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Autore: eli the_dreamer    24/05/2022    1 recensioni
Anni fa avevo iniziato a scrivere questa storia come long fic. Poi ho cambiato le carte in tavola decidendo di fare una raccolta di one-shot. Tuttavia mi sono resa conto che essendo un'unica storia, la raccolta di one-shot diventa controproducente. Eccomi quindi a postare di nuovo e dall'inizio questa storia che tra i protagonisti non solo vede gli amati fratelli Winchester ma anche qualcuno che da lassù fa il tifo per loro.
Tra personaggi che noi tutti conosciamo e nuovi personaggi inventati da me, questa storia parte dagli albori, ma accompagnerà i bros per tutto il loro viaggio (POSSIBILI SPOILER su tutte le stagioni, ma non in tutti i capitoli. Non tutto seguirà il canone della serie, alcuni elementi saranno veri e propri "WHAT IF?".)
Genere: Angst, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
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I don't want to miss a thing




Umabel gridò di dolore.
La lama angelica era fredda in netto contrasto col sangue che caldo scivolava su di essa lento, inesorabile.
Gridò di dolore, ma il suo sguardo freddo e sicuro fece capire a Raziel che no, non aveva intenzione di cedere.
PARLA!” gridò esasperato l'Angelo. La mano, ricoperta di sangue scarlatto, fremette facendo tremare la lama sul volto del fratello che rimase impassibile “È proibito per voi angeli custodi scendere sulla Terra” sibilò Raziel ad un soffio dalla pelle lacerata di Umabel.
Un riso di scherno stese le sue labbra bagnate dl suo stesso sangue “E chi ti dice che io, Umabel, un Angelo del Signore, sia sceso sulla Terra?” la sua voce parve stanca, ma il tono era più tagliente di quella lama che aveva tormentato la sua Grazia.
Raziel grugnì frustrato e sentì la rabbia crescere in lui, spaventosa e inarrestabile.
La presa sulla lama si fece nuovamente salda, il braccio alzato a mezz'aria, pronto a colpire.
Umabel fissò Raziel in volto. Non disse una parola e nei suoi occhi non si vedeva quella paura che Raziel avrebbe tanto voluto leggervi.
Sarebbe bastato un affondo per togliere la vita all'Angelo Custode e Raziel era deciso a farlo.
Fermati Raziel” tuonò una voce alle sue spalle.
La spada gli scivolò tra le mani e tintinnò a terra, leggera.
Michael” disse tra i denti, volgendo lo sguardo verso il primogenito di Dio.
Non puoi uccidere Umabel” la voce ferma dell'Arcangelo non lasciava spazio a repliche ma Raziel lo ignorò comunque “Ha disobbedito” sbraitò. Lo sguardo folle, la bocca piegata in una terribile smorfia.
Non spetta-a te-DECIDERE” urlò. Raziel non ebbe il tempo di ribattere, né di scusarsi, uno schiocco di dita di Michael e scomparve.
Umabel si lasciò andare ad un sospiro di sollievo mentre Michael liberava le sue braccia dalle pesanti catene, poi l'Arcangelo posò due dita sulla fronte sporca di sangue rappreso dell'angelo, guarendolo così dalle ferite.
Ti avevo detto che avere dei prediletti poteva essere pericoloso” sentenziò cercando, negli occhi dell'Angelo, un perché a quel folle gesto.
Lo sguardo di Umabel era però indecifrabile e imperturbabile “Non capisco a cosa tu ti riferisca” disse seccamente, facendo per abbandonare la stanza.
Michael lo fermò, trattenendolo per un braccio “Non prendermi per un idiota, Umabel. So della tua piccola fuga sulla Terra” sussurrò preoccupato.
Un sorriso stanco si dipinse sulle labbra dell'Angelo “Sto solo facendo il mio dovere, Mickey” rispose, liberandosi dalla morbida presa di Michael.
Umabel sapeva che la strada che aveva iniziato a seguire era pericolosa eppure non vi era altra strada che volesse percorrere.
Scendere sulla Terra gli era proibito, doveva fare il suo lavoro di Custode dall'alto, senza intervenire in nessun modo se non quando specificatamente richiesto, ma non poteva e non voleva farlo, voleva semplicemente intervenire prima che fosse troppo tardi. E per farlo aveva bisogno dell'aiuto di Gabriel.
Umabel era sceso sulla Terra nel disperato tentativo di trovarlo e il tutto si era rivelato un buco nell'acqua, ma di certo non si sarebbe arreso tanto facilmente.


