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Autore: ThePosh    07/08/2022    2 recensioni
Steve sbuffò, consapevole che avrebbe detto di sì alla fine. Un po’ perché non riusciva a dire di no a quel ragazzino, e un po’ perché in realtà aveva voglia di andare. Sapeva che gli avrebbe fatto bene una serata fuori. Non era certo, però, di volerla passare con l’Hellfire Club al completo.
“E va bene, hai vinto. A che ora?”
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Eddie Munson, Steve Harrington
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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ff5 CAPITOLO CINQUE

La mattinata era stata decisamente piena, come la maggior parte dei sabati. Steve e Robin avevano passato tutta la prima metà del turno a correre da un lato all'altro del Family Video per seguire un cliente o l'altro e non erano riusciti a fermarsi un istante.
Verso mezzogiorno ci fu un calo di clientela e Steve, mentre aggiornava l'elenco dei film in uscita, stava cercando il modo giusto per porre a Robin la domanda che gli premeva dalla sera precedente.

"Posso farti una domanda?"

Robin si accigliò "Se me lo chiedi deve essere una cosa grave. Devo preoccuparmi?"

"No, no." scosse il capo Steve, cercando di formulare la domanda nel modo migliore "Mi chiedevo, in via ipotetica. Se qualcuno per caso raccontasse... il tuo segreto... a qualcun altro. Sarebbe una cosa brutta, vero? Saresti arrabbiata?"

Robin impallidì e sbarrò gli occhi, fissando Steve. Quando parlò, la sua voce era decisamente instabile "Steve, tu non..."

"Cosa... no!" esclamò Steve. maledicendosi. Possibile che in quei giorni non riuscisse a farne una giusta al primo colpo? "Non ho raccontato niente a nessuno di te. Sai che non lo farei mai. La mia domanda non riguarda te in nessun modo, davvero."

Robin espirò lentamente "Ok. Mi hai fatto prendere un infarto." sbuffò.

"Scusa. La domanda è davvero... esterna, non c'entri tu. Ma se qualcuno dicesse questo segreto a una persona a cui tu non l'hai detto, sarebbe una cosa molto brutta da fare, vero? Saresti arrabbiata?"

"Beh, sì." annuì Robin, rabbrividendo al solo pensiero "Sarei furiosa. Sarebbe molto grave."

Steve annuì tra sè e sè "Ok. Lo immaginavo." commentò. Ma allora perché Eddie non era sembrato arrabbiato con Reed? Come poteva fidarsi del fatto che non sarebbe andato a raccontare la stessa cosa a altre persone?

Proprio in quel momento la porta si aprì con uno scampanellio e Eddie entrò nel negozio con un gran sorriso e una busta di Patty Burger in mano "Buongiorno ai miei onesti lavoratori preferiti." esclamò, avvicinandosi al bancone e posando la busta di fronte a Steve "Che ne dite di un hamburger?"

Robin aveva gli occhi che brillavano di gioia "Oddio, sì!"

"Ci hai portato il pranzo?" domandò Steve, accigliandosi "Questo è... davvero carino da parte tua."

"Non dirlo con questo tono sorpreso, Harrington." lo riprese Eddie, sedendosi con un balzo sul bancone e estraendo un panino "Senza cipolla e con maionese per miss Buckley. Base con formaggio per Sir Harrington. E per me..." concluse, ammiccando in direzione di Steve "Piccante."

Robin ridacchiò, e Steve roteò gli occhi e accettò il panino "Eviterò di commentare solo perché ho davvero fame." sbottò, ma era decisamente colpito dall'accuratezza con cui Eddie ricordava i loro gusti.

"Allora, stavo pensando a una cosa rispetto a sabato prossimo." iniziò Eddie, prendendo un morso di hamburger senza smettere di parlare "E volevo sottoportela."

"Cosa succede sabato prossimo?" si intromise Robin, curiosa.

"Oh, sì, non te l'ho detto. Faranno la loro partita..."

"Campagna."

"Campagna di quel gioco dei Draghi a casa mia."

"Quel gioco dei draghi." soffiò Eddie "Mi stai spezzando il cuore, Harrington."

"E stavo pensando di allagare un po' la cosa. Potreste venire anche tu, Jonathan, Nancy."

"E io stavo pensando." intervenne Eddie "Di proporti, se ti andasse, di allargare la cosa... ancora un tantino."

Steve si accigliò "Spara, Munson."

"Beh, sono stato ai tuoi party un paio di volte..."

"Davvero?" domandarono in coro Steve e Robin, sbalorditi.

