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Autore: Stria93    26/06/2022    1 recensioni
Kakashi Hatake deve portare a termine la missione più delicata che gli sia mai stata affidata, ma potrà contare sull'aiuto del suo storico amico e rivale.
Due shinobi veterani, eroi di guerra, si confronteranno con la tenerezza di una bambina di sei anni.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gai Maito, Himawari Uzumaki, Kakashi Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Kakashi arrivò a casa di Naruto e Hinata alle 18, come concordato. La puntualità non era mai stata una qualità che l'ex Hokage potesse vantare, ma almeno per una volta evitò di farsi attendere.

Quel giorno ricorreva l'anniversario di matrimonio dei due ragazzi e i loro amici avevano fatto in modo di regalare alla coppia una serata alle terme con pernottamento incluso.

Shikamaru avrebbe gestito le questioni interne al villaggio, sopperendo alla temporanea assenza dell'Hokage. Ci aveva riflettuto ed era giunto alla conclusione che Konoha non sarebbe piombato nel caos per una sera e una notte di ferie del Settimo, anche se per lui significava lavoro extra e dunque sarebbe stata una vera seccatura. Naruto si era offerto di ricorrere ai cloni per badare a tutto quanto, ma Shikamaru era stato categorico su questo punto: stava lavorando troppo e meritava di trascorrere qualche ora in totale relax senza tenere attivata la tecnica della moltiplicazione del corpo.

Ma tutti i programmi avevano rischiato di saltare all'ultimo momento poiché Hiashi e Hanabi erano stati costretti a partire per un incarico diplomatico molto urgente e dunque non avrebbero potuto occuparsi della figlia minore di casa Uzumaki, la piccola Himawari. Boruto era in viaggio d'istruzione con la sua classe dell'Accademia e tutti gli amici dei genitori erano impegnati in altre faccende.

Dal canto loro, Naruto e Hinata sarebbero stati disposti a rinunciare a quella breve fuga romantica pur di non scomodare qualcuno, ma Sakura non aveva voluto sentire ragioni e quando si era presentata a casa di Kakashi aveva fatto ricorso a tutte le sue spiccate doti agressivo-persuasive per convincerlo ad accollarsi l'onere di badare alla bimba.

- Insomma, Maestro, ormai è in pensione e sono sicura che il tempo libero non le manchi. Non vuole contribuire a far felice una coppia di sposini che non ha mai occasione di starsene un po' insieme in intimità? Hinata mi ha detto che da quando Naruto è diventato Hokage passa pochissimo tempo a casa e non riescono quasi mai a trascorrere qualche momento da soli. Si tratta solo di una notte! Non vuole farlo per il suo allievo più affezionato? -

Infine, Kakashi aveva ceduto esalando un sospiro: in fondo, era giusto che anche lui facesse la sua parte.

Ed ecco come il Sesto Hokage si era ritrovato di fronte a quella porta, pronto (o forse non tanto) ad affrontare una delle missioni più delicate e impegnative che gli avessero mai affidato in vita sua: fare il babysitter.

Be', non può essere poi molto diverso dall'occuparsi di tre adolescenti. Si disse, ripensando ai tempi in cui era il Jonin supervisore dei Genin della Squadra 7. Se all'epoca sono riuscito a fare da maestro a quella peste di Naruto, non dovrei avere problemi con sua figlia.

Naturalmente gli era già capitato altre volte di avere a che fare con Himawari e anche con Boruto, quando era più piccolo. Era sempre il benvenuto a casa Uzumaki e più di una volta, in occasione di una sua visita, aveva tenuto in braccio e coccolato un po' goffamente i figli del suo ex allievo.

Ma quella sera si trattava di una situazione del tutto particolare: dal momento in cui Naruto e Hinata fossero usciti dalla porta davanti alla quale stava esitando, Himawari sarebbe stata interamente sotto la sua responsabilità fino al mattino seguente. La sua sicurezza e il suo benessere sarebbero dipesi da lui e da come avrebbe gestito il tutto... e i bambini, doveva ammetterlo, non erano esattamente il suo forte.

