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Autore: WishfulThinking    07/09/2009    6 recensioni
“Io ti amo, Shika, ma non ti sopporto. E questo mi fa paura.” Mormora lei a pochi centimetri dal suo volto, dimenandosi flebilmente nel suo abbraccio.
Shikamaru le prende le mani che battono contro il suo petto, deboli.
“Che succede, Ino?” le chiede sottovoce, mentre lei si abbandona al suo abbraccio.
“Succede che sono incinta, di nuovo, e non so come dirtelo”. Per un attimo le mani di Shikamaru smettono di accarezzarla, per un attimo Ino si congela in quell’abbraccio mozzo, temendo qualcosa che nemmeno lei sa cosa sia. Poi si rende conto che Shikamaru si è fermato a guardarla. E che è come se la vedesse per la prima volta.

[White Midnight! Auguri Shika!*.*][Seconda Shot: Dieci Anni...Auguri Ino!] [Terza shot: ShikAngst] [Quarta shot: Addii] [quinta shot: babies!]
Genere: Generale, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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22 settembre 2000

A Mimi, perché ho la presunzione

di pensare che le piacerà.

 

 

 

Birthdays

*A panda Story*

 

 

22 settembre 2000

 

Mendokuse…niente di seccante, vero Cho?”

“Nient’affatto…”.

Ecco, se c’era una cosa di cui Shikamaru Nara andava particolarmente fiero, era di saper leggere i propri amici come un libro aperto. E in quella particolare circostanza la cosa non era di grande aiuto al suo umore, dato che il suo migliore amico gli stava mentendo, e fallendo miseramente nel tentativo.

“…perché hai organizzato tu, tutto da solo, vero?” tentò di verificare Shikamaru, pregando gli dei che fosse così.

“…

Dannazione.

“Vero?”

“…”

Occazzo.

Il Nara provò a razionalizzare la cosa: “Ok, dimmi a cosa mi devo preparare” cominciò unendo le punte delle dita.

Ma ho organizzato io!” protestò Choji “...la prima parte” concluse piano.

Shikamaru si portò una mano alla testa, sentendosi prendere da un improvviso senso di spossatezza: “Almeno dimmi cos’è, così mi preparo al peggior compleanno della mia vita”.

“Shikamaru Nara!” in lontananza sentì la voce –agitata – di Naruto.

“L’uomo della giornata” gli fece eco Kiba con una pacca sulla spalla dell’ormai scoraggiato Nara.

“Proprio io” alzò un sopracciglio il moro.

“Non sai cosa ti aspetta…” sorrise l’Inuzuka con fare famelico.

“…e preferirei forse non saperlo” annuì il Nara.

Eddai, ci sarà da divertirsi, garantito!” sogghignò Naruto con un sorriso che rispecchiava quello di Kiba, il che non era per nulla un buon segnale.

Uzumaki, non è che ora che ti sei rinchiuso in casa con Hinata sei migliorato, eh” commentò acido Shikamaru, sbottonandosi il collo della camicia. Per lui quella serata poteva anche finire in quel preciso istante.

“Gli altri?” domandò Choji speranzoso.

“Ci aspettano al ristorante” annuì Naruto mentre trotterellando si incamminava verso l’ultima serata da scapolo del genio di Konoha.

 

Ino, sei…?” la domanda morì sulle labbra di Sakura al vedere l’amica. Che Ino fosse bella, bellissima, l’aveva sempre saputo, ma in quella serata “solo donne” aveva dato il meglio di sé.

“Sei bellissima” commentò Sakura a fior di labbra, lasciando scorrere gli occhi sul vestito candido che indossava l’amica, cingendole i seni e sfiorando tutte le curve del suo corpo in una carezza sensuale.

“Quella battuta conservala per il mio matrimonio” scherzò Ino strizzando un occhio. “È così vicino…” sospirò poi, lasciandosi andare sul letto. Sakura le si avvicinò, prendendole le mani “E io sono contenta per te”.

Anche io, ma addio feste, addio locali, addio flirt improvvisati?” mugugnò Ino.

“Oh avanti, solo perché sei la prima che si sposa…”

“Non vedo l’ora, Saku, a dirla tutta. Lo so che può sembrare una contraddizione vivente, che sono sempre stata con Shikamaru, ma…ho una voglia di spupazzarmelo!”

“Ecco, qui direi che finisce la nostra chiacchierata tra amiche. Mi piacerebbe avere una vita sessuale senza pensare alla tua, Yamanaka” rise Sakura.