1999




Cutler Bay era forse l'unica città di tutti gli Stati Uniti d'America in cui i Winchester si erano soffermati più volte.
John si era reso conto che a nessuno dei suoi due figli dispiaceva particolarmente - se non affatto - bivaccare nel salotto dei Dalton mentre lui discuteva di un caso insieme a Blake.
Parcheggiarono in Sterling Drive affiancando l'inconfondibile furgoncino Volkswagen bianco e blu che apparteneva da sempre a Blake Dalton.
Si deciderà mai a cambiare quel rottame?” brontolò Dean scendendo dall'auto. John rise appena “Io non cambio la mia auto dal 1973 e non ti sei mai lamentato” lo rimbeccò.
Il ragazzo fissò l'Impala e sorrise, allargando le braccia “Ma l'Impala non è un rottame, è una signora auto!” esclamò, accarezzandone la carrozzeria come si si trattasse di una bella ragazza.
Sam rise appena, scuotendo la testa prima di guardare speranzoso il padre “Papà, possiamo andare a prendere Amethyst a scuola?” domandò.
Blake si schiarì la voce mentre avanzava nel vialetto di ghiaia “Non dovresti chiederlo a me, giovanotto?” disse con la risata nella voce.


***




Amethyst chiuse l'armadietto e sospirò rassegnata, facendo roteare gli occhi quando si ritrovò di fronte Troy Acosta in tutta la sua altezza “Che cosa vuoi, Troy?” chiese stancamente issandosi la tracolla in spalla.
Il ragazzo la guardò spaesato, aspettandosi che lei, come tutte le altre, gli sorridesse svenevolmente portandosi indietro i capelli con un gesto sensuale del capo.
Vai, Big T.!” lo incitò uno dei suoi amici, spingendolo appena.
-Big T.? Sul serio? Oddio, è peggio di quel che pensavo- Amethyst guardò il capitano della squadra di football con una certa aria di superiorità. Non si credeva migliore di lui, ma Troy Acosta era il cliché del ragazzo popolare: bello ma totalmente idiota.
Il ragazzone sorrise sfrontato “Non manca molto al ballo...vieni con me?” disse sicuro di sé. Amethyst inarcò un sopracciglio. Si aspettava che Troy le proponesse di andare al ballo scolastico insieme, ma lei non aveva nessuna voglia di andarci. Specialmente con lui.
No” disse semplicemente, stringendosi appena nelle spalle e superandolo per dirigersi all'uscita, lasciando basiti i due ragazzi.
Troy Acosta non era abituato a ricevere un due di picche e Amethyst fece per uscire dalla scuola inseguita dagli insulti delle tante ragazze che avrebbero voluto essere al suo posto, ma a lei quello non interessava.
Alice Walcott, la sua migliore amica, le si avvicinò con aria sconvolta, gli occhi nocciola sbarrati, la bocca rosea a formare una comica “O” per qualche istante “Tu...hai detto di no a Troy Acosta?” domandò finalmente dopo diversi attimi di silenzio durante i quali Amethyst si chiese se l'amica avesse perso l'uso della parola.
La bionda ridacchiò, gettando la testa all'indietro con un'espressione noncurante e annoiata “Andiamo, non è mica un Dio” disse in uno sbuffo.
Alice la guardò come se fosse impazzita e sgranò ancora di più gli occhi leggermente truccati “Lo è per noi disperate ragazze del liceo, specialmente ora che il ballo si avvicina!” esclamò “Troy Acosta è il ragazzo più desiderato della scuola, è il capitano della squadra di football e sarà il Re del ballo” disse agitata come se stesse parlando di una questione di vita o di morte.
Amethyst si arrestò, parandosi davanti all'amica che per poco non le rovinò addosso “Woah frena! Prima di tutto: io non sono disperata” l'amica la interruppe sbuffando, roteò gli occhi e la indicò con un gesto molle della mano “Certo, tu sei carina. Alta. Bionda. Occhi azzurri. Fisico da modella.
