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Autore: ClaudiaSwan    07/09/2009    4 recensioni
Il Saint Katrine è uno dei pochi licei misti che conta come iscritti vampiri e umani.I vampiri sono ormai una specie accettata e riconosciuta ma non ancora molto ben voluta dal genere umano e il Saint Katrine sarà teatro di uno sporco complotto che non farà altro che aumentare il divario e la diffidenza. Ma il Saint Katrine sarà anche il luogo dove Nihal, protagonista di questa ff, incontrerà i Cullen, e si innamorerà di un Edward profondamente cambiato rispetto al passato...per coloro che sono fan della storia Bella e Edward sempre e comunque, avviso già che Bella potrà non essere la buona della situazione per i primi capitoli. Se la trama vi ha intrigato non fermatevi a leggere il primo capitolo ma aspettate di andare avanti. questa è la mia prima ff e spero di aver fatto un buon lavoro!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Cos'hai visto Angy? eeeeeeed eccomi qua con un nuovo capitolo anche oggi. mi sento molto il detective conan mentre scrivo questa storia :P specie perchè anche io devo ancora scoprire chi è l'assassino XD . Lo so, starete pensando: ma che razza di storia è questa se nemmeno l'autrice sa ancora come farla andare avanti, ma mi inventerò qualcosa tranquilli!
per chi volesse ricordo che sto postando un'altra storia nella sezione Twilight che si intitola "Quando tutto accade".


recensioni:

kikka:  bentornata! quella su Bella è l'unica cosa certa che so già di questa storia, cioè la fine. Per il resto devo ancora vedere :).Io in genere sono una romantica sentimentale irrecuperabile, ma che devo dire? sto leggendo ff su ff, e ho pensato che ci andasse qualcosa a parte la storia di Edward a tenere legati alla lettura, altrimenti tutto viene a noia. Peraltro sono contenta che tutto questo mistero mi stia riuscendo bene perchè non ho mai scritto nulla del genere.

bigia: lo so. è stata una mossa molto azzardata e ti assicuro che ne ho subito le conseguenze. ho dovuto riscrivere la trama introduttiva per avvisare che la Bella della mia storia, non sarebbe stata la solita Bella, ma un'antagonista. infatti  le letture del primo capitolo superano di molto le visite di quelle dei successivi, perchè, secondo me, non tutti gradiscono che la storia venga stravolta in maniera così radicale. non l'ho fatto perchè non credo nella magia dell'amore eterno tra Ed e Bella, ma semplicemente per scrivere qualcosa che fosse per la maggior parte frutto della mia fantasia, senza stare ad ancorarmi troppo alla storia di zia Mey. grazie mille per i complimenti e spero che continuerai a leggere e recensire.

mikki: finalmente scoprirete cos'ha visto Angela! impaziente??? :P spero che questo chap soddisfi la tua curiosità! e soprattutto che questa non sia la volta buona che mi mandi a quel paese!


BUONA LETTURA E TANTI MORSETTI A TUTTE!