Kakashi raccolse il coraggio a due mani e suonò il campanello.

Fu Hinata ad accoglierlo con un gran sorriso e un inchino. - Oh, buonasera Maestro Kakashi. Non so davvero come ringraziarla per essere venuto. -

Si scostò per lasciarlo passare e mentre il Jonin si toglieva le scarpe nell'ingresso, Naruto sopraggiunse dal corridoio, tenendo per mano la figlioletta. A differenza della moglie, l'espressione dipinta sul suo viso esprimeva più diffidenza che gratitudine.

Himawari si staccò dalla stretta del padre e gli corse incontro. - Zio Kakashi! -

L'uomo si sentì sciogliere il cuore in petto, come accadeva ogni volta che incrociava quegli occhioni azzurri. Himawari gli saltò in braccio e lui la sollevò senza alcuno sforzo.

- Anche per me è un piacere rivederti, piccola. È passato un bel po' di tempo dall'ultima volta. -

Naruto sorrise e scosse la testa di fronte alla scenetta. - Va bene, va bene. Ora scendi, Hima. Non vorrei che il Maestro Kakashi si facesse male alla schiena. Ricordati che non è più un giovincello. -

Il Sesto Hokage fece una smorfia. - Tuo padre mi sta dando del vecchietto, per caso? -

Himawari rise. - Ma no, non sei poi tanto vecchio. -

L'uomo rivolse al biondo un'occhiata soddisfatta. - Ecco! Sentito tua figlia? -

La bambina assunse un'aria pensierosa, come se avesse notato un particolare che dapprima le era sfuggito. - Anche se, in effetti, hai i capelli d'argento proprio come nonno Hiashi. -

Fu il turno di Naruto di scoppiare a ridere di gusto.

Incapace di trovare una valida replica a quell'affermazione tanto innocente quanto inoppugnabile, Kakashi rimise a terra la piccola e mentre Hinata si inginocchiava davanti a lei per raccomandarle di fare la brava e di non far disperare lo “zio Kakashi”, Naruto si avvicinò al suo ex maestro con piglio minaccioso.

- Spero che non sia stato così sconsiderato da portarsi dietro uno dei suoi libri sconci. - bisbigliò, cercando di non farsi sentire dalla moglie.

Kakashi arrossì sotto la maschera e alzò le mani per tranquillizzare Naruto. - Ehm, ma no. Certo che no. Cosa vai a pensare? -

Il suo ex allievo strinse gli occhi e gli piantò addosso uno sguardo sospettoso. - Me lo auguro, perché non mi importa se quando era il nostro maestro si sentiva libero di leggere le porcherie dell'Eremita Porcello di fronte a noi; non lo farà con la mia bambina. -

Quegli ammonimenti da parte del teppistello che un tempo era stato affidato alle sue cure lo fecero sentire davvero un relitto umano. Sensazione che trovò particolarmente spiacevole.

- Non preoccuparti, Naruto. Andrà tutto bene. Fidati del tuo vecchio Sensei. - gli strizzò l'occhio. - E poi, dopo aver avuto a che fare con te, Sakura e Sasuke, credo di essere pronto a tutto. -

L'espressione di Naruto si addolcì mentre rivolgeva un'occhiata affettuosa alla figlia. - Be', per fortuna Himawari non ha preso da quella testa quadra di suo padre. -

Kakashi si astenne dal replicare ma, ai suoi occhi, la piccola aveva molti più tratti in comune con Naruto di quanto lui potesse credere.

- Bene, è ora di andare o arriveremo tardi. -

Hinata prese sotto braccio il marito e si profuse di nuovo in un tripudio di ringraziamenti alla volta di Kakashi.

