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Autore: Nocturnia    10/09/2022    0 recensioni
Il cannone sciolto; così la chiamavano adesso.
Sevika era stata troppo impegnata a cercare di mantenere il controllo sui Chem Baron e sul proprio dolore per dare a questa voce attenzione, ma adesso, al termine di una riunione in cui avrebbe voluto tanto riavere indietro Silco, il pensiero torna, molesto.
Si reclina all'indietro, posando lo sguardo sul bordo del soppalco di Jinx - colori fluo e scritte spigolose.
Chiude le dita a pugno, odiandosi per non essere riuscita a staccarlo da lì, magari dandogli fuoco.
"È ancora viva."

[Arcane Universe] [Jinx, Silco, Sevika, Singed]
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jinx, Sevika, Silco
Note: Movieverse | Avvertimenti: Violenza
- Questa storia fa parte della serie ' Lying by your side'
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"You can't win a war. Someone else just loses."
- Alexandra Christo -




The Loose Cannon




1.

C'è una cosa che i Topsider non imparano mai.
C'è un particolare che si ostina sfuggire alle loro menti sazie - sane, come tanto amavano definirle.
Il ponte esplode, gli Enforcer cadono - vengono inghiottiti da Zaun e dal suo immondo ventre.
State tornando a casa, aveva ringhiato Karvyq, ruotando le doppie spade davanti a lui.
Allora, figli di puttana; com'è la terra su cui avete sputato per anni?, l'urlo bestiale - che attraversa la cacofonia delle armi, il sibilo degli spari.
Sevika si era rialzata, armando il braccio meccanico e rovesciando la testa all'indietro quando lo Shimmer le era scivolato sotto la pelle, nel sangue.
Alcuni Enforcer avevano perso le maschere a ossigeno e soffocano nell'aria infetta - non loro, i figli di Zaun.
Una seconda esplosione fa tremare il suolo, facendole quasi perdere l'equilibrio.
Karvyq solleva il capo, segue il filo rosa e blu che si dipana dal punto d'impatto - attorno ad esso minuscole, fragili, farfalle.
Sevika preme le labbra tra loro, la sente ancora prima di vederla.

Tap tap. Tap tap.

"C'è nessuno?" chiosa una voce infantile, che nei mesi sembra essersi rattrappita in se stessa - regredita nel dedalo delle sue paure.
Sevika inspira con forza, alle sue spalle soldati e Chem Baron.

Tap tap. Tap tap.

Snuda i denti, segue lo sguardo di Karvyq - il tetto della fabbrica 42.
"Se-se-sevikaaa." cantilena, dondolando un piede oltre il bordo del tetto.
Le farfalle si fermano, espandendosi poi di colpo e lanciandosi addosso agli uomini di Piltover - piccoli siluri che li trapassano come proiettili ed esplodono.

Kaboom!

Sevika tace, osserva gli Enforcer trasformarsi in una poltiglia di carne e rosso - lungo lo zigomo sangue e quello che assomiglia a un pezzo di viscero.

Tump.

Sottile, esangue; Sevika nota quanto sia cambiata in quei pochi mesi - occhi enormi, in cui lo Shimmer brucia, togliendole ogni parvenza di ragione.
Dà qualche pacca gentile al cannone che tiene in equilibrio sulla spalla - ehi, Fishbone; cosa ne dici se andiamo a prenderli a calci in culo? - sfregandovi contro la guancia con un'affettuosità che le fa drizzare i peli sulle braccia.
Gli Enforcer gridano, i Chem Thugs rispondono - nel mezzo una ragazzina magra e pallida.

"Gliela faremo vedere. A tutti loro."

Jinx riapre gli occhi e sorride.


I'm sorry for everything
Oh, everything I've done.

Il cannone sciolto; così la chiamavano adesso.
Sevika era stata troppo impegnata a cercare di mantenere il controllo sui Chem Baron e sul proprio dolore per dare a questa voce attenzione, ma adesso, al termine di una riunione in cui avrebbe voluto tanto riavere indietro Silco, il pensiero torna, molesto.
Si reclina all'indietro, posando lo sguardo sul bordo del soppalco di Jinx - colori fluo e scritte spigolose.
Chiude le dita a pugno, odiandosi per non essere riuscita a staccarlo da lì, magari dandogli fuoco.
"È ancora viva."
Sevika lo ignora, troppo stanca per fare altro che bere, e affogare.
"Vive nella vecchia fabbrica."
Dove l'ha ammazzato, vomita la sua mente ancora prima della lingua.
"Pare abbia perso la sanità mentale."
Sevika libera una risata desolata, crudele.
"Perché, dottore?" sibila, guardandolo "È mai stata normale la nostra preziosa Jinx?"
Singed sposta una sedia all'indietro, accomodandosi.
"L'avevo avvertito."
Sì, be', pensa Sevika, Silco non era mai stato molto bravo a ragionare lucidamente quando si parlava di quella scimmia.
"La procedura era nuova, e invasiva. Un'iniezione così massiccia avrebbe compromesso per sempre le sue funzioni neurologiche, già precarie, se vuoi la mia opinione."
Sevika beve direttamente dal collo della bottiglia, sbattendola sulla scrivania con un tumpf sordo.
"Non mi ha ascoltato."
"Che sorpresa." mormora lei, le parole liquide, confuse dall'alcol.
"Julian l'ha vista."
Sevika alza un sopracciglio - Julian chi? - ricorda vagamente il secondo in comando di Petrok.
Singed la fissa con l'occhio sano, quieto.
"Non è più la Jinx che ricordi."
Sevika ride - un suono orrendo, privo di allegria - incrociando i piedi sul bracciolo della poltrona.
"È... imprevedibile."
Sevika tace, il whisky colpirla come un pugno acido nello stomaco.
"... crede che sia ancora vivo."
Singed stiracchia l'orlo della manica, pensieroso.
"Non ci sono più altre voci."
"E questo cambia qualcosa?" sussurra Sevika, all'improvviso stanca - esausta.
Singed posa le mani in grembo, fissandola.
"Non lo so; ma Julian è ridotto a un tronco ambulante."
Sevika inclina il mento verso di lui, sperando di aver sentito male.
"Gli ha fatto esplodere le braccia, le gambe. E solo perché era convinta che l'avesse guardata male - con lascivia, sono state le sue esatte parole."
Sevika deglutisce, la lingua una striscia secca in bocca.
"E gli tagliato il pene."