"Solo in qualità di commerciante, è chiaro. Ma ricordo una casa molto grande. E così ho pensato che magari, dopo la campagna, quando i più giovani vanno a casa, perché non... allargare un po' la festa?"

Steve si accigliò "Eddie Munson che propone un party?"

"Non un party. Pensavo che potrei chiedere ai ragazzi della band. E loro potrebbero chiedere a qualche loro amico. E tu a qualche tuo amico, e lo stesso Robin, e... insomma, è casa tua, quindi solo se..."

"Va bene." lo interruppe Steve. Erano anni che non dava una festa, ma nel momento in cui Eddie aveva proposto che avrebbe potuto invitare qualche amico, si era reso conto che non aveva nessun nome in mente. Allargare il suo cerchio di conoscenze al di fuori di coloro con cui aveva rischiato la vita negli ultimi tre anni poteva essere un piacevole cambio di rotta "Ci sto. Ma tu sei quello più vicino all'età per comprare alcolici, quindi ti occuperai tu di quella parte. Io non ho più nessun contatto."

"Assolutamente." annuì energicamente Eddie, entusiasta.

"Una festa!" trillò Robin entusiasta, battendo le mani e saltellando come faceva sempre quando era emozionata per qualcosa "Potrei chiedere a Vicky di venire,"

"Dille di portare qualche amica carina per Harrington." prima che Steve potesse commentare, Eddie, a sorpresa, aggiunse "E qualche amico sexy per me."

Quasi in contemporanea, Steve e Robin sbarrarono gli occhi "Tu lo sai!" esclamarono rivolgeendosi l'uno all'altra, in uno strano, disarmonico coro "Da quanto lo sai?" domandò Robin, sconvolta.

"Ieri." ammise Steve "Perché, tu da quando lo sai?"

"Pft." ridacchiò lei "Dalla prima volta che ho visto la bandana nella tasca. Ma ce lo siamo confermati a vicenda in ospedale, quando si è risvegliato."

Steve si accigliò "La bandana?"

Eddie sventolò la bandana che pendeva dalla tasca dei suoi pantaloni "Diciamo che è un simbolo che usiamo per riconoscerci." spiegò "Quindi deduco che Steve sappia anche..." esitò per un istante finché Robin non annuì "Steve è stato il primo a cui l'ho detto." confermò.

Steve si sentì osservato e si rese conto che Eddie lo stava guardando, gli occhi stranamente morbidi e un sorriso tiepido sul viso "Sempre più sorprendente, Harrington." commentò. Steve si morse il labbro inferiore, un po' a disagio sotto quello sguardo penetrante. Per fortuna, nei momenti di silenzio si poteva sempre contare su Robin "Un momento! Quindi era Eddie di cui mi parlavi prima?"

"Mh, parli di me, Harrington?" domandò l'altro con un ghigno "Sono onorato."

"Non esattamente" tagliò corto Steve, non volendo riaprire il discorso su Reed "Riusciamo a contenere il numero di persone? Una trentina di persone?"

"Una trentina di persone è un numero contenuto?" chiese Eddie, rubando una patatina dal pacco di Steve visto che aveva finito le sue "La mia vita sociale ha degli standard molto diversi dalla tua."

"Lo prenderò come un sì. Quindi, tu pensi all'alcool. Niente droghe pesanti." aggiunse lanciando un'occhiata a Eddie "Io posso ordinare qualche pizza. Ma anche alla musica penserete voi e Jonathan."

Sia Eddie che Robin si voltarono verso di lui con sguardi sconvolti "Cosa?"

"Ascoltare le tue orrende scelte musicali è meno fastidioso di sentirti criticare le mie." spiegò, stringendosi nelle spalle. Dopotutto la maggior parte degli ospiti avrebbero avuto gli stessi gusti di Eddie, sarebbe stato inutile imporre qualcosa di diverso.

"Accetto questa missione."  declamò Eddie con falsa serietà, sporgendosi verso di lui e rubandogli l'ultima patatina.

In quel momento la porta si aprì e un gruppo di ragazze entrò nel negozio, ridacchiando e spingendo avanti una di loro, una bella ragazza bionda e riccia, vestita di rosa, i capelli ricci che rimbalzavano sulle spalle. Le amiche la spinsero verso Steve, ma si bloccarono quando Eddie entrò nel loro campo visivo.