E chi intendeva qualcosa di sconcio?” domandò Ino con fare fintamente offeso.

Sakura alzò un sopracciglio, ma non rispose, al che Ino scoppiò a ridere.

“Ti spiacerebbe ripetermi come sto?” domandò poi specchiandosi per l’ultima volta.

Strafiga, al solito” sbuffò Sakura mentre gli occhi della bionda guizzavano eccitati. E senza aspettare risposta, uscì di casa.

 

Shi…”

“…ka…”

“…ma…”

“…ru!”

Che dici, uomo?”

“Risparmiatemi”. Lo freddò Shikamaru mentre Kiba, piantatagli una zampa sulla spalla, lo stringeva affettuosamente: “Non c’è bisogno che mi ringrazi, non ancora. Perché la parte migliore deve ancora arrivare, vecchio lupo di mare…”.

“…sì” fece Shikamaru in tono scettico, togliendosi la mano di Kiba dalla spalla.

“Dai, Shikamaru, siediti” lo invitò allora Choji, battendo una mano al suo fianco, dato che se ne stava già comodamente seduto sulla poltrona del ristorante. Shikamaru si rassegnò: almeno c’era il suo migliore amico con lui.

“Ho ordinato il tuo piatto preferito” sorrise Choji, facendo cenno alla cameriera di avanzare coi piatti. La ragazza arrossì un poco, posando il primo di fronte a Shikamaru. “In bocca al lupo” sussurrò lievemente, poi invece di lasciare la pietanza e andare a prendere quella successiva, si sedette senza troppi problemi sulle ginocchia di Shikamaru, sbattendogli sotto gli occhi un seno troppo rigonfio per essere naturale. “C’è qualcosa che posso fare per te?” domandò poi con fare complice.

Shikamaru si sforzò di fissare il piatto mentre scuoteva deciso la testa: “Va bene così, grazie”.

“Ne sono certa, ma…sicuro che non vada meglio così?”  domandò lei strusciandosi sulle cosce del ragazzo e guadagnando i fischi della popolazione maschile.

Dai Shikamaru!” fece Naruto

“Dacci dentro!”. Kiba, chi se no?

“Dimostra che hai un pisello”.  Immancabilmente, Sai.

“Come ti chiami?” domandò educatamente Shikamaru, ottenendo fischi in risposta.

“Eri”

“Eri” ripeté Shikamaru prendendole la mano che gli aveva passato intorno alle spalle e baciandola “Piacere di conoscerti, Eri” ripeté guardandola negli occhi.

Kiba si inchinò a cotanta galanteria.

“Il piacere è il mio, Shikamaru Nara” rispose la ragazza con occhi da gatta.

“Accidenti, devono proprio averti pagata tanto per arrossire anche a comando, eh?” domandò allora lui con un sorriso monco.

“Avrei dovuto pagarli io” mormorò lei mentre Shikamaru le sorrideva gentilmente e, con gesto elegante la salutava: “Grazie Eri, ma la mia fidanzata mi ammazzerebbe seduta stante, dopo averti decapitata. È leggermente possessiva” suggerì sottovoce mentre Kiba scuoteva la testa e schioccava le dita, al che la ragazza si diresse ancheggiando verso di lui. Niente da dire, l’Inuzuka era sempre stato un investitore oculato.

 

“Non vale!” l’accolse Tenten, mentre Hinata rideva.

“Era un bacio e si chiamava Shikamaru” alzò le spalle Ino. Al che Sakura tornò frustrata dal ragazzo che aveva appena lasciato Ino: “Si chiamava Shikamaru!” esplose. Ino sorrise.

 “D’accordo Ino, la tua prima prova è quella di trovare un uomo di nome Shikamaru e di baciarlo” rise Tenten, gli occhi che le brillavano.

“Oh, ti prego, Ten, non queste cose infantili…” si lamentò Ino mentre la castana sbuffava: “Certo, se non sei in grado…”

Ino si irrigidì e si lasciò andare all’istante: “Impara, dilettante” sculettò verso il bancone.

Il cameriere la scrutò con aria famelica: “Sembra che le tue amiche si stiano divertendo, bionda…”

“Già” approvò lei, divertita a sua volta.

“Posso offrirti qualcosa?” chiese imperterrito il ragazzo, squadrandola da capo a piedi.

“Forse” sorrise Ino “Conosci i frequentatori di questo locale?” domandò poi con nonchalance.

“Mi ferisci, ragazza” fece il barista con finto risentimento.

