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Autore: caith_rikku    27/06/2022    4 recensioni
[ AtsuHina - 2.600 parole ]
Shoyo Hinata ama Tobio Kageyama? - Nel campo, da soli sono metà, insieme sono più che interi.
Atsumu Miya odia Osamu Miya - Ma quando sono in campo insieme, quando Atsumu alza per lui, si sente finalmente completo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Atsumu Miya, Shouyou Hinata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Atsumu Miya ama la pallavolo
L’alzatore è il miglior giocatore della squadra, e Atsumu proprio non può lasciarsi scappare il ruolo.
Comincia così, con inconsapevolezza, ma ben presto la palla lo chiama a sé con sempre maggior forza. E il suo lato riflessivo, attento, comincia ad acuirsi. I suoi sensi da volpe prendono forma. Impara a capire inconsciamente come tirare fuori il meglio dai suoi compagni di squadra, viziarli.
Nasconde le sue fragilità dietro ad una maschera prepotente e senza scrupoli, pretendendo dagli altri più del massimo: lo stesso impegno, sudore e sangue che dona lui senza sacrificio.
A costo di farsi odiare, nasconde la propria empatia in una fame di potere.
L’unica cosa importante - vitale - è che lui possa continuare a toccare la palla con tutte e dieci le dita.

 
Shoyo Hinata ama la pallavolo
Sì ok, ci si avvicina con l’incoscienza e con la testardaggine tipica di un ragazzino che cerca il suo spazio nel mondo. Un pulcino, sempre troppo gracile, sempre troppo piccolo.
E la sfida di non avere nessuno con cui giocare, non avere un mentore, non avere una squadra, riesce solo ad intestardirlo ulteriormente, in maniera stupida e irrazionale.
Ma la prima volta che davvero riesce a schiacciare una palla - dopo ore passate a guardare video online e a farsi aiutare con vergogna dalla squadra femminile - quella prima schiacciata gli dà le farfalle allo stomaco, lo fa arrossire e balbettare e ridere incontrollabilmente.
Non vuole passare mai più un giorno della sua vita senza toccare una palla.
 
Atsumu Miya odia Osamu Miya
Perchè deve essere sempre lui il gemello migliore? Virtuoso in ogni cosa che fa?
Osamu sembra nato dotato in tutto, perfettamente a proprio agio in ogni situazione. Mentre Atsumu si sente un perenne vulcano in eruzione, che brucia tutto quello che sfiora, compreso sé stesso. Non riesce a non essere irruento, a non rispondere male, a non vivere sconvolto da emozioni talmente dirompenti da distruggerlo dall’interno.
Non può almeno lasciargli la pallavolo? Non può essere un po’ più scarso di lui, almeno in quello?
Invece Osamu è perfettamente bilanciato. Alza, schiaccia, difende.
E Atsumu continua ad andare sempre oltre il proprio limite, per cercare di raggiungerlo e superarlo, la competizione che diventa realtà fondante di tutto il loro rapporto.
Ma quando sono in campo insieme, quando Atsumu alza per lui, si sente finalmente completo, finalmente intero. È una sensazione effimera e affilata, perchè appena si ferma a riflettere ha la sensazione che, da solo, valga meno di metà. 
 
 
Shoyo Hinata ama Tobio Kageyama?

Nel campo, da soli sono metà, insieme sono più che interi. Anche quando Shoyo sente qualcosa che ruggisce nel sapere di essere comunque nell’ombra dell’altro.
Kageyama è così perfetto in tutto. Shoyo lo guarda muoversi in campo come vorrebbe muoversi lui, con sicurezza ed eleganza; Re del campo, prodigio alzatore, ammirato da tutti a bocca aperta. 
Tutti lo vogliono, e invece è di Shoyo.
E di Tanaka e di Asahi e di tutto il Karasuno.
Ma Shoyo lo sente suo. Sente che il corpo di Kageyama risponde al suo come se non potesse fare altrimenti. E questa sensazione lo elettrizza, come quando sente la palla riempire il palmo della mano nel colpo - grazie ad una sua alzata.
Vuole dirglielo, un sentimento confuso ma enorme che rischia di eslpodergli dal petto. Ma poi ha paura. Ma poi si sente uno stupido, non si sente all’altezza, perde coraggio, arrossisce.
“Kageyama, ancora!”
E più schiaccia le sue alzate perfette, una dopo l’altra, più si dimentica di tutto il resto, perché l’unica cosa che vuole in quel momento è continuare a sentire per sempre la palla sotto il palmo della mano, il rumore sordo che fa quando colpisce il linoleum.
  
