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Autore: Lirimac    02/08/2022    0 recensioni
L'umanità non conosceva la Terra così bene come pensava. Nel 2014 lo scoprirono nel peggiore dei modi. In quell'anno
da una semplice azione umana in un giorno normale, comparvero i sovrani della Terra. Erano creature gigantesche, più antiche dei dinosauri, allo stesso tempo erano esseri complessi, pensanti e sapienti; più simili agli umani di quanto sembrerebbe. Questa è la loro storia.
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2014

Filippine, Cava mineraria vicino alla costa

 

I lavori per arrivare al giacimento di uranio stavano andando alla perfezione. Pensò a se stesso l’operaio Bellenso Ce Nactis. 

Quando era stata rilevata quella grande quantità di radiazioni sottoterra la ditta si era immediatamente mobilitata per arrivare alla fonte. Le radiazioni potevano indicare solo l’Uranio o il Torio, due degli elementi più preziosi che esistevano. 

 

Se fossero riusciti a mettere le mani sulla fonte avrebbero potuto ottenere un guadagno mastodontico vendendolo ai paesi che lo usavano come fonte di energia. 

Anche se la fusione lo avrebbe reso meno conveniente, questa era ancora lontana dall’affermarsi come fonte di energia utilizzabile per tutti i paesi, era divenuta utilizzabile a mala pena da due anni, ed era anche costosa. Molto di più della fissione, della quale l’Uranio era fondamentale, e del Torio.

Per creare reattori a fusione servivano molti più soldi di quanti ne servissero per quelli a fissione e al Torio.

 

Non tutti i paesi erano capaci di permettersela.

 

Era dunque comprensibile che finché non fosse arrivata alla portata di tutti, la fissione ed il Torio la facevano ancora da padrone. Quindi i giacimenti di questi avevano un alto valore.

 

E loro ne avevano trovato uno.

 

E finalmente dopo mesi di lavori erano quasi arrivati ad esso. Avevano creato una miniera a cielo aperto nel fare ciò, nonostante le proteste.

 

Ora tutto quello che dovevano fare era perforare l’ultimo tratto, oltre il quale c’era il tanto meritato premio.

Tutti i lavoratori ed i macchinari erano attualmente indirizzati verso tale scopo.

 

Quel muro dinanzi al loro bottino non poteva resistere alle macchine dell’uomo tanto a lungo. Le trivelle avevano già iniziato a romperlo.

 

 


 

 

Non sapeva da quanto tempo fosse nel suo bozzolo, aveva perso la cognizione del tempo dal momento in cui si era addormentato in questo.

 

Ciò che sapeva era che dei versi e rumori lo avevano risvegliato. Erano apparsi da poco, ma prima erano fiochi e leggeri. Successivamente si erano fatti sempre più forti e violenti. 

Cercò nella sua mente se li avesse già sentiti, ma non trovò nulla. Niente che aveva udito nel corso della sua vita coincideva o somigliava a questi.

 

Un pensiero gli balenò in mente, potevano essere creature che non aveva mai incontrato prima. Non conosceva tutto e quindi ciò non era da escludere.

Dall’intensità dei suoni che sentiva capiva che si stavano avvicinando sempre di più.

Non sapeva come fossero riuscite a trovarlo sottoterra ne se potessero essere pericolose per lui, ma non avrebbe preso alcun rischio.

 

Non sarebbe rimasto ad attendere che gli arrivassero addosso. 

 

Iniziò quindi a muoversi per rompere il suo bozzolo ed uscire da questo.

 

Con le sue mani artigliate iniziò a scavare davanti a sé un tunnel con il quale arrivare alla superficie. I suoi movimenti mentre faceva ciò erano rapidi, soprattutto per via dell’urgenza della sua attuale situazione. Non poteva permettersi di essere lento quando c’erano delle creature a lui sconosciute che forse gli erano una minaccia. 

In generale però non era mai lento, almeno non in un combattimento. Era sempre stato più piccolo della maggior parte delle altre creature, per compensare lo svantaggio della sua taglia faceva ricorso alla sua agilità e al volo che aveva. Combinandoli riusciva a tenere testa a creature anche più grandi di lui; era un combattente abile e da non sottovalutare.

 

In quel momento era concentrato sul creare un tunnel che lo conducesse sulla superficie. Non era in difficoltà nel farlo: i membri della sua specie erano abili scavatori; gli artigli su ogni arto erano designati per scavare attraverso chilometri e tonnellate di terra e roccia. Significava anche che erano estremamente forti e affilati.

 

È per questo motivo che non ebbe problemi a passare attraverso gli strati prima del suo bozzolo e poi del terreno che gli si paravano dinnanzi, facendolo anche ad una velocità sorprendente per la sua taglia.