- Ma no, non dirlo neanche, Hinata. Voi godetevi il vostro regalo di anniversario in tutta tranquillità. Qui ce la caveremo alla grande. - Lo spero!

Himawari annuì incoraggiante, a conferma delle sue parole. - Mamma, papà, non preoccupatevi per me. Io e lo zio Kakashi staremo benissimo. -

Marito e moglie si scambiarono uno sguardo parimenti incerto, ma alla fine salutarono e varcarono la soglia, scomparendo oltre la porta.

Il Sesto Hokage abbassò lo sguardo sulla bambina, trovandola serena e tranquilla. A quanto pareva, tra i due era lui ad essere più in ansia all'idea delle ore successive. Ma le sue preoccupazioni evaporarono all'istante nel momento in cui Himawari, accortasi del suo sguardo su di sé, gli rivolse un gran sorriso angelico.

Ma sì, andrà tutto bene. Ne sono sicuro.

- Allora, Himawari. È quasi ora di cena. Hai fame? -

La bimba annuì e i due si recarono in cucina.

Kakashi radunò gli ingredienti per un pasto nutriente a base di pesce: la sua specialità. Himawari lo aiutò nelle varie fasi della preparazione, chiacchierando allegramente.

- Cucinare mi piace un sacco. Aiuto sempre la mamma e mi piace inventare ricette nuove. Magari, da grande potrei diventare una cuoca. Però mi piace molto anche disegnare, e curare i fiori come zia Ino, e occuparmi degli animali. Ma se facessi così tanti lavori tutti insieme, poi non mi resterebbe il tempo per mangiare e dormire, e papà dice che si lavora meglio con lo stomaco pieno e ben riposati. -

L'uomo rise davanti a quel discorso improbabile. Himawari non mancava certo di interessi e progetti per il futuro, anche se il fatto che non avesse neppure accennato alla possibilità di diventare shinobi l'aveva sorpreso. Ma, d'altra parte, i tempi erano cambiati e con la repentina modernizzazione del villaggio, le opportunità di svolgere mestieri diversi da quello del ninja si erano moltiplicate a dismisura. Certo, che il Byakugan si fosse manifestato spontaneamente in lei già in tenerissima età poteva rappresentare un fattore determinante che avrebbe spinto molti a premere perché la bambina seguisse la strada dei suoi genitori e del fratello, dopotutto Himawari era pur sempre una discendente diretta dei potenti clan Hyuuga e Uzumaki. Ma spingerla su quel sentiero senza che in lei fosse presente una motivazione forte sarebbe stato controproducente.

- Zio Kakashi? -

La vocina sottile della bimba lo distolse dalle sue elucubrazioni, riportandolo al presente.

- Sì, che c'è? -

La bimba gli indicò la padella che sfrigolava sul fornello, dalla quale iniziava a salire una colonna di fumo un po' troppo scuro e acre.

Kakashi si riscosse e fece appena in tempo a portare in salvo il malcapitato pesciolino prima che finisse carbonizzato.



- Buon appetito! -

Kakashi depose davanti alla bambina il piatto con la cena.

- Che meraviglia! - commentò la piccola, inalando il profumino invitante della pietanza. - Sembra delizioso! -

L'uomo le fece l'occhiolino. - Be', non è tutto merito mio. Ho avuto un'ottima aiutante. -

Himawari aveva appena afferrato le bacchette quando il campanello trillò, annunciando l'arrivo alla porta di un visitatore. Lei e Kakashi si scambiarono un'occhiata perplessa.

- Aspettavate qualcuno? -

La bimba si strinse nelle spalle e scosse la testa. Si udì un secondo suono, stavolta più prolungato e insistente.

Kakashi scostò la sedia e si alzò da tavola. - E va bene. Andiamo a vedere chi è. Hima, tu resta qui e comincia pure a mangiare. Ci penso io. -

Imboccò il corridoio e spostò una mano alla fodera del kunai che portava alla gamba (vecchie abitudini da shinobi dure a morire).

