Film > La Bella e la Bestia
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Autore: michaelgosling    10/09/2022    0 recensioni
Tre amiche appassionate una di Harry Potter, una di Star Trek e una della Disney in seguito ad un incidente vengono catapultate ognuna in uno di questi universi, ma non di quello di cui sono fan.
Proveranno ad usare quello che sanno della storia per renderla migliore? O le loro azioni porteranno ad un finale peggiore? La loro presenza influenzerà queste storie molto più di quanto immaginano, perché una sola persona può cambiare tutto.
[Fandom Variabile: il Fandom in cui verrà pubblicata la storia dipenderà dall'ambientazione dell'ultimo capitolo pubblicato. Sarà comunque possibile trovare la storia anche negli altri due Fandom nella categoria Crossover]
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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C’ERA UNA VOLTA – CAPITOLO 6
 
 
 
 
 
 




Si svegliò sentendo il canto degli uccelli. Il vento che le scompigliava leggermente i capelli. L’erba sulle sue guance che si muoveva delicatamente, come ad accarezzarle la pelle e.. qualcosa di irritante. Di fastidioso.
 
Si era addormentata a pancia in giù, con il viso voltato verso il lago, ma che comunque toccava il suolo. Abbassò e alzò lentamente la testa strisciandola contro la terra, ma il fastidio rimaneva. Era come avere un sassolino minuscolo premuto contro la sua pelle.
 
Quando aprì gli occhi e alzò il busto, iniziò a toccarsi la zona sotto la bocca nonostante sapesse già da prima, in cuor suo, che non era affatto un sassolino. Era un brufolo.
Non uno solo naturalmente. Ne aveva così tanti che era impossibile contarli, ma a volte capitava che uno di essi diventasse particolarmente grande e irritante, oppure era uno nuovo che era saltato fuori da chissà dove. Come in questo caso.
 
Strisciò verso il lago distante pochi metri da dove si era risvegliata, senza neanche alzarsi in piedi, e usò il riflesso dell’acqua come specchio.
 
Ed eccolo là.
 
Un brufolo enorme sul punto di scoppiare, proprio nel mento dove l’aveva percepito. Sapeva di doverlo lasciare stare. E’ una delle prime cose che si insegna ai bambini, ma non riuscì a trattenersi: sapere che era lì la urtava troppo ed esattamente come tutte le altre volte, iniziò ad usare le dita per schiacciarlo, e mentre lo faceva finì con l’alzarsi in piedi, smettendo di guardare la propria immagine riflessa.
 
Andiamo.
Andiamo.

Vai via.
 
Sentiva la pellicina che si stava staccando, e poi se la ritrovò tra le dita. Sorrise soddisfatta.
 
Finalmente.
 
Sentì un sollievo istantaneo, ma non sapeva che la sua pelle era in uno stato peggiore ora. Quando ripassò le dita nel punto del brufolo sentì la pelle notevolmente più liscia, ma quando si riguardò le dita vide il sangue.
 
Ma che due—
Iniziò a toccare ripetutamente il mento con le dita in un tentativo disperato di fermare il sangue, ma quando si stancò di vedere la sua mano con piccole gocce rosse usò il braccio, e nel frattempo si era alzata per allontanarsi dal lago, per tornare nell’abitazione di Edmond e Mathieu.
 
Edmond mi ucciderà.
E’ da troppo tempo che sono lontana.
E mo’ chi lo sente?
 
Stanca di usare solo il braccio destro per pulirsi dal sangue iniziò col sinistro, senza guardare dove stava andando, ed era talmente immersa nei suoi pensieri da non sentire neanche un rumore che si faceva sempre più veloce e più forte, il rumore degli zoccoli.
 
Cosa faccio se mi sbatte fuori?
Dove posso andare?
Devo iniziare a rifletterci su.
Anche se per qualche bontà divina avesse pietà di me, non è che posso restare lì per sempre..
 
“Attenzione!” sentì qualcuno urlare.
 
Nolwenn guardò davanti a sé e vide un cavallo argentato fermarsi all’improvviso ad un palmo dal suo naso, era così vicino che poteva sentire l’animale respirare, il quale si era alzato su due zampe per riuscire a fermarsi in tempo e tale fu lo spavento che Nolwenn cadde all’indietro, sebbene non fosse stata colpita in alcun modo.
 