"Hai solo una fortuna, ragazzo; la lama è affilata."

Sevika chiude gli occhi e comincia a ridere.


2.

Se Jinx era davvero l'espressione migliore di Zaun, be', Piltover era fottuta.
Karvyq scivola con le ginocchia a terra, ruotando su stesso - salta, e taglia le gambe di un Enforcer, conficcando la spada nell'addome del secondo.
Attorno a lui si espande l'odore pungente della cordite, quello chimico della nitrocellulosa - sotto, una vaga nota di bergamotto.
La ragazzina è un profilo sottile e pallido vestito di niente - cazzo, se la fissa abbastanza a lungo può persino vederle i capezzoli sotto quei due pezzi di stoffa fucsia e neri.
Solleva un cannone grande cinque volte lei, parlandogli in una litania continua, a metà tra il supplice e il provocante.
"Si stanno ritirando!" lo raggiunge la voce di Lenare, ed è allora che la ragazzina si volta di scatto, mostrandogli occhi enormi, deliranti.

Cosa...?

Lenare si erge nel mezzo delle macerie del ponte, riconoscibile dalle gambe in lega di bronzo e oro - una ferita sanguinante sulla fronte e una lungo la schiena.
"Via!" gli grida Sevika, arrivando correndo a grandi passi - letteralmente scavalcando morti e pietre.
"Levati, cazzo, levati!" urla di nuovo, e Karvyq socchiude la bocca - stordito dal momento, dal fischio delle esplosioni nelle orecchie.

Troia.

Karvyq si volta - che cazzo...? - la ragazzina punta il cannone dritto dritto su Lenare, esibendo un ghigno che le squarcia tutta la faccia.
Sevika si lancia in avanti e lo toglie dalla linea di tiro con un colpo secco del gomito.


Am I out of touch?
Am I out of my place?
When I keep saying that I'm looking for an empty space.

Il silenzio è ancora peggio delle voci.
Rimane sdraiata sulla tavola che aveva preparato per cosa? Una resa dei conti finale? La verità?

La propria sconfitta?

Percepisce le minuscole schegge di legno graffiarle la schiena, la cera sciolta delle candele grattarle la pelle.
Si infetteranno.
Jinx rimane immobile, gambe e braccia divaricate in un'angolazione dolorosa, storta.
Dovresti medicarti.
Fissa il cielo polveroso di Zaun senza sbattere le palpebre, chiedendosi quanto a lungo può resistere con gli occhi aperti - forse le cadranno fuori dalla orbite; oppure si asciugheranno così tanto che richiuderle sarà come strapparli. Sì, questa sarebbe la giusta punizione.
Jinx.
Deglutisce, ingoiando sabbia e vetro.
Non essere ridicola.
Respira appena, godendo in quel dolore; nella puntura rovente che l'aria le provoca ogni volta che trattiene il fiato e che poi è costretta a rilasciare.
Un fruscio, una mano fredda sulla fronte.
"Non sei morta."
"Tu sì." mormora, aspettando che la carni si stacchi dalle ossa e si appiccichi al tavolo - sarebbe quasi divertente.
Un sospiro - un tut-tut senza malizia.
"Jinx."
"Non sei reale."
"Ha importanza?"

L'ha avuta mentre Mylo ti insultava e Claggor gridava e Vander, oh, che capolavoro che era stato nel farti sentire inadatta, sporca, malata e...

Jinx getta un'occhiata supplice alla sua destra, lungo il viso lacrime asciutte, sporche di nero e sangue.

E Vi. Vi, che ha avuto il coraggio di dirti va tutto bene: è ok aver ammazzato l'unica persona ti abbia mai accettato per quella che sei. È ok aver risolto un problema di Piltover per noi, grazie mille, Jinx. Adesso che io e Cupcake potremo vivere la nostra vita felice e serena; insieme, mentre tu sei solasolasolasola.

Jinx ricomincia a piangere - singhiozzi infantili, che la riportano indietro alla notte in cui era morta,

Morta davvero,

e si aggrappa a un fantasma che è solido sotto le sue dita - caldo.

ma se ne era accorta troppo tardi.

Jinx affonda tra le sue braccia e ricorda tutto ciò che gli altri non sapranno mai.


3.

Oggi sono cadute le forze di Piltover; si sono disgregate le sue mani bianche, le lance dorate.
Si sono arresi i suoi alfieri, soffocati da una città che aveva fatto del proprio veleno un'arma - che aveva coltivato figli imperfetti e feroci e che sopravviveranno.

Sempre.

Karvyq rimane immobile nel mezzo di quella devastazione, percepisce le grida di Lenare squarciare il silenzio - a farle da contrappunto una risata trillante, disarmonica.
Si solleva, le dita della mano destra bloccate a metà, quella della sinistra solo parzialmente funzionanti.
Sposta lo sguardo dietro di sé e Lenare è , dall'altra parte del fiume; affonda le unghie nella terra, sputando sangue e una sostanza oleosa, che Karvyq riconosce essere il fluido della sua gabbia toracica.
"Testa di cazzo!" lo raggiunge la voce di Sevika, furiosa.
La risata di prima si espande, percuotendogli le tempie, le ossa.
"Sei una fottuta testa di cazzo!" ripete, e Karvyq sbatte le palpebre una, due volte, arricciando le labbra in una smorfia infastidita.
"L'hai quasi ammazzata!"
"Bene!" cinguetta una voce più giovane, che non mette subito a fuoco.

