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Autore: Soul Mancini    31/08/2022    2 recensioni
[Joeminic]
“Quindi?”
“Dunque…”
Joe lo osserva in attesa, a metà tra l’incuriosito e l’irritato per il tentennamento del suo amico. Meglio che sputi il rospo al più presto – tolto il dente, tolto il dolore.
“Devi fingere di essere il mio ragazzo” butta fuori tutto d’un fiato Dom.
Cosa?!
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Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dominic Craik, Joe Langridge-Brown
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Let’s pretend it was (not) real
 
 
 
 
“Ehi! Buongiorno!”
Joe solleva appena lo sguardo dal libro che tiene sulle ginocchia, giusto il tempo per scorgere Dom prendere posto sul sedile davanti al suo e scaraventare lo zaino sul posto vuoto accanto a sé.
“Ciao” lo saluta brevemente, tornando a immergersi nel suo ripasso.
“Cosa studi?” domanda il nuovo arrivato in tono allegro, sporgendosi appena verso il suo amico.
“Storia. Dovresti saperlo, visto che oggi abbiamo il compito” ribatte Joe, voltando pagina.
“Quale compito?” cade dal cielo Dom, senza tuttavia mostrarsi troppo preoccupato.
Il biondo sospira e trattiene a stento un sorriso sconsolato: c’era da aspettarselo. Il suo compagno di classe comincia a mettersi sui libri solo verso aprile, quando ormai ha il programma di un intero anno scolastico da recuperare, e fa il minimo indispensabile per sfiorare la sufficienza. Prima di quel momento, non si premura nemmeno di segnare le date dei compiti o i capitoli del libro su cui esse vertono.
Senza attendere una risposta, il moro prende a canticchiare e comincia a frugare nella tasca esterna del suo zaino, probabilmente in cerca delle cuffie. Un bigliettino di carta gli scivola tra le dita, cadendo sul pavimento dell’autobus; sorpreso, Dom si china per raccoglierlo, lo scruta per qualche istante e poi solleva gli occhi al cielo, sbuffando.
Joe inarca un sopracciglio con fare interrogativo, ma non spezza il silenzio.
“Senti, amico…” prende la parola Dom dopo qualche istante, un sorrisetto sornione sulle labbra.
Guai in arrivo…
“Ti devo chiedere un favore.”
In quel momento Joe comprende che l’attimo di pace è terminato: chiude il libro – non avrà modo di ripassare ancora – e si prepara al peggio. Con Dom non c’è mai da stare tranquilli. “Dipende. Sentiamo.”
“C’è questa tizia che è letteralmente ossessionata da me. Si chiama Julie o Jade, o qualcosa di simile… ha un anno in meno di noi” comincia a spiegare Dom con fare calmo, quasi cauto – la quiete prima della tempesta?
“Beh… congratulazioni, amico.”
“Ma a me lei non piace!”
“Okay. Ma io in tutto questo che c’entro?”
“Un attimo, fammi spiegare. Questa ragazza nelle ultime settimane è diventata una palla al piede: mi manda messaggi su Instagram, commenta sotto le mie foto, mi si avvicina quando mi vede per i corridoi, addirittura lascia in giro dei bigliettini per me! Da quando sono state ufficializzate le date per il ballo di Capodanno non fa che chiedermi se voglio essere il suo accompagnatore, e non mi lascia in pace nonostante abbia messo in chiaro che non voglio avere nulla a che fare con lei. Ho cercato di essere gentile, ma non capisce!”
“Quindi tu vuoi che io ci provi con lei, così trasferirà su di me i suoi atteggiamenti da stalker?” prova a indovinare Joe, sempre più scettico sui risvolti che questa faccenda potrebbe avere.
“No. Ecco, la mia idea era un’altra. Dobbiamo fare in modo che ci lasci in pace, tutti” afferma Dom risoluto, mettendo su il sorriso smagliante di chi ha la situazione sotto controllo.
“Quindi?”
“Dunque…”
Joe lo osserva in attesa, a metà tra l’incuriosito e l’irritato per il tentennamento del suo amico. Meglio che sputi il rospo al più presto – tolto il dente, tolto il dolore.
“Devi fingere di essere il mio ragazzo” butta fuori tutto d’un fiato Dom.
Cosa?!” sbotta Joe in tutta risposta. Non sa nemmeno se ridere o incazzarsi, l’unica cosa che sa è che ha le orecchie in fiamme e che Dom deve essere completamente impazzito.
