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Autore: Chiririra00    16/04/2022    1 recensioni
[BakuDeku]
"Due piccole piume che danzavano nel cielo prima di cadere al suolo".
Un episodio immaginario sull'infanzia di Izuku e Katsuki raccontato tramite un felice ricordo.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Inko Midoriya, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Masaru Bakugou, Mitsuki Bakugou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nella grande sala addobbata, tutti ballavano a tempo di musica. Si rideva e ci si scatenava sulla pista da ballo allestita al centro della grande sala da matrimonio. Erano lì da chissà quanto, ormai si era fatta sera, ma l’aria festiva di quel felice evento non dava l'impressione di voler smettere, come le portate che arrivavano incessanti, che ormai aveva fatto fuori anche il più grande dei mangioni. Katsuki se ne stava seduto sulla sedia del tavolo che gli era stato assegnato (insieme ai suoi genitori), mentre osservava la gente che si scatenava e si divertiva sotto i neon luminosi. Tra tutti però osservava un piccolo bambino, aveva sei anni come lui, i capelli verdi ricciolini, sempre scompigliati; gli occhi del medesimo colore, un verde fosforescente, che erano diventati più luccicanti grazie alle luci colorate. Danzava insieme alla madre e al padre, batteva mani e piedi a tempo di musica, era impacciato, è vero, ma a Katsuki non importava veramente, quel bambino, che lo accompagnava nelle sue più grandi avventure durante le passeggiate nei boschi o semplicemente nel cortile di scuola, era così carino mentre cercava di muoversi a tempo, non curandosi degli sguardi degli adulti che lo guardavano incuriositi e inteneriti. A differenza sua, il bambino dai biondi capelli che lo osservava con quegli occhi rosso rubino accompagnati da un sorriso, non amava molto l’aria festiva caratterizzata da una grande quantità di gente pronta ad osservare chi dava spettacolo, lui preferiva stare in disparte e guardare, non c’era bisogno che gli altri vedessero le sue magnifiche doti per dire che le possedeva, lui lo sapeva e questo gli bastava. Però battere le mani a tempo non era mai una cattiva idea, era divertente accompagnare la musica con quel suono provocato da lui stesso. Dopo un po’ la musica movimentata che c’era stata fino a quel momento cessò:  molta gente andò a sedersi per rilassarsi, bere un sorso d’acqua per rinfrescarsi la gola, qualcuno usciva fuori a prendere una boccata d’aria fresca chiacchierando con chi gli faceva compagnia, e magari si fumavano pure una sigaretta. In quel momento una luce soffusa, più rilassante per gli occhi rispetto a quella di prima, si accese, e partì un dolce e rilassante lento. Molte coppie iniziarono a danzare in modo soave e delicato, appoggiandosi al proprio partner, o ridacchiando a causa di qualche goffo movimento. A causa di quel cambiamento di atmosfera, Katsuki perse di vista il bambino dalla folta chioma verde, di cui nome faceva Izuku Midoriya. Iniziò a guardare in ogni angolo della sala pur di ritrovare il suo sguardo, finché esso non gli si parò davanti. Aveva i capelli sudaticci, attaccati alla fronte a causa del ballo sfrenato di prima. Il suo viso era così rosso che sembrava andare a fuoco, e quel sorriso così radioso che ogni volta gli rivolgeva, lo aiutò ad aumentare quel calore che gli faceva sussultare il cuore. “Kacchan, ti andrebbe di ballare insieme a me?” gli chiese con quell’aria allegra e bambinesca porgendogli una mano. Katsuki aveva rifiutato spesso quella presa sicura che gli donava ogni volta per aiutarlo e dargli un supporto, nonostante i suoi continui “C’è la faccio da solo” o “Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno”. Però, vedendo lo sguardo speranzoso del suo Deku carico di aspettativa, non poté dire di “no” a quella mano che gli era stata offerta. L’afferrò sbuffando e rivolgendogli un finto sguardo irritato, in verità era molto felice di sapere che Deku aveva pensato proprio a lui nonostante i vari bambini che si trovavano nella sala, ed era emozionato a ballare anche se ribadiva spesso il suo odio per quella attività. Izuku lo portò al centro della sala, e tenendo le mani strette tra quelle del suo Kacchan, iniziò a danzare insieme alle altre coppie che si trovavano già in pista; Katsuki si muoveva in modo un po’ goffo, non era per niente portato per il ballo anche se non lo avrebbe mai rivelato ad alta voce, Izuku, invece, con i suoi movimenti buffi e impacciati creava una danza armoniosa, quasi angelica, agli occhi rossi rubino del giovane bambino davanti a lui. “Su Kacchan, fai così” gli disse ridacchiando, tenendolo ancora stretto tra le sue braccia, mentre giravano armoniosamente. Iniziarono a ridere, a volteggiare, due piccole piume che danzavano nel cielo prima di cadere al suolo. Però, dopo un movimento brusco di Katsuki, i due si trovarono per terra: Katsuki sdraiato contro il pavimento, e Izuku sopra di lui che se la rideva allegramente. “Scusa Kacchan, non volevo venirti addosso” si scusò il bambino dai capelli verdi continuando con la sua radiosa risata causata da quella buffa caduta. Katsuki rimase incantato da quella vista paradisiaca, i loro visi erano così vicini, ad un battito di ciglio, anzi di labbra. Arrossì quel pensiero così banale, era davvero in imbarazzo, e la sua idea del non dare spettacolo era definitivamente crollata. “Sei proprio uno stupido, Deku” disse voltandosi di scattò dall’altro lato, cercando di contenre quel fuoco che si estendeva sulle sue gote. Izuku, ridacchiando ancora un pochino, si alzò dal corpo di Kacchan, dandogli così l’opportunità di fare lo stesso. Continuarono quella loro danza, così strana ma così unica, cullati dalla dolce melodia che si espandeva per la stanza. Era un suono fresco, estivo, come l’aria all’aperto caratterizzata da quella brezza marina portata dalle onde del mare che si infrangevano sulla sabbia, luogo in cui, più avanti, si estendeva il locale. Inko e Mitsuki, le madri dei due giovani, guardavano, con un sorriso sulle labbra, i figli mentre erano presi in quel gesto così dolce e delicato. Uno scattò accecò, per un attimo, la vista delle due donne, che si voltarono verso la fonte di quel forte lampo di luce. Masaru e Hisashi, i padri dei due bambini, avevano scattato una fotografia, come ricordo di quel momento così magico ed unico nel suo genere.