 

Appena sentì che la superficie era vicina uscì di tutta forza dal terreno atterrando sulle sue zampe, creando anche un buco enorme e sollevando una gigantesca quantità di polvere nell’aria. A causa di quest’ultima la sua visuale fu oscurata e poté iniziare ad osservare chiaramente i suoi dintorni solo quando il pulviscolo si iniziò a diradare. Sapeva che era giorno perché la luminosità gli permetteva di osservare la nuvola di polvere attorno a lui.

 

Fù sorpreso appena notò due cose: in vista non c’era alcuna creatura della sua stazza, (o più grande), e l’ambiente attorno a lui appariva scavato in modo troppo schematico e dritto, e con una precisione improponibile per qualsiasi essere vivente. Mentre rifletteva sui dintorni che gli si presentavano notò che in essi c’erano anche varie strutture di metallo, danneggiate e di taglia variabile, sparse attorno a lui. C’erano anche degli esseri piccolissimi, molti morti con alcuni ridotti anche a pozzanghere di sangue e polpa rossa. Avevano un aspetto strano che ricordava un po’ un tipo di creatura che aveva incontrato, solo che non avevano il muso, la coda, artigli e le squame, queste ultime sostituite da pelle rosa.

 

Li guardava curiosamente con un sopracciglio alzato, mentre loro lo guardavano con terrore e soggezione. Alcuni però stavano scappando. Non avevano mai visto nulla di simile a lui sia di taglia che di aspetto. 

 

Era una creatura insettoide alta 85 metri, dotata di ossa ed esoscheletro. Aveva un corpo nero con una tonalità più chiara sulla parte anteriore che andava dalla gola fino all'inguine, ed alcune parti rosse. Presentava una testa triangolare con mascelle simili delle forbici, e due occhi rossi simili a fessure. La bocca, simile ad un becco, conteneva un apparato di denti affilati color argento canna di fucile.

Aveva due gambe terminanti in piedi a tre artigli, e quattro braccia. Di queste ultime le due più grandi terminavano in mani rosse a quattro dita artigliate, le altre due erano più piccole e sul petto con un grosso uncino rosso simile a quello di una mantide religiosa. Sulla schiena c’erano due ali grigie, rosse e nere. Presentava placche corazzate sulla schiena, e spuntoni su arti ed ali.

 
 

Stava su quattro zampe, usando le mani come piedi ausiliari in modo simile ad un gorilla.

 

 

(Hokmuto ha questo design, solo che sulle braccia superiori ha delle mani rosse invece che degli uncini)



La curiosità per le piccole creature però svanì presto, poiché rivolse la sua attenzione verso tutt’altra parte e ruggì. Per gli umani era un rumore assordante e terrificante, ma lui sapeva cos’era: un richiamo di accoppiamento. I maschi della sua specie lo usavano per attirare le femmine. Valeva anche il contrario.

 

Spiegò quindi le ali e volò in cielo sotto gli sguardi terrorizzati dei lavoratori della miniera che erano rimasti, tra questi c’era quello di Bellenso.

Il suo istinto gli diceva che dopo tutto quel tempo nel bozzolo doveva nutrirsi per ricaricare le energie spese. Quindi si mise in volo alla ricerca di fonti di radiazioni da cui trarre nutrimento.

 


 

Oceano Pacifico, Fossa delle Marianne 

 

Nel buio delle acque oceaniche una gigantesca creatura si risvegliò dal suo sonno. Proveniva dalla stessa epoca della creatura risvegliata nelle Filippine, ma era di una specie diversa. 

 

L’essere sembrava un rettile bipede simile ad un dinosauro. Aveva due gambe, terminanti con piedi a quattro dita artigliate, due braccia, terminanti in mani a quattro dita artigliate, ed una coda. Posteriormente presentava tre file di placche dorsali bianche e frastagliate che scendevano lungo la schiena, dalla nuca fino alla base della coda. La sua testa e il suo volto presentavano caratteristiche molto simili a quelle dei sauri, con una bocca piena di denti affilati e conici, e piccole orecchie simili a sporgenze vicino alla nuca. 

Aveva branchie ai lati del collo, ed occhi con sclera bianca e iride giallo-marroncino.

La sua corporatura era molto grande ed intimidatoria, ricoperta di squame grigio carbone, ed era alto 100 metri.

 
   

Si chiamava Godzilla, ma era noto con molti nomi nelle mitologie e nelle leggende di tutto il mondo.  

 

Udendo il suono creato dalla creatura delle Filippine, Godzilla iniziò a nuotare verso la fonte che lo aveva prodotto, risalendo la Fossa in cui riposava. 

