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Autore: V@le    15/06/2022    1 recensioni
Attore. Il mestiere più bello del mondo.
Immergersi in un mondo parallelo, magari verosimile o magari fantascientifico.
Diventare un'altra persona, poter fare qualsiasi cosa che nella vita reale appare stupida o imbarazzante.
[...]
Chi non vorrebbe essere un attore?
Eppure recitare è come vivere: c'è sempre un mondo in ombra che nessuno vede e che nessuno cerca.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten, Un po' tutti | Coppie: Neji/TenTen
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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L'attrice
QUALCOSA DA PROTEGGERE




Tenten aprì la porta della sala prove con attenzione, cercando di non disturbare. Sorrise nel rivedere il gruppo suonare dopo tanto tempo. Rimase in ascolto finché non finirono.
Temari e Kankuro la salutarono velocemente.
-Siete sempre più bravi- disse con sincerità quando Gaara la raggiunse.
-Ti ringrazio.
-Non ti dispiace se rapisco Matsuri per un pomeriggio, spero.
-No, affatto- rispose lui rivolgendo lo sguardo alla ragazza che stava mettendo a posto i cavi -l’anno scorso si è affezionata molto a te, le sei mancata durante questi mesi.
-Per me è stato lo stesso. E sono stata molto contenta di sapere di voi due.
Il ragazzo sorrise.
-Beh, sembra che le risposte siano giunte a maturazione per entrambi. Non credo di aver mai visto Neji così impaziente di dirmi qualcosa.
Tenten si lasciò sfuggire un principio di risata, faticando a immaginarsi lo Hyuga in quel modo.
-Eccomi, sono pronta.
Matsuri abbracciò subito l’amica, per poi rivolgersi a Gaara.
-Ci sentiamo per stasera.
-Certo- il ragazzo la baciò teneramente sulla tempia -divertitevi.
Tenten aspettò di uscire da casa Sabaku prima di parlare.
-Accidenti, siete così carini insieme!
L’altra rise.
-Vorrei poter dire la stessa cosa di te e Neji, ma alla festa in giardino siete stati lontani tutto il tempo…
La ragazza scosse appena la testa, con noncuranza.
-Gaara mi ha detto che per ora volete tenerlo per voi- si affrettò a precisare Matsuri -però, non so… Mi sembra così strano.
-Lo so, ma è tutto nuovo per lui. Devo rispettare i suoi tempi.
-Sei davvero una persona paziente. Non so se io sarei capace di fare altrettanto.
-Non è faticoso come potrebbe sembrare- rispose Tenten con un’alzata di spalle -mi dispiace solo che Lee ancora non lo sappia, spero di poterglielo dire presto.
Matsuri la osservò come se non riuscisse a decifrarla.
-Sei decisamente la persona più strana che conosca- affermò infine.
-Grazie- ribatté con un sorriso l’altra, per poi prenderla a braccetto -ma ora, finché non raggiungiamo Hinata, devi raccontarmi tutto su te e Gaara.

La stanza del Progetto Canto era sempre la stessa e, stranamente, anche Neji e Tenten si sentivano come al solito. Semplicemente l’aria sembrava più leggera e trasparente, come se ogni cosa fosse al suo posto.
-Pare passata appena una settimana dall’ultima volta che abbiamo provato qui dentro- disse la ragazza dopo un’ora di canto quasi ininterrotto -com’è possibile?
-Non ne ho idea- rispose l’altro riponendo gli spartiti.
-Ah, prima che mi dimentichi: Kurenai e Asuma vorrebbero che noi ragazzi cantassimo qualcosa durante il ricevimento di nozze. Ti vogliono una sera a cena per parlarne.
-Perché io? Perché non Kiba o Shino?
-Hai sempre organizzato la parte musicale degli eventi della serie, per loro è come avere un professionista che costa un semplice invito al matrimonio.
-Non so se sentirmi offeso o lusingato- commentò Neji con tono ironico, sedendosi.
-Nel dubbio opterei per il lusingato- ribatté lei prendendo posto sulle sue ginocchia.
Il ragazzo le circondò subito la vita con le braccia.
-Fammi sapere il giorno della cena e ci sarò.
-Bene! Spero che tra i loro impegni e il ballo non si vada troppo in là, o non avremo tempo per preparare tutto.
