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Autore: lady ethereal    19/09/2022    0 recensioni
In un particolare momento di sconforto Adrien decide di scrivere una lettera per suo padre: una lettera che contiene tutte le parole che Adrien avrebbe sempre voluto dirgli, senza mai aver trovato il coraggio.
"Quindi sappi che per ogni lacrima versata,
per ogni sorriso e abbraccio mancato,
per ogni incomprensione,
per ogni volta che ti sei tirato indietro,
per ogni momento vissuto a metà,
per ogni sguardo carico di imbarazzo,
per ogni pasto consumato in solitudine,
per ogni volta che quel dolore lancinante mi ha squarciato il petto e tu non eri lì ad abbracciarmi, io ti perdono papà."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Riflessioni a cuore aperto


Ciao Papà,
So che probabilmente questa lettera era l’ultima cosa che ti saresti mai aspettato di trovare nel tuo studio perché credimi, fino a poco fa non ci avrei mai creduto neanch’io. Non avrei mai pensato di sedermi alla mia scrivania e scrivere su carta queste parole per te, tantomeno avrei mai pensato di consegnartele. Onestamente non so neanche se la vedrai o l’aprirai...
Eppure eccomi qui, su consiglio di una persona straordinaria che mi ha fatto capire di non dovermi nascondere più, ma soprattutto di non dover nascondere con me le mie emozioni.
So di essere sempre stato silenzioso e invisibile, come so di essere diventato incredibilmente rumoroso ultimamente, ma tutta questa rabbia serve solo a mascherare il mio dolore. Ho sempre cercato di fare tutto quello che ho fatto nel migliore dei modi, ma nonostante questo mi sono spesso sentito una delusione per te. Ti ho sempre incolpato per questo e passavo le giornate a chiedermi cosa ci fosse di sbagliato in me, poi ho capito che tutto quello che ci è successo non è stato solo per colpa tua, probabilmente anche per colpa mia.
Penso che abbiamo rischiato tante volte di perderci e credo che, in qualche modo, stiamo ancora percorrendo il filo di questo rasoio. Quindi magari,per sistemare le cose, dovremmo aprirci e ferirci un po’, prima che sia troppo tardi. Magari potremmo partire con l’essere sinceri e, dato che questa lettera è opera mia, inizio io.
Mi sono reso conto che non so molto di te, come te probabilmente non sai molto di me e questo mi ferisce.
Ti ho sempre dato la colpa per il tuo superfluo interesse nei miei confronti, ma poi mi sono accorto di aver smesso di cercarlo questo tuo interesse. Mi dispiace pensare di non sapere quali sono i tuoi colori preferiti, se ti piace il gelato alla frutta o quello alle creme, se ami perderti in un libro o in un film avvincente, se preferisci il tocco setoso del damasco o le trame rigide del broccatello.
Non so se ami davvero la scherma, il cinese e il pianoforte e non so per quale motivo mi hai costretto a studiarli per tutto questo tempo.
Penso che tu non ti sia mai eccessivamente curato del mio dolore, non so neanche se tu lo abbia mai visto…
Io, d’altro canto, ho visto il tuo ma non mi sono mai pronunciato in proposito perché ho sempre avuto paura dell’eventuale riscontro che ne sarebbe derivato. Ho fatto dei tentativi a volte, ma sono annegati come una misera barchetta di carta in preda alle feroci acque dell’oceano. Ho scoperto però, nei brevi momenti che mi hai concesso, che non è male guardare qualcosa in tv e che qualcosa in comune lo abbiamo davvero, anche se non si direbbe.
Volevo che sapessi che ho sofferto per i tuoi silenzi e al contempo per le poche parole che mi hai riservato. Per quei giorni troppo cupi in cui neanche il sole sembrava essere in grado di rischiarire leggermente il tuo umore, così le enormi nuvole del tuo cuore finivano per oscurare sempre di più anche le mie, di giornate.
Per ogni volta che le lacrime hanno solcato le mie guance e tu neanche te lo immaginavi, troppo preso a rinchiuderti nel lavoro che per fin troppo tempo hai tentato di rendere il tuo anestetico personale.
Non posso negarti che ti ho odiato, piangendo in silenzio nella mia stanza, per ogni volta che mi hai impedito di vivere una vita normale. Non possiamo rimediare alla morte della mamma, ma lei non avrebbe voluto che ci rovinassimo così. Ed è stato pensando a lei, nei momenti più bui, che capito che per quanto tu possa essere stato freddo e scostante io ho bisogno di te. Non posso permettermi di perderci, lei non lo avrebbe permesso.
Così ho iniziato a riflettere e mi sono ricordato dei pochi momenti che abbiamo vissuto insieme e mi sono reso conto del fatto che mi piacerebbe poter e saper ridere con te, magari a volte anche di te e, -perché no?- anche di me, proprio come facevamo con lei.
Vorrei che capissi che non è necessario lasciare che questi -all’apparenza imbattibili ed insormontabili- muri ci dividano, vorrei che sapessi che sono pronto a fare dei passi verso di te, ma solo se tu sarai pronto a fare lo stesso. Questo perché ho capito che in un modo nell’altro, tutto quello che hai fatto, lo hai fatto per me.
Quindi sappi che per ogni lacrima versata, per ogni sorriso e abbraccio mancato, per ogni incomprensione, per ogni volta che ti sei tirato indietro, per ogni momento vissuto a metà, per ogni sguardo carico di imbarazzo, per ogni pasto consumato in solitudine, per ogni volta che quel dolore lancinante mi ha squarciato il petto e tu non eri lì ad abbracciarmi, io ti perdono Papà.


P.S. Non preoccuparti se non mi vedi rientrare alla fine delle lezioni, ho bisogno di un po’ di tempo in più per raccogliere il coraggio necessario al nostro confronto. Sarà tutto nuovo per me e per te, ma si dice che i nuovi inizi portino sempre speranza. Spero che valga anche per noi.
Ti voglio bene.

 

Adrien

   
 
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