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Autore: noemi_ST    22/07/2022    0 recensioni
[https://en.wikipedia.org/wiki/KinnPorsche]
La vita di Kinn e Porsche non è semplice, il loro stile di vita li porta ad essere sempre vicini alla morte. Ma se uno dei due dovesse avvicinarsi più del dovuto come reagirebbe l'altro?
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli spari continuavano ad arrivare mentre Kinn ed io correvamo per cercare riparo.

“Cazzo!” Urlai. Altri dieci uomini ci stavano chiudendo la strada. Kinn prese la sua pistola e iniziò a sparare contro di loro mentre io cercavo di elaborare un’altra via di fuga. Avevo sentito da poco Pol, i rinforzi stavano arrivando ma tra quanto? Anche fossero alle porte l’edificio era pieno, avrebbero sicuramente perso del tempo per farsi strada. Dovevo trovare per forza un modo per tenere Kinn al sicuro.

Gli uomini che pensavo di aver seminato iniziarono ad arrivare, afferrai Kinn per un braccio e lo trascinai in quella che sembrava l’unica via disponibile. Il corridoio era lungo, speravo solo che non portasse ad un vicolo cieco. Girammo a sinistra mentre gli spari continuavano a seguirci.

‘Ma non gli si scaricano mai i caricatori?’ un colpo di fortuna non sarebbe stato male.

Finalmente alla fine del corridoio vidi una porta davanti a noi. Non sarebbe servita a molto ma li avrebbe rallentati, magari il giusto per permettere ai nostri di avere la meglio. Buttai con forza Kinn all’interno della stanza e chiusi la porta alle nostre spalle, sembrava abbastanza rinforzata.

Con Kinn prendemmo uno dei pesanti archivi e lo spostammo verso la porta.

Era una stanza strana, a prima vista sembrava un normale sgabuzzino usato come per conservare i vecchi documenti ma una volta spostato l’archivio notammo una seconda porta lì dietro. Sembrava una di quelle porte con serratura ermetica tipica dei caveau delle banche, anche se non così complessa.

‘Che diamine se ne facevano questi di una stanza così?’ mi sarebbe piaciuto perderci ancora tempo a pensarci ma gli spari mi riportarono alla realtà. E alla mia missione. Non importava se ero una semplice guardia del corpo, al comando della seconda famiglia o chissà cosa, Kinn sarebbe sempre stato la mia priorità. Non avrei lasciato che gli accadesse qualcosa.

“Porsche dobbiamo pensare a qualcos’altro, non credo che la porta sarà in grado di resistere ancora per molto.”

Kinn controllò la sua pistola, ormai scarica e la buttò a terra. Eravamo buttati sulla struttura di metallo, cercando di fare peso per rallentarli il più possibile. Avevo già capito anch’io che non avrebbero resistito ancora per molto, ma cosa fare? La nostra unica speranza era che Arm e gli altri arrivassero ora ma a quanto pareva non potevo contare solo su questo.

Fu un attimo, vidi quella serratura impenetrabile e capì subito cosa fare. Non c’era altra scelta.

Mi buttati su Kinn, presi il suo volto tra le mani e lo baciai. Ciò che feci lo sorprese il tempo necessario da permettermi di buttarlo dentro quella stanza e chiuderlo dentro.
Il suo sguardo era terrorizzato, gli sorrisi cercando di imprimere nella mia memoria ogni centimetro del suo viso.

“Volevo un ultimo bacio.” Gli dissi e chiusi la porta impendendogli di uscire.


“Porsche!! Porsche?! Che stai facendo?? Apri subito questa porta.” Urlò Kinn da dietro la porta, mentre spostavo i restanti mobili, abbastanza utili per difendermi, e li sistemavo davanti a me.

Ormai era questione di minuti, secondi… “Kinn ti amo. Ricordalo sempre. Dì a Porchay che mi dispiace, prenditi cura di lui, per favore.” Avevo ancora mezzo caricatore a disposizione e uno di scorta. Anche se probabilmente non mi sarebbero bastati.

“Porsche, ti prego. Non fami questo- riuscivo a sentire il dolore nella sua voce- APRI QUESTA PORTA! INSIEME CE LA FAREMO!” Com’era dolce il mio Kinn, pure in situazioni come queste riusciva a mentire.

Mi sistemai dietro una lastra di metallo e misi sul lato opposto un pezzo di vetro per ottenere una maggior visuale, la porta principale distava circa 4-5 metri. Non pensavo di sopravvivere ma ero sicuro che avrei fatto sopravvivere Kinn.

Ed ecco che arrivò il colpo decisivo. L’archivio cadde per terra provocò un forte rumore e un’elevata quantità di polvere si alzò dal pavimento. Approfittai della breve sorpresa e sparai ai primi tre sulla porta che caddero a terra. Velocemente mi spostati sull’altro lato della stanza, cercando di utilizzare tutto ciò che c’era nella stanza che mi permetteva di non essere visto.

Uscì di getto e sparai alla prima persona davanti a me. Una volta che il suo copro senza vita mi cadde addosso lo usai come scudo per pararmi dai successivi colpi. Nonostante fossero tanti, la porta era una ed era stretta, non potevano entrare tutti insieme. Buttai il corpo contro di loro e continuai a sparare, oltre ai miei spari però ne senti altri farsi sempre più vicini.

Approfittai della confusione per dare una gomitata sul naso all’uomo davanti a me, che mi teneva la sua pistola contro. Partì un colpo che mi prese di striscio il braccio ma almeno ora si trovava ko. Continuai ad attaccare gli uomini che cercavano di entrare, più sicuro grazie all’arrivo dei rinforzi. Sparai al prossimo che provò ad entrare, un colpo dritto al petto ma anziché cadere a terra, qualcuno me lo buttò contro, usando il mio stesso trucco. Vacillai con il corpo quasi addosso, permettendo così all’uomo di correre verso dove si trovava Kinn. Mi ricomposi in fretta e gli corsi dietro.  

Bloccai l’uomo che stava cercando di aprire la porta del caveau in cui si trovava e lo sbattei contro il muro. Gli puntai l’arma contro pronto a premere il grilletto quando un rumore di sparo e un dolore acuto al fianco mi bloccarono. Qualcuno, tra la calca degli uomini che combattevano contro le nostre guardie, fece partire un colpo e mi prese al fianco. Kinn che aveva continuato a urlare e chiamarmi mentre la lotta continuava, si zittì di colpo.

“Porsche…” disse incerto, era quasi un sussurro. Mugugnai un “mhm” in risposta, mi trovavo proprio di fronte alla porta, l’unica cosa che ci separava, tenevo ancora l’arma in alto contro quell’uomo mentre con l’altra mano mi tamponavo il fianco che non smetteva di sanguinare. Non potevo abbassarla ma non riuscivo a premere il grilletto. L’uomo, accortosi delle mie titubanze ne approfittò e mi si buttò addosso cercando di strapparmi di mano la pistola. Ora le parti erano invertite. Mi trovavo schiacciato contro il caveau, l’uomo addosso a me e noi che lottavamo per il controllo della pistola. Una sola piccola distrazione e sarebbe stata la fine. La canna della pistola non faceva che cambiare direzione, se per qualche secondo avevo la meglio, lui poi riprendeva il controllo. Se non avessi avuto quella cazzo di ferita, l’avrei già ammazzato.

Poi fu un momento, il suono di uno sparo, seguito da un altro.

Subito dopo solo il buio e il silenzio.
   
 
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