"Oh, non sapevo Silco avesse una figlia."

Karvyq si volta, le vede - Sevika con le ginocchia strette attorno a un cosino tutta ossa e tatuaggi, un pugno di nuvole che sotto la luce malsana della città assumono la forma di una contusione.
"Tu hai qualcosa che non va in quel cervello di merda!" ringhia Sevika, sbattendole la testa sul cemento.
"Se la aprissi cosa ci troverei, uhm? I vermi!" continua, schiacciandole la tempia in un ammasso di mattoni e terra.
E ride, il cosino.

Jinx Jinx Jinx.

Ride, e Karvyq riconosce quel sentimento - quel senso di sollievo che segue la punizione.

Fai del tuo peggio: me lo merito.

È l'estasi del castigo - la conferma che i tuoi peccati sono imperdonabili; che nulla potrà mai cancellarli e che tutto quell'odio è diretto verso la persona giusta.

Te stesso.

Sevika ruggisce, incapace di capirne la lingua - è una guerriera ed esprime il dolore in punta di spada e nella rena, non facendo(si) male ancora e ancora e ancora.

"E sai perché è una cosa così orribile, Karvyq? Perché provi piacere mentre la fai."

La bocca dello squalo si illumina di blu, Sevika la colpisce un'ultima volta con le nocche dritte dritte sui denti.

Crack; se non fosse così gonfiata di Shimmer da bruciare probabilmente la ragazzina li avrebbe già persi tutti.

Jinx scivola via da sotto Sevika lasciando dietro di sé Bow-Tie, the Bite! e tutta la sua terribile distruzione.


Oh, I'm wishing you're here
But I'm wishing you're gone
I can't have you and I'm only gonna do you wrong.

993 AN.

Per un uomo nella sua posizione non c'era tempo per i rimorsi - l'etica o la morale.
Per chi voleva vedere Zaun libera e indipendente il rimpianto era un fardello inutile - un lusso dei Topsider mentre piangevano nelle loro tazze dorate.
Non c'era limite che non potesse essere riscritto, barriera abbattuta - la violenza l'unica lingua compresa dal sotto e dal sopra.

Belle bamboline di ceramica e avorio dai denti aguzzi e le armi già cariche.

Motteggiava di fedeltà, ma aveva gettato ogni cosa nella pira funeraria che aveva issato per Piltover - polvere e cenere e ossa.

Non lei.

Silco inspira una boccata di fumo, fissando il soffitto rosso - quasi nero nella luce malsana di Zaun.
C'è silenzio a quell'ora della notte nella sua stanza - quando il Last Drop si spegne e l'alba non è ancora sorta.
Posa lo sguardo sui fogli sparsi da Jinx sul pavimento, ne raccoglie uno - provami! Sono Bow-Tie, the Bite! - lasciando il sigaro nel posacenere.
Studia il progetto di una farfalla esplosiva che una volta rilasciata dovrebbe forare l'obiettivo come un proiettile, distruggendolo dall'interno.
Inclina il foglio, notando la costruzione elegante delle ali, le antenne dell'insetto - un'arma che assomiglia più a un gioiello.
Getta un'occhiata alla sua sinistra, soffermandosi sul profilo addormentato di Jinx - stropicciato, completamente arrotolato nelle lenzuola.
E sorride, Silco, nel petto un sentimento che indulge nelle tenerezza, diventa altro quando Jinx lo bacia, sgretolando l'ultimo confine che inutilmente si era imposto.

Oh, vedo che hai fatto un ottimo lavoro nel rispettarlo.

A volte se lo chiede; a volte non riesce a evitarlo e le domande - quel ratto che Vander aveva provato ad affogare anni prima - tornano a galla, facendolo sentire ridicolo.
La guarda, e vede qualcosa di perfetto - non come lui.
Preme le labbra tra loro, riflettendosi suo malgrado nella superficie liscia della finestra - l'occhio rosso che lo fissa, malevolo.

Che tutto vede; che tutto sa.

Si porta una mano al lato sinistro del viso, percependo la pelle più spessa, irregolare e sfregiata dalla acque tossiche in cui Vander l'aveva spinto.

"Il tradimento è un sentimento potente, Jinx: ti consuma dall'interno e può spaccarti o renderti qualcosa di migliore."

E lo sente, Silco: non si è mai spento quel fuoco - quella rabbia corrosiva che ogni tanto riemergeva e lo rendeva una bestia fuori controllo, terribile.

La stessa che anima Jinx quando neppure il rumore delle bombe basta più.

Potrebbe essere tua figlia, gli aveva sussurrato una vocina, orrendamente simile a quella di Vander.
Agli altri dici che lo è, aveva ripetuto, e Silco si chiede se la follia sia contagiosa: se Jinx possa attaccargliela o se ne è sempre stato infetto anche lui.

Forse un po' tutte e due.

