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Autore: Striginae    05/08/2022    3 recensioni
[AU!Human - XIX secolo]
A Seán morirono le parole, strozzate da un nodo alla gola. No, non voleva salutare Conor per poi vederlo chissà quando. Non voleva che lui se ne andasse. Non voleva mettere in pericolo la loro amicizia. Quello che voleva Seán però non aveva importanza e dovette ricordarsi che l’unica cosa che gli importava è che il suo migliore amico trovasse la sua strada e fosse felice, con o senza di lui.
[Questa storia partecipa alla “Headcanon Challenge” indetta dal forum Siate Curiosi Sempre]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Irlanda, Irlanda del Nord
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prompt 001: Chi è solito carezzare i capelli dell'altro quando lo consola?


 
Mo Ghile Mear 
 Mo Ghile Mear 




Il cielo d’agosto era plumbeo sopra le acque cristalline del grandioso Loch Coiribe, dalla superficie piatta increspata soltanto dalle bolle di alcuni pesci abbastanza coraggiosi da avventurarsi fino in superficie, mentre un lieve alito di vento faceva ondeggiare appena la verdeggiante vegetazione irlandese. Una nube oscurò il cielo. Il tempo prometteva pioggia e, forse proprio per questo, sulle sponde del lago non si potevano avvistare né i pescatori né gli abitanti della contea... eccetto per la silenziosa figura di un ragazzo dai capelli rossi steso di schiena sull’erba un po’ umida, perso nei propri pensieri.

Seán osservava il cielo, cercando distrattamente di associare delle immagini a qualche nuvola dalla forma particolare, mentre la sua mente vagava e vagava, ritornando tuttavia sempre su uno stesso punto che nelle ultime settimane gli aveva dato molto da pensare.
Sperava si trattasse solo di una sua sensazione ma il suo amico Conor... era cambiato. Era più freddo, distante, come se gli stesse nascondendo qualcosa e Seán non riusciva a comprendere le motivazioni dietro a quell’insolito comportamento.
 
Seán aveva sempre pensato di conoscere bene Conor. Fin da quando erano piccoli erano sempre stati insieme. Non era esagerato definirli inseparabili, dove c’era Seán c’era Conor e viceversa. Qualcosa però aveva cominciato a cambiare prima ancora che Seán se ne rendesse conto. All’inizio si trattava di piccole cose ma piano piano era diventato sempre più palese: erano soliti non avere segreti tra di loro ma ormai Conor non gli diceva più niente, né dove andava e con chi, né cosa faceva.
Ma, si era detto Seán, fino a quando il suo migliore amico era felice lo era anche lui.
Aveva cominciato a preoccuparsi soltanto quando aveva iniziato a notarlo inquieto ed inutili si erano rivelati i suoi tentativi di estorcergli qualche informazione, Conor si era chiuso in se stesso ancora più di prima e aveva iniziato ad evitarlo. Seán, allora, aveva pensato che potesse essere in qualche modo colpa sua e proprio perché aveva bisogno di riflettere si era recato al lago, un luogo di pace e tranquillità, che amava fin da piccolo. E proprio su quelle rive, Seán era giunto alla conclusione di avere sicuramente i suoi difetti ma neanche dopo aver condotto uno scrupoloso esame di coscienza era riuscito a capire che torto avesse perpetrato nei confronti del suo amico.

Seán non si accorse dei passi leggeri provenire da dietro di lui, fino a quando un’ombra molto familiare non si frappose fra lui e il cielo. Seán sollevò lo sguardo, incontrando gli occhi verdi del nuovo arrivato, che lo osservavano con attenzione.

«Conor!»
Proruppe Seán, un po’ sorpreso nel vedere il protagonista dei suoi pensieri comparire così davanti a lui. L’irlandese si raddrizzò sui gomiti per mettersi seduto. Era contento di vedere Conor lì, infatti gli sorrise.
 
