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Autore: LaTuM    04/09/2022    0 recensioni
Ryu aveva sentito parlare di quel nuovo negozio di articoli sportivi che aveva appena aperto in città .
Si avvicinò affascinato alla corsia della pallavolo, e per un istante gli sembrò di essere stato catapultato indietro nel tempo.
E poi, come una visione, la più inaspettata ma gradita delle sorprese a cui avrebbe potuto mai pensare, era apparsa Kiyoko.
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Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiyoko Shimizu, Ryuunosuke Tanaka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(re)incontrarsi

Disclaimer: Haikyuu non mi appartiene e da questa storia non ci ricavo neanche uno zellino..

Ogni riferimento a fatti, luoghi o persone reali è puramente casuale.



(re)incontrarsi



Ryu tirò su ancora un po’ la cerniera nella giacca nel tentativo di tenere lontano il freddo dell’inverno che aveva cominciato a farsi sempre più insistente. Non gli erano mai piaciute le stagioni fredde. Non che amasse il caldo – anche perché il caldo giapponese era appiccicoso, puzzolente e pieno di insetti – ma non apprezzava particolarmente le temperature rigide che costringevano le persone a infagottarsi in strati sempre più pesanti di vestiti nella speranza di trovare un po’ di tepore. L’unica nota positiva erano le cioccolate calde e la sensazione del brodo bollente del ramen che ti scendeva giù per la gola, scaldandoti le viscere.

Si, un bel ramen piccante in pieno inverno andava giù proprio volentieri.

Guardò l’orologio, rendendosi conto che stava già pesando al cibo, ma in fondo era già mezzogiorno, quindi non poteva sentirsi nemmeno troppo in colpa.

Stava camminando per le strade di Sendai, quando incappò davanti a un negozio aperto di recente di cui aveva sentito spesso parlare da alcuni suoi colleghi e clienti della palestra. A quanto pare era il paradiso degli sportivi, chiunque poteva trovare abbigliamento e materiale per quasi ogni disciplina sportiva. I ragazzi della palestra ovviamente non facevano altro che parlare di beveroni di proteine in polvere, aminoacidi e creatina, ma Ryu era sempre stato più un fan di una dieta sana e bilanciata, con qualche piccolo trucco e aggiunta. Non aveva mai fatto affidamento a integratori diversi da quelli che fossero sali minerali o i gel carichi di zuccheri che lui e i suoi compagni di squadra al liceo avevano ingurgitato in grandi quantità a cominciare dal suo secondo anno, quando si erano uniti al club di pallavolo quei tre primini fuori di testa che li avevano trascinati verso un gran numero di vittorie inaspettate (nulla contro Yamaguchi, ma Hinata e Kageyama spiccavano su tutti e, zitto zitto, anche Tsukishima si era parecchio impegnato per fare della pallavolo il suo – secondo – lavoro). Tutto per dire che se non fosse stato per quei tre, non sarebbero mai arrivati due volte ai Nazionali. Ricordava bene quei gel dalla consistenza disgustosa, ma che avevano il sapore della vittoria. Non aveva importanza che poi avessero perso, con quella squadra erano riusciti ad arrivare più in là di quanto non avrebbe mai immaginato. Gliene era grato.

Alla fine aveva smesso di giocare, gli piaceva ma poteva vivere anche senza la pallavolo. Fare sport però gli era sempre piaciuto, e siccome non era mai stato un grandissimo studioso, alla fine aveva scelto di frequentare un corso da personal trainer e trovarsi un onesto lavoro in una palestra. Nel complesso poteva dirsi piuttosto soddisfatto: non era diventato il fallimento che molti si aspettavano. In qualche modo sentiva di dover ringraziare il professor Takeda, che era riuscito ad andare oltre la facciata dello studente u po’ stupido, indisciplinato e casinista, ma aveva visto chi fosse per davvero e aveva fatto il possibile per aiutarlo a trovare la strada più adatta a lui. Gliene sarebbe stato per sempre riconoscente.

Non era ancora ora di pranzo e fuori faceva freddo, così decise di entrare in quel negozio e scoprire perché mai avesse suscitato così tanto interesse nei confronti dei suoi conoscenti.

Non appena entrò venne salutato dall’inchino cordiale di un’addetta all’accoglienza clienti, saluto che Ryu ricambiò prima di girarsi e osservare rapito ed esterrefatto la vastità di prodotti che gli si era proposta davanti agli occhi. Venne accolto da metri e metri di cibo: dai famosi gel al sapore di vittoria, alle proteine in polvere, passando per le bevande isotoniche (anche loro fedeli alleate di partite e allenamenti, soprattutto durante i campus a cui avevano partecipato con i colossi di Tokyo… la prima volta avevano fatto una figuraccia dopo l’altra, mentre la seconda volta erano riusciti a recuperare i torti subiti l’estate precedente).

Il suo stomaco cominciò a brontolare, ma doveva rimanere concentrato e pensare al ramen.

Iniziò a passeggiare per i corridoi, osservando incuriosito la quantità di prodotti e di pratiche sportive che erano state contemplate. La zona dedicata al fitness era indubbiamente notevole: un’ampia esposizione materiale da palestra, pesi, elastici da trazione, attrezzi… tutto quello che un personal trainer avrebbe voluto portarsi a casa. In effetti cominciava a capire perché quel posto attirasse così tante persone, in Giappone non si era mai visto un negozio simile.

A un certo punto lo sguardo gli cadde su una corsia verso il fondo del magazzino e i suoi occhi furono inevitabilmente catturati dal bianco, verde e rosso dei palloni Molten che per tre anni aveva colpito senza alcuna pietà nelle più disperate palestre, fino a quelle di Tokyo doveva aveva disputato i Nazionali (due volte).