Eddie rise tra sè "Vado. Non voglio rovinarti la piazza." aggiunse, con un occhiolino a Steve. Passò accanto alle ragazze, che si irrigidirono notevolmente, e si chinò leggermente verso la bionda "Venerdì sera è libero. Adora il cinema." finse di sussurrare, ma la voce risuonò chiara nel negozio. Robin, colpita da un eccesso di risate, si ritirò nel retro mentre Eddie usciva dal negozio con il suo passo molleggiante.

Steve, dal canto suo, avrebbe voluto sprofondare.

***

Steve doveva ammettere che Eddie gli era stato abbastanza utile: la ragazza bionda si era, in effetti, avvicinata a lui giocando con una ciocca di capelli e gli aveva chiesto se gli andava di portarla al cinema.

E così venerdì sera, Steve si trovò a prepararsi per l'appuntamento. Era appena uscito dalla doccia e si stava sistemando i capelli quando sentì bussare alla sua finestra. Gli ci volle qualche istante per rendersi conto che qualcuno stava bussando alla sua finestra. Finestra che si trovava al piano superiore.

Si voltò di scatto, mappando lo spazio che lo distanziava dalla sua mazza chiodata nascosta sotto il letto, ma poi distinse una sagoma oltre alla tenda.

Immediatamente riconobbe il cespuglio di capelli ricci e si precipitò ad aprire la finestra "Cosa diavolo ci fai... come sei arrivato quassù? E perché non hai suonato alla porta?"

Eddie sorrise divertito e balzò nella stanza con movimento felino "Sarebbe stato molto meno divertente." ghignò, e il suo sguardo vagò verso il basso, dove l'accappatoio semiaperto di Steve lasciava scoperto tutto il petto "E molto meno interessante." aggiunse con un occhiolino. Steve arrossì e si affrettò a coprirsi, salvo poi domandarsi cosa diavolo stesse facendo. Come se Eddie non l'avesse mai visto senza maglietta.

"Si può sapere cosa ci fai qui?" insistette Steve, cercando un paio di boxer e infilandoseli rapidamente da sotto l'accappatoio. Eddie ne approfittò per sbirciare nel cassetto "Così sei tipo da boxer bianchi."

Arrossendo nuovamente, Steve chiuse di scatto il cassetto. Aferrò i pantaloni che aveva già posizionato sul letto e si diresse verso il bagno "Tu non... non ti muovere. E non sbirciare in giro." avvertì, e si chiuse nel bagno.

Appoggiandosi alla porta con la schiena, i pantaloni azzurro chiaro stretti in mano, si prese un attimo per calmarsi.

'Calmarti da che cosa?' domandò una vocina nella sua testa, e in effetti Steve aveva difficoltà a capirlo. Ma sentiva il viso caldo, era sicuro di essere rosso, e il respiro accelerato. Probabilmente lo spavento del rumore alla finestra, si disse.

Si sciacquò rapidamente il viso con acqua fredda e indossò rapidamente i pantaloni, maledicendosi per non aver afferrato anche la maglietta, e tornò nella sua stanza. Trovò Eddie seduto sulla sedia girevole, le gambe incrociate, che analizzava le fotografie appese alla parete. Quando sentì Steve entrare si voltò verso di lui e si immobilizzò per un istante, gli occhi scuri vagarono sul petto dell'altro e Steve sentì l'impulso di coprire le zone coperte da cicatrici. Non lo fece.

Eddie scosse il capo, come per uscire da una trance, e annusò l'aria "Mmmh, è acqua di colonia quella che sento? Abbiamo un appuntamento, Harrington?"

Steve alzò gli occhi al cielo e aprì l'armadio, cercando una polo blu mare e infilandosela, attento a non rovinare i capelli "Sì, in realtà. Quindi mi puoi dire cosa ci fai qui?"

Eddie tirò fuori dalla tasca una scatoletta di metallo "Volevo chiederti se posso lasciare qui questa per domani sera." spiegò "Erba. Devo andare a ritirare gli alcolici e preferirei non farlo con altre sostanze illegali in tasca."

Steve annuì, avvertendo un moto di preoccupazione "Vuoi che vada io a ritirarle? Con i tuoi trascorsi forse..."

Eddie sorrise, sincero "Ogni volta che ti preoccupi per me mi illumini la giornata, Harrington." commentò, e lo osservò per qualche istante "In effetti potrei approfittare di un passaggio. Possiamo andare dopo aver preparato ciò che serve per la Campagna. La mia auto si nota abbastanza."

"Bene, ok." annuì Steve, dandosi un ultimo sguardo allo specchio.