Possibile che qualche malintenzionato fosse venuto a conoscenza dell'assenza dell'Hokage e sua moglie e avesse deciso di approfittarne per fare irruzione in casa sua? Magari per rapire Himawari! Certo, suonare il campanello in quel modo non era una strategia propriamente efficace per portare a termine quel tipo di losco proposito, ma chi poteva dire cosa passasse per la testa di un criminale con tutta probabilità improvvisato? E se si fosse trattato di un diversivo?

Ad ogni modo, Kakashi era pronto a qualunque evenienza. Le sue dita stringevano saldamente l'elsa del pugnale.

- Chi è? - domandò a voce alta, guardingo.

Non giunse alcuna risposta comprensibile: solo una specie di grugnito e forse un'imprecazione soffocata.

Quando il Jonin aprì la porta, venne investito da una cascata di oggetti non ben identificati che gli piombarono addosso, facendogli perdere l'equilibrio e portandolo a cadere all'indietro.

Kakashi si districò da quel ciarpame e balzò in piedi, pronto a contrattaccare, tuttavia non fu un bandito o un potenziale rapitore di bambine quello che si ritrovò davanti. Si trattava di uno spettacolo ben più bizzarro e inaspettato.

Gai se ne stava sulla soglia della porta in equilibrio sulle mani e lo fissava con aria di rimprovero. - Finalmente! È da cinque minuti che suono il campanello e ti assicuro che non è un'impresa così semplice quando devi stare a testa in giù e reggere con le gambe tutta quella roba. Ho dovuto premere il tasto con il naso! -

- Gai?! Ma che ci fai qui? -

- Be', non è ovvio? Ho saputo che avresti fatto da babysitter alla figlia di Naruto e Hinata e sono venuto a darti una mano! Senti, non è che potresti recuperare quell'aggeggio infernale? Con queste scale, mi è solo d'intralcio. -

Kakashi seguì la direzione dello sguardo di Gai alle sue spalle e vide la sedia a rotelle abbandonata tristemente davanti ai gradini dell'ingresso. Si affrettò a toglierla dalla strada e a trasportarla in casa, in modo da permettere all'amico di abbandonare quella posizione ridicola e accomodarsi.

Solo in quel momento Kakashi prestò attenzione alla pila di oggetti che l'aveva travolto e che ora giaceva sul pavimento alla rinfusa: c'erano un biberon, una confezione di latte in polvere, omogeneizzati, un pacco di pannolini, ciucci, giocattoli vari, animali di pezza, un bavaglino e perfino un baby-monitor.

- Ehm, Gai? - domandò, prendendo tra le mani un sonaglino decorato con piccoli shuriken adesivi.

- Mmm? -

- Potresti spiegarmi cosa pensavi di fare con questa roba? -

- Ma che domande! Sono tutte le cose che ti servono per occuparti di un bambino, no? Senza offesa, Kakashi, ma non credo che tu sia proprio un esperto in materia. Ma non preoccuparti, ora ci sono io e ti darò tutto il supporto che ti occorre. -

Gai fece balenare il suo sorriso smagliante e Kakashi fu quasi dispiaciuto di dover sgonfiare tutto quell'entusiasmo dando voce al minuscolo dettaglio che evidentemente l'amico si era dimenticato di considerare: - Gai, Himawari ha sei anni. Non le serve tutto questo. -

L'uomo in verde aggrottò le folte sopracciglia corvine e le sue narici ebbero un fremito. Kakashi poteva vedere gli ingranaggi della sua mente lavorare a pieno ritmo in cerca di una giustificazione che potesse salvarlo dalla gaffe.

Alla fine si schiarì la voce per darsi un contegno. - Oh. Be', non si è mai abbastanza preparati quando si ha a che fare con i bambini. Scusa tanto se sono un tipo previdente. -

- Zio Kakashi? -

Himawari fece capolino dalla porta del soggiorno, incuriosita da quel trambusto, e le iridi color del mare le si fecero ancora più grandi del solito per la sorpresa di quel visitatore inatteso.

