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Autore: MaryFangirl    13/04/2022    0 recensioni
Anche le persone più forti a volte vacillano, Kai se ne renderà presto conto.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Kei Hiwatari, Takao Kinomiya
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Routine. Stabilità. Sicurezza. Una famiglia. Erano tutte cose che Kai aveva sperimentato un tempo, in un periodo in cui era troppo giovane per apprezzarle, e sebbene non si fosse mai aspettato di ricevere di nuovo lo stesso calore e familiarità, Takao aveva dimostrato che si sbagliava. Ora la sua vita era quasi tornata ad essere normale, e mentre chiunque altro avrebbe potuto lamentarsi della mancanza di imprevedibilità ed eccitazione, per Kai era un cambiamento gradito, e all'inizio ci era voluto un bel po' di tempo per abituarsi.
 
Andava al lavoro, tornava a casa e due volte alla settimana lui e Takao visitavano il dojo Kinomiya per cenare con Ryunosuke e Daichi. Ancora più importante, stava gradualmente riuscendo a fuggire dall'ombra di suo nonno e, invece di essere visto da molti semplicemente come nient'altro che il successore di Soichiro Hiwatari, Kai era stato in grado di dimostrare la propria capacità e intelligenza piuttosto che scegliere la più facile opzione di fare affidamento sul potere del suo cognome. Aveva voluto il riconoscimento per il suo lavoro, non per quello di suo nonno, e mentre all'inizio c'era stata una quantità iniziale di risentimento e ostilità, l'onestà e l'equità di Kai iniziarono presto a cambiare le cose. Avrebbe potuto scegliere di ricoprire la posizione di suo nonno come presidente nonostante la sua inesperienza, ma Kai non era mai stato meno che schietto e pratico, quindi si era rifiutato di assumere il ruolo, almeno non finché non fosse stato pronto.
 
La vita a casa era completamente diversa. Takao non mancava mai di fargli sapere quando era troppo assorbito dal suo lavoro, e non c'era più molto che tendeva a tenere nascosto. Entrambi avevano deciso di chiarire i loro problemi apertamente, e Takao ne era stato più che felice. Aveva persino deciso di iniziare un nuovo progetto, a cui avevano preso parte anche Hiromi e Kyoju. Mentre Kyoju era stata tutt'altro che entusiasta all'idea di ripulire i giardini e farli sembrare di nuovo presentabili, Hiromi si era tuffata nell’idea con tutto il cuore, e le discussioni che aveva avuto con Takao su quali fiori sarebbe stato meglio piantare erano state ancora più accese del suo entusiasmo. Tutti e tre erano rimasti leggermente sorpresi quando Kai aveva offerto la sua assistenza, anche se in realtà era stato più interessato a vedere Takao piegato sulle mani e ginocchia mentre indossava un paio di pantaloncini corti rispetto a qualsiasi cosa stessero progettando di coltivare nel terreno.
 
Era stato Takao a suggerire visite bisettimanali al dojo Kinomiya, in parte perché si era sentito in colpa per aver trascurato suo nonno, ma anche perché Daichi avrebbe perseguitato Takao incessantemente se avesse impiegato troppo tempo a comparire. A Ryunosuke piaceva la compagnia, Takao e Daichi si divertivano a bisticciare a tavola e a Kai piaceva deconcentrarsi dagli aspetti più fastidiosi di un pasto troppo vivace senza che nessuno se ne accorgesse. Anche adesso, mentre Kai sorseggiava con calma il suo the mentre Daichi e Takao urlavano in sottofondo, non era sfuggito alla sua attenzione che i due stessero litigando solo per il gusto di litigare, non perché fossero in disaccordo su nulla di preciso, ma perché nessuno dei due voleva ammettere che la loro relazione avesse effettivamente iniziato a migliorare negli ultimi tempi. Dicevano semplicemente le stesse vecchie cose più e più volte, e mentre il volume e il tono delle loro voci potevano indurre in qualche modo il mal di testa, era anche bello sapere che c'erano alcune cose nella vita che sarebbero rimaste sempre le stesse.
 
“Te l’ho detto mille volte!” stava dicendo Takao a un Daichi dall’aria molto seccata, “non devi aggredire così un ragazzino che è solo un dilettante!”
 
“Ha solo avuto quello che meritava” ribatté Daichi, sporgendo il labbro inferiore in un broncio testardo, “chiunque osi parlare male del grande Daichi-sama verrà punito!”
 
“Non hai comunque il diritto di distruggere i bey!” rispose Takao, “e poi ti chiedi perché nessuno degli altri voleva sfidarsi con te”
 
“Si sono rifiutati perché sanno tutti quanto sono fantastico” gongolò Dachi, “nessuno si avvicina alle mie abilità, per questo sono il numero uno!”
 
Lanciò uno strillo assordante quando Takao lo afferrò dalla testa e agitò le braccia freneticamente, sputando maledizioni che avrebbero fatto arrossire anche un marinaio mentre Takao lavorava per ridurre l'ego di Daichi.
 
