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Autore: Rota    23/05/2022    0 recensioni
Appoggia la mano sul bordo della vasca, con attenzione. Atsushi osserva la superficie dell’acqua che trema di poco, creando onde immobili.
«Allora? Com’è la temperatura?»
Osamu lo sta guardando sul ciglio della porta, con gli occhi che saettano dal suo viso alla maglia bianca che gli copre il petto.
«E-ecco, dovrebbe essere a posto-»
Lo raggiunge con un solo passo, in quel bagno grande per una persona e mezza, non di più. Atsushi si tende tutto quando si ferma vicino a lui, i piedi sullo stesso tappetino morbido, e si sporge in avanti per immergere una mano fino al polso.
«Oh, ma è perfetta!»
La sua risata rimbalza sulle mattonelle color azzurrino, così come il suono dell’acqua che si apre al passaggio del suo piede, della sua gamba e poi del suo corpo. Si alza l’odore del sapone, nell’aria.
«Sai, Atsushi-kun. Non credo sia possibile lavarsi rimanendo fuori, dalla vasca da bagno.»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsushi Nakajima, Osamu Dazai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appoggia la mano sul bordo della vasca, con attenzione: una leggera sensazione di freddo parte dai suoi polpastrelli e si espande per il palmo morbido, per risalire poi lungo le vene del braccio. Atsushi osserva la superficie dell’acqua che trema di poco, creando onde immobili.
«Allora? Com’è la temperatura?»
Sobbalza e si volta di scatto: Osamu lo sta guardando sul ciglio della porta, con gli occhi che saettano dal suo viso alla maglia bianca che gli copre il petto – è nudo, e chissà dove ha lanciato i suoi vestiti.
«E-ecco, dovrebbe essere a posto-»
Lo raggiunge con un solo passo, in quel bagno grande per una persona e mezza, non di più. Atsushi si tende tutto quando si ferma vicino a lui, i piedi sullo stesso tappetino morbido, e si sporge in avanti per immergere una mano fino al polso.
«Oh, ma è perfetta!»
La sua risata rimbalza sulle mattonelle color azzurrino, così come il suono dell’acqua che si apre al passaggio del suo piede, della sua gamba e poi del suo corpo. Si alza l’odore del sapone, nell’aria.
E lo guarda ancora, con lo stesso sorriso stanco di una giornata piena di lavoro. «Sai, Atsushi-kun. Non credo sia possibile lavarsi rimanendo fuori, dalla vasca da bagno.»
Incredibile come le sue mani riescano a muoversi veloci, per togliergli quella maglia di dosso.
L’acqua è, in effetti, alla giusta temperatura. Accoglie il corpo del giovane con un abbraccio, lo avvolge in una sensazione di leggero piacere e straniamento, come se fosse tutta sensibile. Ma incastrare le proprie gambe con quelle di Osamu non è così semplice, e si ritrova un piede schiacciato contro il suo bacino, l’altro appoggiato invece sul bordo della vasca, fuori.
Fa una smorfia, mentre il sedere gli scivola in avanti sul fondo della vasca. «Dazai-san, è un po’ scomodo-»
«Sciocchezze! Ci stiamo in due, no? Proprio come ti avevo detto!»
«Sì beh, per starci ci stiamo, ma non riesco a muovermi…»
«Questo non è un problema, ti lavo io!»
Prima ancora che Atsushi possa realizzare cosa vogliano dire quelle parole, Osamu gli prende il piede emerso tra le dita. Sobbalza per la sorpresa, e l’uomo non lo lascia andare: appoggia la pianta del piede contro il petto nudo e, piano, muove i polpastrelli sopra la sua pelle, in un massaggio tranquillo.
Palmi, polpastrelli, dorso. Un movimento circolare e poi uno rettilineo, dalla periferia al corpo. Superficiale ma sempre più profondo. Poco spazio, tanto spazio: le sensazioni sono amplificate dall’insistenza.
La tensione di Atsushi si scioglie a ogni carezza, ogni secondo che passa. Osamu è così concentrato sulla sua caviglia, non gli parla per diversi secondi.
Lo guarda, invece, seguendo la linea della pelle priva di cicatrici. Appare intonso di esperienze di vita, eppure così reale e concreto – lo sente contro, è impossibile dire il contrario. È tutto racchiuso dentro, un’umanità così intensa e fragile e terribile.
Il suo tocco si incide nel tallone, e gli fa tendere le piccole dita tozze. «Non hai mai fatto il bagno prima, non è vero?»