Sentì un senso di vertigine probabilmente dovuto dalla paura, ma poi vide una figura scendere dal cavallo. Era un uomo.
 
Aveva dei fluenti, ondulati e corti capelli neri perfettamente curati, la pelle chiara e liscia come un manto immacolato di neve, un viso così perfetto da sembrare essere stato scolpito a mano da un angelo, dentro al quale si trovavano un piccolo e grazioso nasino e due enormi occhi blu come le profondità del mare più pulito del pianeta.
 
L’uomo più bello che abbia mai visto.
 
Vide che si mise davanti a lei in ginocchio, porgendole una mano. Disse qualcosa, ma Nolwenn non capì una parola. Era troppo impegnata a guardarlo, probabilmente con un po’ di bava alla bocca.
 
Passarono un’altra manciata di secondi prima che realizzò che aveva parlato e che stava aspettando una risposta da lei.
 
“Scusi.. come..?”
 
Fu grata di non poter vedere la propria espressione in quel momento, perché doveva essere quella di una deficiente.
 
“Vi siete fatta male? Siete ferita? Lasciate che vi aiuti, vi prego.”
 
La sua voce era così dolce e raffinata che Nolwenn sentì un fremito.
 
“Sto benissimo, vi ringrazio.” Prese la sua mano cercando di non tremare troppo dall’emozione e lui la aiutò ad alzarsi, e quando entrambi furono in piedi Nolwenn realizzò che era più alto di quanto sembrasse inizialmente.
 
“Le mie più sentite scuse signorina, non vi ho vista arrivare..” fece un piccolo inchino, posando una mano sul suo petto.
Nolwenn notò solo allora il resto del suo corpo. Aveva una tunica di un verde leggermente scuro, con uno stemma ricamato su di essa, un animale che appariva scuro dentro un cerchio dorato con sfondo verde. Portava una cintola di cuoio ben ricamata, con annessa una spada lunga e argentata. Persino Nolwenn che era ancora nuova a questo ambiente capì che non poteva che essere un nobile, e doveva appartenere ad una casata importante, non solo per i suoi indumenti e la cura del suo aspetto, ma anche per i suoi modi estremamente garbati.
 
“No è..” i suoi occhi passarono sul suo petto, e in base a come gli stava addosso la tunica era intuibile che sotto quegli strati di stoffa era altrettanto bello e piacente, voltò lo sguardo quando sentì le sue guance arrossire “.. è stata colpa mia. Non stavo guardando dove stavo andando.. avevo la testa tra le nuvole.. mi dispiace signore..”
 
Lui sorrise dolcemente, e in quel momento Nolwenn realizzò che somigliava spaventosamente a Matt Bomer, solo più giovane.
 
Non può essere vero.
E’ troppo bello per essere vero.
 
Il giovane abbassò lo sguardo guardandole i vestiti e apparve improvvisamente allarmato. Nolwenn pensò che la sua reazione fosse dovuta ai suoi assurdi abiti moderni, e quel pensiero la intristì un po’.
 
“La vostra tunica..”
 
Nolwenn abbassò lo sguardo e vide che la sua maglietta era leggermente strappata. Doveva essere successo quando era caduta.
 
“Oh, non è niente..” si affrettò a dire Nolwenn, per tranquillizzare il giovane “.. non mi sono fatta male, davvero. Solo la mia maglia, in effetti, si è fatta male..” rise fra sé e sé “.. è solo un taglio.”
 
Poi il cuore di Nolwenn sembrò fermarsi in un colpo solo.
 
Un.. un taglio.
 
“Tutto comincerà con un taglio..”.
 
Così aveva detto la bambina del suo sogno, nemmeno ventiquattro ore prima.
 
Che il suo vero amore con il padre di quella bambina che ancora non aveva sarebbe nato con un taglio.
 
E che aveva gli occhi azzurri o blu.
 
E lui li aveva del blu più blu che avesse mai visto.
 
Nolwenn alzò lentamente lo sguardo quasi a rallentatore, e guardò l’uomo come se lo vedesse per la prima volta, incredula.
 
Oddio.
Oddio.
E’ lui.
E’ lui l’uomo.
Mi state dicendo che mi scoperò questo fig—
 
“State bene?” chiese lui, quasi più preoccupato di prima.
 