“Che pace” disse Ryunosuke, con espressione perfettamente serena mentre posava la tazza sul tavolo, “sono sempre più in confidenza, vero?”
 
Kai lanciò un'occhiata alla coppia che litigava con lieve interesse e osservò Daichi che riusciva ad allungarsi e dare uno strattone feroce alla coda di cavallo di Takao, facendolo ululare di dolore e tirandogli i capelli in risposta.
 
“Sono molto migliorati” disse Kai, ignorando il modo in cui Takao e Daichi inviarono sguardi increduli nella sua direzione.
 
“Non siamo in confidenza” scattò Daichi, staccandosi da Takao e ricomponendosi come meglio poteva considerando i capelli ritti per cui sembrava avesse appena infilato le dita nella presa della corrente.
 
“Oh, andiamo” disse Ryunosuke, sorridendo all’espressione scontenta di Daichi, “non fare così. Ho bisogno che cooperiate se vi va di fare una commissione per me”
 
“Una commissione?” disse Takao incuriosito, “di che tipo?”
 
“Niente di che” disse Ryunosuke, frugando in tasca e tirando fuori una lista che consegnò a Takao, “solo un po’ di spesa”
 
“Un po’ di spesa?” fece eco Takao, con tono scettico mentre scrutava gli articoli richiesti, “so che Daichi può mangiare l’equivalente del suo peso corporeo, ma non pensi che sia un po’ troppo?”
 
“C’è tutto per una ragione, ragazzo” disse Ryunosuke allegramente, “fai il bravo mentre io e Kai chiacchieriamo tra uomini”
 
“Nonno” disse Takao in tono di avvertimento, “sarà meglio che non gli racconti altre storie imbarazzanti su di me”
 
“Non me lo sognerei” disse Ryunosuke, agitando le mani, “sbrigati e vai, altrimenti farai tardi per la sorpresa!”
 
Ora Takao sembrò in preda al panico, Kai non poteva biasimarlo. Una sorpresa di Ryunosuke Kinomiya poteva passare da ‘Sono stato arrestato stamattina e mi sono dimenticato di dirtelo fino ad ora’ e ‘Ho bisogno che tu faccia da babysitter a Daichi mentre Daitenji e io andiamo in discoteca’, e a giudicare da come il vecchio stava sorridendo da un orecchio all'altro, qualunque cosa avesse nascosto era ovviamente qualcosa di grosso.
 
“Che stai pianificando, nonno?” chiese Takao, sospettoso, “non venire a chiedere soldi per la cauzione perché sei stato catturato dalla polizia, ti arrangi”
 
“Che scortese” disse Ryunosuke, offeso, “non posso farci niente se le autorità locali insistono nel limitare il mio stile. Devono smettere di vivere nel passato e trasferirsi nel presente! Sono alla moda, no? Sto al passo con i tempi!”
 
“L’unica moda che segui è quella dello svampito” borbottò Takao, scuotendo il capo, “non puoi almeno fingere di comportarti da persona della tua età? Sarebbe meno imbarazzante per me”
 
Ryunosuke sembrava sul punto di dire altro, ma Takao si alzò e sospirò. “Va bene, vado a fare la spesa. Daichi, andiamo”
 
Daichi iniziò a protestare, ma Takao aveva già afferrato la sua maglietta in modo da poterlo trascinare fuori. I loro litigi echeggiarono per tutto il corridoio, e quando la porta d'ingresso si richiuse alle loro spalle, Kai poteva ancora sentire il suono delle loro voci che urlavano. Una volta che fu sicuro che se ne fossero andati, volse lo sguardo sul rimanente Kinomiya che si limitò a fissarlo senza batter ciglio. Kai poteva vedere dagli occhi di Ryunosuke che le sue successive parole sarebbero state brevi e mirate, e apprezzò la franchezza del vecchio.
 
“Beh?” chiese Kai, “cosa c’è di così importante da non poterne discutere davanti a qualcosa?”
 
“È qualcosa che non gli serve sapere” disse Ryunosuke ironicamente, “ho provato a parlarne con lui, ma non l’ha gestita molto bene. Non potrei chiedere un nipote migliore, ma a volte è difficile comunicare con lui, e penso che tu lo sappia bene. Nessuno è bravo nella negazione come Takao”
 
“Parla, allora” disse Kai, “non ha senso perdere tempo”
 
“Hai ragione” disse Ryunosuke, sorridendo tristemente, “non me ne rimane molto”, sospirò e aggiunse: “sei un ragazzo intelligente, Kai. Ok, hai fatto alcune cose in passato che non sono state grandiose, ma come dico sempre, perdona e dimentica. Tra tutte le persone su questo pianeta, Takao ha scelto te, e questo basta a dirmi che devi essere speciale. Ecco perché ti farò un’unica richiesta. Prenditi cura di Takao quando me ne sarò andato, va bene?”
 
Kai non poté fare a meno di sentirsi a disagio a quelle parole, e anche il modo in cui Ryunosuke lo fissava così solennemente non era di aiuto. Come con Takao, sembrava sbagliato vedere il vecchio essere qualcosa di diverso da chiassoso ed estroverso. Essere serio sicuramente non era da lui, ma dal momento che Ryunosuke aveva scelto di non girare intorno alla questione e dire quello che pensava, era giusto che Kai lo ripagasse con lo stesso rispetto.
 
