004) “So che sei sepolto sotto le coperte, è ora di alzarsi!”
Ichigo si sentì infastidito tutt’ad un altro. Era già più di mezz’ora che avvertiva dei suoi strani. Ma era così stanco che, non appena si risvegliava, cadeva di nuovo addormentato. Probabilmente Uryu sarebbe venuto a svegliarlo di lì a poco. Anzi, forse si aspettava già di trovarlo in piedi e vestito. Se avesse fatto finta di niente, forse lo avrebbe lasciato dormire in pace. Così cacciò la testa sotto le coperte e rimase così, avvolto nel tepore.
Uryu entrò. Tutto taceva.
«Ichigo» lo chiamò per nome. «È inutile che fingi di non esserci. So che sei sepolto sotto le coperte, ma è ora di alzarsi. Vuoi fare tardi?»
Ichigo imprecò e si mise seduto, l’espressione assonnata e burbera.
«E anche se fosse? Non dici sempre che non dobbiamo farci vedere troppo insieme, altrimenti la gente capirà? Va prima tu e poi io ti seguirò.»
«Correrò il rischio per questa volta. E devo mettere in ordine, prima di uscire. Quindi devi alzarti.»
Ichigo imprecò un’altra volta. Stava con una casalinga mancata, ecco cosa.
«Uryu, vieni qui un momento» gli disse. Ishida si avvicinò, sospettoso.
«Sì?»
Ichigo lo afferrò a tradimento e lo trascinò con sé a letto.
«I-Ichigo, ti ho detto che faremo tardi a scuo-»
«E cambia disco! Non succederà niente per cinque minuti. In cinque minuti si possono fare tante cose» Ichigo si guardò intorno, come se volesse assicurarsi che non ci fosse nessuno. Poi lo strinse forte e sé e lo baciò e Ishida non ebbe il coraggio di ribattere alcunché. Non sapeva se era a causa del suo abbraccio o del tepore delle coperte, ma si sentiva scaldato.
Ichigo si sentì infastidito tutt’ad un altro. Era già più di mezz’ora che avvertiva dei suoi strani. Ma era così stanco che, non appena si risvegliava, cadeva di nuovo addormentato. Probabilmente Uryu sarebbe venuto a svegliarlo di lì a poco. Anzi, forse si aspettava già di trovarlo in piedi e vestito. Se avesse fatto finta di niente, forse lo avrebbe lasciato dormire in pace. Così cacciò la testa sotto le coperte e rimase così, avvolto nel tepore.
Uryu entrò. Tutto taceva.
«Ichigo» lo chiamò per nome. «È inutile che fingi di non esserci. So che sei sepolto sotto le coperte, ma è ora di alzarsi. Vuoi fare tardi?»
Ichigo imprecò e si mise seduto, l’espressione assonnata e burbera.
«E anche se fosse? Non dici sempre che non dobbiamo farci vedere troppo insieme, altrimenti la gente capirà? Va prima tu e poi io ti seguirò.»
«Correrò il rischio per questa volta. E devo mettere in ordine, prima di uscire. Quindi devi alzarti.»
Ichigo imprecò un’altra volta. Stava con una casalinga mancata, ecco cosa.
«Uryu, vieni qui un momento» gli disse. Ishida si avvicinò, sospettoso.
«Sì?»
Ichigo lo afferrò a tradimento e lo trascinò con sé a letto.
«I-Ichigo, ti ho detto che faremo tardi a scuo-»
«E cambia disco! Non succederà niente per cinque minuti. In cinque minuti si possono fare tante cose» Ichigo si guardò intorno, come se volesse assicurarsi che non ci fosse nessuno. Poi lo strinse forte e sé e lo baciò e Ishida non ebbe il coraggio di ribattere alcunché. Non sapeva se era a causa del suo abbraccio o del tepore delle coperte, ma si sentiva scaldato.