Amethyst la ignorò “Non ho neanche intenzione di andare a quello stupido ballo. E in secondo luogo Troy Acosta, che sarà pure carino, è un idiota patentato!” disse allargando le braccia e rischiando di colpire in pieno viso un ragazzo del primo anno che fuggì via prima che Amethyst potesse anche solo pensare di chiedergli scusa.
Alice la guardò con un'espressione a metà tra il deluso e lo sbigottimento, poi fissò qualcosa alle spalle dell'amica e aggrottò le sopracciglia, confusa “Scusa, ma non sei candidata a Reginetta?” chiese indicando il poster alle spalle di Amethyst.
La ragazza la guardò con aria spaesata prima di voltarsi e vedere il poster che la raffigurava insieme ad una grossa scritta sull'azzurro che con un elegante font diceva “Vota per Amethyst Dalton”.
Respirò profondamente e strinse i pugni “Lucas!” esclamò a denti stretti avendo capito chi aveva osato candidarla senza prima renderne conto a lei “Giuro che lo ammazzo” ringhiò strappando il poster dal muro.
Alice rise nervosamente “In effetti mi sembrava improbabile che fosse opera tua, ma non mi sembra il caso di ammazzare Lucas” disse tentennante.
Amethyst sbuffò e la ignorò ancora una volta mentre a passo di marcia si dirigeva fuori dalla scuola dove era certa che avrebbe trovato Lucas, colui che avrebbe dovuto essere il suo migliore amico ma che invece l'aveva appena pugnalata alla spalle.
Lucas sapeva quanto Amethyst odiasse quel genere di cose. Odiava la popolarità, odiava i balli scolastici e odiava Troy Acosta e la sua combriccola di ragazzi e ragazze popolari.
Lo trovò nel cortile, appoggiato al suo motorino mentre fumava una sigaretta, Alice la seguiva con passo veloce per cercare di evitare una catastrofe.
Il ragazzo non appena la vide si affrettò a spegnere la sigaretta e iniziò a mormorare delle scuse, proteggendosi il volto - e gli occhiali - con le braccia “Non è stata una mia idea, te lo giuro! Mezza scuola voleva che ti candidassi, non vogliono che vinca Judith” disse srotolando quelle parole con velocità e senza respirare.
Amethyst gli diede un colpo a braccio “E tu hai pensato bene di accettare senza consultarmi, vero?”. Lucas la guardò con aria colpevole ben sapendo che Amethyst non poteva resistere ai suoi occhioni blu.
Infatti la ragazza si calmò, sbuffò e incrociò le braccia sotto il seno “Comunque al ballo non ci vado” disse in tono stanco.
Alice le afferrò un braccio “Oh. Mio. Dio. Ma quello è Dean Winchester!” esclamò con voce strozzata. Non conosceva Dean Winchester, lo aveva visto solo in qualche foto mostratele da Amethyst e non poteva che concordare con l'amica: Dean Winchester era decisamente bello.
Amethyst si voltò subito in direzione dello sguardo dell'amica.
Dean Winchester era proprio lì, appoggiato all'Impala.
Affianco a lui suo fratello Sam, più alto di quanto Amethyst si ricordava.
Con un gran sorriso corse loro incontro saltando in braccio a Dean che rise stringendola a se “Sei per caso felice di vederci, scheggia?” domandò il maggiore mentre lei abbracciava Sam.
Papà non mi ha detto che sareste venuti!” disse lei in tono entusiasta, continuando a sorridere e totalmente incapace di smettere.
Alice e Lucas si avvicinarono al gruppetto, Alice con espressione estasiata e Lucas con fare un poco annoiato.
Amethyst soffocò una risata, presentando i suoi amici ai fratelli Winchester prima di salutarli e andare così a casa.
Posso stare davanti?” disse facendo gli occhi dolci a Sam. Il ragazzo sospirò rassegnato aprendo la portiera posteriore per sedersi dietro.