-Quanto tempo dovrai perdere dietro a Ino per scegliere un vestito per il ballo?
-Per fortuna Shikamaru la tiene abbastanza impegnata. E poi sono in grado di decidere da sola come vestirmi. Tu pensi di venire?
Neji fu stupito dalla domanda.
-Perché me lo chiedi come se ti aspettassi che non venga?
-È un ballo, non sei mai andato matto per questo genere di cose. Non sei obbligato a venirci solo perché io ci vado. Tra l’altro dovremmo stare ancora a distanza di sicurezza, non passeremmo neanche la serata insieme.
-Credi di sapere sempre tutto, eh?
-Dimostrami che non è così- lo sfidò Tenten tranquillamente, alzandosi e stiracchiandosi davanti alla finestra.
-Come vuoi- lo Hyuga incrociò le braccia -se non ricordo male, all’ultima festa della produzione di Naruto speravi che un certo ragazzo ti invitasse.
La ragazza si bloccò per un secondo, non capendo dove volesse andare a parare.
-Il ballo potrebbe essere l’occasione giusta per recuperare quell’invito.
Tenten si voltò verso di lui incredula.
-Stai dicendo sul serio?
-Ho l’aria di uno che sta scherzando?
-E come pensi di farmi da accompagnatore senza far capire a nessuno che stiamo insieme?
-In nessun modo. Lo capiranno e basta.
La piega che stava prendendo quella conversazione cominciava a confonderla. La ragazza si passò una mano tra i capelli e si posizionò davanti al ragazzo.
-Non sono sicura di aver capito: stai dicendo di andare al ballo insieme e lasciare che gli altri si accorgano da soli che stiamo insieme…
-Sì- fu la risposta assolutamente pacata di lui.
-Quindi hai deciso di rendere pubblica la nostra relazione.
-Sì.
Tenten dovette ricapitolare ancora una volta tutto nella sua testa, prima di crederci.
-Ok…- non poté evitare un tono sbalordito.
Neji sorrise, per poi prenderle le mani e avvicinarsela.
-Pensavi che avrei preteso di tenerlo nascosto per sempre?
-Sinceramente non mi ero ancora posta il problema- ammise lei ritornando a sedersi sulle sue gambe.
-Davvero?
-Sei il mio ragazzo- rispose con un’alzata di spalle -l’ho aspettato per tanto tempo. Che gli altri lo sappiano non è una priorità per me.
Lo Hyuga le accarezzò il viso, portandole una ciocca dietro l’orecchio.
-Beh, lo è diventata per me.
La ragazza sorrise dolcemente, abbassandosi su di lui per baciarlo.
-Allora è deciso- disse poi -ma ho una condizione da porre.
-Cioè?
-Prima del ballo dobbiamo dirlo a Lee. Non è giusto che lo venga a sapere in quel modo.
Neji annuì.
-Sì, hai ragione.

Tre giorni dopo avevano appuntamento per cena al fiume con Lee. Circondati da una distesa di scatole di cibo d’asporto, alla luce del sole estivo che si attardava a calare, chiacchierarono come non facevano da molto tempo tutti insieme.
-Non so come ho fatto a sopravvivere tutti questi mesi senza di te- affermò Tenten dopo l’ennesima fragorosa risata.
-Così impari a sparire oltreoceano- ribatté l’amico sorridente -Devo dire che è proprio bello vedere che siete tornati in buoni rapporti. L’estate scorsa c’era talmente tanta tensione tra voi che si poteva quasi tagliare l’aria con un coltello.
-Siamo coscienti che non è stata una situazione facile per te- gli rimandò Neji con tono sentito.
-Per certi versi sì, ma in realtà quando ero in ospedale avete messo da parte i rancori per starmi vicino- Lee produsse un lungo sospiro al pensiero di quell’evento -Non vi ho mai veramente ringraziato per quello che avete fatto.
-Abbiamo solo passato qualche mattina in ospedale a farti compagnia, non c’è niente di straordinario in questo- fu la risposta di Tenten.
-Non sono d’accordo, ma io mi riferivo al flashmob- fece una pausa, durante la quale gli altri due si scambiarono un’occhiata -Essere pestato da quei ragazzi mi aveva fatto sentire davvero… sbagliato. Ho capito solo dopo che in realtà mi portavo dentro quella sensazione da quando mi ero reso conto di essere omosessuale.
