Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Angel TR    25/04/2022    2 recensioni
Persino in quel momento, mentre il blu notte si diramava attraverso le tinte rosa e arancio del tramonto, prendendo il sopravvento sul giorno per annunciare il calare della sera, Historia si concesse un sorriso mentre osservava la sua lettera striminzita indirizzata a Ymir.
[YumiHisu]
{Partecipa alla Challenge "Solo i fiori sanno" indetta da Pampa313 su efp e "I like that quote said the month" indetta da Mari Lace sul forum di Efp}
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shoujo-ai | Personaggi: Christa Lenz
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Guarda che non possono rompermi, lo sai, no? Non sono delicata come un fiore o un pezzo di cristallo. Sono una persona. E posso sempre guarire." {Julia Wicker, The Magicians (4x04)
3. Amaryllis: eleganza, timidezza.


Love Letter


My time is run over, so the only time you'll ever see me
Is in your dreams in my black bathing suit


Cara Ymir

La penna gongolò al di sopra delle righe del foglio bianco, sopra quelle due uniche parole, immobile tra le sue dita sudate. Historia le osservò per un po', improvvisamente a corto di idee. Posò due dita ai lati della fronte e spinse, come se stesse spremendo una di quelle arance succose che pendevano dai maestosi alberi nel suo immenso giardino. Sollevò lo sguardo, che si perse tra le siepi, i fiori, gli aranci e gli alberi di limone, il cielo che, giunta l'ora del vespero, iniziava a macchiarsi – forse qualche dio aveva veramente spremuto un'arancia e adesso il succo stava colando a picco tra le nuvole, tingendo il firmamento di arancione.
Le piaceva quella vita. Le piaceva quella vita? Non era tutto quello che aveva sempre desiderato? Una casa accogliente, una famiglia numerosa, un bel giardino curato. Un angolo delle sue labbra si piegò ma lei non avrebbe saputo dire se all'ingiù o all'insù. Era ben consapevole di quanto quella situazione fosse in bilico, in bilico come Ymir quando aveva dovuto scegliere tra lei e i suoi compagni guerrieri: la calma prima della tempesta, una messinscena.
Sapeva che, là fuori, qualcuno volava ancora tra i palazzi e tra gli alberi a caccia di uomini o giganti – o entrambe le cose, tanto non faceva più differenza. Quali erano gli uomini e quali i giganti? Chi meritava di morire e chi no per una giusta causa? La salvezza dell'isola Paradis, la salvezza dei discendenti di Ymir.
Ymir.
Aveva preso l'abitudine di indirizzarle lettere – lettere che non avrebbe mai spedito e che non sarebbero mai state lette – da quando aveva saputo che era ormai stata divorata dall'esercito di Maley. Ymir era diventata una presenza fissa nella sua vita, la sua áncora nascosta sotto le pendici di quella collina dove si issava la sua dimora; tutte le parole che le aveva rivolto riecheggiavano nella sua testa come una melodia di sottofondo ogni volta che si trovava davanti a una scelta difficile, a un bivio che avrebbe preferito non attraversare, piuttosto si sarebbe fermata lì, al limite tra le due strade e avrebbe accolto chiunque con un sorriso gentile, era quello che le veniva meglio, no? Essere gentile come le protagoniste dei libri che le leggeva sua sorellastra Frieda. Oh, Christa, come sei gentile, ma come sei carina e sistemata, proprio una bambolina! Era questo che solevano dirle tutti, come una cantilena registrata.
Peccato che il suo vero nome fosse Historia; Ymir era stata la prima a saperlo. Solo a lei Historia aveva rivelato la verità perché solo lei poteva comprenderla. «Lo stai trascinando con te solo perché vuoi che le persone ti considerino tanto altruista da morire per qualcun altro. Soltanto una ragazzaccia farebbe una cosa del genere, vero?» , le aveva detto, una volta. Sapeva bene come si viveva rinnegando se stessi e nascondendosi, limitandosi, cercando di occupare quanto meno spazio possibile nel mondo per non disturbare gli altri, per non urtarli mentre si espandevano, si allargavano sempre di più, proprio come Eren Jaeger. Eren non aveva mai avuto paura di occupare il suo spazio, di prendersi anche più di quanto gli spettasse – sia lei che Ymir avevano gettato il loro sguardo su di lui e l'avevano un po' ammirato, un po' sbeffeggiato.
"Se io, Ymir, rigetto me stessa per come sono nata, allora ho già perso in partenza."
Giganti. Tra giganti ci si capisce.
La penna pesava tra le dita così Historia si sforzò di posarla sul foglio così da buttare due parole in croce per Ymir.
L'uniforme non mi entra più, le scrisse, ricordandosi del suo fisico minuto avvolto dal mantello del Corpo di Ricerca. Forse il mantello poteva ancora circondarle le spalle? La sua mano corse al pancione. Chissà, forse era più probabile che l'uniforme non le sarebbe entrata mai più – un testamento della sua scelta, del suo ruolo: la regina Historia. Una regina parricida. In fondo, se suo padre era morto era soprattutto colpa sua. Colpa della nemica dell'umanità, della ragazza più cattiva che ci fosse. Anche Eren gliel'avevo sussurrato quella volta, prima di sparire. In realtà, Historia non si considerava una cattiva ragazza ma solo una ragazza che aveva sfruttato male il suo tempo, vivendo con indosso una maschera di bontà, dicendo di sì anche quando avrebbe voluto dire di no. Aveva iniziato a staccarsela dalla faccia solo quando il tempo era ormai scaduto. Adesso il suo viso era il riflesso delle sue emozioni – era quella la ragione per la quale aveva sorriso tra le lacrime quando aveva letto l'ultima lettera di Ymir. Sciocca Ymir che voleva sposarla. Persino in quel momento, mentre il blu notte si diramava attraverso le tinte rosa e arancio del tramonto, prendendo il sopravvento sul giorno per annunciare il calare della sera, Historia si concesse un sorriso mentre osservava la sua lettera striminzita indirizzata a Ymir.