***




Blake si passò le dita sugli occhi stanchi e chiuse il libro sul quale stava studiando con violenza “Avanti, John! È palese che si tratti di un comune fantasma” disse in tono lamentoso.
John sospirò, gli occhi segnati da profonde occhiaie lasciavano intuire quanto poco avesse dormito in quei tre giorni passati a Cutler Bay “Sì, probabilmente hai ragione tu” disse stancamente, lanciando un'occhiata a Dean, seduto al suo fianco.
Il ragazzo non sembrava del tutto convinto “Hey, ragazzi! Voi che ne pensate?” disse richiamando l'attenzione di Sam e Amethyst seduti sul divano a guardare passivamente la TV.
Amethyst fece un largo sorriso e corse nello studio del padre. Sam, meno entusiasta, la segui a passi strascicati e si sedette accanto al fratello lasciandosi cadere pesantemente sulla sedia.
In religioso silenzio, Amethyst lesse tutte le notizie riguardanti le misteriose morti avvenute a Goulds in quegli ultimi giorni, confrontando il tutto con le vecchie leggende presenti nei libri di suo padre.
Aggrottò le sopracciglia e sollevò lo sguardo verso il padre “Perché sei così sicuro che si tratti di un fantasma?” domandò scettica. Blake inarcò un sopracciglio scuro e la guardò distrattamente “Queste misteriose uccisioni sono iniziate subito dopo la morte di Killian O'Reilly” spiegò spazientito. Sembrava che nessuno volesse dargli ascolto: John era scettico, Dean aveva addirittura chiesto l'opinione di due ragazzini e Amethyst sembrava sul punto di tirare fuori una teoria folle e strampalata“Potrebbe essere una banshee!” concluse con convinzione. Blake scosse la testa stancamente mentre Dean osservò la ragazza e le sue labbra si incresparono in un sorriso soddisfatto e di ammirazione, ma Blake scoppiò in una fragorosa risata “Le banshee non sono spiriti maligni, Amethyst” disse rudemente.
Amethyst non si lasciò intimorire dalla sguardo severo del padre “Non secondo tutte le leggende! Esistono delle banshee maligne. E poi che motivi avrebbe un fantasma di asportare dalla vittima il suo lobo frontale?” sentenziò decisa posando sotto gli occhi del padre il rapporto stilato dal medico legale. Tenne lo sguardo fisso su Blake che però non sembrava voler dare retta alla figlia.
Sono stanco, Ame, non ho voglia di starti a sentire dire stronzate. Escludo categoricamente che si tratti di una banshee” disse in un tono che non ammetteva repliche.
Amethyst si alzò di scatto facendo cadere la sedia con un sonoro tonfo “Lo escludi categoricamente solo perché te lo sto dicendo io? Lo sai che sono brava, ma sei troppo orgoglioso per ammettere che ti stai sbagliando e che io ho ragione” gridò con rabbia, gli occhi azzurri sgranati e le mani posate saldamente sul tavolo.
Blake le diede uno schiaffo che le fece voltare il viso lasciando tutti basiti “Blake, non avresti dovuto farlo” lo rimproverò Dean “Non dirmi come trattare mia figlia, ragazzo. Non sei un padre e non hai idea di come ci si comporti” disse con calma.
Amethyst abbandonò lo studio senza dire una parola, si massaggiò la guancia arrossata, facendo una smorfia di dolore, solo quando ebbe la certezza di non essere vista specialmente da suo padre perché, anche se non lo avrebbe mai ammesso, era orgogliosa tanto quanto lui.