“Nemmeno tu sei uno stupido” disse Kai, incrociando le braccia sul petto, “da quanto so, hai una salute migliore di uomini con la metà dei tuoi anni, quindi non iniziare a chiedere i favori che le persone richiedono sempre e solo sul letto di morte. Non è dignitoso”
 
“Chiedere qualcosa che si desidera molto non lo è mai” concordò Ryunosuke, “Sei troppo giovane per capirlo ora, ma un giorno lo farai. Takao sarà anche mio nipote, ma l'ho cresciuto come se fosse mio figlio. Non so se te l'ha detto, ma sua madre morì poco dopo la sua nascita. Il padre di Takao era piuttosto sconvolto quando accadde, e immagino che tutti noi abbiamo modi diversi di affrontare il nostro dolore. Lasciò Takao con me e partì per uno dei suoi progetti di archeologia, e anche se vorrei che non avesse scelto di affogare i suoi dolori nel lavoro, avrebbe potuto decidere di affogarli in qualcosa di molto peggio”
 
“In altre parole, ha abbandonato Takao” disse Kai, senza preoccuparsi di ridurre il senso di colpa ricordando quante volte lui stesso era uscito dalla vita di Takao senza guardarsi indietro.
 
“Un po’ duro, non credi” fu la mite difesa di Ryunosuke, “Come ho detto, persone diverse hanno modi diversi di affrontare il dolore. Alcuni sono positivi e altri negativi, ma alla fine, tutto si riduce alla stessa cosa. Non mi risento di essere quello che ha cresciuto Takao, non me ne pento neanche un momento. Ho visto il suo primo sorriso, i suoi primi passi, il suo primo giorno di scuola e il suo primo torneo di beyblade, e anche se Takao è la cosa più importante della mia vita, so anche che c'è un momento in cui ogni genitore deve lasciare andare il proprio figlio, che lo voglia o no. Ecco perché mi fido che ti prenderai cura di lui in mia assenza. Ho fatto tutto il possibile per Takao, e l'unica cosa che resta ora è passare il testimone. Non darmi mai motivo di lasciare quel grande bingo che ci sarà lassù per perseguitarti, hai capito?” Ryunosuke sorrise e poi aggiunse: “Oh, e se Takao chiede di cosa stiamo parlando, digli che ti ho mostrato di nuovo le sue foto di quando era piccolo. Dovrebbe mettere fine alla sua curiosità”
 
Il vecchio sembrò tornare al suo solito buon umore mentre dava una sonora pacca sulla schiena di Kai,  ma la testa di Kai stava sguazzuando in tutto quello che aveva appena sentito. A modo suo, Ryunosuke aveva dato a Kai la sua benedizione e, soprattutto, gli aveva dato lo stesso tipo di accettazione che aveva ricevuto solo da Takao fino a quel momento. La cosa più frustrante era che non riusciva ad esprimere quanto significasse per lui, ma quando Ryunosuke fece a Kai lo stesso sorriso gentile che vedeva così spesso sul viso di Takao, capì che non doveva dire niente. Nessuno dei due avrebbe probabilmente fatto menzione di quella conversazione, ma era qualcosa che avrebbero mai dimenticato.
 
Takao tornò subito dopo con Daichi, che Kai finì per tenere d'occhio mentre Takao aiutava suo nonno in cucina. Poteva sentire le loro voci arrivare chiaramente dove si trovavano lui e Daichi, e mentre Daichi sedeva con gli occhi semichiusi e un'espressione beata gli adornava il viso mentre assaporava l'odore di un pasto appena preparato, Kai ascoltava ciò che dicevano l’anziano e il più giovane dei Kinomiya.
 
“Nonno, non mi hai ancora detto perché stiamo preparando così tanta roba” " si lamentò Takao, lavando le verdure che aveva appena finito di tagliare. “Sei pigro e hai intenzione di vivere con gli avanzi per il resto della settimana?”
 
“Ho le mie ragioni” rispose misteriosamente Ryunosuke, ma questo servì solo a rendere Takao ancora più curioso.
 
“Per quanto ancora manterrai questo grande segreto?” chiese, abbassandosi quando il vecchio gli puntò un colpo di avvertimento alla testa con la spatola. “E cosa c'entra con la cena?”
 
Ryunosuke guardò l'orologio sul muro e poi oltre la sua spalla nel corridoio. “Aspetta altri cinque o dieci minuti e te ne accorgerai presto”
 
Meno di un quarto d’ora dopo qualcuno bussò alla porta d'ingresso. Takao finì gli ultimi preparativi mentre Ryunosuke andava a rispondere al loro ospite, ma proprio quando si stava asciugando le mani sullo strofinaccio, quasi lo lasciò scioccato quando vide chi era entrato.
 
“Hitoshi!” gridò, correndo verso il fratello e lanciandosi tra le sue braccia, “mi sei mancato così tanto! Perché non mi hai fatto sapere che stavi tornando a casa?”
 