 
Atsumu Miya odia Tobio Kageyama
Il ragazzo prodigio, che tutti rispettano e guardano ammaliati. Atsumu si rivede in lui, e non può che odiarlo come odia sé stesso.
Vederlo la prima volta come un Re caduto con la coda tra le gambe, gli dà una paura viscerale mai provata prima. Lo guarda e ha paura di fare la sua stessa fine, di venire abbandonato dalla squadra. Ha paura che senza Osamu nessuno lo ascolterebbe mai, nonostante lui metta tutto sé stesso al servizio dei suoi schiacciatori.
Ma se lo ritrova dall’altra parte della rete, risorto dalle ceneri, con una squadra alle spalle che lo ama anche se dispotico.
L’invidia gli fa sentire il sapore di bile sulla lingua. 

Atsumu Miya ama Shoyo Hinata
Lo vuole rubare a Tobio, l’invidia che brucia ancora più forte per come Shoyo lo guarda, per come Shoyo pretende
Vuole essere amato allo stesso modo, ma non è solo quello. Shoyo dà tutto se stesso e chiede altrettanto. Divora e brucia tutto. 
Atsumu sente l’adrenalina sulla pelle, la trepidazione nell’aver trovato un’anima affine, quella stessa fame ma ancora più impellente e vorace. Qualcuno così ossessionato da ammalarsi. 
Vorrebbe dargli tutto sé stesso, ma è il suo lato da alzatore l’unico che vale davvero qualcosa, l’unico che può mettere sul piatto con sicurezza. Così lo regala a Shoyo-kun.
Lo marchia in una promessa, li lega a doppio filo. 

 
Shoyo Hinata ama Atsumu Miya?
È stravolto dalla partita, sente l’adrenalina che non lo lascia, vede sfocato. 
E poi un dito puntato, una promessa detta a voce alta e ferma, senza vergogna, che suona come un destino che gli si imprime nella testa, nelle vene, nel cuore. 
Shoyo è stravolto, e ora è pure confuso. Per la prima volta, viene visto. Per la prima volta, qualcuno lo vuole. Qualcuno lo marchia a sé come Shoyo vorrebbe marchiare Kageyama.
A farlo è - se non si sbaglia - il miglior alzatore liceale di tutta la Nazione. E vuole Shoyo.
E Shoyo sente la fame che gli divora le viscere, il caldo invadergli il corpo. Sente la pelle d’oca e vorrebbe chiedergli nuovamente qual è lui, dei due gemelli. Adesso, è improvvisamente e curiosamente interessato a riconoscerli anche al di fuori dei loro ruoli in campo.

 
Atsumu Miya odia Shoyo Hinata
Che dopo 3 set al cardiopalma ancora non lo distingue dal fratello. Atsumu pensa che probabilmente Shoyo è stupido se nonostante tutto quel ragazzino ancora non li distingue.
Ma Atsumu è distrutto nell’orgoglio, perchè per l’ennesima volta lui è solo una parte di un intero chiamato “i gemelli Miya”. Di nuovo, la poca fiducia che ha in sé stesso al di fuori del suo ruolo nel campo traballa.
 
Atsumu Miya ama Osamu Miya
Ed è la paura, mista ad amore, che gli fa scagliare il primo pugno senza nemmeno rendersene conto.
Osamu che è bravo in tutto e non vuole continuare con la pallavolo, come se tutti quegli anni - come se tutta la vita di Atsumu - fossero stati solo un passatempo mentre capiva quale fosse la sua vera vocazione. Come se la pallavolo non fosse abbastanza. Come se Atsumu non fosse abbastanza.
E ancora quella sensazione di essere meno della metà senza di lui, di non sapere come fare a camminare sulle proprie gambe.
Si sente tradito e spaccato a metà. Si sente un fottuto perdente.

 
Shoyo Hinata ama il Brasile?
È ripartire da zero di nuovo, non appena si era sentito vagamente sicuro delle sue capacità. Ma Kageyama è sempre un passo - una convocazione - davanti a lui. E allora Shoyo sceglie la strada più in salita, sente che è l’unica che può percorrere se vuole arrivare alla vetta.
Il vento, la sabbia, l’oceano. La gente espansiva, che ride e tocca e abbraccia. E lui, che in Giappone era sempre stato quello invadente e troppo estroverso, sente di aver trovato un luogo che gli risuona nella cassa toracica. Ma non è abbastanza. 
Non lo ammette, perchè è frustrato e arrabbiato, ma diventare Ninja Shoyo non gli sta bastando.
La solitudine lo schiaccia. Sente la pelle di estranei sotto le dita, corpi che lo consolano, e lui si concede ma non si lega. 
Si rifugia nella sabbia che lo trattiene al suolo quando salta, gli tarpa le ali, ma è gentile quando Shoyo si tuffa a recuperare ogni palla impossibile.