Loro due, fingere di stare insieme?!
“Sarebbe la soluzione migliore, non capisci?” cerca subito di giustificarsi il moro col tono di un commerciante intento a convincere il suo cliente che il suo è il miglior prodotto sul mercato. “In questo modo lei penserà che sono già impegnato e che non ha alcuna chance di conquistarmi prima del ballo di Capodanno, io non dovrò spezzarle il cuore in maniera troppo brusca e saremo tutti liberi.”
“Ma perché io? Voglio dire, hai decine di ragazze che sbavano sul tuo account Instagram e vorrebbero stare con te anche solo per finta!” Joe è ancora sotto shock, certe volte non capisce da dove il suo amico porti fuori certe idee.
“Non vorrei illuderle. Insomma, sai come sono le ragazze: dici loro che ti servono come copertura e loro si innamorano subito… e poi in questo modo la mia stalker capirà che né lei né nessun’altra ragazza avrà speranze con me.”
“Dom, tu ti rendi conto che lo verrà a sapere tutta la scuola?”
“E allora?” Dom batte le ciglia in tono innocente, come se davvero non capisca dove sta il problema.
“Come sarebbe a dire e allora?!” Joe sta facendo uno sforzo immane per non sollevare il tono della voce e farsi udire da tutti i passeggeri dell’autobus.
“Andiamo Joe, di questi tempi a nessuno interessa se sei etero, gay, bisessuale o simili, non siamo più negli anni Sessanta. Non mi interessa cosa pensano gli altri e, conoscendoti, non interessa nemmeno a te. Voglio solo togliermi questa tipa di mezzo.”
Joe ci riflette su per un attimo – non sa nemmeno lui perché sta prendendo in considerazione quest’idea totalmente folle – e si ritrova a convenire con Dom almeno su un punto: non gli importa granché dell’opinione altrui, del resto non ha mai cercato di compiacere la maggioranza conformandosi agli standard dei suoi coetanei, non si cura troppo dell’impressione che dà. Perché non può essere lo stesso per la sua sessualità?
Scuote il capo, sconcertato dai suoi stessi pensieri. “Perché non lo chiedi a qualcun altro? Conor, Price…”
“E dai, non tirarla tanto per le lunghe! Accetti o no?” taglia corto Dom. “Ti prego” aggiunge poi in tono vagamente supplichevole, cercando lo sguardo del biondo.
I due si scambiano una lunga occhiata e Joe non sa cosa gli succede, ma c’è qualcosa nei grandi occhi scuri del suo amico, un misto di supplica e speranza, in grado di scardinare le sue difese.
Forse si tratta di questo, forse è l’alone di incertezza lasciato dalla domanda a cui Dom non ha risposto – perché proprio Joe e non un altro qualsiasi dei loro amici?
Joe si ritrova ad annuire appena ancor prima di rendersene conto, senza rifletterci su una seconda volta.
“Quello è un sì? Oddio Joe, grazie, grazie! Una volta che la pazza si sarà levata di torno, farò tutto quello che vuoi per sdebitarmi!” esplode Dom, sorridendo a trentadue denti e mollandogli una serie di pacche ben assestate sul braccio.
“Ma chi cazzo me l’ha fatto fare…” borbotta il biondo, sollevando gli occhi al cielo. È perfettamente consapevole di essersi cacciato in un mare di guai, non sa davvero spiegarsi cosa gli sia preso.
“Andrà alla grande, amore mio” ribatte Dom, enfatizzando le ultime due parole con fare ironico. Meglio cominciare a prendere dimestichezza con la nuova vita da coppietta felice.
“Sì, certo…” borbotta Joe, allungando la mano per sfilare dalle dita di Dom il bigliettino che aveva trovato nella tasca del suo zaino. Lo scruta attentamente e una smorfia si dipinge sul suo volto. “Dom, dolcezza, farò tutto quello che vuoi se accetti di venire con me al ballo. Ti amo tanto, ti supplico” legge, a metà tra il divertito e il perplesso. “Dolcezza? Ti supplico? vuole essere dominata?”
L’altro sogghigna con fare malizioso. “Ci sarà pure un motivo se mi chiamo Dom.”
Joe sospira e afferra il libro che aveva abbandonato da una parte. “Diamoci una mossa, siamo quasi alla nostra fermata.”
La giornata non è cominciata nella maniera più tranquilla.
 