“Doveva essere una sorpresa” disse Hitoshi ironicamente, abbracciando rapidamente Takao prima di allontanarlo gentilmente, “avrei rovinato tutto se ti avessi chiamato prima”
 
“Avresti potuto dire qualcosa” Takao si imbronciò, con le braccia legate intorno alla vita di Hitoshi, non volendo lasciarlo subito, “è passato quasi un anno dall’ultima volta che ci siamo visti!”
 
“Lo so, ragazzino” disse Hitoshi, arruffandogli affettuosamente i capelli, “e una promessa è una promessa. Volei che riportassi questo, vero?” si frugò in tasca ed estrasse un familiare berretto, lisciandolo un po’ prima di darlo a Takao, “è un po’ sgualcito, ma si può indossare. Te l’avevo detto che non l’avrei rovinato in alcun modo”
 
“Grazie” disse Takao, lasciando finalmente la presa e riprendendosi il cappello, scegliendo di tenerlo in mano invece di indossarlo. “Non c’è da stupirsi che il nonno volesse preparare una cena così grande. C’è molto da fare per sfamare cinque persone”
 
“Manca ancora qualcuno” lo corresse Hitoshi, sorridendo per lo shock sul volto di Takao quando Ryunosuke condusse all’interno il loro ultimo ospite. “Penso sia passato un po’ di tempo da quando le vostre strade si sono incrociate”
 
Takao abbassò leggermente la testa, con strana timidezza per uno così solitamente esuberante.
 
“Ciao, papà” disse a bassa voce, con un cenno del capo.
 
“Oh dai, non essere così timido con tuo padre” lo rimproverò Ryunosuke, “ha fatto molta strada per vederti!”
 
Takao continuò a trattenersi, ma Daichi guardò il nuovo arrivato con evidente interesse.
 
“Sei il padre di Takao?” chiese, inclinando la testa, “non gli assomigli. Ha preso da sua madre?”
 
“Non essere scortese” sibilò Takao, ma Ryunosuke ridacchil.
 
“Ha ragione” disse toccando la testa di Daichi e girandosi verso suo figlio, “è ora di fare le presentazioni. Tatsuya, questa scimmietta è Daichi Sumeragi. È un amico e compagno di squadra di Takao”

“Takao ed io siamo stati i campioni negli ultimi tornei mondiali!” annunciò Daichi con orgoglio, gonfiando il petto, “aspetta il prossimo torneo. Allora sarò il numero uno da solo! Ricorda il mio nome, vecchietto!”
 
“Ti ho detto di non essere scortese!” lo sgridò Takao, ma suo padre ride all’entusiasmo di Daichi.
 
“È sempre un piacere incontrare un amico di Takao” disse Tatsuya, stringendo la mano a Daichi, che sorrise ampiamente.
 
“E questo è Kai Hiwatari” disse Ryunosuke, indicando l’ultimo membro del gruppo, “ma immagino lo sapessi già, eh?”
 
Un'improvvisa tensione cadde nella stanza mentre Kai e il padre di Takao si guardavano con cautela, ma poi Tatsuya sorrise di nuovo. Non era così caloroso come lo era stato quando aveva salutato Daichi, ma il suo tono era calmo quando parlò. “Buonasera Kai” disse piano, “è passato un po’ di tempo”
 
Kai annuì e Takao emise un sospiro di gratitudine quando suo nonno batté le mani per attirare l’attenzione.
 
“Ora che abbiamo risolto le formalità, diamoci dentro!”
 
La cena fu molto turbolenta. Takao interrogò Hitoshi su cosa aveva combinato da quando si erano separati e Daichi partecipava di tanto in tanto mentre Ruunosuke occasionalmente esprimeva la sua approvazione per un certo argomento o raccontava barzellette oltraggiose, una delle quali terminò con Daichi che lanciava piselli sulla sua testa per la terribile battuta finale. Anche se non era esattamente a disagio, Kai era comunque sollevato quando Takao gli fece cenno di recarsi fuori sul portico dopo che i due ebbero finito di sparecchiare la tavola.
 
Takao chiuse la porta scorrevole dietro di loro, lasciando solo un piccolo spazio da cui la luce della casa potesse penetrare. Fuori faceva fresco, ma Kai non intendeva lamentarsi quando Takao si sedette al suo fianco, e i due fissarono la luna che brillava sopra di loro in silenzio prima che Takao si rivolgesse a Kai con un'inclinazione scherzosa delle sue labbra.
 
“Dev’essere piuttosto difficile affrontare tre generazioni di uomini Kinomiya tutti nella stessa serata. Come stai?”
 
“Sopravvivrò” disse Kai e Takao rise, battendo le ciglia e fingendo di svenire.
 
“Mio eroe” disse drammaticamente, strappando a Kai un lieve sbuffo di esasperazione. La risata di Takao si spense, ma si annidò sempre più nell'abbraccio di Kai, chiudendo gli occhi e premendo il naso contro l'incavo della sua gola. Kai lo tenne stretto mentre l'aria frizzante della sera si chiudeva intorno a loro, ascoltando il suono del respiro di Takao. “Ti amo” mormorò Takao all’improvviso, facendo indietreggiare Kai a sufficienza per poterlo guardare.
 