“Oppure” argomentò Ino “Conosci una delle mia amiche?”

“Per quanto mi piacerebbe, no” argomentò il barista.

“Allora avvicinati, Shikamaru” sussurrò la bionda con fare suadente.

“Io non…”

Ino sorrise un po’ di più.

“Oh, certo.” Si diede dello stupido il cameriere. Per una così si sarebbe chiamato anche Terzo Hokage.

“Avvicinati” ripeté Ino, piazzandogli un ben casto bacio sulla guancia. Poi gli fece l’occhiolino, e voltandosi, lo ripagò con una splendida visione di lei ancheggiante.

 

Avevano finito la cena (deliziosa, peraltro) e non era successo nient’altro. Davvero, nient’altro: Shikamaru era quasi deluso. Certo, non che morisse dalla voglia di essere umiliato, ma pensava che i ragazzi avessero più fantasia. Stava ancora ponderando questi pensieri quando la cameriera davanti a lui si slacciò un bottone della camicetta. Fu tentato di dirglielo quando lo prese il sospetto che forse l’aveva fatto apposta. Fu sicuro che il suo sospetto fosse vero quando la divisa da cameriera cadde completamente per fare bella mostra di un succinto completo dell’ANBU, che lasciava ben poco all’immaginazione. Shikamaru deglutì. La cosa si stava facendo molto interessante e molto pericolosa allo stesso tempo. Ino l’avrebbe fatto fuori, decisamente. Il primo uomo ucciso dalla moglie prima del matrimonio. Questo, ovviamente, solo nel caso l’avesse scoperto. Mentre un grande ghigno si faceva strada sul suo volto, Shikamaru Nara aprì le braccia con fare oltremodo compiaciuto. La ragazza si strusciò complice contro di lui, mentre gli altri ragazzi approvavano decisamente i suoi occhi verdi e i capelli biondi, unici elementi scrutabili al di là della maschera, con applausi e fischi. Poi, Shikamaru si irrigidì. No, non poteva essere. D’altronde le coincidenze esistevano. Sì, e anche l’autoconvinzione. Shikamaru Nara deglutì. Meno male che quello doveva essere il suo giorno, meno male che la spogliarellista doveva essere una che non conosceva e che non avrebbe rivisto per tutta la vita. Cazzo. Shikamaru Nara non era mai stato molto fortunato, perché disconfermare le cose il giorno prima del matrimonio?

Shikamaru Nara scosse il capo, alzò gli occhi al cielo e sospirò: “Temari?”.

Di colpo l’atmosfera calda del locale si raggelò mentre i ragazzi sbuffavano. “Devi sempre rovinare tutto?” domandò Naruto. Non gli era mai piaciuto quando Shikamaru giocava d’anticipo, soprattutto perché con lui giocava facile. Shikamaru guardò all’Inuzuka, che teneva sulle gambe la prima spogliarellista: “Ohi, Shika, non siamo mica miliardari, noi…e siccome la qui presente era a Konoha stasera, abbiamo pensato di invitarla, dato che sappiamo che hai un debole per le bionde” proclamò ridendo mentre faceva una riverenza alla ragazza della sabbia. Quella si levò la maschera: “Grazie, Inuzuka” ricambiò, inchinandosi a sua volta.

“Sempre a rovinare le sorprese, eh piagnucolone?” rise poi appendendo la maschera al collo di Shikamaru. “Beh, per lo meno potrò vantarmi del fatto che ci stavi per cascare, e che oltretutto ci saresti stato con me e non con una professionista”.

Shikamaru rise di cuore.

Temari confermò: “Sono vanti, per una donna. Disse scuotendo le spalle “E poi questo mi fa anche pensare che i miei occhi siano davvero riconoscibili ovunque…”

Temari” la interruppe allora il Nara. “Mica sono stati quelli”.

Temari di colpo arrossì: “Se non fosse la tua festa, Nara, la pagheresti davvero cara!” fece reprimendo l’istinto di percuoterlo.

“Ehi, miss doppiosenso, riprenditi” la fermò allora Shikamaru. “È stato il tuo tatuaggio” fece indicando una piccola rosa con una cetonia sopra, sull’anca della ragazza.

La cosa non parve tranquillizzare Temari: “E come sai che ce l’ho, porco?”.

Ok, ragazzi, magari stiamo degenerando…” tentò di mediare Kiba.

“Oh, Shino dice le cose più strane quando è ubriaco” rise Shikamaru.

Temari arrossì prontamente, tirando un pugno al Nara.