"Fantastico." Eddie roteò sulla sedia e si alzò con un balzo "Ti lascio al tuo appuntamento, allora. Dove porterai di bello la fortunata donzella?"

"Al cinema. Come qualcuno le ha suggerito."

"Oh." Eddie esitò per un istante, giocherellando con uno dei tanti anelli che gli decoravano le dita affusolate. I suoi occhi si posarono su Steve, osservando la meticolosità con cui si era preparato per l'appuntamento, e inspirò profondamente "La ragazza del videonoleggio, quindi. Molto carina."

Steve si accigliò "Pensavo che non ti piacessero le ragazze."

Appoggiandosi alla finestra e scavalcandola con una gamba, Eddie ghignò "Posso vederla in modo oggettivo, proprio come tu puoi vedere se un ragazzo è attraente o meno." ammiccò "A domani, Sir Steve."

Prima che Steve avesse il tempo di commentare, o anche solo di chiedergli di uscire dalla porta e non dalla finestra. Eddie era scivolato lungo il tubo di scolo.

***

Quando arrivò all'indirizzo di Maggie, lei era già al fondo del vialetto, con un vestitino rosa e una cinta scura, i capelli biondi appuntati sulla testa in una coda vaporosa.

Era molto bella, ma per qualche motivo Steve faceva fatica a essere emozionato per quell'appuntamento. Forse perché ne aveva avuti così tanti, di appuntamenti con bellissime ragazze. Forse perché quando combatti demoni di una dimensione alternativa, tutto il resto inizia a sembrare poco rilevante.

Quando salì in auto, l'abitacolo si riempiì di un odore dolce e floreale mentre lei lo salutava con un sorriso entusiasta.

"Era la quinta volta che venivo al Family Video sperando in un appuntamento." commentò, voltandosi verso di lui mentre avviava l'auto e partiva alla volta del cinema.

"Beh, la quinta è quella fortunata." sorrise Steve, voltandosi verso di lei "Devo essere stato abbastanza cieco per non averlo notato prima. Devo farmi perdonare."

Lei giocherellò con i capelli "Pare che finalmente Eddie lo Svitato abbia fatto qualcosa di buono, allora."

Steve si irrigidì al suono di quelle parole, mentre lei giocherellava con i capelli, e decise di cambiare discorso "Che film preferisci vedere? Dovrebbero dare Top Gun. O Venerdì 13, se ti piace l'horror."

"Top Gun va bene." annuì lei, mentre parcheggiavano davanti al cinema. Top Gun era terminato ed era stato sosituito con Labyrinth, perciò Steve comprò due biglietti per quello e si diressero al banco dei pop corn.

"Il film adatto, visto come è nato questo appuntamento." ridacchiò Meggie mentre Steve prendeva un pacchetto di pop corn: il trucco del pacchetto unico era un classico, ma funzionava sempre.

"In che senso?" si accigliò Steve.

"Beh, mi sembra un film adatto per quel Munson." spiegò lei, bevendo un sorso dalla coca cola che Steve le aveva comprato "Non mi stupirei di vederlo andare in giro conciato come Bowie, trucco compreso."

"Beh, Bowie è decisamente figo." sbottò Steve, infastidito dalla piega che la conversazione stava prendendo.

Meggie si accigliò "Una cosa un po' strana da dire." ridacchiò "Comunque lo è, in effetti. Ma quel tipo, Eddie, mi mette i brividi."

Steve chiuse un secondo gli occhi, sperando con tutto il cuore che la smettesse.

"Non capisco perché lo lascino andare in giro libero, dopo che Chrissy..."

"L'hanno scagionato." la interruppe, senza riuscire a contenersi "Eddie è stato scagionato da tutte le accuse."

Meggie tentennò "Ma non ci crede nessuno. Insomma, ha la faccia da assassino. E tutte quelle cose con la sua setta, chissà cosa fanno. Mi mette i brividi, qualcuno dovrebbe fare qualcosa per farlo andare via da Hawkins."

Erano ormai davanti alla sala e Steve si immobilizzò. Passò a Meggie il pacco di pop corn e tirò fuori il portafoglio.

"Cosa fai?" domandò lei, incerta.

Steve le passò una banconota "Questi dovrebbero bastarti per un taxi. Goditi il film. Appena arrivo a casa prenoto un taxi, così lo troverai davanti al cinema alla fine del film."

"Ma... cosa?" domandò la ragazza, la sua voce sorprendentemente acuta "Mi stai mollando?"

"Beh... in effetti, sì." annuì, deciso, e se ne andò sotto il suo sguardo sbalordito.





   
 
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