Shoyo Hinata ama Toru Oikawa?
In quel sapore di casa trovato per caso in quella terra straniera che l’ha accolto, ha l’effimera sensazione di poter anche solo sfiorare quello che ha sempre voluto.
Ma Toru e Shoyo riescono a trovare nell’altro solo il miraggio di quello che sentono mancare.
Si leccano a vicenda le ferite che sono conseguenza della loro ambizione. Toru prova la sua stessa solitudine, e sentirsi compreso dà a Shoyo nuova linfa alla fame che lo divora da sempre. Adesso, lui e il Grande Re sono uguali. Adesso però, la sabbia e il vento portano Shoyo un passo avanti.
Separate le strade, l’obiettivo è ancora più chiaro di prima, ma ciò che manca - qualcosa reso astratto e fuori fuoco - ruggisce con più forza.

 
Atsumu Miya ama i MSBY Black Jackals
Entra nella squadra e si sente come Kageyama, la prima volta che l’ha incontrato, un bravo bambino. Si dà fastidio da solo per non avere il coraggio di essere dispotico, senza suo fratello che gli salva il culo.
Ma i giocatori della V.League gli assomigliano, focalizzati solo sul dare sempre il massimo. Quella caratteristica di Atsumu che gli altri chiamavano ossessione e di cui lui si era sempre colpevolizzato, qui è non solo apprezzata ma anche condivisa.
Qui non è il suo pessimo carattere a descriverlo, ma la sua attenzione e cura verso chi schiaccia.
Gli angoli si smussano nella sicurezza di un ambiente protetto, che non lo rinnega.
In questa famiglia acquisita, matura sicurezza nelle proprie gambe, nella propria persona. Con stupore, nessuno lo odia. Con meraviglia, si ritrova emozionato e devoto.

 
Shoyo Hinata ama Natsu Hinata
Ritorna a casa trepidante, non sta nella pelle. Attorno a lui finalmente può tornare sentire casa con tutti e cinque i sensi.
Natsu in due anni è diventata qualcosa che Shoyo riconosce solo in parte nella bambina che ha lasciato. Mezzi estranei, mezzi famigliari, non sanno bene come comunicare con l’altro.
La pallavolo diventa linguaggio comune, nel cortile di casa, nel parco poco distante, nella palestra della scuola di Natsu. Lei ha scelto di diventare alzatrice, come Kageyama, come Atsumu, e Shoyo si sente un po’ geloso, ma l’orgoglio sovrasta ogni cosa.
Shoyo si ricongiunge con una parte di sé che sentiva dimenticata in Brasile, e la sensazione è simile al librarsi in aria per schiacciare.
Ma Natsu a volte lo guarda come se fosse un estraneo, e sua madre gli chiede quali sono le sue intenzioni per il futuro. E lo stomaco gli si attorciglia, claustrofobico in una famiglia che si sente abbandonata ma in cui lui non ha davvero un posto. 
O forse lui vede tutto tramite le lenti del suo senso di colpa. Un sentimento che, come la sabbia, lo trattiene al suolo nel salto.

Shoyo Hinata ama Atsumu Miya
Shoyo si avvicina ad Atsumu perchè rivede Kageyama, Re del campo dispotico ma ammansito. Ritrova un compagno con cui sfidarsi giornalmente, un rapporto combattivo che potrebbe sembrare aggressivo, ma è il solo modo che conoscono da sempre per far sfogare la fame che pretende.
Ma Atsumu non è Kageyama, e Shoyo non è la sua ombra. Insieme, si completano senza perdere sé stessi.
Shoyo ha sempre posto la pallavolo davanti a qualsiasi altro sentimento, troppo impegnato nel raggiungere la meta, ma Atsumu gli mostra senza riguardi che si può vivere in maniera totalizzante nello stesso momento tutto ciò che si vuole, in un precario equilibrio in cui ottenere tutto senza distruggersi.
Atsumu gli mostra chiassosamente cosa vuol dire amare con tutto sé stesso, nonostante il terrore di essere ferito. E Shoyo si sente lusingato che proprio lui l’abbia scelto tra tutti - come sei anni prima - e vuole proteggerlo anche quando Atsumu morde e graffia e assomiglia più a Toru che a Kageyama.
Lo vuole per sé in un sentimento egoistico. Vuole assecondare ogni suo capriccio. 
Shoyo guarda Atsumu sorridere e per la prima volta sente le ali anche al di fuori dal campo.

