Anime & Manga > The Seven Deadly Sins / Nanatsu No Taizai
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Autore: _JP_    17/05/2022    0 recensioni
I pensieri di Arthur e Merlin davanti alla desolazione di Camelot, una volta finita la Guerra Santa. Il re è disposto a tutto per riportare la sua città agli antichi fasti.
Ho scritto questa piccola storia ascoltando una canzone di Leon Faun, intitolata “Camelot”
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arthur Pendragon, Merlin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terra bruciata
Un ragazzo era seduto su una piccola pietra, al centro di un enorme spazio vuoto, costellato di tanto in tanto da qualche maceria di palazzi distrutti. La tunica che indossava volteggiava, mossa dal vento, mostrando la sua menomazione all'arto destro; aveva lo sguardo perso verso l'orizzonte, fissando il sole che stava tramontando dietro le montagne che circondavano quel luogo. Sospirò, spostandosi una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio; ad un tratto alzò lo sguardo, sentendo avvicinarsi una persona. "Arthur, sei ancora qua? Dobbiamo raggiungere la Foresta di Broceliande al più presto. Solo lì il tuo potere magico potrà svegliarsi completamente". Una donna dai capelli corvini aveva raggiunto quel ragazzo, fluttuando a qualche metro da terra. Arthur alzò stancamente la testa. "Merlin, dimmi: quale re abbandonerebbe il proprio regno? Non posso lasciare questo posto. Qua sorge Camelot, il mio impero" mormorò. Aveva lo sguardo spento, e i suoi occhi verdi non sembravano più risplendere come un tempo. La maga sospirò, avvicinandosi al suo protetto. "Capisco come ti senti, ma restandomene qua a non far nulla non potrai far risorgere il tuo impero. È vero, tu sei il re di Camelot, ma ormai quel regno è stato completamente distrutto, e per adesso non puoi farci nulla. Però, se riuscirai a controllare il potere del Caos, allora riuscirai senza problemi a farlo risorgere. È solo questione di tempo, ma presto tornerai a tutti gli effetti ad essere re". Merlin aveva allungato la sua mano verso Arthur, che la stava osservando, impassibile. L'unico rumore che si sentiva in quella vallata era quello del vento che, passando tra le macerie, provocava un sinistro fischio. "Camelot non è stata distrutta. Essa rimarrà in vita, fino a che anche io resterò vivo; quindi non posso proprio lasciarla da sola, in un momento come questo. Mai come adesso il mio regno ha bisogno del mio aiuto, non posso abbandonarlo proprio ora. Tu mi capisci, dico bene Merlin?". La donna ritrasse la sua mano; ormai la Guerra Santa era finita da quasi un anno, eppure Arthur non si era ancora mai allontanato da quel posto. Erano venuti a sapere dell'incoronazione di Meliodas sul regno di Lioness, del suo matrimonio con Elizabeth e dell'imminente arrivo di un suo erede. Eppure, Arthur non lo era mai andato a trovare, nonostante l'ottimo rapporto che era intercorso tra i due in passato. Inoltre, anche i restanti peccati capitali, in un modo o nell'altro, avevano raggiunto i loro obbiettivi: King era diventato a tutti gli effetti il re delle Fate, sposando in seguito Diane; Ban si era trasferito assieme all'amata Elaine nella Foresta delle Fate, dove avevano avuto anche un figlio; Gowther non aveva ancora concluso il suo viaggio attorno al mondo, ma non era comunque mancato agli appuntamenti più importanti per i suoi amici. L'unico peccato che si era separato dagli altri era proprio Merlin; la maga infatti stava ancora perseguendo il suo sogno, e questo l'aveva portata lontano dagli altri suoi compagni. "Stai pensando ancora a loro, dico bene?" domandò il ragazzo, osservando la donna persa nei suoi pensieri. Merlin gli sorrise "Si, ma non ti preoccupare; sono concentrata sul nostro obiettivo, loro non mi distrarranno di certo. Per questo sarebbe il caso di muoversi verso la Foresta di Broceliande" rispose, cercando di persuadere il re. Arthur però non sembrava del tutto convinto. "In questo periodo, nonostante la fine della Guerra Santa, un infinità di membri del clan dei demoni si è riversata sulla Terra. Da quello che mi hai detto Zeldris, il fratello di Meliodas dovrebbe aver preso le redini di quel clan. Eppure si sta facendo scappare un po' troppi demoni, non pensi? Se i suoi sudditi sono così delusi da lui da decidere addirittura di lasciare il loro regno, vuol dire che Zeldris come re non vale un granché" commentò, rimanendo sempre impassibile. Finalmente si alzò, estraendo la sua spada dal corpo esanime di un demone. "Questi bastardi hanno sbagliato se credevano di poter invadere il mio regno. Forza Merlin, è ora di fare una retata". La maga lo seguì. "Arthur, ho sentito che anche dei cavalieri sacri di Lioness dovrebbero nascondersi nei dintorni; con loro che intenzioni hai?". Il re assunse un espressione decisa, facendo trapelare per qualche istante il suo lato più sadico. "Chiunque ostacolerà il mio regno verrà annientato, nemico o alleato che sia. Lascerò dietro di me solo una distesa di terra bruciata".

"E tornerò con la mia armata 
Giuro ritornerò da Camelot 
Come vittima di un angelo 
Se mi illumino, mi inalbero 
Così duplico il mio battito 
Io tornerò da Camelot 
Più luci nel mio animo 
Come un altro bimbo magico 
Come un altro psicopatico" 
Leon Faun, Camelot
 
   
 
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