20/06/2022
8 recensioniDouble the trouble
«Non capisco una cosa».
Oikawa condivide la confusione di Bokuto ma non riesce a fermare la sua lingua velenosa: «Sarà una lunga notte».
«Ho fatto qualcosa di male?»
«Lo chiedi a me?»
«Hai fatto qualcosa di male?»
«Non intendevo-», Oikawa scuote la testa.
Le guance premute contro la superficie del tavolino del bar deformano i loro volti ma Oikawa, in quel momento, ha pensieri più importanti su cui riflettere, cosa che gli fa improvvisamente capire la gravità della situazione.
«Dobbiamo fare qualcosa!», decreta sollevandosi di scatto, una patatina appiccicata alla fronte.
Bokuto concorda accoratamente: proprio non capiscono perché Akaashi e Iwaizumi siano arrabbiati ma sono più che intenzionati a scoprirlo.
Oikawa condivide la confusione di Bokuto ma non riesce a fermare la sua lingua velenosa: «Sarà una lunga notte».
«Ho fatto qualcosa di male?»
«Lo chiedi a me?»
«Hai fatto qualcosa di male?»
«Non intendevo-», Oikawa scuote la testa.
Le guance premute contro la superficie del tavolino del bar deformano i loro volti ma Oikawa, in quel momento, ha pensieri più importanti su cui riflettere, cosa che gli fa improvvisamente capire la gravità della situazione.
«Dobbiamo fare qualcosa!», decreta sollevandosi di scatto, una patatina appiccicata alla fronte.
Bokuto concorda accoratamente: proprio non capiscono perché Akaashi e Iwaizumi siano arrabbiati ma sono più che intenzionati a scoprirlo.
**
Oikawa sente gli ingranaggi encefalici fare resistenza prima di partorire l’unica ipotesi plausibile: forse si è lamentato troppo del ginocchio.
“Concentrati! Non. Parlare. Del. Ginocchio!”
«Iwa-chan», piagnucola raggiungendolo alla cassa. «Mi fa male il ginocchio!»
«Siediti».
L’alzatore sbuffa ma non demorde.
Lo abbraccia e appoggia le labbra nell’incavo tra collo e spalla per mordicchiarlo: sa che è un suo punto debole.
Iwaizumi gli appoggia una mano sulla testa… e lo spinge via.
Normalmente ricambierebbe l’abbraccio, per poi ghermirgli bruscamente i capelli… oppure gli tirerebbe un pugno – o, insomma… una cosa non escludeva l’altra.
Ma ignorarlo così…
Oikawa sente gli occhi pizzicargli.
Nondimeno, alla fine, l’asso lo prende per mano: «Andiamo».
**
Bokuto è confuso mentre bussa sulla porta.
«Ho parlato troppo di quella parallela? Ma è venuta così bene!»
«Non potevi aspettare che uscissi dal bagno?» sbuffa Akaashi emergendo dal cubicolo.
Bokuto mugugna affranto quando lo sente sospirare ma non demorde.
Lo abbraccia. Con le labbra, gli stuzzica il collo, poco sotto l’orecchio – sa che è un suo punto debole – e infila le mani sotto la sua maglia.
Akaashi gli schiaffa una mano sulla faccia… e lo sposta bruscamente.
«Ehi…»
Normalmente nasconderebbe il viso imporporato e reclinerebbe la testa sulla sua spalla.
Ma rifiutarlo così…
«Akaashi…»
Bokuto sente gli occhi pizzicargli.
Nondimeno, alla fine, l’alzatore gli afferra il polso: «Andiamo!»
«Ho parlato troppo di quella parallela? Ma è venuta così bene!»
«Non potevi aspettare che uscissi dal bagno?» sbuffa Akaashi emergendo dal cubicolo.
Bokuto mugugna affranto quando lo sente sospirare ma non demorde.
Lo abbraccia. Con le labbra, gli stuzzica il collo, poco sotto l’orecchio – sa che è un suo punto debole – e infila le mani sotto la sua maglia.
Akaashi gli schiaffa una mano sulla faccia… e lo sposta bruscamente.
«Ehi…»
Normalmente nasconderebbe il viso imporporato e reclinerebbe la testa sulla sua spalla.
Ma rifiutarlo così…
«Akaashi…»
Bokuto sente gli occhi pizzicargli.
Nondimeno, alla fine, l’alzatore gli afferra il polso: «Andiamo!»
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Akaashi e Iwaizumi, mano nella mano con Bokuto e Oikawa, si incontrano a metà strada tra la cassa e i bagni.