“Per cos’era quello?” chiese, sorridendo suo malgrado all’espressione affettuosa di Takao.
 
“Per nessuna vera ragione” Takao sfiorò la guancia di Kai con la punta delle dita e Kai gli prese la mano, tenendola ferma, “beh, anche perché mi sorridi ogni volta che lo dico”
 
“Non posso farci niente” rispose Kai, “nessuno me l’ha mai detto prima di te”
 
“Allora dovrò dirtelo almeno 12 volte al giorno” dise Takao, “ti stancherai di sentirlo”
 
“No” disse Kai, “non mi stancherò”
 
Takao si illuminò come il sole, e strinse più forte le braccia attorno al collo di Kai prima di appoggiare la testa sulla sua spalla.
 
“Tu e il nonno sembrate andare piuttosto d’accordo in questi giorni” osservò pigramente, “non sono sicuro che mi piaccia. Ha una cattiva influenza”
 
“Mi ha mostrato le foto di quando eri piccolo mentre eri fuori” disse Kai, sorridendo alla smorfia di Takao. Sapeva che avrebbe dovuto sentirsi in colpa per aver mentito, anche se era solo una piccola falsità, ma Takao stava reagendo esattamente come aveva previsto Ryunosuke.
 
“Fa davvero di tutto per mettermi in imbarazzo, a volte” gemette Takao, nascondendo la faccia contro il collo di Takao. “Anche se credo di dovergli essere grato per averle mostrate solo a te e non a qualche troupe televisiva. È stato già abbastanza brutto quando una giornalista lo ha beccato dopo la vittoria del primo torneo mondiale e ha deciso di raccontarle tutte le mie storie infantili più umilianti”
 
“Lo fa solo perché è orgoglioso di te” ribatté Kai, ma Takao scosse il capo.
 
“Lo fa perché adora vedermi a disagio. Ma è bello che ti accetti, anche se è pazzo. Voglio che le persone a cui tengo di più vadano d’accordo, sai?” Takao sospirò e il suo tono si fece malinconico, “vorrei che tu e Hitoshi non vi odiaste così tanto”
 
“Non lo odio” rispose Kai automaticamente, “mi fa solo incazzare”
 
“E tu non hai mai un’alta considerazione di chiunque cerchi di intralciare i tuoi obiettivi” disse Takao perplesso, “non devi fare minacce o lanciare il tuo bey in testa alle persone se non sono d’accordo con te, però”
 
“Sì, invece, se cercano di allontanarti da me” disse Kai, “purtroppo è tuo fratello e significa tanto per te, ma ci sono alcune cose per cui non posso perdonarlo”
 
“Non sto chiedendo che diventiate migliori amici” disse Takao, strofinando lentamente il pollice sulla sua nuca, “voglio solo che manteniate le ostilità al minimo. Potete guardarvi male quanto volete, ma sarei davvero triste se litigaste seriamente. Anche se Hitoshi non lo approva, rispetta il fatto che ho scelto di stare con te. Non proverà a separarci di nuovo. Non glielo permetterò”
 
“E tuo padre?”
 
“Sinceramente?” fece Takao, “non sono sicuro di cosa pensi. È gentile con te, quindi è un buon inizio. Stanno tutti dando reazioni contrastanti, però. Il nonno positivo, papà è neutrale e Hitoshi negativo. Sarebbe bello se tutti e tre potessero mettersi d’accordo e risparmiarmi un mal di testa, ma io non intendo cambiare idea. Anche se tutta la mia famiglia fosse contro di te, li sfiderei per stare comunque con te”
 
“Non dire così” gli ordinò Kai, “forse la famiglia non significa molto per me, ma so quanto sia importante per te. Non buttarla mai via”
 
“Non lo farò” disse Takao con pazienza, “e nel caso ti fosse sfuggito, anche tu sei importante per me. Amo la mia famiglia più di ogni altra cosa, ma amo anche te. È un tipo di amore diverso, e anche se non è quello più convenzionale, non cambia il fatto che sei la persona che più conta per me”
 
Kai era sul punto di ribattere, ma Takao lo zittì mettendogli un dito sulle labbra. “Non iniziare con le storie da ‘non sono degno’, perché non intendo ascoltarti. Devo ancora lavorare sulla tua insicurezza e autostima”
 
Takao allontanò il dito e si chinò in modo da poter spargere piccoli baci sul viso di Kai, baciandogli le labbra, gli occhi, la fronte, ovunque la sua bocca potesse raggiungere. Kai lo strinse in un abbraccio schiacciante, sapendo che stava strizzando Takao troppo ma non ricevendo alcuna protesta per la sua mancanza di moderazione. Aveva bisogno della vicinanza, aveva bisogno di sentire le parole che Takao continuava a sussurrargli all'orecchio, aveva bisogno dell'amore che Takao gli dava così liberamente. Aveva quasi dato quell'amore per scontato, ma ora sapeva che era qualcosa da onorare e apprezzare, che non avrebbe mai ceduto senza combattere. Come al solito, però, Takao gli aveva dato qualcosa a cui pensare. Da un po’ Kai si faceva domande sul concetto di famiglia e su cosa significasse, e quando Takao lo guardò con aria interrogativa, Kai decise di dire cosa aveva in mente.
 