Jinx mormora qualcosa nel sonno, aprendo le braccia a x per il materasso e posandogliene una in grembo.
Silco alza un sopracciglio, divertito da quel comportamento infantile - ma nulla in lei lo era più da molto, molto tempo.
Appoggia i fogli sul comodino, intrecciando le sue dita a quelle di Jinx.
"Ti piace?" lo raggiunge la sua voce, ancora impastata dal sonno.
Silco inclina il mento verso di lei, trovandola con gli occhi ancora chiusi.
"Bow-Tie." specifica lei, avvicinandosi e rannicchiandosi contro il suo fianco.
Silco le circonda le spalle con un braccio, arrotolandosi una ciocca di capelli attorno l'indice.
"Sono molto belle." mormora, lasciando che la quiete di quel momento si estenda il più possibile.
Jinx sorride contro la sua pelle e lui può sentirlo dal modo in cui le sue labbra si curvano - si irrigidisce, imbarazzato da cicatrici che vanno bene per essere l'Occhio di Zaun, l'Industriale, non...
Le dita di Jinx scivolano lungo i margini del cordolo più grande, provocandogli una sensazione a metà tra il disagio e l'eccitazione.
"Silly Silco." sussurra, prima di sollevarsi verso il suo viso e baciarlo sotto l'occhio sinistro.
Silco inspira, Jinx gli cerca la bocca in un bacio morbido, sul quale può sentire l'eco di una risata - Silly Silco, Silly Silco.
Non c'è nulla che ti distrugga come essere accettato e amato.


4.

"... e hai visto come sono esplosi in aria?"

Splish, splash.

"BUM. Rosso e giallo e un pizzico di blu: avrei dovuto aggiungerci anche il verde."

Splash, splotch.

"Ma la faccia di Sevika, la sua faccia! Impagabile."

Clack.

Jinx si arrampica lungo una grondaia pericolante, il muso di Fishbone dolorosamente premuto contro le natiche, la cinghia che sfrega sulla clavicola, grattandole via carne e pelle.

Tump.

"Gliel'ho fatta vedere a quei bastardi." ripete, stropicciandosi le palpebre.
"Adesso che avranno un bel po' di tombe da riempire." continua, premendo i pollici sotto gli occhi.
"Spero muoia anche quella puttana." mormora, nascondendo il viso tra le mani.
"Ho freddo." sussurra, piegando le labbra in una smorfia che non sa se vuole ridere o piangere.
"Ho freddo e ho fame e sete e..." si blocca, lasciandosi cadere a terra - attorno a lei macchinari morti e ricordi vivi.

Jinx.

Ho paura, vorrebbe dirgli.
Ho paura e non riesco a farci niente, piagnucola nella sua mente, ma lui riesce a sentirla comunque - sempre.
Abbraccia Fishbone, stringendolo fino a quando il metallo non le taglia una guancia, mescolando il sangue alle lacrime.
"Jinx."
"Dovevi lasciarmi morire su quel ponte."
Un fruscio, seguito da qualcosa di caldo sulle spalle, lungo la schiena.
"Non avrei mai potuto."
Jinx trema, si scuote come un giunco al vento - ed è sottile, Jinx: così magra che è possibile contarle le costole una per una, i suoi abiti ridotti alla parodia di un paio di mutande e reggiseno multicolore.
Silco - è morto, idiota: mortomortomorto - intreccia le dita nei suoi capelli, sfregando tra il pollice e l'indice uno dei fermagli metallici.
"Un giorno sarei morto comunque."
Ma non per colpa mia, e il pensiero che la soffoca, lo Shimmer nel suo corpo che la mantiene viva anche quando non lo è affatto.
"Sei stata brava."
Jinx riapre un occhio, fissandolo.
"Non ci sarebbe mai stata la pace, Jinx; non senza di te."
Deglutisce, sotto la lingua cenere e sangue.
Tu non sei reale, sta per dirgli, ma qualcosa scatta nella sua testa e...

Basta.

"Hai combattuto bene, Jinx." le dice Silco, reclinandola all'indietro.
"Non ha più importanza quello che è reale o meno: lo siamo stati tutti." prosegue, posandole una mano sulla nuca.

Mylo, Claggor. Vander, Vi.

Jinx inspira - acqua e sale - espira, sopra di lei una distesa buia di stelle fredde e distorte.

Io.

"Lasciati andare, Jinx." bladisce, ed è come quella notte al lago, quando le ha insegnato e le ha spiegato come fare e oh, se fosse stata più attenta e più...

"Devi lasciare andare ciò che eri per poter rinascere, Jinx."

Zaun tace, il suo cuore si ferma.

"Sono morta?"
"In un certo senso."

Se qualcuno entrasse nella vecchia fabbrica in quel momento troverebbe solo una ragazzina sdraiata sul pavimento, immobile.
Stringerebbe a sé un cannone a forma di squalo e avrebbe un labbro rotto, qualche osso spezzato e le guance rigate di nero - il residuo di lacrime che continuerebbero a uscire anche se nel suo petto non c'è più alcune respiro.

"Mi dispiace; mi dispiace così tanto."

Lo sconosciuto non si chiederebbe nulla di lei, perché a Zaun non è strano morire da soli, nella sporcizia e nella tristezza.

"Lo so, Jinx. Lo so."

Si guarderebbe intorno in cerca di qualcosa da rubare, forse si chiederebbe se è ancora abbastanza calda da poterla usare - ignaro di ciò che le scorre sotto la pelle, nelle vene.

"Lasciami restare."

Lo sconosciuto si china, sta per sfiorarle la borsa che porta appesa al fianco - allunga una mano e...

"Sarò sempre con te, Jinx: sempre."

Le dita di Jinx si chiudono attorno al polso dell'uomo, spaccano le ossa, lacerano la carne.
L'uomo grida, Jinx inspira con forza - non ti abbandonerò mai - e spara, spingendolo all'indietro di diversi metri.

Plic. Plic. Plic.

"Non avrebbe dovuto toccarti."
"No."
"Singed ha fatto un ottimo lavoro."
Jinx ansima, cerca di riprendere fiato - lo Shimmer un rullio furioso, rovente.
Silco si siede sui talloni al suo fianco e lei può sentirlo questa volta - è lì, con lei.
"Forse è lo Shimmer." le dice lui, inclinando il capo verso la spalla.
Jinx si tocca il petto scarno, tra le costole un battito rabbioso, veloce.
"O forse ho trovato il modo di tornare dal mondo dei morti." continua, e a Jinx non gliene frega niente, perché adesso sente, oh, se sente.

