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Autore: Ghostclimber    03/09/2022    4 recensioni
Una cena tra amici, un attaccamento fuori dalla norma per un utensile da cucina.
E per guarnire, un pizzico di RuHana che dà sapore.
Pairing: MitKo, RuHana, MiyAya
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Kiminobu Kogure
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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/Riemerge dalle tenebre come Mushu quando risorge/
Dedico questa boiata immensa a Lizardiana e all'autocorrettore del suo cellulare. Ma più a Lizardiana.
Prendete una bella manciata di pilloline e sedetevi ad ascoltare le parole di Papà Castoro.





La serata stava andando alla grande, secondo Kogure, il che non era per nulla scontato: lui e Mitsui avevano radunato in un buco di appartamento alcuni tra i più instabili individui di Kanagawa ma, almeno per il momento, nessuno sembrava virare verso il punto critico di esplosione.

Certo, tenere lontani Sakuragi e Rukawa si era rivelato un compito ben più arduo del previsto: sembrava esserci una forza di attrazione ignota che li portava costantemente a gravitare l'uno verso l'altro, anche se poi quando erano a portata di braccio tendevano a menarsi.

Kogure sorrise allo sguardo minaccioso di Rukawa, rimandando saggiamente ad un altro momento ogni tipo di meditazione riguardo all'eventualità di un sentimento reciproco tra i due: e d'altronde, forse nemmeno voleva soffermarsi sull'idea. Una relazione tra quelle due bombe atomiche aveva un potenziale distruttivo quasi inimmaginabile.

“Devi mangiare le verdure, Kitsune!” sbraitò Hanamichi proprio in quel momento, quasi a voler dimostrare a Kogure quanto possa essere difficile giocare all'elefante rosa.

“Ma chi cazzo sei, mia madre?” rispose Rukawa, riuscendo a battere il proprio record per il maggior numero di parole mai messe in fila.

“Mh!” bofonchiò Mitsui, inghiottendo in tutta fretta il boccone che stava masticando, “No, Rukawa, fidati! Quelle non sono normali verdure, come fa il gratin Tetsuo non lo fa nessuno!” Kogure trattenne un sorriso di sollievo nel vedere che il discorso ritornava su un piano meno rischioso.

“Hisashi ha ragione!” concordò, “Devi davvero assaggiarne almeno un po'.” sorrise dolcemente a Tetsuo, che ricambiò gonfiandosi tutto di orgoglio.

Mentre Rukawa lasciava che Sakuragi gli mettesse sul piatto una cucchiaiata di cavolfiori al gratin, una volta strappata la promessa che il rosso li avrebbe mangiati al posto suo se gli avessero fatto schifo, Kogure si morse la lingua. Per evitare di fare domande inopportune, tipo da quando erano su un piano di rapporto in cui mangiavano l'uno dal piatto dell'altro, Kogure riportò alla mente la prima cena cucinata da Tetsuo che aveva assaggiato.

Lui e Mitsui avevano appena firmato le carte per entrare in possesso del piccolo appartamento che stavano inaugurando ufficialmente proprio quella sera, ed erano in alto mare con dei piccoli lavoretti che si erano rivelati ben oltre la loro portata.

Verso le otto di sera, mentre stavano quasi per decidere che forse vivere in un tugurio poteva anche essere romantico, Tetsuo era arrivato senza nemmeno avvertire, tra le mani una pirofila di ceramica colma di una delizia nutriente.

Shepherd's Pie, si chiamava. Una torta salata senza crosta composta da macinato di carne con spezie, verdure e piselli, sormontata da uno strato di purè di patate con grattugiato sopra del formaggio. Appena informato sulla ricetta, Kogure aveva promosso con entusiasmo la cena: conteneva tutti i nutrienti necessari per formare un pasto ben bilanciato.

Ma quando si era portato alla bocca il primo pezzetto di Pie, aveva mandato al diavolo ogni considerazione salutista: fosse anche stato un pasto da mettere in preallerta il reparto cardiologico dell'ospedale più vicino, ne sarebbe valsa la pena.

Tetsuo era riuscito a trasformare una ricetta rustica e tutto sommato povera in un piatto da gourmet, e Kogure l'aveva gustato emettendo dei piccoli mugolii di piacere che avevano suscitato una serie di battute a doppio senso che normalmente l'avrebbero messo in imbarazzo.

