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Autore: Europa91    20/04/2022    1 recensioni
“Una parte di Louis avrebbe voluto poter tornare indietro nel tempo, a quei giorni spensierati, quando da bambini giocavano in quella villa lontani dalla realtà e crudeltà del mondo. Noè non era pronto a conoscere la verità. Forse non lo sarebbe mai stato. Non aveva incontrato nessun altro con un animo tanto puro e innocente. Aveva fatto il possibile per proteggere l’ultimo degli Archiviste, salvarlo da tutta quell’oscurità facendola propria. Non avrebbe mai voluto mentirgli ma era l’unico modo. Aveva inscenato la propria morte soltanto per quello.”
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Louis de Sade, Noé Archiviste, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Mémoires Inconnues '
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Un tuono squarciò il cielo rompendo il silenzio e la quiete della notte. Stava piovendo già da qualche ora. Quella sera nessuna luna sarebbe sorta in cielo. Rossa o blu, non avrebbe fatto alcuna differenza, le nubi avevano finito con il coprire ogni cosa, celandola allo sguardo del mondo. In un castello nascosto nella campagna francese, un uomo dai capelli corvini era intento a leggere l’ennesimo libro, illuminato solo dalla fioca luce di una candela. Aveva sempre amato la pioggia, per lui quella era una bellissima melodia di sottofondo per le proprie letture. Sentire le gocce d’acqua che si infrangevano contro le finestre lo calmava e accompagnava durante il proprio passatempo preferito.

Il rumore della pioggia è sempre piacevole – pensò prima di alzare il capo e fissare la porta della propria stanza.

Direi che a breve dovrebbe arrivare – fu il suo pensiero successivo mentre si premurava di inserire un segnalibro nel volume che teneva ancora aperto sul proprio grembo. Qualche secondo dopo un leggero bussare lo portò ad abbozzare istintivamente un sorriso.

“Avanti” disse cercando di mantenere un atteggiamento indifferente, fallendo non appena scorse i contorni della figura comparsa sulla soglia.

Il bambino di quasi quattro anni fece un passo in avanti. Aveva un cuscino tra le braccia e lo guardava con occhi imploranti. All’uomo sembrò di rivivere una scena del proprio passato, un déjà-vu. In una sera di pioggia di tanti anni prima era stata sua sorella Domi a fare lo stesso, seguita dà Noè.

Noè

“Ehm papa oggi possiamo dormire insieme?”

Era incredibile come quel piccolo gli somigliasse. Aveva ereditato i suoi capelli neri ma con gli occhi c’era stato poco da fare, quelle iridi color ametista erano l’eredità di qualcun altro, come lo era la pelle leggermente ambrata. E ora quello stesso sguardo che Louis aveva imparato ad amare lo stava supplicando di accontentare un capriccio. Cercò di trattenersi dallo scoppiare a ridere;

“Direi che non ho scelta” concesse.

Così l’aveva aiutato a salire sul proprio letto non perdendosi nemmeno il più piccolo particolare di quella creatura che ancora faticava a credere di aver messo al mondo. Quel miracolo gli aveva cambiato la vita in un modo che Louis De Sade non avrebbe mai potuto prevedere o immaginare, eppure se ne avesse avuto la possibilità, sarebbe finito con il ripetere le medesime scelte. Passò distrattamente una mano tra quei capelli così simili ai propri, sospirando al tocco di quella maldestra seppur tenera carezza. Un tempo aveva sperato che quelle ciocche potessero assumere gli stessi toni di quelle di Noè ma era stata solo l’ennesima fantasia con la quale aveva voluto ferirsi. Non aveva mai amato nessuno come quel vampiro, ma l’amore che provava verso il proprio figlio era qualcosa di diverso. Differente anche dall’affetto che provava per Domi. L’ennesimo tuono interruppe il filo dei suoi pensieri.

Il bambino intanto si era accoccolato contro il petto del proprio genitore e aveva chiuso gli occhi, dopo un solo sonoro sbadiglio.

“Così hai paura dei tuoni, Edmond?” Ma il piccolo si era già addormentato cullato dal calore e dalla vicinanza del padre.

“Sei davvero così simile a lui che a volte mi fai quasi paura” mormorò abbassandosi per depositare un bacio sulla fronte del figlio.

Quando fu certo che il piccolo fosse ormai nel mondo dei sogni, Louis riprese a parlare;

“Sai Edmond, anche tuo padre non riusciva a dormire da solo nei giorni di pioggia e si infilava insieme alla zia Domi in questo stesso letto” il respiro del bambino era regolare, tranquillo. In quello era diverso dal sonno sempre agitato di Noè. Il vampiro sorrise tornando ad osservare il temporale che imperversava al di fuori della finestra.

Una parte di Louis avrebbe voluto poter tornare indietro nel tempo, a quei giorni spensierati, quando da bambini giocavano in quella villa lontani dalla realtà e crudeltà del mondo. Noè non era pronto a conoscere la verità. Forse non lo sarebbe mai stato. Non aveva incontrato nessun altro con un animo tanto puro e innocente. Aveva fatto il possibile per proteggere l’ultimo degli Archiviste, salvarlo da tutta quell’oscurità facendola propria. Non avrebbe mai voluto mentirgli ma era l’unico modo. Aveva inscenato la propria morte soltanto per quello. L’ennesimo tuono fece stringere Edmond ancora di più contro il suo petto.

Noè non conosceva il proprio figlio, anzi non era nemmeno al corrente della sua esistenza. Edmond era il risultato dell’egoismo di Louis. Quattro anni prima aveva rubato la parte migliore di Noè, facendola propria. Quel piccolo era l’unica luce in quell’abisso di oscurità nel quale il giovane De Sade aveva deciso di abbandonarsi.

“Uhm” il bambino si mosse nel sonno finendo con il tirargli un calcio. Il vampiro sorrise prendendo a massaggiarsi la parte lesa.

“Ora dormi mon petit chaton, non devi preoccuparti di nulla, papà è qui. Non importa cosa ci riserverà il futuro. Ricorda che dopo la pioggia torna sempre il sereno. Devi crescere forte e coraggioso Edmond. Avrai un futuro meraviglioso davanti a te. Ne sono sicuro”

Voglio che tu conduca una vita migliore della mia

Era la stessa cosa che aveva augurato a Domi. Lo stesso motivo che lo aveva portato ad allontanarsi da Noè.

Presto Louis De Sade avrebbe ottenuto la propria vendetta nei confronti del Conte che tanto l’aveva fatto soffrire in passato. Questa però è un’altra storia.


 


 


 


 


 

  
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