«Ero sicuro di trovarti qui.»
Affermò Conor senza sorridere ma facendo scorrere lo sguardo sulla superficie piatta del lago. Aveva cercato Seán un po’ da tutte le parti giù al villaggio ma senza risultati e, se Conor conosceva bene Seán così come pensava, non poteva che essere al lago. Era il posto preferito di entrambi quando avevano bisogno di rimettere in ordine i pensieri.
 
«Mi stavi cercando? Su su, vieni qua!»
Seán batté una mano sul prato, invitando Conor a prendere posto accanto a lui. In silenzio, Conor si sedette in riva al lago nel quale lanciò un sassolino che ne turbò la quiete, formando tanti cerchi concentrici sempre più grandi. A poca distanza, Seán lo stava osservando con curiosità.
 
«Io... sì, in realtà.»
Tentò Conor, esitante e per qualche motivo, a Seán quel tono non piacque affatto.
 
«Ottimo allora, mi hai trovato!»
Esclamò Seán, ancora sorridente, sperando di alleggerire l’atmosfera. Conor accennò una risatina nervosa, senza riuscire a togliersi di dosso quell’ansia che da giorni gli accartocciava lo stomaco. Seán si sporse un po’ di più verso di lui e, percependo il disagio dell’altro, si fece finalmente serio.
«C’è qualcosa che non va?»

«Sì. Cioè, non proprio, ma... Seán, dobbiamo parlare.»
Seán vide Conor torcersi le mani, mentre i suoi occhi rimanevano ostinatamente fissi davanti a sé a scrutare l’acqua del lago. Stava evitando lo sguardo di Seán in tutti i modi perché sapeva che non sarebbe riuscito a dirgli ciò che doveva se lo avesse guardato in faccia.
 
«Ho deciso di partire.»
Si decise infine Conor, tutto d’un fiato e, prendendo coraggio, si voltò infine ad osservare Seán. Quest’ultimo aveva piegato leggermente il capo di lato, non comprendendo perché Conor fosse così agitato. Non sarebbe certo stato Seán ad impedire al suo amico di godersi un po’ di svago. Infatti, Seán si stava dando mentalmente dello stupido per essersi crucciato così tanto per così poco. Si sentiva decisamente più leggero adesso e, dunque, parlò ancora:
 
«Bello! Anche a me piacerebbe viaggiare ogni tanto… oh, ho un’idea, potremmo farlo insieme qualche volta! Quando parti, sono ancora in tempo a fare le valigie?»
 
«… domani.»
Bisbigliò Conor con un fil di voce, a tal punto che Seán non riuscì ad udire quelle parole.
 
«Come?»
 
«Domani. Parto domani.»
Ripeté un po’ più forte Conor, mettendosi in piedi con un movimento nervoso, abbassando lo sguardo con aria colpevole. Nonostante avesse provato ad evitarlo, Conor aveva comunque notato il suo amico guardarlo con aria smarrita, ad occhi sgranati, quasi non riuscisse a credere a ciò che aveva sentito.  
 
«Ma... come domani! Quando torni? E... e dove vai?»
Anche Seán era ormai in piedi, quasi stordito da tutte quelle novità inaspettate.
 
«In Inghilterra… a Liverpool, sto da un amico. E non so quando tornerò, il biglietto della traversata è di sola andata.»
Spiegò Conor, mordicchiandosi l’interno della guancia. Era in torto e ben cosciente di esserlo. Eppure... non era riuscito ad affrontare prima l’argomento. Una parte di lui non avrebbe mai voluto farlo ma non sarebbe mai scomparso senza dire nulla a Seán, anche se confessargli la verità con solo un giorno d’anticipo non era poi un gesto così nobile da parte sua.

«Non sarà mica quel tipo inglese di cui mi hai parlato?»
Seán si fece pensieroso, sapeva che Conor nell’ultimo anno aveva iniziato a fare nuove conoscenze e tra queste vi era un ragazzo inglese un po’ strambo che dalla sola descrizione a Seán non faceva granché simpatia. Comunque scosse il capo, non aveva importanza, non era quella la questione principale.