Seduti pigiati tutti insieme nella jeep di Emmett, arrivammo all’ospedale.
“dite che si ricorderà qualcosa?” chiese Jasper, prendendo per mano Alice.
“mmm…se fosse stata ipnotizzata? Magari gli è stato imposto di dimenticare l’accaduto e non saprà dirci niente” disse Rosalie sistemandosi meglio il colletto del trench.
“tu ti prenderesti la briga di ipnotizzare una preda Rose? Una che quando avrai finito con lei non sarà in grado di raccontare un bel niente nemmeno con l’autopsia?” le rispose Edward sarcastico. Questa storia iniziava a mettermi i brividi. Iniziava a diventare davvero troppo per me. Sangue, paletti, autopsie, ipnosi… ancora un solo avvenimento o un  racconto macabro e mi sarebbero saltati i nervi.
Entrammo nell’ingresso dell’ospedale e la segretaria del banco informazioni non poté fare a meno di fulminarmi con lo sguardo. Vecchia strega…
Edward se la rise sotto i baffi ma non mi volle dire perché. Tuttavia rafforzò la presa attorno alla mia vita e mi invitò a procedere lungo il corridoio.
Prendemmo l’ascensore e salimmo al terzo piano. In guardiola trovammo il dottor Cullen intento a firmare alcuni fogli e dare istruzioni a un infermiere. “Ragazzi, vi aspettavo” disse notandoci. Congedò l’infermiere, mise a posto i fogli dietro al bancone della guardiola e ci invitò a seguirlo verso la stanza di Angela. La porta era aperta e dentro c’era Angela che stava cenando e parlando con Mike.
“allora Angela, come ci sentiamo? Meglio?” chiese Carlisle prendendo la cartella dai piedi del suo letto.
“le trasfusioni fanno venire sempre tutta questa fame, dottore?” chiese lei dopo un’enorme cucchiaiata di budino al cioccolato.
“No. Quindi direi che è un buon segno il fatto che tu abbia appetito”. Posò la cartellina al suo posto e andò a controllare i macchinari. “il fatto che tu sia in forze, Angela, mi rende anche meno restio a farti ricevere visite. Qua c’è un po’ di gente che vorrebbe parlare con te”. Ci fece cenno di entrare e nel momento stesso in cui varcammo la soglia, il viso di Angela si illuminò.
“Ragazzi! Ci siete tutti!” gridò lei lasciando perdere il vasetto del budino per farsi abbracciare da Alice e da Rosalie.
“Che pensavi che ti avremmo lasciata qui tutta sola? Ciao Mike” disse Emmett avvicinandosi per scompigliarle affettuosamente i capelli.
“Ciao…” rispose Mike tenendosi un po’ in disparte dal quadretto che si era creato attorno ad Angela. La sera prima l’avevo praticamente abbandonato subito dopo essere arrivati alla festa, quindi il minimo che potevo fare era scusarmi con lui.
“Mike mi spiace per ieri sera, sono sparita e…”
“Non importa. Il preside mi ha presentato al direttore della Siracuse e abbiamo passato tutto il tempo a parlare di una possibilità di entrare nella loro squadra di baseball con una borsa di studio…” rispose lui gentile e con un largo sorriso stampato in faccia, sfogando però tutto l’imbarazzo per il fatto che si trovava al centro dell’attenzione sulle tasche dei suoi jeans.
“Oh Mike sono contenta per te.” dissi con sincerità.
“Ho chiamato a casa tua per sapere se eri tornata e se andava tutto bene ma non c’eri…”
“Non abito più a casa mia, Mike. Abiterò dai Cullen per un po’….”. Stavolta fui io preda dell’imbarazzo anche se era del tutto fuori luogo dato che tra me e Mike non c’era mai stato nulla né ci sarà mai nulla.
“Forse è il caso che ne parliamo anche con lui. Un altro paio d’orecchie in più non fa mai male.” disse Alice sedendosi sul bordo del letto di Angela.
“Scusate, mi sto perdendo. Perché abiti dai Cullen? E di cos’è che dovete parlarmi?” chiese Mike disorientato.
“Mike… Angela…c’è un motivo se siamo tutti qui in questa stanza. Oltre che per assicurarci della tua salute, Angela, noi avremmo bisogno del tuo aiuto. Del vostro aiuto” disse Carlisle con aria professionale.
Così Rosalie, Alice, Edward e Carlisle si alternarono nel raccontare gli avvenimenti dell’ultimo mese: dell’MLV, dell’inutilità dei paletti (tenendo comunque nascosto come muoiono davvero i vampiri), della Abbott, degli altri studenti, delle altre persone, delle nostre intuizioni…praticamente tutto.
Io me ne restai in disparte, appoggiata alla parete, riascoltando da capo l’intera storia, sperando nel fatto che l’ascoltare di nuovo tutto quanto da capo mi avrebbe aiutato a vedere elementi che fossero passati inosservati. Ma niente. Non trovai nulla.