Il suo odore; la consistenza setosa della camicia sotto le dita; persino il suo cuore quieto, che l'aveva accompagnata tante volte nel sonno.

Silco si siede, allungando una gamba davanti a sé e posando il braccio sul ginocchio.
"Mi sei mancata." confessa, fissandola.
Jinx lo tocca e non è come le allucinazioni che aveva di Vander o Mylo, no: lui sembra - è reale.

Oh, finalmente quel tuo cervellino pieno di vermi ha fatto crack crack, uhm?

Silco alza un sopracciglio - ha importanza, Jinx? - rivolgendole un'occhiata predatoria, vorace.
Jinx sorride

Powder è morta; lunga vita a Jinx.

e si consegna completamente alla propria follia.


Oh, I'm going to mess this up
Oh, this is just my luck
Over and over and over again.

993 AN.

Non ha bisogno di uomini, Zaun, ma di mostri.
Non esistono cavalieri a Zaun; solo draghi sputafuoco e lupi che gridano alla luna.
Non ci sono catene a Zaun, perché le ha spezzate tutte - ehi, dimmi cosa cerchi e l'avrò, Topsider piccino picciò.
Jinx cammina sul filo della ragione, uno spiraglio incredibilmente sottile e fragile.
Ride, ed esplode il mondo attorno a lei.
Ride, e lo bacia come fosse normale - perché lo è, Silly Silco.
Ride, e strappa una spoletta a forma di gatto, rotolando poi verso la sua scrivania e schiudendogli anima e cosce.
E forse è stato tutto inutile - sei una bestia, una bestia, lo aveva chiamato anni prima Benzo.
Ma io non sono la bella della storia, era stata la replica di Jinx, indossando un capello fedora stropicciato e un paio di calze spaiate.
No?, aveva ribattuto lui, incapace di trattenersi dall'ammirare il suo profilo - pallido, nudo.
Oh no, Silly Silco, il mormorio a pochi centimetri dal suo viso, divertito.
Silco le aveva preso il mento tra le dita, rimanendo sospeso in quel momento - in bilico sull'abisso, esattamente come Jinx.
Io sono la Matta, il sospiro, prima di cadere, e affondare con lei - in lei.
Zaun possiede e libera.


5.

Centinaia di Enforcer morti, ancora più feriti.
Due ponti crollati, danni per milioni di monete d'oro.
Violet osserva tutta quella distruzione e si scopre leggervi dentro il profilo di sua sorella.
Non ha pietà, compassione: Jinx distorce ogni cosa ci sia di sacro, sacrificandola alla propria fede personale.

In Silco: per Silco.

Caitlyn le ha detto che deve scegliere; che non c'è altra possibilità.
Le ha ricordato quello che era succeso nella vecchia fabbrica - la morte dell'Occhio di Zaun, l'abbattimento del Concilio di Piltover.

"Non era una prigioniera, Vi: sapeva quello che stava facendo."

Piltover piange ancora i suoi morti, Vi ha seppellito Powder molto tempo prima.

"Suppongo che queste siano le nostre nuove noi."

China il viso verso il basso, posando lo sguardo sulla nebbia che ricopre Zaun - la ricorda, eppure non le è mai sembrata più ostile, aliena.

"Era come un padre per lei: c'è chi dice anche di più."

E reprime un brivido, Vi, perché c'è qualcosa che le fa contorcere le viscere a quel pensiero - all'immagine di un uomo come Silco con sua sorella.

"Jinx! Il suo nome è Jinx!"

Rabbia e disperazione; rimorso e perdita: quela notte si erano mescolati così tanti sentimenti diversi e contrastanti che Vi ha avuto bisogno di ripeterla più e più volte nella sua mente per cogliere i piccoli particolari - quei guizzi che Caitlyn aveva visto prima di lei.

"Loro non possono capirci, Jinx."

Due Enforcer le passano vicino, trasportando un ragazzo poco più grande di lei - il busto svuotato dall'esplosione, il viso bruciato fino al teschio.

"Siamo solo noi, Jinx. Tutti ci hanno tradito. Vander. Lei."

Vi apre e chiude le dita della mano dentro il guanto a tecnologia Hextech, sospirando.

"Sei mia figlia."

Raddrizza le spalle, toccandosi appena il simbolo di Piltover sul petto.

"Non ti abbandonerei mai."

Getta un'ultima occhiata al cratere giù nella piana, glitter azzurri e cadaveri divelti.

"No. No no no. Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace."

"E non l'hai fatto, bastardo." mormora, incamminandosi verso Caitlyn.

Non l'hai lasciata e non lo farai mai.

Caitlyn si passa il dorso della mano sulla fronte, vedendola scendere verso il campo di primo soccorso e rivolgendole un sorriso timido, caldo.
Vi accetta una morte in più

E non lo farà neanche lei.

e indossa la lorica bianca e oro di Piltover.


I'm sorry for everything
Oh, everything I've done
From the second that I was born it seems I had a loaded gun.

