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Autore: miss_D24    15/06/2022    3 recensioni
Destiel AU
Letteralmente un universo alternativo dove non esiste il soprannaturale, ma questo riuscirà comunque a filtrare attraverso i sogni di Dean Winchester.
Le sensazioni di gioia e di dolore si fanno più reali di quello che dovrebbero ogni volta che Dean posa la testa sul cuscino e tutto questo è stato scatenato solamente da un unico fatto, o meglio, da un'unica persona.
È pura pazzia o sono forse i ricordi di una vita passata?
❌Attenzione: Questa storia può contenere piccoli spoiler riguardanti tutte le stagioni di supernatural, quindi, se non avete nulla da temere...Enjoy!
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Jack Kline, Sam Winchester
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Dean arrivò davanti al centro di riabilitazione di Lawrence con il cuore che batteva all'impazzata.
Era allo stesso tempo felice e terrorizzato all'idea che di li a pochi minuti avrebbe rivisto il suo fratellino.
Certo, durante questi sei mesi era andato a trovarlo ogni volta che gli era stato concesso, ma aveva paura che Sam non fosse stato più lo stesso una volta uscito da li.
Era cambiato? Lo avrebbe odiato? Sarebbe ricaduto nel suo inferno personale nel giro di poco tempo?
Erano tutte domande che il maggiore dei fratelli Winchester si poneva.
Si sentiva ancora tremendamente in colpa per quello che era accaduto, anche se non ne aveva motivo.
Ma si sa com'è Dean Winchester: Pensa che tutto ciò che succeda di male nella sua vita e in quella delle persone che lo circondano sia colpa sua.

"Se esiste il male esisterà anche il bene" gli diceva suo fratello, tra i due quello che qualsiasi cosa capitasse aveva sempre fede.
"Peccato che il male avrà sempre la meglio" gli rispondeva lui.¹

Salì le scale che portavano all'ingresso del centro, aprì l'enorme porta e dopo essersi guardato intorno per qualche secondo alla ricerca del fratello, ecco che le enormi e muscolose braccia di quest'ultimo lo circondano facendogli mancare il respiro.

"Dean, finalmente posso andarmene da qui, ce l'ho fatta." Disse con un enorme sorriso mentre si staccava dall'abbraccio.

"Sammy! Porca miseria, ogni volta che ti vedo diventi sempre più alto.
Sono contento anch'io di rivederti, fratellino. Come stai? Veramente, intendo."

"Sto...meglio, si, decisamente. Io...uh, so di avertelo detto un sacco di volte che mi dispiace e che non devi sentirti in colpa, ma questa volta dico sul serio: Smettila, Dean, di provare sensi di colpa senza motivo.
È stato unicamente un mio errore e grazie a questi sei mesi passati qui ho capito che non devo rimuginarci sopra. Il passato è passato, ho tutta la vita davanti adesso. E lo stesso vale per te."

Dean lo guardò con occhi pieni di orgoglio e sorrise.
"Sono contento che tu ti sia ripreso, Sam. Ora andiamocene da questo inferno, hai la tutta la vita davanti adesso, no?"

Arrivati al posto in cui era parcheggiata la macchina, la bellissima Chevrolet impala del '67 da sempre appartenuta alla famiglia Winchester, Sam fu invaso da tutti i ricordi legati ad essa, come le incisioni delle loro iniziali sulla portiera, il soldatino di plastica infilato li da qualche parte e i mattoncini di plastica incastrati nel sistema di ventilazione. Al ricordo del rumore che facevano ogni volta che si azionava l'aria condizionata, si mise a ridere. C'era così tanta gioia nei suoi occhi, come se fosse rinato.

"Che cos'hai da ridere Bigfoot? Non starai per caso prendendo in giro la mia baby, vero?"

"No, Dean. È esattamente come la ricordavo. Mi è mancata."

Salirono in macchina e partirono.
Dean si soffermò a guardare suo fratello. Si sentiva in pace e per un breve momento smise di pensare a tutta la negatività che lo affliggeva da finché ne aveva memoria. Ora aveva Sam, che sorrideva nel sedile di fianco a lui. Se Sam stava bene, stava bene anche lui.

"Ehi, Samantha: Non è ora di tagliare la tua fluente chioma? Prima o poi ti arriveranno sotto al sedere se non li tagli, quei capelli."

"Ah. Ah. Divertente come al solito. Piuttosto, mi avevi detto che ti eri trovato la ragazza. Lisa, giusto?"