«Perché me lo stai dicendo solo adesso?»
 
Conor spostò il peso da un piede all’altro. Seán non gli sembrava arrabbiato ma era comprensibile che fosse incredulo. Se gli avesse portato rancore lo avrebbe capito e, Conor ne era cosciente, sapeva di averlo ferito e non sarebbe stato facile perdonarsi.

Oramai però era troppo tardi per cambiare idea.
 
«Perché avresti provato a fermarmi.»
E Conor era sicuro che avrebbe ceduto perché anche per lui era difficile andare via e lasciare il suo amico ma... lui voleva andarsene. Conor non voleva passare  tutta la vita in una piccola cittadina vicino a Galway e precludersi la possibilità di vivere la vita che veramente voleva. Per quanto amasse la sua città, quel posto stava cominciando a stargli troppo stretto. L’Inghilterra era in piena rivoluzione industriale e lì nelle campagne irlandesi quelle nuove tecnologie, i treni, la velocità, quella vivace frenesia cosmopolita chissà quando sarebbe arrivata... e lui non voleva perdersi nulla di tutto questo.
Quella di Conor, infatti, non era stata una scelta facile. Da un lato vi era il suo amico Seán, che conosceva da una vita e al quale aveva promesso di rimanere per sempre insieme, dall’altro l’occasione di vivere la vita che davvero avrebbe voluto. E Conor odiava che le due cose fossero del tutto incompatibili, perché Seán non avrebbe mai accettato di lasciare la sua tanto amata Irlanda per spostarsi permanentemente in Inghilterra.

Tra loro era calato il silenzio. Seán abbassò per la prima volta lo sguardo, sentendosi in qualche modo egoista. Conor aveva ragione, avrebbe provato a fermarlo e tutt’ora non voleva che lui se ne andasse.

«Pensavo saremmo rimasti insieme per sempre.»
Considerò Seán, che non riusciva a credere che Conor, il suo migliore amico, davvero stesse per andarsene.
Senza di lui.

«Seán...»
Iniziò Conor, mentre nell’animo di Seán si disputava un furioso duello interiore tra ciò che era giusto e ciò che voleva lui. E, comprese Seán, l’unica cosa che voleva era il bene di Conor... anche se questo significava che avrebbe dovuto lasciarlo andare, per quanto fosse restio all'idea.
 
«Posso venire a salutarti domani?»
Provò Seán, ma l’altro scosse il capo.
 
«Preferirei di no.»
Rispose Conor, odiandosi un po’ nel vedere il viso di Seán incupirsi a causa sua. Mordicchiandosi il labbro inferiore, aggiunse: 
«È che... è abbastanza complicato già così.»
Esalò infine Conor, che in verità credeva sinceramente che se Seán fosse venuto a salutarlo prima di imbarcarsi, lui stesso sarebbe sceso da quella maledetta nave e sarebbe rimasto lì. Seán non era l’unico a tenerci a ciò che li legava.
 
«Ma... ma tu non ce l’hai con me, giusto? Non è stato qualcosa che ho fatto che ti ha portato ad andare via, vero?»
Chiese Seán, che era attanagliato da quella preoccupazione da settimane intere. Se Conor stava per andarsene, non voleva che tra loro ci fossero sottintesi o non detti.
 
«No, non è colpa tua. Non è colpa di nessuno.»
Gli assicurò Conor e i due si scambiarono un lungo sguardo.

Nessuno dei due aggiunse altro e il momento di salutarsi si stava facendo sempre più incomebente.
 
«Forse ora è meglio che vada.»
Disse infine Conor e Seán stava quasi per offrirsi per accompagnarlo lungo la strada verso casa, ma si fermò. Doveva lasciarlo andare. Perciò si fece forza e regalò un sorriso al suo amico.