Si avvicinò affascinato alla corsia della pallavolo, e per un istante gli sembrò di essere stato catapultato indietro nel tempo: lo scotch per le dita, i palloni Molten e Mikasa, la scarpe rigide con la suola rigata fatta apposta per non scivolare sul pavimento della palestra, le ginocchiere e le protezioni per le braccia che lui non aveva mai utilizzato, ma che aveva visto essere diventate delle grandi alleate di Tsukki… anche se visto che il ragazzo giocava in seconda divisione la divisa gliela procurava la sua squadra, probabilmente anche le protezioni erano sponsorizzate da marchi ben più rinomati e prestigiosi. Nello sport praticato a livello agonistico giravano decisamente tanti soldi. Avesse avuto talento si sarebbe buttato anche lui a giocare come professionista, ma non aveva la passione bruciante di Hinata, la dedizione ossessiva compulsiva di Kageyama o quell’inspiegabile attaccamento distaccato – coerente, eh? - che aveva Tsukishima, quindi la pallavolo per lui non era mai stata veramente un’opzione. Sicuramente si era divertito, ma poi era rimasto solo una piccola aggiunta sul curriculum ‘mi sono impegnato con dedizione nel club di pallavolo e sono andato (due volte) ai Nazionali’.

Sfiorò la superficie di un pallone Molten, paragonandolo a quella di un Mikasa… la sensazione era decisamente diversa, i suoi polpastrelli percepivano ancora le piccole grinze del Molten che aiutavano nei momenti più intesi degli allenamenti – o delle partite – quando erano così sudati che con un Mikasa la palla sarebbe sicuramente scivolata, cadendo rovinosamente a terra e decretando punto per l’altra squadra. In fondo erano le regole della pallavolo: vince chi non fa cadere la palla. E loro erano stati bravi a tenerla in gioco per molto più tempo di quello che le altre squadre si sarebbero aspettati dai corvi decaduti che alla fine avevano ricominciato a volare minacciosi.

Da lontano vide un paio di ragazze entrare in corsia mentre trasportavano qualcosa di pesante su dei carrellini fatti apposta per spostare la merce in giro per il negozio: erano carine, non particolarmente alte, aspetto e abbigliamento decisamente sportivo – indubbiamente adatto al luogo di lavoro – e - a detta sua - la divisa che indossavano era assolutamente adorabile.

Quando queste si furono avvicinante, per un attimo a Ryu mancò il respiro.

Davanti a lui, come una visione, la più inaspettata ma gradita delle sorprese a cui avrebbe potuto mai pensare, era comparsa Kiyoko, con la divisa del negozio, mentre teneva in mano un canestro che avrebbe dovuto posizionare dietro di lei, nel lato della corsia dedicato al basket.

Se fosse stato il Tanaka Rynosuke di un tempo le avrebbe chiesto se avesse avuto bisogno di aiuto, ma le parole gli morirono in gola. Vide Kiyoko che, come sempre, era perfettamente in grado di cavarsela da sola e che senza difficoltà aveva posizionato il pesante scatolone dove doveva stare. Poi si era girata verso di lui incurvando leggermente le labbra, timidamente, ma al tempo stesso con una luce negli occhi che Ryu interpretò come stupore e - un po' ci sperava - un pizzico di felicità in quell’incontro inaspettato anche per lei.

“Posso aiutarti?” gli aveva domandato poi la ragazza, cercando di scuoterlo da quell’impasse in cui era caduto, troppo perso a contemplare la bellezza eterea che si trovava davanti e che aveva amato dal primo momento che l’aveva vista e che, ne era certo, non avrebbe mai smesso di amare. I capelli scuri, la carnagione chiara, lo sguardo incorniciato dagli occhiali e quel neo così piccolo e adorabile a lato della bocca che Ryu avrebbe voluto baciare per il resto dei suoi giorni. Era meravigliosa come la prima volta che l’aveva vista.

“Sposami” disse all’improvviso (e di nuovo) Ryu , senza riuscire a smettere di guardarla sapendo che gli avrebbe risposto di no. E come darle torto? Il suo cervello però pareva del tutto incapace di formulare un qualunque altro pensiero. Kiyoko era in grado di mandarlo completamente in cortocircuito. Qualcuno – tipo Tsukki - malignamente avrebbe detto che non era una cosa così difficile, ma il biondino aveva una fin troppo spiccata passione per i mori con i capelli da deficiente per capire quanto sublime fosse l’aspetto della ragazza.

Kiyoko questa volta sorrise – sorrise!!!! - e guardò l’orologio. Erano le dodici e cinquanta.,

“Finisco tra dieci minuti… magari possiamo iniziare con un tè" suggerì lei abbassando lo sguardo e portando una ciocca di capelli dietro l’orecchio come le aveva visto fare centinaia di volte quando era imbarazzata.

“Sì… un tè è un’ottima idea” concordò lui.

Per il momento poteva andar bene.





Note dell’autrice:

Ok, è una storia stupida ma volevo scrivere del loro incontro avvenuto caso e per fortuna.

Furudate ha scritto che Kiyoko lavora in in negozio di articoli sportivi, quindi la scelta è stata obbligata. La prima volta in The Disappeared (fandom Harry Potter) il caso mi aveva portato a ambientare la storia alla D3k4thl0n. Ora l’ho fatto apposta. In realtà mi pare non ci siano più negozi Dkt in Giappone, ma teniamolo buono per la trama.

C’è ovviamente una piccola – e trascurabile – hint Kurotsuki, ma non sono riuscita a trattenermi.

   
 
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