- Signor Gai! -

- Hey, Himawari! Come stai? -

- Molto bene, grazie. - rispose educatamente. - E lei, Signor Gai? -

- Oh, non c'è male. Tiro avanti sorretto dalla forza incrollabile della gioventù! -

Un'espressione confusa apparve sul volto della bambina prima di mutarsi in un sorriso divertito.

Il moro si accigliò e mise su un'espressione corrucciata alla volta dell'amico. - Fammi capire, perché tu saresti “zio Kakashi” e io solo il “signor Gai”? -

Kakashi ridacchiò. - Naruto è stato mio allievo, no? Credo sia giusto che abbia la precedenza. Avanti, non essere geloso, signor Gai. -

Nel frattempo l'attenzione di Himawari era stata dirottata verso i giocattoli sparsi a terra, in particolar modo da un koala di pezza dalle fattezze particolarmente tenere. S'inginocchiò e lo prese tra le mani, con gli occhi che le brillavano - Che carino! -

Gai sorrise. - Prendilo pure. È un regalo per te da parte mia. -

La bimba s'illuminò e ringraziò con un profondo inchino prima di dedicare tutta la propria attenzione al suo nuovo pupazzo preferito.

Gai fece cenno a Kakashi di chinarsi verso di lui con fare cospiratorio e gli si accostò all'orecchio in un sussurro. - Di' un po': non è che ti sei portato uno dei tuoi libri osceni, vero? -

Kakashi gli lanciò un'occhiata offesa prima di sospirare, sentendosi sconfitto. Evidentemente, non doveva godere di molta credibilità in fatto di nozioni pedagogiche. La sua ben nota passione per quella serie di romanzi giocava decisamente a suo sfavore in quel campo.

- Allora? - lo incalzò Gai.

Ennesimo sospiro. - E va bene. Potrei averne presa una copia tascabile. - ammise. - Ma non sono così incosciente da mettermi a leggere davanti alla bambina. - puntualizzò, in un estremo tentativo di difendere il proprio onore. - Lo farò solo dopo che si sarà addormentata. Per far passare il tempo. -

Gai scosse la testa. - Accidenti, amico, non cambi mai. Sei sempre il solito. -

- Potrei dire la stessa cosa di te. - ribatté Kakashi con un sorrisetto.

- A tal proposito, - sul volto del moro si disegnò un sogghigno furbo. - Sbaglio, o è un tavolo da ping-pong quello che ho visto in giardino? -



Dopo cena, prese avvio una battaglia serrata a colpi di racchette. Gai e Kakashi si battevano senza risparmiarsi e per la piccola Uzumaki, eletta ad arbitro, fu un gran divertimento assistere alla partita e, al bisogno, intervenire per sedare gli animi dei due sfidanti.

Alla fine, la contesa si concluse in perfetta parità; complice il fatto che l'efficienza del giudice di gara fosse stata compromessa da una preoccupante serie di sbadigli, sempre più ravvicinati.



Kakashi e Gai sedevano nel soggiorno mentre Himawari, in grembo a Kakashi li ascoltava raccontare dei tempi in cui i suoi genitori erano ragazzini.

Gai stava sghignazzando di gusto al ricordo di quella volta in cui i Genin del villaggio si erano coalizzati per scoprire il volto di Kakashi sotto la maschera quando si bloccò di colpo e si lasciò andare a un sorriso intenerito.

- Uh? Che c'è? -

Gai si portò un dito alle labbra e indicò la bambina. Kakashi abbassò lo sguardo e vide Himawari profondamente addormentata, il capo abbandonato contro il suo petto.