***




Hey, tutto bene?” Amethyst sollevò lo sguardo verso Dean, appoggiato allo stipite della porta della sua stanza.
Gli occhi azzurri di lei erano arrossati dal pianto, ma sorrise al ragazzo che era ancora più bello di quanto ricordasse.
Sospirò e annuì, tirando su col naso. Da sotto il letto tirò fuori una grossa scatola di legno e prese un lucente pugnale d'oro “Una banshee si uccide pugnalandola con una lama d'oro” disse porgendo il pugnale a Dean.
Il ragazzo lo prese, sorridendo per poi stringere in un abbraccio Amethyst che affondò il viso nell'incavo della sua spalla “Gli guarderò le spalle, te lo prometto. E ucciderò quella banshee” mormorò Dean con dolcezza.
Amethyst sollevo lo sguardo e sorrise “Grazie. E grazie per credere in me anche quando mio padre non lo fa” disse prima di scoccargli un bacio sulla guancia.
Dean le scompigliò i capelli e rise “Figurati, scheggia. È un piacere” disse cingendole le spalle con un braccio e accompagnandola al pian terreno. John e Blake erano già pronti alla partenza e aspettavano in auto solamente Dean.
Sul tavolo del soggiorno vi era una grossa scatola con un fiocco blu. Dean la indicò “Da parte di tuo padre” disse dandole un buffetto sulla guancia.
Amethyst si avvicinò al tavolo e prese il biglietto posato sulla scatola.

Lucas e Alice mi hanno detto che diventerai Reginetta. Spero ti piaccia.

Con affetto, papà.



Amethyst si lamentò appena ma aprì la scatola tirando fuori un abitino blu notte, con una scollatura a cuore decorata da minuscoli brillantini che seguivano la linea dei seni.
Sam scoppiò a ridere “Ora si che sei costretta ad andare al ballo” disse canzonandola. Si guadagnò un'occhiata truce da parte della ragazza che ripose il vestito dentro la scatola con una smorfia.
Dean si schiarì la voce “Ame, devi dirmi se ti piace, tuo padre lo vuole sapere” disse indicandosi dietro le spalle, in direzione dell'Impala dove John e Blake ancora aspettavano.
Amethyst sbuffò “Digli che mi piace ma che non andrò a quello stupido ballo” disse acida.
Dean ridacchiò e uscì di casa salutando i ragazzi.
Perché ti ostini a non volerci andare? Hai ricevuto anche diversi inviti” le chiese Sam, cingendole le spalle “Non mi piace nessuno di quei ragazzi” mormorò seguendo Dean, che saliva in auto, con lo sguardo.
Sam guardò nella sua stessa direzione e chiuse gli occhi “Dimmi che stai scherzando...Dean, sul serio?” disse un poco affranto, chiaramente dispiaciuto per la sua amica.
Amethyst lo guardò sconsolata “Ho una cotta per lui da circa tre anni” ammise “Ma lui non deve saperlo” si affrettò a dire minacciosa.
Sam le sorrise, scostandole i capelli biondi dal viso “Non glielo dirò Amethyst” la rassicurò abbracciandola.
Amethyst si strinse a lui e rise amaramente “Di tutti i ragazzi che ci sono al mondo mi dovevo prendere una cotta per un Cacciatore. E non uno qualsiasi” disse in tono ironico. Sam la guardò e sorrise “In fondo Dean non è tanto male” disse anche se non sembrava troppo convinto delle sue stesse parole: voleva bene a suo fratello, ma a volte lo considerava un vero idiota, specialmente per come si comportava con le ragazze.
Amethyst sollevò lo sguardo ad incrociare quello del minore dei Winchester e fece un sorriso divertito “Non è tanto male? È incredibile! Perché credi che mi sia innamorata di lui? Solo per il suo bel faccino?” disse e Sam la guardò come se lei fosse una causa persa.
Aveva appena ammesso di essere innamorata di suo fratello, non di avere una semplice cotta e Sam sapeva che quello l'avrebbe portata a soffrire. Tuttavia non disse nulla al riguardo, le regalò un sorriso dolce e le scompigliò i capelli biondi “Tu verrai al ballo” disse deciso e Amethyst sciolse l'abbraccio allontanandosi da lui “No” disse risoluta, quasi indispettita, incrociando le braccia al petto esibendo un fiero cipiglio.
Sam non si sarebbe arreso, aveva deciso che Amethyst doveva andare al ballo e così sarebbe successo.
Sapeva però che non sarebbe mai riuscito a convincerla.
Pronto?” Dean rispose al secondo squillo e Sam deglutì temendo la reazione del fratello.
Ehm...Dean...mi dovresti fare un favore” disse Sam titubante. Dean sbuffò e fece roteare gli occhi come se il fratello potesse vederlo e non solo immaginarselo come in effetti stava facendo “Dimmi, Sammy” disse, allontanandosi dal padre e da Blake che stavano discutendo sul caso.
Quando tornate, fai in modo di convincere Amethyst ad andare a quel dannato ballo” disse guardandosi intorno per assicurarsi di essere solo.
Dean corrugò la fronte, sorpreso da quella richiesta “E non potresti farlo tu?” chiese stizzito, lanciando un'occhiata in direzione di John che aveva alzato la voce.
Sam sbuffò spazientito “A me non da ascolto, a te invece sì. Ah...un'altra cosa: dovrai fare da chaperon al ballo” disse in fretta, aspettandosi appunto la sfuriata di Dean che non tardò ad arrivare.
Che cosa? No, Sammy...io non ci vado” gridò il maggiore, sgranando gli occhi verdi un po' per la rabbia e un po' per lo stupore.
E forse anche un po' per la paura. Badare a degli adolescenti durante il ballo scolastico? Era l'ultima persona al mondo adatta per quel compito, ne era perfettamente consapevole!
Non ti puoi tirare indietro, ormai ti hanno assegnato il ruolo e ci devi andare. E trascinaci pure Ame” disse. Chiuse la chiamata prima che Dean potesse ribattere, sperando che non lo richiamasse.


