Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |      
Autore: hiromioka    25/05/2022    1 recensioni
Ricordava tutto di quel 25 dicembre, non solo perché era il suo dannato compleanno ma perché era stato l'anno in cui per la prima volta aveva visto la neve ed aveva capito di essere corrisposto dal suo comandante.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Levi Ackerman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ricordava tutto di quel 25 dicembre, non solo perché era il suo dannato compleanno ma perché era stato l'anno in cui per la prima volta aveva visto la neve ed aveva capito di essere corrisposto dal suo comandante.

"Che cazzo di freddo!"
Esclamò Levi infilandosi tremando la camicia della divisa. La stanza in cui dormiva era grande e con le pareti in pietra e pur contenendo altri sei letti con altrettanti suoi compagni del 104°, non si riscaldava mai. 

“Immagino che nel sottosuolo gli inverni non erano così rigidi!” Dedusse Hange mentre si infilava gli stivali.
Mike sorrise sotto i baffi e guardando Levi che si infilava L’imbragatura, gli disse: 

”Non penso soffrirai questo freddo ancora per molto, sei il miglior soldato del corpo di ricerca, non ci metteranno molto a promuoverti a capitano e a spostarti negli alloggi privati.”

Levi si imbarazzò ma non lo diede a vedere. Non cambiò la sua espressione e senza guardarli in faccia prese il cappotto pesante e loindossó sopra la giacca con un brivido: ”Non dire fesserie! Sbrigatevi che alle nove siamo chiamati tutti giù in sala grande!”
Mike e Hange si guardarono sorridendo e Mike aggiunse:”Il piglio del capitano già ce l’ha!” 
Hange continuó infilandosi il cappotto anche lei:”Sarà la vicinanza con Erwin…”
Mike sogghignò e con aria maliziosa a bassa voce le chiese:
”Avevo notato anche io che sono molto vicini e sembra si capiscano senza parlare…tu sai qualcosa?”
“ Levi si è confidato con me una volta, cioè diciamo che io l’ho spinto a confidarsi ma la mia bocca è sigillata!”
“Ok, lo prendo come un sì” si scambiarono un sorriso complice ed uscirono dalla stanza.


C’era una strana luce nella sala grande, il cielo bianco si rifletteva sulle ampie vetrate diffondendo una luce piatta su tutti i soldati dell'armata ricognitiva radunati in file ordinate. Erwin era al centro davanti a loro con le braccia dietro la schiena, il lungo cappotto verde gli donava un’aria ancora più regale ed autoritaria ma i suoi occhi azzurri, così luminosi addolcivano la sua figura e trafissero quelli di Levi quando si fissarono per il solito secondo lunghissimo, che era ormai prassi tra loro due.

Il discorso mattutino di Erwin si ripeteva più o meno sempre uguale, infondeva coraggio, ricordava la disciplina e elencava i compagni persi in battaglia nelle missioni precedenti con l’aiuto di altri veterani, a turno,stavolta era il turno di Levi che si mise accanto ad Erwin, un po’ più indietro di lui mentre questo continuava il suo discorso:” Una menzione speciale dopo l’ultima missione va al soldato Levi, per essersi distinto come sempre in battaglia è un esempio per tutti noi. In accordo con il generale pixis viene nominato capitano a decorrere da oggi. Complimenti Levi!” Lo guardò girandosi alla sua sinistra, Levi non potè nascondere la sorpresa spalancando i sottili occhi grigi. Erwin gli strinse la mano sorridendogli. La sua presa era forte e calda e Levi per un attimo smise di sentire freddo, un’ondata di calore lo attraversò come quel giorno in cui L l’aveva visto andare via a cavallo dopo avergli fatto quel discorso con cui gli chiedeva di arruolarsi.

Capitano Levi, si ripeteva nella mente e gli suonava bene. 

Sciolte le righe, Erwin finalmente più rilassato, gli si avvicinò silenziosamente e chinandosi leggermente verso di lui disse -" ti va di farti due passi nel chiostro?" Levi colto di sorpresa annui, si strinse nel suo cappotto nero e lo seguì camminandogli come sempre, affianco.

