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Autore: sasdavvero    03/09/2022    1 recensioni
Hawks era una persona semplice.
Una persona davvero semplice.
Hawks aveva un eroe preferito.
Meglio ancora.
Aveva un’eroina preferita, non in quello squallido senso per cui a volte alcuni ragazzi/uomini hanno un’eroina preferita, dio, no.
È proprio questo il punto.

[AroAce Dabihawks, l'altro personaggio è in "Sorpresa" perché non c'è nella lista.]
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dabi, Hawks, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hawks era una persona semplice.

Una persona davvero semplice.

Hawks aveva un eroe preferito.

Come tutti in questa società, a dire il vero, come è ovvio per le persone di ogni età, in ogni parte del mondo.

(Nel senso, Hawks era convinto che ci fossero anche persone a cui non piacevano gli eroi, cioè, pronto? Ci sono un botto di Villains, no?

Eppure—)

Hawks aveva più di un eroe preferito, a dire il vero.

Ammirava molto Miruko, una sua quasi amica, forse era un po' troppo aggressiva alle volte, ma hey! Ci stava.

Ammirava molto anche Eraserhead e in generale tutti gli eroi che avevano il coraggio e la voglia di insegnare alle generazioni future.

Cioè, lui? Mai, ma, buon per loro.

Ammirava molti eroi, a dire il vero.

Ma una in particolare…

Già.

Aveva un’eroina preferita, non in quello squallido senso per cui a volte alcuni ragazzi/uomini hanno un’eroina preferita, dio, no.

È proprio questo il punto.

Hawks, in questo momento, era abbastanza in ansia.

Molto in ansia.

Non aveva mai davvero parlato con lei, aveva quasi l'impressione che lei lo snobbasse, un po', forse, circa, okay non ne aveva idea, ma era sempre così seria, lei, era…

Fantastica.

Quindi, Hawks era nervoso, teneva nervosamente le mani dietro alla schiena, nascondendo due fogli un po' spiegazzati e un pennarello viola, sguardo determinato ma esitante, un po', cercava il coraggio di andare da lei.

La cosa peggiore fu che esitò un attimo di troppo, e letteralmente vide le dozzine di persone radunarsi attorno a lei, a chiedere foto e autografi eccetera, vedeva lei già stanca del fracasso e la capiva, a volte firmare autografi subito dopo uno scontro era stressante.

Molto stressante.

Hawks non se la sentiva di—

“Oh, Hawks,” la donna alzò la testa su di lui, sorrise. “È un piacere vederti.”

E via, tutte le persone addosso a lui, Hawks mise velocemente in tasca ciò che aveva in mano e sfoggiò il suo sorriso più smagliante, lanciando dei saluti a tutti e già iniziando a fare foto.

Cristo santo.

E probabilmente lei, beh, capì di non aver fatto troppo una buona cosa, a salutarlo così apertamente davanti alla folla, perché si intrufolò nel mucchio, lo prese per un braccio e salutò la gente, prima di iniziare a trascinarlo via da lì.

Hawks stava per svenire.

Letteralmente.

“Scusami,” gli disse la donna una volta si resero conto di non essere più (troppo) seguiti. “Ero felice di vederti, ma non ho pensato ai tuoi fan.”

Hawks mosse la mano, dicendo: “Nah, stai tranquilla, Ryukyu, non c'è problema.”

Lei sorrise. “Allora, che ci fai da queste parti? Okinawa è abbastanza lontana da Fukuoka, mi meraviglierei se fossi qui per caso.”

“Beh,” porca di quella puttana, “non lo so, avevo voglia di farmi un giro, niente di più, ahah.”

Cristo santo se era nervoso.

Hawks era una persona semplice.

Mi correggo, un asessuale semplice.

Un po'... stereotipato, forse, ma è per il bene della storia.

E anche perché il narratore la pensa come lui.

Hawks non aveva le parole per dire: Puoi fare un autografo per me e il mio amico? Cioè, non devi per forza ma sarebbe figo? Perchè ti adoriamo ahah jk jk unless…?

Ryukyu stette a fissarlo per tipo, dieci secondi.

Sorrise. “Non me lo sarei mai aspettata, ma certo che ti faccio un autografo, Hawks.”

Cristo.

Santissimo.

Cristo santo.

Cristo—

“Uhhhhhh,” mantieni la calma, mantieni la calma, “figo.”

FIGO?????

È L’UNICA COSA CHE SAI DIRE—

Hawks si sbrigò a prendere i fogli stropicciati che avevano sopra stampata con poco colore un'immagine presa da internet dell’Eroina.

Lei non ci fece caso, prese il pennarello che gli passò e firmò entrambi i fogli, un mezzo sorriso sul suo volto.

“E il tuo amico?” gli chiese mentre lo vedeva andare quasi in iperventilazione. “Avremmo potuto scattarci una foto, se avessi voluto.”

“Uhhhh,” dio santo, “non— cioè lui non sta tanto bene in ‘sto periodo e ho pensato che avere il tuo autografo l’avrebbe fatto stare un po' meglio, idk girl ma poi lui è… particolare.”

“Mhm,” Dio Santo, “auguragli una buona guarigione da parte mia, allora.”

Hawks annuì. “Lo farò.”

Pranzarono insieme in un qualche ristorante del posto, quel pomeriggio Hawks prese il volo e arrivò stramorto al covo, urlando:

C’ho i cazzo di autografi Bastardo!!!!

Alchè il bastardo probabilmente cadde dalle scale o così, perché lo vide letteralmente arrancare da lui stile Il mio tessssoro o roba del genere.

Dio santo.

“No— Dabi— Non toccarli che lui bruci—-”

“Sta zitto—” la sua voce era spezzata, del sangue colava dalle sue guance. “Colei… hai il Suo autografo— Dio, Hawks, ti adoro.”

Hawks alzò gli occhi al cielo.

Sorrideva.

Ci mancò poco che davvero Dabi bruciasse gli autografi, era così preso dall’emozione che piccole fiammelle iniziarono a spargersi sulle sue braccia, Hawks fu molto attento e riuscì ad allontanarsi da lui prima che il frigo prese fuoco, di fatto il Boss gli urlò dietro per un bel quarto d’ora ma hey!

Ci stava.

   
 
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