***




Dean guardava le fiamme che si alzavano dalla fossa. Le fissava come se si aspettasse di poter vedere qualcosa attraverso di esse. Una Banshee.
Sapeva che non si trattava di un fantasma e il corpo bruciato di Killian O'Reilly non avrebbe fermato quelle morti.
Torniamo a casa, questo figlio di puttana ha finito di seminare cadaveri” disse Blake, distogliendo lo sguardo dal fuoco e avviandosi, sacca in spalla, verso l'Impala.
John lo seguì, incitando Dean a fare altrettanto, ma il ragazzo non si mosse “Non possiamo aspettare almeno fino a domani? Giusto per assicurarci che la teoria di Amethyst fosse sbagliata”.
Blake lo guardò accigliato “Non ho intenzione di dare retta ad una ragazzina” disse lanciando la sacca nel sedile posteriore dell'auto. Era visibilmente irritato, ma più di ogni altra cosa, Blake si era reso conto che sua figlia stava per intraprendere la sua stessa strada e non lo avrebbe mai voluto. Si maledisse per averle rivelato ogni cosa del mondo soprannaturale, si maledisse per non averla protetta come avrebbe dovuto fare.
Dean serrò la mascella, facendola scattare appena “Quella ragazzina è tua figlia e onestamente, Blake, credo più alla sua teoria che alla tua” disse risoluto.
Blake non ebbe modo di rispondere. Un urlo agghiacciante squarciò l'aria calda e umida e l'uomo si accasciò a terra, tappandosi le orecchie.
Dean e John lo guardarono straniti “Fatelo smettere” grido Blake che sembrava stesse per impazzire. John e Dean non sentivano niente e cercarono di far alzare Blake che, nel frattempo, aveva iniziato a sanguinare dalle orecchie gridando che era insopportabile, pregandoli di far cessare quelle grida.
Fu allora che Dean la vide. Era una figura femminile che sembrava fatta di nebbia.
I lunghi capelli scuri svolazzavano nell'aria facendo somigliare le ciocche a dei tentacoli. Aveva gli occhi rossi e la bocca aperta in un grido che lui non poteva sentire.
La banshee si avvicinò a Blake e il suo pianto disperato si fece sempre più forte, più acuto e l'uomo iniziò a sbattere la testa sulla lapide, impazzito.
D'improvviso, la figura si dissolse in un'effimera nebbia scura. L'ultima cosa che Blake vide fu Dean, il respiro leggermente affannato, la mano che stringeva un pugnale d'oro. Poi svenne.
Arrivarono a Cutler Bay nella metà del tempo. Dean e John trascinarono Blake, ancora privo di sensi, dentro casa e lo adagiarono sul divano.
Papà!” gridò Amethyst, correndo giù per le scale fino ad arrivare al capezzale del padre. “Starà bene” la rincuorò Dean posandole una mano sulla spalla.
Con dolcezza, Amethyst lo ripulì dal sangue ormai rappreso e Blake aprì lentamente gli occhi, sorridendole “Mi dispiace. Se non fosse stato per te e per Dean, ora non sarei qui. Grazie. Ad entrambi”. Amethyst trattenne le lacrime, si fece forza e sorrise al padre, mettendo da parte il suo stupido orgoglio esattamente come lui aveva appena fatto “Perché ha attaccato te? Le banshee maligne cacciano solo chi è vulnerabile” mormorò, accarezzando il volto stanco del padre. Blake la guardò sorpreso, quella ragazzina sapeva evidentemente più cose di lui “Forse perché pensavo a te e a tutto il male che ti ho fatto” ammise e Amethyst non riuscì a trattenere più le lacrime. Abbracciò suo padre dicendogli che andava tutto bene. Sembrava quasi che i ruoli di figlio e genitore si fossero invertiti.


