa mia” rispose il compagno, fintamente indignato.

Quella sera, i ragazzi si misero a dormire in silenzio, ognuno ripensando ai baci che aveva ricevuto o dato, e si resero conto che, escluse le risate e le stupidaggini che si erano scambiati durante il gioco, un po’ di affetto aveva rallegrato gli animi di tutti.

In un mondo duro e crudele come il loro, dove non era mai permesso prendersi una pausa per se stessi, fare quegli stupidi giochi era forse la cosa che più li avvicinava ad una vita normale, alla realtà, alla libertà.

Il giorno dopo, quei baci che si erano scambiati avrebbero potuto essere la ragione per aggrapparsi alla vita, per combattere, per salvarsi, e desiderare di stare tutti insieme, di nuovo, vivi, vegeti e chissà, forse un giorno spensierati come lo erano quella sera.

   
 
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