“Sono passati più di 4 anni da quando mio nonno è andato in prigione” dichiarò all’improvviso.
 
“Sei ancora arrabbiato con lui?” chiese Takao gentilmente.
 
“Non più” ammise Kai, “ma ho pensato che forse dovrei andare a trovarlo qualche volta. È un’idea stupida, vero?”
 
“No, non lo è” disse Takao, “è cattivo e inquietante e ha fatto un sacco di cose orribili, ma è pur sempre il tuo unico parente in vita, ed è un bene che tu voglia provare a parlargli di nuovo. In realtà sono contento che tu abbia avuto quest’idea. Si vede quanta strada hai fatto da quando non sei più sotto il suo controllo”
 
“E se si rivelasse un completo disastro?” chiese Kai.
 
“È pur sempre un punto di partenza” rispose Takao, “la vostra relazione è già abbastanza pessima, può solo migliorare. Non puoi fare altro che provarci, no?”
 
 
 
Tuttavia, Kai non riuscì a combattere il nervosismo che gli rodeva lo stomaco più tardi quella settimana, quando diede seguito al proprio suggerimento. Non gli piaceva affrontare l'ignoto, ma non aveva intenzione di tirarsi indietro ora che aveva deciso e, con un'espressione di ferrea e salda determinazione sul viso, lasciò che le guardie carcerarie lo controllassero e perquisissero prima di condurlo in una delle stanze delle visite. Era abbastanza piccola e non aveva finestre, c’era solo una porta su ciascun lato e quattro tavoli disposti in modo uniforme. Solo uno di essi era vuoto e Kai vi si sedette, presentando una postura ingannevolmente rilassata mentre prendeva nota degli altri occupanti.
 
Una donna di mezza età sedeva alla sua sinistra e di fronte a lui c'era un'adolescente con i capelli rosa e un giovane che sembrava avere poco più di vent'anni. Nessuno gli diede alcun segno di riconoscimento e nemmeno le guardie gli rivolsero una seconda occhiata. La porta più lontana da Kai si aprì all'improvviso e osservò mentre quattro dei prigionieri venivano scortati all'interno. Fu solo quando i due uomini in piedi di fronte a lui si allontanarono che Kai colse il primo sguardo di suo nonno dopo anni.
 
La sorpresa più grande fu notare quanto sembrava essere cambiato dall'ultima volta che lo aveva visto. Era più magro ora e con i lineamenti più tirati, ma si comportava ancora con aria regale mentre si avvicinava al tavolo di Kai e si sedeva di fronte a lui. Kai aspettò che affiorassero la stessa paura e apprensione che aveva sempre provato di fronte a suo nonno, ma non arrivarono. Fu l'amarezza e il rimpianto che gli lasciarono un sapore sgradevole in fondo alla bocca, ma ancora una volta, con sua sorpresa, senza alcuna traccia del suo precedente odio. Sebbene il vecchio continuasse a dare l'impressione di essere superiore a tutti coloro che erano in sua presenza, Soichiro Hiwatari era davvero una triste visione agli occhi di Kai. Il nonno che ricordava era sempre stato alto e imponente, ma ora cominciava a mostrare la sua età. Più sorprendente ancora era il fatto che Soichiro stesse effettivamente iniziando ad assomigliare a una persona normale.
 
Mentre la parte di Kai che non riusciva a lasciar andare il suo rancore provava una sorta di piacere perverso nel vedere suo nonno costretto a comportarsi come un qualsiasi membro della razza umana, la parte restante non poteva fare a meno di pensare che fosse sbagliato vedere un uomo così orgoglioso essere ridotto all'ombra di se stesso, nonostante tutto ciò che aveva fatto per meritare la sua punizione. In ogni caso, Soichiro non era l'unico a essere cambiato. Kai non era più il bambino spaventato e ingenuo che era stato quando aveva incontrato per la prima volta suo nonno. Adesso era più adulto e più saggio, e anche se non era affatto vicino al punto di offrire il perdono, il minimo che poteva fare era cercare di trovare una certa comprensione per il nonno che così spesso aveva alzato la voce con lui, ma mai una volta le mani.
 
Incrociando con cura le mani sul tavolo, Soichiro fissò Kai con occhi grigi come i suoi capelli, guardandolo senza parlare per un momento prima di dirgli finalmente: “Vedo che stai bene. Questi ultimi quattro anni ovviamente sono stati più gentili con te che con me”
 
“Già” disse Kai blando, aspettando di vedere dove suo nonno volesse portare la conversazione.
 
“E la compagnia?”
 
“Va bene. Sei fortunato ad aver avuto un vicepresidente così competente, altrimenti le cose sarebbero state molto diverse”
 
“Capisco” Soichiro inarcò le sopracciglia, “come sta quel giovane Kinomiya?”
 