Secondo i Cullen io dovevo essere protetta perché avevo visto. Ma cosa? Un mento con un rivoletto di sangue e stop. Solo quando Edward era rimasto con il mantello in mano avevo visto dei capelli lunghi, chiusi in una coda correre via. Ma non potevo esserne sicura, insomma…era stata una frazione di secondo prima che l’aggressore si volatilizzasse. Eppure il ghigno che mi aveva rivolto, perché era rivolto a me quel ghigno malefico, la diceva lunga. Magari sarei stata veramente io la prossima, perché quel ghigno a me altrimenti? Poteva farlo a Edward dato che lo stava per acciuffare. No, a me. A quel pensiero mi salì un brivido lungo la schiena. Un brivido di terrore puro. Ma la cosa che più mi spaventò, non fu il fatto di temere per la mia vita. La mia mente malata, anziché rispondere al terrore con il terrore, gli rispondeva con una risata in faccia. Perché quello di cui avevo più paura non era il rischio che correvo di trovarmi sotto i denti di un vampiro per poi finire a terra con un paletto nel petto. No, niente di tutto questo. Avevo paura di trovarmi sotto i denti di un vampiro che non fossero quelli di Edward, in una stretta glaciale che non fosse la sua.
Vedermi al posto di Angela tra le braccia di quella figura scura mi riempiva di ribrezzo. Mi spaventai a quel pensiero perché presi finalmente coscienza del fatto che tutto, tutta la mia vita girava intorno a lui. Senza che me ne accorgessi avevo fatto di lui il centro esatto della mia esistenza, e il fatto di temere più per il fatto che non fosse lui a mordermi, piuttosto che per la mia vita, ne era una prova decisiva. Mi stavo annullando per lui. Ero davvero disposta a perdere me stessa per Edward? Lo guardai mentre mi fissava leggendo i miei pensieri, serio, scuro. Il mio cuore prese a pompare sangue a velocità supersonica, ma non per il fatto che lui avesse letto tutto ciò che mi passava per la testa. Perché lui mi stava guardando. Perché già solo il ricordo delle sue mani su di me la sera prima era riuscito a svegliare le scie bollenti che avevano tracciato sulla mia pelle. Perché lui mi aveva detto di amarmi. E allora si…si…avrei rinunciato anche a me stessa per lui. Mi sarei dannata per lui. Avrei lottato con le unghie e con i denti se mai fosse toccato realmente a me di essere aggredita per poter essere ancora accarezzata da quelle mani, guardata da quegli occhi e forse, un giorno, morsa da quei denti bianchissimi celati da quelle labbra rosee.
“non ci credo…” disse la voce di Angela portandomi di nuovo alla realtà.
Si teneva una mano sulla gola e respirava a fatica. Tastava il cerotto che aveva sul collo, prova della verità delle nostre parole.
“purtroppo è tutto vero Angy…” disse Alice accarezzandole i capelli. Ci fu un attimo di silenzio, soprattutto per dare il tempo ad Angela e a Mike di assorbire le notizie.
“quello che vorremmo sapere da te Angy…è se hai visto chi ti ha aggredito” chiese Carlisle prendendo anche lui posto sul bordo del letto.
“io…io…non ricordo…” balbettò lei guardandoci smarrita.
“Angela, guardami” disse Edward, poggiando con gentilezza le mani sulle sue spalle. Gli occhi di Angela si fecero più vacui, assenti…la stava ipnotizzando. Non avrebbe dovuto sconvolgermi più di tanto, insomma…sapevo che i vampiri erano in grado di farlo. Ma vedere con i propri occhi è sempre tutta un’altra cosa.
“Angela, eri al ballo ti ricordi? Ieri sera…eri al ballo. Poi cos’è successo?” chiese Edward con una voce calda, rassicurante e ipnotica. “cerca di ricordare Angy, è importante”.
La voce di Angela prese a uscire in piccoli sussurri dalle sue labbra.
“io…ero alla festa…avevo bevuto un po’ e non mi sentivo tanto bene…sono uscita per andare in bagno a rinfrescarmi un po’ il viso…poi al ritorno, passando dall’ingresso ho visto che pioveva, mi sono affacciata per prendere un po’ d’aria fuori dal portone…”
“ e poi cos’è successo?”
“io non…”
“coraggio Angy, ricorda. So che puoi farcela…che è successo dopo?”
Angela prese a tremare violentemente, le sue labbra si fecero blu e i suoi occhi, pur vitrei si spalancarono e cacciò un urlo. Riprese coscienza di sé e urlò ancora più forte. Poi si aggrappò a Edward, che la strinse a se e prese a lisciarle i capelli rassicurante, mentre lei stringeva i pugni sulla stoffa della sua maglietta scossa dai singhiozzi.