 
Atsumu Miya ama Shoyo Hinata
Shoyo-kun lo istiga come solo Osamu sapeva fare. E nel loro sfidarsi con finta ferocia, Atsumu ritrova il divertimento di una volta, una sensazione nostalgica ma elettrizzante.
Spiazzato, emozionato, in campo sente sé stesso reagire con forza inaudita alle pretese di Shoyo, un predatore nascosto dietro un bianchissimo sorriso angelico.
Preoccupato, spaventano, sente questa impellenza solleticargli la pelle anche fuori dal gioco. Ora che si sente finalmente completo da solo, l’idea di nuotare in quell’oceano di fuoco gli fa pensare che finirà annegato. O che verrà risputato a riva, una volta che si aprirà a sufficienza da mostrare quanto poco valga al di fuori del campo.
Ma Shoyo-kun lo vuole, pretende, divora. E Atsumu si tuffa, perchè nella vita non ha mai saputo come vivere qualcosa senza farsi immediatamente travolgere.
Annaspa, quasi annega. Poi Shoyo lo sorregge.
Per la prima volta, qualcuno gli fa sentire con prepotenza che Atsumu è diventato una persona di cui essere orgogliosi.  
 
 
Shoyo Hinata ama la pallavolo
All’apice del mondo, con l’uomo che ama e i compagni di una vita che per una volta non vuole - non deve - affrontare e battere, ma con cui anzi fa squadra. Si vergogna del suo stesso delirio di onnipotenza, ma non riesce a trattenere l’orgoglio e la gioia.
La sera però, nel buio prima di dormire, racconta ad Atsumu di spiagge cristalline e gente espansiva e di squadre con un’altezza media di 190 centimetri.
Sente lo sguardo di Atsumu su di sé e la fame che ha nello stomaco viene sempre più avvelenata dalla vergogna, ma più tenta di sopirla più se ne sente sopraffatto.
 

Atsumu Miya ama la pallavolo
Alzatore di apertura della Nazionale Giapponese alle Olimpiadi, ad alzare all’uomo che ama, affiancato dagli amici di una vita. Sa che Samu e Kita-san li stanno guardando dalla nuova sede di Tokyo che suo fratello ha aperto - perchè come sempre lui ha successo in tutto quello che fa.
E ora che anche Atsumu si sente arrivato, può finalmente liberarsi dall’invidia e provare solo orgoglio per il fratello. Ora che è arrivato, non è più importante chi dei due è il più felice.
Di sicuro la loro scommessa la vince lui, sulla vetta del mondo, con Shoyo accanto e Tobio in panchina.
La sera però, mentre condividono lo stesso letto, guarda Shoyo e lo sente bruciare. Gli ricorda sé stesso, quando rigurgitava con rabbia emozioni che non sapeva gestire, e aspetta paziente di vederlo aprire le ali.

 
Shoyo Hinata ama il Brasile
Ha sempre pensato che la pallavolo fosse tutto ciò che gli serviva, sacrificando ogni altra cosa, ma è dovuto scendere a patti con il suo essere ingordo e vorace. Lui vuole tutto, senza mezze misure.
Il Brasile lo vuole e la fame di Shoyo accetta perchè non può fare altrimenti. Come gli è sempre successo, pensa che per seguire la sua devozione dovrà sacrificare qualcosa.
E invece - Shoyo non riesce a capacitarsi del privilegio - Atsumu rimane al suo fianco, capisce il suo fuoco distruttivo. 
Atsumu non solo non è sabbia che trattiene al suolo, ma è anche nuove piume splendenti nelle ali di Shoyo.
Per la prima volta prova la libertà assoluta di avere tutto. Le ali per volare fino al cielo, e le sue braccia sempre aperte, a cui tornare.

 
Atsumu Miya odia il Brasile?
È indiscutibile che gli abbia rubato l’uomo. Ma il sorriso e i sentimenti di Shoyo oltrepassano i pixel e i 18.682 chilometri - in linea d’aria - e il suo amore per Atsumu non è mai stato così assordante e tangibile. Atsumu se ne sente immerso, lo sente nell’aria che respira.
Adesso che Shoyo è libero, adesso che entrambi sono completi, si possono amare come non hanno mai amato. Senza remore, senza dubbi.
Stando insieme a Shoyo, ha capito di essere completo da solo. Lo guarda volare libero e Atsumu prova solo orgoglio, libero da ogni paura. 
Sa di essere il nido in cui Shoyo atterrerà sempre.
    
  
    
  
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Ecco. Doveva essere uno study character di Shoyo, che non sentivo di padroneggiare a dovere, e invece ovviamente Atsumu si è infilato.
Questa storia non esisterebbe senza lo Shoyo di Speechlessback e lo Shoyo di Pandora13. Atsumu invece è uscito da solo, come sempre, e ha fatto quello che ha voluto, come sempre.
 
  
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