La ragazza gli prese una mano con la stessa tenerezza di quando lo aveva assistito.
-Non vi ringrazierò mai abbastanza per avermi dimostrato che vado bene così come sono- continuò Lee con fermezza ed emozione nella voce.
Seguì un denso momento di silenzio.
-Quando uno di noi ha bisogno, gli altri ci sono- fu il commento di Neji  -è così che facciamo.
Tenten, nell’udire quelle parole, gli volse lo sguardo per un istante sorridendo.
-Peccato solo che non sia andata con quel commesso- disse poi, alleggerendo il tono della conversazione -sembrava davvero carino.
-Già, ma inutile piangere sul latte versato. Adesso basta parlare di me: dovete raccontarmi tutto della serie. Giuro che quando mi hanno detto che vi avevano ingaggiato entrambi non potevo crederci. Siete capitati nelle stesse scene?
-Sì, abbastanza spesso- rispose Tenten leggermente titubante -Certo, Neji era il protagonista, quindi era praticamente in ogni scena.
-Sul serio?- Lee si voltò stupito verso l’amico, continuando a rivolgersi a lei -Ma il protagonista non doveva essere il tuo innamorato o una cosa simile?
-Sì, esatto.
-Come hai fatto a reggere una parte del genere?
Quella domanda gli sfuggì così, di getto. Si rese conto un secondo dopo aver parlato che lo Hyuga era presente.
-All’inizio non è stato facile, è vero- la ragazza, nel rispondere, lanciava fugaci occhiate a Neji -ma poi è andata meglio di quanto pensassi.
L’amico la guardò sbalordito.
-Perché stai parlando di questa cosa così tranquillamente anche se non siamo soli?
Il suo tentativo di essere il più criptico possibile fu decisamente fallimentare.
Tenten si lasciò sfuggire un principio di risata, per poi chiedere aiuto con lo sguardo all’altro.
-Perché so di cosa state parlando- intervenne prontamente Neji.
-Gliel’hai detto?- continuò a rivolgersi alla ragazza.
-Sì, Lee, gliel’ho detto.
-E…?- lo sguardo del ragazzo si spostò varie volte da uno all’altra.
Fu lo Hyuga a prendere finalmente l’iniziativa, cercando e stringendo la mano di lei nella sua.
Si aspettavano una reazione decisamente esagerata, conoscendo l’amico. Che, infatti, si fiondò ad abbracciare entrambi. Neji dovette dare un paio di colpi di tosse perché Lee mollasse finalmente la presa.
-Vi giuro che non ho parole.
-Potrebbe anche non essere un male- ribatté Tenten ironica, recuperando il proprio bicchiere.
-Dopo quella lite spaventosa temevo che non sareste più riusciti ad essere amici- il tono era cambiato completamente, facendosi più serio seppur sereno -chi l’avrebbe detto che sareste arrivati addirittura a stare insieme. Finalmente, aggiungerei.
Lee non poté trattenersi dal trascinare la ragazza in un abbraccio affettuoso.
-Immagino che di andare a rimorchiare ragazzi insieme non se ne parli.
-Immagini bene- confermò lo Hyuga con un sorriso misurato.
-Peccato, sarebbe stato divertente- ribatté provocatoria Tenten mentre l’abbraccio si scioglieva.
-In quanti lo sappiamo?
-Pochi, per ora: solo gli amici più stretti.
-Ok, potete contare sulla mia discrezione.
Un telefono squillò fastidiosamente.
-Oh, scusate, è Kurenai- disse Tenten nel guardare lo schermo dell’apparecchio -deve essere un’emergenza da preparativi nuziali.
Si alzò e si allontanò per prendere la chiamata.
Lee aspettò qualche istante prima di rivolgersi all’amico.
-Ce ne hai messo di tempo, eh?
Qualche anno prima Neji non avrebbe mai permesso neanche a lui di parlargli così. Ma ormai la loro amicizia era radicata e l’onestà reciproca era diventata più importante della riservatezza.
-Sì. Parecchio, a quanto pare- rispose con gli occhi fissi sulla ragazza che parlava al telefono qualche metro in là.