Scuote la testa. «No. All’orfanotrofio non avevamo vasche.»
«Lo immaginavo.»
Risale lungo il polpaccio, e Atsushi libera un sospiro tenue. Alza lo sguardo a lui, sotto quella frangia scura inspessita dall’umidità. Sta sorridendo anche con gli occhi, e questo lo fa imbarazzare.
«Sembri ancora più piccolino, tutto rannicchiato così.»
«Questa è colpa tua, che hai insistito tanto! E poi, non sono piccolino.»
Osamu ridacchia, e lui per dispetto gli spruzza acqua addosso, proprio sul viso. Osamu ridacchia ancora, senza però reagire allo sgarbo.
«Avere una vasca tutta tua cambia molto le cose, non è vero?»
«Sì. Diciamo che non è solo la vasca, ad averle cambiate…»
Lui arrossisce ancora, ma Osamu parla anche di altro. «Certo. Una casa, un letto, un lavoro, una vita… tutto questo è tuo, Atsushi-kun. E penso anche che, proprio perché sia tuo, puoi provare il senso della condivisione.»
Le dita di lui premono contro la pianta del piede, e poi spingono in profondità, tanto che il ginocchio del giovane trema. Un altro fascio caldo di sensazioni si irradia per tutta la gamba e poi risale fino al cuore – un altro tenue sospiro.
Atsushi si abbandona contro il bordo della vasca e socchiude gli occhi. Le immagini della propria casa gli scorrono davanti alla coscienza, e ritrova tutti quegli oggetti che usa ogni giorno, senza troppi pensieri.
Osserva la ciliegia stilizzata sul flacone del bagnoschiuma, su quel rosso troppo acceso. E passa il flacone all’uomo in un incrocio di dita leggero.
«Ma c’è qualcosa che, pur non essendo davvero mio, preferirei non condividere con nessuno.»
Risata, che vibra nel petto e quindi contro il suo piede. «Davvero? E cosa sarebbe?»
«Sei tu, Dazai-san.»
Osamu gli prende dito per dito, piegandolo avanti e indietro, senza guardarlo. «E come mai dici che non sono tuo?»
Lo trattiene per la caviglia quando tenta di sottrarsi a lui – non può farlo, non dopo quella domanda.
Atsushi si sente così tanto in imbarazzo, l’acqua della vasca sembra quasi prendere fuoco. Abbassa lo sguardo e borbotta. «P-perché sei una persona, non un oggetto. E quindi-»
Non finisce la frase, e Osamu non insiste più.
Lascia andare il suo piede e lo afferra per il ginocchio, tirandolo verso di sé. «Vieni qui.»
Anche in quel momento, Atsushi non fa resistenza. Si ritrova seduto sulle sue cosce, con le gambe schiacciate contro il bordo della vasca e le braccia sulle sue spalle. I loro visi sono troppo vicini, può vedere persino ogni piccola piega sulle labbra di Osamu, lì dov’è racchiusa ogni smorfia di un dolore passato per cui non ha ancora osato chiedere.
Ma l’uomo sorride, sopprimendo quell’esperienza in una presente felicità.
Una sensazione viscida e fredda lo fa sobbalzare all’improvviso, mentre l’altro sparge il bagnoschiuma sulla sua schiena con una mano.
«Tu invece sei solo mio, non è vero?»
Si tende al suo tocco leggero, come se volesse scavargli dentro. Osamu lo guarda in viso anche se tenta di sfuggirgli, e il poco spazio disponibile gli impedisce una vera e propria fuga. È in trappola, tra le sue braccia.
Non è vero?
Atsushi non riesce a credere che il rantolo che esce dalle sue labbra gli appartenga davvero. «Certo che sono tuo, Dazai-san-»
È sufficiente, per un bacio.
L’acqua si increspa di mille onde, quando Osamu lo stringe forte.



















Note autrice: BUONDI' A TUTTI 
Allora, ieri era il mio complEFP, ovvero 14 anni che sono iscritta a questo sito. Madonna mia è tantissimo xD
In più, dovevo una piccola flash DazAtsu a persone carine, e quindi eccomi qua.
Le scene nelle vasche da bagno sono sempre tra le mie preferite, e ne ho approfittato per metterci qualcosa "altro", la profondità giusta che questa coppia richiede.
Spero sia stata una buona lettura, grazie a tutti di essere passati!
   
 
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