 

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Katsuki si era perso nei ricordi, guardando quella fotografia che si trovava sopra il pianoforte del salotto nel suo appartamento. Un sorriso si fece largo tra le sue labbra, al felice ricordo di due bambini che volteggiavano nella grande sala, non pensando a nient’altro, se non alla persona che avevano davanti, colui che portava loro grande felicità. “Kacchan, è pronto, è da dieci minuti che ti chiamo, cosa stai- oh” Izuku, entrò nel grande salotto, e vedendo Katsuki con la foto in mano, non potè trattenere un sorriso. Si avvicinò al ragazzo, e avvolse le braccia attorno al suo busto per donargli un caloroso abbraccio. “Ti ricordi di quel giorno?” chiese il ragazzo dai capelli biondi senza estinguere il sorriso dalle sue labbra “Certo, come non potrei, la prima volta che mi hai concesso un ballo è unica da ricordare”. Rispose prendendolo leggermente in giro, si divertiva molto ad infastidire quel ragazzo dal carattere turbolento e presuntuoso, che con chi amava, diventava la persona più dolce e protettiva del mondo. “Pff, ti muovevi proprio come un moccioso” rispose il ragazzo tenendogli testa e non cadendo alla provocazione "Beh lo ero, ed anche tu non eri da meno con i passi, siamo pure caduti per causa tua, quel momento è stato il migliore devo dire” continuò Izuku sogghignando tra i denti. “Smettila” disse in imbarazzo l’altro, stava iniziando a perdere la sua calma che lo tratteneva dal cadere nelle trappole fatte di provocazioni del suo Deku. “Però devi ammettere che la vicinanza dei nostri visi non ti aveva dato per niente fastidio, ricordo ancora quel rossore sulle tue guance, sembrava stessero per esplodere” continuò Izuku pronto alla sfuriata di Kacchan "Finiscila Deku” rispose con aria trucida il biondo “Di fare cosa? Sto solo dicendo la v-” ma non potè finire la frase che le labbra del biondo lo zittirono. Izuku sgranò gli occhi, non si aspettava quella reazione da parte di Kacchan, intanto ricambiava quel bacio che si era trasformato in una danza fatta di passione e amore, una melodia seguita dalle loro lingue che si incontravano. Si staccarono poco dopo per prendere fiato; un rivolo di saliva colava dalla bocca del ragazzo dai capelli biondi, arrivava fino al mento, Katsuki se lo pulì con la manica della felpa. Izuku, dal canto suo, si inchinò in modo regale, quasi principesco, rivolgendo una mano al compagno. “Visto che ci siamo, Katsuki Bakugou, vuole concedermi questo ballo?” le gote di Katsuki, già arrossate a causa del bacio, divennero ancora più rosse, tutta colpa di quel Deku “Sei proprio uno scemo” rispose scuotendo la testa e afferandogli la mano. Danzarono come quando erano dei bambini, con quella danza che solo loro potevano creare, sotto le note dettate dall’incessante battito dei loro cuori, la testimonianza del loro amore.

 

   
 
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