-Ormai non ha più importanza. Adesso capisco perché appariva così radiosa quando l’ho rivista a casa tua. È sempre stata un tipo allegro, ma ora sembra la persona più felice della terra.
Lo Hyuga prese un lungo sorso d’acqua.
-In molti penseranno che ho sprecato un sacco di tempo.
-Forse, ma Ten sicuramente no. Dice sempre che certe cose accadono quando è il momento giusto. Credo fosse questo il motivo per cui si arrabbiò così tanto quando vi abbiamo fatto finire bloccati in quella funivia, al ritiro. Non hai idea di che strigliata ci ha dato.
Quelle parole provocarono nell’altro un accenno di risata.
-Tu come ci stai, in questa storia?- chiese Lee, con tono sinceramente interessato.
-Straordinariamente bene.
Neji osservò l’amico annuire sorridendo.
-Sono davvero felice per voi. Certo, siete solo all’inizio, ma ho un buon presentimento.
La ragazza si riavvicinò mentre concludeva la chiamata.
-...Sì, sarò puntualissima, promesso. Ciao- si sedette agguantando un’altra porzione di cena -Allora, Lee, ci sono da organizzare un po’ di cose per il matrimonio.
-Dimmi tutto.
Finirono di cenare in un clima di meravigliosa tranquillità. Neji si sentiva talmente a suo agio da avvicinarsi Tenten e farla appoggiare al proprio petto davanti all’amico. Forse non sarebbe stato così terribile farlo sapere a tutti.

-Ti ho già detto che non se ne parla neanche per sogno!
-Ma dai, non vedo dove sia il problema.
-Non vedi…? Te l'ho ripetuto più volte qual è il problema! Ma mi ascolti quando parlo?
La proverbiale impassibilità di Neji era messa a dura prova da quella scena: Kurenai e Asuma stavano litigando da almeno un buon quarto d'ora. Ad essere più precisi, lei si stava sgolando, mentre lui rispondeva con una tranquillità che evidentemente la faceva infuriare ancora di più.
Il ragazzo si voltò a guardare Tenten, seduta accanto a lui con un'espressione che faceva trapelare tutta la sua esasperazione.
-Questi… scambi di opinione… capitano molto spesso?
-Di continuo- rispose l'altra sbuffando -e al matrimonio manca ancora un mese… non oso immaginare quando mancherà appena una settimana.
I futuri sposi saltavano da un argomento all'altro, senza permettere allo Hyuga di trovare un filo logico che li collegasse in qualche modo.
-E questa sarebbe la coppia più solida che conosci?- sussurrò sarcastico, nonostante ci fossero poche probabilità che i due lo sentissero.
La ragazza sospirò sonoramente prima di rispondere.
-Beh, se dopo anni di discussioni stanno arrivando a sposarsi, sono la dimostrazione che c'è una speranza per qualsiasi coppia. Ma ora basta- sentenziò lanciando uno sguardo all'orologio alla parete.
Neji la vide prendere un sorso d'acqua, per poi infilarsi due dita in bocca e fischiare. Il suono acuto riuscì ad attirare l'attenzione dei due adulti.
-Direi che per oggi avete discusso abbastanza- decretò Tenten col tono di una mamma che mette fine a una scaramuccia tra fratellini, guadagnandosi un'occhiata offesa da parte di Kurenai.
-Ma non hai sentito che proposte assurde sta facendo?- ripartì alla carica la donna indicando Asuma, che si stava dirigendo oltre la portafinestra della piccola terrazza dell'appartamento per fumare.
-Vi avevamo semplicemente chiesto se volevate un genere musicale in particolare durante il ricevimento…- il commento di Tenten sembrava rivolto più a sé stessa che a loro -Ok, ricapitoliamo le proposte sensate: tra una portata e l'altra del pranzo canteremo noi ragazzi; finito il pranzo, suonerà il gruppo di Gaara fino al taglio della torta. Poi ancora noi e infine il deejay per ballare fino a fine ricevimento. Può andare?
I futuri sposi annuirono.
-Bene. Avete delle richieste precise da farci?- prima che Kurenai partisse alla carica con qualche argomento della discussione precedente, la ragazza si affrettò a specificare -per esempio una canzone in particolare? O preferenze di chi di noi canti cosa?