993 AN.

Sevika sa di aver fatto una cazzata: ne è sicura.
Si passa le mani nei capelli, stringendoli alla radice e tirando - sperando che il dolore superi la rabbia verso se stessa.
"Seeevika!" grida Jinx, aggrappandosi a lei come una scimmia.
"Mi piacciono le tue guance." continua, punzecchiandole entrambe con le dita appiccicose e sporche di kouaxi.
Sevika libera un verso frustrato, sostenendola con un braccio attorno alla vita.
"Jinx, scendi." le dice, ma non viene ascoltata, anzi: la scimmia psicotica decide di strofinare il naso nel suo mantello, mordicchiandolo.
Sevika getta due monete sul bancone del bar - un cazzo di buco sperduto nelle Black Lane - lontano dal Last Drop perché la signorina voleva bere qualcosa di diverso dal solito cavernberry.
Sono già abbastanza grande, aveva motteggiato, spingendo quell'ossuto petto in fuori.
Silco non mi fa mai bere niente di più forte, si era lagnata senza darle tregua.
Seeevika, dai: non farò esplodere nulla per un mese, le aveva promesso.
La verità? I bordelli delle Lane erano notevoli e Sevika voleva farsi un giretto con Emilie.
Il vero motivo sotto la verità? Che voleva farle un dispetto e vederla piegata in angolo della città a vomitare anche l'anima.
Sevika si incammina a grandi passi verso il Last Drop, cambiando idea all'ultimo minuto: se Silco la vede così come minimo - minimo - la manderà a pulire la merda degli Slum per anni.
Jinx le saltella al fianco e Sevika è costretta a tenerla per le trecce - un guinzaglio improvvisato.
"Dove andiamo, dove andiamo?"
"Camminiamo finché non ti passa la sbornia." sibila lei, piccata.
Jinx si volta, esibendo un sorriso a trentadue denti.
"È questo le persone che fanno quando sono ubriache?"
"No." mastica lei, inspirando con forza.
Jinx ballonzola all'indietro, quasi cadendo nel fango.
"E cosa fanno?"
"Dipende."
"Da cosa?"
"Da dove sono e con chi sono." spera di chiuderla lì Sevika, accelerando.
Jinx rimane in silenzio per qualche minuto e Sevika si augura che l'alcol le stia aprendo lo stomaco in due, così da sbrigarsela più in fretta, ma viene delusa quando Jinx la tira per il fodero della spada, attirando la sua attenzione.
"Fanno anche sesso?"
Sevika chiude gli occhi - la ammazzo. Adesso l'ammazzo - si ferma, appoggiandosi al muro con una spalla.
Jinx le compare davanti al viso - le guance rosse, la bocca socchiusa e l'indice infilato nell'ovale che ha creato con le dita dell'altra mano.
"Chi ti ha insegnato quel gesto?"
Jinx si scrolla nelle spalle, sorridendole - una smorfia un po' stupida e infantile.
"L'ho visto in giro."
Sevika grugnisce, annuendo.
"Sì, scopano anche."
Jinx aggrotta le sopracciglia, perplessa.
"A me non va molto di scopare in questo momento. Mi fa male qui." borbotta, indicandosi sotto il diaframma, all'altezza dello stomaco.
"Tu non devi farlo, sgorbio: non che ne freghi qualcosa a me, ma credo che Silco ne sarebbe quantomeno irritato."
Jinx incrocia le braccia al petto, dondolando su un piede solo.
"Silly Silco." dice, e nei suoi occhi c'è una scintilla divertita, furba.
Sevika le riserva un'occhiata in tralice, guardinga.
"Sei sua figlia; questo ti pone in una condizione diversa dal resto di noi."
Jinx sembra soppesare le sue parole, quieta.
"Potrebbero cercarti per avere informazioni o ricattarlo: nel peggiore dei casi per farti del male. Silco stesso ha usato spesso questo metodo per tenere in pugno gli uomini e le donne di Piltover."
Jinx sfrega la punta dello stivale nel terriccio, silenziosa.
"Figlia." ripete, arrotolando la parola sulla lingua.
Sevika inclina il capo verso la spalla, studiandola con attenzione.
Jinx canta un motivetto stonato, ondeggia con la schiena - sussulta, trattenendo un rutto.
Solleva lo sguardo, prendendola a braccetto e ruotandola verso il Last Drop.
"Hai ragione, Se-se-seeevika: a Silly Silco non piacerebbe per nulla." esclama, ridendo verso il cielo.
Sevika registra le sue parole, cerca di sovrapporle alla smorfia possessiva che le adombra il viso, indurendole gli occhi, la linea della mandibola.
"E neanche a me." sussurra poi, così piano che Sevika si convince quasi di aver sentito male.
Sulla soglia del suo ufficio Silco indosserà la medesima, terribile, espressione.


6.