Erano decisamente una coppia bizzarra a vederli, nonostante fossero esteticamente così diversi Sembravano nati per camminare a fianco.

"Non te lo aspettavi vero?" - Erwin si rivolse con un sorriso a Levi. Le nuvole bianche si stavano addensando l'una con l'altra.

Levi non lo guardò, alzò il viso verso il cielo e dopo una pausa rispose :

"Io faccio il mio dovere al massimo che posso, non mi aspetto ricompense, non potrei fare altrimenti."

Erwin sorrise e lo guardò intensamente negli occhi senza nascondere l'imbarazzo di perdersi in quei severi occhi grigi. 

“E per questo che sei stato nominato capitano”

Levi rispose a quel sorriso venato di malizia, con un sorriso accennato che Erwin trovó dolcissimo. I sorrisi di Levi, essendo abbastanza rari, anche se piccoli, erano disarmanti per la loro dolcezza e ti colpivano al cuore per la loro verità.

Il cuore di Erwin battè un colpo in più a vuoto, si imbarazzó e guardando davanti a lui nel porticato, continuó: -“Ho visto le tue potenzialità sin dal primo momento in cui mi sei comparso davanti, nel sottosuolo…non avevo mai visto nessuno come te…non ti avrei lasciato lì per niente al mondo!” Si girò a guardarlo di nuovo, coraggiosamente, vide che Levi si era fermato a fissarlo negli occhi, il suo viso era leggermente colorito ma era difficile capire se lo fosse per l’imbarazzo o per il freddo dell’aria ferma e gelida che li circondava quasi abbracciandoli. Levi prese coraggio e disse: “Tu…tu mi hai salvato la vita quel giorno, non avrei avuto nessuna possibilità di farcela senza di te e di questo te ne sarò grato per sempre”

Si guardarono a lungo negli occhi, senza imbarazzo, succedeva spesso che si guardassero per lunghi secondi, la loro comunicazione non verbale funzionava meglio di quella verbale e ultimamente la usavano spesso. Però oggi c’era una linea di emozione in più, l’atmosfera era carica di tensione tra loro due, camminavano lentamente vicini l’uno all’altro, come sempre, stavolta però le loro braccia si sfioravano, era come se fossero attratti fisicamente l’uno verso l’altro da una strana forza.

“Tu hai salvato me, Levi, le mie giornate hanno ripreso senso da quando sei qui, mi sento più forte e soprattutto non mi sento più solo”

Levi si emozionó e per nascondere l’imbarazzo si portó indietro i capelli che gli ricadevano sulla fronte con quel gesto che Erwin adorava e disse con un tono asciutto: “Ok finiamola con le smancerie però se no mi farai venire una carie!”

La risata di Erwin scoppiò in quel silenzio ovattato ed era un suono cristallino e rassicurante, Levi sorrise sotto i baffi e diede un calcetto sul polpaccio del comandante.

“Già non sei tipo da smancerie tu…eppure lo so che hai un cuore grandissimo che custodisci preziosamente ma che non riesci a nascondere, lo si vede in tutto quello che fai…ed è il motivo per cui ti rispettiamo ed amiamo tutti”

Levi tornó serio, nessuno gli aveva mai detto una cosa così profonda e bella che descriveva esattamente il suo intimo. “Si, quei mocciosi mi rispettano devo dire, ma amarmi non credo… penso mi caverebbero volentieri gli occhi, soprattutto ora che sono il loro capitano!”

Erwin riprese annuendo: -“Si può darsi, ma non parlavo solo dei cadetti, c’è qualcuno che ti ama e ti adora anche tra i veterani” lo guardò languido.

“Chi? La quattrocchi di merda? Più che amarmi vorrebbe sezionarmi e studiarmi in laboratorio!”

“Sei il più grande soldato dell’umanità ma non sei molto sveglio eh?”rispose Erwin divertito

Levi fece un’espressione incuriosita e sorpresa quando Erwin distolse lo sguardo da lui e guardando al di là delle sue spalle disse felice “nevica!”