***




Posso entrare?” Amethyst annuì senza sollevare lo sguardo dalle proprie dita che si stavano torturando le une con le altre e Dean le si sedette accanto “Lo faresti felice se andassi a quel ballo” disse.
La ragazza sorrise amaramente “È solo uno stupido ballo” mormorò appena, gli occhi ancora fissi sulle dita.
Dean si schiarì la voce “Sì, è vero: è solo uno stupido ballo. Ma significa vita normale e tuo padre desidera che tu abbia una vita il più normale possibile. Potresti pentirtene, sai?
Amethyst sollevò finalmente lo sguardo verso di lui. Quegli occhi verdi la perforarono per l'ennesima volta, ma non si lasciò intimorire da essi, le piaceva guardarli “Perché lo pensi?” chiese abbracciandosi le ginocchia.
Dean sospirò, si morse appena l'interno della guancia e strizzò gli occhi per qualche istante. Ciò che stava per rivelarle, non lo aveva mai detto a nessuno “Perché io me ne son pentito” fu come liberarsi di un peso “Avevo più o meno la tua età e mi trovavo in una tenuta per ragazzi...difficili. Conobbi una ragazza e le promisi di andare al ballo con lei, ma proprio quella sera mio padre tornò a prendermi. Scelsi di andare con lui perché volevo seguire la mia famiglia e non mi pento di questo, ma ci sarei voluto davvero andare a quel ballo*” concluse.
Amethyst si umettò le labbra e sorrise quasi impercettibilmente “Una tenuta per ragazzi difficili?” domandò in tono canzonatorio “Una sola parola con qualcuno e ti ammazzo, intesi?” rispose Dean in tono fintamente minaccioso, prima di scompigliarle i capelli “E poi quell'idiota di Sammy ha assicurato alla vostra professoressa che io avrei fatto da chaperon, quindi vedi di andarci a quel ballo, non ho intenzione di andare lì con la consapevolezza che quella di mio fratello sia l'unica faccia conosciuta”.
Amethyst rise e Dean fece per andarsene “Dean?” lo richiamò la ragazza. Lui si voltò “Dimmi tutto, scheggia” disse con un sorriso. Amethyst andò ad abbracciarlo “Grazie” disse in un sussurro “Per cosa?” chiese lui confuso.
La bionda sospirò, liberando Dean da quella dolce morsa “Per aver salvato mio padre. Sei un eroe...il mio eroe” disse arrossendo un poco.
Dean fece un largo sorriso “Ho semplicemente mantenuto la mia promessa” disse per poi abbandonare la stanza.