Ha toccato tutte le corde che poteva, Sevika.
Le ha cercate nella memoria, tra le parole di Silco - una per una le ha tirate a sé, riscuotendo debiti e ricattando i Topsider ancora sulla sua bustapaga.
Ha guidato, Sevika, ma mai come in quel momento si era sentita fuori posto - un'usurpatrice, una bugiarda.
Karvyq continua a far ondeggiare il bicchiere, fissandone il ghiaccio ormai sciolto.
Sevika gli rivolge un'occhiata obliqua, frustrata dal suo silenzio.
Sbatte il pugno chiuso sulla scrivania, facendo cadere il posacenere - ti piace, Silly Silco?
Karvyq ferma la rotazione del polso, rimanendo immobile.
"Qualcosa da dire, Karvyq?" sibila lei, rigida.
Il tempo si dilata, nell'aria l'odore stantio dell'alcol e quello ferroso del sangue.
"Dipende." ribatte lui, asciutto.
"Mi ascolterai?" continua, sollevando lo sguardo e fissandola dritta in faccia.
Sevika incrocia le braccia al petto, il suo profilo bruciare di una luce malsana, che attraversa il rosone principale in schegge verdi e gialle.
Karvyq sospira, toccandosi il petto - un gesto che fa spesso quando deve riflettere: quando chiede ad Aurelie un consiglio e un aiuto.
"Silco è stato ucciso da un sicario di Piltover." annuncia, strofinandosi sotto il pettorale sinistro.
"Lo sceriffo Kiramman, una volta saputo del precedente rapporto famigliare tra la detenuta numero 516 e la figlia dell'Occhio di Zaun, ha teso loro una trappola."
Sevika si umetta le labbra, fissandolo con molta attenzione.
"Possiamo dire che ha peccato di stupidità." mormora, scuotendo la testa in un gesto scorato - triste.
"Sì, stupidità. E amore, ma questo è meglio se lo teniamo per noi, uhm? Jinx ha pensato di potersi fidare di sua sorella e lo sceriffo Kiramman ne ha approfittato per attirare anche Silco in un'imboscata."
Sevika rimane immobile, Karvyq le rivolge uno sguardo opaco, infelice.
"C'è stato uno scontro e quando ha capito la verità - quando Silco è morto - Jinx ha distrutto il Concilio perché la sua stessa morte è stata un atto di guerra: la totale incapacità di voler stabilire una pace duratura con Zaun da parte di Piltover."
Sevika annuisce bruscamente, chiudendo e aprendo le dita della mano meccanica.
"Tra di noi Jinx non ha mai goduto di molta... simpatia." aggiunge poi Karvyq, reclinandosi all'indietro.
"Non è difficile credere che sia totalmente fuori controllo a causa della morte di Silco: in fondo, sai anche tu cosa si diceva di lei."
E lui, percepisce Sevika sospeso sulla punta della lingua, ma Karvyq è un uomo pratico e francamente non gliene è mai fregato niente se quelle insinuazioni fossero vere o meno.
Sevika apre la bocca - non è la verità - richiudendola subito dopo.
Karvyq appoggia la nuca sullo schienale del divano, esausto.
"Daremo loro un martire: l'ennesimo figlio di Zaun tradito." le dice, fissando il soffitto.

Assolveremo Jinx perché non possiamo permetterci di lottare l'uno contro l'altro - non adesso.

"E faremo di Piltover un esempio per chiunque voglia schiacciarci." conclude, consegnando a Sevika la storia perfetta - quella in cui Silco aveva davvero concluso la pace per tutti loro.

In cui Jinx era solo una povera figlia addolorata per la morte del padre.

Sevika si siede e dispiega davanti a sé un foglio bianco con il blasone di Zaun.


And then I shot, shot, shot a hole through everything I loved
Oh, I shot, shot, shot a hole through every single thing that I loved.

983 AN.

La scena sarebbe anche surreale se Sevika non sentisse un dolore pulsante irradiarsi dallo spazio vuoto sotto la spalla sinistra, dove prima c'era il suo braccio.
La bambina si pulisce la bocca con il dorso della mano, ignorandola completamente.
Sevika sbatte le palpebre una, due volte - cerca di capire cosa abbia mancato in quelle settimane di convalescenza.
La bambina afferra con le dita una focaccina dolce, ficcandola direttamente dentro il gelato - da quando in qua abbiamo del cazzo di gelato giù a Zaun? - e gonfiando le guance nel tentativo di ingoiarla tutta.
"Sevika." la richiama Silco, picchiettando la penna sulla scrivania.
"Uhm?" si lascia scappare lei, percependo Silco sospirare.
"Il braccio."
La bambina si batte il pugno chiuso sul petto, tossendo - e Silco, Silco - le lascia andare qualche colpetto sulla schiena senza smettere di scrivere.
"Singed si è offerto di aiutarti."
Sevika scuote appena il capo, fissandolo.
"Non ci tengo a diventare uno dei suoi esperimenti di merda." ribatte, cogliendo la bambina aprire in due un'altra focaccina e riempirla con uno sguardo concentrato.
"Pensava a qualcosa di più raffinato per te." le spiega Silco, spostando appena un foglio quando la bambina distende una gamba davanti a sé.
Sevika si avvicina, sedendosi sulla poltrona in angolo.
"Ovvero?"
"Lo Shimmer può essere inserito anche in arti meccanici; alle giuste dosi non è tossico. Non completamente."
"Crea dipendenza." replica Sevika, asciutta.
La bambina sembra non ascoltarli, ma qualcosa nei suoi movimenti le dà l'impressione che stia captando ogni cosa - la stia assorbendo, facendola sua.
Silco le rivolge uno sguardo in tralice, quieto.
"Pensaci. Non sarebbe a rilascio continuo, ma solo quando vuoi tu; quando attivi il pistone interno."
Sevika appoggia il mento sul pugno chiuso, reclinandosi verso destra.
"E dove si collegherebbero questi iniettori?"
Silco sta per rispondere quando la bambina gli mette davanti al viso una focaccina orrendamente ripiena - un miscuglio di verde e bianco e gocce di quello che crede sia cioccolato, ma ne ha visto così poco in vita sua da non esserne sicura.
Silco solleva il viso verso quello della bambina - le mani tese, un sorriso enorme, che Sevika definirebbe radioso.
"Silly Silco." lo chiama, e lui rimane immobile, studiandola in silenzio.
"Silly Silco." ripete, adesso nella sua voce una crepa - un'incrinatura carica di incertezza, dubbio.
La bambina aggrotta le sopracciglia, sembra sul punto di mettersi a piangere, ma Silco è più veloce e accetta la focaccina, spegnendo un tormento interiore che Sevika imparerà a conoscere bene nei mesi successivi.
"Grazie, Jinx." mormora, e la bambina si distende - borbotta qualcosa dietro di sé, scivolando poi verso Silco e raggomitolandosi sulle gambe.

La parodia di un gatto spelacchiato e blu.

Silco mangia un pezzo di focaccina, riprendendo a parlarle di Singed e della sua idea come se nulla fosse.
La sua - loro - nuova normalità ha i colori del cielo e della rabbia.


7.

Questo è il mondo in cui vivono adesso - solfuro e metallo.
Questa è adesso Sevika - guerriera incoronata su un trono troppo grande.

Troppo vuoto.