Nolwenn si passò una mano sul viso come per svegliarsi e trovare qualcosa di sensato da dire, ma quando la allontanò vide nuovamente del sangue sulle dita e l’ansia la travolse come un fiume in piena.
 
Cazzo.
Oh cazzo.
Mi ero dimenticata del brufolo schiacciato e del sangue.
Chissà in che stato penoso è la mia faccia.
Che vergogna.
 
“Perdonatemi io..” disse Nolwenn piena di vergogna, mettendosi una mano davanti al mento in un tentativo disperato.
 
“Per cosa?”
 
Allontanò leggermente la mano e vide che era ancora sporca di sangue. Sentì la frustrazione crescere.
 
Dovevo proprio incontrare l’uomo più attraente e galante della Terra in questo stato??? Mezza bagnata, con uno dei tantissimi brufoli schiacciati e anche il sangue??? Come poteva andare peggio di così??
 
E poi dicono che la sfortuna non esiste.
 
“Ho un aspetto orrendo.. io.. oh cazzo..” si tappò la bocca veloce come un fulmine, ma era troppo tardi, ormai quella parola gli era uscita.
 
Ho appena detto “cazzo” davanti ad un nobile.
 
Nolwenn avrebbe voluto sprofondare per la vergogna, ma l’uomo non parve offeso. Dopo un attimo in cui era apparso stupefatto, era scoppiato a ridere dolcemente.
 
E’ bello anche quando ride.
I suoi denti sono perfetti?? Sembra un modello?
Così bianchi e così dritti??
Come è possibile per un uomo essere così tanto bello??
 
Sembrò sul punto di dire qualcosa, ma guardò dietro Nolwenn come se qualcun altro avesse attirato la sua attenzione.
 
“Credo che il tuo fratellino ti stia chiamando, mia signora.” Disse gentilmente a Nolwenn, una volta che tornò a concentrarsi su di lei.
 
Il mio fratellino??
 
Nolwenn si voltò e vide Mathieu che si stava avvicinando. Sorrise, e poi si rivolse nuovamente al nobile.
 
“Oh lui.. lui non è il mio fratellino..”
 
“Perdonatemi, vi chiamava per nome e ho pensato..”
 
Nel frattempo Mathieu li aveva raggiunti e, dopo aver rispettosamente salutato il nobile con un breve inchino, si rivolse a Nolwenn.
 
“Stai bene? E’ da un po’ che non tornavi e mio padre mi ha mandato a cercarti.”
 
Nolwenn dubitava enormemente che Edmond fosse preoccupato per lei ed era nettamente più probabile che fosse Mathieu stesso ad essere preoccupato e avesse convinto suo padre ad avere il permesso di andare a cercarla, ma Nolwenn non se ne curò troppo: se uno dei due doveva uscire per cercarla, era grata che fosse Mathieu.
 
“Perdonami, mi devo essere addormentata, per questo non ero ancora tornata.”
 
Mathieu annuì poi guardò il nobile, il quale ne approfittò per salutare il bambino con un inchino, esattamente come quello che gli aveva fatto lui pochi secondi prima, solo più regale, ma subito dopo voltò lo sguardo dietro di sé, seguendo il rumore di tanti, tantissimi zoccoli che picchiavano il suolo.
 
Nell’arco di meno di due minuti, arrivarono diverse decine di uomini a cavallo. Nessuno di loro indossava l’armatura, ma i loro indumenti e la quantità di armi che portavano rendeva comunque chiaro che fossero soldati. La stoffa della loro tunica non era pregiata come quella del nobile, ma i colori erano molto simili, solo di un verde più sbiadito.
 
Dovevano essere i cavalieri che avevano giurato fedeltà alla sua nobile casa e sebbene fossero di rango inferiore in titolo e ricchezze, erano comunque curati e le loro armi non dovevano avere più di qualche anno. Nolwenn provò a capire quanti fossero ma era difficile, e alcuni erano evidentemente fuori dalla sua portata visiva.
 
“Sono dolente di recarvi disturbo, vostra maestà, ma dobbiamo ripartire subito per raggiungere le truppe di vostro fratello prima che il Sole tramonti. Non possiamo attendere oltre.” a parlare era stato un uomo della cinquantina, che chinava rispettosamente il capo.

