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Autore: Nao Yoshikawa    28/08/2022    4 recensioni
Quattro volte in cui Rukia si è innamorata, il modo in cui l'amore ha influito sulla sua vita.
“Mi chiamo Rukia Kuchiki e questi sono i quattro amori che hanno cambiato la mia vita. Il primo amore, quello tenero e rassicurante. Il dolore della perdita, di quell’amore, che mi ha disilluso. L’amore proibito, che mi ha confusa e fatto passare notti insonni. E l’amore consapevole, a cui non sarei mai arrivata senza le mie esperienze precedenti”.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Byakuya Kuchiki, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Renji Abarai, Shiba Kaien
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest
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Il primo amore
 

“Mi chiamo Rukia Kuchiki e questi sono i quattro amori che hanno cambiato la mia vita. Il primo amore, quello tenero e rassicurante. Il dolore della perdita, di quell’amore, che mi ha disilluso. L’amore proibito, che mi ha confusa e fatto passare notti insonni. E l’amore consapevole, a cui non sarei mai arrivata senza le mie esperienze precedenti”.
 
In tanti dicono che quando si è troppo giovani è impossibile amare per davvero.
Questo è ovviamente falso. Ho amato Renji davvero, in modo tenero e sincero.
E anche lui mi ha amata, di questo ne sono sicura, anche se non me l’ha mai detto.
Anche se nemmeno io gliel’ho mai detto, fin troppo impaurita dalla portata di quei sentimenti che mi ritrovavo a provare per la prima volta.
Io e Renji siamo sempre state due anime simili, sotto alcuni punti di vista: siamo cresciuti nel Rukongai, tra gli stenti e le difficoltà. Questo ci ha permesso di sviluppare una certa tempra e resistenza alle difficoltà. Noi eravamo quelli riusciti ad emergere, coloro che erano riusciti a frequentare l’Accademia per diventare Shinigami. Sono stati anni felici, quelli. Spensierati, a dispetto di ciò che pensavano tutti. Anche dopo tanti anni, mi ritrovo a pensare a quel periodo della mia vita con tenerezza e malinconia, com’è normale e giusto che sia. Renji per me c’era sempre, passavamo quasi tutto il nostro tempo insieme. Quando eravamo bambini, era una continua lotta alla sopravvivenza. Una continua ricerca di cibo, riparo, un continuo cercare di stare lontano dai guai, per poi finirci sempre e comunque. E poi tutto era cambiato.
Renji, diventiamo Shinigami.
Avevamo deciso che la nostra vita doveva subire un cambiamento ed ecco perché ci eravamo iscritti all’accademia. Dopotutto, cos’avevamo se non l’un l’altra e nulla più?
Ho sentito dire che lì si sta bene. Se ce la faremo, potremo vivere nella Seiretei.
Volevamo provare ad avere una vita migliore e volevamo farlo insieme, come d’altronde avevamo sempre fatto per dieci anni.
Ricordo quanto ci impegnavamo, quanto era stancante soprattutto all’inizio. Soprattutto ricordo le occhiate giudicanti dei nostri compagni di corso. La maggior parte di loro erano di buona famiglia, mentre noi eravamo quelli del Rukongai, appunto. Ma non era terribile. Io e Renji avevamo trovato il nostro posto del mondo. Noi volevamo costruirci una famiglia e dei legami. Spesso mi soffermavo a guardarlo e sentivo lo stomaco sottosopra. Sentivo le vertigini e le gambe molli. E il cuore battere forte. Erano tutte sensazioni che avevo imparato a provare crescendo. Da bambini era diverso. Da bambina lo stuzzicavo, lui si arrabbiava e io ridevo. Questo non era mai cambiato negli anni, ma era cambiato il modo in cui ci guardavamo. Alle volte lo scorgevo ad osservarmi in un modo che mi faceva arrossire. Quante volte ero stata sul punto di dire qualcosa al riguardo. Quante volte ero stata sul punto di baciarlo? Magari in primavera, sotto un albero di ciliegi in fiori. E sono sicura che per lui doveva essere lo stesso, perché il nostro era un rapporto fatto di non detti e di sensazioni forti. Renji mi toccava raramente. Alle volte poggiava la sua mano grande e calda sulla mia testa e mi sentivo bene. Eravamo entrambi così timidi, così inesperti davanti all’amore, il primo amore.