 
“È lei”  bisbiglia Dom, dandogli leggermente di gomito e accennando a un punto alla loro destra.
Joe si lascia andare a un sospiro, mentre quella ormai familiare punta di irritazione comincia a farsi strada in lui: ormai saranno tre o quattro giorni che quella recita va avanti e lui non fa che pentirsi ogni istante di più di aver accettato.
Il moro, con disarmante nonchalance, gli circonda la vita con un braccio e lo attira a sé, un sorrisetto dipinto sulle labbra.
“È proprio necessario? Ogni volta?” bofonchia Joe, sentendo i suoi muscoli tendersi come corde di violino.
La sensazione che prova quando Dom fa intrecciare le loro dita, gli posa le mani sui fianchi, lo abbraccia da dietro e gli lascia baci tra i capelli non gli piace affatto: sente uno strano formicolio all’altezza dello stomaco e un improvviso calore sul viso, sente l’impulso di respingerlo e allontanarsi ma sa che non può, ha promesso al suo amico che l’avrebbe aiutato con la stalker, deve stringere i denti e fingere di ricambiare quelle attenzioni quando lei è nei paraggi.
E lei è sempre lì: alla fermata dell’autobus, durante la pausa pranzo, nei corridoi, in biblioteca, a un tavolino del bar davanti alla scuola. Lei è lì, come le decine di studenti che frequentano quei luoghi e lanciano loro sguardi perplessi e maliziosi.
Joe si sente a disagio, probabilmente per il fatto che la notizia si stia spargendo – solo Price, Conor e Phil, i loro amici più stretti, sanno che è tutta una finzione.
Eppure anche in quel ventoso pomeriggio di inizio novembre, in cui la fermata dell’autobus è quasi deserta e l’unico sguardo posato su di loro è quello di Julie, Joe avverte quella voglia irrefrenabile di scappare via da Dom.
“Senti, ma per quanto tempo deve andare avanti questa recita? Penso che ormai lei l’avrà capito, no?” fa notare Joe a voce bassa in modo che la ragazza non possa carpire le sue parole.
La moretta si è piazzata a una decina di metri da loro – quando li vede insieme non osa avvicinarsi più di così – e armeggia col suo cellulare nel tentativo di fingere disinteresse, ma di tanto in tanto lancia loro delle occhiate neanche troppo discrete.
“Non credo, sai? Continua a scrivermi su Instagram” ribatte Dom.
“Ma non puoi semplicemente bloccarla?”
“Lei mi infila i bigliettini d’amore nello zaino.”
“Sta cominciando a diventare inquietante.”
Dom scuote appena il capo. “È solo una ragazzina innamorata. Sai, penso ci voglia solo qualcosa di più palese, non basta mettere in giro qualche indizio che ci sia del tenero tra di noi.” Dom pronuncia quelle parole con leggerezza, ma Joe coglie comunque un sottile velo di malizia che gli scava una voragine nello stomaco.
Istintivamente si divincola da quello strano abbraccio in cui erano incastrati, recupera lo zaino che aveva poggiato sulla panchina della fermata e fruga dentro le tasche. Cosa stia cercando – se le sigarette, il telefono o qualche altra cosa – non lo sa nemmeno lui. “Sì, e cosa vuoi fare? Inviarle la partecipazione del nostro matrimonio?” farfuglia intanto.
In tutta risposta Dom ridacchia, gli si accosta e gli tira una ciocca di capelli biondi. “Saresti un’adorabile sposina, amore!”
Joe non può fare a meno di sorridere a sua volta. “Sei uno stronzo.”
Un autobus in avvicinamento attira la loro attenzione; Joe dà un’occhiata al numero riportato sullo schermo luminoso in cima al mezzo e realizza che non si tratta del loro pullman. Nota che invece Julie, sguardo basso e cellulare sempre alla mano, si accosta al bordo del marciapiede e fa cenno all’autista di fermarsi.
Non può che lasciarsi sfuggire un sospiro di sollievo: lei se ne andrà, loro metteranno da parte la recita da fidanzatini felici e torneranno a essere i soliti Dom e Joe.
Afferra il pacchetto di sigarette e l’accendino, è sul punto di richiudere la zip dello zaino quando improvvisamente si sente strattonare per il braccio e gli oggetti gli scivolano dalle dita, ricadendo sulla panchina.
Prima che possa rendersene conto, Dom l’ha costretto a voltarsi.
Prima che possa rendersene conto, le labbra del suo amico sono sopra le sue e le sue mani gli scorrono sui fianchi e sulla schiena.
Joe si irrigidisce, lo shock per quel gesto è talmente forte che lo immobilizza, non è in grado di respingerlo né di percepire le sue stesse sensazioni.
Dom lo bacia.
Julie è appena salita sull’autobus e li guarda, gli occhi sgranati.
Joe sente caldo, tanto caldo.
Caldo tra le labbra, dove Dom si è insinuato – è stato lui a permetterglielo.
Caldo sulla schiena e tra i capelli, dove le dita del moro si muovono e lo accarezzano – non l’aveva mai sfiorato così.
Caldo lungo tutto il corpo, attraversato da una scarica di elettricità nuova, così eccitante e al contempo così spaventosa.
Si dice che Dom lo sta facendo solo per risultare più credibile agli occhi della sua stalker, tenta di ripeterselo e convincersi che sia così, ma la verità è che entrambi stanno partecipando.
E Joe scopre che la bocca di Dom non è affatto male, gli manca l’aria ma non la vuole lasciare.
Scopre che se chiude gli occhi, si aggrappa alle spalle del suo amico e fa aderire i loro petti trova un angolino di paradiso.
Cosa stanno facendo?
Dom lo lascia andare bruscamente, lo respinge all’improvviso, come se la pelle di Joe avesse cominciato a scottare. Il biondo, spiazzato, rischia di perdere l’equilibrio e di ricadere sulla panchina.
Dietro di loro, sulla strada, l’autobus si sta allontanando.
“Ora credo che Julie non avrà più dubbi” afferma Dom con una risatina.
Joe vorrebbe urlargli contro qualsiasi insulto, prenderlo a pugni, maledirlo per ciò che ha fatto, prendere le sue cose e andarsene piantandolo lì, ma la verità è che non sa se a farlo arrabbiare sia stato il gesto in sé o il fatto che Dom gli attribuisca così poca importanza.
L’ha fatto davvero solo per la credibilità della loro finta relazione? Allora perché lo toccava in quel modo carico di significato? Perché ha approfondito quel bacio? Perché non si è staccato da lui non appena l’autobus è ripartito? Perché l’ha stretto a sé come se non volesse più lasciarlo andare?
Joe ha il coraggio di guardarlo in volto. Sembra così rilassato, con quel sorriso sbarazzino tipico di lui… ma i suoi occhi scuri guardano ovunque tranne che nella sua direzione.
Questo non è da Dom.
“Non farlo mai più” sibila semplicemente Joe in risposta, sperando di risultare minaccioso.
“Non ci penso nemmeno” ribatte il moro in tono spavaldo, dandogli le spalle e muovendo qualche passo verso il ciglio del marciapiede.
“E basta con questa pagliacciata della finta relazione, mi sono stancato. Se la tizia continua a perseguitarti, veditela da solo o chiedi a qualcun altro” aggiunge Joe.
“D’accordo.”
Entrambi vogliono prendere le distanze da ciò che è successo, dimenticarlo.
Non è successo niente.
Non hanno provato niente.
Era solo una stupida finzione.
 