- Oh, ma tu guarda. Immagino che dovrei portarla a letto. -

Gai annuì. - Già, dovresti. - concordò. - Ma ti conosco troppo bene per non capire che ti piacerebbe tenertela in braccio così per tutta la notte. Sei diventato un gran tenerone, amico mio. -

Sentendosi colto in flagrante, Kakashi gli lanciò un'occhiataccia, poi si sistemò la bambina tra le braccia usando tutta la delicatezza possibile per non svegliarla e si alzò, dirigendosi verso le scale che portavano al piano superiore.

Himawari mugolò qualcosa quando la depose nel letto e le rimboccò le coperte.

Kakashi rimase per un attimo ad osservare il suo viso disteso nella quiete del sonno, la bocca dischiusa in un accenno di sorriso. I suoi lineamenti, così simili a quelli del padre, esprimevano tutta la serenità di una bambina che si sente al sicuro, circondata dai propri affetti. Una condizione ormai associata alla normalità, ma non era sempre stato così. In un passato fin troppo recente, quel senso di sicurezza e protezione era un privilegio di pochi, eletti e graziati da un fato crudele che non guardava in faccia nessuno, neanche i più piccoli.

I genitori stessi di Himawari costituivano un esempio perfetto: il padre orfano dalla nascita e rifiutato da tutti per essere il portatore involontario di un demone distruttore; la madre erede del prestigioso clan Hyuuga, senza possibilità di scelta, sempre sotto esame, sempre inadeguata, sempre troppo gentile e remissiva a parere del suo inflessibile padre.

L'atteggiamento puro e incontaminato di Himawari raccontava una storia completamente diversa. La cameretta colorata, piena di giocattoli, gingilli e disegni appesi alle pareti parlava di un ambiente familiare caldo, amorevole; un riparo sicuro dove poter trovare sempre conforto e tenerezza.

Ovviamente, la bimba nemmeno si rendeva conto dell'enorme fortuna che la sua generazione e quella di suo fratello avevano avuto nel nascere in quell'epoca di pace e prosperità. I suoi sogni non erano popolati da spettri di morte e angoscia, né le sue notti tenute ostaggio di rimpianti, desideri di vendetta e sensi di colpa. Ma era giusto così e il minimo che lui potesse fare era rallegrarsene e sperare che sempre più bambini in tutto il mondo ninja potessero godere delle stesse prerogative.

Kakashi si voltò, appoggiò una mano allo stipite della porta e lanciò un ultimo sguardo a Himawari prima di tornare in soggiorno, dove trovò Gai con lo sguardo perso nell'oscurità della sera fuori dalla finestra, assorto.

- Va tutto bene? - domandò, prendendo posto sul divano di fronte alla sua sedia a rotelle. - Sembri pensieroso. -

L'uomo riemerse dall'abisso della sua mente e gli rivolse un lieve sorriso. - Sì, in effetti stavo pensando. Pensavo a quanto quella bambina sia... be', una bambina. -

Kakashi inclinò la testa da un lato, confuso da quell'affermazione pleonastica. - Ti spiacerebbe spiegarti un po' meglio? -

Gai incrociò le braccia al petto e arricciò le labbra in una smorfia concentrata, nel tentativo di esprimere a parole il concetto che aveva preso forma nella sua mente negli ultimi minuti. - Intendo dire che ha sei anni ed è ancora così candida e innocente, così indifesa. Ai nostri tempi, a quell'età stavamo già imparando a combattere e molti di noi avevano già ampiamente avuto a che fare con perdite atroci o perfino ucciso. Tu sei stato addirittura promosso a Chunin. È incredibile come le cose siano diverse al giorno d'oggi. -

Kakashi inspirò profondamente e sollevò lo sguardo al soffitto, senza vederlo. Le riflessioni di Gai erano perfettamente in assonanza con le sue sensazioni.