 

Qualunque cosa avesse prodotto quel suono andava controllata, doveva stabilire la natura della fonte e, cosa più importante, sapere se questa era un pericolo per lui o per il suo territorio. Se lo fosse stato avrebbe dovuto mettere fine alla vita di questa.

Aveva già fatto lo stesso con quei fastidiosi Shinomura diversi anni addietro. Erano una minaccia per lui e il suo territorio, era naturale che finisse per ucciderli. Nel farlo aveva senza volerlo salvato vari umani. Godzilla sapeva che gli umani erano molto grati per ciò: lo avevano ringraziato con diverse testate nucleari che gli avevano fornito molta radiazione di cui nutrirsi.

 

In quel momento però non poteva rimanere a ricordare il passato, aveva un’altra, nuova, questione di cui occuparsi. Perciò si concentrò sul raggiungerla.

 

Sapeva che non gli ci sarebbe voluto molto, l’acqua era l’ambiente naturale della sua specie. La struttura del suo fisico era difatti fatta in modo da permettergli di raggiungere grandi velocità nuotando. 

Usava la coda per spingersi in avanti mentre il resto del corpo era ripiegato in modo tale da far passare l’acqua dinanzi a sé con meno resistenza possibile.

Non c’era da sorprendersi che in acqua la sua specie era terrificantemente temibile, non che sulla terraferma fosse in grosso svantaggio. 

 

Tuttavia non stava andando a piena velocità, se una volta arrivato si fosse trovato nella situazione di dover combattere doveva risparmiare le energie.

 

“Non posso avere troppa fretta, devo arrivare nel tempo necessario.” Pensò Godzilla con determinazione mentre si spostava attraverso l’acqua oceanica verso l’ignoto che lo attendeva.  

“Se dovrò combattere di nuovo, lo farò.”



A tutti i lettori, questo è un AU del MonsterVerse che si chiamerà TitansVerse. È basato su una serie di fanfiction che ho letto su FanFiction.Net durante gli anni compresi tra l'uscita di Godzilla 2014 e Kong: Skull Island. Purtroppo quelle fanfiction sono state cancellate, ma ciò mi ha spinto a scriverne una mia versione che, (a grandi linee), ne ricalca la trama. Vi avvertò che non mi ricordo a memoria tutti i capitoli quindi ci saranno delle inevitabili differenze.

Mi è doveroso specificare che, poichè quelle fanfiction erano state scritte prima dell'uscita di Kong: Skull Island, gli eventi, i kaiju/titani e personaggi usati non saranno gli stessi del MonsterVerse. In particolare i livelli di potere dei kaiju/titani sono stati pesantemente alterati (es. Godzilla non è sgravo e i Jinshin-Mushi non sono più pateticamente deboli come nel MonsterVerse).


Con questo AU ho intenzione di correggere alcune cose che non mi sono piaciute di quelle fanfiction e del MV.

In questa situazione si presenta Splendore nella tempesta, una riscrittura di Godzilla 2014 con idee che preferisco al film originale e da cui si parte per il TitansVerse.

Voglio specificare che in questo AU Godzilla ha il design che presenta nel fumetto Rulers of Earth, perchè lo preferisco al ciccione filmico. Hokmuto invece presenta il design che ha nella serie amatoriale LordVerse con la differenza di avere mani con artigli sulle braccia principali invece degli uncini che ha nel film (li ho sempre trovati troppo strani e limitanti). Tra le maggiori differenze c'è anche che i titani che non sono Godzilla avranno abilità che non presentano nel MV.
C'è anche, (come è sottinteso in questo capitolo), che Hokmuto non è 'nato' in tempi recenti ma esiste da tempo immemore, semplicemente era in ibernazione per tutto il tempo.

Se siete confusi dal perché uso il nome Jinshin-Mushi al posto di MUTO è perchè quello è il loro vero nome e mi scoccia che non lo utilizzino nel MV, (dato che canonicamente è quello il nome della specie). Se non sapete da dove deriva il nome Hokmuto, sappiate che è il nome del Jinshin-Mushi maschio di G2014 (mai capito perché gli sceneggiatori non l'abbiano inserito, cioè inseriscono i nomi per quegli altri tre, (Behemoth, Scilla e Methusela), di KOTM ma non per i primi due antagonisti comparsi in quell'universo).


Copiate e salvate la storia sul vostro computer se vi piace perché mi è successo molte volte che delle fanfiction che adoravo sono state cancellate, andando irrimediabilmente perdute.

Ad ogni modo, vi auguro una buona giornata e spero che la storia sia di vostro gradimento. Recensite se volete dire qualcosa.
 
 
   
 
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