Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: TheDoctor1002    02/05/2022    0 recensioni
"Il punto é che saprei riconoscere i vostri corpi, se dovesse servire, ma non voglio farlo. Non me ne faccio niente del mio posto nel mondo, se vivo su una pila di cadaveri."
Questa storia partecipa al May I Write di Non Solo Sherlock- gruppo eventi multifandom
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Hanji Zoe, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Alla fine hai deciso, quindi?"
A quel richiamo, Marla sollevò di scatto la testa dalla sua bisaccia strapiena, come fosse stata colta in flagrante.
Per un attimo, il suo corpo cercò l'altro capo di un vicolo che ormai esisteva solo nei suoi ricordi.
Uno a uno, distinse i tratti aspri del volto del caposquadra emergere dalle ombre, mentre i suoi occhi si abituavano all'oscurità oltre la luce della candela.
"Non ti è richiesto. Lo sai, vero?" Incalzò l'altra, avanzando ancora.
Se c'era una cosa che Marla ammirava di Hanji, era quanto si faceva famelica quando cercava risposte. La sua curiosità assorbiva ogni sua energia, rendendola quasi implacabile e, da lì, vederla indagare era uno spettacolo.
Non avrebbe mai immaginato di trovarsela contro. Il suo sguardo fuggì nuovamente nel mucchio di bende.
"Non fingere che non sia qui!" La riprese quasi con rabbia, riuscendo a fare irruzione nei suoi pensieri solo sfiorandola.
"Che brutta combinazione" pensò il medico, sentendo le mani fredde sui polsi e intercettando gli occhi lucidi appena al di sopra della fiamma.
"Fammi fare il mio lavoro." Tagliò corto, districandosi da quella presa.
"Quello è il nostro lavoro, Marla. Il tuo è aspettarci al forte. Chi te lo fa fare di seguirci sul campo, mh? Sei anche disarmata, guardati, che ci fai con quelle braccine sulle nuche dei giganti?!"
Hanji non era il tipo da buttare giù le reclute. Era più frequente che, dopo una sassaiola morale del capitano Levi, arrivasse con una parola di incoraggiamento, con un "avanti, riprovaci, deve diventare perfetto!"
"Non farlo." ringhiò Marla in avvertimento, compattando con forza le garze  " Non provare a tenermi fuori."
Gli occhi del caposquadra si fecero enormi e si riempiono di incredulità. Non era la prima volta che cozzava con una recluta troppo entusiasta. Il suo approccio era inculcargli buonsenso a suon di ramanzine e sperare per il meglio, poi come andava andava.
Ma quella notte era un fatto diverso.
"Tenerti fuori?!" bisbigliò incredula "Tenerti fuo- Sto cercando di tenerti viva, Marla."
"Avete bisogno di me." insisteva, con quella cocciutaggine che solo chi lotta fin da bambino poteva aver imparato  "Avete idea di quanti dei vostri potrei salvare, con i giusti tempi di intervento? Anche Erwin é d'accordo. I conti li ha fatti lui e sai bene che sa farli meglio di me."
"Ma se ti succedesse qualcosa-"
"Ora che so usare il movimento tridimensionale, non ti lascio!"
L'ultimo grido inghiottì tutto.
Creò il vuoto nell'infermeria deserta, come negli alambicchi che Marla aveva coperto con un telo per non farli impolverare, gli stessi che ora le osservavano silenziosi come fantasmi.
I loro sguardi erano incatenati nella più feroce delle gare, come se ciascuna temesse che l'altra potesse tirare fuori un'arma ancora più affilata.
L'unica cosa che le divideva era il vetro delle lenti del caposquadra.
"Ti?" Scandì lentamente.
"Vi. Ho detto: non vi lascio. Da domani sono il vostro medico da campo, con o senza il tuo benestare."
Se il peccato mortale di Hanji era una curiosità al limite del malsano, quello di Marla era uno stoicismo cieco e sordo.
Pensò addirittura di esserne uscita indenne, quando il caposquadra sospirò e le strinse piano l'avambraccio.
"Non devi dimostrare di meritarti il tuo posto nel mondo, Marla."
"Sai che, anche se sono qui solo da poco, so riconoscervi tutti?" avanzò, quasi casuale, instillando una certa perplessità in Hanji "Non dal volto, ovviamente, quello é facile. Ho imparato come sono fatti i vostri palmi, quali sono i vostri segni particolari. Di alcuni penso di poter riconoscere anche i denti o la struttura delle unghie. Il punto é che saprei riconoscere i vostri corpi, se dovesse servire, ma non voglio farlo. Non me ne faccio niente del mio posto nel mondo, se vivo su una pila di cadaveri."
Il misto di senso di colpa e impotenza che strinse il cuore del caposquadra aveva il retrogusto dei rientri nelle mura.
Si era quasi abituata ai pensieri intrusivi che le facevano vedere i suoi compagni dilaniati, immagini terribilmente vivide che si proiettavano per brevissimi istanti in un angolo del suo campo visivo.
Conosceva la strategia per combatterle, ormai l'aveva imparata.
"Promettimi che farai attenzione" prese a recitare come una filastrocca.
"Farò attenzione." Rispose l'altra, tenendo il ritmo della nenia.
"Hai preso tutto?"
"Ho preso tutto."
"Non allontanarti dal gruppo."
"Non lo farò."
"E assicurati che l'area sia sgombra, prima di recuperare i feriti."
"Questo é certo."
Ma questa volta, Hanji aggiunse un ultimo verso alla sua cantilena di raccomandazioni.
"Marla?"
"Mh?"
"Neanche io ti lascio."

 

   
 
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