***




Amethyst ancora non riusciva a credere al fatto di aver ceduto: stava per andare al ballo scolastico.
Aveva indossato l'abito regalatole dal padre, raccolto i capelli in una elegante ma semplice treccia e indossato delle scarpe tacco dodici con le quali avrebbe sovrastato praticamente chiunque, eccetto forse Troy Acosta.
Amethyst, vuoi muoverti?” la voce impaziente di Alice che proveniva dabbasso la fece sbuffare “Arrivo, arrivo!” esclamò scendendo le scale.
Oh porca troia! Sei uno schianto vestita da donna” Lucas si beccò uno sguardo truce da parte di Blake e della sua stessa amica “Un altro commento del genere e di cavo un occhio con il tacco” commentò lei acida.
Sam le sorrise, impacciato nel suo smoking affittato nel negozio del centro “Sei bellissima” disse.
Un commento senza dubbio più gentile di quello di Lucas. Amethyst lo ringraziò e sorrise raggiante, arrossendo e scostando un ciuffo ribelle dietro l'orecchio sinistro “Andiamo, prima che cambi idea!” disse spintonando gli amici, compreso Dean, verso la porta d'ingresso.
Passarono la serata a ballare tutti insieme, eccetto Dean che se ne stava dietro il banco del punch - rigorosamente analcolico - con aria annoiata, fino a quando non arrivò il momento di annunciare il Re e la Reginetta del ballo.
Judith Pearson, fasciata in un troppo stretto abitino color rosa confetto, sorrideva incessantemente tenendo gli occhi fissi sulla coroncina. Era sicura di vincere e strinse - anzi, stritolò - la mano di Troy il quale aveva ripiegato su di lei dopo il rifiuto di Amethyst.
“...e il Re del ballo è...Troy Acosta!” annunciò la professoressa James al microfono, sfoderando un finto sorriso.
Troy venne incoronato, nessuno si sorprese di tale nomina, come se fosse già stato scritto nelle stelle.
La Reginetta di quest'anno è...rullo di tamburi...Amethyst Dalton!” un altro sorriso forzato, un boato assordante e il braccio di Amethyst stritolato da Alice scandirono quel momento.
Con fare annoiato, Amethyst si diresse sul palco, si lasciò incoronare e accettò con aria passiva lo scettro. Tuttavia l'espressione sconfitta di Judith bastò per farla sentire decisamente meglio.
Sulle note di “I don't want to miss a thing” degli Aerosmith, il Re e la Reginetta - con gran disappunto di quest'ultima - diedero il via alle danze.
Già a metà della prima strofa, Amethyst abbandonò Troy in mezzo alla pista, si avvicinò ai tre amici e iniziò ad intonare a squarciagola quella canzone che tanto amava, anche se non lo avrebbe mai ammesso a nessuno.
Ballarla con Troy sarebbe stato un vero spreco.
Hey Reginetta, ti va di ballare?”, aveva provato un brivido nel sentirsi sfiorare la spalla, come se il suo corpo avesse percepito che a sfiorarla fosse stato Dean.
Rise appena, Amethyst, la corona storta sui capelli biondi, ma non poteva dire di no ad un ballo con Dean Winchester, non sulle note di quella canzone.
Sei davvero bellissima, scheggia” le disse lui con un sorriso. E Amethyst si sarebbe potuta perdere in quel momento per sempre**.







Note dell'autrice: * fa riferimento alla puntata 9x07, Bad Boys.
** la frase è un riferimento alla canzone degli Aerosmith che da il titolo al capitolo.
Spero comunque che vi piaccia. Grazie a tutti quelli che decidono di leggere queste storie!  

   
 
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