 
Joe ha a malapena il tempo di richiudersi la porta alle spalle prima di sentirsi afferrare per un braccio. Si ritrova con la schiena contro la parete dell’aula deserta, il corpo di Dom premuto addosso, il suo respiro a pochi centimetri dal viso e i grandi occhi scuri dentro i suoi.
Joe si lascia sfuggire un mugolio prima di impossessarsi con foga delle sue labbra e aggrapparsi alla sua schiena.
Le dita di Dom scorono subito verso le sue ciocche, pronte a impigliarsi in esse. Gli piacciono così tanto i suoi capelli.
Quando riescono a ritagliarsi quei piccoli momenti durante la giornata scolastica cercano sempre di goderseli appieno.
Si staccano un attimo, giusto il tempo di riprendere fiato, e si lanciano uno sguardo colmo di significato attraverso la penombra. Entrambi hanno il volto arrossato e il fiatone.
“Allora… ci vieni al ballo di Capodanno con me? Magari Julie vuole la conferma definitiva…” bofonchia Dom con un sorrisetto ironico.
“Non se ne parla nemmeno.”
“Che noioso che sei…”
Joe fa scorrere la mano destra lungo la sua schiena fino a raggiungere il suo gluteo e gli dà un pizzicotto. “Posso trovare un’alternativa migliore per festeggiare il Capodanno.”
Dom si lecca le labbra e le sue iridi scintillano di malizia. “Che il countdown abbia inizio” dice, prima di fiondarsi nuovamente sulle labbra del biondo.
Tutto sommato, il folle piano per allontanare la stalker è andato decisamente a gonfie vele.
 