Ma lì, seduto sul pavimento in abiti coperti di macchie di vernice, puzzolente come non mai per la fatica dei lavori, non gliene era fregato un beatissimo accidente. Quella Shepherd's Pie era un pezzo di paradiso rimasto incastrato in una pirofila e tutto il resto poteva anche andarsene a ramengo.

 

Qualche giorno dopo, Tetsuo aveva portato una teglia di pulled pork. Avevano diviso la carne sfilacciata dentro a dei panini da hamburger e anche lì Kogure si era semplicemente lasciato andare, ripromettendosi di comportarsi bene da vivo così da avere la speranza di trovare un aldilà abbastanza buono da poterci ritrovare Tetsuo e le sue squisitezze.

Da lì in poi, ogni volta che Mitsui cominciava una frase dicendo “Più tardi passa Tetsuo, porta...” Kogure immancabilmente ribatteva: “Se è cibo, va bene”. Gli avrebbe allegramente affidato la preparazione del menu del proprio matrimonio, se fosse stato legale in Giappone per due uomini convolare a giuste nozze. E non escludeva di dar retta a Mitsui, che proponeva da anni di andare a Las Vegas per una toccata e fuga in una cappella nuziale, solo per avere la scusa di far preparare da mangiare a Tetsuo. Quell'uomo era il dio dei fornelli.

 

Kogure, dopo una sottile gomitata di Mitsui, riportò l'attenzione al presente. Rukawa stava ruminando i cavolfiori al gratin con stampata in viso un'espressione a metà tra l'estasi mistica e la faccia di uno che è sicuro che ci sia qualcosa sotto.

Sakuragi, di fianco a lui (ma di nuovo, come mai con tutti i posti a sedere si era ritrovato proprio di fianco a Rukawa?) masticava più lentamente, con l'aria soddisfatta di un padre che finalmente ha convinto il figlio a mangiare le verdure. Un po' kinky, ma a ognuno il suo, no?

Tetsuo, nel frattempo, si era di nuovo gonfiato come un comicamente sovradimensionato uccellino felice. Scoprire che sapeva cucinare così bene e che se ne vantava era stata una scoperta molto piacevole per Kogure, che si era sempre fidato solo fino ad un certo punto: ma una persona che amava così tanto il cibo e che lo condivideva con tanta generosità non poteva essere malvagia.

Rukawa allungò le mani verso la pirofila per servirsi un bis, ma Tetsuo lo precedette, prendendo in mano la teglia con movenze quasi riverenti; gli servì due abbondanti cucchiaiate di cavolfiori e Rukawa nemmeno emise un fiato, gettandosi subito sul cibo, concedendo a Tetsuo solo un lievissimo cenno del capo. Tenendo conto di com'era fatto Rukawa, era un complimento non da poco, e Tetsuo arruffò le piume ancora un pochino.

“Cos'è che c'è disegnato sul fondo?” curiosò Sakuragi, allungandosi per dare un'occhiata alla pirofila di Tetsuo.

“Sembra una specie di festa di paese?” rispose, esitante, Miyagi.

“Sembra che dovresti farti i cazzi tuoi.” aggiunse Tetsuo.

“Ehi, va' che mica ti stavo sfottendo, bestione!” si accese Sakuragi, “È carina.”

“Nh.” mugolò Rukawa, spingendolo indietro, “Mangia e zitto.” Sakuragi roteò gli occhi.

“Ci dividiamo quel che resta?” propose Mitsui, “Così Tetsuo può lavare la pirofila e riporla.”

“Beh, ma c'è tempo.” commentò Ayako.

“Ottima idea, Mitchi.” disse Tetsuo, poi procedette a dividere quel che restava dei suoi paradisiaci cavolfiori al gratin nei piatti dei presenti. Nessuno rifiutò un bis, Rukawa addirittura rubò un pezzetto di cavolfiore dal piatto di Sakuragi, che per vendetta ne rubò uno a lui.

Finirono di mangiare, poi Mitsui e Tetsuo andarono in cucina a prendere il dolce.

“Oi, Quattrocchi.” bisbigliò Sakuragi, “Ma Tetsuo ha una relazione con quella teglia?”

“Ma sta' zitto.” ribatté Rukawa.

“Ve la spiego più tardi.” rispose Kogure con calma, a voce bassa.