“Non osare coinvolgere Takao” lo avvertì Kai, “non c’entra niente con te”
 
“Quel ragazzino è stato la mia rovina” disse Soichiro, mite, “è deplorevole che non abbia mai avuto la possibilità di studiare lui e il suo spirito sacro in modo più dettagliato, ma se non mi avessi tradito e avessi usato Black Dranzer come ti avevo detto, sono sicuro che le cose sarebbero andate ancora più diversamente”
 
“Non ti ho mai tradito” disse Kai, accigliandosi. “Sono tuo nipote, non uno strumento. Non seguo ordini senza riflettere”
 
“Sì, sei sempre stato ribelle” disse Soichiro, sorridendo senza umorismo. “Proprio come tuo padre. L’affetto di una donna gli ha intenerito il cuore e la mente. È un peccato che a te non sia successa la stessa cosa, ma è ancora peggio il fatto che non avrai eredi”
 
“Non sono nato per essere omosessuale così come non sono nato per essere un’arma” disse Kai pacato, “seguo il mio percorso, e se questo significa lasciare che il nome e la linea di sangue Hiwatari si estinguano, così sia”
 
“Sei sciocco quanto egoista” osservò Soichiro, “una tale devianza non è mai stata permessa ai miei tempi”
 
“Devianza?” sbuffò Kai, “è così che la chiami?”

“E tu come la chiameresti?” chiese Soichiro.
 
“Io?” sorrise Kai, “semplice. Amore”
 
 
 
Takao stava ancora ridendo quando Kai gli raccontò cosa era successo durante la cena, e il suo divertimento non mostrò alcun segno di scomparire mentre i due lavavano e asciugavano i piatti insieme in cucina.
 
“Sembra che tutte le mie preoccupazioni fossero inutili” disse mentre si appoggiava allo schienale del bancone e osservava Kai che metteva via gli ultimi piatti, “stavo pensando che avrebbe potuto fare qulcosa di veramente orribile, ma tu l’hai mandato a quel paese e l’hai bacchettato”
 
“Non l’ho bacchettato” disse Kai, chiudendo l’anta dell’armadio ed evitando per un pelo che Takao gli riempisse la faccia di schiuma del sapone, “ho semplicemente espresso come la pensavo”
 
Takao mise il broncio scherzosamente quando Kai lo spinse via, ma risciacquò la schiuma e si asciugò le mani sullo strofinaccio prima di avvolgere le braccia intorno alla vita di Kai e rannicchiarsi contro di lui, sospirando contento.
 
“Allora com’è stato? A parte aver rimesso tuo nonno al suo posto, intendo”
 
“Strano” confessò Kai, “nel corso degli anni è cambiato, ma sotto sotto è sempre la stessa persona. Non è più tanto motivato, solo rassegnato, credo. Ti ha menzionato più di una volta e gli ho detto di smetterla. Sembrava deluso di non aver mai avuto la possibilità di trasformarti in una delle sue cavie da laboratorio, per non parlare della sua incapacità di plasmarmi in una perfetta copia carbone di se stesso”
 
“Ci scommetto” disse Takao, strofinando una mano sulla schiena di Kai, “non ti penti di averlo visto, però?”
 
“No” disse Kai sinceramente, “sono contento di essere andato a trovarlo. Se non altro, mi ha aiutato a mettere a tacere molti fantasmi. Non ci capiamo più di quanto facessimo quattro anni fa, ma almeno stiamo iniziando a vederci come persone. Non è molto, ma è meglio din un tempo. Avevi ragione. Comincia a disturbarmi un po’ il numero di volte in cui dici cose giuste”
 
“Lo dici come se fosse una brutta cosa” ribatté Takao, pizzicandogli il fianco, “forse non sono intelligente come te, ma a modo mio lo sono. Voglio che le cose migliorino per te. La fortuna è stata cattiva con te, ed è giusto che la vita si dia da fare per te invece di gettarti situazioni schifose”
 
“Davvero?” disse Kai, sorridendo leggermente.
 
“Sì” disse Takao piano, “davvero”
 
Kai si chinò in modo da premere la fronte sulla sua e chiuse gli occhi, godendosi la vicinanza di Takao, poi disse: “Andiamo a letto”
 
“Ma è ancora presto” fece Takao con voce curiosa.
 
“Lo so” dichiarò Kai, riapreno gli occhi e fissando quelli di Takao, aspettando che cogliesse il suggerimento.
 
“Okay” disse infine Takao, le labbra curvate verso l’alto, fidandosi di Kai senza fare domande, come sempre.
 
Insieme si diressero al piano di sopra, Takao si mise comodo sul letto mentre Kai chiudeva la porta. Si voltò per fissare Takao e sarebbe rimasto a guardarlo molto più a lungo se Takao non avesse cominciato a sentirsi solo, facendogli cenno di avvicinarsi. Rimasero a lungo sdraiati fianco a fianco sul materasso, uno di fronte all'altro ma senza alcun contatto tra i loro corpi tranne che con le bocche, che si lenirono, stuzzicarono e rassicurarono. Quando Takao alla fine si allungò e tirò Kai su di sé, però, Kai scosse la testa.
 