Questo è adesso Karvyq - portatore dell'unica verità che valga.

"Sono i sopravvissuti a scrivere la verità, Jinx."

Questa è Zaun e in lei c'è tutto di Jinx - i suoi colori, il suo dolore.

La sua follia.

Sevika osserva la scrivania vuota, tra le mani una tazza decorata con le linee spezzate rosa e verdi - l'ho chiamata Angry Monkey perché ti assomiglia quando ti arrabbi, Silly Silco.
Raccoglie anche il posacenere, solleva il capo - incontra la parte inferiore del soppalco in cui era solita nascondersi Jinx.
Vi legge la scritta che ne decora il legno in un rosa fosforescente - Boom! - usa la sedia in angolo per issarsi verso l'alto e deporvi sopra entrambi gli oggetti.
Li spinge all'indietro, nell'oscurità da cui Jinx aveva vegliato su Silco per anni, osservandolo come un animaletto curioso e spaventato.

Un'abitudine che era poi mutata in una sorta di gioco - trecce lunghe e che calavano come una fune sulla scrivania di Silco, canzoni stonate a mezza bocca e negli occhi qualcosa che Sevika aveva voluto ignorare con tutte le sue forze.

Scende, Sevika, accostando la sedia al muro.

"Sai cosa si dice del boss e della sua presunta figlia, no?"

Apre le dita sulla superficie lucida della scrivania, fissando il proprio riflesso, invecchiato di colpo.

"È tuo compito assicurarti che vada tutto per il meglio: non di Jinx."

Sevika china il capo, schioccando la lingua contro il palato.
"Già: era il mio di compito; il suo, quello di far esplodere cose e persone." mormora nel silenzio, accolta solo dal borbottio dell'acqua nelle tubature.

Compreso te.

Avvicina la poltrona, sedendosi - e la memoria la colpisce come un pugno dritto in faccia.

"Silly Silco."
"Sei troppo grande per questo, Jinx. Le mie gambe non sono una sedia."
"Eppure ci sto ancora comoda: guarda! Peachy easy!"
"Uhm."
"Siiilly Silco."

Sevika concede un ultimo sguardo al soppalco di Jinx prima di accogliere i Chem Baron nella loro prima riunione ufficiale da quando.




I'm sorry for everything
Oh, everything I've done
From the second that I was born it seems I had a loaded gun
And then I shot, shot, shot a hole through everything I loved
Oh, I shot, shot, shot a hole through every single thing that I loved.

994 AN.

Si dice che ci sia bisogno di un eroe per scrivere una tragedia, ma non è affatto vero.
Non vi sono eroi a Zaun; solo tragedie e rimpianti.
Cosa puoi mai chiedere a una città che getta i propri figli sul Rising Howl, costringendoli a raggiungerne la cima o a morire?
Cosa, quando ogni confine viene spezzato - ogni morale schiacciata dal potere e dalle sue propaggini?
Silco osserva Piltover da una delle terrazze dello Skylight, l'aria pulita renderlo acutamente consapevole delle sue cicatrici.

Tump.

Lo accoglie un vago retrogusto di miele, quello più dolce della vaniglia.
Un klozome entra nel suo campo visivo, accompagnato da unghie colorate di blu e rosa.
Silco lo accetta in silenzio, sfregandone la superficie rotonda tra il pollice e l'indice.
"E non devi neanche preoccuparti di pagare il mercante." gli dice Jinx, ridacchiando.
Silco alza un sopracciglio, inclinando il mento verso di lei.
Jinx risponde al suo sguardo interrogativo con un sorriso enorme, incurante di essersi sporcata di zucchero fino al naso.
"Non l'ho fatto esplodere." aggiunge, sollevando un dito.
Silco aspetta, la guarda in silenzio.
"Ho pagato." dichiara tutta orgogliosa, gettandosi in bocca l'ultimo pezzo di klozome - una pallina fritta che aveva sempre adorato fin da piccola.
"Con i soldi di Sevika." conclude, pulendosi le mani sui pantaloni.
Silco scuote appena la testa, annotandosi mentalmente di risarcire Sevika - e di farlo prima che lo scopra.
Jinx lo affianca, posandogli il capo contro la spalla.
"Fa quasi venire la nausea."
Silco divide in due il dolce, passandone metà a Jinx - consapevole che gliel'avrebbe chiesto comunque.
"Tutto questo." gesticola, indicando Piltover e le sue alte torri d'avorio e cristallo.
Jinx accetta il klozome, sfregando la guancia nel suo cappotto.
"Sarebbe bello vederla bruciare." mormora, e Silco coglie il significato di quelle parole - il loro intimo valore.
"Un giorno." le risponde, addentando un pezzo di dolce.
Jinx lo guarda, alzandosi sulla punta dei piedi e baciandogli un angolo della bocca.
"Diventerà tutto così colorato." sussurra Jinx, regalandogli uno sguardo limpido, vuoto di fantasmi e voci.
"Sarà un'esplosione che coprirà ogni cosa." afferma, stretta a lui come una promessa - una condanna.
Silco le cerca gli occhi, vi trova dentro tutto - oh, piccolo ratto infame: avrei dovuto schiacciarti la testa sulle pietre invece di affogarti, sembra vibri la voce di Vander.

Troppo tardi, fratello.

Jinx l'attira a sé, Silco la segue - incapace di negarle se stesso, loro.

"Possono bruciare, Jinx; il Concilio, Piltover. Tutti."

La bacia, e oh, se divampano le voci attorno - se gridano e urlano e strepitano e...

"Gliela faremo vedere, Jinx. A tutti loro."

La solitudine è un dolore troppo grande perché entrambi possano sopportarlo da soli.




"That’s love: two lonely persons keep each other safe
and touch each other and talk to each other."
- Rainer Maria Rilke -




















   
 
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