E dai, che non lo dice, ma ti sta aspettando” le fece l’occhiolino lui accennando all’Aburame seduto all’angolo, in un inaspettato gesto d’affetto.

Temari e Shino!” scoppiò a ridere Kiba, incredulo “Questa poi…bella vecchio!” continuò battendo il palmo sulla spalla del compagno di squadra, che prontamente si scansò, facendo spazio a Temari e circondandole quietamente la vita con un braccio.

“Allora” riprese parola l’Inuzuka alzandosi in piedi “la verità era che volevamo chiamare anche Shiho per fare il full, ma la ragazza era impegnata…”. Tutti risero.

 

“Va bene, Ino, visto che nella maggior parte delle prove hai barato…” cominciò Sakura in tono professionale, ma subito fu interrotta dalla bionda: “Ho interpretato, Sakura, è diverso!”.

“È diverso” alzò le spalle Tenten mentre sorseggiava l’ennesimo drink. Hinata sorrise.

“Ora comunque” riprese Sakura convinta “È tempo di consigli. E chi meglio delle tue amiche?”

Ino la guardò accigliata.

“Non obiettare, era una domanda retorica” si affrettò ad aggiungere la rosa srotolando una pergamena.

 

“Per tenere un matrimonio unito, secondo me” cominciò Naruto alzandosi in piedi ed elevando il calice al cielo “servono: amore” elencò alzando un dito mentre i commensali facevano versi svenevoli; “tenerezza” continuò Naruto mentre gli echi si moltiplicavano. “Ma soprattutto” fece alzando l’indice a mo’ di monito, e poi puntandolo verso il festeggiato  “Shikamaru Nara, se parliamo del tuo matrimonio con la Yamanaka, come tuo amico ti dico: quando sbagli, ammettilo, e quando hai ragione…taci”. Questa volta la risposta degli altri fu un sentito applauso.

 

“Credo che il matrimonio sia una grande avventura, Ino, un po’ come andare in guerra” cominciò Sakura, ma subito fu interrotta: “Oh beh” rise Tenten alzando il calice “in realtà il matrimonio è l’unica guerra in cui si dorme col nemico”. Le ragazze risero fragorosamente.

 

“Falle capire subito chi comanda” saltò su Choji leggendo da un foglietto che si era preparato “Guardala dritta negli occhi e dille con tono sicuro:comandi tu’.” 

Shikamaru sorrise, e l’altro continuò: “Tienila spesso per mano, così non entrerà nei negozi senza che tu te ne accorga. E se proprio devi avere l’ultima parola, che sia:va bene, compralo’. In fondo il matrimonio è questione di dare e ricevere, quindi è meglio che sia tu a dare prima che lei se lo prenda comunque”.

 

E ricorda Ino: una moglie ha sempre più potere sul marito di quanto dice di averne” continuò Sakura, sorridendo. Al che intervenne Hinata: “Il che è vero, soprattutto nel tuo caso” confermò con un sorriso gentile.

 

“Io continuo a pensare che le fedi siano le manette più piccole del mondo” intervenne Kiba, salutando di malumore la spogliarellista che dopo aver riscosso il dovuto, si allontanava ancheggiando. “Anche se in fondo, forse, Shikamaru è preparato per al matrimonio, avendo un orecchino sa cosa sia il dolore e anche dove comprare gioielli!”.

“Hai un buon consiglio anche tu, Shino?” lo interpellò Shikamaru: da quella via, voleva chiudere il giro dei consigli il prima possibile.

 “Il segreto di un buon matrimonio rimane un segreto” mormorò quello, impassibile.

 

“Ino, seriamente” fece poi Sakura stringendola forte, come non faceva da anni. “In bocca al lupo. Ti servirà, con Shikamaru”. La bionda la fissò inebetita: “Ma perché tutti pensate che non ce la possiamo fare?”

Perché così ce la metterete tutta per provare il contrario” alzò le spalle Temari con ovvietà, varcando con nonchalance la porta del locale. “Scusate il ritardo, a proposito.” Si scusò poi sedendosi su una poltroncina e porgendo un pacchetto a Ino. “Sono andata a vedere come se la cavavano gli uomini, ma all’angolo dei consigli machi non ho proprio resistito. Tanti auguri, Ino, da parte del tuo futuro cappio al collo” terminò versandosi da bere.

 

“Gran bella…” cominciò Kiba perdendosi in una delle sue fantasticherie.

“Serata?” chiese Naruto.