Una serata al pub fra amici era sembrata una buona idea ad entrambi.
Quando i bicchieri vuoti avevano iniziato ad accumularsi sul tavolino un vago senso di irrequietezza aveva fatto capolino nella mente dei due corvini.
Un lungo scambio di sguardi consapevoli; infine è Iwaizumi a prendere la parola, il tono decisamente contrariato: «Restituiscimi il mio idiota! E riprenditi il tuo!»
Perché quando Oikawa aveva addentato il collo di Akaashi e Bokuto infilato le mani sotto la maglietta di Iwaizumi avevano realizzato di aver commesso davvero un grande errore.
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Una serata al pub fra amici era sembrata una buona idea ad entrambi.
Quando i bicchieri vuoti avevano iniziato ad accumularsi sul tavolino un vago senso di irrequietezza aveva fatto capolino nella mente dei due corvini.
Un lungo scambio di sguardi consapevoli; infine è Iwaizumi a prendere la parola, il tono decisamente contrariato: «Restituiscimi il mio idiota! E riprenditi il tuo!»
Perché quando Oikawa aveva addentato il collo di Akaashi e Bokuto infilato le mani sotto la maglietta di Iwaizumi avevano realizzato di aver commesso davvero un grande errore.
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Ha voglia di dargli un pugno: se ne vergogna ma gli dà fastidio essere stato confuso con l’alzatore della Fukurodani.
Merdakawa sembra così sconsolato da quando, usciti dal pub, si è seduto sulla panchina più vicina per massaggiarsi la gamba che Iwaizumi sente l’irritazione salire alle stelle.
Odia che, unico destinatario di quello sguardo che tradisce le sue insicurezze, riesca solo ad inginocchiarsi per lenirgli il ginocchio con una carezza.
Odia che la voce emozionata di Tooru mentre lo chiama per nome lo scuota così a fondo.
Assesta una leggera testata punitiva sulla fronte del suo alzatore ma alla fine si offre di caricarlo sulle spalle per portarlo a casa.
**
Dovesse descriverlo, Akaashi direbbe che Bokuto sembra un gufo abbacchiato.
Persino i suoi capelli sembrano afflosciarsi mentre si profonde in mille scuse non richieste per poi perdere il filo del discorso.
Bokuto ha tante debolezze – trentasette, al momento – e nonostante questo è la persona migliore che conosca.
La più infantile e snervante; la più entusiasta e appassionata.
«Dovevo riconoscerti: non-»
Keiji lo abbraccia, completando la frase per lui: «Non c’è nessuno come te, Bo».
Dovrebbe dirgli più spesso quanto sia grato; dovrebbe dirgli più spesso che, per quanto l’asso si ritenga fortunato, è lui che ad ogni sorriso che Kotaro gli rivolge si sente la persona più importante sulla terra.
Persino i suoi capelli sembrano afflosciarsi mentre si profonde in mille scuse non richieste per poi perdere il filo del discorso.
Bokuto ha tante debolezze – trentasette, al momento – e nonostante questo è la persona migliore che conosca.
La più infantile e snervante; la più entusiasta e appassionata.
«Dovevo riconoscerti: non-»
Keiji lo abbraccia, completando la frase per lui: «Non c’è nessuno come te, Bo».
Dovrebbe dirgli più spesso quanto sia grato; dovrebbe dirgli più spesso che, per quanto l’asso si ritenga fortunato, è lui che ad ogni sorriso che Kotaro gli rivolge si sente la persona più importante sulla terra.
Angolino autrice:
Buon pomeriggio!
Dunque, questa piccola storiella era nata come flashfic… poi, dato che 500 parole non mi sembravano sufficienti, ho pensato di trasformarla in una one-shot… poi non so cosa sia successo e ho deciso che doveva diventare una esadrabble!
UCAS, ufficio complicazione affari semplici! -.-
Queste sei drabble mi hanno tirata scema e non sono tutt’ora del tutto convinta di essere riuscita a scrivere e trasmettere tutto quello che volevo!
Sono comunque felicissima di aver provato a prendere in mano i Bokuaka♥ anche i personaggi di Oikawa e Iwaizumi, che trovo interessantissimi e sui quali spero davvero di riuscire a tornare a scrivere presto!
Ringrazio Leila per il titolo e il parere in anteprimak ♥
Grazie mille a chiunque abbia voluto dedicare a questa storiellina un po’ del suo tempo *^*
A presto!
Carmaux