Dean sospirò e strinse le mani sul volante con forza.
"Oh, si. Ecco vedi...L'ho lasciata due settimane fa. Mi tradiva con un motociclista e ora è incinta.
E la cosa che mi ha fatto più incazzare è che ha provato a convincermi in tutti i modi che fosse mio, quando io per primo mi preoccupo di queste cose per fare in modo che non succedano. Allora le ho chiesto di fare un test del DNA e guarda un po': si è rifiutata e non l'ho più vista." disse scrollando le spalle e alleggerendo la presa sul volante come per dare poca importanza alla cosa.

Sam si girò di scatto verso di lui addolcendo lo sguardo, anche se sapeva che suo fratello era poco turbato dalla cosa. Lo conosceva bene e con nessuno si era mai legato cosi profondamente da stare male ogni volta che la cosa finiva. Certo, anche perché era lui che scaricava la povera ragazza di turno.
"Cavolo, Dean. Mi dispiace...Non so cosa dire."

"Non dispiacerti Sammy. Non la amavo. D'altronde sai come sono io: Non fanno per me le relazioni serie.
Ora però basta parlare di cose deprimenti. Qualche mese fa hanno aperto una pasticceria che fa delle crostate paradisiache, devo assolutamente fartele provare, andiamo, non è lontano da qui."
E così dicendo, si diressero verso loro meta appena stabilita.

Parcheggiarono proprio davanti all'entrata della pasticceria la cui insegna recava il nome di 'Slice of Paradise'.
I fratelli entrano e furono colti all'istante da un dolcissimo profumo di torte appena sfornate.
L'interno del locale era semplice ma accogliente. Subito dopo l'entrata c'era una lunga fila di tavolini quadrati e di fronte a questi stava il bancone con tanto di vetrina da esposizione dove erano posti al di là del vetro pastine, brioches e altre delizie di ogni tipo.

Furono immediatamente raggiunti da un tipo basso e magro dai capelli castano chiaro e camminava in modo spedito con un sorrisino compiaciuto stampato sul volto. Indossava un grembiule bianco e aveva in bocca quello che sembrava un lecca-lecca che gettò nel cestino prima di proferir parola.

"Dean-o! Ti aspettavo!"
Lanciò un'occhiata sorpresa a Sam.
" E non è da te portare compagnia."

Dean fece per ribattere ma venne preceduto dall'altro, che pareva aver avuto una rivelazione subito dopo aver dato un'occhiata più approfondita a Sam.
"Aspetta...Alto, muscoloso, capelli lunghi da principessa: Questo è tuo fratello! Piacere, io sono Gabriel, il proprietario di questo angolo di paradiso". Disse questo allungando la mano oltre il bancone e porgendola al minore dei fratelli.

"Piacere mio, sono Sam. Ma immagino tu lo sappia già. Mio fratello è un cliente abituale dico bene? È un drogato di dolci e di tutta la roba che fa alzare il colesterolo in generale" rispose ricambiando la stretta di mano.

"Ehi, sei tu che fai una dieta a base di cibo per conigli. Non è colpa mia se non sai goderti i piaceri culinari della vita" ribatté il fratello sottolineando l'importanza che per lui aveva quel discorso.
Sam, in tutti quegli anni, non aveva mai capito come suo fratello potesse mangiare in continuazione così tante schifezze senza diventare una palla che rotola, visto che non faceva nemmeno palestra.

Gabriel prese dalla tasca del suo grembiule taccuino e penna.
"Beh ragazzi, sedetevi. Per te Dean-o immagino la mia specialissima crostata di ciliegie e a te cosa porto Samuel?"

"Lo stesso che prende mio fratello, grazie."

Si sedettero ad un piccolo tavolo la cui vetrata dava sulla strada.
Dean si guardò intorno, il locale era tranquillo, come clienti c'erano solo loro due e un altro tizio con un ridicolo trench, seduto al tavolo nell'angolo del locale, intento a scribacchiare su alcuni, anzi, su una pila di fogli posti davanti a lui.
Poi, il maggiore dei fratelli Winchester ebbe un flash. Quel tizio era Castiel. L'uomo che aveva conosciuto poche ore prima al parco. Poco ma sicuro, Dean l'avrebbe riconosciuto ovunque. Era difficile dimenticarsi un volto come quello di quell'uomo.

Senza dire nulla si alzò sotto lo sguardo stranito di Sam e sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi, si diresse verso il tavolo del suo conoscente.
"Castiel! Il mondo è davvero piccolo!"

Quest'ultimo alzò lo sguardo dalla pila di fogli e sorpreso di aver incontrato Dean due volte nella distanza di poche ore, sorrise.
"Ciao, Dean. Anche per me è un piacere rivederti. Noto che sei di ottimo umore adesso."