“Serata” rise Kiba dandogli due pacche sulla testa. “Vero Shikamaru?” fece voltandosi indietro, abbracciato a Naruto.

“Shikamaru?” ripeté confuso.

“Shikamaru è andato a casa da , Kiba, io ti sto riaccompagnando” gli spiegò Naruto, con la stessa voce che usava con gli studenti, all’accademia.

Ma tu non sei una bella ragazza!” lo guardò contrariato l’Inuzuka.

“Bello sì…” rivendicò Naruto.

“Oh, non sono mica Hinata, io” sottolineò Kiba, con fare offeso.

“Ah, lo vedo…” mormorò Naruto “Ti mancano …”

“Nel senso che non faccio la carità alla gente” lo troncò Kiba.

“Io sì, invece, dato che porto a casa te” si lamentò l’Uzumaki, riprendendo l’altro sotto braccio e trascinandoselo dietro.

Ma io non abito qui!” protestò il castano, sempre più confuso.

“Ti porto da Hinata, che ti rimette a posto”

Kiba sorrise furbescamente: “Mènage à trois?”.

 

“Lo apri quando avrai aperto i nostri” sentenziò Tenten mentre Sakura levava dalle mani di Ino il pacchetto che le aveva consegnato Temari. Intanto Hinata procedeva a riempire il vuoto con tante piccole scatole.

“Ragazze, non dovevate…” cominciò la bionda, ma subito fu interrotta.

“Prima questo!” ordinò Sakura prendendo a mano sicura un pacchetto in nulla diverso dagli altri, per lo meno agli occhi della bionda. “Questo l’ho pensato io…” proseguì la rosa con un sorrisetto furbesco.

 

Quando Ino tornò a casa, all’esterno albeggiava. La ragazza si buttò sul letto sorridendo all’idea di aver affidato al suo panda di peluche un messaggio per Shikamaru, lanciandolo dalla finestra che sapeva aperta, in quella sera di fine settembre. Così rimase sorpresa quando, aprendo le braccia, sentì qualcosa di morbido solleticarle il polso. Si voltò, e tra la biancheria intima che le avevano regalato le ragazze in segno di buon auspicio, scorse lo stesso panda che aveva lasciato poco prima in camera di Shikamaru. Fece lo sforzo di alzarsi, nonostante fosse stanca morta, e di prendere il peluche. Portava sottobraccio un biglietto bianco, di un colore diverso rispetto a quello che si ricordava di aver scelto, ed era piegato in modo decisamente approssimativo:

 

 

Ehi, seccatura…

Ho ricevuto più consigli stasera che in tutta la mia vita: come affrontare il matrimonio, come affrontare te…Alla fine farò di testa mia, farò un sacco di casini e tu farai saltare tutti i miei piani coscienziosi, come hai fatto da sempre, già lo so.

Ma nonostante questo casino che ho in testa, fra poco la mia vita sarà la tua, e i miei casini anche, cara, preparati.

Perché non li affiderei a nessun altro.

Ah, buon ultimo compleanno da nubile, seccatura, goditelo.

S.

 

 

 

 

Fu allora che la ragazza si ricordò del pacchetto che tutti i regali delle amiche le avevano fatto dimenticare, e si precipitò a rovistare nella borsa che le amiche le avevano lasciato, trovando infine quella scatolina consegnatale da Temari, quella che una volta aveva creduto la più inarrivabile delle nemiche, e che la settimana dopo sarebbe stata la sua testimone di nozze.

Aprì con fare frenetico (quanto aveva ragione, Shikamaru!) il pacchettino malamente incartato: al suo interno c’era una cornice goffa, sformata, che la ragazza riconobbe come una di quelle fatte all’asilo, quando ancora erano piccoli. La cornice era rossa, dozzinale e decisamente brutta, e al suo interno non c’era una fotografia, ma un disegno che sembrava fatto da un bambino di cinque anni, forse troppo timido per agire in base ai suoi sentimenti, forse troppo razionale per farlo: ritraeva due bambini piccoli, uno con un codino nero rigido come avesse tanti kunai piantati in testa, e una bambina bionda, con una coda lunghissima, fino ai suoi piedi. Il maschio sembrava guardare dritto, nel disegno senza prospettiva che hanno i bambini, mentre la bambina salutava qualcuno, dall’altra parte. Tra di loro, un ammasso di macchie bianche e nere che ricordava vagamente un panda, alto quanto i due bimbi e con un sorriso vagamente minaccioso. A fianco si poteva leggere “Un giorno felice” nella calligrafia elegante di una donna, quella stessa che aveva messo tante stelline d’oro sui suoi disegni di bambina, Ino ricordava. Poi, di fianco, una scrittura che conosceva bene, più sicura benché frettolosa, aveva inciso sulla carta: “Ci proverò ogni giorno, tutti i giorni della mia vita, Ino.”

