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Autore: LorasWeasley    04/05/2022    2 recensioni
AU Ambientata nel mondo di PERCY JACKSON
Diverse storie tra long e OS dove i nostri prediletti sono dei semidei e devono far fronte a demoni, profezie e richieste di dèi.
-“La rivolta dei demoni” [long] [sakuatsu con accenni osasuna]
-“Come i nostri genitori” [OS] [iwaoi]
-“Il prediletto di Apollo” [long] [semishira con accenni ushiten]
-“Il torto ad Eros” [long] [kuroken con accenni bokuaka]
-“Moments” [raccolta di OS] [daisuga, tsukkiyama, yakulev, osasuna, tanakiyo, arankita, ushiten, bokuaka, matsuhana, kagehina]
Genere: Avventura, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma, Shiratorizawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Parte 4
  • Suna x Osamu
Suna non aveva mai capito se la sua passione per i gossip fosse una diretta conseguenza dell’essere un figlio di Iride o semplicemente fosse una parte della sua personalità.
Qualunque fosse la risposta, tuttavia, non era così importante poiché il ragazzo avrebbe continuato a vivere spensierato e curioso dei fatti degli altri in ogni caso.
Suna conosceva informazioni su chiunque lì al campo, non era stato un lavoro facile entrarne a conoscenza, ma si poteva dire abbastanza soddisfatto della cosa.
Sapeva del luogo segreto di Kuro e Kenma, della cotta segreta di Akaashi, delle mutande con gli alieni fosforescenti che Oikawa amava indossare, delle frasi smielate che Tsukishima scriveva a Yamaguchi, della lista di cose stupide che Ushijima diceva al giorno e di tutte le volte che Hinata e Kageyama non capivano che l’altro stava flirtando con lui.
L’unica persona di cui Suna non aveva alcun tipo d’informazione, se non quelle rilasciate dal gemello sulle parti di vita uguali, era Osamu Miya.
La cosa lo faceva infuriare a tal punto che un giorno, mentre camminava lungo il campo per dirigersi a mensa, lo vide da solo e non poté bloccarsi dal raggiungerlo e sbottare –Perché diavolo non puoi essere più simile a tuo fratello!?
Osamu si bloccò sul posto e lo fissò con uno sguardo frastornato –Hai sbagliato persona? La gente dice sempre il contrario.
Suna poggiò le mani sui propri fianchi e alzò gli occhi al cielo ancora più infastidito –No, sto parlando proprio con te, Miya Osamu. Di tuo fratello ho un sacco di materiale imbarazzante per ricattarlo, ma tu! Di te non so nulla! Ti sembra normale questa cosa? Mi fa esasperare!
Un lampo d’interesse passò sul volto di Osamu –Hai materiale di ricatto per ‘Tsumu?
-Ovvio che sì! Ma non ci provare neanche a volerlo proteggere, non rinuncerò mai alle mie informazioni.
Osamu rise –Proteggerlo? Scherzi? Di colpo sei diventato molto interessante… come hai detto che ti chiami?
-Rintaro.
-Bene Rin, hai delle informazioni che m’interessano parecchio. Ci vediamo oggi pomeriggio al lago, porta da mangiare. Chissà, magari ci guadagni anche tu scoprendo le cose per le quali eri tanto interessato.
Suna corrugò la fronte, totalmente stranito dalla svolta che gli eventi avevano preso –è una specie di appuntamento?
Osamu alzò le spalle, l’espressione del suo volto che non fu modificata di una virgola –Perché no?
Mentre lo guaradava allontanarsi, Suna si ritrovò a riflettere che in pochi secondi la sua giornata era diventata molto più interessante di quello che aveva pensato.
Se Osamu se la fosse giocata bene, Suna avrebbe anche potuto rivelargli il luogo dove Atsumu in versione volpe e Sakusa Kiyoomi passavano i loro pomeriggi ad amoreggiare. Certo, era un’informazione enorme e doveva guadagnarsela.
Infine Rintaro, a discapito di quello che aveva deciso di rivelare, scoprì abbastanza presto che Osamu Miya riusciva a prendersi tutto quello che voleva, tuttavia scoprì anche che non gli dispiaceva per niente.
 