«Va bene. Allora, buon viaggio e…»
A Seán morirono le parole, strozzate da un nodo alla gola. No, non voleva salutare Conor per poi vederlo chissà quando. Non voleva che lui se ne andasse. Non voleva mettere in pericolo la loro amicizia. Quello che voleva Seán però non aveva importanza e dovette ricordarsi che l’unica cosa che gli importava è che il suo migliore amico trovasse la sua strada e fosse felice, con o senza di lui. Perciò Seán provò a balbettare qualche scusa per giustificarsi, dicendo qualsiasi cosa gli saltasse in mente per spostare l’attenzione da quella gaffe imbarazzante ma si interruppe quando Conor un po’ inaspettatamente lo strinse in un abbraccio. Calò nuovamente il silenzio ma era diverso da quello di prima, era... confortevole. E Seán si tranquillizzò quando percepì la mano di Conor accarezzargli i capelli, lenta e rassicurante. Era qualcosa di nostalgico e familiare, come quando da bambini capitava di dormire assieme e Conor consolava Seán dopo un brutto sogno. Bastava una semplice carezza per sentirsi subito meglio e quel semplice gesto per Seán significava il mondo, perché sapeva che nonostante tutto, Conor ci sarebbe sempre stato.
 
«Comunque vada, resterai per sempre il mio migliore amico.»
Disse infine Seán e, approfittando della differenza d’altezza, stritolò un’ultima volta Conor in un abbraccio prima che l’altro potesse divincolarsi.
 
«Ogni tanto puoi venire a trovarmi... se vuoi.»
Buttò lì Conor, che finalmente si sentiva con il cuore un po’ più leggero. E Seán ovviamente non se lo fece ripetere due volte.
 
«Certo che voglio, che domande!»
 
Si scambiarono un sorriso, entrambi più sollevati, ma per Conor era ormai giunta l’ora di andare. Seán lo salutò, osservando la schiena del suo amico farsi sempre più lontana, fin quando al Loch Coiribe non rimase solo lui.

E mentre cominciavano a cadere le prime lievi gocce di pioggia, il sorriso morì lentamente sulle labbra di Seán. Si sedette a contemplare il lago, chiedendosi perché, nonostante quello fosse solo un arrivederci, si sentisse già così solo.





Note finali
Avevo deciso di scrivere una drabble ma mi sembra superfluo dire che ho fallito. Non importa, va bene così. Oddio, in realtà sento di aver preso un po' la tangente ma... credo di aver rispettato il prompt. Spero. 

Dunque, mi sa che queste note saranno lunghe, quindi cominciamo subito. Il titolo è in Gaeilge e all'incirca vuol dire: "Il mio valoroso eroe" e tratta della nostalgia provata quando una persona cara è lontana. L'eroe in questione della canzone si trova in Gran Bretagna, quindi insomma, mi sembra che rispecchiasse abbastanza bene il mood di questa shottina. Vi consiglio di ascoltarla durante la lettura! E, tra parentesi, a me la musica irlandese piace tantissimo <3 
Comunque per quel che riguarda i due protagonisti, visto che ancora non ci sono nomi ufficiali ho usato 
Seán per Irlanda e Conor per Irlanda del Nord. A tutti gli effetti questa shot è una sorta di prequel all'altra che avevo scritto qualche mese fa, sempre con questi due tipetti, ma è stata una cosa quasi involontaria. Spammino: se vi va, ecco l'altra shot ma non è necessario leggerla per capire questa... quanto più, è un po' più allegra! 
Per quel che rigurda questa storia in sé e per sé, visto che io adoro questi due, mi sono divertita un sacco a scrivere. In realtà sono indecisa se 'sta shot mi piace o mi fa schifo, ma questa è normale amministrazione per me. E poi volevo cimentarmi a scrivere qualcosa di malinconico, anche se non è proprio il mio forte, ma ci ho voluto provare :) 
Ovviamente, ringrazio tantissimo chiunque sia arrivatə a leggere fino a qui <3
E ultimo, ma non per importanza, se volete dare un'occhiata al forum non ve ne pentirete: Siate Curiosi Sempre
Auguro a tutt
ə buone vacanze e ci si vede alla prossima! <3 
   
 
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