Eren Jaeger vuole distruggere il mondo, Ymir. Gli ho detto che non glielo permetterò e lui ha risposto dicendo che poteva cancellare il ricordo della nostra conversazione... eppure non l'ha fatto. Ho avuto il tempo di mettere in atto il piano per non ereditare il Gigante Bestia. Tu cosa ne penseresti? Cosa faresti? O non ti importerebbe perché l'unica cosa che conta è la mia sicurezza? Guarda che non possono rompermi, lo sai, no? Non sono delicata come un fiore o un pezzo di cristallo. Sono una persona. E posso sempre guarire.

Historia stava vagando con lo sguardo su quelle parole sgorgate da chissà dove quando una giravolta attirò la sua attenzione. Chissà cosa ne penserebbe Ymir del suo pancione. Chissà come si sarebbe comportata Ymir la prima notte. Onestamente non le era piaciuto molto quello che era avvenuto tra lei e colui che sarebbe diventato suo marito: un atto molto meccanico, privo di piacere. Aveva semplicemente lasciato che lui si facesse strada tra le sue gambe e si insinuasse in lei. Per tutto il tempo aveva fissato il soffitto, concentrando la sua attenzione su un punto imprecisato e gli scossoni erano come scomparsi, assorbiti dal punto imprecisato. In fondo, se esso non si muoveva, allora non si stava muovendo nemmeno lei, giusto? Gli ansiti e i gemiti di lui erano stati attutiti dal frinire delle cicale e dalle parole di Ymir, simili a una filastrocca della buonanotte, nelle sue orecchie: "L'ho già detto una volta e lo dirò di nuovo: ti amerò per sempre, qualsiasi cosa succeda."
Ancora una volta era caduta nella trappola della brava ragazza? O stava vivendo la vita che Historia Reiss avrebbe desiderato? Questo lo potevano sapere solo lei e Ymir.
"Ti amerò per sempre, qualsiasi cosa succeda."

Anche io. Siamo due cattive ragazze, ricordi?


He said I was bad, let me show you how bad girls do
'Cause no one does it better

Lana del Rey - Black Bathing Suit


Note: la mia ship è evidente xD ho sistemato alcuni eventi in modo che quadrassero con la ff quindi se qualcosa non è canonissima è per questa ragione.

  
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