Poi, un giorno, la mia vira cambiò ancora. Ma questa volta, ahimè, le nostre strade si sarebbero state separate.
Renji, hanno detto di volermi adottare nel casato Kuchiki. Mi faranno anche diplomare subito. E sbrigheranno le pratiche per l’ingresso nel Gotei 13. Renji, io…
Quella per me poteva essere l’occasione della vita. Ma allora perché sentivo come se ci fosse qualcosa di sbagliato? Perché anche nei momenti più felici c’era sempre del dolore e viceversa?
Avrei voluto dirgli tante cose. “Renji, se mi dirai di rimanere, io rimarrò. Perché non riesco a immaginarmi di andare avanti senza di te. Credo di essermi innamorata di te già quando ero bambina, ma me ne rendo conto solo adesso. Ti basta solo una parola.”
Ci speravo davvero, in parte. Ma dopotutto lo conoscevo e sapevo che non era così egoista da chiedermi di rimanere. E infatti non lo fece.
Ma è grandioso! Il casato Kuchiki è un casato super nobile! Che fortuna, ehi! Se ti fai adottare da loro, potrai vivere nel lusso più sfrenato!
Mi aveva detto quanto mi invidiasse. Sembrava felice, eppure c’era qualcosa nel suo tono che lo ingannava. Renji, anche tu non avresti voluto allontanarti da me?
Avrei voluto dirgli quanto lo amavo e quanto per me era estraniante immaginarmi senza di lui. Ma avrebbe fatto così male.
Grazie, mi ero limitata a dire. Poi gli ero passata accanto e mi ero ripromessa che dopo ci saremmo ritrovati. Lì gli avrei confessato i miei sentimenti, lì saremmo stati pari. Ma questo non è mai successo. Non so esattamente perché, forse perché il tempo, la distanza e gli eventi cambiano le cose, la percezione, cambiano le persone. Io divenni Rukia Kuchiki, su di me c’erano certe aspettative. Lui riuscì a diventare Shinigami e poi, in seguito, perfino il luogotenente di mio fratello Byakuya Kuchiki. Le mie parole, i miei intenti erano dunque rimasti lì, sulle mie labbra. Ero cambiata io ed erano cambiate le mie sensazioni. Anche dopo che ci eravamo ritrovati, non avevamo perso la nostra complicità, ma qualcosa era cambiato senza dubbio. Non so, ancora oggi mi chiedo cosa sarebbe successo se gli avessi detto tutto quella volta. Saremmo finiti insieme? Avremmo costruito una relazione diversa? Avremmo resistito e saremmo stati per sempre insieme o ci saremmo lasciati e tutto si sarebbe rovinato?
Non lo so, a questo punto non lo saprò mai, forse. Siamo diversi da ciò che eravamo anche solo qualche tempo prima. Spesso penso che mi dispiace, penso che sarà uno dei miei piccoli e grandi rimpianti. Da un lato penso che forse le cose dovevano andare così. Dicono che il primo amore non si scorda mai e questo è vero. Io dei miei sentimenti non mi dimenticherò mai, perché Renji mi ha insegnato cosa vuol dire pensare sempre ad una persona, sentirsi leggera, mi ha insegnato ad essere felice in un modo diverso. Quindi grazie, mio primo, tenero e indimenticabile amore. Per le risate, i bei momenti, i momenti di confusione, di crisi e felicità.
Ai tempi non sapevo ancora quante volte avrei ancora incontrato l’amore sul mio cammino. Ma dopotutto, chi mai può saperlo?




Le frasi in corsivo sono prese direttamente dal manga.

Nota dell'autrice
Questa è una raccolta che sarà composta da quattro OS piuttosto brevi, perché mi interessava scrivere qualcosa che fosse più che altro introspettivo. Avevo iniziato a scrivere in terza persona, ma poi ho optato per la prima, in effetti la preferisco per questo tipo di storie. Ogni capitolo sarà dedicato, appunto, ad ognuna delle persone che Rukia ha amato (che poi sarebbero i quattro personaggi maschili con cui la shippo, of course). E ho cominciato con Renji, che tecnicamente è quello che sposa, ma qui appunto ci sono what if  di mezzo e la mia OTP per Rukia è un'altra. Ciò non toglie che secondo me davvero Renji e Rukia sono stati il primo amore l'uno dell'altra, a me almeno hanno dato sempre questa impressione (da parte di Renji poi era palese proprio). Il primo amore di solito è tenero, quasi magico. Anche se finisce non si scorda.
Spero che vi sia piaciuta, a presto (:

 
   
 
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