Levi si girò di colpo strabuzzando gli occhi, non aveva mai visto la neve! Istintivamente cercò di prendere con le mani un cristallo di neve, lo guardò e si stupì della complicata bellezza di quel piccolo fiore di ghiaccio, lo porse verso erwin e disse “che meraviglia, guarda!” Erwin non si curò affatto del fiocco di neve ma guardò Levi e disse serio: -“Bellissimo!”

Levi lo guardò confuso ed imbarazzato poi si girò di nuovo a guardare oltre il porticato, stava iniziando a cadere più velocemente la neve, sulle labbra di Levi si disegnó un sorriso di stupore che Erwin contemplava in silenzio, completamente affascinato dalla sua bellezza così pura. 

Levi iniziò ad avere dei brividi di freddo, non era davvero abituato a quelle temperature, tremó per un attimo visibilmente e si strinse nel cappotto nero che però gli lasciava scoperto il collo. Ad un tratto Erwin si tolse la sciarpa e l’avvolse da dietro le spalle, sul collo di Levi che sussultò preso alla sprovvista da quella morbidezza. Erwin gli si fermò davanti intento a sistemargli la sciarpa, senza mai guardarlo negli occhi impaurito da quella estrema vicinanza, riusciva a sentire il respiro di Levi sulle sue mani che sistemavano la stoffa. Quando finì, spostò lo sguardo finalmente ed incroció gli occhi di Levi che erano intensi e profondi, solcati dalle sue occhiaie ormai familiari, causate dalla sua probabile leggera anemia ed alla costante mancanza di sonno. Era uno sguardo luminoso, diverso da quello severo che scambiava con gli altri, era languido ed Erwin in quel momento pensò che probabilmente l’attrazione che provava ogni volta che era al suo fianco, quella voglia di essere l’ultima persona con cui parlava prima di addormentarsi e quella sintonia di pensiero che lo faceva sentire compreso anche solo con uno sguardo, forse era reciproca. Forse Levi provava gli stessi sentimenti e quello sguardo così magnetico che rivolgeva ad Erwin forse era davvvero solo per lui.

La neve cadeva silenziosa ed abbondante ed era l’unica cosa a muoversi nel cortile, sotto il porticato c’erano solo Levi ed Erwin, come gli unici esseri viventi in quello scenario ovattato. Erwin senza distogliere lo sguardo da quello di Levi, provò a togliere le mani dalla sciarpa che ora avvolgeva il collo e parte del viso del capitano, ma la mano di quest’ultimo lo bloccò. Levi strinse la mano di Erwin ancora aggrappata alla sciarpa e lo attirò a sè  ancora più vicino.

Erwin, per via della notevole differenza di altezza tra i due, si chinò su Levi e lo bació sulle labbra stranamente caldissime. Fu un bacio all’inizio timoroso e casto, le labbra socchiuse di Erwin sfiorarono quelle di Levi che però quasi immediatamente si dischiusero mordendo quelle del comandante, il quale non aspettava altro e come risvegliato di colpo da un lungo sonno, prese il viso di Levi tra le mani e gli diede un bacio vero, le loro lingue si trovarono immediatamente con una furia ed una passione che aspettava solo di esplodere, repressa e contenuta nei loro sguardi che si scambiavano tutti i giorni, nelle loro ipotesi di attacco, di organizzazione e di vittoria. Quella loro determinazione nascondeva anche questo. L’incredibile attrazione che provavano l’uno per l’altro ed il fatto che avevano sempre saputo, fin da quel giorno nel sottosuolo, che erano nati per stare insieme, che erano due metà della stessa mela.

 

Erano carini i suoni che emetteva Levi mentre baciava, questo pensava Erwin mentre si dedicava completamente alla sua lingua e a mordergli le labbra, lo aveva spintonato contro la colonna del porticato, dove non potevano essere visti da nessuno. Levi si era appoggiato ed abbandonato completamente ai baci di Erwin. Si staccarono per un attimo per prendere aria appoggiando le loro fronti l’una con l’altra, mentre Erwin teneva gli occhi chiusi, Levi disse in un sospiro: - “Chi è il veterano che mi ama quindi?”