  • Kita (x Aran)
Fin da quando poteva ricordare, Kita aveva sempre saputo che sua madre era la dea Demetra.
La sua vita era sempre stata tranquilla nella casa in campagna nella quale viveva con la nonna. Era stata lei a crescerlo, lei a insegnarli tutto quello che c’era da sapere sul giardinaggio e sempre lei a raccontargli i miti greci come favole della buonanotte.
Ma come ogni cosa bella, non avrebbe potuto durare a lungo e Kita lo scoprì alla tenera età di sei anni.
Furono attaccati da un mostro, la loro casa andò a fuoco e sua nonna morì. Solo da adoloscente si rese conto che si salvò da quel disastro solo perché probabilmente sua madre gli diede un aiuto divino.
Scappò e seguì le indicazioni per arrivare al campo mezzosangue di cui sua nonna non aveva mai smesso di raccontargli. Fu un viaggio lungo e faticoso, con poco cibo e non privo di combattimenti. Ma fu anche il viaggio che lo portò a conoscere la sua nuova famiglia, che gli fece prendere sotto la sua ala protettiva i gemelli Miya.
Kita li adorava, si era affezionato a loro e al loro modo di esprimere l’amore che provavano l’uno nei confronti dell’altro senza mai dirlo ad alta voce. Ammirava la loro unione e come fossero collegati senza neanche rendersene conto.
Nonostante fossero più piccoli di solo un anno, Kita iniziò a considerarli senza problemi i suoi “fratellini”. Ma più crescevano e più l’albino si rendeva conto che più come un fratello i due l’avevano iniziato a considerare una “mamma”.
 
“Ti rendi conto? Era l’ultimo pezzo di torta che avevo nel piatto e Atsumu l’ha mangiato! Quale demone farebbe una cosa del genere!? Lo odio, non gli parlerò mai più!” uno dei tanti lamenti di Osamu.
 
“Quel pezzo di merda! Lo so che mi ha fatto cadere di proposito! Così adesso ho il polso slogato e non potrò partecipare alla partita di domani! Ah, ma se non posso giocare io non giocherà neanche lui!” questo era Atsumu.
 
“Quindi… ieri sono andato al lago con questo ragazzo e lui ha portato un sacco di cibo perché ha detto che non sapeva quale fosse il mio preferito e non voleva sbagliarsi. E Insomma… credo di essermi innamorato.” sempre Osamu.
 
“Omi è così dolce! Aaah, perché non si accorge di me? So che mi adora in versione volpe, non potrebbe comportarsi in quel modo anche nella mia versione umana!? Che devo fare? Dove sono i manuali per situazioni del genere!?” Atsumu.
 
Kita era diventato davvero bravo a gestirli, soprattutto quando i due erano talmente incazzati con l’altro gemello che non avevano neanche bisogno di una risposta. Erano lì per lamentarsi e tutto quello che Kita doveva fare, e che era molto bravo a fare, era semplicemente ascoltarli o far finta di farlo.
Fu durante i suoi sedici anni che si accorse, giorno dopo giorno, che i lamenti che i due gli rivolgevano si erano notevolmente ridotti. Con orgoglio immaginò che i due fossero cresciuti e avessero iniziato ad essere più maturi, smettendo di conseguenza di litigare per cose stupide.
La verità, tuttavia, lo colpì in pieno da un commento di Suna.
Si trovavano al falò serale e Osamu e Atsumu avevano iniziato a discutere. Kita aveva sospirato piano “eppure stavano andando così bene” e Suna l’aveva sentito.
Il figlio di Iride aveva riso e gli si era seduto accanto per poi spiegargli –guarda che non hanno smesso di litigare, semplicemente sono diventati amici di Aran e ora si lamentano anche con lui.
Kita corrugò la fronte –Cosa?
Suna indicò un ragazzo di colore dall’altro lato del fuoco, sembrava avere la sua età ma probabilmente era arrivato al campo da poco poiché Kita non si ricordava di lui.
Rintaro continuò –strano che non lo conosci, tutti dicono che siete la mamma e il papà dei due scapestrati.
-Mh- Kita non spostò gli occhi dall’altro ragazzo –allora immagino che debba andare lì a ringraziarlo per avermi alleggerito il lavoro.
Nei giorni a seguire fu facile per i due diventare intimi. Ma quella era un’altra storia.





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n.a. Buonpomeriggio!
La storia di Kita diciamo che è più per lui che per la ship, infatti Aran sta solo tra parentesi giusto perché tutti gli altri titoli erano con la ship. Non ho scritto di loro perché non ci riuscivo (non so neanche di chi rendere figlio Aran! Quindi potete deciderlo in base alle vostre preferenze), per me si sono avvicinati nel modo più naturale del mondo, ma lascio a libera interpretazione.
La prossima sarà l'ultima parte di questa storia, concluderò con la Ushiten e la Kegehina.
Alla prossima settimana!
Deh
  
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