Tutti i giorni della mia vita.

Era quello che stavano per promettersi: un per sempre. Come in “…e vissero per sempre felici e contenti”. Improvvisamente, quella che una volta le sembrava un’oscura minaccia, parve a Ino disegnarsi come una nuova promessa. O perlomeno, un’ottima arma da ricatto, sorrise al leggere il post-it attaccato al retro della cornice:

“Lo so che mi sto fregando da solo, ma una promessa è una promessa, e tu hai già promesso di prenderti cura di me. Al solito, mi hai incastrato. Ma tanto lo sono da talmente tanto tempo che non ricordo nemmeno quando è iniziata. Tanto vale…”

Ino inspirò forte stringendo il panda al petto, continuò a farlo come lo volesse far entrare dentro di sé; si chiese come fosse possibile non scoppiare, con tutto quello che aveva dentro. Poi baciò il panda, lo appoggiò al cuscino e lo accarezzò: “Massì, lo voglio” mormorò prima di assopirsi. Tanto ho il resto della vita per rinfacciargli quanto mi ha promesso. Qualcosa che suonava stranamente simile alla felicità.

 

 

Ecco, ora mi pare di aver recuperato: vi avevo rifilato una cosa abbastanza angstosa nella shot precedente, ma qui, passati cinque anni, tutto cambia, e diventa divertente e giocoso, e quasi dolce, anche. Si amano, e questo basta!

Grazie a tutti per le recensioni, di cuore…

Ah, prima di rispondere volevo dire che certe frasi sagge sul matrimonio non sono mie, ma di:

 

"A man's wife has more power over him than the state has."

-Ralph Waldo Emerson

 

“I think men who have a pierced ear are better prepared for marriage. They've experienced pain and bought jewelry.” - Rita Rudner

 

“The secret of a happy marriage remains a secret.” -Henny Youngman

 

"Marriage is an adventure, like going to war." -G. K. Chesterton

 

“Marriage is give and take. You'd better give it to her or she'll take it anyway." -Joey Adams

 

 

E ora…voi!

 

Mimi18: Non volevo farti piangere, Mimi, non volevo! Però anche se questa shot ti ha fatto schifo, voglio che tu sappia che può esserci un seguito felice anche per le angst di questo genere. Ho continuato, e per loro il finale è così: ne passano tante (e le passano insieme, sempre), e mi piace l’idea che cinque anni dopo siano maturati tanto, abbiano affrontato tante cose che qui non vengono dette, ma finiscano inevitabilmente più uniti di sempre…come spero accadrà anche nel manga XD A me basta un: diciannove anni dopo…ah, no, scusa: quella è un’altra storia!

 

chi_lo_sa: Ciao! Mi dispiace aver fatto passare tanto tempo nell’aggiornamento, ma spero che comunque la shot sia di tuo gradimento! Grazie della recensione e a presto!

 

eleanor89: Ele, Ele…ma come faccio a rispondere degnamente a una chilometrica recensione che scandaglia il fondo della fanfic come manco Jacques Cousteau? Te l’ho dedicata perché sentivo ti sarebbe piaciuta, e sono davvero felice che sia stato così…questo atto non so, vuole essere più divertente e spensierato, giusto per mostrare tutto quello che possono essere e fare insieme questi due (a parte un bambino che, sta certa, arriverà XD) e…grazie per il betaggio!

 

Kimly: Ciao, e grazie per aver messo la fic tra i preferiti! Spero che anche questo nuovo capitolo ti sia piaciuto!

 

elysa_chan: I panda colpiscono ancora! Come vedi, insieme ai compleanni, sono anche loro a tornare puntualmente nei capitoli, come da sottotitolo! A presto!

 

Ryanforever: sì, sì, per me puoi tranquillamente dire “mezza angstosa”! La storia di Asuma sensei mi sembra sempre troppo crudele per dei ragazzi di quindici anni, che poi appartengono al team più unito, che tristezza! Grazie mille per i complimenti, come vedi questa shot è più fresca, ma spero ti piaccia ugualmente! E come vedi…qui l’amore l’hanno accettato in pieno!

 

 

 

 

 

  
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