- Hai ragione, - concordò. - ma è la nostra generazione che ha dovuto crescere in fretta. Troppo in fretta. Siamo stati costretti a confrontarci presto con il dolore e la sofferenza e ci siamo dovuti adattare per sopravvivere in un mondo pieno di pericoli e intrighi, con nemici celati dietro ogni angolo, talvolta assumendoci responsabilità molto più grandi di quello che competerebbe a un bambino. In questi tempi di pace, è normale che l'infanzia sia diversa da come l'abbiamo vissuta noi. - fece una pausa, prima di proseguire con tono più leggero. - Ma, del resto, è per questo che abbiamo combattuto in guerra, giusto? Per permettere ai bambini della nuova generazione di comportarsi come tali, senza doversi accollare prima del tempo gli oneri degli adulti. -

Gai lo ascoltava con attenzione, il viso insolitamente serio. - Sì, questo è il futuro che speravamo di costruire dopo la fine dell'ultimo grande conflitto. -

Kakashi annuì. - Esattamente. E l'innocenza infantile di Himawari è la prova che abbiamo avuto successo. -

I due uomini rimasero ancora un po' a parlare nel soggiorno degli Uzumaki, finché Gai non si accomiatò dall'amico.

Rimasto solo, Kakashi salì nuovamente le scale e si affacciò alla camera di Himawari per assicurarsi che fosse tutto a posto. La bimba dormiva della grossa, immersa in chissà quali sogni a tinte pastello. Ridacchiò silenziosamente costatando come la piccola avesse ereditato dal padre l'abitudine di dormire su un fianco, abbracciata al cuscino.

Naruto e Hinata avevano preparato per lui una stanza degli ospiti, ma Kakashi preferì tornare di sotto e sedersi in poltrona. Si guardò intorno fugacemente dopodiché estrasse dal marsupio un volume della serie di romanzi per adulti scritti da Jiraiya e si immerse nella lettura.



- Zio Kakashi? Zio Kakashi, svegliati! -

Kakashi socchiuse una palpebra e mise a fuoco il visetto di Himawari. La bambina stava in pedi davanti a lui, sprofondato nella poltrona. Si passò una mano sul viso e si stropicciò gli occhi ancora impastati. Doveva essersi assopito mentre leggeva.

A quel pensiero, un brivido lo gelò e si affrettò a cercare il libro clandestino. Si sentì mancare quando si accorse che l'oggetto incriminato si trovava proprio tra le mani della bimba, che prese a sventolarglielo sotto il naso.

- Perché stavi leggendo il libro che fa arrabbiare la mamma? - domandò con fare inquisitorio.

- Il... il libro che fa arrabbiare la mamma? - Quella definizione non prometteva nulla di buono.

Himawari annuì seria e alzò l'indice per ammonirlo. - La mamma non vuole che papà legga questo libro quando ci siamo noi nella stanza. - spiegò, severa. - Una volta Boruto ha cercato di guardarlo ma lei l'ha scoperto e si è arrabbiata tantissimo. Ha detto che non sono cose per noi bambini e che siamo troppo piccoli. A dire il vero, faceva proprio paura. -

Kakashi impallidì, figurandosi un'Hinata su tutte le furie. Era una scena alla quale non intendeva assistere, neanche per tutti i libri erotici del mondo.

- Allora sarà meglio che tua madre non lo veda in mano a te, giusto? Se tornasse in questo momento e ti trovasse con... -

Himawari sussultò e si affrettò a restituirglielo come se la copertina si fosse fatta incandescente sotto le sue dita.

L'uomo tirò un sospiro di sollievo mentre imboscava nuovamente il piccolo tomo al sicuro nel marsupio. Salvo per un pelo.

- No-Non glielo dirai, vero? -

La bambina fece l'occhiolino e gli tese il mignolo. - Non preoccuparti, zio Kakashi. È il nostro segreto. -

Lui le strinse il dito nel proprio e le batté l'altra mano sulla testa. - Brava piccola. -






Nota: In questa storia Himawari ha 6 anni (5 anni più giovane di Boruto, stando al manga).

  
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