Tetsuo e Mitsui tornarono dalla cucina con una grossa torta alla panna, e la compagnia dimenticò in fretta la pirofila. Se Tetsuo era il re incontrastato dei prodotti da forno, Sakuragi gli teneva allegramente testa con i suoi dolci.

Rukawa se ne servì una fetta grande abbastanza da sfamare tutto il Biafra e Sakuragi lo guardò divorarla con la faccia di uno che non potrebbe essere più felice.

 

Una mezz'oretta più tardi, quando Kogure cominciava a ricordarsi che non invitava gente perché non poteva controllare quando la serata sarebbe finita, Tetsuo si alzò dal divano e annunciò che sarebbe andato a casa.

“Vado a prendere la mia pirofila.” disse, e Mitsui si alzò insieme a lui per accompagnarlo. Kogure vide Sakuragi alzare un sopracciglio così tanto che per poco non gli raggiunse l'attaccatura dei capelli. Aprì la bocca per commentare, poi guardò Rukawa, che si era addormentato sulla sua spalla e ora gli stava sbavando sul maglione. Kogure si preparò ad un'esplosione di urlacci e compose mentalmente un discorso di scuse da propinare all'amministratore di condominio, ma Sakuragi se ne rimase in silenzio.

La questione diventava sempre più sospetta.

 

Poi, Mitsui rientrò nel salottino e si sedette di fianco a Kogure; gli prese le caviglie e cominciò a massaggiargli i piedi, cosa che suscitò un affettuoso “Awww” da parte di Ayako.

“Allora, cos'è questa storia della pirofila?” chiese Miyagi.

“Oi, Kitsune, sveglia che stanno spiegando la cosa.”

“Quale cosa?” le mani di Mitsui si strinsero sui piedi di Kogure. Che fine aveva fatto Kaede “Non Perdono Chi Disturba il Mio Sonno” Rukawa?

“Quella della teglia.”

“Pirofila.”

“E che cazzo cambia, Kitsune?! Sempre in forno va!”

“Do'aho. La teglia è di acciaio, la pirofila di vetro o ceramica.”

“Sei un insopportabile cagaminchia pignolo...”

“Ehm, ragazzi.” li interruppe Mitsui.

“Sì, scusa.” ribatté Sakuragi, “La teglia.”

“Pirofila.”

PIROFILA, mammamia che cagacazzi.”

“Ma non è che dovete dirci qualcosa, voi due?” chiese Mitsui a bruciapelo. Nel silenzio teso che seguì, Kogure valutò la distanza tra sé e l'estintore.

“Scopiamo.” rispose Rukawa.

“Solo?” chiese Sakuragi.

“E va bene, stiamo insieme. Possiamo parlare di quella cazzo di pirofila, adesso?”

“No, col cavolo!” sbottò Ayako. Kogure l'ammirò moltissimo per essere riuscita a tirare fuori anche solo quel fil di voce da Chipmunk. “Vogliamo sapere tutto!”

“Non tirare la corda.” rispose Rukawa. Il suo tono fu così definitivo che nessuno osò insistere.

“Ehm...” fece Miyagi, “Allora, dicevamo, la pirofila di Tetsuo?”

“Sì, ecco, ehm... cosa stavo dicendo?” disse Mitsui.

“Che Tetsuo si scoperebbe quella dannata te... pirofila.” gli venne in aiuto Sakuragi.

“Sì, ecco. Cioè, no!” si corresse Mitsui, “Che cazzo, questi mollano le bombe e poi si aspettano che mi ricordo come si parla...” bofonchiò.

“Tetsuo ha sempre avuto la passione per la cucina.” disse per lui Kogure, che ormai sapeva bene la storia, “E anche quando erano in giro a fare i delinquenti, spesso arrivava con una teglia di qualcosa da dividere.”

“Non tutti avevamo la possibilità di farci un pasto caldo a casa.” specificò Mitsui, “E questa cosa di mangiare insieme era una buona scusa per aiutare chi era in difficoltà. Noi che avevamo una casa, una famiglia o semplicemente un lavoro mangiavamo poco, giusto per fare scena, e chi aveva fame poteva una volta tanto andare via con la pancia piena.”

“Giuro che se me l'avessi detto tre anni fa ti avrei preso a schiaffi per avermi rifilato una troiata.” ammise Miyagi.