 
 
 
♦♦♦
 
 
OMMIODDIO!
Che dire… questa è la prima storia che riesco a buttare giù dalla prima all’ultima parola da… giugno, quindi diciamo due mesi e mezzo. Che, per quelli che sono sempre stati i miei ritmi di scrittura, è un’eternità.
Non posso dirmi soddisfatta del risultato finale, la storia è banale e priva di qualsiasi carica, scriverla non è stato facile per niente, ma almeno è qualcosa! È pur sempre un punto di partenza per rimettere insieme i pezzi della mia creatività devastata!
E. cpme sempre quando cerco di uscire dal blocco dello scrittore, ricomincio da loro: i Nothing But Thieves. Che mi salvano SEMPRE E COMUNQUE, in ogni situazione ♥
Questa voleva in realtà essere una storia per il compleanno di Dom (che è stato il 22 agosto), avevo cominciato a scriverla quel giorno ma non sono riuscita a finirla. Quindi non so che valenza possa avere con quasi dieci giorni di ritardo, ma TANTISSIMI AUGURI DI BUON COMPLEANNO DOOOOOOM *__________*
COSA C’È DI MEGLIO PER FESTEGGIARE DELLA JOEMINIC????
Vorrei anche ringraziare Bellaluna per la sua splendida challenge, che mi ha fatto scattare la scintilla dell’ispirazione dopo tanto tempo! Si tratta di una challenge in cui ogni mese si deve scrivere su una determinata tematica, e quella di agosto era “fake relationship”, ovvero due personaggi devono fare finta di stare insieme per qualche motivo a scelta dell’autore.
Spero davvero che avere un prompt e una scadenza ogni mese possa aiutarmi!
Intanto grazie a chiunque abbia il coraggio di arrivare fin qui e mi scuso per avervi presentato questa versione “sbiadita” di me ^^
Alla prossima, spero di tornare presto da queste parti :3
 
 
   
 
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