-Tu sai già cosa voglio che tu canti, Ten- rispose la donna subito.
-Allora dovrai ridimensionare le tue aspettative: se ti dessi retta canterei solo io per tutto il ricevimento e, sinceramente, speravo di rilassarmi e divertirmi un po' anch'io a questo matrimonio.
-Ok, ok, sceglierò i pezzi di cui non posso fare a meno…
Neji, dal canto suo, non era troppo dispiaciuto di non prendere parte alla conversazione. La sua naturale inclinazione ad assumere il ruolo di osservatore gli stava permettendo di conoscere un lato di Tenten che fino a quel momento aveva notato poco: la fermezza che stava dimostrando nella sua opera di mediazione era ammirevole. Nessuno l'avrebbe mai descritta come il tipo di persona che si imponeva per carattere, ma quando si trattava di persone a lei care non si faceva certo mettere i piedi in testa.
-Il primo ballo, tesoro- fu la frase di Asuma che riportò lo Hyuga a seguire la conversazione.
-Ah, giusto!- Kurenai batté le mani col volto illuminato -Vorremmo che voi due cantaste un duetto per il nostro primo ballo!
-Certo, non c'è problema- rispose Neji tranquillamente -avete già in mente la canzone?
-Assolutamente sì!- trillò la donna entusiasta.
-Kurenai ha in mente quella canzone da prima di conoscere Asuma- specificò Tenten con tono derisorio -quando ancora raccontava a tutti che non si sarebbe sposata neanche sotto tortura.
-Piccola ingrata!- la futura sposa le piombò addosso cingendole il collo con un braccio per tormentarle le guance con la mano libera.
Asuma rise sonoramente mentre si accendeva un'altra sigaretta.
-Saremo persi, ragazzina- disse poi -quando non ti avremo più in casa con noi.

-Per fortuna ci si sposa una volta sola- Tenten emise l'ennesimo sospiro della serata -quei due a volte sono peggio dei bambini dell'asilo.
Finita la contrattazione, lei e Neji erano usciti a fare una passeggiata, data anche l'alta probabilità che i futuri sposi facessero pace a modo loro.
-Dove andranno a vivere dopo il matrimonio?
-Hanno trovato una villetta non molto lontano da qui.
-E tu resterai in quell'appartamento?
-No, l'affitto è troppo caro per me. Mi hanno trovato un bilocale nei dintorni, mentre ero ancora a Toronto.
-Allora resterete comunque vicini.
-Non abbastanza da essere chiamata ogni volta che litigano, mi auguro.
Neji osservò la sua espressione, per poi circondarle le spalle con un braccio e avvicinarla a sé.
-Sentiranno molto la tua mancanza.
Gli occhi di Tenten si velarono di una punta di malinconia mista a dolcezza.
-Lo stesso vale per me.
Sorrise quando sentì il ragazzo baciarle piano la tempia. Camminarono per un po' in silenzio.
-Tu che ne pensi di tutti i duetti che ci hanno chiesto di fare?- esordì ad un certo punto lei, con espressione pensosa.
-Sono più di quelli che mi aspettavo- ammise lui -ma, d'altra parte, siamo più che allenati. Perché, cos'è che non ti convince?
Tenten si morse il labbro, come se dovesse decidere se rispondere o no.
-Mi prenderai per una sciocca…- mormorò poi.
-Se non parli, probabilmente sì.
Dopo una smorfia, la ragazza prese coraggio.
-È che, sai, dopo il karaoke di Toronto… potrà sembrarti una stupidaggine…
Neji attese con pazienza che si spiegasse, osservandola in volto: la sua espressione comunicava insicurezza, ma anche la volontà di essere il più onesta possibile. Era la stessa espressione di quando gli aveva rivelato di essere innamorata di lui.
-...da quella volta sento che cantare con te è qualcosa di molto… come dire, intimo.
Lo Hyuga lasciò trapelare nel suo viso un po' di stupore a quelle parole.
-So che l'abbiamo fatto un sacco di volte davanti a parecchie persone, ma ora è… diverso. È una cosa nostra e avverto il bisogno di proteggerla. Almeno un po'.
Tenten continuò a guardare davanti a sé, assorta come se stesse continuando quel discorso nella sua testa.