“Tre anni fa mi avresti preso a schiaffi a prescindere.”

“Touché.”

“Comunque, una sera la pirofila di Tetsuo è scomparsa. Non sappiamo chi l'abbia presa, ma lui c'è rimasto davvero male.”

“Ci credo.” disse Ayako, “Fai del bene alla gente e loro ti ripagano così...”

“Che pezzi di merda.” commentò Sakuragi, più prosaico. Al suo fianco, Rukawa annuì.

“Già. Comunque, chi di noi poteva permetterselo mise insieme quattro soldi. Gliene comprammo una nuova, ed è quella che ha portato stasera.”

“Ed è per questo che ci è così attaccato.” disse Kogure.

“Per questo, e anche perché all'epoca anche lui aveva le pezze al culo. Poteva permettersi di cucinare qualcosa per tutti, ma non aveva né il tempo né il denaro per mettersi a cercare un'altra pirofila, e quella era l'unica che aveva.” cadde il silenzio. Non si era mai parlato esplicitamente degli anni da teppista di Mitsui, solo qualche accenno, e Kogure si rilassò e si godette il massaggio ai piedi mentre tutti, visibilmente scioccati, cercavano di metabolizzare l'idea che quel gigantesco omone che tre anni prima aveva quasi distrutto la palestra dello Shohoku e i loro sogni fosse in realtà un cuore di zucchero, pronto a usare gli ultimi risparmi per fare in modo che un amico non tornasse a casa a digiuno e pronto a rimanerci male per una pirofila scomparsa.

“Beh, allora capisco perché ci tiene.” disse infine Sakuragi, e tutti furono rapidi ad annuire. Non c'era in realtà molto altro da commentare, e Kogure fu felice di notare che nessuno cercò di dire qualcosa di spiritoso. Per quanto buffa e assurda, era una cosa a cui Tetsuo teneva molto, e Kogure sarebbe rimasto molto deluso nello scoprire che i suoi amici sarebbero stati pronti a prenderlo in giro per questo suo piccolo atto di umanità.

“Rukawa sta russando.” disse Miyagi, “Ma almeno ha sentito la storia?”

“Sì, l'ha sentita.” disse Sakuragi, “Adesso ci sta ragionando, tra una settimana o due mi dirà qualcosa. Se è una riflessione che ha senso, ve la scrivo via WhatsApp.” Ayako rise, forse un po' istericamente, ma con affetto.

“Kitsune, ti riavvii per una mezz'oretta?” chiamò Sakuragi, “Andiamo a casa.”

“Nanna.”

“Nanna.” Miyagi si cacciò le nocche della mano in bocca per non ridere. Mitsui, più elegante, si mise a mordicchiare l'alluce di Kogure.

Sakuragi e Rukawa, quest'ultimo un po' insicuro sulle gambe, si alzarono e salutarono; pochi istanti dopo, Ayako chiese di usare il bagno e disse a Miyagi che il suo coprifuoco si avvicinava.

Rimasti soli nell'ingresso, Mitsui chiese: “E tra voi?”

“Usciamo. Ci siamo dati qualche bacio. Ho cenato con i suoi. Tutto sommato, credo di avere buone speranze.” Miyagi sorrise, e Kogure si astenne dal commentare che, a suo parere, pensava che Ayako fosse già cotta a puntino da un bel po'.

Si salutarono sulla soglia, poi Kogure e Mitsui sistemarono le ultime cose rimaste in giro e si prepararono per andare a dormire.

 

-:-:-:-:-:-

 

A qualche chilometro di distanza, Tetsuo si coricò sul divano-letto del suo monolocale.

Era ancora quello che aveva acquistato con una botta di culo e un pugno di bottoni anni prima, ma ora che aveva un buon lavoro e una bella esperienza in campo edile era diventato un vero gioiellino.

 

Dal piano cottura dell'angolo cucina, la teglia scintillava nel luccichio delle abat-jour.

“Dormi bene, dolcezza mia.” le disse Tetsuo, “Nessuno ti porterà via da me.”





Mitsui dalla regia: "Cioè questa arriva, droppa una cazzata e poi scompare."
Ghost: "No scusa, ho mai fatto altro nella vita?"
Spero vi sia piaciuta! Battete un colpo per il sì, due per il no!

 
   
 
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