“Vostra maestà? Siete.. siete un Re?” chiese Mathieu eccitato.
 
“Non proprio..” fece il nobile, poi sorrise “.. solo un principe. Mi dispiace deludere le tue aspettative.”
 
Un principe.
E’.. è un principe.
Un principe azzurro, letteralmente. O quasi.
 
Mathieu scosse la testa, troppo eccitato per notare le strane reazioni di Nolwenn.
 
“Ma se sei un principe diventerai Re, un giorno.”
 
“Forse, ma tutto può succedere. Il tempo lo dirà.”
 
Mathieu abbassò lo sguardo e notò la sua scintillante spada. Il principe lo notò e sorrise.
 
“Hai ucciso molte persone con quella?”
 
“Solo quelle cattive. Ti piace?”
 
“E’ la spada più brillante che abbia mai visto.”
 
“Vuoi stringerla? E’ parecchio pesante.”
 
“Posso farcela!”
 
Il principe la estrasse dal fodero e la porse al bambino tenendola per la lama, in modo tale che Mathieu nel prenderla non si ferisse.
 
Il bambino la tenne per qualche secondo con entrambe le mani, ma poi finì per terra. Mathieu parve deluso, ma Nolwenn non seppe dire se fosse per la caduta della spada o per il suo timore di aver arrecato un danno ad un oggetto tanto caro per un nobile.
 
“Mi dispiace di averla fatta cadere, vostra maestà. E’ davvero troppo pesante per me..”
 
“Sciocchezze. Non hai nulla di cui dispiacerti. Io alla tua età non sarei stato in grado di tenerla per nemmeno un attimo.” Dopo averla raccolta e rimessa al tuo posto, fece un occhiolino amichevole al bambino.
 
“Vostra maestà..”
 
“Sì. Sì, lo so.” Il principe sospirò “.. perdonatemi, ma devo andare. Impegni familiari che non possono attendere oltre, e temo che a Ser Ranier verrà un mancamento se arriveremo in ritardo.” Disse scherzosamente, indicando con la testa il cavaliere che aveva parlato, il quale non riuscì a reprimere un sorriso nonostante si sforzasse di apparire serio.
 
Quando smise di ridere e tornò ad essere serio, guardò Nolwenn.
 
“Signorina.. voi.. se posso chiedere.. abitate qui vicino?”
 
Nolwenn balbettò qualcosa, così Mathieu venne in suo soccorso.
 
“Molto vicino in effetti. Quindici minuti da qui, vostra maestà.”
 
“In tal caso, vorrei rivedervi, se è possibile. Sempre se voi desiderate altrett—”
 
“Sì! Sì certo!” esclamò Nolwenn, riuscendo, questa volta, a trattenersi dal dire nuovamente “cazzo” davanti al sì.
 
Il principe sorrise quasi sollevato, poi abbassò lo sguardo.
 
“I miei impegni attuali mi portano lontano da qui purtroppo, ma sarò nuovamente sulla strada verso casa molto presto. Tra sette giorni esatti tornerò qui nella speranza di incontrarvi nuovamente.”
 
“Ci sarò.” Sospirò Nolwenn ancora incredula, sforzandosi di apparire sicura di sé e per niente sull’orlo dello svenimento, fallendo miseramente.
 
Il principe le sorrise nuovamente, poi guardò Mathieu. Gli porse la mano in modo che il bambino potesse dargli il cinque, cosa che Mathieu fece.
 
“Ci si vede, ragazzo. Scommetto che la prossima volta che ci rivedremo saprai stringere la spada più a lungo di me.”
 
Mathieu non disse nulla, ma fece un altro inchino, inchino che il principe ripeté e, dopo aver lanciato una rapida, ultima occhiata a Nolwenn, si girò e rimontò sul suo meraviglioso stallone argentato. Non appena fu in sella, partì al galoppo e tutti i suoi uomini lo seguirono.
 
Nolwenn e Mathieu rimasero a guardare il principe e i soldati diventare sempre più piccoli fino a quando non sparirono in lontananza. Il bambino esultò nel vedere tutti quei cavalieri verso un’unica meta, ma Nolwenn quasi non ci fece caso, non aveva occhi per altro se non per quel bel principe.
 

Il suo meraviglioso e scintillante principe azzurro.











 
 
 
 
  
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