Erwin si fiondò di nuovo sulle Labbra di Levi e cominciò di nuovo a baciarlo, era come se ora che avevano finalmente buttato giù quel muro, non fosse più possibile tornare ad uno stato in cui non si baciavano ogni dieci secondi.

Baciava bene Erwin, e Levi si chiese dove avesse fatto esperienza ma in realtà, Erwin non aveva una vera e propria esperienza, a parte un amore non corrisposto per una ragazza ed un storia più che altro di sesso, molto tossica con Nile, non aveva avuto nessuno. 

“Mi piaci da morire Levi” gli sussurrò Erwin in un respiro sulle labbra cercando di nuovo un altro bacio.

”Perchè cazzo non me lo hai detto prima? Ti voglio saltare addosso dal giorno in cui mi hai convinto ad arruolarmi per te!” Rispose Levi attirandolo più a sè prendendolo dalla vita stretta. Erwin sgranò gli occhi, le labbra rosse congestionate di Levi, i suoi capelli neri lucenti che facevano contrasto con il bianco della neve, la sua posizione languida appoggiato alla colonna gli fece dimenticare per un attimo la miseria della loro vita, scandita da un attacco e l’altro dei giganti, una vita appesa ad un filo che da quel momento avrebbe vissuto ancora più intensamente. Gli mise la mano fra i capelli, ruotandogli la testa in su, in modo da guardarlo negli occhi, si guardarono per un’eternità, occhi negli occhi, sorridendo poi Erwin disse: - “ Non abbiamo un futuro certo, nè tanto tempo da vivere, cerchiamo di vivere al meglio che possiamo. Siamo d’accordo?”

“Certo…” annuì Levi con un espressione serena.

“Questo implica che - continuò Erwin-  essendo capitano ti trasferirai nei miei alloggi, a decorrere da adesso!” Gli fece un sorriso malizioso che Levi immortalò con un ennesimo bacio.

 

Rimasero per molto tempo sotto il porticato a baciarsi promettendosi l’eternità con gli sguardi, finché delle grida di gioia non ruppero la bolla di emozioni in cui si trovavano. Gli altri ragazzi erano corsi fuori a ridere e a raccogliere la neve che era caduta abbondante. 

 

Levi ed Erwin si staccarono immediatamente comparendo dalla colonna del porticato con dei sorrisi stupiti sulle labbra, nessuno si curó di loro, erano troppo intenti a lanciarsi palle di neve e a ridere sguaiati. Anche Levi si buttò di scatto nel cortile raccogliendo con foga la neve, con le mani che gli bruciavano dal freddo, formò con la neve fresca una grande palla e la tirò con violenza contro Erwin che sorpreso dovette nascondersi dietro alla colonna urlando -“Posso revocare la tua nomina da capitano in qualsiasi momento!”

“Fallo pure ma prima ti avrò ricoperto di neve!”

Rispose Levi serio.

Risero di gusto, felici ed emozionati per quello che era successo tra loro.

Continuarono a tirarsi palle di neve alleandosi per colpire i cadetti, Levi aveva preso di mira Eren e Jean e sembrava molto divertito quando inesorabilmente con la sua mira eccellente li colpiva in piena faccia.

L’atmosfera quel giorno fu meravigliosa per tutti ed ancora più speciale per il Comandante ed il Capitano, che molto presto si ritirarono nel loro alloggio. Levi non ci mise molto a trasferire le sue poche cose da Erwin, dal canto suo Erwin dovette solo spostare i libri che teneva sul lato destro del suo letto, felice ed emozionato di accogliere il compagno.

Il 25 dicembre per Levi non rappresentava più il suo dannato compleanno, adesso rappresentava qualcosa di bello, il giorno in cui Erwin gli aveva confessato il suo amore ed il mondo aveva iniziato a sembrare meno ostile.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: hiromioka