Prima che Dean potesse rispondere, furono raggiunti da un Sam dall'aria curiosa.
"Castiel, questo è Sam, mio fratello. Sammy, lui è Castiel."
I due appena conosciuti si strinsero la mano.

"Dean mi aveva parlato di te. Sono felice di conoscere la persona più importante della sua vita."
Alle parole di Castiel, Dean arrossì cercando di non darlo a vedere e Sam rimase basito.
"Oh, piacere mio."
Sapeva di essere l'unica persona della famiglia rimasta per suo fratello, oltre a Bobby, ma sentirselo dire da una persona per il momento a lui sconosciuta, gli riempì il cuore di gioia.
Doveva essere una persona speciale, per Dean, se questo Castiel conosceva la sua storia. Sam ora era diventato ancora più felice. Suo fratello aveva un amico, un amico di cui si era fidato abbastanza per essersi confidato e dal modo in cui quei due si guardavano, pareva che si conoscessero da una vita.

"Se volete unirvi a me, ho quasi finito di correggere questi compiti."
"Ah, si. Giusto prof." disse con fare ammiccante Dean sedendosi al tavolo insieme al fratello.
Proprio in quel momento Gabriel raggiunse il tavolo con le loro ordinazioni.

"Ragazzi, vedo che avete conosciuto Cassie, il mio fratellino!"
A tale affermazione Dean spalancò gli occhi.
"Wow, non l'avrei mai detto. Come mai non ti ho mai visto qui?" disse mentre divorava letteralmente la torta che gli era stata appena servita, a differenza di Sam che la stava degustando a piccole forchettate.

"Mi sono ritrasferito qui a Lawrence giusto due settimane fa. Mi hanno offerto una cattedra e ho colto subito l'occasione al volo."

Gabriel, dopo essersi assicurato che non ci fossero clienti, prese una sedia dal tavolo accanto e si sedette con loro.
"Si, lo so Dean-o. Non l'avresti mai detto perché io sono molto più affascinante di questa brutta copia del tenente Colombo."

"O forse perché sei decisamente più basso di me, Gabe." ribatté Castiel.

"Comunque: mio fratello è venuto qua a correggere i compiti dei suoi alunni unicamente perché tutto quello che ordina è gratis. È il mestiere di famiglia, ragazzi: Nostro padre è un temuto critico culinario ricco sfondato, zia Amara ha aperto la sua catena di ristoranti in India, Michael, il più grande di noi fratelli Novak, è uno chef stellato di uno dei più prestigiosi ristoranti di New York e a gestire questa baracca siamo io, e i nostri cugini Balthazar e Anna Milton.
Si può dire che Cassie è la pecora nera della famiglia. Ha deciso che la sua passione non era cucinare ma insegnare, così, si è ribellato a nostro padre. Giusto professor Novak?"

"Oh, Gabriel, sta' zitto! Ti verranno tante di quelle carie a furia di mangiare quelle porcherie zuccherate." Cosi rispose Castiel che iniziò a bisticciare con suo fratello nemmeno fossero alla scuola materna.

Un'orda di ragazzini entrò nel locale e si misero subito ad improntare di manate il vetro della vetrina sotto al bancone che esponeva i dolci.
Gabriel fu costretto a congedarsi con un'imprecazione sussurrata rivolta ai ragazzini e salutò i Winchester.

Anche Dean e Sam si alzarono dal tavolo pronti per pagare il conto.
"Dovremmo rivederci. Che cosa ne dici, Cas?" si rivolse a lui il maggiore dei fratelli.
Castiel lo fissò dritto negli occhi e piegò leggermente la testa di lato come se non stesse capendo a pieno la domanda. Dean pensò che fosse un suo gesto abbastanza frequente e lo trovò a dir poco adorabile.
Adorabile? Perché Castiel dovrebbe essere adorabile? Trovava questa espressione divertente, tutto qua.
"È la versione abbreviata del mio nome?".²

Qualcosa si mosse all'interno di Dean. Non si spiegava come. Gli sembrava di aver già vissuto quella situazione.

Fu Sam a rompere gli sguardi dei due con un colpo di tosse.
"Allora ci vediamo Castiel, è stato un piacere."

"Cas" si congedò Dean facendo un cenno di capo al moro e dirigendosi verso l'uscita con il fratello.

"Cas" ripeté Castiel stesso sorridendo e ritornando con la testa china sui pochi compiti ancora da correggere.
Nessuno l'aveva mai chiamato cosi.

***

N/A: ¹Citazione della 1×12 (Faith)

²Citazione leggermente modificata della 8×08 (Hunteri Heroici)


   
 
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