Neji lasciò che il suo sguardo indugiasse ancora qualche momento sul viso di lei, prima di distoglierlo. Capiva molto bene quel ragionamento, semplicemente perché era il suo modo di pensare le cose a cui teneva di più. Riflettendoci bene, non era poi così stupito dal suo discorso: quella ragazza appariva sì aperta e senza timore di manifestare il proprio affetto in pubblico, ma non lo faceva in modo indiscriminato. Sapeva esattamente con chi poteva prendersi delle libertà e con chi invece essere più cauta. Se si consideravano poi temi come il suo essere stata adottata o la sua relazione con Katashi, Tenten era stata molto selettiva nella scelta dei propri confidenti. Era senza dubbio una persona che si interrogava sul valore delle cose e che sapeva valutarne l'importanza per se stessa e per gli altri.
Solo per questo tipo di persone lo Hyuga riusciva a provare una fiducia quasi incondizionata.
-Stai cercando un modo carino per dirmi che sono effettivamente una stupida?- chiese lei con tono scherzoso, ridestandolo dai suoi pensieri.
-Tu sei tutto fuorché una stupida, anche se a volte fingi di esserlo a fin di bene- rispose lui sorridendo appena -ma capisco cosa intendi dire e sono d'accordo con te.
Tenten gli sorrise sollevata a sua volta.
-Parlando di soluzioni pratiche- continuò il ragazzo -so che comunque ti dispiacerebbe negare a Kurenai e Asuma quello che hanno chiesto proprio il giorno delle loro nozze, per cui dovremo trovare un altro modo per esporci nella giusta misura.
-Per esempio?
-Per esempio…- Neji sembrò cercare la risposta sulla strada che stavano percorrendo, fermando il suo sguardo sul lampione davanti a loro -per esempio giocare sulle luci.
La ragazza, dopo un momento di incertezza, capì.
-Giusto. Possiamo fare in modo che le luci vengano abbassate durante i duetti, almeno durante i nostri.
-I nostri? A chi altro stai pensando?
-Beh, probabilmente Kiba e Hinata ne faranno un paio. E poi, conoscendo i miei, non mi stupirei se stessero già provando qualcosa da cantare al ricevimento…
I recettori dell'area della curiosità nella testa dello Hyuga si attivarono immediatamente.
-I tuoi? I tuoi genitori verranno al matrimonio?
-Non se lo perderebbero per nulla al mondo. Kurenai è una grande amica di mia madre da anni, è per questo che si offerta di ospitarmi quando mi hanno scritturato per Naruto.
-Quindi finalmente conoscerò i tuoi genitori.
Tenten lo fissò per qualche istante interdetta.
-Sei serio?
-Sì, perché?
-Perché di solito non si ha tutta questa premura di conoscere i genitori della propria ragazza.
-Non mi interessa cosa sono soliti fare gli altri, lo dovresti sapere- rispose lui tranquillamente, per poi lanciarle un'occhiata indagatrice -qual è il punto?
Tenten sospirò profondamente.
-Il punto è che loro sono… esageratamente esuberanti, diciamo.
-Non potranno essere peggio di Gai e Lee insieme.
-Gai e Lee sono dei principianti, a confronto.
Neji avrebbe potuto tirare avanti quel botta e risposta ancora per un po', ma preferì fermarsi. Ai suoi occhi Tenten era la persona più competente che conoscesse in fatto di rapporti umani: proprio per questo tendeva a dimenticare che neanche lei era immune dalle insicurezze e ansie che comportavano le relazioni con gli altri.
-Preferiresti che durante il matrimonio mantenessi le distanze da loro?
La ragazza sembrò considerare l'idea per qualche momento, ma poi scosse il capo.
-No, credo sia inutile rimandare l'inevitabile. Spero solo che non ti spaventino con la loro irruenza, anche se- inclinò la testa quel tanto che le permetteva di avere una buona visuale del volto di lui -sembri non avere paura di niente.
-Questa sì che è una stupidaggine- nel rispondere, lo Hyuga mantenne un'espressione impassibile -tutti hanno paura di qualcosa e io non faccio certo eccezione.
-Meno male- commentò Tenten irriverente -non riuscirei ad andare d'accordo con una persona senza paure.

  
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