“shhh…va tutto bene, Angy. Va tutto bene…” le sussurrava tentando di calmarla.
“che cosa le hai fatto Cullen?” gridò Mike.
“nulla di grave, Newton, si è solo spaventata. Lo saresti anche tu se avessi visto ciò che ha visto lei” gli rispose lui tagliente.
“dovevi proprio frugarle la mente?”
“è stato necessario. Se non vuoi che altra gente muoia, Newton, capirai che è stato necessario”
“ragazzi ora è meglio se usciamo. Angela deve riposare” disse Carlisle, spezzando il litigio proprio quando Mike stava per ribattere.
Angela non ne voleva sapere di staccarsi da Edward tutta tremante. Carlisle iniettò nella sua flebo una dose di calmante e le mani della mia amica finalmente si rilassarono, lasciando la maglia ormai sgualcita di Edward. Mentre lei tornava distesa, tutti quanti abbandonammo la sua stanza e ci accomodammo nello studio di Carlisle. Quando finalmente la porta alle nostre spalle fu chiusa, tutti quanti ci girammo verso Edward, in attesa.
Lui si voltò verso la finestra e sospirò passandosi una mano tra i capelli, prima di sprofondare con la testa tra le mani sul divano.
“Ed, non tenerci sulle spine parla” disse Alice sedendosi sul bordo della scrivania di Carlisle.
“ha visto Bella.” rispose Edward con il fiato corto.
 “ l’ha vista o l’ha morsa?” chiese Jasper.
“questo non lo so. Ha visto Bella uscire da dietro una delle colonne dell’ingresso e poi solo occhi. Occhi rossi. Ha provato a difendersi quando ha sentito delle mani addosso, ma ovviamente non è servito”
“ non è stata Bella”intervenne Alice.
“come?” chiesi io.
“sapete che tengo d’occhio il suo futuro da quando…beh…da quarant’anni. E l’ho vista tornare indietro per presenziare alla festa per conto dei Volturi. Ma non è stata lei. Magari si è trovata li per caso.”
Di nuovo altro silenzio riflessivo. Mi sentivo di nuovo come il giorno in cui avevano fatto fuori la Abbott. Impotente. Inutile. Cieca.
“tu proprio non vedi nulla Alice?” chiese Rosalie speranzosa alla sorella.
“no…cerco, ricerco, e ricerco ancora. Ho provato a guardare nel futuro di ogni professore, di ogni alunno persino di ogni bidello della scuola, ma non c’è nulla. L’MLV ha programmato due finti omicidi per martedì e venerdì ma a parte questo nulla. Libereranno Zafrina venerdì…ma mercoledì capiterà a qualcuno che non conosco. Fine.”
“e tu Edward?” chiese Emmett.
“nemmeno io sento nulla. A parte il fatto che alcuni umani della scuola si stanno organizzando per una missione punitiva per far fuori qualche vampiro. Si vogliono vendicare per tutta la gente che secondo loro hanno morso in queste ultime settimane. Ovvio per loro, quegli amici erano diventati vampiri e meritavano di morire, ma non hanno tollerato il fatto che questi siano stati trasformati.”
“si faranno ammazzare” disse Jasper con un mezzo sorriso.
“No. Aiuteranno solo l’MLV. Li lasceranno fare” gli rispose Carlisle.
Io e Mike siamo rimasti tutto il tempo a sorreggere il muro, guardando i nostri piedi, non sapendo cosa dire né come renderci utili. Lui in più, sicuramente, stava tentando di dare un senso a tutto quello che aveva appena sentito, senza riuscirci. Non sembrava aver l’aria di uno che si sarebbe rassegnato a vedere la realtà per quella che era. Sembrava piuttosto pensieroso.
“quindi…nemmeno Angela ha saputo aiutarci.” disse Emmett sprofondando su una poltrona.
“siamo sempre al punto di partenza” aggiunse Jasper.
“questi sono i nomi che mi avevate chiesto ieri sera…con tutte le fotocopie dei rapporti medici che ho compilato io stesso” li interuppe Carlisle tirando fuori da un cassetto una cartellina gialla e lasciandola cadere sul tavolo.
“grazie, pa.” Disse Edward.
“e di che? Voglio vedere chiusa sta storia quanto voi.” Rispose facendo spallucce.“io ora devo tornare per il mio giro. Terrò gli occhi aperti ragazzi”
“ok…ci vediamo a casa…” fecero i ragazzi in coro.
Non aggiungemmo altro e uscimmo con lui dallo studio, diretti al parcheggio. L’unica conquista della serata: un plico di fogli avvolti in una cartellina gialla. Nomi o indizi, zero. Solo tante domande in più.



abbigliamento:

Rosalie e Alice:http://www.polyvore.com/senza_titolo/set?id=11939123
Emmett e Jasper: http://www.polyvore.com/senza_titolo/set?id=11939221
Edward e Ninì: http://www.polyvore.com/senza_titolo/set?id=11939319
   
 
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