“Non così” mormorò.
 
“Cosa?” disse Takao, spalancando gli occhi quando Kai si girò in modo che fosse lui quello sopra. “Kai?”
 
“Voglio finire quello che ho iniziato questo pomeriggio” disse Kai, le parole che inciampavano come ballerine instabili, oneste, aperte e vulnerabili mentre alzava le mani in modo da usarne una per accarezzare il viso di Takao e l’altra che poggiò sulla sua schiena e sul collo. “Voglio lasciarmi andare. Per la prima volta in vita mia, non sto facendo nulla contro la mia volontà o perché è ciò che gli altri si aspettano da me. Lo faccio perché a me sembra giusto. Io voglio darti tutto questo. Voglio darti me stesso”
 
E proprio così cedette l'unica cosa a cui si era aggrappato da quando riusciva a ricordare. Non aveva bisogno di rinunciare al suo controllo con la forza o per protesta. Lo faceva perché poteva. Lo faceva perché era più facile di quanto avesse mai immaginato. Lo faceva perché era Takao e perché Takao era colui che lo aveva liberato.
 
Takao stava sorridendo di nuovo mentre si appoggiava sopra Kai, mettendosi comodo prima di allungare la mano e imitare il gesto di Kai, lasciando che il palmo della sua mano si appoggiasse leggermente contro la guancia di Kai. Kai mosse le proprie mani e le mise sulle spalle di Takao, strofinandole attraverso il sottile tessuto di cotone della sua maglietta. Takao sospirò e si spostò, appoggiando la maggior parte del suo peso corporeo sugli avambracci, ma anche così, non era pesante, e Kai lo tirò giù ancora più vicino, inclinando la testa verso l'alto mentre Takao colmava la distanza tra loro e chiudeva la bocca su quella di Kai.
 
All'inizio si scambiarono baci dolci e semplici, nessuno dei quali celava una grande fretta. Il mondo di Kai era una massa vorticosa di sensazioni mentre toccava alla cieca la schiena di Takao, infilando le dita sotto la maglietta e incontrando la pelle liscia e morbida. Takao ricambiò allontanandosi quel tanto che bastava per iniziare a slacciare i bottoni della camicia di Kai, aprendoli uno ad uno prima di rimuoverla con cura, eliminando anche la propria nel frattempo. Kai aveva notato in precedenza che Takao sembrava diventare troppo talentuoso nell’usare le mani e Takao non esitò a ricordarglielo mentre le sue dita scivolavano sinuose sul petto nudo di Kai, appiccando piccole fiamme lungo i suoi arti, cercando e sfruttando ogni punto sensibile che riusciva a trovare. Era diventato così abituato al corpo di Kai ora che sapeva esattamente dove toccarlo e come compiacerlo, traendo sussulti silenziosi e deboli gemiti dal giovane sotto di sé e ingoiando quei suoni dolci quando lasciava che le sue labbra gravitassero di nuovo su quelle di Kai, baciandolo dapprima con delicatezza, prima di muovere una mano sotto il collo di Kai e forzare la sua bocca verso l'alto.
 
La gentilezza di Takao scomparve mentre il bacio diventava sempre più caldo e profondo, la sua eccitazione cresceva di pari passo quando Kai aprì le gambe in modo che Takao potesse stabilirsi in mezzo ad esse. Le sue mani si erano spostate ancora una volta sulle spalle di Takao, una di loro correva lungo la sua spina dorsale prima di raggiungere la parte bassa della sua schiena e spingerla, rabbrividendo quando Takao si sfregò contro di lui in risposta. Non ci volle molto tempo per sbarazzarsi del resto dei loro vestiti e, dopo i preparativi necessari, non persero ulteriore tempo a cercare l’unione.
 
Takao che si muoveva dentro di lui fu un’esperienza nuova e diversa, il suo ritmo era seducente e ipnotico, e Kai si strinse a lui mentre Takao lo portava sempre più in alto, senza freni né inibizioni, come non era mai stato prima. Ogni nervo del suo corpo cantava di puro piacere, e tutto ciò che poteva vedere, udire e avvertire era Takao. Non riusciva a pensare, poteva a malapena a respirare, annegando mentre vedeva, sentiva e toccava. Non poteva resistere più a lungo, non ce la faceva più, e fu allora che il suo intero mondo esplose in un'abbagliante gamma di colori e luci mentre soccombeva ai brividi e agli spasmi dell’acme.
 
Takao lo seguì subito dopo, chiamando il nome di Kai con un singhiozzo soffocato mentre le sue spinte rallentavano e poi si fermavano, entrambi erano esausti e tremavano e si aggrappavano l'uno all'altro mentre si concentravano per tornare sulla terra.
 
C'era ancora così tanto che Kai voleva dire, ma quando incontrò gli occhi di Takao, il ragazzo scosse semplicemente la testa e sorrise, stancamente, teneramente, e Kai non se la sentì di rovinare il momento con discorsi inutili. Sapeva che Takao avrebbe capito. Lo faceva sempre.
  
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